martedì 10 aprile 2007

Aspetti terapeutici del suono e della Musica

Aspetti terapeutici del suono e della Musica Per meglio comprendere i modi e i mezzi d’azione e prima di addentrarsi nella trattazione specifica, è opportuno richiamare alcuni termini e concetti tecnici. Fisicamente il suono è da intendersi come vibrazione di un mezzo elastico a questo trasmessa dalle vibrazioni di un corpo eccitato oppure, equivalentemente, come piccola perturbazione del mezzo elastico in cui si propaga, le cui molecole sono messe in vibrazione con frequenze dell’ordine di poche migliaia di Hz. Nel linguaggio comune si intende invece la sensazione uditiva acustica prodotta da tali vibrazioni. L’orecchio umano è in grado di percepire vibrazioni che spaziano in un campo di frequenze da circa 16 Hz fino a circa 16 KHz. Il concetto di suono è quindi collegato all’organo di senso in grado di percepirlo. Se consideriamo tutto lo spettro di frequenze possibili, compresi gli infrasuoni e gli ultrasuoni, possiamo affermare che ogni corpo in vibrazione emette un suono; questo fenomeno avviene con una facilità ed una frequenza notevolissima nell’ambiente che ci circonda: basta infatti che due corpi si sfiorino o un corpo si muova in un fluido che subito ne scaturisce un suono. Ogni oggetto possiede una propria peculiare caratteristica sonora derivante dalla unicità della sua struttura fisica. In base a questo principio l’intero nostro pianeta e tutto il cosmo, ove vi sia un mezzo che ne consenta la propagazione, è suono. Facciamo ora un passo avanti nella comprensione di come agisca la musicoterapia. Fin dalla nostra infanzia abbiamo vissuto, sperimentato ed immagazzinato diversi modelli sonori, associando a ciascuno di essi una particolare entità definita (una sensazione, un significato, una reazione biochimica, una circostanza o, più in generale, un concetto): tutti questi suoni possono essere definiti modelli sonori condizionati, in quanto derivanti da una associazione mentale. Esistono però anche dei modelli sonori incondizionati, a cui appartiene tutta una gamma di “suoni primitivi”, puro riflesso delle emozioni e comprensibili da tutti senza bisogno di precedenti condizionamenti cognitivi. Oggigiorno esistono solo due suoni incondizionati (primitivi): il pianto e il riso; tutti gli altri suoni primitivi sono ormai scomparsi insieme ad una parte della spontaneità comportamentale. E’ proprio in questo contesto che entra in gioco il potere della musica e del suono in senso lato. Non è difficile infatti rendersi conto che il principale effetto che tutti i suoni, ed in particolare la musica, producono su di noi è rappresentato proprio da emozioni. La musica ha il grande potere di suscitare forti sensazioni emotive, sia in chi la produce che in chi l’ascolta, in funzione del tipo di esperienza personale se si tratta di suoni condizionati o comuni a tutti gli individui se si tratta di suoni primitivi. Tenendo conto che l’enorme bagaglio di accumuli emotivi che risiedono nel nostro essere sono spesso causati dal blocco delle emozioni e sono la principale causa dei fenomeni patologici a sfondo psicosomatico, non è difficile rendersi conto del potenziale benefico della musica: essa suscita emozioni positive che correttamente sfruttate possono rimuovere o trasformare le energie negative accumulate che causano un errato funzionamento della struttura psicofisica. Un effetto più diretto, ma meno riconoscibile, è rappresentato dalla vibrazione indotta sul nostro corpo dalla sorgente che produce il suono. Ogni strumento musicale produce infatti vibrazioni particolari, rappresentate dalle onde acustiche generate dal mezzo eccitante (le corde di una chitarra o di un pianoforte, le superfici di un tamburo o di uno xilofono, …), che giungono fino a noi e ci trasmettono il loro potere inducendo il nostro corpo a vibrare anch’esso. In termini fisici si potrebbe interpretare l’onda sonora come forzante esterna agente su di un sistema meccanico inerte rappresentato dal nostro corpo; in funzione dell’energia trasmessa (molto debole nel caso della musica) e del peso delle singole armoniche elementari dello spettro di frequenze rispetto alle frequenze proprie delle parti del corpo, si può teoricamente giungere localmente al fenomeno di risonanza. Il timpano del nostro orecchio ad esempio, sollecitato dalle onde acustiche esterne, vibra alla stessa frequenza dell’onda incidente e trasmette questo segnale, opportunamente trasdotto dal sistema nervoso, fino al cervello producendo la sensazione acustica. Attraverso la cassa armonica degli strumenti musicali, il fenomeno della risonanza può essere utilizzato in musicoterapia per indurre la persona a sentirsi accolta e compresa, senza l’ausilio di parole. Questa atmosfera può riportare ciascuno di noi alle esperienze originarie vissute nella nostra storia personale fin dall’istante del concepimento. Sono infatti ormai a tutti noti i risultati delle ricerche condotte al fine di valutare l’influenza dell’ambiente sonoro in cui si sviluppa il feto. La vita all’interno del grembo materno è un susseguirsi di fenomeni sonori che presentano aspetti costanti come il pulsare del cuore, il circolare vorticoso del sangue, l’immissione ed emissione dell’aria e variabili come la voce e tutti i suoni provenienti dall’esterno. Per tutti i mesi della gestazione la nuova vita, all’interno del copro materno, si nutre di alimenti attraverso la placenta e di esperienze acustico-sonore che impregnano di esperienza il bambino che sta crescendo ed influenzeranno la sua vita futura. Tutti questi suoni rappresentano la prima orchestra conosciuta da ogni essere umano. In sintesi possiamo affermare che il suono viene raccolto dal nostro orecchio ed elaborato dal nostro cervello in una collezione di emozioni che producono in noi modificazioni a livello psichico (rilassamento, paura, ansia, …) e fisico a livello delle funzioni vitali dell’organismo (una musica brillante, ad esempio, produce un aumento della frequenza del battito cardiaco, mentre gli strumenti a corda favoriscono la peristalsi intestinale). Tutto ciò naturalmente è vero se si assume un atteggiamento attivo nei confronti della musica: ascoltarla passivamente è come guardare un quadro d’autore senza vederlo. Il musicoterapeuta conosce gli effetti positivi della musica e deve stare attento a non mettere in atto quelli negativi. Come per tutto quanto riguarda l’uomo, ciò che può fare bene se somministrato oculatamente, in dosi eccessive può essere nocivo. Questo vale anche per la musica, in modo a volte palese e a volte così sottile da diventare perfino subdolo. Questo non significa che non ci si possa accostare alla musica con energia e vigore. Possiamo infatti lasciarci cullare dalla melodia, dall’armonia, dal ritmo e dal timbro (elementi distintivi della musica) in un abbraccio che ricorda quello del grembo materno, oppure possiamo partecipare attivamente all’atmosfera musicale creando musica o lasciandoci trasportare e liberando le nostre emozioni anche con un’esplosione incontrollata di gesti e suoni. Entrambi gli approcci possono essere presi in considerazione, purchè sussista l’elemento fondamentale che caratterizza il modo di accostarsi alla persona da parte del musicoterapeuta rispetto ad altre forme di intervento (rieducazione, riabilitazione, psicoterapia) e cioè l’ascolto empatico. L’ascolto empatico si basa sul ricalco della postura della persona della quale il musicoterapeuta si vuole prendere cura. Il ricalco posturale consiste nel rimarcare il tono energetico della persona facendole avvertire di essere accolta ed apprezzata. Attraverso questo artificio, specifico della musicoterapia, si ottiene una comunicazione diretta, immediata, imprevedibile, modificabile in ogni attimo ed adeguabile ad ogni circostanza senza dover ricorrere a parole, a richieste, a spiegazioni. L’ascolto empatico si attua attraverso l’euritmia ed il dialogo sonoro. Euritmia è un termine antico, in uso presso la civiltà greca, e sta ad indicare la coordinazione fra suoni-ritmi e movimenti. La madre che allatta il proprio bambino compie un gesto euritmico, cullandolo e dondolandolo mentre gli sussurra parole affettuose o gli canta una melodia, adeguando ogni gesto ed ogni suono a quanto il piccolo sembra gradire di più, infondendogli sicurezza, fiducia e gioia. Il musicoterapeuta può cercare di riprodurre, o meglio di imitare questa situazione, servendosi ad esempio della grande cassa armonica di un pianoforte a coda vicino al quale o sul quale adagia il bambino nella posizione che questo preferisce e adeguando ogni gesto ed ogni suono alle reazioni del bambino ricalcando le emozioni del bambino e valorizzandole nel gioco musicale. In questo modo si possono richiamare le emozioni positive e le vibrazioni che il canto della madre induceva sul corpo del figlio. Il musicoterapeuta in questo modo interagisce con la persona che presenti una patologia per condurla verso il superamento delle sue difficoltà. Gli aspetti teorici più evidenti dell’attività musicoterapica possono essere individuati dunque nel fenomeno della risonanza, nel dialogo sonoro e nell’improvvisazione musicale, nell’ascolto empatico, vissuti magari con la presenza contemporanea di due terapisti con formazione differente e complementare e, qualora si tratti di bambini o ragazzi, alla presenza dei genitori. Una corretta applicazione del metodo musicoterapico prevede inoltre il confronto costante con l’équipe di medici specialisti che hanno in cura la persona e con le persone che eventualmente si prendono cura dell’educazione o dell’inserimento sociale dell’individuo. La figura del musicoterapeuta viene così a trovarsi nella difficile posizione di dover mediare ed amalgamare produttivamente gli aspetti del mondo medico, sociale, educativo e personale della persona in cura. Sottolineiamo che la musicoterapia non ha come fine l’apprendimento musicale, ma si prefigge di portare il corpo alla parola attraverso la relazione suono-corpo-affetti. Si riscontrano notevoli differenze nell’accostamento a questo tipo di trattamento tra i soggetti adulti e i bambini. Da parte di un adulto, fare o ascoltare musica può essere immediatamente valutata dall’adulto come una perdita di tempo, mancando una risposta immediata e precisa di tipo produttivo, senza lasciare alcun margine all’imprevedibilità; un bambino è più disposto a vivere questa esperienza come un gioco con un atteggiamento più spontaneo, gioioso, imprevedibile e pronto a compiere nuove esperienze. In musicoterapia, invece l’imprevedibilità è la regola fondamentale: essa è ciò che attira la nostra attenzione, rompendo gli schemi consueti; i bambini sono spesso imprevedibili ed anche per questo motivo sono al centro della nostra attenzione. Quest’ultimo è il miglior modo di affrontare l’esperienza musicoterapica ed ottenerne risultati.. La regola dell’imprevedibilità è tipica dell’arte e trova il suo fondamento nell’originalità che caratterizza ogni essere umano, differenziandolo dal suo simile. In musicoterapia si agisce attraverso l’ascolto empatico a salvaguardia dell’originalità di ogni persona. A titolo di esempio, tra i brani che svolgono un’azione rilassante si ricordano: Le Cygne di C. Saint-Saëns, i primi minuti dell’Ouverture Tannhäuser di R. Wagner, nonché l’Aria della Suite n°3 in re maggiore di J. S. Bach. Un’azione tonificante è prodotta invece dall’ascolto dell’Ouverture Rienzi di R. Wagner e dalla Danza delle ore di A. Ponchielli.

Cos’e’ la Musicoterapia

Cos’e’ la Musicoterapia Presso gli uomini primitivi vi era la credenza che ogni essere possedesse un proprio suono o un proprio canto segreto che lo rendeva vulnerabile alla magia. L’esistenza inconscia d’un suono segreto personale e’ certo e conferma la credenza secondo la quale ogni uomo nasce con un suono interno proprio al quale risponde. I Greci utilizzarono la musica e svilupparono sensibilmente la sua applicazione nella prevenzione e la cura di malattie fisiche e mentali. Aristotele parlava dell’autentico valore medico della musica nelle emozioni incontrollate e le attribuiva un effetto benefico a livello della catarsi. Platone vantava la musica e la danza per i timori e le angosce fobiche :”…la musica non e’ stata data all’uomo solo per lusingare i propri sensi, ma anche per calmare i tormenti dell’anima e i movimenti che tenta un corpo pieno di imperfezioni”. Celio Aureliano racconta che gli antichi curavano parti dolorose del corpo con l’influsso del suono, soprattutto se si cantava su quelle parti in modo che il brivido risultante dalla percussione dell’aria recasse loro sollievo. Ramos de Pareja scrisse nel 1482 l’opera “Musica Pratica”, i 4 toni fondamentali ai 4 temperamenti e ai pianeti. Il loro “Protus” corrisponde al flemmatico e alla luna, il tono “Deuteros” al collerico e a Marte, il tono “Tritus” al sanguigno e a Giove, il tono “tretatus” al malinconico e a Saturno. Il melanconico dovrebbe eseguire e talvolta inventare esso stesso i motivi musicali. Nel XXVIII° secolo, si preferiva parlare degli effetti della Musicoterapia sulle fibre dell’organismo. Grazie ad un effetto meccanico, le vibrazioni musicali regolari ristabiliscono l’omotonia delle fibre. La Musicoterapia che bisogna usare per curare i malinconici, deve iniziare dai toni bassi ed elevarsi poi fino ai toni alti; grazie a questa progressione armonica, le fibre tese si stendono poco a poco. La musica serve a distrarre l’anima del paziente dalle sue tristi preoccupazioni; si tratta di accattivare l’attenzione del malato ed obbligarlo a interessarsi ad altra cosa che non siano le idee nere che elucubra incessantemente. Tissot faceva una differenza tra musica stimolante e calmante e gli fa dimenticare l’indisposizione anche se non si e’ in grado di sopprimere la causa del male. La Musicoterapia e’ una disciplina paramedica che utilizza il suono, la musica e il movimento per provocare effetti “regressivi” e aprire canali di comunicazione con l’obiettivo di attivare il processo di socializzazione. E’ pertanto una tecnica psicoterapica per migliorare la qualita’ della vita, riabilitare e recuperare, dove e’ possibile. La Musicoterapia si occupa dello studio e della ricerca del complesso suono-essere umano. Tale complesso consta di elementi capaci di produrre stimoli sonori (natura, corpo umano, strumenti musicali, ecc.); stimoli come il silenzio, suoni interni del corpo, musicali, ritmici, movimenti, rumori ecc.; vie di propagazione delle vibrazioni, organi ricettori di tali stimoli come l’udito, tatto e vista, la ricezione del sistema nervoso, la reazione psicobiologica e l’elaborazione della risposta, che può essere comportamentale, motoria, sensoriale, organica attraverso il grido, il canto, la danza, la musica. Anche il movimento e non solo il suono e la musica e’ utilizzato nel processo terapeutico. Gli stimoli sonori e musicali possono essere piu’ potenti nel suscitare manifestazioni di quelli visivo e tattile. Insomma, la musicoterapia ha come scopo l’inserimento del paziente nella societa’ e la prevenzione e la cura di malattie fisiche e mentali. Uno dei fenomeni piu’ profondi prodotti dal suono e dalla musica, e’ la capacita’ di provocare stati regressivi, che riconducono a stadi anteriori vissuti quale lo stadio orale, anale e fetale. La regressione e’ un meccanismo di difesa dell’io in quanto un individuo che ha una frustrazione tende sempre al rimpianto dei tempi passati con maggiori gratificazioni. Ogni terapia esige comunque una forte motivazione da parte del paziente. La terapia si imposta sull’anamnesi e l’osservazione attenta del soggetto, delle modalità di comunicazione-relazione, delle capacità del paziente, oltre ad un’attenta considerazione del suo nucleo familiare. Si richiede altresì chiarezza del contratto, obiettivi e limiti dell’intervento, modalità, tempi , spazi, durata della terapia ecc. Ma soprattutto la capacità di saper gestire il rapporto terapeutico. L’ASCOLTO MUSICALE TERAPEUTICO Utilizzare l’ascolto musicale per guarire e prevenire significa, tra l’altro, nutrire letteralmente il corpo con il suono e servirsi del suono per scoprire le dimensioni nascoste nel profondo e per accelerare il processo di evoluzione della coscienza. Qui tratteremo il rapporto tra la musica e chi l’ascolta, ma cercando di analizzare e spiegare il fenomeno dell’ascolto musicale quando è vissuto coscientemente e cioè con la precisa intenzione di mettersi in ascolto per migliorare la propria vita. Si può proporre il suono come una parte essenziale dell’ambiente e quindi della relazione tra soggetto ed ambiente. Gli effetti terapeutici del suono e della musica sono in grado di modificare l’attività del sistema nervoso vegetativo. La musica può essere un’efficace aggiunta terapeutica in varie condizioni, specie quelle caratterizzate dal dolore cronico in quanto capace di modulare complesse attività nervose che si esprimono in quantificabili alterazioni neurovegetative. Distinguiamo una fase dell’ “udire” i suoni come fenomeno periferico legato all’orecchio, una fase del “sentire” che si collocherebbe soprattutto nelle funzioni talassiche, per arrivare ad “ascoltare” la musica, con un coinvolgimento globale del nostro sistema nervoso e delle funzioni psichiche a questo connesse. Oltre all’emozione, la musica comporta sull’ascoltatore delle reazioni a carico della sfera vegetativa: si assiste a modificazioni della pressione sanguigna, della frequenza cardiaca, della respirazione ecc., ma per lo più anche quando la musica è percepita inconsciamente. La musica va considerata da un lato un linguaggio non verbale, dall’altro un mezzo di comunicazione dell’emotività. di Asturaro Dario Giovanni, adattamento di Alan Perz

Cos’e’ la P.N.L.

Cos’e’ la P.N.L. (Programmazione Neuro Linguistica) La programmazione neurolinguistica e’ un modello di quel particolare mondo di magia e illusione costituito dal comportamento e dalla comunicazione umani; e’ lo studio delle componenti della percezione e del comportamento che rendono possibile la nostra esperienza. Con l’espressione programmazione neurolinguistica indichiamo quello che a nostro giudizio e’ il procedimento fondamentale usato da tutti gli esseri umani per codificare, trasferire, guidare e modificare il comportamento. Bandler e Grinder La Programmazione Neuro-Linguistica (PNL per semplicita’) e’ un insieme potente ed elegante di tecniche e di modelli (anche se i suoi fondatori, Bandler e Grinder, parlano soprattutto di “atteggiamento mentale”) per una piu’ efficace definizione dei propri obiettivi, una migliore abilita’ comunicativa, una maggiore capacita’ di motivazione e di automotivazione, una comprensione piu’ profonda di se stessi e degli altri. Generalmente si usa definirla come “lo studio della struttura dell’esperienza soggettiva”. In altre parole e’ lo studio, attraverso il linguaggio verbale e non verbale, di come “filtriamo” con griglie percettive (Sistemi Rappresentazionali, Submodalità, Metaprogrammi) e cognitive (Credenze, Valori, Criteri) le informazioni che ci provengono dall’ambiente esterno o interno, e di come le organizziamo in schemi coerenti e standardizzati di comportamento per la realizzazione di un obiettivo. E’ un po” come chiedersi, davanti ad una bella torta, il segreto della sua ricetta: quali e quanti ingredienti ha utilizzato il pasticciere che l’ha preparata, in quali dosi esatte, con quale ordine preciso e per quanto tempo li ha miscelati. Proviamo ora a definirla in altro modo partendo proprio dal suo nome. La parola “Neuro” sta ad indicare che i processi neurologici sono alla base di ogni comportamento umano. La parola “Linguistica” ci suggerisce l’idea che questi processi sono tradotti, cioe’ rappresentati, da un codice linguistico e che proprio attraverso di esso sono in una certa misura inferibili. Infine la parola “Programmazione” sta infine a significare che sequenze ordinate, e non casuali, di determinati processi neurologici hanno come esito uno specifico comportamento. La PNL e’ una neuroscienza nata agli inizi degli anni ‘70 in California, dagli studi di Richard Bandler, un matematico, e di John Grinder, un linguista. E’ stata definita “l’arte di provocare cambiamenti” ed e’ una delle tecniche di comunicazione piu’ accreditate e diffuse nel mondo. Bandler e Grinder hanno studiato e codificato le strategie dei piu’ grandi terapeuti di quei tempi, (Virginia Satir, Milton Erickson e molti altri), ricavandone un potente e versatile modello che è oggi applicato ai campi più disparati: in campo medico e psicoterapeutico, dalla pubblicita’ alla formazione del personale, dallo sport all’insegnamento. E’ lo studio di come il linguaggio, Verbale (le parole che diciamo), Paraverbale (tono, volume ritmo ecc) e Non-Verbale (i gesti e la postura) influisca sul nostro cervello, e permette di imparare a gestire i propri stati d’animo, modificare comportamenti dannosi, comunicar meglio con le persone che ci circondano ecc. Viviamo esperienze e stimolazioni di ogni genere e siamo abituati a considerarle buone o cattive, giuste o sbagliate, ecc. Sono le esperienze di cio’ che noi chiamiamo “realta’ esterna” a condizionare continuamente i nostri stati interni (emozioni, pensieri, ecc.), quasi mai il contrario. Spesso non ci rendiamo conto che il processo e’ esattamente inverso! E’ proprio la nostra soggettiva realtà interna a modellare le situazioni esterne che ci troviamo a vivere, e’ il modo in cui cataloghiamo le esperienze e gli eventi che ci porta a vivere i nostri stati emotivi. Possiamo scegliere i nostri stati interni semplicemente rendendoci conto di questo processo e della sua potenza nel trasformare i nostri stati! Il benessere o il malessere, il paradiso o l’inferno che viviamo giorno dopo giorno altro non e’ che il risultato del nostro modo di pensare alle cose, delle nostre convinzioni interne, delle nostre abitudini cognitive, della nostra incapacita’ a scegliere. L’uomo si muove nel mondo utilizzando strategie di pensiero e di comportamento che sono per lo piu’ inconsapevoli. La Programmazione NeuroLinguistica nasce dall’osservazione e dal modellamento delle strategie vincenti di grandi terapeuti come Virginia Satir, Milton H. Erickson, Fritz Perls. Questo studio, diretto da R. Bandler e J. Grinder negli anni ‘70, su iniziativa dell’epistemologo G. Bateson, ha portato allo sviluppo di un modello (P.N.L.) capace di agire nel “profondo” (le strutture percettive e cognitive della mente umana) attraverso l’uso di un linguaggio emozionale capace di elicitarne le dinamiche. Le strutture di comportamento possono essere modificate operando in modo pragmatico. Apprendere gli strumenti offerti dalla PNL permette di riconoscere le strategie di pensiero utilizzate e di agire su di esse in maniera mirata ed efficace, permette di potenziare le abilita’ cognitive (come percepiamo il mondo) e trasformare in benessere e creativita’ ogni esperienza della nostra vita. La creativita’ attinge alla completezza delle nostre risorse e si realizza attraverso la sua espressione: la qualita’ della nostra vita dipende dalla nostra abilita’ di comunicare!

Colori ed effetti

Colori ed effetti Applicazioni e caratteristiche dei colori —————————————– I colori e le luci colorate hanno una grande influenza sulla vita di tutti gli esseri viventi. Tutto quanto ha un determinato colore e una vibrazione: le cose, le emozioni, i pensieri, gli stati d’animo ecc… Recenti scoperte hanno dimostrato grazie alla teoria dei biofotoni, che luce colorata a bassissima intensità viene emessa dalle cellule e costituisce un rapido mezzo di comunicazione infracellulare. E’ possibile misurare questa mini energia emessa al nostro interno e si nota che se le cellule sono in uno stato di salute emettono un certo colore, mentre se sono in uno stato di disequilibrio emettono su bande più scure. Visto che l’intero organismo (come tutto l’Universo) è vibrazione, energia elettromagnetica, allora se interferiamo mediante l’uso di luci colorate, abiti colorati, occhiali con lenti colorate, visione subliminale, ecc. possiamo riportare l’equilibrio là dove è stato momentaneamente perso o indurre particolari stati. Le applicazioni terapeutiche Questa tecnica integrativa è capace, grazie al fatto che ogni colore possiede uno spettro con specifiche proprietà curative, di riportare ordine ed armonia in un organismo che si è allontanato da questa situazione. Diverse sono le metodiche nell’applicare il colore a livello terapeutico. Le più diffuse sono: - Radiazioni cromatiche totali: è una terapia di terreno, che utilizza colori caldi o freddi a seconda del tipo di patologia e del distretto cutaneo che viene colpito dal raggio luminoso. - Radiazioni cromatiche indotte su una certa zona malata, per la quale è fondamentale l’esatta diagnosi dello stato morboso e la sua esatta localizzazione. E’ importante identificare la natura della malattia per richiamare localmente energie specifiche. - Radiazioni di un punto di agopuntura: al posto degli aghi si utilizza la luce colorata. Viene utilizzata per rinforzare l’energia mancante o rinforzarne l’azione. - Radiazioni a livello degli occhi: per riequilibrare il sistema emotivo. - Solarizzazione dell’acqua: l’acqua viene messa in contenitori di vetro trasparente e irradiati da luce colorata. Viene poi trasferita in bottiglie di vetro con il colore dell’irradiazione ed utilizzata da bere, per impacchi o gargarismi. - Respirare il colore: visualizzare il colore, immaginare che l’aria inspirata sia del colore visualizzato e che lavori su quel determinato distretto, che ha quella specifica situazione morbosa. In questo caso si agisce a livello psichico. Anche l’utilizzo di pezze o abiti colorati può essere considerata una sorta di rudimentale cromoterapia. Le irradiazioni luminose durano dai 25 ai 30 minuti circa. Frequenze dei colori: L’occhio umano riesce a percepire solo radiazioni comprese tra 4000 e 8000 Å (angstrom). Ogni fascia di lunghezza d’onda corrisponde a un colore ed ha una specifica azione terapeutica: ROSSO: 6200 Å (angstrom) = (620 nanometri) ARANCIO: 5890 Å (angstrom) = (589 nanometri) GIALLO: 5510 Å (angstrom) = (551 nanometri) VERDE: 5120 Å (angstrom) = (512 nanometri) BLU: 4750 Å (angstrom) = (475 nanometri) INDACO: 4490 Å (angstrom) = (449 nanometri) VIOLA: 4230 Å (angstrom) = (423 nanometri) Å= (angstrom) unità di misura delle radiazioni, corrisponde a 1/100.000 di millimetro. Al di sotto del viola troviamo l’ultravioletto e al di sopra del rosso l’infrarosso. La quantità di energia di ciascun colore è inversamente proporzionale alla lunghezza d’onda. Più è alta la lunghezza d’onda più forte sarà la penetrazione cutanea e minore la carica energetica. Quindi il rosso è il colore più penetrante, poi ci sarà l’arancio, il giallo, il verde, il blu, l’indaco e il viola. Quest’ultimo arriva a profondità limitate, ma infonde un’alta quantità di energia. Caratteristiche dei colori: ——————————————————————————– ROSSO Possiede un tipo di energia “molto calda”. E’ il colore con le maggiori caratteristiche di penetrazione dello spettro visibile. I suoi effetti sull’organismo: agisce sul cuore aumentando il numero dei battiti e quindi la circolazione sanguigna; sui polmoni risolvendo catarri e stati congestizi; sui muscoli aumentando la tensione. Inoltre influisce sulla vitalità e incrementa la temperatura corporea. I suoi effetti sulla psiche: energia fisica, evocazione del fuoco, pericolo, distruzione. Abbigliamento Temperamento a volte aggressivo. Chi si veste di rosso si fa senza ombra di dubbio notare. Il rosso può essere legato anche ad aggressività o incontinenza sessuale. Indicato per problemi circolatori (stasi, geloni, freddolosità, ecc). Molto utile è l’uso di calzini e guanti rossi per migliorare la circolazione periferica. Nell’impotenza maschile è utilissimo indossare slip o costumi da bagno rossi. Psicologia E’ il principio maschile, attivo; indica il fuoco, la gioia, la festa, l’eccitazione sessuale, rappresenta anche il sangue e le passioni violente. Nell’alchimia rappresenta l’uomo, il sole, lo zolfo, l’oro. Per gli Indiani d’america significa gioia e fertilità. Ha il significato della vita e del calore. Il sangue è rosso. Esso provoca ischemia cutanea, perciò si usa nelle ustioni nelle malattie esantematiche. Il rosso si associa con la circolazione sanguigna e con lo sviluppo cellulare, ed è perciò controindicato in caso di tumore. Scalda il corpo e stimola la produzione di sangue. Molto utile in caso di melanconia e depressione. Stimola la liberazione di adrenalina e fa salire di poco la pressione arteriosa. Il rosso rende loquaci, aperti, premurosi, passionali. Molto utile nelle malattie da raffreddamento, mal di gola, nella tosse cronica e nell’asma. Utilissimo per trattare paralisi parziali e totali. Lenti e luci indicazioni: abbassamento difese immunitarie anemia astenia depressione bradicardia impotenza ipoglicemia ipotensione ipotiroidismo paresi controindicazioni: infiammazioni iperemotività ipertensione ——————————————————————————– ARANCIO Colore “caldo”, induce serenità, entusiasmo, allegria. I suoi effetti sull’organismo: ha una forte azione stimolante sulla ghiandola tiroide; è antispastico (ottimo per contratture e crampi muscolari); non aumenta la pressione del sangue ma stimola il battito cardiaco e la capacità di espansione dei polmoni; ottimizza l’attività della milza. I suoi effetti sulla psiche: aumenta l’ottimismo, la positivizzazione dei sentimenti, la sinergia fisica e mentale. E’ un importante cura contro depressione, pessimismo, paura, nevrosi, psicosi. Stimola l¹appetito per cui è un antianoressico. Abbigliamento Chi lo indossa esprime gioia e affermazione del suo Io, buonumore e altruismo. Consigliato ai reumatici e come attivatore dell’intestino (stipsi). Per le donne che hanno difficoltà a concepire per problemi psicologici. Ricordare che l’energia elettromagnetica dell’arancione è sulla stessa frequenza vibratoria della catena del DNA. Psicologia Nella cultura giapponese e cinese è associato all’amore a alla felicità. E’ il colore della crescita, simboleggia il sole nascente, è il colore della gioia. Tendenzialmente aumenta la pressione arteriosa. Rappresenta la vitalità , quindi molto utile in caso di irrigidimenti tipo sclerosi, arteriosclerosi; rigenera il tessuto nervoso e ricarica chi è stanco. Stimola la respirazione profonda (asma). Lenti e luci indicazioni: anemia arteriosclerosi bradicardia difese immunitarie impotenza iposecrezione gastrica ipotensione paresi sonnolenza stipsi vomito controindicazioni: infiammazioni epatopatie emorragie ——————————————————————————– GIALLO Energia di tipo “caldo”. E’ il colore che incrementa maggiormente il tono neuro muscolare. I suoi effetti sull’organismo: depura il sangue e, se applicato al tratto intestinale, favorisce la digestione arrivando ad avere anche effetti depurativi. Gli effetti sulla psiche: costituente del sistema nervoso è un forte stimolatore di allegria, senso di benessere, estroversione e lucidità cosciente. Abbigliamento Chi indossa giallo si sente bene con se stesso; è infatti il colore associato al senso di identità, all’Io, all’estroversione. denota sempre una forte personalità. Utilizzarlo stimola la razionalità e il cervello sinistro, migliora le funzioni gastriche e tonifica il sistema linfatico. Psicologia E’ il colore che più ricorda il Sole, esprime quindi un movimento di espansione. La scelta del giallo quindi è ricerca del nuovo, del cambiamento, della liberazione dagli schemi. Sinonimo di vivacità, estroversione, leggerezza, crescita e cambiamento. Stimola l’attenzione e l’apprendimento, acuisce la mente e la concentrazione. Stimola la digestione (anoressia, inappetenza, flatulenza, emorroidi interne, eczema). Aiuta ad eliminare le tossine attraverso il fegato e l’intestino. Lenti e luci indicazioni: afte attiva l’emisfero sinistro bronchiti colite diabete diarrea acuta esaurimento nervoso intossicazioni malattie esantematiche aumenta l’attenzione e la visione notturna pertosse reumatismi sinusite stipsi controindicazioni: delirio e isteria gastriti con spasmo della muscolatura stati febbrili e infiammatori ——————————————————————————– VERDE Energia di tipo “neutro”. E’ il colore terapeutico per antonomasia. Né caldo né freddo ha potenti proprietà riequilibranti. I suoi effetti sull’organismo: regola la ghiandola pituitaria, viene usato contro gli stati depressivi, bulimie e in tutte le forme psicosomatiche che influenzano l’apparato gastroenterico. E’ inoltre un potente germicida e antibatterico. Effetti sulla psiche: sedativo del sistema nervoso aiuta a combattere irritabilità, insonnia ed esaurimento. Abbigliamento E’ il colore dell’equilibrio energetico. Chi lo indossa cerca l’equilibrio e la riflessione. Il suo effetto è rilassante e rinfrescante, quindi in caso di emicrania o insonnia. Psicologia E’ il colore della Natura, del mondo vegetale. Indica immaturità. Per i buddisti rappresenta la vita. E’ un colore neutro, rilassante, favorisce la riflessione e la calma. Disintossica e decongestiona l’organismo. E’ molto utile in caso di mal di testa, nelle nevralgie e nelle febbri. E usato in tutte le proliferazioni anomale a livello cutaneo: verruche, nei, tumori. Lenti e luci indicazioni: calvizie cefalee emicranie palpitazioni riequilibrio generale sciatalgia stress controindicazioni: depressioni astenia ——————————————————————————– BLU Energia di tipo “freddo”. Al contrario del colore rosso ha spiccate proprietà calmanti. I suoi effetti sull’organismo: stimola il sistema parasimpatico, diminuisce la pressione arteriosa, il ritmo respiratorio e i battiti del cuore. Ha inoltre effetti antispastici, rinfrescanti, analgesici, rilassanti. I suoi effetti sulla psiche: combatte l’agitazione sia fisica che mentale ed è quindi usato in psicoterapia per favorire rilassamento e distensione. Abbigliamento Le persone che vestono di blu chiaro tendono all’ introversione e a una certa chiusura esterna. E’ il colore del temperamento flemmatico Psicologia Rappresenta l’intelletto, la verità, la fedeltà, la costanza, Il Blu è il colore della grande profondità, il principio femminile. Per i buddisti rappresenta il Cielo. E’ purificante ed è il colore dello spazio. Induce all’introspezione, alla sensibilità, alla calma e serenità. Molto utile in caso di stress, nervosismo, ansia, insonnia, irritabilità e infiammazioni. Ha proprietà antisettiche, astringenti e anestetizzanti. Si usa in tutti i sintomi che sviluppano calore e nei dolori: mal di gola, laringiti, raucedine, febbre, spasmi, reumatismi. Lenti e luci indicazioni: agitazione angoscia ansia asma bronchiale caldane collera congiuntivite crampi muscolari dismenorrea faringiti febbre infezioni insonnia ipertensione lombalgia orticaria palpitazioni periartrite scapolo-omerale tachicardia ulcere ustioni controindicazioni: bradicardia depressione ipotensione ——————————————————————————– INDACO Energia di tipo “freddo”. Colore “cosmico” dell’energia. I suoi effetti sull’organismo: stimola le ghiandole paratiroidee inibendo l’attività della tiroide, inoltre è rinfrescante, astringente, depuratore del sangue, tonico muscolare. Stimola anche udito, vista ed olfatto. Effetti sulla psiche: favorisce l’intuito. Abbigliamento Adatto a persone particolarmente tese e nervose. E’ indossato da persone riservate e molto chiuse che vogliono vivere nel loro mondo. Psicologia L’indaco è un grande purificatore del sangue e ha una spiccata azione sulla mente. E’ un colore molto freddo e astringente. Induce una forte concentrazione mentale. Si usa nella cataratta. Un vestito blu rilassa chi lo indossa. Nell’illuminazione crea spazio ed è molto rilassante. Lenti e luci indicazioni: eczemi iperemotività orticaria psoriasi controindicazioni: debilitazione epilessia schizofrenia coma ——————————————————————————– VIOLA Energia di tipo “freddo”. E’ il raggio con le maggiori proprietà energetiche dello spettro visibile. I suoi effetti sull’organismo: stimola la produzione di globuli bianchi, la milza, lo sviluppo osteo-scheletrico. Ottimizza anche il rapporto sodio-potassio e combatte i disturbi della vescica. E’ utile contro sciatalgie e nevralgie, è attivo contro eczemi, psoriasi, acne. Depurativo del sangue, rallenta l’attività cardiaca e favorisce la microcircolazione cerebrale. Ottimo cicatrizzante. Gli effetti sulla psiche: spiritualità ed ispirazione. Abbigliamento Le tonalità più chiare esprimono sensualità, le più scure spiritualità. Comprende il blu e il rosso (sacro e profano). E’ fortemente controindicato nelle depressioni Psicologia Sinonimo di intelligenza, conoscenza, devozione religiosa, santità, sobrietà, penitenza. E’ il colore con la maggior frequenza e l’energia più alte dello spettro visibile. Rappresenta la porta dell’aldilà. E’ il colore del cervello destro (analogico). Il viola ha una grande influenza sul sistema nervoso: epilessia, meningite, crampi, tumore, debolezza reni. E’ rilassante e utilissimo nei traumi del cranio, nell’insonnia. Lenti e luci indicazioni: azione anestetica malattie batteriche e virali sedativo sistema nervoso controindicazioni: disordini mentali pazzia ——————————————————————————– Nero Abbigliamento Snellisce la figura. Può essere portato di sera ma evitato di giorno, poiché blocca la penetrazione cutanea delle radiazioni elettromagnetiche dei colori e gli scambi con l’esterno. E’ un colore che tende a devitalizzare la persona e nel caso di biancheria intima a raffreddare la sessualità e a lungo andare di danneggiare la sfera riproduttiva. Esalta il rosso (forza e potere), con il giallo esalta il potere intellettuale e con il rosa il potere sociale. Il nero è da evitare in caso di depressione. Psicologia Rappresenta l’oscurità, il vuoto, il male. E’ un non-colore, cioè è assenza di colore, e tuttavia viene utilizzato per rendere più densi altri colori. In genere si indossa perché attira, in quanto si rimane nascosti da un velo di mistero. Pone una barriera tra la persona e il mondo. Ha un effetto depressivo. ——————————————————————————– Bianco Abbigliamento Rivitalizza tutto l’organismo. E’ un colore fresco e solare che apporta energia. Psicologia Rappresenta la luce, la semplicità, il sole, l’aria, l’illuminazione, la purezza, l’innocenza, la castità, la santità, la sacralità, la redenzione. La luce bianca contiene tutti e sette i colori dell’iride, è vitalizzante, rigenera l’organismo, schiarisce la mente. ——————————————————————————– Grigio Abbigliamento Le persone che indossano il grigio pongono una barriera tra sé e il mondo. Era il colore delle autorità che volevano mettere un chiaro distacco con il “resto”. Psicologia E’ neutro. Simboleggia la depressione, l’umiltà. Indossato pone una barriera tra sé e gli altri. Andrebbe evitato da i paurosi. ——————————————————————————– Marrone Abbigliamento La preferenza di marrone simboleggia mancanza di radici però al contempo aiuta ad essere pratici e non dispersivi. Psicologia Rappresenta il colore della Madre Terra, del legno, per cui si associa alle cose solide e durature. La preferenza di marrone simboleggia mancanza di radici però al contempo aiuta ad essere pratici e non dispersivi. E’ ottimo come colore nei pavimenti perché rappresenta la terra, da stabilità. ——————————————————————————– Rosa Psicologia Rappresenta l’amore e la gentilezza. Agisce in maniera spiccata sul sistema nervoso rilassandolo e migliorando la vista. ——————————————————————————– Colori e ambienti L’uso dei colori è molto importante anche nell’arredamento. 1) Salotto: arancione 2) Studio: giallo 3) Camera da letto: rosa, blu o verde 4) Cucina: turchese o giallo 5) Bagno: turchese 6) Uffici: giallo chiaro 7) Sale da ballo: rosso o arancio 8) Scuole: giallo o verde ———————— Pagina integrativa del sito www.sublimen.com

Stimolare il cervello tramite stimoli visivi e sonori

Stimolare il cervello tramite stimoli visivi e sonori I colori e le luci colorate hanno una grande influenza sulla vita di tutti gli esseri viventi. Tutto quanto ha un determinato colore e una vibrazione: le cose, le emozioni, i pensieri, gli stati d’animo ecc… Recenti scoperte hanno dimostrato grazie alla teoria dei biofotoni, che luce colorata a bassissima intensità viene emessa dalle cellule e costituisce un rapido mezzo di comunicazione infracellulare. E’ possibile misurare questa mini energia emessa al nostro interno e si nota che se le cellule sono in uno stato di salute emettono un certo colore, mentre se sono in uno stato di disequilibrio emettono su bande più scure.Visto che l’intero organismo (come tutto l’Universo) è vibrazione, energia elettromagnetica, allora se interferiamo mediante l’uso di luci colorate, abiti colorati, occhiali con lenti colorate, visione subliminale, ecc. possiamo riportare l’equilibrio là dove è stato momentaneamente perso o indurre particolari stati. Frequenze dei colori: L’occhio umano riesce a percepire solo radiazioni comprese tra 4000 e 8000 Å (angstrom). Ogni fascia di lunghezza d’onda corrisponde a un colore ed ha una specifica azione terapeutica: ROSSO: 6200 Å (angstrom) = (620 nanometri) ARANCIO: 5890 Å (angstrom) = (589 nanometri) GIALLO: 5510 Å (angstrom) = (551 nanometri) VERDE: 5120 Å (angstrom) = (512 nanometri) BLU: 4750 Å (angstrom) = (475 nanometri) INDACO: 4490 Å (angstrom) = (449 nanometri) VIOLA: 4230 Å (angstrom) = (423 nanometri) Å= (angstrom) unità di misura delle radiazioni, corrisponde a 1/100.000 di millimetro. Al di sotto del viola troviamo l’ultravioletto e al di sopra del rosso l’infrarosso.La quantità di energia di ciascun colore è inversamente proporzionale alla lunghezza d’onda. Più è alta la lunghezza d’onda più forte sarà la penetrazione cutanea e minore la carica energetica.Quindi il rosso è il colore più penetrante, poi ci sarà l’arancio, il giallo, il verde, il blu, l’indaco e il viola. Quest’ultimo arriva a profondità limitate, ma infonde un’alta quantità di energia. Applicare lo stimolo visivo e’ piu’ semplice che farlo tramite quello sonoro, perche’ le frequenze basse possono essere usate prontamente. Una frequenza di 10Hz, per esempio, è generata quando una luce (una lampada, un monitor, ecc.) si accende e si spegne ritmicamente per 10 volte al secondo. Quando lo stimolo visivo e’ unito allo stimolo sonoro l’induzione e’ molto piu’ efficace che durante l’uso di una sola delle due tecniche. pagina integrativa del sito www.sublimen.com