venerdì 31 maggio 2013

Coscienza Globale e Campo Unificato

Coscienza Globale e Campo Unificato: le forze alla base dell'universo

Recenti studi dal Global Consciousness Project dimostrano che l'umanità possiede una mente collettiva

di Alessandro Silva - 30/05/2013


Carl Gustav Jung diceva:
«Come oltre l’individuo esiste una società, così oltre la nostra psiche personale esiste una psiche collettiva, l’inconscio collettivo, che cela parimenti in sé grandi attrattive».

Ebbene, la scienza ufficiale, quella dei numeri, lo ha ammesso: esiste una “coscienza globale”, come precedentemente dimostrato da millenni dalle dottrine spirituali che, da sempre, hanno parlato di una Griglia Energetica che circonda la Terra e funge da matrice della realtà e dell’esperienza raggiungibile dall’umanità. Vediamo di cosa si tratta.

La coscienza globale collettiva

È stata ipotizzata già da qualche decennio l’esistenza di una coscienza globale collettiva, ossia una rete invisibile che collega l’intera umanità ed è in grado di reagire agli eventi importanti che accadono nel mondo. Secondo gli studi condotti da Gregg Braden, scienziato innovativo e studioso poliedrico, alla base di tale coscienza globale vi sarebbe un campo di energia (la Matrix Divina) che crea relazioni tra le due grandi sfere nelle quali si manifesta l’Universo, quella materiale e la spirituale. La “Matrix Divina” funzionerebbe come un grande computer cosmico cosciente, utilizzando le emozioni e le scelte di ogni uomo per creare la realtà.
Il concetto di coscienza globale si integra a quanto viene definito come noosfera, ossia la “sfera del pensiero umano”, termine costruito a partire dalla parola greca  νους  (“nous”), che significa mente, e dalla parola sfera (intesa come “contenitore”).

Nella teoria originale di Vladimir Vernadsky, la noosfera è la terza fase di sviluppo della Terra, successiva alla geosfera (materia inanimata), evolutasi in maniera significativa dalla nascita della vita verso la biosfera (vita biologica). La biosfera avrebbe subito radicali cambiamenti con la comparsa della conoscenza, favorendo così lo sviluppo della noosfera.

Attraverso un’elaborazione del concetto, il gesuita filosofo Pierre Teilhard de Chardin, arrivò a definire la noosfera come una “coscienza collettiva” che scaturisce dall'interazione fra il pensiero delle menti umane. La noosfera si è sviluppata con l'organizzazione e l'interazione degli esseri umani durante il popolamento del pianeta terra. Con la comparsa di reti sociali sempre più complesse, anche la noosfera avrebbe acquisito maggior consapevolezza. Più l'umanità si organizzava in forma di reti sociali complesse, più la noosfera acquisiva consapevolezza. Questo processo culminerà con il raggiungimento di una soglia critica, il “Punto Omega”, ossia il punto più alto di complessità (socializzazione), e quindi di coscienza, che l'umanità potrà raggiungere.

Le prime evidenze dell’esistenza di una coscienza globale

Il primo a indagare con rigore scientifico sulla coscienza globale fu, negli anni 80’ il professor Robert Jahn, fisico, ingegnere e studioso di fenomeni psichici e parapsicologici. Con Brenda Dunne, Robert Jahn fondò il Princeton Engineering Anomalies Research Lab dedicandosi allo studio di effetti psicocinetici su generatori elettronici di eventi casuali da lui stesso costruiti.

Nei primi tempi della ricerca, il professor Jhan si recava in mezzo alla strada, chiedendo ai passanti di concentrarsi sul suo generatore di eventi. In seguito si rivolse a gruppi di meditazione, ottenendo sempre gli stessi risultati: l'apparecchio alterava la corretta sequenza di generazione casuale dei numeri e la linea del grafico che ne risultava si discostava da quella totalmente piatta che ci si aspettava di vedere, come se vi fosse stata una qualche interferenza esterna. Nel corso di 25 anni di ricerca, Jahn e Dunne ottennero risultati statisticamente significativi che implicavano l’esistenza di una relazione diretta tra le intenzioni dei soggetti interpellati e la variazione delle sequenze numeriche altrimenti casuali.

Nei decenni successivi, grazie allo sviluppo di tecnologie più sofisticate e alla crescita dell’interesse verso il concetto di coscienza globale, più Istituti di ricerca si sono collegati fra loro avviando uno studio su scala mondiale denominato Global Consciousness Project (cioè “Progetto Coscienza Globale”, GCP) con lo scopo di scoprire se esistesse o meno un collegamento inconscio dell'umanità ad una "mente collettiva" (noosfera).

Il Global Consciousness Project e i risultati raggiunti

I ricercatori del GCP piazzarono in tutto il mondo (per la precisione fra Europa, Stati Uniti, Canada, India, Isole Fiji, Nuova Zelanda, Giappone, Cina, Russia, Brasile, Africa, Thailandia, Sud America ed Australia) 134 generatori di numeri casuali ribattezzati “eggs”, cioè “uova”. La funzione di queste uova è sia quella di generare costantemente e a caso i numeri 0 e 1 che di formulare previsioni (veri e propri pronostici) sui numeri casuali che stanno per generare. In pratica, se il pronostico è azzeccato si indovina, altrimenti la risposta è considerata sbagliata. Le uova compiono la triplice operazione di pronostico-estrazione-verifica 100 volte al secondo. Dopo un numero sufficientemente alto di tentativi, i risultati si stabilizzano intorno alla probabilità del 50/50, cosa assolutamente naturale e contemplata dalla statistica poiché 0 e 1 hanno la stessa probabilità di uscire.

Tuttavia, questo non è accaduto quando i risultati erano monitorati contemporaneamente al verificarsi di un qualche evento significativo per la coscienza globale. In concomitanza di disastri aerei, eruzioni vulcaniche, tsunami ed eventi come il crollo delle torri gemelle o la cerimonia di apertura delle Olimpiadi le risposte dei dispositivi si allontanavano molto dal range di attendibilità statistica, evidenziandosi come picchi nei grafici di distribuzione dei dati.

Una volta appurato che il modello rispondeva a eventi importanti, si iniziò a monitorare le uova con maggiore attenzione in periodi vicini ad eventi di portata mondiale, quali festeggiamenti o tragedie, rilevando come una variazione del segnale di base fosse percepito più intensamente dalle uova prossime alla zona geografica in cui aveva luogo quel determinato evento.

La scienza incredula lo conferma...

Il Dottor Roger Nelson, a capo del GCP da circa 15 anni, continua ancora oggi a raccogliere dati. Tali dati sono trasmessi a un server collocato all’Università di Princeton dove sono archiviati per l'analisi. Ben 75 scienziati di diverse discipline e provenienti da tutto il mondo (41 Nazioni), si sono recati a Princeton per partecipare allo studio più lungo e complesso mai condotto su parapsicologia e attività paranormali.

Proprio il febbraio di quest’anno è stata la stessa università di Princeton a rompere il riserbo dichiarando ufficialmente che non solo è stata prodotta una dimostrazione scientifica sull’esistenza della coscienza globale ma anche come la Noosfera – cioè la mente umana collettiva – sia capace di influenzare gli elaboratori informatici.
I ricercatori sono consapevoli che lo studio al quale stanno prendendo parte ha implicazioni che entrano nel campo della metafisica e della religione, ambiti che esulano dalla loro stretta competenza. Per questo una corretta interpretazione del fenomeno richiederà tempo, collaborazioni e confronti professionali trasversali. Così, per ora, nonostante la dichiarazione pubblica fatta dalla struttura universitaria, gli scienziati non intendono sbilanciarsi: i dati sono inoppugnabili, ma l’interpretazione accademica è ancora tutta da costruire.

Lo stesso dottor Nelson nell’ultimo supplemento del “Journal of Parapsychology” del dicembre 2012 – pag. 36, n.d.t.) ha dichiarato: “[…] Abbiamo creato un protocollo per definire quali siano gli eventi chiave in cui aspettarsi che molte persone possano condividere uno stato di coscienza e delle emozioni. Abbiamo previsto cambiamenti significativi nei dati casuali durante grandi tragedie e grandi celebrazioni e da qui abbiamo iniziato a raccogliere una enorme quantità di dati. L’ipotesi generale è che avremmo trovato nella nostra struttura di dati, altrimenti casuali, correlazioni con eventi di grande importanza per l’uomo.

Il GCP ha compiuto 14 anni nel 2012 ed ha portato a termine più di 400 esperimenti indipendenti che avvalorano l’ipotesi generale[…]. La spiegazione più plausibile è che noi umani influenziamo in parte la Noosfera di Theilhard, in corrispondenza di grandi emergenze e celebrazioni […]. Da qui possiamo partire con una nuova ricerca sulla coscienza […]”.

La coscienza globale ci salverà?

Il risveglio della coscienza globale è proposta come una delle chiavi per la risoluzione dell’attuale crisi mondiale e per garantire un futuro sostenibile.
Studiosi, scienziati e mistici come Capra, Bohm, Krishnamurti, Prigogine e Pribram ritengono che una delle caratteristiche essenziali della nostra cultura, e di quella scientifica in particolare, sia la sua radicata tendenza alla frammentazione. Per comprendere e spiegare un fenomeno, la scienza lo analizza scomponendolo nei suoi elementi costitutivi e cercando di comprendere le leggi che lo governano e lo muovono.?Purtroppo, tale metodo di analisi è stato trasferito anche a livello umano, dove si è tradotto in una profonda divisione tra anima e corpo, cuore e testa, istinti e coscienza.

L’enorme sviluppo della scienza e i suoi risultati industriali ed economici testimoniano la forza di questo pensiero logico-analitico orientato al possesso e alla conquista di quanto di umano, animale e vegetale ci sia da dominare.
Nell’ambito di un discorso generale sull’evoluzione umana, da una concezione frammentata e locale a una civiltà globale, etica e sostenibile, il primo passo è la necessità di trasformare la consapevolezza di sè stessi da una modalità frammentata ad una unitaria.

Negli ultimi decenni sono emerse numerose tecniche terapeutiche, innovative ed efficaci, tutte ispirate al paradigma olistico che considera l’essere umano come unità indivisibile e complessa di corpo, mente e spirito e che si articolano nei seguenti punti:

ripulirsi dai veleni e dalle tossine del corpo fisico,
riaprire la sensibilità del corpo energetico, rivitalizzare ogni cellula del corpo e sviluppare una percezione sensoriale più profonda e sottile,
sciogliere le emozioni negative: paure, rabbie, tensioni, gelosie, rancori, tristezze che ci legano al passato e che ci chiudono il cuore,
liberarci dai vecchi e pesanti condizionamenti mentali, ideologici, politici o religiosi che opprimono la mente,
riaprire la spiritualità naturale dell’essere attraverso le tecniche di meditazione e di crescita interiore,
sviluppare una coscienza planetaria, attraverso un’adeguata informazione ecologica, umana, culturale, scientifica e sociale, che ci permetta di sentirci connessi con la Terra intera.

Chi si apre all’ecologia, alle medicine olistiche, alla ricerca interiore, alla pace, alla tutela dei diritti umani, all’etica della globalizzazione sta uscendo da una vita automatica e ritrovando una diversa coscienza planetaria. Ma il vero punto di svolta avviene quando si risveglia la coscienza globale e si diventa consapevoli del proprio sé. Ogni cosa diventa magica, unica e irripetibile.

E come disse il fisico quantistico John Hagelin, un pionere della cosidetta “Teoria del Campo Unificato”:

«Ciò che abbiamo scoperto è che alla base dell’universo c’è un campo universale, dove tutte le forze e particelle della natura sono unite. Esse sono onde di un singolo oceano di esistenza».

È giunto il momento di imparare a nuotare!

Bibliografia e Sitografia
http://www.altrogiornale.org/news.php?extend.1371.9
http://infoliberaevera.blogspot.it/2010/09/la-coscienza-globale-durante-l11.html
http://www.coscienza.org/AchepuntoèlaRicerca1.htm
http://www.reteolistica.it/site03/index.php?option=com_content&view=article&id=10:il-risveglio-della-coscienza-globale&catid=4:articoli&Itemid=2
http://quantoequantaltro.blogspot.it/2013/02/coscienza-globale-un-esperimento-ne.html
La Matrix Divina, Gregg Braden. – Macro Edizioni

Gregg Braden
La Matrix Divina - libro >> http://goo.gl/3tCQO
Versione nuova
Editore: Macro Edizioni
Data pubblicazione: Maggio 2007
Formato: Libro - Pag 304 - 13.5x20.5



giovedì 30 maggio 2013

Ho’oponopono il mantra dell’amore

Ho’oponopono il mantra dell’amore

Ho'oponopono è lo straordinario sistema hawaiano per gioire di una vita meravigliosa in cui tutto è davvero possibile

di Nicola Rachello - 27/05/2013


Sicuramente molti di voi hanno letto Zero Limits, un best seller internazionale tradotto in tutte le lingue del mondo, un libro che ha venduto milioni di copie. Se anche voi vi state chiedendo il perché di tanto successo, la risposta è semplice. L’autore Joe Vitale, parla direttamente al cuore, conducendoti dolcemente, con la sua scrittura ipnotica, al di là delle barriere della mente, alla scoperta di un sistema infallibile per godere di una vita meravigliosa, in cui tutto è davvero possibile, uno spazio definito Livello Zero! Questo sistema si chiama Ho’oponopono.

La parola Ho'oponopono nella lingua hawaiana significa rimettere le cose al giusto posto, correggere l’errore, ma Giovanna Garbuio del gruppo Yosaya, ne ha colto il significato più profondo, traducendo Ho’oponopono con l’espressione: “Percependo il giusto, più corretto è il tuo cammino”.

Morrnah Nalamaku Simeona Maestra Superiore di Ho’oponopono definisce l’Ho’oponopono come “un profondo dono che permette di sviluppare un lavoro di relazione con la Divinità interiore, e di imparare a chiedere che in ogni momento, i nostri errori in pensieri, parole o azioni vengono ripuliti. Il procedimento è essenzialmente sulla libertà, completa libertà dal passato.” (…) “Lo scopo principale di questo procedimento è scoprire la Divinità in noi stessi”.
Si tratta dunque di un antico metodo hawaiano di risoluzione dei problemi con il pentimento, il perdono, la trasmutazione e l’amore ma soprattutto e cosa molto più importante, la riscoperta e la consapevolezza per l’uomo di essere divino.

Partendo quindi dalle antiche tradizioni sciamaniche delle Hawaii, dove l’Ho’oponopono veniva vissuto come un procedimento di rilascio delle memorie dolorose, vissuto e mediato in gruppo da un kahuna (sciamano –sacerdote), Morrnah trasforma l’Ho’oponopono in un procedimento intrapersonale nel quale ogni persona gestisce individualmente il proprio rapporto con la Divinità e si fa pienamente e totalmente responsabile della propria vita. In tutto questo Morrnah viene profondamente influenzata dalle sue letture cristiane e dai suoi studi filosofici.

Anche se esiste una versione molto antica di questo metodo, si deve a Morrnah Nalamaku Simeona, l’averlo proposto nella sua chiave moderna. Alla sua morte, avvenuta nel 1992, fu un suo allievo il dott. Ihaleakala Hew Len a raccoglierne l’eredità spirituale e a diventare l’ambasciatore dell’Ho’oponopono nel mondo. Ma procediamo per gradi. Morrnah Simeona era una Lapu’au Kahuna ovvero una specialista in guarigione. Già all’età di tre anni manifestò un singolare talento per la guarigione; si racconta che non avesse bisogno di imparare nulla, che tutte le conoscenze erano in lei e che la saggezza fosse nata con lei. Da adulta a Mornnah diagnosticarono un tumore maligno, dal quale guarì grazie alle sue conoscenze e all’applicazione dell’antico processo dell’Ho’oponopono. Morrnah desiderava che tutti potessero usare questo sistema, anche l’uomo comune.

Così, per Ispirazione Divina, creò l’Ho’oponopono dell’Identità del Sé, un processo di purificazione e di liberazione, nel quale l’uomo ritrovando in sé la propria Parte Divina e sentendosi con essa profondamente connesso, si puliva da memorie di dolore e sofferenza ritornando verso “Casa”, ritornando allo Zero limiti.

Mornnah Simeona regalò all’umanità la formula moderna dell’Ho’oponopono che sintetizzò nel mantra più ripetuto di tutto il pianeta: “Mi dispiace, ti prego perdonami, ti amo, grazie”. Nel 1983 lo stato delle Hawaii le conferì il titolo di “Tesoro vivente delle Hawaii”.

Il dott. Ihaleakala Hew Len andò da lei nel tentativo di aiutare la figlia, affetta da una malattia incurabile che le causava indicibili sofferenze e piaghe su tutto il corpo che trasudavano sangue. Morrnah guarì la bambina, ponendo fine al suo calvario durato tredici anni, calvario che nessun specialista era stato in grado di curare. Così Ihaleakala Hew Len decise di seguirla come discepolo, ma i suoi inizi non furono facili. Per ben due volte pagò l’iscrizione ad a un seminario di Morrnah per poi abbandonarlo, adducendo che lei era matta e parlava agli spiriti. Alla sua terza iscrizione completò il corso e da lì seguì Morrnah fino alla morte della guaritrice.

Negli anni dal 1984 al 1987 il dott. Hew len lavorò come psicologo per l’Hawaii State Hospital, ospedale nel quale erano rinchiusi pericolosi delinquenti malati di mente. Applicando l’Ho’oponopono il dott. Hew Len si assunse la responsabilità al 100% di tutto quello che leggeva nelle loro cartelle cliniche e così senza mai visitarli, né partecipare alle riunioni dello staff dell’ospedale, pulì dentro di sé la parte che in lui aveva permesso che questa situazione si manifestasse nella sua realtà. Così il reparto psichiatrico fu chiuso e i malati di mente guarirono!

Oggi mentre il Dr. Hew Len si sta ritirando dalla scena mondiale è Mabel Katz la nuova messaggera dell’Ho’oponopono e i numerosi allievi formati dal Dr. Hew Len.
Anche gli allievi formati da Mornnah furono molti. Tra questi a raccogliere l’eredita della più antica tradizione hawaiana è stato il Dr. Maka’ala Yates nativo hawaiano e come Mornnah insegnante di lomi lomi, l’antico massaggio hawaiano, da lui chiamato mana lomi. L’Ho’oponopono del Dr. Maka’ala Yates presenta similitudini e differenze rispetto a quanto codificato da Mornnah nei sui famosi 12 passi, ovvero la procedura completa di pulizia delle memorie. Il Dr. Maka’ala Yates propone oggi uno splendido Ho’oponopono riassunto in 4 passi più in linea con le tradizioni dei Kahuna hawaiani.

In Italia invece il gruppo Josaya definisce il proprio Ho’oponopono come Ho’oponopono Occidentale: “Quello che abbiamo identificato come nostra missione di nascita è l’operazione di sintesi tra le varie culture, senza mischiarle tra loro, mantenendo per ognuna la propria individuale autonomia. Percorso che ci porta sulla via della consapevolezza di essere e agire in Amore, nella coscienza della nostra Reale Identità. Il miglior maestro della nostra spiritualità è la nostra stessa esistenza”.

Nel mio libro Ho’oponopono il mantra dell’amore propongo invece un Ho’oponopono Cristiano, un ritornare alle radici, alle origini di quel messaggio cristiano di amore e perdono che tanto influenzò Morrnah Simeona e che con molta forza traspare in molte parti della sua opera. Le parole di Gesù i suoi insegnamenti il suo messaggio di Pace.
Quella pace, quel perdono e quell’amore di cui ora anche il nuovo pontefice Francesco si fa portavoce e bandiera nel mondo.

Sebbene siano passati più di 2000 anni gli insegnamenti del Cristo sono ancora validi. Si potrebbe dire ama il tuo prossimo come te stesso o ama te stesso più del tuo prossimo, perché la strada che ci porta dentro a riconoscerci come amore ha bisogno di nutrirsi dell'amore che ogni forma di amare risveglia. Io ho scelto consapevolmente di schierarmi, di dire apertamente dove ho trovato l'amore, dove sono stato accolto e nutrito, dove questo nutrimento è diventato coscienza: "Divino Creatore, Padre, Madre, Bambino nell'Uno..." in queste splendide parole ci uniamo nella consapevolezza che tutta la Vita è amore, è dono. Non c'è nessun altro posto dove guardare se non dentro di noi. È lì che l'amore e il perdono si manifestano.

Pulire, ovvero ripetere il mantra dicendo: “mi dispiace, ti prego perdonami, ti amo, grazie”, incessantemente per ventiquattro ore al giorno, è il modo più pratico per cambiare la nostra vita, lasciando andare dolori e sofferenze, traumi ed esperienze negative. Questa è la strada più semplice, quella che sa ascoltare chi si connette al sussurro divino che ci richiama verso Casa, verso il riscoprire che anche ognuno di noi nella sua essenza è perfetto e Divino!

Nicola Rachello
Ho'oponopono - Il Mantra dell'Amore - Libro
Editore: Editoriale Programma
Data pubblicazione: Aprile 2013
Formato: Libro - Pag 114 - 14x21



mercoledì 29 maggio 2013

Figli della nostra era: parliamo di Bambini Indaco

Figli della nostra era: parliamo di Bambini Indaco

Le persone Indaco rappresentano bambini, ragazzi ed adulti, con spiccate capacità linguistiche e creative spesso accompagnate a disagi a livello educativo e comportamentale

di Erika Pesce - 23/05/2013


I nostri bambini ed i nostri ragazzi sono non solo la nostra prosecuzione nel futuro, ma portano con loro capacità e saggezze insite nel loro animo che si aprono di fronte a noi adulti durante la crescita.
Certamente queste capacità sono frutto dell’adattamento alla società in cui viviamo, ma derivano anche da un profondo processo di cambiamento cui tutti noi siamo partecipi ed influenzano la crescita personale dal punto di vista emozionale, fisica e “spirituale. Sempre più spesso come insegnante e come mamma mi capita di incontrare genitori in crisi a causa del forte temperamento dei loro figli, cerchiamo quindi fare un po’ di luce su questo fenomeno che, genitori o meno ci coinvolge tutti.

Già da piccoli infatti i nostri bambini sono spesso irrequieti, testardi e ben decisi su ciò che desiderano fare o meno. Questo atteggiamento scoraggia molti adulti che si trovano a far fronte a vere e proprie sfide quotidiane che li portano a sentirsi sminuiti nel loro ruolo educativo creando vissuti di ansia e stress.
In relazione ad un malessere diffuso, si sente sempre più spesso parlare di Bambini Indaco, senza però trovare una giusta connotazione rispetto a cosa effettivamente si riferisca questo fenomeno.

Le persone Indaco rappresentano bambini, ragazzi ed adulti, con spiccate capacità linguistiche e creative spesso accompagnate a disagi a livello educativo e comportamentale. Vengono comunemente chiamati così perché attraverso una lettura del campo energetico che emettono appaiono appunto circondati di una luminosità color indaco.
Secondo alcuni studi che sono in via di sperimentazione all’estero prevalentemente all’Università di Los Angeles in California (UCLA), ed in Italia presso alcune Università, i Bambini Indaco presentano alcune alterazioni a livello fisico, emotivo ed energetico rispetto ai loro genitori e per questo necessitano di un approccio socio-educativo nuovo. Tra le caratteristiche fondamentali emergono:

• una diversa gestione della loro energia interna, che li porta ad essere caotici, non focalizzati e spesso difficilmente conformabili in schemi e routine sia a casa che a scuola;

• una presentazione differente a livello genetico, che pare influisca sulla capacità cognitiva donando nuove ed interessanti capacità mentali, creative e percettive, ma al contempo limitando i loro tempi di concentrazione ed attenzione su un singolo argomento;

• un carattere forte, spesso molto determinato già dall’infanzia, che presenta difficoltà di rapporto con l’autorità e le imposizioni richiedendo una complessa gestione delle relazioni centrata sull’alternanza di momenti di condivisione ad altri di solitudine (questo aspetto è solitamente marcato in età adolescenziale);

• una spiccata sensibilità ambientale che accentua questi comportamenti difficili in situazioni socialmente complesse che possono essere fonte di stress, come la scuola o i gruppi numerosi ed inoltre, la reattività a ciò che non è derivato dalla natura: fattore che spesso genera allergie ed intolleranze di vario genere.

Le particolarità di cui abbiamo parlato si sviluppano in modo differente da individuo ad individuo seguendo le inclinazioni del carattere e l’ambiente socio-educativo in cui i bambini crescono. Per alcuni adulti coinvolti nel processo evolutivo ed educativo possono sembrare tutte fonti di disagio o di problemi invece, con pochi semplici passi, chiunque lo desideri è perfettamente in grado di far fronte alla situazione creando nuovi e più autentici rapporti.
Rispetto a questo quadro, i genitori possono tentare con successo di instaurare con i loro bambini un rapporto basato su valori innovativi.

Nello specifico i genitori possono:

• Riscoprire il rispetto: ossia iniziare a fornire spiegazioni adeguate e motivare le scelte di fronte ai bambini e ragazzi. Questo tipo di relazione è certamente più semplice da costruire se iniziamo quando il bambino è piccolo piuttosto che aspettare l’adolescenza.

• Essere creativi quando imponiamo dei limiti, che pur essendo importanti per una maturazione corretta e salutare, devono permettere ai bambini di esprimere l’energia che hanno in eccesso. Dire no continuamente non aiuta la maturazione, ma spinge i bambini a crescere in uno stato di continua ribellione.

• Riscoprire l’importanza all’interno dei rapporti del linguaggio non verbale come il contatto e il condividere. I Bambini Indaco rispondono bene a sistemi educativi in grado di equilibrare l’emisfero destro e sinistro, che includano la creatività sotto forma di musica, arte, danza e drammatizzazione delle esperienze fatte.

• Tenere sempre a mente che i bambini di oggi sono profondamente diversi da noi e soprattutto da come eravamo alla loro stessa età, di conseguenza ciò che funzionava con noi non è detto che sia altrettanto utile nel rapporto col Bambino Indaco. È di vitale importanza che questi bambini siano riconosciuti diversi ma non con delle disfunzioni, la differenza va accettata, compresa ed affrontata.

Da un’interessante ricerca della Dott.ssa Scaligna dell’Università degli Studi di Bari, emerge con chiarezza la convinzione che cominciare dal bambino significhi intraprendere la costruzione di una nuova civiltà basata sulla persona, tutto questo non deve spaventare, ma implica profondi mutamenti all’interno del sistema sociale, partendo dalla famiglia, l’educazione, i valori, la società.
Per far ciò è bene comprendere i bambini ed accompagnarli nel loro percorso rivedendo il concetto di educazione ed il ruolo genitoriale, alimentando nel rapporto qualità come l’amore, il rispetto, la tolleranza e comprendendo contestualmente l’importanza della negoziazione, della comunicazione e della disciplina.
La capacità di cambiare è insita in ognuno di noi ed è la sfida cui oggi siamo chiamati per aprirci ad un mondo nuovo e più ricco in cui i nostri bambini sono i protagonisti.

Lee Carroll, Jan Tober
I Bambini Indaco - Libro >> http://goo.gl/zDVYJ
Una nuova evoluzione della razza umana
Editore: Macro Edizioni
Data pubblicazione: Marzo 2013
Formato: Libro - Pag 336 - 13.5x20.5 cm



martedì 28 maggio 2013

Paura: Supera la Tempesta con la Saggezza

Paura: Supera la Tempesta con la Saggezza

di Thich Nhat Hanh



I cambiamenti e la sensazione di poter perdere le certezze sono causa di blocchi psicologici e di vere e proprie paure. Thich Nath Hanh rivela qui come è possibile raggiungere una preparazione mentale, una saggezza e una sicurezza interiore in grado di resistere a qualsiasi situazione di difficoltà.

La filosofia di Hanh nasce da una vita spesa a favore della Pace, in contesti pericolosi come la Guerra del Vietnam, e a fianco di uomini importanti e coraggiosi come Martin Luther King. In questo libro il monaco raccoglie tutta la saggezza del buddhismo Zen, le tecniche di respirazione, i segreti dell’autocontrollo e ne ricava un metodo completo per la gestione degli stress quotidiani e delle paure. Indicato e indispensabile per superare un periodo di crisi o incertezza e porre le basi per affrontare e diventare più sicuri e fiduciosi.


Introduzione - Paura - Libro di Thich Nhat Hanh

La maggior parte di noi vive una vita piena di momenti meravigliosi e di momenti difficili. Molte persone tuttavia, anche quando sono al culmine della felicità, sentono la paura celarsi dietro la gioia. Temiamo che quel momento finirà, che non otterremo ciò di cui abbiamo bisogno, che perderemo le cose che abbiamo o che non saremo al sicuro. Spesso la nostra paura più grande è la consapevolezza che un giorno i nostri corpi cesseranno di funzionare. Così, anche se siamo circondati da tutte le condizioni che portano alla felicità, la nostra gioia non è completa.

Pensiamo che, per essere più felici, dovremmo reprimere o ignorare le nostre paure. Quando pensiamo alle cose che ci spaventano non ci sentiamo a nostro agio, così allontaniamo i nostri timori negandoli: «Oh no, non voglio pensarci». Cerchiamo d’ignorare la paura, che tuttavia continua a restare presente.

Il solo modo per liberarsi dalla paura ed essere davvero felici è riconoscerla e cercarne le radici profonde. Invece di tentare di rifuggirla, possiamo invitarla ad affiorare alla coscienza e osservarla con uno sguardo limpido e profondo.

Abbiamo paura di cose che sono al di fuori di noi e che non possiamo controllare. Ci preoccupiamo di ammalarci, d’invecchiare e di perdere le cose cui teniamo di più. Cerchiamo di aggrapparci con tutte le nostre forze a ciò che ci è caro: la nostra posizione, i beni che possediamo, le persone amate. Tenerci stretti tutto questo non allevia la nostra paura. Un giorno finiremo per dover lasciare tutto. Non potremo portarci dietro le cose a cui teniamo.

Potremmo credere che, se ignoriamo le nostre paure, esse ci abbandoneranno. Se seppelliamo le ansie e le preoccupazioni nel profondo della nostra coscienza, esse continueranno ad assillarci e ad arrecarci sofferenza. Abbiamo una gran paura di essere impotenti, eppure abbiamo il potere di guardare in profondità le nostre paure, per non esserne più in balìa. Possiamo trasformare la paura. La pratica di vivere pienamente nel momento presente – ciò che definiamo consapevolezza o presenza mentale – ci può infondere il coraggio di affrontare i nostri timori senza più esserne totalmente oppressi e dominati. Essere consapevole significa rivolgere uno sguardo profondo alla nostra vera natura di inter-essere, toccarla e riconoscere che niente è mai perduto.

Un giorno, durante la guerra del Vietnam, ero seduto in un campo di aviazione deserto sugli altipiani vietnamiti. Aspettavo un aeroplano diretto a nord per studiare la situazione che si era creata in seguito a un’inondazione e portare aiuti alla popolazione colpita. L’emergenza era grande, così dovetti imbarcarmi su un aereo militare che normalmente veniva usato per trasportare generi come coperte e vestiario. Ero seduto da solo sul campo e aspettavo il primo aereo, quando mi venne incontro un ufficiale americano. Anche lui aspettava il suo aereo. Eravamo in guerra e sul campo c’eravamo solo noi due. Lo guardai e vidi che era giovane. Provai subito una grande compassione per lui. Perché doveva capitare proprio lì a uccidere o a rischiare di essere ucciso? Così, dando voce a quel sentimento, gli dissi: «Devi avere molta paura dei Viet Cong». I Viet Cong erano i guerriglieri comunisti vietnamiti. Purtroppo non fu una mossa abile, ciò che dissi nutrì il seme della paura che era in lui. Portò subito la mano alla pistola e mi domandò: «Sei un Viet Cong?».

Prima di sbarcare nel Vietnam infatti, agli ufficiali dell’esercito statunitense veniva insegnato che chiunque in Vietnam poteva essere un Viet Cong, e la paura albergava nel cuore di ogni soldato americano. Ogni bambino, ogni monaco poteva essere un guerrigliero. I soldati erano stati istruiti a crederlo e vedevano nemici ovunque. Avevo cercato di esprimergli la mia compassione ma, appena aveva sentito la parola “Viet Cong”, il soldato era stato sopraffatto dalla paura e aveva cercato la sua pistola.

Sapevo che dovevo mantenere la massima calma. Inziai a praticare una respirazione molto lenta e profonda e poi dissi: «No, sto aspettando un aereo che mi porterà a Danang per studiare l’inondazione e vedere come posso essere d’aiuto». Provavo una profonda simpatia per il soldato americano e questo sentimento traspariva dalla mia voce. Mentre parlavamo riuscii a dirgli che ero convinto che la guerra avesse mietuto un gran numero di vittime, non solo vietnamite, ma anche americane. Anche il soldato si calmò e riuscimmo a parlare. Mi ero salvato perché avevo avuto la lucidità e la calma necessarie. Se avessi agito spinto dal mio terrore, l’altro mi avrebbe sparato, mosso, a sua volta, dalla sua paura. Dunque non pensate che i pericoli giungano solo dall’esterno. Essi vengono da dentro di noi. Se non riconosciamo le nostre paure e non le guardiamo a fondo, possiamo attirare su di noi pericoli e incidenti.

Noi tutti sperimentiamo la paura ma, se impariamo a guardarla in profondità, riusciremo a liberarci dalla sua morsa e a toccare la gioia. La paura ci fa restare attaccati al passato o ci fa preoccupare per il futuro. Se riusciamo a riconoscerla possiamo renderci conto che in questo preciso momento stiamo bene. Adesso, oggi, siamo ancora vivi e il nostro corpo funziona perfettamente. I nostri occhi possono vedere la bellezza del cielo. Le nostre orecchie possono ancora sentire le voci delle persone che amiamo.

La prima cosa da fare per osservare la nostra paura è farla affiorare alla coscienza senza giudizio: ci limiteremo a riconoscere con serenità che esiste. Questo passo porta con sé un grande sollievo. Poi, una volta che la paura si sarà calmata, possiamo accoglierla abbracciandola teneramente e guardare in profondità le sue radici e la sua causa. Comprendere l’origine delle nostre ansie e paure ci aiuta a lasciarle andare. La nostra paura deriva da qualcosa che sta accadendo ora o si tratta di un timore antico, che ci portiamo dentro da quando eravamo piccoli? Quando ci esercitiamo a far affiorare le nostre paure, ci rendiamo conto di essere ancora vivi, che abbiamo ancora molte cose di cui far tesoro e gioire. Se non siamo troppo impegnati a reprimere e a gestire i nostri timori, possiamo goderci il sole, la nebbia, l’aria e l’acqua. Se riusciamo a guardare a fondo la nostra paura e ad averne una visione chiara, potremo vivere una vita ricca di valore.

Il nostro più grande terrore è di scomparire nel nulla quando moriremo. Per essere davvero liberi dalle paure, dovremo spingere il nostro sguardo in profondità, nella dimensione ultima, per vedere la nostra vera natura di non-nascita e non-morte. Dobbiamo liberarci dall’idea di essere solo il nostro corpo, destinato a morire. Quando capiremo di essere più dei nostri semplici corpi fisici, di non essere venuti dal niente e di non essere destinati a sparire nel nulla, saremo liberi dalla paura.

Il Buddha era un essere umano e anch’egli conosceva la paura. Poiché egli praticava ogni giorno la presenza mentale e usava contemplare la propria paura, quando si trovava davanti all’ignoto era in grado di affrontarlo con calma e serenità. C’è una storia che narra che il Buddha era intento a passeggiare quando Angulimala, un noto assassino plurimo, gli si parò davanti e gli intimò di fermarsi. Il Buddha continuò a camminare lentamente e con calma. Angulimala lo raggiunse e volle sapere perché non si fosse fermato. Il Buddha rispose: «Angulimala, mi sono fermato tanto tempo fa. Sei tu che non ti sei fermato». Poi proseguì spiegando: «Ho smesso di commettere azioni che causano sofferenza ad altri esseri viventi. Tutte le creature desiderano vivere. Tutti temono la morte. Dobbiamo nutrire un cuore compassionevole e proteggere la vita di tutti gli esseri». Sbigottito, Angulimala volle sapere di più. Alla fine della conversazione, Angulimala fece voto di non commettere più atti violenti e decise di farsi monaco.

Come era riuscito il Buddha a rimanere così calmo e rilassato di fronte a un assassino? Si tratta di un esempio estremo ma ogni giorno tutti noi affrontiamo le nostre paure, in un modo o nell’altro. La pratica quotidiana della consapevolezza ci può essere di enorme aiuto. Cominciando con il respiro consapevole e la pratica della presenza mentale, saremo in grado di affrontare qualsiasi cosa troveremo sul nostro cammino.

Vivere senza paura non solo è possibile ma è la gioia suprema. Quando toccate l’assenza di paura, siete liberi. Se mi trovassi su un aeroplano e il pilota annunciasse che l’aereo sta per schiantarsi, comincerei a praticare la respirazione consapevole. Se un giorno doveste ricevere brutte notizie, spero che riuscirete a fare lo stesso. Ma non aspettate che si presentino i momenti critici per esercitarvi a trasformare la vostra paura e a vivere in modo consapevole. Nessuno vi può liberare dalla paura. Nemmeno se il Buddha in persona fosse seduto accanto a voi potrebbe aiutarvi. Siete voi stessi che potete imparare a farlo con la pratica. Se farete della pratica della consapevolezza un’abitudine, nel momento in cui si presenteranno le difficoltà, saprete cosa fare.


Indice

Introduzione: Senza paura
Un tempo precedente
La paura originale
Riconciliarsi con il passato
Liberarsi della paura del futuro. Le cinque rimembranze
Non c'è andare, non c'è venire
Il dono della non-paura
Il potere della consapevolezza
Imparare a fermarsi
La calma nella tempesta
Trasformare la paura che ci circonda
Un cielo azzurro oltre le nuvole
Trasformare la paura in amore. I quattro mantra
Il contrario della paura
Pratiche per trasformare la paura
 - Rilasciare la paura dal corpo e dalle emozioni: otto semplici esercizi di consapevolezza
 - Trasformare le radici della paura nella mente: otto esercizi di respirazione
 - Rilassamento profondo per trasformare la paura e lo stress
 - Meditazione di Metta: che noi tutti possiamo essere liberi dalla paura


Thich Nhat Hanh è un monaco zen vietnamita, poeta e costruttore di pace.
E' considerato il maggiore maestro zen vivente, riconosciuto come tale dalla Cina agli Stati Uniti.

Nato in Vietnam centrale nel 1926, ordinato monaco all'età di 16 anni, ha operato fin dalla sua giovinezza affinchè il bud-dhismo portasse pace, riconciliazione e fratellanza nella società.
Nel 1967 è stato candidato al Nobel per la pace da Martin Luther King.
Nel 1982 ha fondato Plum Village, comunità di monaci e laici nei pressi di Bordeaux, nella quale tuttora vive e insegna l'arte di vivere in consapevolezza.

Thich Nhat Hanh è un chiaro promotore del Buddhismo Impegnato, movimento che ha preso il via - e, il nome - proprio per opera sua e che mette in relazione le pratiche meditative tradizionali con la pratica attiva della nonviolenza e dell'attenzione alle problematiche ambientali, alla luce dell'insegnamento dell'inter-essere di tutto ciò che esiste e vive.
Ai ritiri di Nhat Hanh partecipano ogni anno migliaia di persone, provenienti da ogni parte del mondo.
I suoi numerosi libri sono stati tradotti in oltre cinquanta paesi.


Thich Nhat Hanh
Paura - Libro >> http://goo.gl/HZ1hd
Supera la Tempesta con la Saggezza
Editore: BIS Edizioni
Data pubblicazione: Maggio 2013
Formato: Libro - Pag 272 - 11x17
>> http://www.macrolibrarsi.it/libri/__paura-libro.php?pn=1567 

lunedì 27 maggio 2013

La Bibbia degli Oli Essenziali

La Bibbia degli Oli Essenziali

La guida più completa all'aromaterapia

di Danièle Festy



Con questa guida unica, la più completa e pratica, potrai:

Conoscere i 79 oli essenziali più efficaci: albero del tè, arancio, eucalipto, ylang-ylang... ognuno con le sue proprietà: da ingerire, respirare, diffondere, applicare sulla pelle attraverso compresse, massaggi o bagni.
Utilizzare le modalità di somministrazione più efficaci.

Individuare le zone del corpo su cui intervenire con i diversi massaggi, grazie a illustrazioni chiare e dettagliate.
Creare il tuo kit personalizzato, per avere ogni giorno a portata di mano i tuoi oli indispensabili: per i bambini, le future mamme, gli anziani... a ciascuno il suo! Oltre 200 trattamenti su misura per contrastare malattie e disturbi.
Tenere sempre in borsa gli oli essenziali per le emergenze: contro il mal di testa e per favorire la digestione (menta), oppure antistress (camomilla)!

In più, tanti consigli per sfruttare al meglio gli oli essenziali per rinfrescare la tua casa, rendere più profumati e digeribili i tuoi piatti, e come cosmetici 100% naturali.
Danièle Festy è una delle maggiori esperte di aromaterapia a livello mondiale. Nella sua professione di farmacista, ha avuto a che fare con pazienti di tutti i tipi: come Claire, vittima di un'emicrania martellante: «Louis sta mettendo i primi dentini, non ho chiuso occhio stanotte. Ho un cerchio alla testa! Non so come arriverò a stasera».

«Lo so io», le rispose Danièle. «Il mio libro fa al caso tuo: La mia bibbia degli oli essenziali. Per ogni singolo disturbo, indica l'olio essenziale più efficace per porvi rimedio, persino con i dosaggi esatti da proporre al farmacista per un vero e proprio "farmaco su misura". E poi è ricco di informazioni su tutti gli oli essenziali e vegetali, su come raggiungere il benessere di corpo e mente...».

«Lo compro subito!», disse Claire ridendo.


Mal di testa o Emicrania? Ecco il Rimedio con gli...

Estratto dal libro La Bibbia degli Oli Essenziali di Danièle Festy, La guida più completa all'aromaterapia

Se la vostra testa sembra colpita da uno tsunami, forse potete pensare che più forte è il dolore e più il cervello rischia! Non è per niente vero. Il mal di testa è collegato direttamente ai disturbi di un vaso sanguigno, alla compressione di una radice nervosa, all’indolenzimento dei muscoli della nuca e della schiena o a un problema di trasmissione nervosa.

Il guaio è che lì in alto un circuito elettrico altamente sofisticato sta andando a pieno regime rischiando di surriscaldarsi. Per quanto riguarda l’emicrania, si pensa che sia collegata a una vasocostrizione seguita immediatamente da una vasodilatazione che provoca dolore.

Soffrite di emicrania se, secondo i criteri stabiliti dall’Ihs (International Headache Society):

• Avete sofferto di almeno 5 crisi - durate tra le 4 e le 72 ore - che si sono aggravate a causa del rumore o della luce + nausee o vomiti.

• I vostri mal di testa hanno almeno 2 delle seguenti caratteristiche:

Sono localizzati da un lato solo.
Producono dolori pulsanti.
Vi costringono a letto o richiedono uno sforzo enorme per compiere le attività quotidiane.
Si aggravano se provate ad alzarvi, a fare 3 gradini...

IL RIMEDIO: MENTA PIPERITA

Da applicare

Applicate 2 gocce pure sulle tempie e la fronte (attenzione, evitate gli occhi). Se siete in casa, potete preparate degli impacchi umidi impregnati di menta (ancora più distensivi). Volendo, procuratevi uno stick al mentolo (in farmacia).

Da diffondere

Lasciate evaporare alcune gocce 2 volte al giorno per 1 ora, se possibile con l’aiuto di un diffusore elettrico.

LA FORMULA + COMPLETA

Massaggi

Mescolate:

oe lavandino super 1 ml
oe camomilla 0,5 ml
oe basilico 1 ml
oe menta piperita 1 ml
oe wintergreen 1 ml
oe chiodi di garofano 0,5 ml

Applicate 2-3 gocce di questa formula, massaggiando le tempie e la fronte a livello delle sopracciglia (attenzione, evitate gli occhi). Se necessario, ripetete ogni 30 minuti.

DA PREPARARE IN FARMACIA

Da inghiottire

Chiedete al farmacista di prepararvi delle capsule gelatinose secondo la seguente formula:

OE Chamaemelum nobile (camomilla romana)10 mg
OE Lavandula offi cinalis (lavanda offi cinale) 20 mg
OE Ocimum basilicum (basilico) 20 mg
OE Citrus limonum (limone) 10 mg
OE Origanum majorana (maggiorana) 10 mg
Inghiottite 1 capsula gelatinosa 3-4 volte al giorno.

I MIEI CONSIGLI

Aria! I locali chiusi, isolati, senza aria, garantiscono il mal di testa.

In ogni caso, slacciarsi i pantaloni e allentare la cravatta, distendersi al buio e rilassarsi non può che fare bene.

Raffreddate le tempie: menta, ghiaccio (avvolto in un telo), gel refrigerante... va tutto bene pur di calmare il dolore.

Se vi svegliate sistematicamente con il mal di testa, è possibile che sia il sintomo di una depressione o di una forte ansia. Soprattutto se vi sentite sempre stanchi. I medici considerano il mal di testa un importante indicatore di «disturbi dell’umore», quindi piuttosto che assumere tutti i giorni degli antidolorifici, forse è meglio parlarne con il medico o, almeno, fare il punto della situazione. Perché non affidarvi agli oli essenziali per combattere la depressione o l’ansia?

Attenzione agli occhi: una luce troppo intensa o un luogo male illuminato per leggere, computer, occhiali non adeguati, difetti di vista non corretti... sono la via più breve per i mal di testa.

Proteggetevi dall’insolazione, ossia dal sole sulla testa, e dal caldo eccessivo, che provocano violenti mal di testa.

Più fa caldo, più bisogna bere acqua, ma anche normalmente bevetene almeno 8 bicchieri. Non avete idea di quanti mal di testa siano legati alla disidratazione.

Chi soffre di emicrania sa quali alimenti scatenano le crisi, in particolare cioccolato, vino bianco, selvaggina, formaggio piccante e altri formaggi, aringhe, e tutti quegli alimenti a elevato tasso di glutammato («sindrome del ristorante cinese»).

Attenzione al caffè, che allevia sicuramente alcuni dolori ma ne scatena altri, come del resto il fumo.

Lo dimostrano gli studi: il rilassamento fa altrettanto bene delle nuove molecole che servono ad alleviare i ricorrenti mal di testa. Secondo il dottor John Astin, rilassarsi (seguendo un protocollo particolare, il che non vuol dire fare un bagno o dormire) permette di diminuire i mal di testa ricorrenti del 43%. Esattamente lo stesso risultato dei farmaci e 3 volte più efficace di un placebo. Il medico precisa che questa tecnica può essere raccomandata come trattamento a pieno titolo, il solo veramente efficace contro i dolori. Si può ricorrere a questa tecnica anche in caso di emicrania, ma i risultati sono meno decisivi.

Mamma, ho mal di testa! L’emicrania nel bambino è poco studiata per non dire ignorata, anche se sembra che colpisca tra il 5 e il 10% delle persone! Se nell'adulto questo mal di testa particolare sparisce grazie a sostanze molto precise (farmaci o piante), accade lo stesso con i bambini, mentre la tradizionale aspirina o il paracetamolo è poco efficace per entrambi. E secondo certi medici potrebbe aggravare i disturbi. In ogni caso, è incontestabile l’ereditarietà: un bambino rischia maggiormente di sviluppare questi dolori se anche uno o entrambi i genitori ne soffrono. Se il bambino associa al dolore: • Intolleranza alla luce e al rumore. • Irritabilità. • Disturbi della digestione (nausee, vomiti)… … forse è un’emicrania. Se a soffrirne è un ragazzo, le crisi e la frequenza aumenteranno (soprattutto nelle femmine).

Se il dolore è improvviso, senza ragione apparente ed estremamente intenso, potrebbe essere un’emergenza: consultate immediatamente un medico.


Danièle Festy, farmacista francese, è una grande esperta di oli essenziali, piante e omeopatia. Appassionata di cucina, ha pubblicato numerosi libri sull’aromaterapia, i massaggi e l’utilizzo degli oli essenziali per donne, bambini, nella menopausa, per la respirazione, nell’alimentazione. La mia Bibbia degli Oli essenziali racchiude tutta la sua esperienza e tutti i benefici dell’aromaterapia.


Danièle Festy
La Bibbia degli Oli Essenziali - Libro
La guida più completa all'aromaterapia
Editore: Sonda Edizioni
Data pubblicazione: Giugno 2013
Formato: Libro - Pag 592 -



domenica 26 maggio 2013

Acqua, motore della vita

Acqua, motore della vita

Le ricerche Mae-Wan Ho sull'organismo "a cristalli liquidi" dotato di coerenza quantistica

di Roberto Germano - 14/05/2013 

>> http://goo.gl/P74cg

La ricercatrice Mae-Wan Ho – autrice dei testi pionieristici sulla fisica degli organismi e sui sistemi sostenibili – è stata ospite del Convegno di apertura dell’evento Le Connessioni Inattese 2011. 
L’ha intervistata per noi Roberto Germano, uno dei padri de “Le Connessioni Inattese”. 

Roberto Germano: Ciao Mae-Wan, ci fa davvero un grande piacere la tua presenza qui con noi a Napoli. Oltre alle tue grandi lotte scientifiche contro l’utilizzo degli OGM, sono ormai molti anni che ti occupi della coerenza biologica degli organismi e del suo fondamento dinamico: l’acqua. Puoi provare a spiegare in poche parole di cosa si tratta e come è nato questo tuo interesse?
Mae-Wan Ho: Grazie a voi per avermi chiamato per l’edizione di quest’anno de "Le Connessioni Inattese" in questa poetica città, traboccante di storia e conoscenza. Ho “scoperto” che l’Università di Napoli è stata fondata quasi 800 anni fa e viene considerata addirittura la più antica università laica del mondo!
Devo dire che il mio amore per l’acqua nacque quasi 20 anni fa grazie ad un piccolo verme (la larva del moscerino della frutta, appena nata dal suo uovo) che mi apparve alla luce polarizzata del microscopio – con cui lo osservavo ancora vivo – coi colori dell’arcobaleno! 

In genere alla luce polarizzata si osservano i cristalli o i cristalli liquidi, per osservarne l’ordine…
Infatti! Ciò che mi illuminò fu proprio questo! Questi colori brillanti non sarebbero stati possibili se tutte le molecole nelle cellule e nei tessuti nel corpo della piccola larva non fossero stati allineati come cristalli liquidi, e altempo stesso in moto coerente tutti insieme, comprese le molecole d’acqua che formano unità dinamicamente coerenti con le macromolecole in essa presenti. Siccome la luce oscilla molto più velocemente del moto delle molecole, esse appaiono allineate alla luce che le attraversa in ogni istante, fin quando il moto molecolare è coerente.

E suppongo che ciò si evidenzi anche in altri organismi…
Infatti! La larva del moscerino della frutta non è unica, ma tutti gli organismi viventi appaiono così al microscopio a luce polarizzata: insieme al collega Michael Lawrence abbiamo casualmente scoperto un settaggio per il microscopio particolarmente efficiente per evidenziarlo. La matrice a cristalli liquidi è polarizzata e allineata in un campo dotato di coerenza quantistica elettrodinamica con l’acqua, che io chiamo l’acqua a cristalli liquidi, una componente fondamentale delle macchine molecolari quantistiche che fornisce potenza alle cellule e agli organismi permettendogli di lavorare quasi al 100% di efficienza.

Ti ringrazio di avermi regalato un tuo libro ricchissimo di informazioni: The Rainbow and the Worm. The Physics of Organisms; grazie a questo tuo sforzo divulgativo, credo che ogni lettore interessato possa approfondire queste scoperte…
Sì, questo mio saggio fu inizialmente pubblicato nel 1993, ma ora è giunto alla sua terza edizione ampliata. Presento argomenti teorici ed evidenza empirica per supportare l’idea che l’organismo è dotato di una coerenza quantistica, e dipende dalle singole macchine energetiche molecolari poste in una matrice “acqua a cristalli liquidi” che lavorano insieme ininterrottamente per trasformare materia ed energia senza perdite. Ormai, le scoperte scientifiche della fisica-chimica e della biologia hanno confermato questo quadro. Infatti, acqua, ioni e macromolecole lavorano insieme ininterrottamente mediante una generazione di elettroni che aziona il motore della vita, ma in particolare l’acqua, come ad esempio hai di recente evidenziato sperimentalmente anche tu Roberto con il tuo nuovo “Effetto Ossidroelettrico”.

Eh sì! Davvero affascinante! Mi sono reso conto che in determinate condizioni sperimentali è possibile l’estrazione di una corrente elettrica – “inattesa” e nient’affatto trascurabile (decine di microWatt) – da acqua, anche bi-distillata, tramite due identici elettrodi di platino, alimentata dal semplice calore ambientale, e mediata da molecole di ossigeno. Cioè, si tratta di qualcosa che qualunque normale studente di scuola media “sa bene” essere del tutto impossibile! Però, l’effetto c’è, e oltre a evidenziare certi meccanismi di base in azione nei sistemi biologici, questo nuovo fenomeno sperimentale potrebbe essere la base per un possibile breakthrough tecnologico sia verso sistemi totalmente nuovi di generazione di elettricità, ecologici, non centralizzati e a basso costo, sia verso la nascita di una chimica industriale efficientissima e quindi non inquinante.
Certo, l’acqua in sé è centrale nell’azione delle macchine molecolari. Gli archetipi delle macchine molecolari sono gli enzimi, che rendono le reazioni chimiche più veloci di un fattore 1010 -1023, ma la visione convenzionale ancora non riconosce il ruolo assolutamente primario dell’acqua. Già più di 50 anni fa Albert Szent-Györgyi suggerì che l’acqua all’interfaccia, cioè vicino le superfici, fosse la chiave per capire la biologia; propose che l’acqua negli organismi viventi esistesse in due stati: uno stato di minima energia ed uno stato eccitato, e che l’acqua alle interfacce, come quella vicino alle membrane fosse nello stato eccitato, il che implica che necessiti di minore energia per dissociarsi…

Ricordiamo che Albert Szent-Györgyi fu insignito del premio Nobel per la medicina nel 1937 proprio per i suoi studi sui fenomeni di “combustione” nelle cellule (poi noto come ciclo di Krebs) e per la scoperta della vitamina C. E nei suoi studi successivi affermò che il cancro è dovuto a un problema di scambio di elettroni a livello molecolare.
In effetti, le strutture viventi sono frattali e quindi praticamente quasi tutta l’acqua presente negli organismi viventi è acqua di interfaccia, perché è quasi sempre a contatto con qualche membrana o con una macromolecola…
Il gruppo di ricerca di Gerarld Pollack dell’Università di Washington (USA) ha dato in tempi recenti una brillante dimostrazione delle differenze chimico-fisiche tra l’acqua che sta vicino ad una superficie idrofilica e quella che sta più lontana; fino a qualche centinaio di micron dalla superficie si può distinguere uno strato di acqua “diversa”: non permette la presenza di microsfere diluite nell’acqua (da cui il termine con cui l’ha battezzata, cioè “Zona di Esclusione”), né la dissoluzione di coloranti o proteine; e viene misurata una differenza di potenziale col resto dell’acqua più lontana, ha un basso pH, è 10 volte più viscosa, ha un picco di assorbimento a 270 nm, ed emette fluorescenza quando è eccitata a quella lunghezza d’onda, illuminandola con radiazione infrarossa aumenta in larghezza.

In effetti è dal suo studio che anch’io sono partito per poi evidenziare l’Effetto Ossidroeletrico. Infatti, stando all’interpretazione del fenomeno della Zona di Esclusione che ne dà la visione di Emilio Del Giudice – acqua maggiormente coerente e quindi dotata di elettroni quasi liberi – insieme ai lavori sperimentali di Vladimir Voeikov, ho capito l’importanza che avrebbe dovuto avere la presenza di sia pur minime quantità di ossigeno in questo contesto; e infatti questo è stato sperimentalmente verificato, misurando una potenza elettrica estratta 100 volte superiore.
Quindi ciò che accade è che la separazione tra l’acqua interfacciale (coerente) e quella “bulk” diventa una pila redox! La tua cella è un po’ come una grossa cellula vivente…

Sì, infatti… speriamo di far luce su alcuni dei numerosi interrogativi ancora aperti delle biologia cellulare… 
Ti ringraziamo moltissimo per essere stata qui a Napoli, e spero che tu possa tornare di nuovo qui in occasione dell’evento connesso a Scienza ed Arte che stiamo provando ad organizzare insieme!
Eh sì! Ciò che è bello è vero, e ciò che è vero è bello! Grazie a voi, e a prestissimo!

Bibliografia
1. Ho MW. The Rainbow and the Worm, the Physics of Organisms, 1993, 1998 (2nd ed), 2008 (3rd ed), World Scientific, Singapore, London.
2. Ho MW. Cooperative and coherent water. Science in Society 48, 6-9, 2010.
3. Arani R, Bono I, et al. QED coherence and the thermodynamics of the water. Int J Modern Phys B 1995, 9, 1813-41.
4. Del Giudice E. Old and new views on the structure of matter and the special case of living matter. Journal of Physics: conference Series 2007, 67, 012006.
5. Del Giudice E, Spinetti PR and Tedeschi A. Water dynamics at the root of metamorphosis in living organisms. Water 2010, 2, 566-86. 
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7. Ho MW. Quantum coherent water & life. Science in Society 51, 26-29, 2011.
8. Preparata G. QED Coherence in Matter, World Scientific, Singapore, 1995.
9. Szent-Gyorgyi A. Bioenergetics, Science 1956, 124, 873-5.
10. Szent-Gyorgyi A. Introduction to a Supramolecular Biology, Academic Press, New York, 1960.
11. Pollack GH and Clegg J. Unexpected linkage between unstirred layers, exclusion zones, and water. In Phase Transitions in Cell Biology (Pollack GH, Chin WC eds.), pp143-52, Springer Science & Business Media, Berlin, 2008. 
12. Ho MW. Liquid crystalline water at the interface. Science in Society 38, 36-39, 2008.
13. Ho MW. Dancing with macromolecules. Science in Society 48, 12-15, 2010.
14. Ho MW. First sighting of structured water. Science in Society 28, 47-48, 2005
15. Ebbinghaus S, Kim SJ, Heyden S M, Yu X, Heugen U, Gruebele M, Leitner DM and 
16. Havenith M. An extended dynamical hydration shell around proteins. PNAS 2007, 104, 20749-52.
17. Born B and Havenith M. Terahertz dance of proteins and sugars with water. J Infrared Milli Terahz Waves 2009, 30, 1245-54.
18. Ho MW. What’s the cell really like? Science in Society 24, 46-47, 2004.
19. Ho MW. Why beauty is truth & truth beauty. Science in Society 50, 32-37, 2011.
20. Ho MW. Positive electricity zaps through water chains. Science in Society 28, 49-50, 2005.
21. Germano R. et al. Oxhydroelectric Effect: electricity from water by twin electrodes. Key Engineering Materials 495, 100-103, 2012.
22. Germano R. et al. Oxhydroelectric Effect: oxygen mediated electron current extraction from water by twin electrodes. Journal of Optoelectronics and Advanced Materials, in corso di pubblicazione, 2012.

Chi è Mae Wan Ho
Autrice dei testi pionieristici sulla fisica degli organismi e sui sistemi sostenibili, The Rainbow and the Worm, The Physics of Organisms (1993, 1998, 2008) e Living Rainbow H2O (2012), è anche una critica delle biotecnologie basate sull’ingegneria genetica e del neo-Darwinismo. È direttrice e co-fondatrice dell’Institute of Science in Society (www.i-sis.org.uk), ed è Editor-in-Chief e Art Director della rivista trimestrale Science in Society.
Mae-Wan Ho ha pubblicato più di 170 articoli scientifici e più di 600 articoli divulgativi. Tra gli altri suoi libri ricordiamo: Beyond neo Darwinism: An Introduction to the New Evolutionary Paradigm (1984); Evolutionary Processes and Metaphors (1988); Bioelectrodynamics and Biocommunication (1994), Bioenergetics (1995); Genetic Engineering Dream or Nightmare? (1998, 1999, ristampa con introduzione estesa, 2007); Living with the Fluid Genome (2003); The Case for a GM-Free Sustainable World (2003, 2004); Unravelling AIDS (2005); Which Energy? (2006), Food Futures Now (2008); Green Energies, 100% Renewables by 2050 (2009); Quantum Jazz Biology*Medicine*Art (2011).

Questo articolo è tratto dalla rivista:
Scienza e Conoscenza - N. 40
editore: Scienza e Conoscenza - Editore
Data pubblicazione: Maggio 2012
Formato: Rivista - Pag 80 
>> http://goo.gl/P74cg

Visualizzazioni Creative

Visualizzazioni Creative 

La chiave per capire la tua voce interiore - Meditazioni guidate

di Jose Maffina

>> http://goo.gl/D0HMK 


In questo straordinario Libro + CD, Jose Maffina ci spiega come le visualizzazioni creative siano strumenti validi per scoprire ciò che è celato dentro di noi e siano alla portata di tutti. Svelare il linguaggio del profondo è ciò che si propone.

Per ogni visualizzazione sono indicate le chiavi interpretative delle immagini che affiorano durante le meditazioni e che per ciascuno sono diverse. Conoscere il loro significato ci permette di scoprire le nostre debolezze e di essere così in grado di trasformarle.

Il linguaggio della nostra voce interiore

diventa così chiaro e utile per il nostro cammino.


Come Visualizzare - Estratto da Visualizzazioni Creative

Molte persone non provano a cimentarsi in una visualizzazione guidata perché convinti di non riuscirci, alcuni al primo tentativo senza buoni risultati rinunciano. Vorrei incoraggiare tutti a considerare questa tecnica una pratica accessibile a chiunque. In ogni azione che facciamo esiste un primo approccio che ci coglie inesperti, riusciamo a fare sempre meglio solo se ci impegniamo e continuiamo ad esercitarci.

Il muscolo si rafforza e cresce solo dopo continui allenamenti, ogni cosa richiede costanza e motivazioni. Se apparteniamo alla categoria di coloro che non hanno mai provato o si sono ritrovati delusi nelle loro prime sperimentazioni, dobbiamo iniziare, come dico sempre, con piccoli passi.

Prima di cimentarci nella prima visualizzazione proveremo, chiudendo gli occhi, a richiamare alla mente ciò che più amiamo e che ci è più familiare: Il coniuge? Un genitore? L’auto? Il gioiello preferito? Il simbolo della squadra del cuore? Magicamente ecco davanti a noi l’immagine. Poi passiamo ad oggetti semplici, all’interno della nostra casa o fuori per la strada o in un parco.

Proviamo a fissare un oggetto, poi chiudiamo gli occhi e richiamiamolo alla mente. Quando ci sentiremo padroni delle immagini potremo cimentarci nella nostra prima visualizzazione guidata. Teniamo presente che la visualizzazione può manifestarsi in due modi diversi:

1. Noi siamo all’interno dell’esperienza, non ci vediamo, ma vediamo il panorama circostante.
2. Noi vediamo noi stessi da testimoni, siamo fuori e seguiamo tutto il percorso vedendoci agire, ma anche in questo caso percepiamo le sensazioni che stiamo vivendo.

Qualsiasi sia la modalità che viene scelta al nostro interno, la visualizzazione ci parla e schiude davanti a noi la porta che conduce a chi siamo, in un viaggio che può portarci solo verso la nostra armonia interiore.

Poiché il nostro cervello non distingue il vero dal falso, la visualizzazione oltre ad avere un fine di svelamento può essere strumento di guarigione spirituale.

Le meditazioni guidate scelte per questo libro + CD possono essere dei test veri e propri che ci manifestano chi siamo e come stiamo vivendo la nostra vita, particolarmente, la n. 1, 6, 7, 8, 9, 11. Ma anche strumenti di guarigione spirituale che ci aiutano nella rigenerazione, nell’equilibrio e nella trasformazione e sono la n. 3, 4, 5, 10.

Quando ci sperimentiamo in una visualizzazione test non dobbiamo cercare di manipolare o cambiare ciò che affiora, come detto precedentemente, mentre quando visualizziamo una meditazione di guarigione dopo averlo fatto per la prima volta senza manipolazioni per avere la “risposta” su come stiamo, possiamo ripeterla cercando di modificare le visioni ad esempio: mettendo luce dove non c’è, ampliando la visione dell’acqua se manca. In questo modo aiuteremo la trasformazione del nostro profondo per raggiungere un totale benessere.


Indice

1. La Giostra
2. La Nuvola
3. La Rinascita
4. L’Albero
5. La Purificazione
6. Il Piccolo e il Grande
7. Il Mare
8. I Quattro Elementi
9. Il Vento
10. L’Ascensore
11. La Casa


Jose Maffina, naturopata, ricercatrice esoterica e spirituale. Pratica Channeling e Rebirthing da molti anni e fa parte del gruppo di studio dell'Istituto Ricerche Cosmos di Milano, presso il quale tiene conferenze e seminari


Jose Maffina
Visualizzazioni Creative - CD Audio + Libro
La chiave per capire la tua voce interiore - Meditazioni guidate
Editore: Anima Edizioni
Data pubblicazione: Aprile 2013
Formato: CD Audio - Pag 72 - 12x18
Lingua: Italiano
Durata CD: 64 minuti ca.
>> http://goo.gl/D0HMK




Che cos'è l'apiterapia

Che cos'è l'apiterapia


Miele, polline, pappa reale, propoli, apipuntura: scopri gli straordinari poteri terapeutici delle api

di Alessandro Silva - 22/05/2013 

>> http://goo.gl/b4Arx 

Nell’antico Egitto, si credeva che, un giorno, le lacrime piante dal dio del sole Ra, cadendo a terra, si fossero trasformate in api che si erano poi messe a costruire favi e a produrre miele. Per gli egizi questi piccoli insetti erano pertanto di origine divina. Qual è la loro reale importanza per l’uomo? 

Le api e i pesticidi

È recente la notizia diffusa dalla Commissione Ue la quale avrebbe deciso di bandire l'uso in agricoltura, per due anni, di una serie di neonicotinoidi, pesticidi che causano seri rischi per la vita delle api. Secondo le ricerche della European food safety authority (EFSA), che ha valutato gli effetti nocivi prendendo in considerazione il contatto delle api sia con il pesticida usato per conciare i semi sia con le sostanze presenti nel polline o nel nettare delle piante trattate, a ognuno dei tre pesticidi è stata associata un’elevata tossicità. 

Alla luce di queste ricerche, l’Ue aveva proposto di eliminare del tutto l'uso di imidacloprid, clothianidin e thiamethoxam, prodotti soprattutto dalla tedesca Bayer e della svizzera Syngenta (e già oggetto di specifico bando temporaneo in Italia, limitato però alla sola concia delle sementi). Come risposta, le aziende agrochimiche hanno dato inizio a forti azioni di comunicazione e pressioni politiche nel tentativo di scongiurare l'adozione di un divieto su scala europea (dichiarando a rischio 50 mila posti di lavoro ma, soprattutto, un business di 17 miliardi di euro). Questo ha mobilitato l’intervento di Greenpeace, tesa a convincere i governi europei a non cedere alle pressioni dell'industria dei pesticidi, e di 2,5 milioni circa di cittadini che hanno firmato la petizione di Avaz (organizzazione non governativa internazionale impegnata nel permettere che i processi decisionali di portata globale siano influenzati dall'opinione pubblica). 

La Ue, pur non ottenendo il via libera del divieto assoluto da tutti gli stati membri, ha comunque deciso di procedere allo stop biennale sull’uso dei pesticidi incriminati per quanto riguarda le coltivazioni di girasole, mais, colza e grano. È dunque così importante la segreta e continua attività di questi piccoli insetti?

Il valore delle api

Fu Albert Einstein a dire: “Se l’ape scomparisse, all’umanità rimarrebbero solo pochi anni di vita”. Questo accadrebbe poiché le api sono le principale fautrici dell’importante processo chiamato impollinazione. Il termine “impollinazione” si riferisce allo spostamento del polline da un fiore che lo produce a un fiore che lo riceve. Le conseguenze di questo fenomeno hanno un’importanza estrema da un punto di vista ecologico ed economico essendo l’impollinazione necessaria non solo alla formazione del frutto ma anche del seme, che servirà alla pianta per perpetuare la specie e moltiplicarsi.

L’impollinazione che avviene tramite il trasporto del polline da parte di animali è detta zoogama ed è la più efficace. Tra tutti quelli che partecipano all’impollinazione, a oggi, le api rappresentano il 90% degli insetti impollinatori. Così, visitando un fiore, l’ape si copre involontariamente di polline, che sarà in parte deposto, sempre involontariamente, su un altro fiore. Tuttavia, dall’autunno 2006, uno scenario inquietante e in parte misterioso, ha iniziato a manifestarsi su scala mondiale: le api lasciano gli alveari per non farvi più ritorno. Gli scienziati americani parlano di “colony collapse disorder” che è stato tradotto come “sindrome da collasso delle colonie”. Negli alveari che “collassano” non si trovano più api adulte e le rare api sopravvissute sono state infettate da virus e di funghi.

I pesticidi hanno svolto un ruolo determinante nella scomparsa progressiva delle api, soprattutto i prodotti appartenenti alla famiglia dei neonicotinoidi. Questi prodotti avvolgono il seme per poi penetrare nella pianta durante la crescita fino a comparire sul polline che gli insetti raccolgono. 
Abolire l’uso di questi pesticidi potrebbe consentire un ritorno delle api e dei preziosi prodotti che esse sono in grado di creare. L’utilità delle api è infatti essenziale per l'apiterapia, ossia il trattamento delle malattie con prodotti raccolti, trasformati e secreti dalle api, e in particolare miele, polline, pappa reale, propoli e veleno.

Il miele

Il miele è un prodotto naturale impossibile da fabbricare in modo sintetico, poiché non si conoscono con precisione i componenti né tanto meno i meccanismi di produzione. 
L’ingrediente di base è il nettare, un liquido zuccherino secreto dalle piante al solo scopo di attirare le api e altri insetti impollinatori. Il nettare è un liquido costituito in massima parte d’acqua (dal 70 al 92%) e di zucchero (per lo più saccarosio), ma anche di vitamine, di minerali e di numerosi altri elementi. La sua composizione varia da fiore a fiore ed è pertanto il nettare che determinerà il sapore, la consistenza, il colore e le virtù del miele.

Molte sono le proprietà terapeutiche del miele. In generale è un ottimo antinfiammatorio per la gola ed ha effetti sedativi contro l'eccitazione nervosa e l'insonnia. Il miele millefiori è noto per le sue proprietà disintossicanti a favore del fegato, mentre il miele di castagno favorisce la circolazione sanguigna ed è disinfettante delle vie urinarie. Interessanti le proprietà del miele di girasole che abbassa i livelli di colesterolo oltre ad avere un'azione calcificante nelle ossa. Il miele di ginepro invece, offre un valido aiuto nelle affezioni respiratorie e quello di tarassaco ha un'azione depurativa, soprattutto sui reni.

Il polline

Quando l’ape ha terminato di raccogliere il nettare di un fiore, il suo corpo si ricopre di polline che aderisce al pelo. Prima di rientrare nell’alveare, l’ape si spazzola: le sue zampe sono munite di un piccolo pettine che usa per ripulirsi del polline rimasto incollato al corpo. Questo polline viene bagnato di saliva e nettare e “impastato” per formare delle pallottole, immagazzinate in specifiche celle dell’alveare dove subiscono trasformazioni chimiche e fisiche per ottenere il cosiddetto “pan d’api”, che servirà per il nutrimento delle api.
ll polline è un fortificante naturale che migliora lo stato generale dell'organismo, riequilibrando il metabolismo e le perturbazioni funzionali.

La pappa reale: il “latte” delle api

La pappa reale, sostanza bianca madreperlacea o dorata, dal gusto acido e particolarmente zuccherato, può essere considerata il “latte delle api”. Si tratta infatti di un prodotto che viene ricavato dalla secrezione delle “ghiandole ipofaringee” e “ghiandole mandibolari” delle api nutrici, quelle il cui ruolo è nutrire le larve della colonia. La pappa reale è quindi l’alimento di cui si cibano tutte le api neonate.
Perché assumere pappa reale? Perché come il miele, possiede numerose proprietà terapeutiche, benefiche e curative date le eccellenti proprietà nutritive e ricostituenti, essendo una fonte naturale di vitamina A, vitamine del complesso C, D, E e, in particolare, del complesso B.

La proproli

La propoli (“pro”, che significa “prima” e “polis” che significa “città”) è la sostanza che le api depongono all’ingresso del loro alveare, per proteggersi dalle aggressioni esterne.
Contrariamente al miele e al pan d’api (frutti della trasformazione del nettare e del polline), la propoli non è utilizzata come alimento dalle api, ma come materiale da costruzione: il suo ingrediente di base è infatti una sostanza resinosa che copre i germogli di alcune latifoglie (ontano, betulla, quercia, frassino, ippocastano, olmo, prugno, salice e soprattutto pioppi), ma anche conifere (pini, abeti, abeti rossi). Dopo il raccolto, le api la elaborano con l’aggiunta di cera, polline ed enzimi prodotti dalle api stesse.
La propoli ha numerose indicazioni terapeutichr: per via esterna cura gli stati infiammatori del cavo orale, nonché piaghe e lesioni, mentre per via interna è utile nella prevenzione e nel trattamento delle infezioni delle vie respiratorie e delle infezioni batteriche, virali e parassitarie.

Il veleno d’ape 

Il veleno d’ape è prodotto dall’apparato velenifero, composto di due ghiandole, la ghiandola alcalina, che secerne un liquido alcalino e la ghiandola acida collegata a una piccola sacca chiamata borsetta velenifera. L’ape punge con il pungiglione, detto anche dardo, situato all’estremità dell’addome. La puntura rappresenta l’estrema difesa dell’ape dopo la quale è destinata a morire poiché lo strappo del pungiglione dal suo addome comporta un’irrimediabile lacerazione interna.

Vi sono almeno 18 componenti attivi con proprietà farmaceutiche nel veleno d’ape. Non è ancora del tutto chiarito il meccanismo della sua azione sull’organismo, ma gli scienziati ritengono che sia in grado di modificare le funzioni del sistema immunitario e di contribuire all’attivazione della produzione di cortisolo, un formidabile antiinfiammatorio.
Le punture di ape hanno effetti diversi ma generalmente provocano un edema attorno alla puntura, con sensazione di dolore e un evidente gonfiore. Può capitare piuttosto che la puntura d’ape causi una manifestazione allergica, le cui conseguenze potrebbero rivelarsi serie, con gonfiore delle mucose, difficoltà respiratorie, edema polmonare ed emolisi. Si tratta di casi sporadici, ma da non sottovalutare.

Il veleno d’ape, che oggi si riesce a estrarre senza provocar la morte dell’insetto, è utilizzato per curare affezioni reumatiche, artriti croniche e certe malattie infiammatorie. Il veleno è somministrato sulle zone da curare sia direttamente, attraverso punture d'ape, sia diluito, con l'aiuto di siringhe, oppure contenuto in diverse preparazioni (creme e lozioni).#8232;
Non possiamo dunque che ringraziare la natura per aver creato questo piccolo insetto dall’enorme valore. E come scrisse Victor Hugo: “Non vi è nulla che somigli a un’anima come un’ape: va di fiore in fiore come un’anima di stella in stella e dona il miele come l’anima dona la luce”.

Bibliografia
http://www.repubblica.it/economia/2013/04/29/news/ok_della_ue_alla_norma_salva-api_stop_di_due_anni_ai_pesticidi_killer-57721964/
http://www.greenme.it/informarsi/agricoltura/9949-api-pesticidi-killer
Muriel Levet: Guarire con le api – MACRO Edizioni
http://it.wikipedia.org/wiki/Apiterapia

Muriel Levet
Guarire con l'Apiterapia - Miele, Polline, Pappa Reale, Propoli, Apipuntura - Libro
Scopri gli straordinari poteri terapeutici delle Api
Editore: Macro Edizioni
Data pubblicazione: Giugno 2013
Formato: Libro - Pag 112 - 13.5x20.5
>> http://goo.gl/b4Arx