Bluegreen Therapy, colore che guarisce
Attraverso la Bluegreen Therapy è possibile comunicare e
informare il corpo dialogando con gli impulsi luminosi emessi dalle nostre
cellule
di Giorgio Cavalli - 19/08/2013
Bluegreen Therapy, colore che guarisce
Il Metodo Bluegreen nasce dalle intuizioni di una
ricercatrice empirica, Filomena Finelli. Nata nel 1956 a Montesarchio in
provincia di Benevento si trasferisce ancora bambina nella più fredda e
razionale brianza. Tra Como e Cantù trascorre la sua intera esistenza umana e
professionale. Proprio nel Canturino inizia i suoi studi, alternativi e
all’epoca così poco comuni. Interessi dai più definiti strani, inutili,
difficilmente comprensibili. Incredulità e scetticismo rappresentavano il
substrato all’interno del quale Filomena ha dovuto crescere, formarsi e
temprarsi come donna e come professionista. Ma si sa, laddove le condizioni
divengono avverse riescono ad emergere e sopravvivere solo le convinzioni più
solide e, con ogni probabilità, più vere.
La verità viene quindi ricercata partendo dal comprendere
in modo profondo discipline come lo yoga, la meditazione, la pranoterapia, la
cromoterapia. Dieci anni di studi, confronti, seminari e intuizioni danno a
Filomena l’input per partire, nel 1999 con un’attività decisamente nuova. Apre
infatti un piccolo studio, dove proverà a concretizzare tutte le proprie teorie
cercando di collaudarle e perfezionarle con quel piccolo gruppo di curiosi che nei
primi mesi si presentarono alla porta, tutti con un piccolo o grande problema
da risolvere. Il lavoro ha inizio, le persone vanno, vengono, tornano e
indubbiamente aumentano. Numeri decisamente alti, a tratti addirittura
impressionanti. Il piccolo gruppo di curiosi infatti ad oggi conta quasi 4.500
individui spalmati su un periodo lungo 12 anni. Il passa parola si era diramato
in modo capillare raggiungendo le più sperdute località italiane, e non solo.
Il riscontro era praticamente sempre positivo, e le
persone anche se non capivano, il più delle volte si sentivano meglio, molto
meglio. Le strane cose che la signora Finelli proponeva ed insegnava avevano un
potenziale indiscutibilmente enorme. Capire cosa accadeva all’interno di quella
piccola stanza non sempre era impresa facile. Nemmeno per la stessa creatrice
del metodo. I risultati superavano le aspettative e le spiegazioni ormai
sembravano non essere più sufficienti.
L’incontro con Emilio Del Giudice
L’aiuto in questo senso arriva da una persona tanto
speciale quanto normale. Suona il campanello in un’anonima e piovosa mattinata
dell’autunno del 2004. Di lui si sa che è un professore e che arriva da Milano,
anche se l’accento svela un’inconfondibile provenienza partenopea. Si sottopone
al trattamento con grande serenità e osserva ciò che accade con quell’innocente
curiosità tipica delle persone realmente intelligenti. Terminato il tutto si
alza e decide di svelare la propria identità. È il professor Emilio Del
Giudice, fisico di risonanza mondiale e attento conoscitore di tutte le
discipline alternative. Sua volontà è scoprire e valutare approcci innovativi e
cercare di conferire loro, laddove ci fossero i presupposti, quella credibilità
che il mondo scientifico tradizionale nega con indissolubile fermezza. Il suo
entusiasmo dava ad intendere che quel giorno il professore aveva probabilmente
individuato uno di quei nuovi approcci. Un metodo realmente innovativo e
semplice in grado di sintetizzare in pochi gesti alcune delle più recenti e
discusse teorie emerse in ambito scientifico. Teorie che Del Giudice viveva da
assoluto protagonista. A questo punto decide di riflettere un attimo su quanto
vissuto, così da poter elaborare una spiegazione logica e coerente. Da quel
momento inizia una collaborazione produttiva e continuativa. Gli anni passano e
gli incontri/confronti divengono sempre più frequenti. Le spiegazioni tanto
ricercate prendono forma e cominciano a delineare quello che ad oggi possiamo
definire il Metodo Bluegreen. Del Giudice vede in quel piccolo centro la sede
ideale per collaudare sul campo teorie che fino a quel momento risiedevano solo
nelle menti dei ricercatori. Impressioni, risultati, esperienze, tutto
materiale preziosissimo utile ad avvalorare metodi nuovi, alternativi.
Informazione, luce e colore
Ma a questo punto la domanda, in molti di voi sorgerà
spontanea: sì ma, di che cosa si tratta?
Ad oggi direi che siamo in grado di rispondere a questa domanda in modo
soddisfacente.
Il Metodo Bluegreen è una tecnica che insegna all’individuo
a comunicare con il proprio corpo. Questo è possibile partendo dal presupposto
che ogni singolo componente del nostro sistema, anche il più piccolo, in ogni
istante della sua esistenza, comunica. Il dialogo è continuo e costante. Le
informazioni che le parti/cellule si scambiano sono semplici e decisamente
importanti. Tramite queste informazioni si coordinano relativamente le due
funzionalità biologiche più rilevanti: riproduzione cellulare e ruolo da
svolgere all’interno dell’organismo. Eventuali incomprensioni, malintesi o
interferenze spesso rappresentano l’inizio di un problema che nel corso degli
anni può tramutarsi in un’incurabile patologia.
Da troppi anni viviamo questi incessanti dialoghi
corporei da spettatori. Convinti che nascano e si sviluppino in modo
assolutamente autonomo e svincolato dalla nostra volontà. Se così fosse
significherebbe che il nostro corpo è divenuto qualcosa che osserviamo inermi e
che fondamentalmente non ci appartiene più. Le nostre cellule decidono quando
stare bene e quando ammalarsi, indipendentemente dalla nostra volontà. Così non
può essere. Quello che dobbiamo fare è inserirci in quei dialoghi, comunicare,
impartire direttive cercando di utilizzare il linguaggio che il nostro corpo
utilizza, l’unico che sarà in grado di comprendere.
Ma qual è questo codice comunicativo? Alcuni scienziati,
tra cui l’illustre professor Popp, sostengono ormai da diversi anni il fenomeno
secondo il quale le cellule emettono costantemente dei debolissimi impulsi
luminosi. Emissioni elettromagnetiche percepibili solo attraverso sofisticati
strumenti. Onde molto particolari in quanto assolutamente coerenti ed in fase.
La luce che fuoriesce dalle cellule si propone con frequenze differenti e di
conseguenza con colori differenti. Alcuni esperimenti sembrano dimostrare con
assoluta certezza come tali segnali colorati vengano utilizzati dalle cellule
di qualsiasi organismo biologico per comunicare tra loro. Per inviarsi delle
informazioni relative al ruolo da svolgere e alle modalità riproduttive. Le
cellule sembrano coordinarsi tra loro in modo armonico generando dei settori
ognuno dei quali avente una cromaticità più frequente. Assorbiamo quindi luce
con ogni parte di noi, la rielaboriamo e successivamente la riemettiamo sotto
forma di colori.
Quindi il colore/informazione è alla base di tutto. Una
non corretta comunicazione può generare pericolose devianze nella struttura.
Ruolo delle cellule e riproduzione verrebbero alterati. Popp aveva osservato
come in alcune neoplasie fosse riscontrabile una luminescenza cellulare
totalmente sfalsata. Troppo intensa, disordinata e in alcuni casi addirittura
assente.
Le interazioni interne quindi generano colori perfetti e
coerenti. L’obiettivo del metodo Bluegreen è vivere in modo attivo queste
interazioni provando ad interagire con esse. Inserirsi nei dialoghi corporei
cercando, laddove fosse necessario, a ripararli o ripristinarli.
Il modo migliore per comprendere le dinamiche in gioco, a
questo punto, è passare direttamente al lato pratico. Provare a raccontarvi uno
degli esercizi introduttivi. Un esempio Bluegreen rappresentativo e di semplice
comprensione.
La scansione del colore come esercizio introduttivo
La persona, in un ambiente adeguatamente illuminato di
luce solare, si siede, si rilassa, chiude gli occhi, rivolge il viso verso il
sole e strizza le palpebre. Una, due, tre volte, fino a che non vedrà apparire
un colore. Tendenzialmente il colore rosso. Lo strizzare avrà aumentato il
flusso sanguigno trasformando le palpebre in un vero e proprio filtro
biologico.
Il rosso che stiamo visualizzando è un rosso particolare.
Non è infatti un rosso fornito dall’esterno, selezionato da terzi, imperfetto,
incoerente. Quello che stiamo visualizzando è semplicemente il “nostro“ rosso.
Il modo in cui le nostre cellule catturano le informazioni solari e le
rielaborano sempre sotto forma di colori/informazioni. Stiamo osservando come
le nostre parti attuino un vero e proprio processo di aggiornamento
interfacciandosi con la sorgente principale. Catturano istruzioni e regolano di
conseguenza riproduzione cellulare e ruolo. È come se dicessero: “Ah ok sole,
tu oggi sei così? Allora noi ragazzi per essere in equilibrio con lui dobbiamo
comportarci in quest’altro modo”. Il
sole infatti, è in costante evoluzione. Ogni istante non è mai identico al
precedente. Fenomeni di dimensioni vastissime ne modificano composizione,
struttura, campo elettromagnetico. Se vogliamo essere in equilibrio con esso
dobbiamo quindi aggiornarci.
L’afflusso sanguigno comincerà a diminuire e il rosso
perderà di intensità passando prima all’arancione e poi al giallo. Mettendo le
mani sugli occhi ed eliminando la sorgente luminosa avremo la possibilità di
osservare i colori restanti, complementari ai precedenti (verde, blu e viola).
Questo avviene secondo un principio ottico noto come Principio di Armonia.
Quello che stiamo facendo ha due valenze. Una di tipo
diagnostico e una di tipo terapeutico.
Diagnostico: molti non riescono a visualizzare
determinati colori. Questa difficoltà rappresenta un’informazione importante
relativa a un’effettiva carenza interna.
La frequenza mancante potrà essere associata a una specifica parte del
corpo.
Terapeutico: a questo punto ripetiamo l’esercizio
provando a visualizzare il colore mancante. Potranno essere necessarie diverse
sessioni. I risultati comunque non si faranno attendere.
Abbiamo scomposto la luce solare nelle sue componenti
aggiornandoci in funzione del sole. Abbiamo individuato i colori mancanti
cercando laddove fosse necessario reinserirli. Tutto questo lo abbiamo fatto di
fronte ad un pubblico di cellule molto attente. In grado di osservare,
comprendere e imparare.
Comunicazione corporea coerente
L’intero processo lascia delle tracce indelebili
all’interno del nostro mare biologico. Istruzioni precise su come essere, come
comportarsi e come ripararsi. Gli impulsi elettromagnetici infatti informano
l’acqua corporea modificandone la struttura e lasciando al suo interno una
definita memoria.
Il solo tendere verso un processo di riorganizzazione
interna fa sentire le persone molto meglio. Con un semplice esercizio si è dato
l’input affinché le comunicazioni
interne divengano coerenti. Il sistema poi, una volta messo sul binario giusto,
inizierà a funzionare autonomamente e correttamente.
Fare questo esercizio in un ambiente naturale, come un
prato o un bosco lo potenzierà considerevolmente. In questo modo sarà infatti
possibile aggiornarsi non solo in funzione del sole, ma anche degli elementi
che ci circondano. Alberi, erba, fiori, terra assorbono e rielaborano la luce,
esattamente come facciamo noi. Emettono quindi delle informazioni. Le cellule
biologiche sfruttano tutte queste informazioni per coordinarsi nel migliore dei
modi, dando così la possibilità al sistema di cui fanno parte di inserirsi
correttamente in questo immenso equilibrio. Le cellule delle nostre braccia,
della nostra faccia, delle nostre mani costantemente si consultano con le
cellule degli organismi circostanti come a dire: “ah ok ragazzi, voi tutti oggi
siete così, allora noi, per essere in equilibrio dobbiamo comportarci di
conseguenza”. Leggono i colori,
decifrandoli e attribuendo loro un significato. Ogni colore emesso corrisponde
ad una specifica frequenza, un numero, una variabile inequivocabile.
L’equilibrio è salute. L’equilibrio è vita. È mutevole e
viene costruito istante dopo istante dopo istante. Il cambiamento è l’unica
costante.
Questo esercizio rappresenta l’esperienza introduttiva.
Da affrontare con il supporto formativo della guida (Filomena Finelli), in
grado di attribuire i significati più corretti a visualizzazioni, sensazioni ed
emozioni. Molti altri esercizi più complessi ed evoluti sono stati elaborati. I
risultati continuano a darci ragione e le persone continuano a ritornare. La
strada quindi molto probabilmente è quella giusta, quella vera. Bluegreen è
riparare ma soprattutto imparare.
Pubblicazioni scientifiche
Una pubblicazione che avvalora le basi del metodo
Bluegreen è apparsa sulla rivista scientifica Jams (Journal of Acupuncture and
Meridian Studies) a firma di Rajendra Bajpai, Larissa Brizhik, Emilio Del
Giudice, Filomena Finelli, Fritz-Albert Popp, Klauss-Peter Schlebusch.
L’articolo è contenuto in J Acupunct Meridian Stud
2010;3(4):291−297.
Per info: www.jams-kpi.com
Centro Bluegreen
Filomena Finelli effettua su prenotazione sedute
Bluegreen tutti i giorni della settimana. Presso il centro si tengono inoltre:
• con cadenza
trimestrale corsi di Arte terapia (9 incontri della durata di 2 ore). Si lavora
in gruppi di 7/9 persone.
• Sedute di
Color Reiki
• Corsi e sedute
di Baby massaggio Bioenergetico (Massaggio Farfalla)
• Sedute
individuali di counseling
Il metodo Bluegreen viene raccontato in modo dettagliato
e approfondito per mezzo di un corso formativo/informativo della durata di 7
ore e suddiviso in due incontri.
Su richiesta tale corso può essere realizzato anche fuori
sede.
Il relatore è il formatore Giorgio Cavalli (per info
giorgio.cavalli@fastwebmail.it)
Centro Bluegreen
Via Fossano 17 – Cantù
Cell. 3343234703/3476795502
therapy@bluegreentherapy.it
www.bluegreentherapy.it
Questo articolo è tratto dalla rivista
Scienza e Conoscenza - N. 37 >>
http://goo.gl/HNLCCX
Disponibile in versione cartacea, pdf e abbonamenti.
Editore: Scienza e Conoscenza - Editore
Data pubblicazione: Luglio 2011
Formato: Rivista - Pag 80 - 18,5x29