martedì 30 giugno 2009

Mantra, Suono, Musica e Cervello

Mantra, Suono, Musica e Cervello Suono, cervello e vibrazione

Un panorama delle ricerche internazionali

da "Enciclopedia olistica" di Nitamo Federico Montecucco ed Enrico Cheli

Dalle antiche scritture e dai miti della creazione fino alle piu' moderne teorie sulla coscienza, si è sempre speculato riguardo alla vibrazione come a ciò che sottostà alle forme fisiche. Questo concetto compare nei modelli tradizionali dell'origine del Cosmo, nella fisica delle onde sonore, nel movimento planetario e negli studi sulle onde del cervello. Ora la vibrazione può essere vista in azione grazie al "macroscopio". Basandosi sul lavoro dello scienziato e fisico svizzero Hans Jenny, morto nel 1972, il fisico matematico arnericano Ralph Abraham ha costruito un "macroscopio" in grado di osservare in tempo reale l'emergere delle forme dalle vibrazioni. I suoni, dalle campane tibetane ai canti gregoriani, che vengono da un altoparlante ad alta fedeltà producono la vibrazione di un liquido trasparente che a sua volta produce delle onde statiche che vengono poi proiettate sullo schermo di un monitor come immagini colorate di strutture in costante movimento. Trasformando suoni ad alta frequenza in forme/strutture a bassa frequenza il macroscopio dimostra visivamente la relazione tra complessi dinamici e morfogenesi o modelli di formazione. Le strutture visualizzate dal macroscopio mostrano analogie con popolazioni di cellule, reti di comunicazioni in costante oscillazioni che ricordano i potenziali elettrochimici del cervello.

Pitagora, ad esempio, aveva espresso la sua convinzione che le strutture fisiche o mentali avessero una precisa e matematica origine nelle vibrazioni. Come il matematico Ralph Abraham credeva che le radici della matematica, della musica e del misticismo fossero strettamente legate: la loro origine comune era appunto la vibrazione informazione. Il fotone, l'unità di luce, crea tutte le onde elettromagnetiche, dai raggi cosmici ai raggi x, variando la frequenza della sua vibrazione. Recentemente la matematica è stata separata da queste sue radici culturali. Nel suo libro "Vibrazioni", Abraham traccia le basi della filosofia naturale dall'antichità, al Rinascimento, fino al 20° secolo, mostrando come la vibrazione è stata alla base della creazione della matematica e ricreando poi le basi logiche per la nuova fusione tra matematica, musica e spiritualità che sta avvenendo ora. Utilizzando gli strumenti della moderna matematica basata sui complessi dinamici, egli ha formulato un prototipo di modello del cervello in cui le onde cerebrali viste come vibrazioni possono essere stimolate da un computer.

"Le onde cerebrali sono dei pacchetti d'onda che oscillano in un network (rete) tridimensionale formata da cellule. Stimolando i loro movimenti e tracciando mappe delle loro transizioni possiamo iniziare a costruire un modello complesso quanto il cervello stesso."

Tomatis: neurofisiologia dei canti gregoriani Qual è il potere curativo del canto e della recitazione? Perché certi suoni sono considerati sacri in tutto il mondo? Dall'OM alle ninnananne, dai canti Gregoriani ai canti corali moderni, l'esercizio spirituale della voce porta serenità e poteri indescrivibili a parole. Il medico francese Alfred Tomatis ha studiato gli effetti terapeutici del canto. Le ricerche di Tomatis in Francia ed in Canada hanno messo in rapporto l'udito con le dinamiche del corpo e della mente. Al contrario della comprensione popolare, diceTomatis, "l'orecchio è un organo primario di consapevolezza". E' inteso essenzialmente per provvedere una carica di potenziale elettrico al cervello. La corteccia poi distribuisce in tutto il corpo la carica che ne deriva. La conclusione di Tomatis è che l'orecchio non è un pezzo differenziato della pelle, piuttosto, la pelle è un pezzo differenziato dell'orecchio. Le alte frequenze sembrano avere il maggior effetto ricaricante. I suoni nelle basse frequenze possono "scaricare" o stancare gli ascoltatori. Questo è il segreto del canto delle alte frequenze. Tomatis ha esaminato il suono dei canti Gregoriani con un oscilloscopio. Questi, ha rapportato, cadevano entro il raggio dei suoni ricaricanti. Inoltre, erano come uno "yoga respiratorio". Coloro che cantavano sembravano rallentare il loro respiro e inducevano gli ascoltatori nello loro stesso stato di tranquillità." Tomatis ha visitato monasteri Benedettini in tutto il mondo per studiare i monaci che praticano i canti Gregoriani. Ad un ritiro in Francia, un giovane frate stava riformando la tradizione. Tagliò severamente il tempo che i monaci dedicavano al canto e notò che presto cominciarono a diventare più svogliati e a dormire di più. Inoltre, un medico consigliò agli uomini di seguire una dieta tradizionale e questo fece peggiorare le cose. Fu chiamato Tomatis. Egli reintrodusse il loro lungo orario di canto. Presto, disse, stavano dormendo meno, lavorando di più e si sentivano meglio. "Certi suoni sono efficaci come due tazze di caffè. I canti Gregoriani sono fonti di energia fantastici. Io ci lavoro come musica di sottofondo e dormo solo tre o quattro ore a notte".

Percezione dei toni e meditazione Alcuni psicologi dell'Università di Washington pensano di avere prove attendibili che la meditazione incrementa il funzionamento dell'emisfero cerebrale destro. Gli effetti sembrano anche essere cumulativi. I meditatori più esperti ottengono risultati migliori sia dei meditatori principianti che del gruppo di controllo. "Per quanto ne sappiamo, questo è il primo studio sperimentale che connette la meditazione con l'emisfero non dominante" - hanno detto Robert Pagano e Lynn Frumkin - "La dimostrazione di questa connessione è coerente con l'aumento delle ricerche empiriche che associano l'emisfero destro alle tecniche di espansione della consapevolezza." Essi scelsero un compito relativo alla musica considerando che la specializzazione della recettività melodica dell'emisfero destro era già ben stabilita sperimentalmente. Scelsero di utilizzare il "subtest" per la memoria tonale del Seashore Music Battery. I soggetti nel primo test erano praticanti esperti di Meditazione Trascendentale e non meditatori. I meditatori avevano praticato due volte al giorno per almeno un anno (precisamente in un raggio tra 1.4 e 3 anni). I non meditatori erano studenti non laureati di psicologia. Tutti i soggetti erano destrorsi d'età tra 18 e 30 anni. Dato che altri studi hanno dimostrato che i musicisti allenati tendono ad ascoltare la musica analiticamente, attivando i processi dell'emisfero sinistro, tutti i soggetti erano musicalmente "naive" avevano avuto meno di un anno di training strumentale o vocale durante gli otto anni che precedettero lo studio. Prima dei test, i soggetti della Meditazione Trascendentale avevano avuto istruzione di meditare per 20 minuti e ai non meditatori fu detto di chiudere gli occhi e di rilassarsi. Poi tutti i soggetti furono testati per la memoria tonale. I gruppi di meditazione mostrarono una superiorità "altamente significativa" nei confronti dei non meditatori su "blindly rated test data" con una probabilità di punteggio casuale di uno in 200. Quando i meditatori inesperti (con meno di un mese di pratica) furono paragonati ai soggetti di controllo in un secondo esperimento, non vi fu nessuna differenza significativa tra i due gruppi. "E' importante notare," dissero i ricercatori, "che i dati risultati dai non meditatori e dai meditatori inesperti... rientrano nei parametri normali. Sono i dati dei meditatori esperti che risultano al di sopra della media e che hanno prodotto differenze significative". Sembra ragionevole dedurre che la meditazione, una tecnica capace di alterare la consapevolezza drammaticamente, produca anche un effetto differenziale sul funzionamento dell'emisfero destro. Hanno detto che questa ipotesi potrebbe essere provata in maniera più conclusiva se anche altre funzioni dell'emisfero destro fossero incrementate.

Ascoltare col corpo per espandere la dimensione dell'udito. Uno strumento essenziale per l'evoluzione E' stata recentemente scoperta la "prospettiva uditiva", un modo di percezione dei suoni che può essere paragonato alla scoperta della prospettiva tridimensionale durante il Rinascimento. Sandra Seagal, una psichiatra di Los Angeles, ha scoperto che questa differente modalità di ascolto può essere acquisita imparando a ricevere le vibrazioni sonore con l'intero corpo. "Si ascolta con l'intero strumento umano come se fosse suonato dai suoni che gli giungono. E' come essere una particella nella nuova fisica. Ti senti risuonare come un punto focale in un campo di relazioni molto più vasto." Seagal considera la prospettiva uditiva come "uno strurnento essenziale per l'evoluzione". Ha il potenziale per facilitare la comprensione e l'armonia tra sposi, genitori e figli, insegnanti e studenti, supervisori ed impiegati e anche tra i leader delle nazioni. Le affermazioni della Seagal sono state confermate sia nella sua pratica privata di psicologa sia in vari casi di consulenze per scuole e aziende. Le ipotesi della Seagal sono state verificate analizzando i dati emersi dalle persone da lei sottoposte ad apprendimento della nuova tecnica dopo essere state sottoposte ad analisi elettronica della voce. La prospettiva uditiva rende l'individuo in grado di sentire/ascoltare le altre persone così come sono, indipendentemente da quello che ci dicono. "Le nostre funzioni mentali, emozionali e sensoriali sono codificati nella voce in modo determinato proprio come lo sono le informazioni genetiche nei nostri geni." Ogni individuo, secondo la secondo la Seagal, è centrato in una delle tre seguenti funzioni basilari della personalità. Gli individui con un centro emotivo dorninante vedono il mondo valutando le loro relazioni personali. Gli individui con una sfera mentale dominante percepiscono il mondo attraverso le informazioni e le idee che considerano più valide. Gli individui centrati sulle loro sfere sensoriali, meno comuni nell'Occidente, sono predominanti in Oriente. Essi percepiscono il mondo biologicamente attraverso la "saggezza del corpo". Essi sono i tipi caratteriali più accomodanti e meno inclini a voler cambiare il mondo. Secondo Seagal, ognuna di queste funzioni caratteriali sono almeno dormienti se non attive in ognuno. Sono poche le persone che hanno pienamente integrato le loro funzioni. Questa integrazione fa parte del dovere evolutivo dell'individuo. L'aspetto meno evidente, ha detto Seagal, è normalmente quello cruciale per il proprio senso di ciò che è significativo ed appagante. Essenzialmente, ha detto Seagal, il disegno sottostante è immutabile quanto l'eredità genetica. "La costituzione di base può essere modulata, ma i tentativi di ristrutturarlo sono una violazione dell'integrità personale. L'equilibrio, la completezza può essere nutrita come può essere storpiata. Non puo' essere ricostituita. Ogni funzione caratteriale vibra all'interno di un particolare suono o raggio di frequenze. La gente puo' essere istruita per sentire le differenti risonanze nelle voci di altre persone mentre le ascoltano. La vibrazione di frequenza alta, mentale, risuona in cima alla testa. La vibrazione di frequenza media, emozionale, è tracciabile sulla fronte. La frequenza di vibrazione bassa è sentita in mezzo agli occhi e sulle tempie. Quando istruisce la gente a sentire queste frequenze, Segal utilizza musica rappresentativa: Paganini (mentale), Chopin e Beethoven (emozionale), Mozart e Bach (sensoriale). Gli apprendisti ascoltano in uno stato di consapevolezza vasta.: gli occhi non competamente a fuoco ma allo stesso ternpo consci della periferia mentre l'attenzione è centrata su di un punto sopra la testa.

Musica, Cervello ed Emisferi Una varietà di studi recenti si sono focalizzati sulla neurologia della musica, del rumore, della parola e sulle soglie dell'udito. Dei ricercatori di Parigi hanno dimostrato che le note e le scale musicali vengono mediati primariamente dall'emisfero sinistro e la melodia dal destro. Studiando 22 soggetti destri, i ricercatori hanno trovato una significativa attività elettrica nell'emisfero destro in risposta a una melodia di Chopin. D'altra parte, una nota monotona ripetuta e una scala maggiore, producevano una maggiore attivazione dell'emisfero sinistro. La predicibilità delle note e delle scale, dicono gli autori, potrebbe coinvolgere la capacità dell'emisfero sinistro di capire le strutture, mentre la melodia potrebbe richiedere un processo integrativo e funzioni associative più complesse. Il parlare automatico Canticchiare una melodia a bocca chiusa non è solamente un atto del cervello destro, secondo alcuni ricercatori svedesi. In ogni caso canticchiare il tema di una rima infantile familiare richiede aiuto da parte dell'emisfero sinistro, forse per organizzare la memoria. Il parlare automatico, la ripetizione continua dei giorni della settimana richiede sia la mediazione dell'emisfero sinistro per il controllo della bocca che la mediazione dell'emisfero destro per il controllo della laringe. Apparentemente l'emisfero destro risponde anche ad informazioni che arrivano attraverso le orecchie e altri sensi. Sembra che i due emisferi partecipino in modo eguale nell'attivazione motoria prima del canticchiare a bocca chiusa o del parlare automatico. Quando i soggetti ripetevano i giorni della settimana, il flusso di sangue nell'emisfero destro aumentava in modo significativo. Durante il canticchiare a bocca chiusa non si notava alcuna differenza nel flusso del sangue.

Riconoscimento della voce Due ricercatori dell'UCLA riferiscono che il riconoscimento di una voce familiare attiva di più l'emisfero destro, mentre il distinguere tra due voci non familiari impegna il sinistro. Questo risultato sfida l'ipotesi, molto diffusa tra gli psicologici, che il riconoscimento e la discriminazione della voce siano compiti dello stesso meccanismo cognitivo. Riconoscere una voce familiare è un atto olistico, un accoppiare delle caratteristiche vocali uniche ad un nome o a una persona. Questa funzione gestaltica viene, apparentemente, espletata maggiormente dal cervello destro. Ma l'ascoltare diverse voci non familiari ci richiede di discriminare tra accenti, nasalità e altre caratteristiche. Questo sembra richiedere le capacità analitiche dell'emisfero sinistro. Cantare mentalmente stimola l'evoluzione del cervello Due patologi di New York suggeriscono che canticchiare a bocca chiusa e cantare ripuliscono il cervello stimolandone il 'drenaggio'. Gridare e parlare a voce alta probabilmente servono allo stesso scopo. Karel Jindrak e sua figlia, Heda Jindrak, dell'ospedale metodista di Brooklyn hanno proposto che il canticchiare a bocca chiusa, cantare e altre vocalizzazioni ad alta voce stimolino l'equivalente di un sistema linfatico del cervello. Le vibrazioni della laringe e l'aria nel tratto vocale sono trasmesse parzialmente nel cranio, massaggiando, così, il cervello. Questo massaggio permette un maggior flusso di liquido cerebrospinale attraverso il cervello e aiuta a rimuovere materiale di scarto. Gli Jindrak dicono che la loro teoria ha delle implicazioni per l'evoluzione: i CroMagnon potrebbero aver prevalso sui Neanderthal perché i loro cervelli potevano essere ripuliti. Le vibrazioni della laringe erano troppo deboli e di frequenza troppo bassa per poter portare in risonanza le massicce ossa craniche dei Neanderthal. Gli Jindrak fanno notare che cantare è universale, negli esseri umani, quanto il parlare o la religione, eppure altri primati non cantano. Inoltre propongono che il giocare rumoroso dei bambini sia terapeutico.

Musica ai miei orecchi Un recente studio nello stato di Washington suggerisce che il godere la musica altera il grado di cambiamento temporaneo di soglia (diminuzione dell'acutezza auditiva) a cui la persona è soggetta mentre l'ascolta. Dieci studenti maschi che dicevano di amare la musica pop/rock e dieci che dicevano che non gli piaceva furono esposti, per dieci minuti, sia a musica che a rumore. Furono quindi studiati a 90 secondi di intervallo per la risposta a frequenze di 4 e 6 kilohertz. I risultati hanno mostrato che quelli che amavano la musica avevano un cambiamento di soglia molto più piccolo di quelli che non la godevano. Inoltre, nel secondo gruppo si registrò uno spostamento più drammatico in risposta alla musica che in risposta al rumore. Questi risultati sono stati osservati soltanto alle frequenze più alte di 6 kilohertz, il che suggerisce che l'intervallo di spostamento più piccolo predice un recupero più veloce dell'udito. H.A. Dengerink crede che gli effetti del rumore possano essere moderati anche dall'atteggiamento. A questo proposito cita studi che mostrano come dei lavoratori di un ovile erano molto meno disturbati dai loro supervisori che dal costante scampanio, malgrado lavorassero molto più vicino al rumore. Tuttavia, Dengerink dice di essere cauti perché il godere o il tollerare la musica o il rumore forte dà solo una protezione limitata dai danni all'udito. A lungo andare una perdita dell'udito è inevitabile. È importante per i ricercatori scoprire la connessione tra effetti a breve e a lungo termine.

Fumare altera l'udito Uno studio correlato dimostra che i fumatori tendono ad avere uno spostamento di soglia dell'udito più piccolo dei non fumatori, specialmente quando vengono stimolati dal rumore o da esercizi. Secondo Dengerink e collaboratori, 18 soggetti, metà non fumatori, venivano controllati per lo spostamento di soglia dopo essere stati esposti per 10 minuti a del rumore, per 10 minuti a esercizi fisici e, quindi, per 10 minuti ad entrambi simultaneamente. I fumatori sperimentavano consistentemente meno spostamenti dei non fumatori e il battito del loro cuore e la pressione sistolica del sangue aumentavano di più, specialmente nel periodo dell'esercizio. Questo indica che la nicotina può aiutare a produrre gli stessi spostamenti dell'esercizio fisico abbassando la risposta fisiologica. Uno dei fattori chiave potrebbe essere l'aumento del flusso sanguigno cocleare, poiché una diminuzione del flusso è stata correlata ad un cambiamento di soglia temporaneo. Tuttavia, dice Dengerink, ci potrebbe essere dell'altro. Altri risultati: gli effetti più forti del rumore avvenivano nell'intervallo di ottava al di là di 2 kilohertz e, come in studi precedenti, una temperatura più alta della stanza è stata correlata con spostamenti più alti. Il rumore altera le papille gustative Dopo il rumore, dicono dei ricercatori francesi, i cibi dolci sono più dolci. Un aumento del desiderio per i dolci potrebbe essere legato allo stress causato dal rumore. Precedenti studi hanno dimostrato che lo stress mobilizza le endorfine stimolanti l'appetito e la dopamina. C. Ferber e M. Cabanac, Appetite 8: 229-235.

Stress, voce e computers La complessità di una prova e lo stress da superlavoro hanno un impatto significativo sul parlare, secondo uno studio dell'U.S. Navy. Durante una prova complessa, il tono e il volume si alzano e il parlare diventa rapido. Questo pone dei problemi per i nuovi sistemi di computer che saranno in grado di essere pilotati dal riconoscimento della voce. La voce di un pilota potrebbe essere alterata da stress quali superlavoro durante il volo, accelerazione, vibrazioni, rumore. Nello studio che riportiamo 60 studenti piloti dicevano ripetutamente i numeri da zero a nove mentre erano impegnati in due altre prove. La prima richiedeva che il pilota tenesse la sua mira su un bersaglio fisso sia con una manopola a mano che con un pedale. Sembra che parlare durante questa prova aggiungesse molto poco al carico di lavoro. La seconda prova era molto più impegnativa. Gli aviatori dovevano scrivere una serie di lettere e di cifre dette attraverso una cuffia in un orecchio mentre dovevano ignorare quelle dette nell'altro orecchio. Ripetere i numeri nello stesso tempo affaticava molto di più i piloti, e le loro voci cambiavano significativamente.

Rumore e impotenza Dei rumori controllabili e incontrollabili sono stati usati come generatori di stress da dei ricercatori di Baltimore nella speranza di imparare qualcosa di più sul meccanismo implicato nella 'impotenza acquisita'. Le persone non erano molto disturbate, nell'arco di 30 minuti, da un rumore che potevano far smettere, ma la stessa quantità di rumore, quando non erano in grado di controllarla, li lasciava disturbati e alterati neurofisiologicamente. Alan Brier e collaboratori pensano di poter avere identificato i correlati neurobiologici del senso di impotenza che si pensa sia implicato nella depressione. La maggior parte dei modelli precedenti erano basati su ricerche su animali e quindi non potevano correlare cambiamenti oggettivi con cambiamenti di umore. Delle persone in buona salute mentale dovevano ascoltare un suono forte (100 decibel) in due differenti situazioni. Nella prima erano in grado di far smettere il suono premendo un bottone. Nella seconda situazione premere il bottone non aveva nessun effetto, ma i soggetti non lo sapevano. Per due volte durante la sessione gli venne dato un messaggio che li spingeva a 'continuare a tentare più forte'. I soggetti riferivano i loro stati d'animo prima di iniziare la sessione. Dopo il suono incontrollabile riferirono un aumento di depressione, di senso di impotenza, ansietà e tensione. "La mancanza di controllo su uno stimolo anche solo mediamente sgradevole può produrre cambiamenti significativi in soggetti sani", concludono i ricercatori. Essi fanno inoltre l'ipotesi che 'stressori' di rumore incontrollabili dovrebbero produrre cambiamenti ancora più forti in persone depresse o maniaco-depressive. Infatti, risultati preliminari mostrano una risposta particolarmente forte nelle persone con disordini affettivi. I ricercatori hanno in progetto di paragonare le reazioni di queste persone in periodi di remissione e in periodi acuti. Il suono del pianto Secondo lo psicologo Philip Zeskind il tono (frequenza sonora) del pianto di un bambino può fare da avvertimento per problemi neurologici. Zeskind ha misurato il grido di neonati a 2000 cicli al secondo, descritto come insopportabile e stressante dagli adulti. Il pianto normale varia tra i 450 Hz (disagio di media intensità) e i 600 Hz (dolore forte). Il pianto a 2000 Hz, che suona come il fischio di un teiera, viene sentito, talvolta, durante le prime 48 ore vita. Raramente continua nel primo mese di vita eccetto che dopo nascite difficili ed esposizioni prenatali a alcool, nicotina e altre droghe.

Suono, luce, sincronizzazione del cervello Quando il cervello viene stimolato otticamente (per es. luce stroboscopica), acusticamente o elettromagneticamente in una determinata frequenza, succede che subentri la cosiddetta reazione conseguente alla frequenza (Frequency Following Reponse o FFR): le parti del cervello che ricevono questi stimoli, tendono a sincronizzarsi sulla stessa lunghezza d'onda del segnale che ricevono: ciò significa per es. che una situazione di rilassamento di onda ALPHA può essere prodotta attraverso toni ritmici con la loro frequenza EEG corrispondente...

Anche i due emisferi del cervello (il sinistro atto al pensiero logico e razionale, quello destro invece al pensiero associativo e sede di emozioni e fantasia) possono essere indotti attraverso stimolazioni esterne ad "ondeggiare" con la stessa frequenza, cosa che può portare a nuovi pensieri e deduzioni e ad uno stato di rilassamento ed equilibrio. Attraverso la risposta conseguente alla frequenza (FFR) e la sincronizzazione degli emisferi cerebrali (HEMYSYNCH) vengono effettuate variazioni sull'elettroencefalogramma verso le onde ALPHA equilibrando i due emisferi del cervello. Ne conseguono rilassamento fisico, tranquillizzazione psicologia ed armonia. Molti dei fenomeni finora descritti (reazione conseguente alla frequenza, produzione di sostanze chimiche neurotrasmettitrici, crescita ed evoluzione del cervello, crescita delle connessioni nervose e perciò anche dell'intelligenza) possono essere indotti con l'aiuto di queste Brain Machines (ndr. musica subliminale con infrasuoni e battiti binaurali). A questo scopo vengono impiegati segnali ben definiti (di natura ottica, acustica o elettromagnetica) con parametri variabili (frequenza, intensità, lunghezza d'onda e fase). Osservando bene attorno a noi, riconosciamo che la vita è costituita sempre da due poli contrastanti. Giorno-notte, sotto-sopra, destra-sinistra, uomo-donna, positivo-negativo, caldo-freddo, ecc. Anche nel nostro cervello nei due emisferi, esiste questa polarità con diversa funzione. La stessa polarità si può notare nel sistema neurovegetativo tra il simpatico (che ha come funzione lo scaricare l'energia e condurre la decomposizione nel processo di trasformazione delle sostanze) e del parasimpatico (che ha la funzione di trattenere l'energia, ricostruirla, recuperarla).

Anche nello studio dell'agopuntura, nella parte molto ramificata della rete di meridiano, notiamo che esiste una polarità tra yin e yang. Più grande è la tensione tra i due poli, maggiore è l'azione tra il caricare e lo scaricare. Succede così che da quest'azione di tesi e di antitesi, nasca una sintesi, la quale produce a sua volta, una nuova tesi, continuando il gioco.

Si può dunque ricreare questa nuova unità anche con l'ausilio del sincronizzatore, sia che ne siamo coscienti oppure no. In questo caso la macchina della mente (ndr. musica subliminale con infrasuoni e battiti binaurali) è veramente un aiuto nell'aiutare. La maggiore parte delle persone nella società occidentale utilizza il suo cervello nello stato di veglia in modo che le onde Beta risultano predominanti. Questa gamma d'onde se da un lato è tipica del pensiero analitico e che ha attitudine alla soluzione dei problemi (qualcosa cioè che in una società di lavoro meccanizzato ed altamente specializzato risulta quasi inevitabile) dall'altro lato è però associabile ad uno stato di continua tensione, preoccupazione e paura. Perciò non deve assolutamente stupire se i molti vantaggi della capacità di sottrarsi alla fase Beta in favore di Alpha, riguardano problemi di varia natura, sia in ambito medico che psicologico. Tenere in allenamento queste capacità è uno degli scopi di tutte le tecniche di rilassamento tradizionali e moderne.

Gli effetti positivi del training autogeno, yoga e meditazione, su lavoro e prestazioni, sono a tutt'oggi praticamente indiscussi. Le Brain Machines ottengono effetti simili in tempi sostanzialmente più brevi e sono facilmente utilizzabili, per es. nelle pause lavorative. Ora il programma di John Selby si attiva automaticamente dopo un determinato tempo di attività e permette all'utente di usufruire di pause rigenerative fatte di esercizi e rilassamento attraverso stimolazioni ottiche ed acustiche mirate. Con il bilanciamento dell'attività cerebrale vengono inoltre influenzate positivamente le reazioni di difesa di situazioni patologiche nel trattamento delle psicosi maniaco-depressive e delle tossicodipendenze. L'effetto di maggior rilievo in proposito è la produzione di endorfine naturali da parte del corpo. Tale bilanciamento è in grado infine di favorire l'intelligenza, l'apprendimento, la creatività (attraverso la stimolazione delle onde gamma-theta), la soluzione di problemi di management e la capacità di godere del rilassamento nel tempo libero. La "cultura del corpo" e la "cultura della coscienza" potrebbero insieme essere la base della cultura del terzo millennio.

http://www.amadeux.net/sublimen/dossier/suono_e_cervello.html

venerdì 26 giugno 2009

Rilassamento, Stress e Ansia

Rilassamento, Stress e Ansia
Chiariamoci le idee
Ma che cos'è veramente lo stress? Spesso usiamo il termine stress in modo improprio. Una prima distinzione da fare è tra le parole stressor e stress propriamente detto: - Lo stressor è una situazione-stimolo qualsiasi, cioè una qualsiasi cosa che ci accade; questa può essere sia positiva che negativa (ad es. vincere parecchi miliardi alla lotteria oppure, viceversa, subire un tamponamento in macchina). - Lo stress (termine inglese che significa “sforzo”) propriamente detto è la risposta generica del nostro organismo allo stimolo stressante.
Nel linguaggio comune i due termini, stress e stressor, vengono costantemente confusi, cioè lo stimolo stressante e la risposta di stress sono chiamati entrambi stress. In condizioni di stress acuto, di una certa intensità, nell’organismo si attivano: il sistema endocrino, il sistema nervoso vegetativo (o autonomo) ed il sistema immunitario. - Il sistema endocrino reagisce immediatamente alle situazioni di stress improvviso, modificando la produzione di diversi ormoni: aumentano adrenalina e noradrenalina (catecolamine), il cortisolo, l’ormone della crescita (GH), la prolattina, più lentamente si innalzano gli ormoni tiroidei. Gli ormoni sessuali tendono ad abbassarsi, la glicemia tende ad aumentare, come pure colesterolo e trigliceridi. - Il sistema nervoso vegetativo reagisce immediatamente producendo adrenalina e noradrenalina per attivare l’organismo e prepararlo a fronteggiare o ad evitare al più presto la situazione stressante. - Il sistema immunitario è molto sensibile allo stress. In una fase iniziale potremo avere una diminuzione della risposta immunitaria. Successivamente è più facile avere un aumento della produzione degli anticorpi (immunostimolazione reattiva). La reazione che costituisce lo stress investe tutto l’organismo ed è estremamente utile perché favorisce l’adattamento della persona agli improvvisi avvenimenti negativi; per questo è chiamata reazione di adattamento. Essa è fondamentale per la sopravvivenza e perciò è chiamata eustress. Quando invece la reazione di stress è troppo intensa o lo stimolo negativo è prolungato (stress cronico), le variazioni ormonali descritte possono diventare stabili, predisponendo l’organismo a problemi psicologici anche gravi ed a malattie psicosomatiche. In questi casi si parla di stress cronico o distress. Tale situazione a lungo andare determina una diminu­zione delle nostre capacità di risposta e di adattamento, la cosiddetta sindrome da esaurimento. estratto da http://www.stress-e-co.it/
Curiamoci dallo Stress Anche il medico della mutua dichiara ormai tranquillamente che lo stress è la malattia del secolo. Sono stressati gli impiegati, sono stressate le mamme, sono stressati i nonni e perfino i bambini. Sembrerà strano, ma lo stress è necessario alla vita ed ha un significato positivo quando rimane sotto controllo. Immaginiamo ad esempio uno studente di fronte ad un esame. Se il suo livello di stress è nullo, probabilmente la sua "prestazione" non sarà ottimale o più facilmente non sarà sufficiente. D'altra parte, quando invece il cosiddetto "eu-stress" (lo stress positivo) aumenta oltre la soglia che ne fa uno stimolo positivo alle normali attività, esso supera le possibilità di adattamento dell'organismo. L'eccesso di ansia risulta allora paralizzante e diventa "dis-stress" causando manifestazioni funzionali ed organiche negative.
Lo stress è stato specificatamente studiato sin dagli inizi di questo secolo. E' stato dimostrato che una sindrome da stress può essere caratterizzata da ipertrofia delle ghiandole surrenali, ipotrofia del timo e degli organi linfatici, inibizione della reazione infiammatoria e ulcere gastroduodenali. In realtà la Medicina Psico-somatica attribuisce allo stress una gamma di sintomi e di reazioni fisiologiche molto più vaste e caratterizzate in maniera specifica da individuo ad individuo. Gli stimoli che danno origine a stress, detti stressor, possono essere di varia origine e natura. Rumore, suoni, luce, calore, freddo, additivi chimici, virus, batteri, tensioni familiari, dinamiche relazionali disturbate, angosce nevrotiche, ecc. sono tutti stressor, ovvero fonte di stress. La risposta dell'organismo agli stressor si sviluppa in 3 fasi. Nella prima fase, detta di ALLARME l'organismo cerca di riconoscere lo stimolo (ad esempio la ventola rumorosa dell'ufficio accanto) e cerca di adeguarsi a tale stimolo. In questa maniera, se stiamo svolgendo un'altra attività, dopo qualche tempo ci accorgiamo del rumore continuo solo se qualcuno ce ne fa notare la persistenza. Alla fase di allarme, nell'organismo segue la fase di RESISTENZA. Il corpo e la psiche intervengono attraverso una complessa reazione biologica che coinvolge il sistema neurovegetativo, endocrino e immunitario. Se lo stimolo stressante persiste ulteriormente nella sua azione, l'organismo esaurisce le sue energie richiamate appositamente per la fase di resistenza, ed entra nella terza ed ultima fase, detta appunto di ESAURIMENTO. In questa fase si sono già instaurate delle risposte organiche e psicologiche complesse (spesso contorte) che mettono insieme il tentativo di continuare a reagire allo stress e alcuni sintomi paradossali ed abnormemente amplificati.
I principali quadri clinici prodotti da stress sono: - ansia - insonnia - panico - depressione - affaticamento - cefalea - ipertensione arteriosa - perdita di memoria e concentrazione - palpiatazioni - ipereccitabilità muscolare - dismenorrea - disturbi sessuali (vaginismo, eiaculazione precoce, impotenza) Se siete irascibili, se vi alterate per un nonnulla, se la notte faticate a prender sonno mentre la mente continua a seguire imperterrita il filo dei suoi pensieri, non è detto che siate proprio nella fase di Esaurimento, ma insomma fareste bene ad interrogarvi sulla qualità della vostra vita. Se poi a tutto questo si aggiungono palpitazioni, cefalea ricorrente o qualche disturbo sessuale, non esitate a consultare uno specialista: trascurare i sintomi da stress in molti casi potrebbe esitare in una fastidiosa e difficile cronicizzazione dei disturbi. Inutile dire che in tutti questi casi, sostanze neurotrasmettitori come nicotina, caffeina, teina, agiscono sul sistema nervoso come una corrente elettrica elevata oltre la soglia di sopportazione. Se per cattiva abitudine, si è convinti che senza almeno un caffè la mattina non si riesce neppure a capire in che anno siamo, vuol dire che è estremamente importante per l'organismo ristabilire i suoi originali ritmi metabolici, producendo in maniera naturale la giusta quantità di adrenalina necessaria la mattina per svegliarci efficacemente. In tutte le manifestazioni cliniche sopra descritte è spesso possibile individuare una con-causa organica, che tuttavia non esaurisce l'etiologia del quadro patologico. La causa è sempre psico-somatica, ovvero l'insieme complesso di reazioni psicologiche ed organiche associate. E' dunque chiaro che la terapia non può rivolgersi esclusivamente alla cura di un aspetto, tralasciando l'altro.
Curare l'ipertensione - ad esempio - esclusivamente con un farmaco diuretico non produce altro risultato che quello di ridurre il sintomo grazie all'azione chimica del farmaco: una volta esaurita tale azione, l'ipertensione tornerà esattamente come prima, se non vengono affrontate le cause che l'hanno determinata. Un terapia autentica è sempre una cura che prende in prima considerazione le cause psicologiche, organiche - e perchè no - esistenziali: è una terapia che tenta di sciogliere quell'intreccio paradossale che ha prodotto il sintomo, agendo prima di tutto nel profondo. Man mano che la cura ammorbidisce le dinamiche profonde, anche i sintomi più esteriori andranno scomparendo. Lo stress - come ogni altro quadro patologico - è un messaggio del nostro corpo: va ascoltato ed accolto. Solo così la persona potrà imparare a conoscere il messaggio profondo che la malattia vuole comunicargli e certamente potrà fare un passo avanti in direzione non solo della propria guarigione ma anche della propria evoluzione personale. Dott. Giampiero Ciappina Psicologo clinico - Sophianalista http://www.telematica.it/solaris
Rilassamento Per rilassamento si intende, nel significato generale e comune, distendersi, riposarsi a livello fisico e psicologico. E' la riduzione di uno stato di tensione, situazione dell'organismo pronto all'azione, caratterizzato, in genere, da inquietudine e da disagio. Le terapie di rilassamento determinano una riduzione dei livelli di stress attraverso un addestramento progressivo all'autocontrollo e al rilassamento muscolare. I trattamenti terapeutici disponibili per raggiungere un rilassamento profondo e curativo sono diversi. Fra questi ricordiamo il training autogeno, il rilassamento progressivo e la tecnica più recente del biofeedback.
Biofeedback Il biofeedback (lett. “retroazione biologica”) rappresenta probabilmente la tecnica di rilassamento più efficace tra le varie disponibili. Consiste nell’uso di uno strumento che insegna a rilassarsi da soli e a gestire funzioni del nostro corpo da sempre ritenute indipendenti dalla nostra volontà, come la tensione nervosa, il battito cardiaco, la sudorazione, ecc. Il biofeedback viene collegato al muscolo della fronte attraverso tre sensori. Questi percepiscono lo stato di tensione della muscolatura frontale, che è direttamente collegato al livello di stress dell’intero organismo. La macchina capta il segnale muscolare, lo elabora e lo trasforma in un segnale acustico (o visivo), che sarà tanto più frequente quanto più siamo stressati. In questo modo la persona può percepire, attraverso i suoni prodotti dall'apparecchiatura, l’intensità del proprio stress, sperimentando la propria tensione emotiva in tempo reale e, cercando di evitare che la macchina suoni, impara ad esercitarsi per riportare alla normalità le sue funzioni interne. In sostanza, si tratta di un sitema di monitoraggio continuo da parte del paziente del proprio stato di ten­sione muscolare ed emotiva, tale da permettere un rapido apprendimento del rilassamento. Il biofeedback rappresenta il punto di forza della moderna terapia psicosomatica ed è della massima utilità nel trattamento dello stress, dell’ansia cronica, degli attacchi di panico, delle fobie, dei disturbi ossessivo-compulsivi, (sia da solo che come supporto all'intervento con i farmaci) e, in genere, in tutte le “somatizzazioni” dell'ansia: cefalee da tensione, tachicardia da stress e disturbi funzionali del ritmo cardiaco, ipertensione arteriosa labile (da stress), gastriti e colon irritabile. L’apprendimento del rilassamento attraverso biofeedback risulta più rapido e completo di quello ottenibile con altre tecniche, con precise e signiticative modificazioni del funzionamento dell’organismo. Studi selezionati dimostrano che è efficace nel 90-95% dei casi. Il training di rilassamento con biofeedback è applicabile in ogni fascia di età senza particolari controindicazioni. Ad es., nei bambini spesso evita il ricorso ai farmaci, con risultati tali da prevenire la cronicizzazione dell’ansia. Va ricordato che il biofeedback non dà risultati immediati, ma nel medio-lungo termine, trattandosi di una tecnica che va appresa e che richie­de allenamento nel tempo. I benefici, quindi, sono osservabili verso la fine del trattamento. Per una apprendimento ottimale del rilassamento, sono in genere sufficienti 12-15 sedute, di 30-40 minuti ciascuna, da effettuare una-due volte alla settimana. In genere, si consiglia di seguire le prime quattro sedute in tempi ravvicinati, ad esempio il martedì ed il venerdì. Il biofeedback, ed in generale le terapie di rilassamento hanno, rispetto al trattamento farmacologico, il vantaggio di un coinvolgimento attivo della persona nella propria terapia e rappresentano l’intervento primario nei casi di intolleranza o di inefficacia degli psicofarmaci. Oltre al biofeedback, per provocare il rilassamento sono disponibili altre efficaci tecniche: il training autogeno, il rilassamento muscolare progressivo ed il controllo della respirazione.
Traning autogeno Il training autogeno è un metodo di rilassamento ideato dallo psichiatra tedesco J. Schultz, basato su esercizi che consentono di raggiungere uno stato di rilassamento muscolare e psicoemotivo attraverso la concentrazione passiva e l’uso di formule di autosuggestione. “Training” significa allenamento: si tratta di ripetere con costanza e disciplina, per alcuni minuti al giorno una serie di esercizi, allo scopo di raggiungere un rilassamento autoprovocato (autogeno). In genere il training autogeno si pratica distesi su un divano o su una idonea poltrona. E’ importante porsi in un ambiente tranquillo, nella semi-oscurità, almeno per le prime volte, slacciando le cinture e gli indumenti troppo stretti. Gli esercizi del training autogeno si dividono in fondamentali (autoinduzione di calma, sensazione progressiva di peso, sensazione progressiva di calore), con i quali già si raggiunge un ottimo rilassamento) e complementari, che inducono un rilassamento ancora più profondo (esercizio del cuore, della respirazione e della fronte fresca; è preferibile tralasciarli in persone con problemi cardio-respiratori). Esiste anche un ciclo superiore di esercizi di training autogeno, ma va praticato esclusivamente sotto la guida di uno specialista. Una volta appreso, la sua pratica è facile e bastano pochi minuti per ottenere uno stato di rilassamento. Per un buon apprendimento del training autogeno è fondamentale la costanza nell'allenamento, da effettuare seguendo le direttive indicate da Schultz, da protrarre per almeno sei mesi. Oltre che in psicosomatica, il training autogeno è largamente impiegato in medicina dello sport per migliorare la preparazione psicologica degli atleti e, con adeguate modifiche, nella preparazione al parto (RAT, parto in autoipnosi).
Rilassamento muscolare progressivo Ideato da E. Jacobson, è un metodo di rilassamento basato sull’apprendimento della decontrazione muscolare volontaria. E’ incentrato sulla presa di coscienza da parte della persona dello stato di contrazione o di distensione di ciascun gruppo muscolare, passando man mano in rassegna tutto il corpo, concentrandosi su un solo muscolo per seduta, fino a raggiungere la decontrazione totale. L’apprendimento è piuttosto complesso e di lunga durata, potendo durare anche un anno o più.
Il controllo della respirazione Il controllo della respirazione è una tecnica di rilassamento basata sul presupposto che respirazione e tensione muscolare sono direttamente collegate: è ben noto infatti che la tensione nervosa tende ad alterare il ritmo e la profondità del respiro, con conseguente diminuzione dell'ossigenazione del sangue. La respirazione addominale (diaframmatica profonda) è un metodo di rilassamento naturale; noi tutti fin da piccoli respiriamo in questo modo ma, col passare degli anni, ce ne dimentichiamo, usando per lo più una respirazione di tipo toracico. Il training consiste in una serie di esercizi volti a riapprendere volontariamente la modalità di respirazione diaframmatica.
Agopuntura Anche se è considerata come medicina “alternativa”, l’agopuntura ha parecchi estimatori anche nell’ambito della medicina tradizionale. Consiste nell’applicazione di aghi in modo tale da favorire la produzione da parte del sistema nervoso di “tranquillanti interni” (es. endorfine); si determina così rilassamento muscolare, rallentamento del battito cardiaco e abbassamento della pressione arteriosa. In tal senso l’agopuntura può essere considerata un buon trattamento antistress. In media una seduta dura 30-40 minuti; i benefici cominciano ad avvertirsi verso la terza-quarta applicazione. L’agopuntura va comunque considerata una tecnica di intervento “soft”, valida soprattutto quando lo stress non ha raggiunto livelli elevati. Può essere usata anche in caso di depressione lieve.
Musica La musica può essere usata sia come mezzo per favorire il rilassamento sia come tecnica terapeutica a sé stante (musicoterapia). - Per l'induzione del rilassamento si ricorre all’ascolto a basso volume di brani lenti e ripetitivi, secondo i gusti della persona. Per lo più si usano brani di musica classica (Bach, Mozart, Chopin, ecc.), ma possono essere molto utili anche brani new age o simili. - La musicoterapia è una tecnica terapeutica basata sia sull’ascolto di una determinata musica scelta dal terapeuta (musicoterapia passiva), sia sulla creazione di suoni e note attraverso strumenti messi a disposizione (musicoterapia attiva). Oltre che di aiuto nel trattamento di stress, ansia, disturbi psicosomatici e depressione, la musicoterapia è usata in neuropsichiatria infantile come mezzo di comunicazione col bambino autistico. In generale, l’effetto tranquillizzante della musica è dovuto ad un aumento dell’attività dell’emisfero destro del cervello, responsabile dell’attività immaginativa e creativa, con diminuzione del lavoro dell’emisfero sinistro, sede del linguaggio, del pensiero razionale e della capacità di calcolo.
Massaggio Il massaggio può essere di aiuto nel trattamento dello stress lieve per la sua azione muscolo-rilassante e stimolante la circolazione locale. Altro effetto importante è quello tranquillizzante del contatto fisico, tale da rievocare ancestrali sensazioni psico-corporee collegate alle cure materne. Fra le svariate tecniche di massaggio ricordiamo lo shiatsu, antica tecnica cinese mirante a “liberare” le energie della persona, attraverso la pressione su determinati punti del corpo. Terapia della luce (Fototerapia, Light-Therapy) La terapia della luce consiste nell'esposizione programmata del paziente ad una luce bianca artificiale molto intensa. La tecnica sembra adatta per il trattamento del disturbo depressivo stagionale, una condizione di depressione lieve aggravata dalla carenza di luce nei mesi autunno-invernali. Una seduta di terapia della luce dura circa 30-40 minuti; il trattamento dura in media 2 settimane. I primi miglioramenti del tono dell’umore possono osservarsi già dopo pochi giorni. Oltre che nel disturbo depressivo stagionale, la light-therapy può essere molto utile nel trattamento di altri disturbi dell’umore (es. depressione post-partum), nel disturbo ossessivo-compulsivo e nei disturbi del sonno. L’intervento può essere usato anche in associazione con la psicoterapia e con la terapia farmacologica. estratto da http://www.stress-e-co.it/
Stress e Ansia Abbiamo già visto come lo stress “negativo” non sia altro che una risposta emotiva a delle particolari situazioni ambientali e intrapsichiche, filtrate attraverso il nostro modo di pensare (sistema cognitivo). Tali risposte emotive di stress possono essere chiamate in modo più preciso: ansia, depressione, rabbia, colpa, ecc. L’ansia è definibile come un’emozione diffusa molto sgradevole, spesso vaga e penosa, di pericolo, di oscura minaccia alla nostra integrità psicofisica. Essa è accompagnata da una serie di risposte fisiche molto diverse da persona a persona, come irrequietezza, tensione muscolare (tremori alle mani, voce tremula), sintomi cardiovascolari (tachicardia, aumento della pressione arteriosa), aumento della sudorazione, sintomi gastrointestinali (nausea, crampi allo stomaco, disturbi intestinali ecc.), difficoltà respiratoria, minzione frequente, ecc.
L'ansia può presentarsi in forma acuta, sotto forma di crisi improvvise ed intense (attacchi di panico) oppure in forma cronica, continua, sotto forma di preoccupazione esagerata ed eccessiva nei confronti di qualsiasi cosa possa accadere (disturbo d’ansia generalizzata). L’ansia è come un segnale di allarme che ci avverte di un pericolo incombente e che ci attiva per prendere adeguate contromisure. Quando si determinerà un comportamento di risposta positivo tendente a ridurre il pericolo, l’ansia sarà funzionale e, quindi, “normale”. Viceversa, quando questa sarà troppo frequente, intensa e durevole, tale da creare un disagio soggettivo che interferisce con le attività sociali e lavorative della persona, sarà disfunzionale o “patologica”, L’ansia va distinta dalla paura e dalla fobia. Mentre l’ansia di solito non è riferibile a qualcosa di preciso, si parla di paura quando essa è collegabile ad un oggetto o una situazione reale ben chiara (paura degli animali, del sangue, ecc.). La paura diventa fobia quando l’ansia dell’oggetto o della situazione è talmente intensa da condurre all’evitamento di quel tipo di stimolo (es. fobia di volare in aereo).
Modernamente, si classificano tre tipi di fobie: - La fobia specifica (o semplice), ossia l’evitamento ansioso di situazioni od oggetti specifici. Abbiamo così le fobie per gli animali, per il sangue, per gli agenti atmosferici (lampi, tuoni, oscurità, ecc.), per le altezze, ecc. - La fobia sociale, ossia la paura esagerata del giudizio negativo altrui. Sono persone che presentano notevoli difficoltà a relazionarsi con gli altri, non si espongono, se ne stanno in disparte. La fobia sociale è in gran parte sovrapponibile alla comune timidezza. Diversi studi hanno dimostrato che i rapporti interpersonali costituiscono una delle principali fonti di ansia-stress. - L’agorafobia. Compare quando una persona che ha avuto ripetute crisi di panico comincia a temere che queste si ripresentino; quindi evita quei luoghi in cui, in caso di ansia improvvisa, sarebbe più difficile fuggire o ricevere aiuto: i posti affollati (cinema, supermercati, mezzi di trasporto), i tunnel, le autostrade, ecc. Perciò queste persone o non escono più di casa o riescono a farlo solo se in compagnia di una presenza “rassicurante” (partner, familiare o amico). Un altro disturbo d’ansia molto importante è il disturbo ossessivo-compulsivo. In questo caso la persona è costantemente assillata da idee molto sgradevoli, che si presentano nella mente in un modo improvviso, ripetitivo e incontrollabile. Un tipico esempio di idea ossessiva è relativa alla perdita dell’autocontrollo: paura di aggredire qualcuno, di ucciderlo, di suicidarsi gettandosi dall’alto, ecc. Frequenti sono il pensiero di sporcarsi, di infettarsi, oppure il “dubbio ossessivo” (dubbio di non avere chiuso il gas, di non avere chiuso bene la porta di casa, ecc.).
Le ossessioni tendono ad invadere sempre più la sfera psicologica, con aumento progressivo dell’ansia. Conseguentemente compaiono le cosiddette compulsioni, ossia comportamenti anch’essi ripetitivi tesi a contrastare l’ideazione ossessiva. Quindi, il paziente ossessionato dall’idea di essere contaminato da germi si laverà molte volte al giorno le mani; la persona in preda al dubbio di non avere chiuso la porta di casa ritornerà indietro compulsivamente molte volte, perdendo anche delle ore, non riuscendo quasi mai a convincersi del tutto che le cose stiano effettivamente a posto. Anche se i comportamenti compulsivi tentano di ridurre l'ansia associata con l'ossessione, in certi casi questa può addirittura aumentare. I disturbi d’ansia in genere colpiscono in eguale misura sia i maschi che le femmine. Fa eccezione il disturbo di panico, che si osserva soprattutto nel sesso femminile. estratto da http://www.stress-e-co.it Siete stressati? L'ansia è una spiacevole sensazione di disagio psicologico, sovente accompagnata da modificazioni somatiche. Trae origine da eventi o situazioni, vissute come minacciose, ma non necessariamente tali in termini oggettivi. A livello psicologico, l'ansia si manifesta con situazioni di irritabilità, inquietudine, difficoltà di attenzione e di concentrazione, pessimismo, sfiducia nelle proprie capacità. Da un punto di vista fisico, le variazioni sono molteplici: interessano, ad esempio, l'apparato gastro-intestinale, cardio-circolatorio e respiratorio. Chi di voi non ha mai provato la fatica a respirare, la cosiddetta "fame d'aria" o ha sentito il "cuore in gola"? Una situazione eccessiva d'ansia determina, inoltre, modificazioni salivari, della temperatura corporea e della tensione muscolare. Anche la sfera sessuale ed il sonno possono risultare alterati. Esprimendosi così, può sembrare che l'ansia sia una condizione necessariamente patologica. In realtà, le cose non vanno proprio in questi termini. Cosa si vuol dire? Che l'ansia non si deve intendere come uno stato sempre negativo; è corretto pensare che un certo livello d'ansia non abbia effetti nocivi, ma attivi positivi comportamenti di adattamento all'ambiente che permetta, cioè, un miglior utilizzo del potenziale psico-fisico, che ciascuno di noi possiede. La grande diffusione del "problema ansia" ha interessato negli ultimi decenni il dibattito scientifico. L'ansia risulterebbe l'espressione di un fenomeno che riconosce, alla sua base, varie componenti: individuali, familiari, genetiche, eventi di vita. Risulta, a questo punto, come l'argomento si presenti particolarmente complesso e di rilievo nella quotidianità della vita.
Dall'ansia allo stress Abbiamo definito l'ansia come una situazione spiacevole di disagio psicologico, sovente accompagnata da modificazioni somatiche. Si è altresì precisato che il fenomeno ansia, particolarmente complesso, trae origine da eventi o situazioni vissuti soggettivamente come pericolosi. Proviamo ora a metterne a fuoco alcuni aspetti. Un primo, fondamentale. L'ansia comporta sempre un certo grado di attivazione: tale situazione è stata definita, negli anni e nei diversi contesti teorici, in modi differenti. Si sente parlare di attivazione, di grado di eccitazione, di "arousal". Tutti termini che vogliono indicare una misura del livello di risposta sia fisica che psichica ad un evento esterno o interno all'individuo, non necessariamente oggettivo. Proviamo con un esempio. Tutti hanno ben presente, almeno nei ricordi, la situazione d'ansia provata nell'attesa di un'interrogazione a scuola o di un colloquio di lavoro. Tale condizione, se mantenuta a certi livelli, non solo non pregiudica il comportamento nella prova, ma addirittura migliora il rendimento, in quanto attivatrice delle risorse individuali. Se, però, l'ansia supera certi livelli, il comportamento ne potrà risultare compromesso o, addirittura, ve ne deriveranno dei danni a livello psicofisico. Un altro esempio, anch'esso bagaglio dell'esperienza di molti di noi. Vi può essere capitato che un banale malessere abbia scatenato fantasie, paure di malattia. Pochi esami clinici o una semplice visita vi hanno tranquillizzato. Ma prima? Quanta ansia... per non parlare di stress, termine inglese, ormai usato ed abusato nel vocabolario ricorrente. In breve, lo si può intendere come uno squilibrio tra le richieste dell'ambiente, le aspettative sia pratiche che affettive e la percezione personale di inadeguatezza o incapacità a farvi fronte. Su quest'ultimo concetto vale la pena di soffermarsi: gli stressor (eventi stressanti) non necessariamente o oggettivamente sono causa di ansia. E' la loro percezione soggettiva quello che conta. Risulta fin troppo chiaro, allora, come sia importante mettere in atto strategie corrette per farvi fronte.
L'ansia si distingue in: - ansia di stato (condizione transitoria dell'organismo, caratterizzata da sentimenti negativi di apprensione. Si manifesta in momenti o situazioni particolari, percepiti come una minaccia); - ansia di tratto (caratteristica relativamente stabile e duratura della personalità. E' la tendenza a valutare determinate situazioni come minacciose e a reagirvi di conseguenza). Lo stress è una condizione derivante da uno squilibrio tra le richieste ambientali e la capacità di risposta. In altre parole, il senso d'inadeguatezza, talvolta soggettivo, a far fronte a tali richieste determina un aumento del livello d'ansia. estratto da Wayfitness.net Introduzione alla Relaxing Music Il concetto di “Relaxing Music” è già noto in senso storico con il significato di musica adatta al rilassamento e cioè capace di favorire un abbassamento di stress e, contemporaneamente, di dare all’ascoltatore il controllo della propria tensione fisica ed emotiva. Già nel passato, la musica è sempre stata indicata per i suoi effetti calmanti sulla mente umana e per l’abilità nel risvegliare ed arricchire lo spirito; lo stress accumulato durante il giorno è originato dalla frenesia delle nostre azioni, dagli orari da rispettare, dal traffico, dai contrattempi, non ultimo, dall’inquinamento acustico. Ogni emissione sonora, sia essa rumore o musica, è l’attuale colonna sonora di ogni nostra giornata e tutto ciò si trasforma in un autentico bombardamento di informazioni acustiche discontinue contribuendo in modo decisivo ad aggravare la condizione di stress. E’ necessario, quindi, che il tipo di musica utilizzato per indurre la condizione di rilassamento sia perfettamente in grado di agire sull’ascoltatore in modo positivo, utilizzando la strategia contraria a quella del caos sonoro. In base agli studi scientifici compiuti non esiste, però, un tipo di musica rilassante “universale” capace di trasmettere calma e pace ad ogni individuo; questo limite è causato dal fatto che ognuno di noi ha una certa formazione e cultura musicale che ci porta inconsciamente a ritenere sgradevoli alcuni generi musicali. E se ciò si verifica, è possibile generare anche un effetto totalmente opposto al significato di relax nonostante vengano applicati i criteri di composizione emersi dagli studi. E’ bene ricordare, infatti, che è la nostra mente, attraverso il cervello, che produce e trasmette il messaggio di “relax” a tutto corpo; e se ad essa non risulta piacevole il tipo di musica non verrà mai raggiunto il traguardo del benessere mentale e fisico.
I parametri generali da poter seguire per indurre il senso di rilassamento possono essere riassunti nella seguenti regola: Diversificare il tipo di musica o produrre brani inequivocabilmente belli per qualunque tipo di orecchio sia esso di formazione “rock”, “classica”, “pop”, o di altro tipo... In ogni caso, i parametri più importanti da rispettare sono riferiti essenzialmente al tempo e al ritmo. Ciò è spiegato dal fatto che il nostro corpo tenta in modo naturale una immediata sincronizzazione con il ritmo musicale (dal battito del piede, al movimento della mano, delle dita, o di tutto il corpo) e tutto questo influisce, attraverso la mente, anche sul ritmo cardiaco. L’ideale battito cardiaco umano rilevato in condizioni di relax è di circa 60 bpm (battiti per minuto) e raggiungerlo significa aprire le porte ad un benessere non solo fisico ma soprattutto mentale; è stato dimostrato che durante questa condizione i risultati di apprendimento e le capacità creative vengono amplificate di molte volte con significativi benefici pratici che permettono anche il recupero di quell’energia vitale apparentemente già esaurita a causa dello stress giornaliero. Addirittura, utilizzando in modo appropriato la musica con alcune terapie mediche naturali è stato possibile curare pazienti affetti da gravi problemi di natura emotiva, da stress, da sconforto, ansie, paure e persino da problemi fisici. Le ricerche condotte in questo più specifico settore diventano, però, di competenza della “Music Therapy” e permettono anche di aiutare la riabilitazione o alleviare le sofferenze di pazienti affetti da più seri handicap. Lo sviluppo di brani “rilassanti” deve essere prevalentemente affrontato con l’uso di tempi che variano fra i 60 e 90 bpm, utilizzando i 60 bpm anche per quei brani indicati per compiere esercizi di respirazione. Stabilita questa costante temporale, si potranno realizzare lunghe atmosfere pacifiche lievemente animate da un piccolo battito ritmico per dare modo all’ascoltatore di “sincronizzarsi” inconsciamente. Lo sviluppo di una appropriata melodia di riferimento stabilirà un diretto “feeling” emotivo e indurrà un piacevole senso di rilassamento. Un brano musicale realizzato nel rispetto di queste indicazioni dalla sensibilità del compositore, potrà piacevolmente impiegato anche per scopi strettamente collegati a quell’aumento di capacità creative e di apprendimento brevemente anticipate in precedenza. Lo studio, il lavoro, le espressioni artistiche saranno, ad esempio, le principali attività che troveranno giovamento se svolte durante l’ascolto di tali brani. Seguirà, ovviamente, il meritato relax...! estratto da Cybertraks.it

giovedì 25 giugno 2009

Cosa succede quando ci rilassiamo o meditiamo

Cosa succede quando ci rilassiamo o meditiamo
Tutto e' suono. E tutto influenza e viene influenzato dalla propria natura: che e' suono. Chi, tra di voi, non passa momenti di melanconia, di tristezza, di sfiducia?... In quel momento, i neuroni del vostro cervello si trovano sottoposti a distonie e irregolarita' vibratorie, nei loro circuiti elettromagnetici. Immergendovi nella musica "alfa", che lo vogliate o no, le vostre onde cerebrali saranno "costrette" a sincronizzarsi sulla giusta pulsazione e ogni vostro neurone, per il noto fenomeno scientifico della "risonanza", si "riadattera'" al ritmo che gli viene proposto: quello delle onde "alfa" o "alpha". Ma, non solo. Quando cesserete di ascoltare il brano, e tornerete alle vostre usuali occupazioni, le vostre cellule cerebrali conserveranno (abbastanza a lungo) - sempre che lo vogliate, oppure no - quel ritmo di serenita' e di armonia, appartenente alle onde alfa (in questo caso). Cosa succede quando ci rilassiamo Il corpo si riposa, si ripara, elimina tossine e tensioni, il sistema immunitario si rinforza, le emozioni si calmano ed il cervello/mente comincia a produrre delle onde cerebrali diverse da quelle dell'attivita' ed estremamente benefiche (misurabili con l'elettroencefalografo); sono le onde alpha (in molto casi anche theta). In questo gradevolissimo stato i sensi, le percezioni esterne ed interne aumentano e cominciano a funzionare in modo nuovo. Inoltre il rilassamento ci consente un maggior controllo su corpo e mente aumentando le capacita' di apprendere in modo naturale e piacevole. Studi recenti sostengono che per un apprendimento duraturo servano certe sostanze che rilasciamo quando ci divertiamo. Infatti in questo stato il sistema nervoso libera delle piacevoli sostanze chiamate "endorfine"; le stesse sostanze che vengono liberate per calmare il dolore, dopo un allenamento sportivo o durante l'attivita' sessuale. Il rilassamento subliminale non ottunde in alcun modo le facolta' intellettive. Al contrario, stimola la creativita', la memoria e l'integrazione fra le funzioni intuitive e le funzioni logiche della mente. Gli effetti di questa tecnica sonora e i suoi benefici si basano sull'esperienza concreta e su uno studio multiculturale durato piu' di 15 anni, in cui sono intervenuti volontariamente migliaia di soggetti. Ci auguriamo veramente che questo metodo divenga uno strumento efficace per farvi scoprire le forze nascoste dentro di voi, dandovi lo stimolo necessario per concedere una pausa, uno spazio di rigenerazione alla parte piu' profonda e sconosciuta di voi stessi. Cosa succede quando meditiamo da: Meditazione per tutti, Franca Silvani, Edizioni Gruppo Futura Il nostro cervello può lavorare a diverse frequenze, cioè secondo onde più o meno ampie e rapide. La frequenza della sua attività di veglia, cioè quella per noi più normale, quando siamo svegli, pienamente coscienti e stiamo svolgendo qualche normale attività, si chiama Beta. A questo livello percepiamo attraverso i sensi fisici. Le onde cerebrali prevalenti sono piccole, brevi, ravvicinate, mal sincronizzate, denotano piena attività a tutti i livelli. E' lo stato della coscienza e conoscenza oggettiva, il nostro cervello lavora ad una frequenza vibratoria di 20 cicli al secondo, è ricettivo alle stimolazioni provenienti dal mondo fisico, le seleziona, cataloga, elabora e applica. Con il rilassamento il ritmo della nostra attività cerebrale rallenta, le onde cerebrali diventano più distanti, ampie, lente e meglio formate. A volte possono avere anche punte di frequenze diverse, dovute ad alternanze di livello causate da un andamento di abbandono e di resistenza al sonno. Sono le onde cosiddette Alfa, che hanno una frequenza tra 8 e 13 cicli al secondo. A questo livello la coscienza è vigile, ma l'attività fisica e la percezione degli stimoli estemi è ridotta al minimo, il corpo è rilassato. Siamo ancora in contatto con il mondo che ci circonda, ma la nostra attenzione è altrove. A questo livello basta un rumore o uno stimolo di qualsiasi tipo, perché la persona apra gli occhi e torni al livello Beta. E' lo stato che proviamo nel dormiveglia e al risveglio, possono apparire delle immagini legate a situazioni precedenti o future. Possiamo trovarci spontaneamente a questo livello immaginativo anche mentre stiamo facendo qualche attività meccanica, automatica, che non richiede tutta la nostra "attenzione", quindi in quei momenti una parte del nostro cervello si sposta altrove. In queste situazioni ci capita di "fantasticare" ricevendo comunicazioni e intuizioni. Un rilassamento ancora più profondo porta il nostro cervello al livello Theta, con una frequenza di 5-6 cicli al secondo. Le onde cerebrali sono più lente e ampie. Il cosciente sta perdendo importanza, l'inconscio si sta impadronendo della situazione e domina i processi biologici, il subconscio sta aprendo la porta di comunicazione con il conscio. E' il livello del sonno profondo e del sogno. Siamo in un'altra dimensione, dove è attiva una coscienza diversa che usa organi di percezione diversi. E, se ci pensate bene, è uno stato reale quanto quello di veglia. Attraverso il sogno svolgiamo una vita molto intensa, anche se ne ricordiamo poco, senza limiti spazio-temporali, in cui continua la nostra istruzione e fonnazione, che in certi casi chiamiamo "ispirazione". Presso i popoli antichi il sogno era un potente mezzo di terapia e di conoscenza. Lo si usa anche ai giorni nostri, ma con valenze diverse. Aumentando ancora di più il rilassamento si arriva alle onde Delta, che hanno una frequenza di 3-4 cicli al secondo, sono molto più lente, Il cosciente è inibito, l'inconscio mantiene le attività vitali dell'organismo al minimo e il subconscio si è aperto totalmente. E' il livello del sonno senza sogno, dove la conoscenza è considerata di tipo intuitivo. Questo stato di coscienza, con le sue "intuizioni" superiori, viene anche chiamato "estasi". Questa condizione si produce perché le cellule hanno una memoria che le induce a ridurre l'attività cosciente mano a mano che si attivano gli altri corpi mentali: inconscio e subconscio. Con le tecniche di Meditazione possiamo raggiungere questi livelli volontariamente, da soli o con una guida, che è preferibile avere vicino soprattutto per i livelli più profondi. Ogni essere umano, qualunque sia il suo livello evolutivo, nel sonno e nel sogno può entrare spontaneamente in contatto con dimensioni superiori e ricevere ispirazioni o intuizioni. Ogni uomo con la Meditazione può favorire questo contatto, fino a riuscire a controllarlo volontariamente. Alcuni uomini hanno doti particolari per cui entrano in contatto spontaneamente con queste dimensioni anche durante il normale stato di veglia, per esempio gli artisti, i creativi di ogni genere. L'intuizione arriva quando si è in contatto con il progetto divino e si conoscono le cose senza poter dire come e perché le sappiamo, ma le sappiamo. A volte, specialmente quando incominciarno a rendercene conto, ci è difficile accettarla, ma dobbiamo imparare ad affidarci sempre di più all'intuizione, perché è la forma di dialogo più diretta con il divino. La Meditazione ci aiuta a mettere ordine nei nostri dubbi e nelle nostre resistenze. Effetti della Meditazione Abbiamo visto che gli effetti e il valore della Meditazione dipendono dalle nostre motivazioni. La Meditazione per se stessa è un cammino di conoscenza e crescita psico-spirituale. Ha la funzione di metterci in contatto consapevole con altre dimensioni e con il divino per un dialogo costante e continuo atto a migliorare la vita nostra, di chi ci circonda, dell'intera umanità, nonché di tutto il pianeta. La Meditazione, già dagli esercizi preparatori, produce degli effetti pratici positivi. Così sono nate delle correnti moderne che focalizzano la loro attenzione principalmente su tecniche che portano ad ottenere effetti pratici, trascurando quello che dovrebbe essere il vero scopo della Meditazione classica. Tra gli effetti della Meditazione noterete un generale miglioramento psico-spirituale e la diminuzione di tensioni, angosce, ansie e paure. Questo porta ad affrontare i problemi del quotidiano con più equilibrio,quindi con effetti migliori e facilmente ridurrete l'uso di farmaci e tranquillanti. Anche lo stress e tutti i disturbi ad esso connesso traggono innegabili benefici dalla Meditazione. Infatti, già le respirazioni iniziali ed il rilassamento danno sollievo allo stress in quanto staccano i carichi e gli stimoli eccessivi, che causano il sovraccarico di tensioni e permettono alle nostre batterie di ricaricarsi. Al di là di esercizi specifici finalizzati a scopi precisi, la Meditazione allenta le tensioni di corpo, mente e spirito, riducendo anche i dolori, specialmente quelli dovuti a tensioni. Dal momento che riduce le tensioni psico-emotive, la Meditazione influisce beneficamente anche sulle dipendenze (fumo, alcool, droga, ecc.). Tra gli effetti benefici, oltre a quelli menzionati, potrete notare un aumento del vostro rendimento, della vostra creatività, non solo artistica, ma anche nel trovare soluzioni, nel sapervela cavare in ogni circostanza. Sarete più intraprendenti e prenderete più iniziative, ma con una maggiore chiarezza mentale e ponderatezza e trovando le qualità che prima vi mancavano e vi portavano ad insuccessi, frustrazioni e stress. Anche memoria ed apprendimento non saranno più un problema. La Meditazione per studenti e sportivi ha dimostrato una efficacia veramente sorprendente. Miglioreranno anche quelle che vengono considerate facoltà paranormali. Con la Meditazione possiamo trovare quella parte di noi che non può essere attaccata da nessuna malattia, che ci fa sentire al di sopra di ogni malattia.

Musica, Stress e Benessere

Musica, Stress e Benessere
Da una ricerca fatta su un gruppo di bambini tra i 4 e i 6 mesi a due diversi tipi di ascolto musicale, risultava che più l'armonia musicale era perfetta (HRM), maggiore era la calma e la tranquillità, la serenità e l'attenzione. Le esecuzioni dissonanti erano invece accompagnate da nervosismo, irritazione e pianto. E' l'ennesima prova che fin dalla nascita il cervello dell'uomo accentua il suo stato di benessere sotto l'effetto di musiche armoniose. Se interrompessimo la nostra giornata attiva e lavorativa con due brevi momenti (10/15 minuti circa) dedicati all'ascolto di particolari musiche (HRM), accompagnandolo con semplici esercizi respiratori e mentali, saremo in grado di accettarci meglio e accetteremo meglio gli altri, a livelli di stress molto più bassi ed accettabili. La musica aiuta ad eliminare progressivamente stati di nervosismo, di ansia, angoscia, difficoltà di ordine psicosomatico come cefalee, stanchezze muscolari. La musica si indirizza direttamente al corpo, ai sensi, allo spirito. Certe musiche classiche e "newage" sono elementi determinanti per combattere lo stress. Lo stress può essere definito un'intensa reazione emozionale a degli stimoli esterni che mettono in moto delle risposte fisiologiche. In questa risposta il sistema neurovegetativo interviene attraverso la stimolazione nervosa della midollare del surrene che immediatamente mette in circolo una scarica di adrenalina e noradrenalina. Queste catecolamine determinano l'aumento della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa, del ritmo respiratorio, alterano cioè l'equilibrio dei ritmi di alcune funzioni vitali. Inizia così la discesa verso il disagio che giorno per giorno si aggrava perchè ci trova sempre più fragili e indifesi. Un certo livello di stress ci fa entrare in una curva di benessere e aumenta le nostre capacità di prestazione psicofisica. “La totale assenza di stress è morte”. Oltre un certo limite con l'aumentare dell'intensità degli stimoli e quindi del livello di stress, inizia, come si diceva, lo stato di sofferenza. Il senso di benessere fisico e mentale che la musica produce è mediato anche dall'azione delle beta-endorfine, oppioide endogeno che agisce sulla linea emozionale piacere/dolore, la cui produzione è stimolata anche dalla musica. L'ascolto di una musica appropriata, accompagnata da una serie di esercizi di respirazione, ha il potere di rallentare alcuni ritmi vitali, con la conseguenza di migliorare la percezione del nostro corpo. Si sviluppa così un nuovo sentimento di sicurezza interiore, che facilita la comunicazione interpersonale. La musica è la struttura dinamica che consente di stimolare, adoperare e controllare il flusso delle immagini che si sviluppano durante l'ascolto. La musica ha una sua forte carica simbolica. Lo stato di stress è amplificato da quelle forme d'ansia che ci prendono quando siamo assillati da un pensiero ripetitivo, circolare, chiuso, da cui non troviamo una via d'uscita, siamo incapaci di attuare un cambiamento. La musica, con la sua struttura dinamica e con le sue capacità di superare la logica e la razionalità, spezza questo circolo vizioso e angosciante, poiché mette in moto le energie inconsce della fantasia e dell'immaginazione. La musica classica svolge un ruolo di primo piano. Le sue armonie e melodie fanno parte di un grande disegno equilibrato ed unitario. Chi ascolta deve abbandonarsi alla musica, dimenticando sia la logica che i canoni estetici abituali, deve semplicemente essere attento al flusso di immagini e di sentimenti psicologicamente significativi. Per indirizzare al meglio l'attenzione verso la musica e la interiorità, è necessario concentrarsi per alcuni minuti sul corpo e sul respiro. Chiudere gli occhi, respirare lentamente e profondamente. All'inizio limitarsi ad ascoltare il respiro, seguendone il ritmo e il suono. Cercare di visualizzare l'aria che entra ed esce dalle narici. Quando il respiro è diventato regolare, provare a percepire la quantità di tensione che esce dal corpo a ogni espirazione. Essere coscienti di espellere la tensione attraverso il respiro. A questo punto far partire la musica e far assumere una forma di immagine al problema che in quel momento sembra rappresentare la causa scatenante la situazione di stress. L'immaginazione è un formidabile strumento anti stress; l' immaginazione rafforza la capacità di concentrazione, di memoria, facilita l'ingresso alla dimensione positiva dell'esistere, consente ai nostri due emisferi cerebrali di lavorare in sintonia, cercare di limitarsi a concentrarsi sulle sensazioni tattili e cinestetiche della musica, ponendosi qualche domanda apparentemente banale. In quale parte del corpo avverto una vibrazione o un formicolio prodotto dalla musica? Provo sensazione di freddo, caldo, provo piacere, dolore? Mi sento stanco, triste, allegro, energico? Se il desiderio di cambiamento è forte e si vuole che accada qualcosa di nuovo, visualizzate del tutto o anche solo un particolare di quel qualche cosa di nuovo. Se non si è in grado di visualizzare l'oceano, visualizzare una conchiglia che collegherà col mare. Provare a far accadere qualcosa di nuovo mentalmente. Non dimenticarsi di controllare ogni tanto il respiro, perchè sia lento e regolare. Non cercare di capire o di trovare dei legami logici. Occorre essere totalmente slegati dalla mente, perchè sarà la musica a condurre dove andare. Quando la musica finisce, assaporare il silenzio e cercare di cogliere le vibrazioni del corpo. LA MUSICA E' UN CANALE PRIVILEGIATO DI COMUNICAZIONE ED ESPRESSIONE Vi sono tantissimi esempi che testimoniano l'influenza della musica sulle piante e sugli animali; si è visto che il mais germoglia in maniera più rapida e rigogliosa nelle serre in cui viene trasmessa costantemente musica, che la produzione di latte nelle mucche diminuisce sensibilmente nelle zone prossime agli aereoporti dove il rumore è eccessivo ed aumenta invece se viene trasmessa musica classica (in particolare W.A. Mozart). Riepilogando: il musicista esperto trasferirebbe le funzioni cerebrali connesse alla musica dall'emisfero destro, responsabile dell'ascolto gestaltico, non scomponibile, appreso dall'individuo per ciò che esso significa per lui, all'emisfero sinistro, coinvolto invece nell'ascolto dettagliante. Lo stesso linguaggio della parola ritrova nel cervello destro la prosodia, cioè la cadenza, e il coinvolgimento emozionale. Si fa notare come in alcune lingue orientali il significato della parola può addirittura variare in funzione dell'intonazione della voce. La musica pervade fin dal mondo fetale l'uomo sia attraverso la voce materna che i ritmi biologici, soprattutto quelli del cuore e del respiro. UDIRE costituisce un fenomeno periferico legato all'orecchio, mentre SENTIRE presuppone l'intervento del talamo (relais sensitivo per eccellenza), e ASCOLTARE necessita delle funzioni corticali superiori in toto. Non suonare rigidamente, sforzarsi di equilibrare i sistemi piramidale ed extrapiramidale, avendo quest'ultimo un ruolo determinante nel rendere fluidi i movimenti (es. morbo di Parkinson, patologia a carico del sistema extrapiramid.) Il sistema nervoso raccoglie le informazioni sensibili, le trasmette, le analizza in un corpo che è cassa di risonanza. Gli stimoli sonori arrivano in noi per diverse strade: dal sistema uditivo, dal sistema di percezione interna per mezzo delle vie nervose, dal tatto con la percezione delle vibrazioni degli strumenti musicali, dalla vista per mezzo della quale il suono penetra come un simbolo prima di essere convertito nella mente in suono. La trasmissione può avvenire mediante 3 processi: la conduzione lungo un nervo, la diffusione di una sostanza chimica o attività inibitrice o eccitante. Lo stimolo acustico trasmesso dal nervo acustico raggiunge il talamo che filtra l'informazione. Se il talamo consente il passaggio dell'informazione, esso viene portato nel lobo temporale dove il suono musicale viene “intellettualizzato”. Questi centri sono in prossimità e collegati con quelli del linguaggio (area di Broca). Per via ematica il collegamento è con i nuclei ipotalamici e con la ghiandola celebrale dell'ipofisi, situata sotto il Talamo, per mezzo di sostanze chimiche che arrivano come secreti del Diencefalo (base del cervello) che è il più grande centro neurovegetativo dell'organismo, che reagisce alle informazioni chimiche emesse dal sistema del Simpatico e Parasimpatico che regolano la vita vegetativa autonoma che è indipendente dalla nostra volontà. L' ipofisi sollecitata secerne nel sangue delle sostanze dette “stimoline” dirette alle ghiandole endocrine, agli organi-bersaglio fegato-reni. Le informazioni date dal suono musicale vengono decodificate e trasmesse all'altro emisfero cerebrale, a livello della corteccia motoria che comanda i muscoli o gli organi interessati per mezzo dei nervi, trasmettendo l'ordine motorio attraverso il midollo spinale. Nell'emisfero di SINISTRA sono site aree come quelle della logica, del relazionale, dei simboli, delle cifre e della melodia musicale; in quello di DESTRA l'aspetto creativo, intuitivo, emozionale, artistico. Il cervello funziona come un “calcolatore” su 3 sistemi : binario, ternario e su base 5. Nelle regioni posteriori del cervello si sovrappongono la sensibilità uditiva, cutanea e propriocettiva. L'area del sistema limbico ha la particolarità di accumulare memorie e di essere il luogo delle nostre emozioni. Funziona in modo quasi indipendente dal 1° cervello, quello arcaico soprannominato ”rettileo” che dà origine ai comportamenti primitivi. Lo stimolo sonoro perviene simultaneamente al centro del talamo e della corteccia cerebrale, che sono connessi con meccanismi di “andata e ritorno”, il che consente di mettersi in contatto col paziente anche quando la sua coscienza è alterata da fattori psicologici o psichici, tali da ridurlo all'isolamento. Possiamo, a questo punto, affermare che: il senso musicale vero e proprio risiede nel lobo fronto-temporale destro. tutto ciò che in musica è in relazione con il linguaggio risiede nel lobo temporale-sinistro. il riconoscimento dei ritmi musicali è affidato ai 2 emisferi cerebrali. solo a livello della corteccia cerebrale il messaggio musicale è ricevuto, decodificato e integrato. Tramite l'effetto “diapason”, si entra in vibrazione quando si vibra sulla stessa lunghezza d'onda del suono; le vibrazioni sono captate dall'orecchio interno, penetrano a varie profondità a seconda della loro frequenza e il loro effetto è di inibire oppure tonificare l'attività cellulare (similmente alla teoria degli effetti dell'agopuntura). Le cellule entrano in oscillazione e si ripristina quell'equilibrio mancante. Ciò spiega come i centri nervosi e i vari organi vengono “irradiati” da note e accordi (HRM), quando si pone uno strumento emanatore di accordi su una parte del nostro corpo. con estratti di Asturaro Dario Giovanni, adattamento di Alan Perz

Sincronizzazione cerebrale e Coerenza

Sincronizzazione cerebrale e Coerenza Le ricerche sulla Coerenza e la Sincronizzazione cerebrale (tratto dal capitolo ottavo del libro di Nitamo Montecucco: Cyber - la Visione Olistica) http://www.globalvillage-it.com/pianeta/nuovascienza/scienza5.htm Nella nostra epoca l'uomo ha perso ideologicamente la strada... La scienza si è spinta troppo oltre nel distruggere la fiducia dell'uomo nella sua grandezza spirituale... e gli ha istillato la convinzione di essere semplicemente un insignificante animale, che si è evoluto per caso e necessità in un altrettanto insignificante pianeta, sperduto nella grande immensità del cosmo... Noi dobbiamo renderci conto dei grandi misteri della struttura materiale e del funzionamento dei nostri cervelli, della relazione tra cervello e mente e della nostra immaginazione creativa. Sir John Eccles, Nobel per la neurofisiologia Esperimenti sugli stati della coscienza Il cervello è l'interprete della coscienza. Ippocrate Il fatto che gli anni Novanta siano stati dichiarati dalla comunità scientifica internazionale il "Decennio del Cervello" può essere particolarmente significativo ricordando quanto sosteneva Roger Sperry, ossia che la scienza studiando il cervello in realtà intende addentrarsi nella comprensione della coscienza. Dagli inizi di questo decennio ho cercato, con le mie ricerche sulla coerenza cerebrale, di dare un personale contributo sperimentale alla comprensione della psicosomatica e degli stati di coscienza più elevati. Queste ricerche sono ancora in una fase iniziale di studio, quindi non sono ancora confermate da una seria e approfondita sperimentazione: tuttavia sembrano confermare con evidenza l'ipotesi psicosomatica olistica. Queste ricerche hanno permesso di scoprire quattro fenomeni che aprono nuovi scenari alla neuropsicofisiologica, che così riassumiamo. Le quattro scoperte sulla coerenza neuropsichica
1) La prima scoperta è relativa all’esistenza di una correlazione tra la coerenza tra le onde elettroencefalografiche tra i due emisferi e la salute psicosomatica. L’osservazione di più di un migliaio di pazienti evidenzia che le onde elettroencefalografiche dei due emisferi possono essere più o meno coerenti in relazione al loro livello di integrità psicofisica: alti valori sono correlati a stati di salute, bassi valori sono correlati a stati di depressione psicofisica. Il valore di coerenza viene interpretato come indicatore generale della comunicazione e integrazione tra i due emisferi e tra le differenti aree funzionali del cervello (tre cervelli). Il campo principale di applicazione di questa scoperta è in medicina psicosomatica, come quantificazione globale dello stato di salute.
2) La seconda scoperta è quella degli "stati armonici ad altissima coerenza", caratteristici dei momenti di intensa creatività, di profondo benessere e degli stati di meditazione. La coerenza media durante le sessioni di meditazione è alta, tendente al 95-100%. La coerenza media di un gruppo di meditanti dopo una sessione di meditazione è significativamente più elevata della loro media prima della sessione. Due ricerche del 1990 e 1991 hanno permesso di scoprire che, in stati di meditazione, le onde cerebrali (oltre ad essere ad elevata coerenza) possono generare un’unica onda armonica, con picchi regolari o a forma di onda sinusoidale, spesso stabile per decine di minuti, come se tutte le differenti frequenze dei vari centri cerebrali diventassero coerenti e iniziassero a "suonare un’unica sinfonia comune" indice di profondo benessere psicofisico. Questa seconda scoperta trova la sua principale applicazione nell'ambito dello sviluppo del potenziale umano come quantificazione dello stato evolutivo individuale.
3) La terza scoperta è relativa alla "coerenza intercerebrale", ossia alla "sincronizzazione interpersonale". I cervelli di coppie di persone vicine, che normalmente sono caratterizzati da onde completamente indipendenti e non coerenti, possono sincronizzarsi tra loro anche a livelli molto alti. Questi dati sono stati da me rilevati e quantificati con una serie di esperimenti su coppie svolti nel 1991 e 1992, analizzando i valori di coerenza tra i loro emisferi destri e sinistri. La ricerca ha evidenziato un'inaspettata comunicazione tra persone vicine, con punte di sincronizzazione tra cervelli superiori al 90%. Questa scoperta dimostra scientificamente una "comunicazione sottile" tra persone e permette di quantificare fenomeni come l'affetto di coppia, l'empatia, il feeling e la telepatia.
4) La quarta scoperta, strettamente derivata dalle terza, è relativa alla "sincronizzazione collettiva", ossia all'esistenza di un "campo di coerenza collettivo" tra persone in gruppo. Una serie di esperimenti, iniziati nel 1994, su gruppi di 12 persone, prima e durante una sessione di meditazione, hanno evidenziato un aumento della coerenza tra le onde EEG dei cervelli di persone vicine durante la fase di meditazione, con valori che hanno superato il 60% con punte massime che hanno raggiunto l'82%. E' la prima dimostrazione scientifica dell'esistenza di un "campo di coscienza collettiva". Questi dati permettono di comprendere le basi scientifiche della "telepatia collettiva", della cooperazione o delle difficoltà di relazione all’interno di gruppi di lavoro, classi scolastiche, società. Brain Olotester: alta tecnologia per l'evoluzione La coscienza non è riducibile a eventi neurali. Il significato del messaggio non sarà mai trovato nella chimica dell'inchiostro. Roger Sperry, Nobel per la neurofisiologia Le ricerche e le scoperte sulla coerenza e la sincronicità cerebrale sono state rese possibili grazie al Brain Olotester. Il Brain Olotester è uno strumento specificatamente studiato per l'analisi e la quantificazione dell'attività cerebrale al fine di avere informazioni sugli stati di coscienza e sulla situazione psicosomatica della persona. Il Brain Olotester non cerca di ridurre la coscienza ad eventi neurali, al contrario cerca di amplificare e interpretare globalmente i dati delle attività cerebrali per cogliere il significaro del messaggio che viene dalla coscienza. Il Brain Olotester è un elettroencefalografo computerizzato, costruito secondo gli standard internazionali, capace di scomporre, con la "trasformata di Fourier", le onde cerebrali in 64 bande e di visualizzarle a colori sul monitor di un qualsiasi personal computer IBM compatibile. ... http://www.amadeux.net/sublimen/dossier/sincronizzazione_cerebrale_emisferica_coerenza.html

martedì 23 giugno 2009

Le soglie di percezione di N.F.Dixon

Le soglie di percezione di N.F.Dixon (Dixon Norman Frank, Subliminal perception the nature of a controversy) da http://www.sublimen.com/ Per quantificare l'energia di uno stimolo in rapporto ad altri, immaginiamolo percorrere una linea continua (vedi figura) partendo da un'estremita' dove non ha alcuna energia e quindi non viene percepito, fino ad arrivare all'altra, dove l'energia e' molto intensa, a un punto tale che qualunque individuo ne ha immediata percezione. Secondo gli studi dell'inglese N.F. Dixon, esistono tre soglie critiche lungo questa linea continua, oltrepassando le quali la percezione e la reazione di un soggetto di fronte allo stimolo si modificano: la soglia di percezione cosciente, la soglia assoluta di percezione cosciente e la soglia fisiologica. La soglia di percezione cosciente Al di sopra della soglia di percezione cosciente lo stimolo e' molto forte, quindi il soggetto e' perfettamente conscio della sua presenza. Egli lo percepisce chiaramente e puo' reagire di conseguenza. Questo e' cio' che, nella nostra vita quotidiana, consideriamo il modo di percezione abituale. Per sua natura questa soglia puo' variare da un individuo all'altro o da un momento all'altro nello stesso soggetto. Essa dipende da un diverso grado di attenzione, che puo' essere influenzata dalla stanchezza, dall'eta', dalla sensibilita' dei diversi organi sensoriali o dalla presenza simultanea di altri stimoli. Sopra la soglia di percezione cosciente, lo stimolo possiede sufficiente energia per provocare nello stesso tempo sia la risposta che la relativa rappresentazione cosciente. In questo caso l'individuo, consapevole dello stimolo, interviene facilmente reagendo per mezzo dei suoi processi intellettuali coscienti e quindi della sua volonta', cosa non possibile nel caso di percezione subliminale. La risposta dell'individuo puo' dunque essere completamente differente a seconda che lo stimolo lo raggiunga a livello subliminale (precosciente) o superliminale (cosciente). La soglia assoluta di percezione cosciente Sopra questa soglia, ma sotto la soglia di percezione cosciente, sono situati gli stimoli troppo deboli per essere percepiti coscientemente. Pur non essendo abbastanza forti perche' il soggetto le percepisca spontaneamente, essi hanno comunque un'intensita' sufficiente per farsi riconoscere nel momento in cui l'attenzione viene spostata su di essi. Chi di noi non ha una sveglia sul comodino di cui non percepisce piu' il ticchettio, se non nel momento in cui volontariamente vi pone l'attenzione? Dixon definisce la soglia assoluta di coscienza come il piu' debole livello d'energia entro il quale un individuo puo' sentire o vedere uno stimolo. La soglia fisiologica Al di sopra di quella che e' definita la soglia fisiologica, ma sotto il livello assoluto di percezione cosciente, si trovano gli stimoli di intensita' troppo debole per essere recepiti dalla coscienza, sia volontariamente che involontariamente. Per contro, questi stessi stimoli possono comunque portare a una risposta sensoriale o neuronale responsabile di un effetto fisiologico o di una modificazione osservabile del comportamento. Per fare un esempio, relativamente frequente, si puo' citare la percezione incosciente di una musica che in effetti non e' udibile; ma che raggiunge la coscienza sotto forma di canticchiare spontaneo, non intenzionalmente voluto. Gli stimoli la cui intensita' e' talmente debole da non produrre nessuna reazione sensoriale si considerano sotto la soglia fisiologica, la' dove qualsiasi tipo di percezione e' completamente assente. Questa e' la zona del "grande silenzio", alla cui soglia l'uomo si e' sempre fermato. Sotto la soglia fisiologica lo stimolo non puo' avere risposta. Sopra la soglia fisiologica ma sotto la soglia di percezione cosciente, lo stimolo possiede sufficiente energia per essere captato dagli organi di senso e produrre una risposta, ma questa energia e' comunque insufficiente per raggiungere la coscienza. E' questa la zona di "percezione subliminale" in senso lato. Quello che importa rilevare qui e' la capacita' dello stimolo di evocare una risposta, senza essere peraltro diventato cosciente; risposta sulla quale pero' l'individuo difficilmente potra' intervenire per mezzo dei suoi processi intellettuali coscienti. http://www.amadeux.net/sublimen/dossier/soglie_percezione.html

Onde cerebrali, Risonanza e Chakra

Onde cerebrali, Risonanza e Chakra
Nel corso della nostra vita quotidiana tutti noi sperimentiamo diversi "stati di coscienza". Per esempio, nell'arco di una giornata, tra la luce del mattino e il buio della notte, ci muoviamo da uno stato ordinario di veglia ai diversi stadi del sonno. Ma anche gli stati di coscienza "straordinari" fanno parte della nostra comune esperienza: quando ci sentiamo particolarmente "creativi", insolitamente "intuitivi", eccezionalmente "lucidi", profondamente "rilassati". Ordinari, o straordinari che siano, tutti gli stadi della nostra coscienza sono dovuti all'incessante attivita' elettrochimica del cervello, che si manifesta attraverso "onde elettromagnetiche": le onde cerebrali, appunto. La frequenza di tali onde, calcolata in 'cicli al secondo', o Hertz (Hz), varia a seconda del tipo di attivita' in cui il cervello e' impegnato e puo' essere misurata con apparecchi elettronici. Gli scienziati suddividono comunemente le onde in "quattro bande", che corrispondono a quattro fasce di frequenza e che riflettono le diverse "attivita' del cervello".
Onde delta Hanno una frequenza tra 0,5 e 4 Hz e sono associate al piu' profondo rilassamento psicofisico. Le onde cerebrali a minore frequenza sono quelle proprie della mente inconscia, del sonno senza sogni, dell'abbandono totale. In questo senso vengono prodotte durante i processi inconsci di autogenerazione e di autoguarigione.
Onde theta La loro frequenza e' tra i 4 ed i 8 Hz e sono proprie della mente impegnata in attivita' di immaginazione, visualizzazione, ispirazione creativa. Tendono ad essere prodotte durante la meditazione profonda. Il sogno ad occhi aperti, la fase REM del sonno (cioe', quando si sogna). Nelle attivita' di veglia le onde theta sono il segno di una conoscenza intuitiva e di una capacita' immaginativa radicata nel profondo. Genericamente vengono associate alla creativita' e alle attitudini artistiche.
Onde alfa Hanno una frequenza che varia da 8 a 14 Hz e sono associate a uno stato di coscienza vigile, ma rilassata. La mente, calma e ricettiva, è concentrata sulla soluzione di problemi esterni, o sul raggiungimento di uno stato meditativo leggero. Le onde alfa dominano nei momenti introspettivi, o in quelli in cui più acuta è la concentrazione per raggiungere un obiettivo preciso. Sono tipiche, per esempio, dell'attività cerebrale di chi è impegnato in una seduta di meditazione, yoga, taiji.
Onde beta Hanno una frequenza che varia da 14 a 30 Hz e sono associate alle normali attivita' di veglia, quando siamo concentrati sugli stimoli esterni. Le onde beta sono infatti alla base delle nostre fondamentali attivita' di sopravvivenza, di ordinamento, di selezione e valutazione degli stimoli che provengono dal mondo che ci circonda. Per esempio, leggendo queste righe il vostro cervello sta producendo onde beta. Esse, poi, ci permettono la reazione più veloce e l'esecuzione rapida di azioni. Nei momenti di stress o di ansia le beta ci danno la possibilita' di tenere sotto controllo la situazione e dare veloce soluzione ai problemi. Il fenomeno della risonanza Nel 1665 il fisico e matematico olandese Christiian Huygens, tra i primi a postulare la teoria ondulatoria della luce, osservo' che, disponendo a fianco e sulla stessa parete due pendoli, questi tendevano a sintonizzare il proprio movimento oscillatorio, quasi "volessero assumere lo stesso ritmo". Dai suoi studi deriva quel fenomeno che oggi chiamiamo 'risonanza'. Nel caso dei due pendoli, si dice che uno fa risuonare l'altro alla propria frequenza. Allo stesso modo e per lo stesso principio, se si percuote un diapason, che produce onde alla frequenza fissa di 440 Hz, e lo si pone vicino a un secondo diapason 'silenzioso', dopo un breve intervallo quest'ultimo comincia anch'esso a vibrare. La risonanza puo' essere utilizzata anche nel caso delle onde cerebrali. Studi che si sono serviti dell'elettroencefalogramma hanno mostrato un' evidente correlazione tra lo stimolo che proviene dall'esterno e le onde cerebrali del soggetto in esame. Inizialmente, le ricerche in questo campo utilizzavano soprattutto la luce; poi, si e' passati ai suoni ed alle stimolazioni elettromagnetiche. Cio' che si e' osservato e' che se il cervello e' sottoposto a impulsi (visivi, sonori o elettrici) di una certa frequenza, la sua naturale tendenza e' quella di sintonizzarsi. Il fenomeno e' detto 'risposta in frequenza'. Per esempio, se l'attivita' cerebrale di un soggetto e' nella banda delle onde beta (quindi, nello stato di veglia) e il soggetto viene sottoposto per un certo periodo a uno stimolo di 10 Hz (onde alfa), il suo cervello tende a modificare la sua attivita' in direzione dello stimolo ricevuto. Il soggetto passa dunque ad uno stato di rilassamento proprio delle onde alfa.
I due emisferi cerebrali Il cervello umano e' suddiviso in due emisferi: destro: - sintetico (comprende l'insieme delle parti), concreto, spaziale (coglie le relazioni nello spazio), intuitivo (usa sensazioni e immagini), analogico (usa le metafore), irrazionale, olistico (percepisce le strutture di assieme), atemporale e non-verbale. E' la sede delle attivita' creative, della fantasia. sinistro: - analitico (comprende i dettagli), astratto (giunge all'interno, partendo dal dettaglio), lineare (lavora in ordine sequenziale), Logico, numerico, razionale, simbolico, temporale, verbale. E' la sede di tutte quelle attivita' che coinvolgono il linguaggio, la scrittura, il calcolo. I due emisferi sono uniti da una lamina orizzontale di fibre nervose, il cosiddetto "corpo calloso". Ogni emisfero ha competenze proprie: l'occhio sinistro, l'orecchio sinistro e tutta la parte sinistra del corpo sono connesse all'emisfero destro; l'occhio destro, l'orecchio destro e tutta la parte destra del corpo sono connesse all'emisfero sinistro.I due emisferi, poi, funzionano in modo diverso; elaborano, cioe', tutti i processi informativi, secondo modalita' distinte. Per come si e' finora strutturata, la nostra società da' una maggiore rilevanza alle modalita' di pensiero dell'emisfero sinistro, tanto che fino a poco tempo fa i neurologi definivano "minore" l'emisfero destro. Ma, una visione piu' bilanciata delle due componenti, un maggiore equilibrio tra le funzioni, una armonia tra razionalita' e fantasia e' ciò che, oggi, forse, l'umanita' necessita con piu' urgenza. Uno strumento semplice ed efficace per riequilibrare il potere dei due emisferi cerebrali e' il suono Come abbiamo visto, ogni attivita' cerebrale emette onde particolari, che possono entrare in risonanza con le onde sonore esterne. In questo modo il cervello viene 'veicolato' attraverso il suono, stimolato a sintonizzarsi su una frequenza (e quindi sull'attivita' cerebrale che le corrisponde), portato a funzionare come un insieme. Il ritmo biauricolare Le onde cerebrali hanno una frequenza che l'orecchio umano non coglie. Ma, l'avvento dell'elettronica e dell'informatica applicata al settore musicale ha dato la possibilita' di utilizzare tali frequenze, veicolandole attraverso onde sonore particolari. Viene usata una particolare tecnica, chiamata ritmo biauricolare o binaurale, che opera in questo modo: se l'orecchio sinistro viene stimolato con un suono portante alla frequenza, poniamo, di 500 Hz e l'orecchio destro con uno a 510 Hz, la differenza di 10 Hz viene percepita dal cervello (e solo dal cervello, perché è una frequenza che sta al di fuori dello spettro sonoro). Il cervello e' cosi' stimolato ad entrare in risonanza con il 'ritmo biauricolare' di 10 Hz (onde alfa) e, di conseguenza, con l'attività corrispondente: rilassamento, calma, tranquillità. Figura 1 - Binaural beat - Battimento binaurale o biauricolare In figura 1 potete vedere l'analisi in frequenza di un battimento binaurale di 30 Hz (infrasuono) generato da due frequenze diverse per il canale sinistro (424 Hz - blu) e canale destro (454 Hz - rosso) a 0 dB.
Risonanza e Chakra Quando è in salute e bilanciato, ognuno dei sette chakra maggiori umani ruota ad una costante e predeterminata frequenza o vibrazione. Il Chakra della radice ha una frequenza risonante normale di 256 cicli a secondo, o 256 Hz (il Do centrale del pianoforte). Il Chakra seguente per altezza, il Sacrale, risuona a 288 Hz, che è la nota Re. E ogni chakra via via più alto, nel corpo fisico, ha una nota via via più alta della scala, fino al Si. Questi sette toni o note sono chiamati "Ottava 0". Ogni volta che si sale di un'ottava (per esempio dal Do centrale, 256 Hz, al Do più alto della scala, 512 Hz) si può notare come il valore della frequenza raddoppi. Questa caratteristica molto importante è anche uno dei princìpi di risonanza. Si noti anche che, come il pianoforte ha diverse ottave sopra l'ottava 0, così ne ha anche quel veicolo energetico che chiamiamo "Campo di Energia Umana". Gli Uomini hanno complessivamente cinque ottave associate alla loro Aura, ma solo l'ottava più bassa, la 0, è associata al loro corpo fisico. Ad ottave più alte corrispondono connessioni energetiche tra persone e dimensioni più elevate, partendo dall'ambiente locale della persona (ottava 1), alla Madre Terra in senso Globale (Ottava 2), al nostro sistema solare e in particolare al Sole, l'immediata fonte di tutte le energie "fisiche" che supportano la vita in questo mondo (ottava 3), alla nostra galassia, la via lattea (ottava 4), e all’energia dell’Universo (Ottava 5). Comunque, quando si lavora con la terapia del suono, ci si può concentrare sull'ottava 0, l'ottava associata al corpo fisico e ai suoi maggiori centri di energia. Se un Chakra è un pò "scordato" e non vibra in armonia, esso può essere ri-accordato attraverso un processo di vibrazione simpatetica. Questo è un concetto base della terapia. Le vibrazioni armoniose alla frequenza corretta entrano direttamente nel campo di rotazione del Chakra e hanno l'effetto di portare quella sequenza vibrazionale del Chakra indietro alla sua frequenza propria così che possa funzionare efficientemente come un transduttore di energie provenienti dal campo di energia universale richiesto dagli organi e ghiandole associati al chakra. Questi sono i sette princìpi che caratterizzano il suono e che in ultima analisi determinano gli effetti che il suono ha sul corpo umano e sui suoi sistemi di energia. I principi di risonanza, Ritmo, Melodia, Armonia, Tonalità, Timbro e Intonazione:
Risonanza. Quando un Chakra risuona ad una particolare vibrazione o frequenza, prende e assorbe energia da quella frequenza. C'è un trasferimento di energia che ha luogo dalla sorgente dell'energia sonora in vibrazione (strumento, voce, coristi...) al chakra stesso. Questo trasferimento che ha luogo nel fenomeno è conosciuto come "Risonanza Simpatica".La risonanza simpatica può essere meglio illustrata osservando due strumenti a corda (Violino, Arpa...) accordati in maniera identica posti l'uno accanto all'altro. Se pizzichiamo la corda del primo strumento, le vibrazioni di quella corda sono sentite dalla stessa corda del secondo strumento, questi inizia ad assorbire l'energia del suono di quella specifica frequenza e quindi inizierà a vibrare a quella frequenza. Il principio della Risonanza Simpatica è usato nella terapia del suono per riempire ogni chakra con le vibrazioni sonore della frequenza propria. Per introdurre il suono della frequenza propria del Chakra si possono usare sia la voce umana che degli accordatori (coristi). Introducendo la frequenza propria, il livello di vibrazione del Chakra stesso inizia a riequilibrarsi ed armonizzarsi alla sua frequenza. Un'altra caratteristica del fenomeno della Risonanza Simpatica è che le corde accordate alla stessa nota o ad una o più ottave sopra la nota vibrante, iniziano a vibrare uguale. Per esempio, se un violino ha una corda intonata al Do centrale (256 Hz) e un secondo violino vicino ha una corda accordata ad un'ottava sopra il Do centrale (Do Alto - 512 Hz), quando la corda del Do centrale è pizzicata sul primo violino, il Do alto del secondo violino inizierà a vibrare. Così lavorando con i toni di un'ottava possiamo produrre vibrazioni nelle ottave superiori. Questo principio è usato nella Terapia del Suono e per creare sopratoni che possano interessare corpi di energia più alta del campo di energia umano. Questi corpi di energia secondari (eterico, emozionale, mentale e spirituale) possono essere pensati come delle ottave superiori al corpo fisico. Così, quando lavoriamo coi Chakra del livello fisico, i sopratoni prodotti hanno lo stesso effetto, attraverso la risonanza simpatica, sulle sequenza di energia di vibrazione dei chakra nei corpi superiori. Tutto questo attraverso una profonda sensazione di benessere, serenità, pace, e connessione attraverso i livelli di energia del soggetto.
Ritmo. L'impulso della Vita è riconosciuto in maniera subliminale quando si sente un suono costantemente ripetuto. Questo per esempio vale per il rullo di tamburo dei circhi. Il Suono forte e rimbombante delle percussioni ripetuto di continuo per diversi minuti, ha l'effetto di portare la mente cosciente in uno stato "alterato". La cadenza o il ritmo del suono ha anche un effetto definito sul corpo umano. Un ritmo molto lento ha un effetto di quiete o sottomissione, mentre un ritmo veloce dà un senso di azione e di movimento.
Melodia. Le melodie e i ricordi sono spesso in relazione e spesso una certa melodia porta alla luce uno specifico ricordo. Alcune melodie fanno sentire leggeri e felici, altre pesanti e depressio. Spesso la Melodia e il Tempo (o Velocità) della stessa si combinano generando una sensazione generale di comfort e benessere. Questo può, alternativamente, stimolare il rilascio di endorfine dal cervello che scioglierà lo stress mentale ed emozionale e ridurrà la tensione ed il dolore, soprattutto se la melodia porta alla luce un ricordo veramente piacevole. Questo riequilibra e aiuta a purificarci dai residui delle energie negative.
Armonia. L'armonia è la combinazione di due o più toni in un accordo. Quando la combinazione ha un suono piacevole, colpisce sia il corpo fisico che le sue energie secondarie in maniera positiva e aiuta il corpo fisico ad accordarsi con le vibrazioni spirituali. L'armonia ci aiuta a trasmutare le condizioni maggiori del corpo e ad "alterare" gli stati di coscienza. Cercando la giusta combinazione di toni e ritmi e della loro armonia, possiamo produrre una risonanza dinamica che corregge ed elimina gli squilibri.
Tonalità. La tonalità è la velocità alla quale le onde sonore vibrano. Più veloci vibrano le onde, più alta sarà la tonalità. Varie sequenze di tonalità possono aiutarci nella frantumazione di pattern di energia rigidi che limitano la nostra crescita, salute e benessere. Tonalità specifiche colpiscono specifici chakra, e questo è il principio applicato dalla terapia attraverso l'uso di precisi accordatori. Ascoltare un brano musicale composto nella tonalità associata al relativo chakra può aiutare a bilanciarlo.
Timbro. Quando strumenti diversi suonano la stessa nota sulla scala (per esempio 512 Hz, un Do sopra il Do centrale del piano), la caratteristica del timbro fa si che ogni suono sia riconosciuto come separato dall'altro. Un flauto, una tromba, un corno francese, un sassofono soprano, una fisarmonica, un oboe possono suonare la stessa nota, ma ogni suono sarà differente dall'altro. Uno può suonare metallico, uno morbido, uno soffice, uno aspro, uno legnoso ecc. Ognuna di queste interpretazioni su come la nota suona interessa anche come noi ci sentiamo sentendo quella particolare nota. Noi reagiamo in maniera prevedibile a differenti timbri della stessa nota o tono.
Intonazione. Quando cresciamo e ci sviluppiamo impariamo a rispondere al suono della voce umana e rispondiamo a questo suono in modi differenti da come risponderemmo al suono di uno strumento musicale. La voce umana ha una presenza e una tonalità che la separa da tutti i suoni che ascoltiamo. E' più personale, più immediata e prende la nostra intera attenzione. A causa di questi fattori, quando ascoltiamo la voce umana, noi rispondiamo su un altro livello emozionale, diverso da quello dei toni musicali, anche se questi suoni sono morbidi e armoniosi. Intonare con la voce umana restaura la sequenza di vibrazione sia del corpo fisico che delle sue energie secondarie così che la nostra essenza spirituale può manifestarsi nella sua pienezza attraverso l'ambiente fisico.