lunedì 23 novembre 2009

Musicoterapia con i toni puri


Musicoterapia con i toni puri

da etanali.it

Molte culture riconoscono l'importanza della musica e del suono come metodo di guarigione. Nelle civilizzazioni antiche dell'India, l'Oriente, l'Africa, l'Europa e fra gli Aborigeni e gli indiani d'America, la pratica di usare il suono per guarire e realizzare l'equilibrio da dentro è esistita per molti anni. I tibetani ancora usano le flange, i carillon, le campane e il canto come fondamento per loro pratica spirituale. A Bali, Indonesia, il 'gamelang', il gong ed il tamburo sono utilizzati nei riti religiosi e gli shamani nativoamericani usano la tonalità vocale e la vibrazione sonora ripetuta, nelle cerimonie sacre, per reintonare lo squilibrio dello spirito, delle emozioni o del corpo fisico. I sacerdoti dell'Egitto antico hanno saputo usare i suoni vocali per far risuonare i loro centri o chakras di energia. C'è un collegamento diretto fra le parti differenti del corpo e suoni specifici. Una tal tecnica sembra estremamente vecchia, tuttavia la cura attraverso il suono va indietro ulteriormente almeno fino ad Atlantide dove la potenza del suono è stata unita con la potenza del cristallo.

Attualmente la profezia degli indiani Hopi si sta compiendo ("la venuta del popolo dell'arcobaleno") attraverso i custodi delle campane di cristallo. Questa saggezza antica è emersa per guarire ed elevare la coscienza dell'universo con i toni puri del cristallo. Il sensitivo americano, Edgar Cayce e Rudolf Steiner, antroposofo tedesco, educatore e genio artistico, previdero entrambi che i " toni puri" sarebbero stati usati usati per la guarigione prima della conclusione di questo secolo ". Nostradamus ha previsto la cura del cancro con il tono puro entro 1998. I toni puri, musica creata con le campane di cristallo, sono l'adempimento di questa profezia.

Ma che cos'è la musica dai toni puri e che cosa la rende uno strumento così potente di guarigione? La musica delle campane di cristallo (che emettono i toni puri) è una forma di medicina vibratoria che convalida che tutto nell'universo è in una condizione di vibrazione e la frequenza a cui un oggetto o una persona vibra, il più naturalmente, è chiamato risonanza. I chakras, le ossa e gli organi nel corpo, tutti possiedono una frequenza di risonanza differente. Quando un organo o una parte del corpo sta vibrando male o non armoniosamente, è definito in "facilità di dissonanza" o malattia. Un corpo è in una condizione sana di essere quando ogni cellula, ogni organo, crea una risonanza che è in armonia con il "tutto che è". Immaginate la malattia come un'orchestra in cui, ad un tratto, uno dei suoi componenti comincia a stonare!

La medicina vibratoria è basata sull'idea che tutta la dissonanza, è caratterizzata dal blocco dell'energia nei "canali" ad un certo livello, cioè dentro le nadi, le arterie, le vene, i nervi. Quando c'è un blocco, l'organo in questione smette di vibrare ad una frequenza naturale e provoca così un certo genere di malattia. Così attraverso il suono e la luce si possono rompere, dissolvere e liberare questi blocchi che iniziano nel nostro corpo di luce o eterico. Dato che il suono può essere tradotto in colore, esso può "essere visto come frequenza visibile" che produce un colore aurico di campo che, a sua volta, influisce sulla condizione emotiva della persona e il suo stato di salute.

La fotografia Kirlian verifica lo spettro visivo della persona (l'aura) che tradotto in spettro uditivo o frequenza, permette di decidere l'intervento più appropriato.Ci sono sette note musicali, (sette frequenze) che corrispondono ai sette colori fondamentali dell'arcobaleno. Queste sono collegate con sette chakras principali,che a loro volta corrispondono a differenti zone del sistema endocrino ghiandolare.

Il tono puro delle campane di cristallo produce un campo sano vibratorio che fa risuonare i chakras del corpo e la zona fisica corrispondente. Per chiarire il concetto, diremo che la risonanza (in fisica) è la capacità di un corpo di vibrare, ri-suonare a sua volta, in presenza di un determinato suono. E' una legge di natura. Una serie di "esposizioni" facilita il riequilibrio di ogni ricevente riportandolo nuovamente dentro un livello elevato di luminosità eterica (risonanza naturale). Il quarzo di silicio contiene lo spettro completo dei colori fondamentali che portando la luce pura attraverso il suono come colore specifico nuovamente dentro l'aura umana, guarisce l'ascoltatore. L'effetto è moltiplicato mentre le campane di cristallo vengono suonate. Il cristallo stabilizza, amplifica e trasmette il tono puro. Ecco perché il cristallo di silicio è usato in tutti i nostri sistemi di telecomunicazione più avanzati. Come una radiotrasmittente potente, le campane di cristallo trasmettono l'energia nell'atmosfera, modificando i corpi sottili della persona.

Con i toni puri del cristallo l'attività dell'elettroencefalogramma può variare, facendoci entrare in una condizione alterata di coscienza. Poiché le parti differenti del cervello sono influenzate, è probabile che liberino gli ormoni ed i neuro-prodotti chimici differenti che possono sopprimere il dolore, rinforzare la volontà e i talenti creativi, farci vivere nuove consapevolezze. In particolare, provocano un senso di rilassamento profondo aprendo lo "spazio interiore. "La musica del cristallo ha la capacità di determinare una variazione positiva nella nostra coscienza e, mentre la nostra consapevolezza si espande, ci riappropriamo al nostro "essere originale" sperimentando un più alto fulgore della nostra forma fisica. Il cristallo può effettuare l'equilibrio del campo elettromagnetico che esiste all'interno di tutte le forme di vita.Ogni campana di cristallo è fatta di quarzo di silicio al 98,996%.

Una ragione per la quale i toni puri fanno vibrare il nostro corpo è che questo ha un'affinità naturale col quarzo. Il corpo umano si compone di molte sostanze cristalline: le ossa e una parte del DNA hanno una struttura cristallina così come la struttura cristallo-colloidale liquida del cervello. Anche ad un livello molecolare, le nostre cellule contengono il silicio, che equilibra le nostre energie elettromagnetiche, e queste hanno la stessa formula del cristallo naturale di quarzo. Rudolf Steiner, non solo ha più volte fatto cenno a queste formazioni cristalline, ma ha anche rilevato che nel corpo umano si trovano cellule esagonali di silicio come nei cristalli di quarzo che, pur non cristallizzando, conservano in tutto e per tutto le stesse caratteristiche. L’interazione è poi favorita dall’acqua, di cui il corpo umano è composta al 70%, che farà da conduttore d’energie. Edward Bach, autore di molte pubblicazioni e ideatore dei famosi rimedi floreali (fiori di Bach), chiaramente ha capito che la malattia riflette una disarmonia fra la personalità fisica e l'anima ed ha dichiarato che è facile da curare equilibrando le qualità magnetiche dei corpi sottili più alti. Con i toni puri si può il ri-modellare l'organizzazione del campo di energia, che infine effettua l'espressione cellulare della malattia o del benessere.

La musica delle campane di cristallo è tanto più potente poiché può essere programmata. Il cristallo di quarzo come sistema olografico può ritenere, trasmettere e ricevere le forme pensiero e questo è fondamentale per la memoria "madre" di tutti i calcolatori.

È interessante notare che persino oggi i delfini e le balene si pensa che comunichino attraverso "forme olografiche dimensionali". Jonathan Goldman 1992, scrive: "l'intenzione dietro il suono è di importanza estrema. Può, infatti, essere importante quanto i suoni reali che sono creati". La potenza del pensiero è il modo con cui creiamo la nostra realtà. Niente può essere creato se in primo luogo non è stato pensiero. Nell'usare il cristallo per guarire, questo amplifica il pensiero con cui è stato programmato. Il cristallo ha questa proprietà stupefacente che può essere riassunta così: mette in evidenza una qualità o una sensibilità speciale nella gente e simultaneamente libera e sostituisce le forme pensiero che non sono di più alta radiosità per l'ascoltatore.

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Approfondimento e CD di Musica subliminale con battimenti infrasonici e HRM sul sito http://www.sublimen.com/

CRYSTALBOWL CB01 - Campane di cristallo

Manuale/addendum specifico + CD CrystalBowl CB01 http://tinyurl.com/yzxglsx

CD dedicato alle campane di cristallo con oltre 50 minuti di musica e suoni. I brani sono progettati per coadiuvare e facilitare la meditazione ed il rilassamento in generale.

Tracce audio contenute nel CD:

1. Sub Tranquillity (M.Stefanelli/Amadeux Multimedia) 10:00
Traccia con HRM e battimenti infrasonici binaurali per onde Alpha.
Adatta per sessione di rilassamento e meditazione con e senza cuffie.

2. Sub Serenity (M.Stefanelli/Amadeux Multimedia) 10:00
Traccia con HRM e battimenti infrasonici binaurali per onde Alpha.
Adatta per sessione di rilassamento e meditazione con e senza cuffie.

3. Sub Peace (M.Stefanelli/Amadeux Multimedia) 10:00
Traccia con HRM e battimenti infrasonici binaurali per onde Alpha.
Adatta per sessione di rilassamento e meditazione con e senza cuffie.

4. Sub Phase (M.Stefanelli/Amadeux Multimedia) 21:00
Traccia con HRM, Noise e battimenti infrasonici binaurali per onde Alpha.
Adatta per sessione di rilassamento e meditazione profonda con e senza cuffie.

Durata totale 51:00

http://www.amadeux.net/sublimen/catalogo/musica_con_infrasuoni_battimenti_hrm.html#CRYSTALBOWL_CB01_-_Campane_di_cristallo

http://www.amadeux.net/sublimen/demo/phase_a14.html

Campane di Cristallo


Campane di Cristallo

Le Campane emettono suoni cosí puri e belli capaci di portare ad uno stato di rilassamento ricettivo chiamato Alpha contribuendo a riequilibrare i nostri centri energetici (Chakras).

I suoni armoniosi delle Campane di Cristallo infondono la loro magia attraverso il corpo umano, il quale ha una forte risonanza con l'energia del cristallo.

Gli impulsi elettromagnetici ed i messaggi trasmessi dalle Campane di Cristallo sono immediatamente decifrabili dalle sostanze cristalline liquide e solide del nostro organismo, il quale è invitato a far risuonare, a sua volta, la sua musica originale. La stessa cosa fanno i mantra e le parole di potere.

Il suono trasmesso dalle Campane di Cristallo abbraccia tutta l'ottava musicale esistente nel nostro corpo, quindi La musica delle Campane di Cristallo e di altri diapason e della parola riequilibrano i nostri chakra e ci permettono di riaccordare a livello cellulare le nostre vibrazioni.

Vibrazioni che influenzano tutti i nostri livelli:il fisico, il mentale, lo spirituale.

La struttura interna a spirale e la forma arrotondata delle Campane di Quarzo, produce un suono non lineare ma multidirezionale. Il loro suono ci circonda, ci attraversa e ci fa vibrare. Le loro vibrazioni stimolano le cellule, il suono entra nel corpo non solo dall'orecchio ma da tutte le dimensioni, ed anche dall'Anima. Il suono prodotto da questa Campane è un fluido magnetico che percorre ed avvolge il corpo come un onda del mare. A molti da' la sensazione di un massaggio delicato o di estasi ad altri può stimolare uno stadio di meditazione profonda e ad altri ancora un impulso psico-fisico.

Le Campane di Cristallo di Quarzo sono di una Qualità superiore (99.992%) di puro Quarzo che le rende fortemente sonore. I toni che sono prodotti dalle Campane di cristallo di Quarzo non vengono sentiti solo dall'orecchio ma da tutto il corpo, con determinati toni che interessano i centri di energia per guarire (Chakra), l'equilibratura e la meditazione.

Le campane di cristallo emettono una purissima nota dominante, creando un campo vibrazionale armonico che entra in risonanza con il corpo e i suoi centri energetici (Chakra).

Le vibrazioni delle campane di cristallo esprimono la piú alta armonia e purezza del suono. Secondo la NASA, si tratta del suono piú vicino a quello dei pianeti. Essendo noi stessi composti di vibrazioni e frequenze sonore, dopo aver ascoltato questi suoni ci sentiamo bene, poiché essi ci riportano a quel suono vibratorio dell’AUM da cui proveniamo e nel quale siamo esistiti fin dall’origine dell’Assoluto Eterno, la Vibrazione Cosmica dell’Armonia e dell’Amore.

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CD di Musica subliminale con battimenti infrasonici e HRM dal sito http://www.sublimen.com/

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Tracce audio contenute nel CD:

1. Sub Tranquillity (M.Stefanelli/Amadeux Multimedia) 10:00
Traccia con HRM e battimenti infrasonici binaurali per onde Alpha.
Adatta per sessione di rilassamento e meditazione con e senza cuffie.

2. Sub Serenity (M.Stefanelli/Amadeux Multimedia) 10:00
Traccia con HRM e battimenti infrasonici binaurali per onde Alpha.
Adatta per sessione di rilassamento e meditazione con e senza cuffie.

3. Sub Peace (M.Stefanelli/Amadeux Multimedia) 10:00
Traccia con HRM e battimenti infrasonici binaurali per onde Alpha.
Adatta per sessione di rilassamento e meditazione con e senza cuffie.

4. Sub Phase (M.Stefanelli/Amadeux Multimedia) 21:00
Traccia con HRM, Noise e battimenti infrasonici binaurali per onde Alpha.
Adatta per sessione di rilassamento e meditazione profonda con e senza cuffie.

Durata totale 51:00

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giovedì 19 novembre 2009

Acufeni, Tinnitus, TRT e Sindrome di Ménière



Acufeni, Tinnitus, TRT e Sindrome di Ménière


Acufene

Testi da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Testi selezionati e supervisionati da Marco Stefanelli

http://www.amadeux.net/sublimen/articoli/acufeni_tinnitus_trt.html

Per acufene (tinnitus in latino e inglese) si intende quel disturbo costituito da rumori che, sotto diversa forma (fischi, ronzii, fruscii, crepitii, soffi, pulsazioni ecc.) vengono percepiti in un orecchio, in entrambi o, in generale, nella testa, e che possono risultare fastidiosi a tal punto da influire sulla qualità della vita di chi ne soffre. Si originano all'interno dell'apparato uditivo ma, alla loro prima comparsa vengono illusoriamente percepiti come suoni provenienti dall'ambiente esterno.

È stato calcolato che nella popolazione priva di difetti uditivi un soggetto su dieci soffre o ha sofferto di acufeni, mentre nella popolazione con ipoacusia, cioè con riduzione uditiva, la percentuale sale a circa il 50%. Inoltre, più del 20% degli abitanti ha avuto esperienze non traumatiche di acufeni che, per il 7% hanno richiesto l'assistenza del medico otorino, per il 5% hanno provocato disabilità e per il 2% un grave handicap.

Classificazione

Varie sono le classificazioni degli acufeni proposte dagli studiosi nell'arco di mezzo secolo.

Alcuni distinguono gli acufeni in oggettivi e soggettivi.

Gli acufeni oggettivi sono molto rari e si presentano come suoni che si generano all'interno del corpo umano, come ad esempio quelli originati da un flusso vascolare particolare o da contrazioni muscolari. Con tecniche particolari, è possibile ascoltare dall'esterno il suono generato.

Gli acufeni soggettivi sono i più comuni e si individuano nei casi in cui il soggetto percepisce un suono che non è ascoltabile dall'esterno e che può essere provocato da farmaci come l'aspirina (acido acetilsalicilico), da alcuni antibiotici (aminoglicosidi), ma anche da alcool, caffeina e antidepressivi. Le cause che determinano l’insorgere dell'acufene soggettivo sono spesso oscure. Mentre non sorprende che un trauma diretto all'orecchio interno possa causare l'acufene, altre cause apparenti (come ad esempio TMJ e disordini dentali) sono difficili da spiegare.

La ricerca recente ha proposto due categorie distinte di acufene soggettivo: l’acufene otico, causato dai disordini dell'orecchio interno o del nervo acustico e l'acufene somatico, causato da disordini che non riguardano l'orecchio o il nervo, pur trovandosi all'interno della testa o del collo. Si ipotizza inoltre che l'acufene somatico possa essere dovuto a un "central crosstalk" con il cervello, come se certi nervi del collo e della testa entrassero nel cervello vicino alla regione coinvolta nell'udito.

La classificazione spesso proposta fra acufeni oggettivi e soggettivi in base alla possibilità di oggettivare, cioè di registrare direttamente con strumenti biomedici, la presenza di acufeni non appare sufficientemente realistica in quanto ad oggi non esiste ancora, tranne che in rarissimi casi, tale possibilità. Con l'evoluzione delle moderne tecniche di registrazione delle emissioni otoacustiche provenienti dalle cellule sensoriali della chiocciola, di quelle dei potenziali evocati uditivi e delle tecniche di imaging funzionale e dinamico neuro-radiologico si pensa che fra non molto sia possibile costituire le basi per una svolta anche in tale direzione.

Altri propongono, in quanto più rispondente alle differenti possibilità terapeutiche, la suddivisione degli acufeni in audiogeni (o endogeni) e non audiogeni (o esogeni): infatti le moderne tecniche di valutazione della funzionalità uditiva permettono di rilevare anche minime alterazioni dell'apparato uditivo e di tracciare correlazioni attendibili con la presenza di acufeni.

Gli acufeni audiogeni sono quelli ad alta probabilità di insorgenza da un danno o una disfunzione dell'apparato uditivo a livello della chiocciola o delle vie nervose uditive: in questi casi l'orecchio registra e trasmette rumori provenienti patologicamente dal proprio interno.

Per acufeni non audiogeni, invece, si intendono quelli che originano in patologie e disfunzioni situate al di fuori dell'apparato uditivo, in altri organi od apparati, come quello vascolare, muscolare, articolatorio, che vengono solo percepiti dall'orecchio come può fare un semplice microfono e quindi trasmessi al sistema nervoso.

In effetti anche alcuni acufeni provenienti dall'orecchio come quelli causati da presenza e movimento di secrezioni catarrali fra tromba di Eustachio e cassa timpanica dovrebbero essere considerati non audiogeni o esogeni in quanto la loro origine è al di fuori del complesso chiocciola-vie nervose uditive.

Cause

L'origine esatta degli acufeni non è ancora ben determinata e probabilmente vi sono diversi meccanismi che possono generare questo disturbo. Gli elenchi di cause tradizionalmente prese in considerazione includono però spesso meccanismi che ben difficilmente possono davvero essere presi in considerazione e che spesso sono solo in grado di aumentare la percezione di un acufene già pre-esistente.

In senso generale possiamo affermare che un acufene può derivare da un danno permanente a carico delle cellule ciliate cocleari, da un danno permanente a carico del nervo acustico o delle vie nervose centrali. Questo ha determinato il diffondersi dell'opinione generale che non esistano possibilità di cura poiché le cellule danneggiate non possono rigenerarsi.

Molto spesso però è la compressione e distorsione delle cellule ciliate a causa di un eccesso di liquidi cocleari, così come avviene ad esempio nella malattia o sindrome di Meniere, a determinare in modo meccanico la stimolazione di cellule sane. L'identificazione di questa situazione definita idrope cocleare è molto importante ai fini della possibilità di cura. Anche in assenza di fluttuazioni dell'intensità (volume) di un acufene, la causa che lo produce molto spesso può risiedere nell'idrope cocleare, cioè in un eccesso di liquido labirintico (endolifa e/o perilinfa) che provoca un eccesso di pressione e quindi la stimolazione delle cellule ciliate della coclea. La terapie di approccio può essere valutata ricorrendo all'ormone antidiurtetico ADH.

Effetti

Ove non regrediscano entro i primi mesi dalla loro insorgenza, vi è un'alta probabilità che gli acufeni, se non si curano con una terapia adeguata, persistano negli anni successivi, divenendo cronici a tutti gli effetti. Questo disturbo, solo apparentemente banale, tende tuttavia a creare un vero e proprio stato invalidante, coinvolgendo l'assetto psicologico ed emozionale del malato, la sua vita di relazione, il ritmo sonno-veglia, le attitudini lavorative, il livello di attenzione e concentrazione, inducendo o potenziando stati ansioso-depressivi, interferendo pertanto sulla qualità della vita.

L'individuo affetto da acufene cronico può trovare temporaneo sollievo dall'arricchimento sonoro ambientale, grazie al quale può distrarre il cervello dall'ascolto dell'acufene. Una combinazione di arricchimento sonoro e blanda terapia psicologica nota come terapia TRT dall'inglese Tinnitus Retraining Therapy (letteralmente terapia di riabilitazione dall'acufene) viene ampiamente praticata e, anche se non cura realmente l'acufene, molte persone segnalano che, grazie alla TRT, l'acufene diventa molto meno fastidioso e più facile da ignorare. La TRT richiede un periodo di 12-18 mesi per il suo pieno svolgimento e l'arricchimento sonoro può essere effettuato con generatori sonori ambientali, generatori sonori personali o con particolari apparecchi acustici in caso di perdita dell'udito anche lieve.

Cure possibili

I numerosissimi soggetti colpiti da questo disturbo attendono da tempo che la scienza riesca a dare loro nuove e concrete speranze e che la fatidica ed angosciante frase "mi dispiace non c'è niente da fare, si rassegni a convivere con questo disturbo", ancora troppo spesso pronunciata dallo specialista alla fine della visita, venga superata da proposizioni terapeutiche efficaci. Oggi, infatti, la comunità medico-scientifica è in grado di assumere di fronte al problema degli acufeni un atteggiamento decisamente più costruttivo rispetto al passato.

Gli acufeni sono attualmente curabili nell’80% dei casi, anche se con molti limiti e difficoltà e anche se disporre di cure non vuol dire poter garantire la guarigione definitiva.

Oggi le principali risorse per la cura dei sintomi dell'acufene sono rappresentate dalle tecniche riabilitative, quali la Tinnitus Retraining Therapy - TRT, da trattamenti farmacologici mediante neurofarmaci e da trattamenti che mirano alla risoluzione dell'idrope cocleare, efficaci ovviamente solo quando questo sia il meccanismo all'origine dell'acufene, come è sospettabile in presenza di fluttuazioni evidenti di intensità o addirittura fasi evidenti di remissione anche spontanee, il che avviene in molti casi, permettendo di escludere a priori l'ipotesi di un danno permanente a carico di cellule e nervi quale sorgente dell'acufene stesso.

Cure popolari

In terapia popolare e naturopatica si usa fitoterapici che aumentano la circolazione craniale come la Pervinca o il Gingko e ogni tanto anche delle sostanze che diminuiscono la secrezione di muco come Hydrastis e sostanze per la rigenerazione di mucosa come la Cimicifuga.

Novità scientifiche nel trattamento degli acufeni

Sono ormai disponibili nuove metodiche ed apparecchiature in grado di registrare l'attività (emissioni otoacustiche) delle cellule uditive sensoriali contenute nell'Organo del Corti, frequente sede di origine degli acufeni, e in grado di monitorare le modifiche temporali dell'attività di tali cellule anche in seguito a trattamento specifico.

Le cellule sensoriali, chiamate ciliate in quanto dotate di delicatissime ed importantissime ciglia, emettono segnali sonori che tendono ad alterarsi, attenuandosi o al contrario enfatizzandosi quando non sono più in perfetto stato di salute. La registrazione della mappa sonora emessa dalle cellule ciliate è oggi registrabile mediante sofisticate ma agevoli apparecchiature computerizzate e costituisce pertanto il metodo più diretto di misura dello stato funzionale della parte più vulnerabile dell'apparato uditivo, la coclea.

Attraverso tali tecniche, integrate con altre moderne metodiche di indagine audiologica, è oggi possibile, per esempio, tentare l’individuazione di disordini delle sinapsi uditive, cioè delle importanti stazioni di collegamento fra cellula acustica e nervo uditivo e indirizzare talvolta la diagnosi e la terapia verso il cosiddetto acufene sinaptico cocleare. Tale moderno approccio è seguìto nel programma di trattamento degli acufeni anche mediante specifico supporto farmacologico, nei casi in cui vi sia una precisa indicazione.

È in atto anche un sostanziale miglioramento delle tecniche di trattamento riabilitativo dell'acufene su base neuro-psicologica e comportamentale senza necessità di supporto farmacologico. Tali progressi operativi sono legati sia alle attuali conoscenze sul coinvolgimento del sistema nervoso centrale nei processi di mantenimento e nell'evoluzione degli acufeni anche quando l'origine del disturbo è del tutto periferica, sia all'individuazione nel sistema limbico del centro nevralgico che causa l'instaurarsi di complicanze neurovegetative, emozionali e comportamentali, loro stesse concausa di stabilizzazione o aggravamento dell'acufene.

È pertanto possibile mettere a punto e personalizzare innovativi protocolli riabilitativi rivolti a modificare attivamente la reazione del soggetto alla presenza di acufeni e a ridurre l'intensità del disturbo, aumentandone la tollerabilità anche mediante l'ausilio di dispositivi acustici quali micromiscelatori o sorgenti di suoni naturali. La TRT (Tinnitus Retraining Therapy) costituisce, se condotta da personale riabilitativo specializzato ed integrata con altre terapie riabilitative, la metodica base di tale intervento ed uno dei punti cruciali dei programmi di trattamento degli acufeni, da cui può dipendere il successo dell'intero programma di cura.

Anche sul versante prettamente medico-farmacologico alcune recenti esperienze in campo neurobiologico fanno ben sperare. Da un lato sono da sottolineare le ricerche sulle sostanze neuromodulatrici e neurotrasmettitrici, cioè su quelle sostanze chimiche essenziali per la trasmissione degli stimoli dalle cellule sensoriali alle fibre nervose o da un neurone all'altro. Tali ricerche hanno permesso recentemente di individuare con una certa precisione quali siano le sostanze coinvolte nell'attivazione della sensazione uditiva e quali siano le modificazioni a loro carico in alcune patologie uditive.

È realisticamente ipotizzabile che alcuni tipi di acufene possano essere legati ad un’alterazione di tali sostanze a livello delle sinapsi uditive e pertanto siano definibili come acufeni sinaptici cocleari (vedi quanto già sopra riportato): in tali casi un trattamento farmacologico specifico può essere preso in considerazione, anche se con la necessaria prudenza e cautela.

Oggi sono sempre più frequenti le segnalazioni scientifiche sui vistosi processi di deterioramento ossidativo e di rapido invecchiamento delle cellule uditive, proprio in quanto sede di metabolismo molto attivo e, parallelamente, sono già disponibili dati scientifici sul benefico effetto biologico di sostegno esercitato sui tessuti uditivi danneggiati o disfunzionanti da particolari sostanze antiossidanti ed anti radicali liberi. L'aspetto farmacologico viene adeguatamente preso in considerazione nei protocolli medici specialistici ma il successo è sempre condizionato dal raggiungimento dell'obiettivo riabilitativo.

Sindrome di Ménière

La sindrome di Ménière, descritta per la prima volta dal medico Prosper Ménière nel 1861, è una sintomatologia causata da un aumento della pressione dei fluidi dell'orecchio interno (labirinto), che provoca attacchi ricorrenti di sordità, tinnito (ronzii o fischi in una o ambedue le orecchie), vertigini (gravi problemi di equilibrio), nausea, vomito, una sensazione di pressione aumentata all'interno dell’orecchio. Inoltre è accompagnata da sudorazione e nistagmo (movimenti ritmici orizzontali a scatti incontrollabili degli occhi). Questi sintomi si presentano come "crisi" episodiche, che possono durare da 20 minuti a 24 ore e più, e possono peggiorare con il movimento (tanto che durante queste crisi è consigliato il riposo assoluto in un luogo buio e silenzioso). La sindorme è contratta solitamente da adulti con età maggiore ai quarantacinque anni.

La causa esatta della malattia non è conosciuta, ma si è certi di un aumento della pressione del canale endolinfatico facente parte il sistema vestibolare dell'orecchio interno, che è responsabile del senso di equilibrio. Può essere provocata da un'infezione dell'orecchio interno, da un trauma al capo o da un'infezione delle vie respiratorie superiori e può inoltre comparire dopo l'uso prolungato di aspirina. In alcuni pazienti il fumo, l'assunzione di alcoolici, il consumo eccessivo di caffeina possono essere elementi scatenanti di una "crisi".

La diagnosi è stabilita solitamente dai risultati clinici e dall'anamnesi. Tuttavia, un esame neurologico dettagliato, un'audiometria e perfino un'esplorazione al capo con risonanza magnetica (MRI) possono essere effettuati per escludere un tumore del nervo vestibolococleare che causerebbe sintomi simili. Un altro sintomo è una forte diarrea seguita da nausea e vomito. Se le feci sono di un colore tendente al verde oliva, è necessario consultare un colonproctologo.

Il trattamento più utilizzato si basa sulla diminuzione della pressione dell'orecchio interno. Gli antistaminici quali la Difenidramina, gli steroidi ed il diuretici (clorotiazide, clortalidone, inibitori dell'anidrasi carbonica) possono essere usati a questo fine. Inoltre, i sintomi possono essere trattati con gli antiemetici (per alleviare nausea) o le benzodiazepine (per il controllo diretto delle vertigini). Alcuni medici suggeriscono una dieta a basso tenore di sale.

Talvolta la malattia non può concludersi spontaneamente ed è necessario un intervento, il cui esito è la fine della sintomatologia vertiginosa, ma provoca sordità. La malattia non va confusa con altre patologie vertiginose, come la cupololitiasi, la quale, pur mostrando sintomi analoghi, ha una eziopatogenesi del tutto diversa.

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TINNITUS TS01 - Acufeni - Tinnitus - TRT

Manuale/addendum specifico + CD Tinnitus TS01 http://tinyurl.com/ylxnntb

CD dedicato agli Acufeni (Tinnitus) e alla TRT (Tinnitus Retraining Therapy) con oltre 60 minuti di musica e sonorità. I brani sono progettati per alleviare i disturbi causati da acufeni e facilitare la rieducazione uditiva.

Tracce audio contenute nel CD:

1. Sub Earelax (M.Stefanelli/Amadeux Multimedia) 12:00
Traccia con Ruscello naturale, HRM e battimenti infrasonici Harmonic Box X per onde Alpha. Adatta per l'inizio della sessione e la fase di rilassamento ansiolitica per trattamento degli Acufeni.

2. Sub Oceanbox (M.Stefanelli/Amadeux Multimedia) 10:00
Traccia con Risacca marina naturale, HRM, Pink noise e battimenti infrasonici Harmonic Box X per risonanza di Schumann. Adatta per TRT, trattamento degli Acufeni e del rilassamento.

3. Sub Rainbox (M.Stefanelli/Amadeux Multimedia) 10:00
Traccia con Pioggia naturale, HRM, White noise e battimenti infrasonici Harmonic Box X
per onde Alpha. Adatta per TRT, trattamento degli Acufeni e del rilassamento.

4. Sub Waterfallbox (M.Stefanelli/Amadeux Multimedia) 10:00
Traccia con Cascata d'acqua naturale, HRM, Brown noise e battimenti infrasonici Harmonic Box X per onde Alpha. Adatta per TRT, trattamento degli Acufeni e del rilassamento.

5. Sub Phaseshift (M.Stefanelli/Amadeux Multimedia) 20:00
Traccia con HRM, Chimes, White noise in controfase e battimenti infrasonici Harmonic Box X per onde Alpha. Adatta per TRT, trattamento degli Acufeni e del rilassamento.

Durata totale 62:00

http://www.amadeux.net/sublimen/catalogo/musica_con_infrasuoni_battimenti_hrm.html#TINNITUS_TS01

martedì 17 novembre 2009

Sincronizzazione cerebrale e Coerenza


Sincronizzazione cerebrale e Coerenza


Le ricerche sulla Coerenza e la Sincronizzazione cerebrale

tratto dal capitolo ottavo del libro di Nitamo Montecucco: Cyber - la Visione Olistica

http://www.globalvillage-it.com/

Nella nostra epoca l'uomo ha perso ideologicamente la strada... La scienza si è spinta troppo oltre nel distruggere la fiducia dell'uomo nella sua grandezza spirituale... e gli ha istillato la convinzione di essere semplicemente un insignificante animale, che si è evoluto per caso e necessità in un altrettanto insignificante pianeta, sperduto nella grande immensità del cosmo... Noi dobbiamo renderci conto dei grandi misteri della struttura materiale e del funzionamento dei nostri cervelli, della relazione tra cervello e mente e della nostra immaginazione creativa.
Sir John Eccles, Nobel per la neurofisiologia

Esperimenti sugli stati della coscienza

Il cervello è l'interprete della coscienza.
Ippocrate

Il fatto che gli anni Novanta siano stati dichiarati dalla comunità scientifica internazionale il "Decennio del Cervello" può essere particolarmente significativo ricordando quanto sosteneva Roger Sperry, ossia che la scienza studiando il cervello in realtà intende addentrarsi nella comprensione della coscienza.

Dagli inizi di questo decennio ho cercato, con le mie ricerche sulla coerenza cerebrale, di dare un personale contributo sperimentale alla comprensione della psicosomatica e degli stati di coscienza più elevati. Queste ricerche sono ancora in una fase iniziale di studio, quindi non sono ancora confermate da una seria e approfondita sperimentazione: tuttavia sembrano confermare con evidenza l'ipotesi psicosomatica olistica. Queste ricerche hanno permesso di scoprire quattro fenomeni che aprono nuovi scenari alla neuropsicofisiologica, che così riassumiamo.

Le quattro scoperte sulla coerenza neuropsichica

1) La prima scoperta è relativa all’esistenza di una correlazione tra la coerenza tra le onde elettroencefalografiche tra i due emisferi e la salute psicosomatica. L’osservazione di più di un migliaio di pazienti evidenzia che le onde elettroencefalografiche dei due emisferi possono essere più o meno coerenti in relazione al loro livello di integrità psicofisica: alti valori sono correlati a stati di salute, bassi valori sono correlati a stati di depressione psicofisica. Il valore di coerenza viene interpretato come indicatore generale della comunicazione e integrazione tra i due emisferi e tra le differenti aree funzionali del cervello (tre cervelli). Il campo principale di applicazione di questa scoperta è in medicina psicosomatica, come quantificazione globale dello stato di salute.

2) La seconda scoperta è quella degli "stati armonici ad altissima coerenza", caratteristici dei momenti di intensa creatività, di profondo benessere e degli stati di meditazione. La coerenza media durante le sessioni di meditazione è alta, tendente al 95-100%. La coerenza media di un gruppo di meditanti dopo una sessione di meditazione è significativamente più elevata della loro media prima della sessione. Due ricerche del 1990 e 1991 hanno permesso di scoprire che, in stati di meditazione, le onde cerebrali (oltre ad essere ad elevata coerenza) possono generare un’unica onda armonica, con picchi regolari o a forma di onda sinusoidale, spesso stabile per decine di minuti, come se tutte le differenti frequenze dei vari centri cerebrali diventassero coerenti e iniziassero a "suonare un’unica sinfonia comune" indice di profondo benessere psicofisico. Questa seconda scoperta trova la sua principale applicazione nell'ambito dello sviluppo del potenziale umano come quantificazione dello stato evolutivo individuale.

3) La terza scoperta è relativa alla "coerenza intercerebrale", ossia alla "sincronizzazione interpersonale". I cervelli di coppie di persone vicine, che normalmente sono caratterizzati da onde completamente indipendenti e non coerenti, possono sincronizzarsi tra loro anche a livelli molto alti. Questi dati sono stati da me rilevati e quantificati con una serie di esperimenti su coppie svolti nel 1991 e 1992, analizzando i valori di coerenza tra i loro emisferi destri e sinistri. La ricerca ha evidenziato un'inaspettata comunicazione tra persone vicine, con punte di sincronizzazione tra cervelli superiori al 90%. Questa scoperta dimostra scientificamente una "comunicazione sottile" tra persone e permette di quantificare fenomeni come l'affetto di coppia, l'empatia, il feeling e la telepatia.

4) La quarta scoperta, strettamente derivata dalle terza, è relativa alla "sincronizzazione collettiva", ossia all'esistenza di un "campo di coerenza collettivo" tra persone in gruppo. Una serie di esperimenti, iniziati nel 1994, su gruppi di 12 persone, prima e durante una sessione di meditazione, hanno evidenziato un aumento della coerenza tra le onde EEG dei cervelli di persone vicine durante la fase di meditazione, con valori che hanno superato il 60% con punte massime che hanno raggiunto l'82%. E' la prima dimostrazione scientifica dell'esistenza di un "campo di coscienza collettiva". Questi dati permettono di comprendere le basi scientifiche della "telepatia collettiva", della cooperazione o delle difficoltà di relazione all’interno di gruppi di lavoro, classi scolastiche, società.

http://www.amadeux.net/sublimen/dossier/sincronizzazione_cerebrale_emisferica_coerenza.html

Ricerche scientifiche sulla meditazione a distanza con sincronizzazione elettroencefalografica collettiva: provata scientificamente la sincronizzazione tra i cervelli di due gruppi di persone in meditazione a più di 200 Km.

Uno storico esperimento scientifico sulla sincronizzazione tra le onde elettroencefalografiche cerebrali di due gruppi di meditatori a più di 200 chilometri di distanza è stato sviluppato e condotto dal Dott. Nitamo Montecucco dell’Istituto Cyber Ricerche Olistiche del Villaggio Globale di Bagni di Lucca, in collaborazione con il Club di Budapest, e con il supporto tecnico scientifico del Dr. William Giroldini e del Dr. Alessandro Marraccini.

L’esperimento - svolto in concomitanza con la Giornata della Meditazione/Preghiera Globale della Preghiera (World Prayer and Meditation day) del 20 Maggio 2007, a cui hanno partecipato circa un milione di persone in 54 Paesi del mondo - è stato condotto con due elettroencefalografi computerizzati “Brain Olotester 412” sincronizzati tra loro al centesimo di secondo tramite dispositivi satellitari. L’esperimento era basato sull' idea di registrare sincronicamente l’ EEG (elettroencefalogramma) dei partecipanti dei due gruppi di 8 soggetti in meditazione e di valutare successivamente la coerenza tra le medie dei dati così ottenuti. La coerenza tra le onde EEG è un indice di “correlazione funzionale”, ovvero quando il moto oscillatorio due onde cerebrali è correlato vuol dire che le aree del cervello da cui esse emanate (oppure due o più cervelli nel caso della coerenza interpersonale) si stanno scambiando informazioni, quindi una coerenza significativa tra le onde cerebrali di due persone distanti tra loro può essere, a buon diritto, interpretato come una comunicazione tra i due soggetti.

Un gruppo di meditazione composto da 16 soggetti è stato diviso in due diversi gruppi: il primo è stato collocato a Bagni di Lucca, presso il Villaggio Globale, il secondo gruppo di 8 si trovava a Milano; i due gruppi eseguivano la medesima meditazione, che era stata registrata precedentemente.

Dall'analisi dei dati, è stato trovato un risultato significativo, che ha mostrato un (seppur piccolo) effetto di “connessione psichica” fra i due gruppi, e nonostante il carattere ancora esplorativo dell’esperimento, il risultato ci ha indotto a proseguire su questa ricerca con rinnovato entusiasmo e con mezzi tecnici piu’ adeguati.

I risultati hanno evidenziato una correlazione statistica altamente significativa tra i due gruppi, con una sincronizzazione media dello 0,64%, e con picchi massimi del 5,4 % ! Tali risultati rappresentano un risultato eclatante, al di sopra di ogni previsione scientifica, visto che la sincronizzazione statistica attesa è pari allo 0 %.

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Approfondimento e CD di Musica subliminale con battimenti infrasonici e HRM sul sito www.sublimen.com

SYNCROBRAIN SB01 - Sincronizzazione cerebrale

Manuale/addendum specifico + CD SyncroBrain SB01 >> http://tinyurl.com/yzvrcpq

CD dedicato alla sincronizzazione emisferica cerebrale con oltre 55 minuti di musica e suoni. I brani sono progettati per incrementare e facilitare la sincronizzazione emisferica e la coerenza cerebrale.

Tracce audio contenute nel CD:

1. Sub Brainsync 1 (M.Stefanelli/Amadeux Multimedia) 6:00
Traccia con HRM, Noise e battimenti infrasonici binaurali per onde Theta, Alpha e Beta.
Adatta per l'inizio sessione della sincronizzazione emisferica cerebrale con cuffia.

2. Sub Brainsync 2 (M.Stefanelli/Amadeux Multimedia) 10:00
Traccia con HRM, DNA solf. e battimenti infrasonici binaurali per onde Alpha e Gamma.
Adatta per sincronizzazione emisferica cerebrale con cuffia.

3. Sub Mindsync 1 (M.Stefanelli/Amadeux Multimedia) 20:00
Traccia con HRM e battimenti infrasonici binaurali e monaurali per onde Alpha e Gamma.
Adatta per sincronizzazione emisferica cerebrale con e senza cuffia.

4. Sub Mindsync 2 (M.Stefanelli/Amadeux Multimedia) 20:00
Traccia con HRM e battimenti infrasonici binaurali e monaurali per onde Alpha e Beta.
Adatta per sincronizzazione emisferica cerebrale con e senza cuffia.

Durata totale 56:00

http://www.amadeux.net/sublimen/catalogo/musica_con_infrasuoni_battimenti_hrm.html#SYNCROBRAIN_SB01_-_Sincronizzazione_cerebrale

sabato 24 ottobre 2009

BrainSync2 by Amadeux - sincronizzazione cerebrale

Questo video e' un demo a bassa qualità/risoluzione, per cui i suoni e le immagini sono abbastanza degradati e non perfettamente sincronizzati, questo e' dovuto anche all'ulteriore compressione flash/flv affettuata da Youtube.

mercoledì 21 ottobre 2009

Brainwave Entrainment History


Brainwave Entrainment History

Breve storia della ricerca sulle
induzioni cerebrali (Brainwave Entrainment)

a cura di Marco Stefanelli, Ph.D.

Le induzioni delle onde cerebrali (brainwave entrainment) sono state identificate con una certa precisione solo nel 1934 sebbene i loro effetti fossero già noti perlomeno fin dai tempi di Tolomeo, se non prima.

Poco tempo dopo la scoperta delle onde cerebrali Alpha da parte di Hans Berger nel 1929, i ricercatori scoprirono che la forza delle onde poteva essere "guidata" utilizzando delle luci intermittenti o lampeggianti. Questo fenomeno fu chiamato "Photic Driving", che è una definizione di induzione cerebrale in cui viene usata la luce per la stimolazione.

Nel 1942 Dempsey e Morison scoprirono che la stimolazione tattile ripetitiva poteva produrre anche induzioni cerebrali e nel 1959 il Dr. Chatrian osservò le induzioni uditive in risposta alle pulsazioni sonore con una frequenza di 15 cicli al secondo.

Dal 1960 l'induzione cerebrale iniziò a diventare uno strumento piuttosto che un fenomeno del cervello. L'anestesista M.S. Sadove, MD. utilizzò la stimolazione con la luce per ridurre la quantità di anestesia necessaria negli interventi chirurgici. Bernard Margolis ha pubblicato un articolo sull'induzione cerebrale utilizzata durante le procedure dentistiche dove rileva una riduzione dell'anestesia necessaria, riduzione di soffocamento, riduzione di sanguinamento e una riduzione generale di ansia.

Nelle induzioni cerebrali vengono spesso utilizzati i cosiddetti "Battimenti" per veicolare delle frequenze infrasoniche corrispondenti alle onde cerebrali e quindi ai relativi stati cerebrali.

I battimenti binaurali sono dei battimenti o battiti sonori ritmici veicolati da due suoni (Toni) diversi e separati per i due padiglioni auricolari, a differenza dei battimenti monoaurali che invece possono essere veicolati anche da un singolo suono e per un solo orecchio.

Le frequenze "Binaural Beats" o battimenti binaurali sono state scoperte nel 1839 dal tedesco Heinrich Wilhelm Dove e sperimentate per la prima volta sul cervello dal Dr. Gerald Oster nel 1973 al Mount Sinai School of Medicine di New York.

In un numero del 1973 della rivista Scientific American il dottor Gerald Oster pubblicò l'articolo "Auditory Beats in the Brain" dove viene esaminato il modo di combinare due toni puri in un battimento ritmico e denominato appunto "Binaural Beats" e "Monaural Beats". In questo articolo Oster fece una comparazione tra Binaural e Monaural beats Oster e notò che i Battimenti Monaurali riuscivano ad ottenere delle forti risposte corticali che sono le attività elettriche responsabili delle induzioni cerebrali. Oster definì i Toni Binaurali come un potente strumento per le ricerche nel campo della neuroscienza cognitiva dato che avevano una profondità di soli 3dB o 1/10 del volume e suggerì il loro uso anche come strumento per diagnosi mediche nelle problematiche dell'udito o di natura neurologica.

Oster scoprì inoltre che una parte dei soggetti che non riuscivano a percepire i toni binaurali erano affetti dal morbo di Parkinson. In un particolare caso Oster verificò che un paziente che prima non era in grado di percepire i toni binaurali, dopo una settimana di cure per il Parkinson era nuovamente in grado di percepirli.

Confermando i risultati di studi precedenti, Oster riportò anche un differente grado di percezione dei toni a seconda del sesso. In particolare le donne sembrano avere due picchi separati nella percezione dei toni, correlati con specifici punti del ciclo mestruale. Questi dati portarono Oster a ritenere che i toni binaurali potessero essere utilizzati anche come strumento per misurare il livello di estrogeni nel sangue.

Nel 1980 gli studi continuarono con il Dr. Norman Shealy, il Dr. Glen Solomon ed altri ricercatori sulle induzione cerebrali per il sollievo dal mal di testa, il rilascio di Serotonina e HGH, così come il rilassamento in generale.

Nel 1980, Tsuyoshi Inouye e i suoi collaboratori presso il Dipartimento di Neuropsichiatria della University Medical School di Osaka in Giappone constatarono che la stimolazione luminosa produceva "sincronizzazione cerebrale". Il Dr. Norman Shealy successivamente confermò l'effetto constatando che la stimolazione luminosa aveva prodotto sincronizzazione cerebrale in più di 5.000 dei suoi pazienti.

Nel 1981 Michael Hutchison scrisse il libro intitolato "Megabrain", punto di riferimento in materia, che illustra i diversi usi possibili di induzione cerebrale, dalla meditazione all'apprendimento.

Sempre nel 1981 Arturo Manns ha pubblicato uno studio che dimostra l'efficacia dei Toni Isocronici (Isochronic Tone), successivamente confermati da altri ricercatori come David Siever.

Nel 1984 il Dr. Brockopp analizzò la stimolazione cerebrale audio-visuale in particolare durante il monitoraggio della sincronizzazione emisferica EEG. Egli concluse che per indurre la sincronizzazione e la coerenza emisferica la macchina induttiva audio-visuale poteva contribuire al miglioramento delle funzionalità intellettuali del cervello".

Gli studi continuarono nel 1990 con ricercatori come il Dottor Russell, il Dr. Carter e altri che esplorarono le vaste potenzialità di utilizzo delle induzioni cerebrali con l'ADD e i disturbi di apprendimento. La ricerca è stata condotta anche per stanchezza cronica, dolore cronico, depressione, PMS, ipertensione e una serie di altri disturbi.

Una costante ricerca continua oggi con il lavoro del Dr. Thomas Budzynski, David Siever, lo psicologo Michael Joyce, Robert A. Monroe, Bill Harris e Wes Wait, il dottor Nitamo Montecucco e molti altri. I risultati dell'induzione cerebrale sono stati così promettenti che molte moderne unità di EEG clinica sono dotate di dispositivi di induzione cerebrale.

Sono oramai più di 70 gli anni di solida ricerca sulle induzioni cerebrali. Allora perché non è ancora molto diffusa? Pensiamo soprattutto perché la nostra cultura, soprattutto quella occidentale, è strettamente legata ai farmaci e alle sostanze psicotrope. In confronto ai prodotti farmaceutici le induzioni cerebrali non sono adatte a generare molti guadagni, sono facili da usare e possono essere una valida ed economica soluzione per una grande varietà di problematiche e disturbi.

Anche l'idea che i vari elementi software o i dispositivi hardware siano economici e in grado di influenzare direttamente il cervello suona strana, perlomeno in un primo momento fino a quando non si scopre la solida ricerca e la scientificità di tutti i tempi che ci stanno dietro.

Abbiamo constatato nel tempo che la maggior parte delle persone sono scettiche fino al giorno in cui non utilizzano queste metodologie in modo appropriato.

Nonostante la disponibilità di solidi studi scientifici empirici e una grande quantità di prove aneddotiche il mondo è ancora molto scettico sulle induzioni cerebrali e il training cerebrale, ma la parola e le informazioni si stanno diffondendo ogni giorno sempre di più tra psicologi, cliniche di salute mentale, musicoterapeuti, naturopati, allenatori, insegnanti e professionisti del settore che stanno scoprendo le induzioni cerebrali trovandole estremamente utili e praticamente prive di controindicazioni ed effetti collaterali.

da http://www.amadeux.net/sublimen/articoli/brainwave-entrainment-history.html

approfondimento sul sito http://www.sublimen.com/

domenica 27 settembre 2009

Musicoterapia e audioterapia video

Musicoterapia e audioterapia video

Elementi di base e Riflessioni con Marco Stefanelli

La Musicoterapia è l'uso della musica e/o degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia e armonia) da parte di un musicoterapeuta qualificato, con un cliente o un gruppo, in un processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l'apprendimento, la motricità, l'espressione, l'organizzazione e altri rilevanti obiettivi terapeutici al fine di soddisfare le necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive. La Musicoterapia mira a sviluppare le funzioni potenziali e/o residue dell'individuo in modo tale che il paziente o la paziente possano meglio realizzare l'integrazione intra e interpersonale e consequenzialmente possano migliorare la qualità della loro vita grazie ad un processo preventivo, riabilitativo o terapeutico.

(Federazione Mondiale di Musicoterapia)



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martedì 22 settembre 2009

LA GHIANDOLA PINEALE


LA GHIANDOLA PINEALE

di Francesetti, Gecele, Meluzzi

Secondo gli studi storici eseguiti dal neutoanatomista J. Ariens Kappers, (l979), la ghiandola pineale fu scoperta più di 2300 anni fa da Herophilus (325-280 a.C.) un anatomico alessandrino, il quale riteneva che essa controllasse il flusso della memoria. La letteratura indiana antica presenta numerosi riferimenti alla pineale come organo di chiaroveggenza o di meditazione, che permetteva all'uomo di ricordare le sue vite precedenti. Per i buddisti, quest'organo costituisce il "terzo occhio" che, se aperto, penetra nelle dimore di cose ineffabili. Finché il terzo occhio dorme l'adepto rimane inconsapevole dell'ineffabile. Sono tuttavia descritte molte tecniche per permettere agli aspiranti di "aprirlo", una di queste è la meditazione. Questo terzo occhio è stato anche ampiamente rappresentato nelle opere di arte sacra orientale dove accade frequentemente di incontrare delle figure umane dotate di un occhio che si apre al centro della fronte. Il segno indù delle caste si trova in un punto scelto comunemente per simbolizzare l'"occhio", e anche il colore utilizzato rappresenta lo spazio di sviluppo spirituale.

L'epifisi assume un ruolo importante anche nella visione energetica dei sette chakra dell'uomo. Gli studi classici della medicina greco-romana considerano l'epifisi una struttura capace di materializzare e guidare il fluido del pensiero dal terzo al quarto ventricolo cerebrale, attraverso, cioè, quel sistema di canalicoli e cisterne nei quali fluisce il liquido cefalo-rachidiano. Galeno, medico del II secolo a.C., considerò la pineale come una struttura simile alle ghiandole linfatiche. Questa interpretazione venne accettata nella cultura occidentale per molti secoli, finché in epoca rinascimentale, qualcuno non tornò ad occuparsi di ghiandola pineale. Nel 1640, Descartes definisce l'epifisi come "la sede dell'anima" e anello di congiunzione tra res cogitans e res extensa, postulando anche l'esistenza di una connessione occhio - epifisi - muscolo e attribuendo così, intuitivamente, un significato funzionale all'epifisi come mediatore degli effetti della luce sull'apparato muscolare. Questa piccola struttura cerebrale era quindi in grado di trasformare un immateriale pensiero in un'azione e di risolvere in questo modo, molti problemi alla costruzione filosofica cartesiana. In seguito, sotto l'influenza del pensiero cartesiano, molti studiosi del XVII e XVIII secolo associano la pineale e le sue calcificazioni alla pazzia e alla patologia psichiatrica in genere.

Da allora la pineale resta sostanzialmente nell'oblio e l'aggettivo "vestigiale" è quello più frequentemente applicato a questa ghiandola.

Tuttavia recenti ricerche psiconeuroendocrinoimmunologiche hanno riportato l'attenzione sull'epifisi. Le attuali conoscenze neurofisiologiche evidenziano come la pineale non sia semplicemente una ghiandola, ma, come la midollare del surrene, un trasduttore neuroendocrino: converte infatti un input nervoso, un neurotrasmettitore, in un output ormonale che va in circolo. L'input nervoso è la noradrenalina, rilasciata dai nervi ortosimpatici postgangliari, l'output ormonale è in primo luogo la melatonina. la sua sintesi della serotonina è catalizzata da due enzimi (n - acetil - transferasi , SNAT, e idrossindol - O - metil transferasi o HIOMT) che sono caratteristici della pineale. I pinealociti sintetizzano esso stessi la serotonina dal triptofano aminoacido essenziale, tramite la stessa via utilizzata nei neuroni. La sintesi e la secrezione di melatonina sono regolate dalla percezione della luce: è interessante osservare che la pineale deriva da un organo fotorecettoriale, funzionalmente "un terzo occhio", presente in alcune specie di rettili ed anfibi. La pineale dei mammiferi non risponde però direttamente alla luce, ma l'impulso luminoso, raccolto dalla retina, giunge al nucleo sporachiasmatico, regione coinvolta nella genesi dei ritmi biologici; di qui l'informazione passa all'ipotalamo laterale da cui si dipartono le fibre efferenti dirette al midollo toracico dove originano le fibre che terminano nei neuroni pregangliari del nucleo cervicale superiore che proiettano alla pineale. La luce quindi determina il ritmo circadiano e circannuale della melatonina, la cui secrezione è massima di notte e minima di giorno (il picco massimo si situa intorno alle 02,00 di notte).La pineale riceve però anche informazioni direttamente dal SNC tramite fibre nervose che collegano l'abenula, la commisura posteriore, i nuclei paraventricolari con il peduncolo e il parenchima epifisario. D'altra parte esistono dei recettori specifici per la melatonina nel SNC, in particolare nel nucleo soprachiasmatico ipotalamico che rappresenta un centro di primaria importanza cronobiologica.

Anche le influenze ormonali sembrano giocare un ruolo importante nella fisiologia epifisaria, ed esistono sicure relazioni tra pinea1e e altri sistemi endocrini, in particolare le gonadi. Oltre alla luce, anche i campi elettromagnetici influenzano l'attività della pineale, la quale sembra essere un mediatore fondamentale degli effetti sistemici di questi campi sui sistemi biologici. La pineale si presenta quindi come un fondamentale detector di alcune variabili ambientali, in grado di trasferire le informazioni dall'ecosistema esterno a quello interno, permettendo così la sincronizzazione fra ritmi ambientali e ritmi biologici dell'organismo. Quest'organo ricopre infatti un ruolo centrale nell'organizzazione cronobiologica del nostro organismo, consentendo ad esso di adattarsi in modo ottimale alle variazioni temporali ambientali.

L'azione dei secreti pineali, in gran parte ancora ignota, si esplica sul sistema endocrino immunitario e nervoso in modo estremamente complesso. I prodotti epifisari meglio conosciuti (melatonina e betacarboline) sono delle molecole a struttura chimica indolica, come la serotonina. Questo tipo di anello strutturale è presente in tutte quelle molecole che a livello animale e vegetale mediano il rapporto esterno - interno in modo sincronizzato. La melatonina, oltre ad un effetto antigonadotropo, evidente soprattutto negli animali, presenta una attività immunostimolante e antagonizzante gli effetti immunodepressivi di stress. Tratteremo a questo proposito soprattutto della melatonina, ma sarebbe un errore identificare la pineale con questo ormone. Infatti, l'epifisi è sede di produzione di molte altre molecole, come le beta-carboline, la cui funzione è attualmente in gran parte sconosciuta. Recenti osservazioni depongono per un ruolo immunomodulatore della pineale in senso stimolante e antagonista nei confronti dello stress, tramite l'azione della melatonina su cellule immunocompetenti e con la mediazione degli oppioidi endogeni.

Oltre ad un'azione immunomodulatrice, gli indoli (in particolare le beta-carboline e i serotoninergici) influenzano gli stati di coscienza, controllando in particolare il ritmo veglia/sonno e l'attività onirica. Le beta-carboline, in modo specifico, sono implicate nella produzione dei sogni notturni e possono forse spiegare il fisiologico ritmo di alternanza della dominanza emisferica cerebrale della durata di circa 20 minuti. Durante la predominanza dell'emisfero destro si attiva la sfera affettiva, emozionale e creativa con una più o meno spiccata estraniazione dall'ambiente esterno. In questi momenti ci sorprendiamo a sognare ad occhi aperti o a commettere lapsus verbali o errori nel nostro lavoro. Nella fase di predominanza emisferica sinistra è invece la nostra parte logico-razionale e analitica ad essere più attiva. L'andamento bilanciato e armonicamente fasico di questi diversi stati di coscienza è alla base di un buon equilibrio psicosomatico, perché ì meccanismi che controllano questa altalena della coscienza sono gli stessi che modulano l'attività neuroendocrinoimmunitaria del soggetto.

Non deve quindi stupire che uno degli strumenti terapeutici più utilizzati in diverse medicine tradizionali, sia costituito proprio da sostanze contenenti indoli. E' per esempio il caso dello sciamano dell'Amazzonia che usa l'ayahuasca, una liana ricca di beta-carboline e con proprietà allucinogene, per indurre uno stato di coscienza fortemente alterato e condurre cosi alla catarsi e alla guarigione. Ciò che fa lo sciamano è indurre, con tecniche comunicative che creano lo specifico contesto emozionale e con l'assunzione e la somministrazione di indoli, una "tempesta psicobiologica" riomeostatizzante per un meccanismo di tipo psiconeuroendocrinoimmunologico. L'azione dell'allucinogeno, per un meccanismo serotoninergico, si esplica inoltre a livello del rafe mesencefalico e dell'attività epifisaria, con una conseguente modulazione cronobiologica dell'orologio endogeno.

In questo senso la pineale rappresenta un fondamentale centro di sincronizzazione dei ritmi dell'organismo ai ritmi ambientali, tramite un'azione su diversi sistemi, fra cui come abbiamo detto, quello immunitario. La regolare cadenza dei singoli bioritmi e il loro sincronismo rappresentano una delle condizioni essenziali per un adeguato funzionamento dell'essere vivente. Infatti, la caratteristica essenziale dei ritmi biologici di alternare periodi di riposo a periodi di attività funzionale permette di mantenere i vari distretti a un livello ottimale di funzionamento. E' dunque evidente che ogni fattore che interferisce col normale svolgersi dei complessi cicli bioritmici dell'organismo, non solo altera una normale sequenza adattativa e difensiva, ma favorisce la formazione dei precursori della malattia somatica. E' un dato di fatto che vari bioritmi fondamentali risultano alterati in numerose malattie considerate come psicosomatiche quali l'asma .bronchiale, l'ipertensione essenziale, l'ulcera gastroduodenale, le malattie coronariche, ed altre. Inoltre, alcuni importanti bioritmi psiconeuroendrocrini, fra cui lo stesso ritmo della melatonina, sono profondamente modificati nei disturbi dell'umore (per intenderci: nelle sindromi depressive). In queste situazioni l'alterazione cronobiologica è qualcosa di più di un mero epifenomeno, sembra cioè rivestire un ruolo causale nell'insorgenza del quadro psicopatologico; a conferma di ciò stanno le recenti acquisizioni terapeutiche che svolgono la loro azione proprio agendo sui bioritmi (la fototerapia). Inoltre, anche molti farmaci antidepressivi, dal litio alla clorgilina e imipramina, hanno dei rilevanti effetti sull'andamento dei bioritmi. E' quindi evidente come la modificazione della normale oscillazione ritmica dei diversi parametri fisiologici si associ all'insorgenza di situazioni patologiche.

Ma quali sono le principali cause di disorganizzazione bioritmica? In primo luogo la causa della desincronizzazione può essere endogena, e sembra essere il caso, ad esempio, di alcuni disturbi psichiatrici come la depressione endogena. In secondo luogo, possono essere causa di alterazioni cronobiologiche gli eventi psicosociali, lo stress, le alterazioni di parametri ambientali. Mentre nelle società contadine ad economia agricola i ritmi del lavoro, dell'alimentazione e del riposo attività tendevano ad essere sincroni con i ritmi biologici e con il variare periodico degli eventi naturali, la rivoluzione industriale ha progressivamente modificato questa situazione. La moderna società urbana industriale ha infatti sempre più imposto i propri ritmi, legati a esigenze di tipo economico e tecnologico, sui ritmi biologici individuali e di gruppo. Così il progressivo aumento di attività lavorative legate ai turni notturni, i rapidi spostamenti attraverso i fusi orari che avvengono nei viaggi aerei, ma soprattutto l'induzione di ritmi comportamentali uguali per tutti e vincolati a necessità produttive ha portato a sincronismi artificiali con serie conseguenze sul piano psicosomatico infatti i ritmi comportamentali e i ritmi biologici sono fra loro armonicamente collegati per un migliore adattamento dell'individuo alle richieste dell'ambiente.

La situazione ottimale di minor rischio psicosomatico viene dunque raggiunta quando due serie di ritmi sono in fase perfetta fra di loro e il comportamento riceve esattamente il supporto biologico di cui ha bisogno in quel momento. Però quando per l'azione di determinanti psicosociali, i bioritmi comportamentali - emozionali vengono forzati in direzioni diverse da quelle dei loro ritmi biologici di supporto, si crea una dissociazione fra programmi biologici e comportamenti che è una delle principali condizioni per la formazione dei precursori della malattia. Nella attuale organizzazione urbano - industriale inoltre i ritmi comportamentali dell'attività, della sessualità e riproduzione, dell'alimentazione sono scarsamente sincronizzati con i ritmi biologici che ad essi sottendono e sono per lo più fissi nel tempo in contrasto con il variare ciclico delle determinanti fisiche ambientali quali il variare delle stagioni. E' come se vivessimo a livello emozionale - comportamentale in un limbo metacronologico, dissociato di ritmi ambientali.

Per quanto riguarda lo stress, 1'organizzazione cronobiologica sembra essere molto protetta da alterazioni indotte dallo stress. Ciò conferma come quest'ultimo sia una reazione biologico - comportamentale utile e necessaria per la vita e, d'altra parte, comunque la stabilità e la regolarità dei bioritmi sia importante per la sopravvivenza dell'individuo, e della specie. Tuttavia le situazioni di stress acuto strettamente intenso oppure cronico producono nell'individuo delle alterazioni cronobiologiche associate all'insorgenza di disturbi psicopatologici e psicosomatici.

Quale ruolo ha la pineale in questo processo di insorgenza della malattia da desincronizzazione? La ricerca in questo settore è tutt'altro che conclusa, tuttavia se pensiamo da un lato alla funzione cronobiologica della pineale e dall'altro all'attività che la melatonina e le beta-carboline svolgono sul sistema neuroendocrino e sul sistema immunitario, la pineale diventa in modo evidente un possibile mediatore degli effetti patologici della desincronizzazione. A questo proposito si sta aprendo strada il concetto che la pineale possa svolgere un ruolo di "regolatore dei regolatori" nell'organismo animale, venendo a configurarsi come mediatore ambiente - individuo e come modulatore teso a mantenere l'omeostasi contrastando tutto ciò che minaccia di comprometterlo. Non solo, quindi, un "ormone antistress", ma più generalmente un modulatore omeostatico che antagonizza gli effetti dello stress quando questo Si presenta come una "inhibiction de l'action" (inibizione dell'azione) in senso laboritiano ed è quindi pericoloso per la sopravvivenza dell'individuo. Occorre infine ricordare che la pineale è sensibile alle variazioni dei campi elettromagnetici ambientali e possiede quindi le. caratteristiche di "terzo occhio" che nel passato alcuni pensatori gli hanno intuitivamente attribuito; é, quindi affascinante utilizzare come ipotesi di lavoro la possibilità che questo organo funga da antenna per le cosiddette energie "sottili" che ci giungono dall'ecosistema esterno studio della ghiandola pineale e dei suoi secreti è quindi un chiaro esempio di ricerca olistica, in quanto deve considerare l'oggetto di ricerca non più isolatamente e non soltanto come facente parte di un organismo più complesso, ma deve tenere conto anche dell'ecosistema in cui questo organismo. si trova. D'altra parte per questo studio è necessario un approccio transdisciplinare che si arricchisca dell'interazione tra i diversi approcci al problema, e che deve saper comprendere e parlare sia il linguaggio del biochimico che quello dell'antropologo, sia quello del fisico che quello dello sciamano. Questa prospettiva transdisciplinare, interattiva e complessa, è quella che nell'attuale paradigma scientifico può farsi crogiolo di nuove conoscenze, in quanto capace di utilizzare, oltre al microscopio, anche il macroscopio e percepire così non solo le cose, ma anche le relazioni fra le cose.

fonte: www.globalvillage-it.com

sabato 19 settembre 2009

NEUROTRASMETTITORI PINEALI


NEUROTRASMETTITORI PINEALI

di Joe Dispenza

Ogni giorno gli scienziati scoprono nuove informazioni sul cervello umano. Di conseguenza, la loro comprensione su come veramente funziona è anch’essa in mutamento. La ricerca sul cervello è divenuta altamente specializzata e zone che una volta erano studiate complessivamente ora sono diventati campi di studio completamente separati. Il motivo è che i recenti sviluppi nella strumentazione scientifica specifica hanno letteralmente aperto le porte per immergersi sempre più in profondità in piccoli mondi dentro ad altri mondi.

Una particolare area di interesse che è diventata specifica, è la ghiandola pineale ed i neurotrasmettitori associati ad essa. I neurotrasmettitori sono messaggeri chimici che passano importanti informazioni alle altre cellule nervose e ad altre parti del corpo per orchestrare una specifica funzione. Uno dei più importanti gruppi di neurotrasmettitori è quello delle catecolamine. Nel cervello e nel resto del sistema nervoso centrale, la più preziosa di queste sostanze è la norepinefrina (noradrenalina), il suo precursore è la dopamina ed il relativo composto è la serotonina (5-idrossitriptamina).

Negli esseri umani la serotonina si trova ed è prodotta in grande quantità dalla ghiandola pineale. Nei primati, la ghiandola pineale è una piccola ghiandola a forma di pigna che si trova nella porzione più alta del terzo ventricolo, appena sopra il cervelletto. Questo piccolo organo svolge molte importanti funzioni che i ricercatori scientifici stanno appena cominciando a capire. Per semplicità, pensate alla ghiandola pineale come all’alchimista del cervello. La pineale, da un punto di vista evolutivo, agisce come fotorecettore negli anfibi, rettili e pesci (un “terzo occhio” sensibile ai cambiamenti di luce poiché è situato sotto la pelle, vicino alla superficie del cranio, che gli permette un’esposizione sufficiente alla temperatura e alla luce); un orologio biologico negli uccelli ed in certi mammiferi (ne è un esempio l’accoppiamento stagionale); ed una ghiandola endocrina (una ghiandola senza dotti che secerne ormoni) nella maggioranza dei mammiferi.

Anche negli esseri umani la ghiandola pineale risponde alla luce ambientale. Cellule recettori dietro agli occhi trasmettono informazioni a diverse parti del cervello, che poi le inviano alla ghiandola pineale. Finché i recettori per la luce dietro all’occhio (retina) ricevono lo stimolo della luce del giorno, la ghiandola pineale (che riceve un notevole apporto di sangue) prenderà l’aminoacido triptofano e lo trasformerà magicamente in serotonina. Questo semplice processo regola i livelli di energia del corpo così che possa svegliarsi e cominciare le attività della giornata. La serotonina dà inizio ai cicli ritmici di veglia durante le ore di luce. Come neurotrasmettitore, la serotonina agisce per stimolare la fisiologia sinaptica. Causa l’attivazione di neuroni individuali del cervello umano provvedendo uno dei meccanismi più basilari per l’apprendimento e la memoria nei sistemi nervosi più avanzati. Aumenta i livelli di coscienza e concentrazione. Rende attenti e svegli. Facilita la comprensione e l’apprendimento. Crea l’equilibrio emotivo e l’umore, e stimola la fisiologia autonomica.

Le cellule recettori dietro l’occhio mandano informazioni elettrochimiche attraverso il sistema nervoso al lobo occipitale del cervello. Il lobo occipitale poi trasmette la misurazione della luce che sta ricevendo al talamo, che è la stazione di smistamento che invia il messaggio alla pineale, che poi dà il via ad un processo alchemico con serotonina, melatonina e l’aminoacido, triptofano. La serotonina agisce prolungando il potenziale d’azione nelle terminazioni presinaptiche. Un potenziale d’azione avviene quando una cellula nervosa raggiunge una soglia di carica elettrica abbastanza forte per iniziare la trasmissione di un impulso nervoso. Quando il tempo di un potenziale d’azione è prolungato, la capacità del neurone di rimanere stimolato è aumentata. Se un neurone è stimolato alla sinapsi, esiste una migliore comunicazione tra i neuroni, ed il cervello ed il sistema nervoso centrale sono maggiormente attivati. La serotonina favorisce il rilascio del neurotrasmettitore anche alle terminazioni postsinaptiche. In altre parole, in presenza di serotonina, la terminazione postsinaptica passerà il messaggio ad altre cellule nervose adiacenti perché vuole condividere la sua eccitazione, relativa al messaggio, con altre cellule nervose che sono in relazione assieme.

Il meccanismo per cui ciò accade è veramente semplice. La serotonina impedisce che alcuni canali specifici nel neurone (chiamati canali S) si chiudano. I canali S normalmente funzionano per promuovere la ripolarizzazione di un potenziale d’azione. La ripolarizzazione avviene solo dopo che una cellula nervosa è stata eccitata cosicché può ritornare dallo stato eccitato al suo stato di riposo. Perciò, se i canali S sono bloccati, la ripolarizzazione non può avvenire ed il neurone mantiene il suo stato eccitato più a lungo. Pensate alla serotonina quando eccita lo stato del tessuto neurologico come al Viagra dei neurotrasmettitori. Perciò, quando una cellula nervosa è eccitata in presenza di serotonina, rimane più viva e vitale più a lungo prima di ritornare ad essere inattiva ed inerte. Quando ciò succede, il cervello ha una maggiore energia, un’aumentata attività ed una maggiore abilità di concentrarsi sul focus. Inoltre, quando le cellule nervose rimangono eccitate più a lungo, la plasticità avviene più rapidamente . La plasticità è la capacità per un neurone eccitato di disconnettersi da una sinapsi e riconnettersi ad un’altra per formare ulteriori nuove e più estese connessioni sinaptiche.

Quando i recettori nella retina non sono più stimolati dalla luce del giorno, la ghiandola pineale trasforma la serotonina nel neurotrasmettitore melatonina. Le maggiori concentrazioni di melatonina avvengono durante le ore di buio. La melatonina ha quasi l’effetto opposto della serotonina. Mentre la serotonina aumenta l’energia e la coscienza, la melatonina tende a diminuire l’attività delle onde cerebrali e prepara il corpo per il sonno catatonico. Induce il “sonno a onde lente”, che è un tipo di sonno profondamente ristoratore durante il quale avviene il ripristino dei tessuti danneggiati. È anche risaputo che la melatonina stimola i meccanismi di riparazione del DNA cellulare. A questo punto è interessante notare che la melatonina diminuisce con l’età negli esseri umani. La causa ovvia di questo cambiamento è il risultato dello stress ambientale. Poiché i livelli dei corticoidi surrenali aumentano (a causa dello stress) i livelli di melatonina in circolazione diminuiscono. Questi cambiamenti sono il risultato dell’effetto del cortisone su un enzima chiamato N-acetil-transferasi che è responsabile della trasformazione di serotonina in melatonina. Poiché viviamo le nostre vite quotidiane con il consistente accumulo di stress fisici, chimici, ritmici ed emozionali, i nostri livelli ematici di corticoidi a mezzanotte tendono ad essere alti e, di conseguenza, i livelli di melatonina tendono ad essere bassi. Se i livelli di melatonina rimangono bassi, allora non facciamo mai un vero sonno ristoratore e le cellule si disgregano.

Quando i tessuti del corpo si disgregano (catabolismo) più in fretta di quanto si possano riparare (anabolismo), chiamiamo questo processo invecchiamento. È interessante rendersi conto del fatto che la pineale strutturalmente perde la sua funzione man mano che l’adulto umano va avanti con l’età. La calcificazione della ghiandola pineale – che inizia verso i primi vent’anni – è un fenomeno così universalmente conosciuto che è usato come punto di riferimento diagnostico per misurare la linea mediana del cranio quando si fanno i raggi X e le TAC di routine.

A parte padroneggiare lo stress nella nostra vita, come possiamo allora attivare la pineale perché rimanga in salute e produca i suoi ormoni naturali? Quando gli estratti pineali con i loro associati neurotrasmettitori furono somministrati ad animali di laboratorio per via endovenosa, produssero effetti benefici che immediatamente ottennero l’attenzione di molti scienziati. Gli elevati livelli di melatonina ed ormoni pineali arrestarono l’eccessiva secrezione di cortisone in risposta allo stress, migliorarono il metabolismo dei carboidrati, inibirono l’arteriosclerosi (indurimento delle arterie), alleviarono la depressione del sistema immunitario, ridussero i livelli di trigliceridi, migliorarono l’immunità cellulare e diminuirono l’incidenza dello sviluppo e crescita di certi tumori. Gli ormoni pineali aumentarono anche la durata della vita degli animali da laboratorio del 25 per cento. Rapportato agli esseri umani: se la durata della vita di un essere umano sano è di 80 anni ed è aumentata del 25 per cento, quella persona potrebbe vivere 100 anni.

Ugualmente rilevante è che gli scienziati hanno notato un miglioramento progressivoe consistente nella salute degli animali, caratterizzato da una riduzione del peso corporeo, migliore pelliccia, aumentato vigore, maggiore attività e postura migliore (Maestroni, 1993). La melatonina aumenta anche significativamente il sonno REM (movimenti rapidi degli occhi) e l’attività onirica. Questo neurotrasmettitore sembra intensificare la visualizzazione a colori durante il sonno. È il neurotrasmettitore dei sogni. La melatonina è anche un importante spazzino di radicali liberi e un antiossidante, prolungando la vita e prevenendo malattie legate all’età come pure il cancro e le malattie cardiache. I radicali liberi sono molecole con una grande carica che contengono ossigeno, ed esistono principalmente nel sangue. Essi danneggiano le membrane cellulari, le strutture cellulari (come il DNA) ed alterano molti processi biologici funzionanti influenzandone la fisiologia cellulare in molti modi dannosi. Altri test di laboratorio hanno confermato che la melatonina ha anche un ruolo neuroprotettivo. Quando i neuroni sono protetti, hanno una migliore possibilità di un prolungato e corretto funzionamento e di un rallentamento della degenerazione con l’età.

Alcuni esempi di malattie neurodegenerative sono la senilità, il morbo di Parkinson e il morbo di Alzheimer. Ora si è compreso che le funzioni fisiologiche della melatonina vanno oltre le semplici proprietà e caratteristiche alle quali si credeva una volta, ovvero che fossero principalmente preposte ai modelli ciclici dei cicli di sonno giornalieri. Uno degli aspetti più promettenti e di particolare significato è l’influenza della melatonina sul sistema immunitario. Dovuta alla sua affinità con le membrane cellulari, la melatonina può facilmente penetrare in qualsiasi tessuto biologico e liquido corporeo direttamente dal plasma del sangue. Di conseguenza ha la capacità di fermare il danno creato dai radicali liberi che alterano la funzione del sistema immunitario e dell’organismo in generale.

Si stanno ora scoprendo i metaboliti attivi o derivati della melatonina e l’alchimista (la ghiandola pineale) ancora una volta crea la loro presenza. Man mano che la pineale continua il suo ruolo fisiologico nel cervello, prende letteralmente la melatonina e la trasforma in diversi neurotrasmettitori che hanno conseguenze fisiologiche specifiche basate su percorsi potenziali derivati dalla molecola della melatonina. La classe di molecole di interesse formate dalla melatonina si chiamano beta-carboline. Un particolare tipo di beta-carboline è chiamata pinolina. È stato clinicamente dimostrato che le beta-carboline influenzano la secrezione degli ormoni pituitari. La ghiandola pituitaria ha il suo ruolo più attivo nella regolazione di tutte le altre ghiandole del corpo umano. Quando la ghiandola pituitaria è attivata, il corpo è in equilibrio dal punto di vista ormonale. Si sa anche che le beta-carboline stimolano attivamente l’attività sinaptica dei neuroni nel cervello che “amano”, specialmente la serotonina. Ciò è importante perché fanno maggiormente attivare ed innalzare le sinapsi nel sistema nervoso. Se le sinapsi sono più attivate durante il sonno REM, allora il sogno diventa più vivido.

I metaboliti della melatonina quali le beta-carboline e la pinolina sembrano fluttuare costantemente nella chimica del cervello umano. In ogni momento queste molecole posso essere trasformate in una varietà di diversi composti chimici ed attraverso questi canali possono divenire persino molecole con diversi effetti sul sistema nervoso e sul corpo. Ad esempio, se la ghiandola pineale alterasse ulteriormente queste molecole, troveremmo una sostanza chimica che elimina lo stimolo sessuale e diminuisce l’appetito. Questo è il neuro-ormone che si trova negli animali in letargo. Si chiama 5-metossitriptamina. Se a voi non dice niente, allora ripensateci. Quante volte la nostra concentrazione durante il giorno è interrotta e la nostra attenzione alterata proprio da queste sostanze quando stiamo cercando di completare o eseguire un compito che richiede lungo tempo? Quando il cervello è influenzato da questa sostanza chimica, allora il desiderio di partecipare attivamente al modo di vita stressante e assuefacente diminuisce ed aumenta l’interesse a ritirarsi dagli stimoli mondani. Il letargo, il rilassamento, il riposo, il guarire la mente e il corpo è quello che molti mammiferi fanno stagionalmente per prepararsi alla loro prossima avventura.

La chimica è disponibile. Se questi derivati della melatonina sono nuovamente alterati, troviamo una sostanza che è uno stimolatore di bioluminescenza. Una sostanza chimica bioluminescente è una molecola fosforescente che può illuminare l’attività del cervello dall’interno, non dall’esterno. In altre parole, è la molecola che non solo aumenta l’energia nel cervello ma anche illumina le attività dei neuroni del cervello senza stimoli esterni. Perché questo processo avvenga, questa sostanza chimica agisce da anestetico, calmando la normale reattività ai sensi del cervello e del sistema nervoso centrale. Se si altera la funzione corticale del cervello in risposta agli stimoli esterni, allora il cervello si muove letteralmente in una stasi che dà inizio a dei flash di immagini interne che sono la fonte di attenzione del partecipante. Quando ciò succede, gli organi di senso e la loro innervazione al circuito di feedback del cervello con il corpo e con l’ambiente sono messi a tacere. In teoria, allora, la percezione di questa attività visiva è dove avviene la realtà. Le sostanze chimiche sono chiamate indoleamine 5-metossilate.

Infine, gli esperimenti scientifici hanno anche dimostrato come un’altra alterazione dei metaboliti della melatonina produca una sostanza altamente allucinogena. Questa si chiama N,N-dimetil-5-metossitriptamina. Ma non spaventatevi; ciò non significa che la follia è alle porte. Quello che realmente significa è che il cervello ha il potere ed è pronto a fornire la chimica per immagini vivide cosicché quando c’è una concentrazione intenzionale e focalizzata (nelle giuste circostanze), produrrà qualsiasi sensazione desiderata. Ad esempio, quasi ogni essere umano ha sperimentato un sogno dove ha avuto la sensazione di volare. Com’è successo senza l’esperienza di aver volato solo col corpo? Il cervello formula uno stato chimico per ogni pensiero ed azione. Ancora una volta, molto naturalmente, queste potenti molecole allucinogene (in quantità molto piccole) fanno sì che questi processi occorrano senza che ci preoccupiamo minimamente di come avvengano.

Facciamo ora una riflessione. Gli effetti della vita sono così difficili che il solo pensiero costante è di andarvene via? È questa una risposta naturale? E se noi ci coprissimo gli occhi per un periodo prolungato eliminando la quantità di luce che il cervello riceve dalla retina? Poi rimuoviamo tutti gli stimoli esterni ed eliminiamo il tipico stress della nostra vita. Inoltre, facciamo una lista dei nostri obiettivi, sogni e desideri, che può assisterci come una mappa per indicare la via per nuove esperienze e lasciarci dietro le vecchie. Come si acclimatizzerebbe il cervello a tutto ciò? Basandoci sulla conoscenza di questo articolo, la serotonina sarebbe convertita in melatonina. La melatonina agirebbe per aumentare i cicli REM e il sonno ristoratore, mentre i livelli di corticoidi diminuirebbero (ora siamo fuori dall’ambiente) e gli ormoni dello stress letteralmente lascerebbero il nostro corpo. Come effetto collaterale, il corpo e la mente si rilasserebbero. La melatonina allora agirebbe da potente antiossidante e fermerebbe il progredire della neurodegenerazione e dell’invecchiamento, come pure ridurrebbe il potenziale di malattie cardiache e cancro. Avrebbe anche alcuni benefici aggiunti come prolungare la durata della vita ed aumentare la funzione immunitaria.

Se procedessimo coscientemente oltre il bisogno del corpo di alzarsi, muoversi, essere stimolato, il cervello comincerebbe a creare la chimica per supportare ogni nostra intenzione. Cioè il bisogno di mangiare e lo stimolo a procreare diminuirebbero cosicché noi possiamo continuare con la lista intenzionale dei nostri traguardi creata prima. In altre parole, i bisogni corporei si acquieterebbero ed il nostro desiderio di isolarci dall’ambiente esterno sarebbe chimicamente aumentato. Il cervello sarebbe anche sostenuto chimicamente attivando le sostanze chimiche che calmano le funzioni corticali del cervello dall’ambiente esterno e darebbero al cervello l’energia necessaria per illuminare letteralmente dall’interno. Aggiungete un paio di neurotrasmettitori che sono potenti allucinogeni, e non riesco a vedere come potremmo mai annoiarci. Forse è così che i sogni diventano realtà...

fonte: www.scienzaeconoscenza.it


mercoledì 2 settembre 2009

Musica, sezione Aurea e numeri di Fibonacci

Musica, sezione Aurea e numeri di Fibonacci Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Nell'ambito dell'arte e della matematica si indica con sezione aurea il rapporto fra due grandezze disuguali, di cui la maggiore è medio proporzionale tra la minore e la loro somma, mentre lo stesso rapporto esiste anche tra la grandezza minore e la loro differenza. In formule, indicando con a e b le due lunghezze, vale la relazione: (a+b) : a = a : b = b : (a-b) [1] Tale rapporto vale approssimativamente 1,618. Il numero ricavato che esprime la sezione aurea è un numero irrazionale, cioè rappresentabile con infinite cifre decimali (non tutte uguali a 0 o 9); esso può essere approssimato, con crescente precisione, dai rapporti fra due termini successivi della successione di Fibonacci, a cui è strettamente collegato. Sia le sue proprietà geometriche e matematiche, che la frequente riproposizione in svariati contesti naturali e culturali, apparentemente slegati tra loro, hanno impressionato nei secoli la mente dell'uomo, che è arrivato a cogliervi col tempo un ideale di bellezza e armonia, spingendosi a ricercarlo e, in alcuni casi, a ricrearlo nell'ambiente antropico quale "canone di bellezza"; testimonianza ne è forse la storia del nome che in epoche più recenti ha assunto gli appellativi di "aureo" o "divino", proprio a dimostrazione del fascino esercitato. La musica ha numerosi legami con la matematica, e molti ritengono che centrale in essa sia il ruolo della sezione aurea. A sostegno di tale tesi vengono spesso richiamate alcune particolarità strutturali di determinati strumenti come il violino e il piano. Nel caso dei violini alcuni ritengono che la piacevolezza del suono derivi dalla sapienti capacità dei liutai di costruire la sua cassa armonica secondo particolari geometrie; per esempio l'arco che ne costituisce la base avrebbe, in molti casi, il suo centro di curvatura proprio in posizione aurea rispetto la lunghezza complessiva dello strumento,[48] inoltre anche lo stesso Stradivari si sa per certo che cercasse di posizionare gli occhielli del violino sempre in tale posizione; non vi sono però conferme sul fatto che tali accorgimenti conferiscano effettivamente un suono "migliore" allo strumento, che non possano essere invece attribuiti alla lavorazione dei materiali o alla scelta degli stessi. Nel pianoforte, invece, particolare rilievo viene dato alla struttura della tastiera, in special modo con parallelismi fra i numeri di questa e quelli di Fibonacci. I tredici tasti delle ottave, distinti in otto bianchi e cinque neri, a loro volta divisi in gruppi da due e tre tasti ciascuno; 2, 3, 5, 8, 13 appartengono infatti tutti alla successione di Fibonacci, ma anche in questo caso, ancor più che nel precedente, si tratta di una mera coincidenza che non può neppure essere attribuita a una specifica volontà del costruttore, trattandosi di una soluzione motivata unicamente dall'evoluzione strutturale dello strumento. In passato si è fatto notare, che molti degli intervalli musicali naturali sarebbero riducibili a frazioni in termini di numeri di Fibonacci (una sesta maggiore di La e Do 5/3, una sesta minore di Do e Mi 8/5). Già Pitagora aveva osservato che gli accordi musicali ottenuti da corde le cui lunghezze siano in rapporto come numeri interi piccoli risultino particolarmente gradite all'orecchio.[49] Tuttavia, i motivi per cui tali rapporti sono particolarmente consonanti, che sono spiegati (almeno in parte) dall'acustica, non hanno praticamente alcuna connessione con la serie di Fibonacci. Sul piano compositivo la sezione aurea attraverso la serie di Fibonacci può, ovviamente, essere rapportata a qualsiasi unità di misura concernente la musica, cioè durata temporale di un brano, numero di note o di battute, etc non sono comunque rari anche in questo caso facili entusiasmi dovuti a fraintendimenti numerici. Per esempio Paul Larson nel 1978 sostenne di aver riscontrato nelle Kyrie contenute nel Liber Usualis, il rapporto aureo a livello delle battute, ma in mancanza di una documentazione che ne attesta la volontà di inserimento rimane tutto a livello puramente congetturale; medesime illazioni sono sempre state fatte che per le opere di Mozart, anche se recentemente John Putz, matematico all'Alma College, subitamente convinto anche lui tale teoria specialmente per quanto riguarda le sue sonate per pianoforte, dovette ricredersi riscontrando un risultato decente soltanto per la Sonata n. 1 in Do maggiore. Questo è quello che hanno fatto, per esempio, Béla Bartók (1881-1945) in alcune delle sue maggiori composizioni (come la Musica per Archi, Percussioni e Celesta) e Claude Debussy (1862-1918), il quale era particolarmente attratto dalla sezione aurea, citata da lui come le divine nombre nella raccolta Estampes (1903) e usata, tra gli altri, nella composizione dei brani La Mer (1905) e Cathédrale Engloutie. Quest’ultimo, in particolare, è un preludio per pianoforte di 89 battute, di cui le prime 68 hanno un tempo doppio delle restanti 21: in altre parole, alla battuta 68 il brano rallenta il tempo a metà. L'effetto prodotto all'ascolto, quindi, riduce le battute di questa prima sezione a 34, e il brano ha una lunghezza percepita da chi lo ascolta di 55 battute, vale a dire la sezione aurea di 89. Questo è uno dei tanti esempi che si possono citare per descrivere l’applicazione del concetto di sezione aurea all'interno delle composizioni musicali di Debussy. Il pianista Roy Howat ha analizzato altri brani di Debussy come Reflets dans l'eau, L'isle joyeuse (oltre al già citato La mer) riscontrando in ognuno varie applicazioni delle tecniche succitate. Bartòk e Debussy sono solo due tra i compositori che hanno usato in musica il concetto di sezione aurea, ma se ne potrebbero menzionare molti altri, tutti operanti tra la fine del XIX secolo e il XX secolo. In epoche più recenti, musicisti quali Stockhausen, Pierre Barbaud, Iannis Xenakis, facendo evolvere i precedenti utilizzi della matematica in musica, hanno introdotto un utilizzo più strutturato della matematica (soprattutto il calcolo delle probabilità e del computer per la composizione musicale). Xenakis in particolare ha fondato a tale fine, a Parigi nel 1972, un gruppo di ricerca universitario chiamato CEMAMU, che ha appunto come obiettivo l’applicazione delle conoscenze scientifiche moderne e del computer alla composizione musicale e alla creazione di nuovi suoni tramite sintetizzatori. Sofija Gubajdulina ha utilizzato frequentemente la serie di Fibonacci nelle sue opere - ad esempio nella Sinfonia "Stimmen... Verstummen...", in Perception, nel pezzo per percussioni All'inizio era il ritmo, nel coro Omaggio a Marina Cvetaeva, nel trio Quasi hoquetus, nella sonata Et exspecto e altre. Va sottolineato che la compositrice ha fatto ricorso alla serie di Fibonacci quale regola per organizzare il ritmo, generale o particolare, delle sue opere: "La Sezione Aurea è stata impiegata [...] in due sensi: nella struttura intervallare e in quella ritmica. Delle due a me interessa particolarmente la seconda. Se si interpreta la struttura intervallare con le cifre occorre prendere il semitono come unità di misura. [...] Certamente i numeri 3-5-8, e quindi anche gli intervalli che essi rappresentano, sono disposti in una sequenza che è quella della serie di Fibonacci. Ma su questo tipo di applicazione io ho alcuni dubbi, perché gli intervalli in questione sono considerati all'interno del sistema temperato, [...] un sistema artificiale. La serie di Fibonacci si applica invece al sistema del mondo, in una parola a quella natura che viene violata dall'artificio del sistema temperato. L'uso della serie di Fibonacci nel sistema ritmico mi sembra invece giusto e naturale perché il ritmo è legato alla naturalità del nostro respiro."[50] Anche la musica Rock, specialmente nel cosiddetto rock progressivo, si è confrontata con gli aspetti mistico-esoterici della sezione aurea, e più precisamente dalla serie di Fibonacci. L’esempio più emblematico è la musica dei Genesis, che hanno usato assiduamente la serie fibonacciana nella costruzione armonico-temporale dei loro brani: Firth of Fifth è tutto basato su numeri aurei: ad esempio ci sono assoli di 55, 34, 13 battute, di questi alcuni sono formati da 144 note, etc. Oltre ai Genesis, altre rock band hanno usato, seppure più sporadicamente, i numeri aurei nelle loro composizioni. Fra questi i Deep Purple nel brano Child in Time e i Dream Theater nell'album Octavarium, interamente concepito secondo il rapporto tra i numeri 8 e 5 e termini consecutivi della sequenza di Fibonacci. Risale invece al 2001 Lateralus album della band americana Tool che contiene il singolo omonimo "Lateralus" costruito fedelmente sulla serie di Fibonacci. note: 1 ^ Si legge: "a più b" sta ad "a" come "a" sta a "b" e come "b" sta ad "a" meno "b" 48 ^ Livio, op. cit., p. 271 49 ^ Ciononostante, il sistema di note più usato al giorno d'oggi, basato sul temperamento equabile, prevede che i rapporti tra due semitoni successivi della scala cromatica sia pari alla quantità 12√2, un numero irrazionale, il che fa sì che gli unici rapporti interi fra le note corrispondano agli intervalli di ottava (il cui rapporto è pari a due). 50 ^ Fonte: "Un'autobiografia dell'autore raccontata da Enzo Restagno", contenuto in AA.VV. "Gudajdulina", ed. EDT