lunedì 30 settembre 2013

Il Sì che Guarisce

Il Sì che Guarisce

Storia di un’eccezionale guarigione

di Niro Markoff



Dall'esperienza personale di Niro Markoff
un toccante libro in grado di cambiare la tua esistenza

Come agire quando la nostra vita quotidiana viene sconvolta da una diagnosi, dalla perdita di una persona cara o del posto di lavoro, oppure quando siamo prigionieri di una delle tante dipendenze a cui la nostra società ci espone?

Il Sì che guarisce è un libro scritto per rafforzare le persone coinvolte in qualsiasi esperienza carica di paura e disorientamento che spesso crea meccanismi che impediscono di far fronte all’enorme carico emozionale che incombe e prevede elementi ed esercizi preziosi che aiuteranno a mettere in luce lo schema di determinati comportamenti che sabotano la nostra intenzione di “guarire”.

La sperimentazione offre al lettore l’opportunità di dire nuovamente un pieno Sì alla vita: una dichiarazione positiva come strumento di potere per cambiare completamente il nostro modo di reagire alle circostanze e di accedere all’amore e alla riverenza nella nostra esistenza.

Strumenti specifici e la meditazione vengono resi accessibili al lettore che li potrà usare e praticare in modo autonomo, utili non solo per chi ha contratto una grave malattia, ma anche per qualsiasi essere umano desideroso di guardare a se stesso e crescere, prendendo le distanze dal passato e iniziando una nuova vita, libera dagli antichi traumi, dai condizionamenti obsoleti e dai residui di ferite e sofferenze.

Nel 1985 l'autrice risultò positiva al test dell’AIDS. Di fronte a questa sentenza di morte, elaborò un programma curativo personale fondato sulla meditazione quotidiana, una serie di esercizi terapeutici e uno specifico regime alimentare. Nel 1986 la malattia scomparve...


Prefazione di Niro Markoff

Non conosco avventura più bella di quella della nostra vita, quando riusciamo a guardarla da una prospettiva di curiosità. Diventiamo infatti capaci di renderci conto che ogni singolo evento del nostro passato ha una sua utilità, costituisce un seme di possibilità, un seme di quell'evoluzione che ci ha costruiti e ci ha fatto diventare quel che siamo.

Quando la vita ci mette a dura prova esponendoci a situazioni drammatiche quali un lutto, la diagnosi di una malattia cosiddetta terminale, la perdita del lavoro o un divorzio, soffriamo, e la risposta meccanica, e sana, è il rifiuto. Ma se il rifiuta continua a essere l'atteggiamento prevalente, finisce per aumentare la nostra sofferenza invece di alleviarla o di condurci alla guarigione. Da soli è praticamente impossibile riuscire a cambiare atteggiamento ed è a questo punto che diventa essenziale trovare una persona, una disciplina che ci conduca verso un percorso d'incontro con aspetti di noi ancora sopiti.

In realtà, nei casi di diagnosi fisiologica, non si soffre solo a livello fisico, ma anche sul piano emozionale, che non può essere trascurato. Ho conosciuto moltissime persone ammalate fisicamente che sono state capaci di trasformare la loro malattia, una volta che hanno capito, e quindi iniziato a curare, anche il loro "malessere" emozionale.

Che tristezza per la nostra società l'essere arrivati a credere che la guarigione dipenda  unicamente dai medici, dalle medicine e dalla chirurgia!

Non vi è dubbio che medicina e chirurgia ottengano ogni giorno risultati straordinari: progrediscono in maniera stupefacente, offrendo possibilità insperate a molte persone per le quali, senza il loro ausilio, non vi sarebbe più alcuna prospettiva di vita. Non si può quindi non essere pieni di gratitudine e di ammirazione di fronte a questi miracoli quotidiani della medicina. Ma ciò fa sì che nella nostra cultura l'autorità e la responsabilità nella guida verso la salute e il benessere venga conferita totalmente alla medicina. Esiste quindi un potente collasso nei nostri condizionamenti che ha orientato la nostra educazione e continua a farci credere che la guarigione venga dai medici e dalla medicina.

Eppure è semplice capire che il loro ruolo è di aiutarci a trovare la cause e a formulare la diagnosi del nostro "malessere" fisico, guidandoci e consigliandoci le cure, ma che LA GUARIGIONE LA CREA, LA VIVE E LA COMPIE OGNI SINGOLO PAZIENTE, e non il medico, né il guaritore, né il terapeuta. Tali guide, dottori e terapeuti, sono indispensabili, ma è la risonanza e l'allineamento delle vibrazioni che costoro manifestano a un determinato momento tra se stessi e il paziente ciò che crea, nutre e dà luogo a quell'evento così naturale che è la guarigione! E questo spiega semplicemente perché la stessa diagnosi e la stessa cura non producono lo stesso risultato in ogni paziente.

Non mi stancherò mai di ripetere che ammalarsi è complicato e guarire è semplice, e non il contrario, come ci hanno fatto credere! Sono fermamente convinta che la malattia sia una grandissima opportunità di evoluzione, di accesso a un diverso livello di coscienza, se la persona che sta vivendo quella sfida la accoglie con curiosità. Riprendiamoci quindi il nostro potere di guarigione invece di delegarlo interamente ai dottori. La delega totale non è giusta né per il paziente né per il medico: crea uno squilibrio che non aiuta la guarigione, perché c'è una grande differenza tra scegliere di conferire autorità a qualcuno e sentirsi schiacciati dal peso di una diagnosi sferzante.

Sono fermamente convinta che la guarigione avvenga su quattro livelli.

La più evidente e tangibile è la guarigione fisica, la più sensibile è quella emozionale, che avrà un impatto più o meno forte sul corpo fisico. Segue quindi l'evoluzione e l'espansione della nostra mente e infine la guarigione più sottile, ma anche la più importante, ovvero quella spirituale, con l'apertura alla fiducia e alla gratitudine.

"Il trucco sta in ciò su cui si pone l'accento. Possiamo renderci infelici o renderci felici. La quantità di lavoro è la stessa" (Carlos Castaneda).
Ho ricevuto di persona il miracolo di una guarigione dichiarata impossibile dalla medicina ufficiale. È un dono enorme a livello personale, ma è anche un evento che disturba le conclusioni cui una tragica epidemia e la non esistenza di una cura o di una soluzione hanno portato. Tale guarigione ha attratto moltissimi giovani cui la medicina prospettava uno scenario di malattia e di morte a breve termine, i quali, con grandissimo coraggio, lo rifiutavano e cercavano invece altre possibilità che aprissero alla speranza.

Non ho guarito nessuno, perché non sono una guaritrice; il mio insegnamento consiste piuttosto nel far comprendere l'aspetto olistico della guarigione, in cui ci si interessa non solo al corpo fisico, ma anche alle proprie emozioni, ai propri pensieri e alla propria connessione con la spiritualità. Ed è un insegnamento è aperto a tutti, non solo alle persone che stanno vivendo una sfida fisica: a tutti coloro che intendono migliorare la qualità della loro esistenza. Esso consiste nell'invito allo studente a incontrare se stesso in un'introspezione costruttiva e a superare l'autocritica sterile per accedere alla sua creatività istintiva, che diventerà fonte di azioni diverse da quelle praticate abitualmente.

La pratica della meditazione attiva è una delle chiavi essenziali di questo percorso. Grazie a questa pulizia energetica semplice ed efficace, lo studente sa che cosa è pronto a fare o a cambiare. Ciò è assai più potente che seguire protocolli che talvolta non risuonano minimamente con la sua intuizione. Incontro infatti moltissime persone che si rendono conto di quanto la mancanza di dialogo, di un vero ascolto e di pazienza, crei abusi di potere. Quando ci si ritrova invece in un'atmosfera di verità, sincerità e risonanza, si manifesta senza difficoltà un'enorme forza di guarigione.

Spetta a noi accedervi e utilizzarla per il nostro bene più alto, per il bene più alto di ogni persona che conosciamo, per il bene più alto di ogni abitante del pianeta e per il bene più alto del pianeta stesso e dell'universo che lo contiene. E così sia!

Albert Einstein ha chiaramente spiegato e dimostrato che la soluzione di un problema non può mai manifestarsi nella stessa energia che l'ha creato. Risulterà quindi assai facile comprendere e mettere in atto un cambiamento a livello di coscienza, il quale manifesterà inesorabilmente un'energia diversa da quella che ha creato il problema stesso. Porsi in un'atmosfera che guida e fa raggiungere tale livello di coscienza diverso all'allievo, ma soprattutto lo incoraggia a mantenerlo e a guarire la qualità della sua vita quotidiana, dei suoi rapporti con se stesso e con gli altri, a capire meglio il rispetto di sé, degli altri e della Vita: è questa la terapia liberatrice e incentrata sul processo di guarigione che ho creato e che pratico da più di venticinque anni.

Ho diretto centinaia di gruppi in tutto il mondo e ho visto una quantità di trasformazioni, evoluzioni, cuori che osano aprirsi al nuovo, perché questi sono gli ingredienti della guarigione.


Prefazione di Elisabeth Kubnler-Ross

È un vero onore per me scrivere queste poche righe di introduzione al libro di Niro Markoff. È un lavoro notevole non solo per i malati di AIDS, ma anche per qualsiasi essere umano desideroso di guardare in se stesso e di crescere, cioè di prendere le distanze dal passato e iniziare una nuova vita liberato dagli antichi traumi, dai condizionamenti superati e dai resti di ferite e di sofferenze; da tutto ciò che non è più necessario alla sua sopravvivenza.

Questo libro ha svegliato in me vecchi problemi che pensavo di aver risolto, ma sui quali ho ancora bisogno di lavorare. Anche se certe tecniche molto familiari a Niro, abituata a meditare, non sono senza dubbio per  molti di noi come bere la solita tazza di tè, è forse venuto il momento di provare un nuovo tipo di tè!

La storia di Niro e della sua scoperta dell'AIDS così come della sua lotta, tappa dopo tappa, è per milioni di persone un faro nell'oscurità. In effetti, non è un libro che dice "come mangiare", né una "ricetta" di guarigione"; è il racconto semplice di una vita notevole piena di sofferenze, ferite, frustrazioni, speranze, poi della lenta presa di coscienza del modo in cui si può cambiare la propria vita, non con un rimedio miracoloso o con "mezzi" esterni, ma scoprendo tutte le proprie risorse interiori e i propri doni innati.

Ciò che Niro dice sul perdono e la trappola della New Age è molto interessante: è completamente inutile colpevolizzare i pazienti accusandoli di creare le proprie malattie (cancro compreso).

Ecco un grande libro, un faro e una guida per milioni di ammalati di AIDS, che mostra loro una volta di più che questa malattia non è necessariamente fatale, ma può essere una porta che si apre su una vita nuova, più sana e più felice. Alla vita!


Niro Markoff
Il Sì che Guarisce - Libro >> http://goo.gl/ioijqc
Storia di un’eccezionale guarigione
Editore: Anima Edizioni
Data pubblicazione: Settembre 2013
Formato: Libro -
Titolo originale: Why I Survive AIDS



giovedì 26 settembre 2013

Pillole per il Cervello

Pillole per il Cervello

Caffeina, ginko biloba, melissa, vitamina B1: ecco i principi naturali in grado di migliorare le funzioni cognitive...

di Marco Medeot - 25/09/2013



Pillole per il Cervello

Non sarebbe fantastico se esistessero alcune sostanze in grado di farti diventare più intelligente?
In effetti, sono in pochi a sapere che in natura è possibile trovare alcuni principi attivi in grado di migliorare le facoltà cognitive…
Sembra fantascienza, vero? Eppure queste sostanze sono supportate da diverse prestigiose ricerche scientifiche. Se vuoi sapere quali principi attivi sono utili a rafforzare la memoria, l'attenzione e la vigilanza nonché la correttezza delle informazioni ricevute, allora leggi con attenzione questo articolo.

BACOPA MONNIERI

Questa pianta contiene alcune sostanze chiamate bacosidi che si sono dimostrate utili ad aumentare la memoria e a facilitare l’apprendimento. Come funzionano i bacosidi? Sembra che il meccanismo di azione risieda nell'aumento dell’attività della protein-chinasi e nella sintesi di nuove proteine principalmente nelle cellule dell'ippocampo (l'area del cervello connessa alla memoria).
Come se non bastasse, i bacosidi sembrano essere potenti antiossidanti, dalle proprietà antifatica, e persino antidepressive.
Pensa che in uno studio scientifico, il gruppo che ha usato circa 300 mg di questo estratto ha migliorato la velocità di elaborazione delle informazioni visive. Un'altra ricerca conferma le proprietà nootropiche di questa pianta: i soggetti che assumevano l'integratore riducevano incredibilmente la quantità di informazioni dimenticate.

CAFFEINA E TEANINA

Tutti sanno che la caffeina ci aiuta a rimanere svegli. Ma poche persone sono a conoscenza che la combinazione della caffeina con un aminoacido contenuto nel the, la teanina, ha degli effetti strabilianti. Uno studio ha voluto verificare gli effetti cognitivi e sull'umore di 250 mg di L-teanina e 150 mg di caffeina singolarmente o in combinazione. Come ci si aspettava, la caffeina ha ridotto i tempi di reazione ad un test sulla vigilanza e ha aumentato la precisione e la stanchezza percepita è diminuita. Ma la combinazione delle due sostanze ha portato a tempi di reazione ancora più veloci, ad un miglioramento dei test di memoria e della precisione nei test. Incredibile, vero?

GINKGO BILOBA

Il Ginkgo biloba è forse la pianta più clinicamente testata per supportare le funzioni cerebrali.
Sono stati condotti almeno 40 studi in doppio cieco e poi riassunti ed ordinati in due meta-analisi.
Per chi non lo sapesse, la meta-analisi è una rivalutazione statisticamente sofisticata, generalmente basata raggruppando tutte le prove in doppio cieco per valutare al meglio rischi e benefici dell`assunzione della sostanza. I 6 studi più importanti hanno dimostrato che il Ginkgo Biloba migliora in modo significativo le problematiche cognitive a dosaggi più tipicamente di 160 mg al giorno. La meta analisi conclude che il Ginkgo Biloba si è dimostrato uno strumento terapeutico davvero buono, soprattutto per problemi cognitivi legati alla insufficienza vascolare.
Ci sono anche studi che valutano i benefici del Ginkgo sulla demenza non-vascolare. Ad esempio, la malattia di Alzheimer, che è una patologia degenerativa non vascolare, è associata a problemi di memoria e demenza. I ricercatori hanno riferito che circa il 30% per cento dei pazienti ha usato 120 mg al giorno di Ginkgo Biloba ha ottenuto miglioramenti paragonabili a sei mesi di ritardo nella progressione della malattia. Ci sono inoltre dati che suggeriscono che dosi più alte (240 mg o più) potrebbero essere più efficaci, ma molto dipende dalla standardizzazione dell`estratto, che viene suggerita attorno al l 24-25% in ginkgo-flavoni glicosidi e al 6% in terpenoidi.

MELISSA OFFICINALIS

La melissa è una pianta che viene usata generalmente per indurre uno stato di relax. Cosa c`entra quindi con le facoltà cognitive? In uno studio in cui si volevano valutare la capacità di varie dosi di Melissa sull'umore e sulla calma, si è constatato che alla dose più bassa (300 mg) i pazienti miglioravano le capacità di elaborazione matematica senza avere effetti sullo stato di calma o di ansia. Questo dato è estremamente interessante e ci dimostra come a volte il corretto dosaggio è fondamentale per ottenere l'effetto desiderato.

VITAMINA B1 (TIAMINA)

La Vitamina B1 ricopre un ruolo fondamentale sul cervello. Nello specifico, la tiamina imita e potenzia l'azione dell'acetilcolina, un importante neurotrasmettitore coinvolto nella memoria.
Ovviamente esistono ricerche che confermano l'azione della tiamina sulle facoltà cognitive. In un test si sono valutati gli effetti dell'integrazione di vitamina B1 e folati sull`intelligenza. Mentre i folati non hanno avuto effetti positivi, la tiamina ha migliorato le funzioni mentali nei test d'intelligenza (QI) sia verbali che non verbali.

FOSFATIDILSERINA

Si tratta di una sostanza davvero eccezionale che entra a far parte delle membrane cellulari.
Sono stati effettuati diversi studi per valutare gli effetti della fosfatidilserina su pazienti affetti da declino cognitivo. L'efficacia del trattamento rispetto al placebo è stata valutata sulla base dei cambiamenti che si verificavano sia sulle prestazioni cognitive che nel comportamento, utilizzando due scale di valutazione della memoria differenti. Sono stati osservati miglioramenti statisticamente significativi nel gruppo trattato con fosfatidilserina sia in termini cognitivi che comportamentali. La quantità di principio attivo usata era di 300 mg. La fosfatidilserina è utilizzata inoltre anche per alleviare i sintomi del disordine di attenzione nei bambini alla dose di 200 mg/die.

BIBLIOGRAFIA

The chronic effects of an extract of Bacopa monniera (Brahmi) on cognitive function in healthy human subjects. (2001).
Chronic Effects of Brahmi (Bacopa monnieri) on Human Memory (2002)- Roodenrys S, Booth D, Bulzomi S, Phipps A, Micallef C, Smoker J.- Department of Psychology, University of Wollongong, Woolongong, Australia.
Haskell CF, Kennedy DO, Milne AL, Wesnes KA, Scholey AB (2008). The effects of l-theanine, caffeine and their combination on cognition and mood. Biol Psychol 77 (2): 113–22.
Therapeutics - Review: Ginkgo biloba extract improves cognitive function in mild to moderate Alzheimer's disease
Attenuation of Laboratory-Induced Stress in Humans After AcuteAdministration of Melissa officinalis (Lemon Balm)
Ann Neurol. 1993 Nov;34(5):724-6. Evidence for a central cholinergic effect of high-dose thiamine.
Epilepsy Research Volume 16, Issue 2, October 1993, Pages 157–163 - Thiamine and folate treatment of chronic epileptic patients: a controlled study with the Wechsler IQ scale.
Aging (Milano). 1993 Apr;5(2):123-33. Cognitive decline in the elderly: a double-blind, placebo-controlled multicenter study on efficacy of phosphatidylserine administration.
Kunin R, Kidd P. Pilot study of phosphatidylserine (PS) in young children with attentional and behavioral abnormalities. Unpublished;1998.




mercoledì 25 settembre 2013

I Segreti dell'Intelligenza Corporea

I Segreti dell'Intelligenza Corporea

Un nuovo metodo per sfruttare il linguaggio non verbale e i tuoi sensi e diventare più carismatico, più convincente, più creativo.

di Marco Pacori



Sapevi che la posizione delle mani aiuta a concentrarsi? Fare scarabocchi mentre si studia migliora la memoria? Camminare senza meta ci fa risolvere i problemi?

Che il corpo abbia una sua capacità comunicativa era già noto, ma la scienza ha recentemente scoperto che allenando l'intelligenza corporea imparando cioè a modificare atteggiamenti e postura possiamo agire sulla nostra mente e acquisire più sicurezza. E quindi trasmettere al nostro interlocutore un'immagine più affidabile, più competente, più carismatica.

In questo libro Marco Pacori ci svela tecniche e segreti per imparare a gestire e a cambiare il linguaggio non verbale, per rendere più efficaci le nostre intenzioni, essere più convincenti e risultare più seducenti.

Cos'è Intelligenza Corporea e come funziona

Sapevamo già che con il corpo comunichiamo, spesso senza rendercene conto e con maggiore efficacia delle parole. Ma le ricerche più recenti hanno scoperto qualcosa di ancora più sorprendente: mettendo in atto intenzionalmente alcuni gesti, posture o espressioni oppure stimolando i cinque sensi possiamo aumentare le nostre capacità mentali. È il concetto rivoluzionario di intelligenza corporea.

Acquistare determinazione e sicurezza, favorire la memorizzazione e l'apprendimento, potenziare la creatività, controllare meglio le emozioni, diventare più convincenti sono solo alcuni degli straordinari risultati che possiamo ottenere.

Come? In questo libro innovativo, Marco Pacori ci svela le tecniche e i segreti per allenare questa particolare intelligenza.

La percezione del calore, dei colori, del peso degli oggetti, la tensione muscolare prodotta da alcuni gesti, certe espressioni del viso sono in grado di influenzare i nostri pensieri e i nostri stati d'animo. Imparando a utilizzarli nei momenti giusti aumenteremo la fiducia in noi stessi, la forza di volontà, la concentrazione, la calma, la lucidità.

E se possiamo provocare questi effetti sulla nostra mente, allora possiamo farlo anche su quella degli altri e risultare più affidabili, carismatici e autorevoli in ogni situazione – lavorativa, sociale o affettiva. Marco Pacori è riuscito a trasformare una tesi intrigante e scientificamente provata in un vero kit di potenziamento personale, dall'applicazione immediata.

I Segreti dell'Intelligenza Corporea

Modifica ii tuo atteggiamento fisico, usa i tuoi sensi, sfrutta le tue percezioni per potenziare la tua mente e influenzare quella degli altri. Applicando i segreti dell'intelligenza corporea:

-Risulti più affidabile, competente e assertivo a un colloquio di lavoro
-Affronti con più facilità e meno stress un esame o un test
-Superi i blocchi creativi
-Convinci il partner a fare le vacanze dove preferisci tu, tuo figlio a studiare, ii tuo capo a darti la promozione o -l'aumento
-Diventi più carismatico e persuasivo
-Sei più empatico e ti fai comprendere meglio dagli altri


Marco Pacori
I Segreti dell'Intelligenza Corporea - Libro >> http://goo.gl/mOlKuy
Un nuovo metodo per sfruttare il linguaggio non verbale e i tuoi sensi e diventare più carismatico, più convincente, più creativo.
Editore: Sperling & Kupfer Editori
Data pubblicazione: Settembre 2013
Formato: Libro - Pag 240 - 14x21


Marco Pacori si é laureato in Psicologia Clinica nel marzo del 1989 e ha conseguito un diploma di specializzazione in Psicoterapia Analogica nel 1992 con l'istituto CID-CNV.
La sua formazione nel campo della comunicazione non verbale e dell'ipnosi ha però radici ben più lontane.
Segue, infatti, i suoi primi corsi sul tema nel 1983. Di lì a breve comincia a collaborare sia nel campo della ricerca e della sperimentazione sia in quello dell'insegnamento con l'istituto CID-CNV. In tempi recenti ha fondato una propria struttura dedita alla formazione; il cui nome é CSR-CNV (Centro Studi e Ricerche sulla Comunicazione non Verbale).
A nome e per conto di questo centro tiene corsi sul Linguaggio del Corpo, sulle Tecniche di Comunicazione Efficace, sul Corteggiamento e sull’Ipnosi Non Verbale.
Questa sua attività di formatore si rivolge sia ad un pubblico eterogeneo che a specialisti che ad aziende. Proprio nell'ambito dei corsi, Pacori svolge personalmente l'attività didattica in quattro diverse sedi: Milano, Roma, Padova e Gorizia.

Numerosi sono anche i corsi che svolge per conto di aziende pubbliche e private, dove insegna modelli di gestione e crescita del rapporto tra colleghi e superiori, tecniche di vendita per rappresentanti, promotori, ecc. Si occupa anche di psicoterapia (dove applica l'ipnosi) che esercita negli studi di Gorizia e Padova.
Ha pubblicato due libri sulla comunicazione non verbale, che sono diventati nel giro di qualche anno, tra i più venduti testi sul tema:

Come Interpretare i Messaggi del Corpo (De Vecchi ed., ottobre 1997; ultima edizione aprile 2007- pubblicato anche in Spagna) I Segreti della Comunicazione (De Vecchi ed., marzo 2000; ultima edizione aprile 2007) &nbspSempre in ambito divulgativo scrive articoli su comportamento non verbale, ipnosi, rapporti mente-corpo e sulla psicologia in generale per le maggiori testate giornalistiche italiane, come Quark, Panorama, tuttoscienze e tecnologia-La Stampa, Come Stai, ViverSani&Belli, Sorrisi& Salute – mensile dedicato alla salute di TV Sorrisi& Canzoni, ecc.).
Al riguardo, rilascia molto spesso interviste su questi temi per molte altri giornali come Focus, Newton, Starbene, Cosmopolitan, ecc.

E' tutt'altro che infrequente per altro vederlo in TV o sentirlo sulle maggiori radio nazionali in qualità di esperto: ha partecipato, fra le altre, alle Trasmissioni "Mattino in famiglia" (RAI 3),"L'Italia sul 2" (RAI 2) e "Uno Mattina" (RAI 1).
Cura il 3° sito mondiale (come dimensioni e come notorietà) sulla Comunicazione non Verbale: www.linguaggiodelcorpo.it): il sito, creato nel 2000, spiega in termini semplici e accessibili cos'è il linguaggio del corpo, a chi serve, quali sono i suoi usi e così via.
Sulle sue pagine si possono trovare circa un centinaio di articoli scritti dallo studioso. Ma il suo punto di forza è una Libreria on Line in cui sono raccolti più di 400 articoli disponibili su Internet sul tema della comunicazione non verbale.

Grazie alla "cassa di risonanza" del sito, Pacori ha stabilito rapporti di amicizia e di collaborazione con noti studiosi della materia come David Givens, Jaume Masip, Joseph C. Hager, Nili e Gabriel Raam e numerosi altri.
Con questi colleghi ha continui scambi di osservazioni, opinioni e nuove indagini sul tema. Nei mesi di aprile-maggio 2003 ha tenuto un ciclo di conferenze all'Università di Trieste su "Ipnosi", "Comunicazione non verbale" e "Scienza del Corteggiamento". Dal giugno 2003, infine, lavora anche come perito per il Tribunale di Gorizia.


martedì 24 settembre 2013

Il Linguaggio delle tue Emozioni

Il Linguaggio delle tue Emozioni

di René Martina



Questo libro ha la capacità di facilitare il lettore nell'analisi delle proprie emozioni e sensazioni.

Gli stati d'animo sono il linguaggio dell'interiorità.
Ascoltandoli è possibile decifrare messaggi preziosi che nessuno dovrebbe mai ignorare.

Ma come riuscirci con successo?

Grazie ai preziosi insegnamenti di questa straordinaria tecnica tutti noi possiamo analizzare le nostre emozioni e sensazioni in maniera facile e immediata.

Il Linguaggio delle tue Emozioni è alla portata di tutti. In particolare è consigliato a chi ha il vizio di distrarsi con attività di qualsiasi tipo pur di non pensare a un problema o inquietudine di fondo. Dietro a vizi come il fumo, il mangiare in eccesso e altre dipendenze si nasconde il bisogno di qualcosa di più importante: la pace interiore, la creare di relazioni amorevoli e durature, il successo nel raggiungere i propri obiettivi.

Il dottor René Martina ha oltre 30 anni di esperienza come psicologo e ipnoterapeuta avvalendosi in particolare dell’utilizzo della medicina alternativa. Grande conferenziere, ha lavorato in diversi paesi aiutando centinaia di persone a riconquistare la salute e la felicità.
René Martina è anche il fratello di Roy Martina, autore di bestseller quali L’anello mancante del Segreto, e autore della prefazione di questo sbalorditivo volume. Con Il Linguaggio delle tue Emozioni René dimostra di avere le carte in regola per bissare il successo del famosissimo fratello.


A cosa servono i sentimenti?

Che linguaggio utilizzano le nostre emozioni per comunicare con noi? Che cosa vogliono dirci?

Nessuno ci ha mai insegnato a cosa servono i sentimenti.

A scuola, in famiglia o gli amici non ce lo insegnano, così dimentichiamo che il modo con cui le nostre emozioni comunicano con noi diventa il fondamento della nostra comunicazione con noi stessi e con gli altri.

Ho trascorso quasi 50 anni della mia vita cercando di capire chi sono e cosa voglio davvero dalla mia esistenza.

L'oggetto dei miei studi e delle mie ricerche è sempre stato il comportamento umano: per sondare questa dimensione mi sono avvalso di altri studi come attività paranormali, medicina naturale, medicina energetica, reiki ecc.
Ho passato anni e anni a studiare, capendo solo ora che cosa mi spingeva a fare tutto questo e quindi posso dire di essere in grado di divertirmi e di godere appieno della mia vita.

Sono stato veramente occupato nel cercare di capire chi ero.

Nel giugno del 1983 ho cominciato a lavorare individualmente con le persone.
Mi ero sempre interrogato su come le persone scegliessero di essere come sono.

Stavo preparando un seminario sul dimagrimento e avevo la necessità di capire perché le persone decidono di essere grasse; trovai la risposta in natura.

Che cosa rappresentano gli animali grossi in natura?

Potere, forza, indipendenza e sono generalmente rispettati: a nessuno verrebbe in mente di infastidire un elefante, un ippopotamo o un gorilla. Il loro "essere grossi" ha un significato preciso secondo le leggi della natura, mandano il chiaro messaggio ai nemici: "Sono grosso quindi stammi alla larga!".

La stessa cosa avviene tra gli umani. Il tutto è spiegabile a livello subconscio: se una persona diventa grossa, non è una casualità ma c'è una ragione molto profonda.

Quindi, nel caso specifico sopra illustrato, se vuoi perdere peso devi partire dal significato che ha per te essere grosso.

Anche questo aspetto fa parte del linguaggio delle emozioni: si tratta di capire, a livello razionale, quali meccanismi fanno scattare i sentimenti che proviamo all'interno e all'esterno di noi stessi; quegli stessi sentimenti che abbiamo passato diversi anni a imparare a mettere da parte perché siamo programmati così.

Questi meccanismi si sviluppano a livello subconscio, per poterli razionalizzare e riuscire a riconoscere i messaggi che i nostri sentimenti ci stanno trasmettendo, dobbiamo farli riaffiorare a livello conscio.

I sentimenti hanno, infatti, uno scopo preciso, un significato.

Prima di ogni pensiero c'è sempre un pensiero di noia, frustrazione, malinconia, tristezza, insicurezza, solitudine, sensazione di abbandono ecc. Per esempio, se sono triste significa che ho perso qualcosa: questa mancanza andrà a determinare la mia tristezza.

Per riuscire davvero a capire noi stessi in profondità, dobbiamo ritornare alla natura, perché anche se spesso non ce lo ricordiamo, noi ne siamo parte. Il ritorno alla natura è il primo passo verso la guarigione, significa tornare alla nostra vera Madre, ritornare "naturali" nel vero senso della parola.

Cosa significa essere naturali o avere un comportamento naturale? È un vero ritorno alle origini, nel rispetto di ogni creatura vivente come essere generato dalla stessa madre, originario della stessa fonte.

Se davvero tutti fossimo capaci di considerare questo pensiero come fondamento della nostra esistenza, un comportamento più naturale porterebbe maggiore comprensione e compassione prima di tutto verso noi stessi e poi verso gli altri.

Solo così possiamo comprendere meglio noi stessi e avere una reazione migliore rispetto al mondo esterno.


René Martina
Il Linguaggio delle tue Emozioni - Libro >> http://goo.gl/WrSfpS
Editore: BIS Edizioni
Data pubblicazione: Settembre 2013
Formato: Libro - Pag 128 - 12x16


René Martina (fratello di Roy) ha seguito studi internazionali di agopuntura, NLP, Ipnoterapia, Medicina integrale, Integra, terapia ortomolecolare, immunologia, terapia dell'alimentazione, NEI, Mind & Body Coaching, Omega Health Coaching e medicina alternativa.

Ha alle spalle più di 20 anni d'esperienza con i trattamenti medici naturali.

La sua specializzazione è il trattamento dello stress, del burn out, della depressione e dei disturbi ormonali. Ha fatto pratica in diversi paesi ed ha tenuto conferenze e corsi.



lunedì 23 settembre 2013

Lo stress che fa bene

Lo stress che fa bene

Recenti studi dimostrano che le persone capaci di affrontare positivamente lo stress ne ricevono benefici sul piano psico-fisico...

di Filippo Falzoni Gallerani - 23/09/2013



Lo stress che fa bene

Il Tao non è quel che l'uomo desidera egoisticamente, ma il corso in cui si trova anch'egli a scorrere, e se rispetta l'evolversi naturale non ha alcun bisogno di pensare a cosa deve fare, piuttosto si lascia agire da atti spontanei. I Taoisti non hanno scopi prefissati, ma solo mete fluide cui tendono spontaneamente, le quali sono in accordo con la Via a tal punto da riuscire ad essere consapevoli dei fattori rilevanti per realizzare un'azione in armonia con il cosmo. L'azione risulta spontanea ed efficace soltanto se è presente quell'assenza di scopi che si traduce in vuoto. Il vuoto è, infatti, una delle condizioni necessarie per poter praticare il wu wei; lasciare agire il vuoto significa purificare lo specchio della mente da tutte le motivazioni intenzionali che mirano sempre all'ottenimento di qualcosa. Nel momento in cui svanisce l'idea di ottenere (o di evitare) e si realizza un vuoto di finalità, l'intervento di chi agisce è minimo e senza tensioni che sbilancino l'esecuzione.
Il wu wei equivale quindi alla capacità di vivere in accordo con il Tao; possedere la Via significa interagire senza sforzo con le cose e cogliere, o meglio rispecchiare chiaramente, il perenne flusso delle infinite trasformazioni.

Questo mese il brano che mi accingo a scrivere è ispirato da un brillante intervento della dottoressa Kelly McGonigal che ha studiato per anni lo stress e i suoi effetti.
I risultati delle sue ricerche scientifiche sono rivoluzionari. Per me sono anche molto interessanti perché confermano le esperienze empiriche con l’iperventilazione. Esse, infatti, chiariscono alcuni meccanismi ormonali e psicofisici che avvengono durante le sedute di Rebirthing Transpersonale (che chiameremo anche Respirazione non Ordinaria).
La psiche è molto complessa e la scienza sa ancora troppo poco del cervello, quindi queste scoperte non possono comprendere tutti i processi che hanno luogo durante una sessione esperienziale. Tuttavia di certo illuminano alcuni punti davvero cruciali e determinanti.

Queste recenti scoperte dimostrano che lo stress non sempre è dannoso come si è universalmente creduto, ma ha addirittura ha effetti benefici se ci poniamo nel modo opportuno di fronte ad esso.
Da uno studio su 30.000 soggetti osservati per otto anni, è emerso che lunghi periodi di stress (problemi economici, di lavoro, problemi familiari e affettivi) non hanno alcun effetto negativo sulla salute degli individui che ne accettano i sintomi, mentre provocano disturbi nefasti su quelli che cercano di evitarli giudicandoli negativi.

Coloro che considerano l’aumento del ritmo respiratorio e cardiaco una spontanea energicizzazione dell’organismo e accolgono queste sensazioni senza timore, ne traggono beneficio a diversi livelli. Sia sul piano organico sia psicologico e persino spirituale.
Sappiamo che lo stress generalmente abbassa le difese immunitarie. Inoltre è una delle principali cause dei disturbi cardiovascolari che possono portare a mortalità prematura. Lo scorso anno per patologie cardiache hanno perso la vita negli Stati Uniti circa 600.000 persone, più che per il cancro e che per ogni altra malattia.
Lo stress notoriamente provoca vasocostrizione e la vasocostrizione, a lungo andare, produce gravi danni e predisposizione a una gran varietà di disturbi.

Si è scoperto però che nei soggetti che affrontano positivamente lo stress, non solo la vasocontrizione non ha luogo, bensì si presenta vasodilatazione, e un miglioramento della circolazione sanguigna.
Si è constatato, che il meccanismo dello stress ha in sé la sorprendente capacità di rafforzare il sistema cardiovascolare. Lo stress ha proprietà terapeutiche quando lo affrontiamo nel modo opportuno.
Con sorpresa si è scoperto che i soggetti che reagiscono allo stress in modo positivo vivono meglio e più a lungo di coloro che sono sottoposti a livelli di stress relativamente bassi.
Al contrario, le persone che considerano negative le reazioni fisiche dello stress hanno una percentuale di mortalità per problemi cardiaci superiore del 43% rispetto all’altro gruppo.

Quando ci fidiamo del nostro corpo, avviene una straordinaria trasformazione che sovverte le reazioni cliniche e rende le persone più sane e felici. Quando reagiamo nel modo giusto, a livello ormonale e neurofisiologico si attivano processi ancor più interessanti.
In coloro che affrontano le sensazioni e scelgono di non contrastarle, l’adrenalina e altri neuropeptidi producono quella che la McGonigal chiama “biologia del coraggio” che è la miglior cura dell’ansia.
L’aumento di Ossitocina invece, favorisce l’empatia, la capacità di percepire la sofferenza altrui dimenticando la propria. La McGonigal ci ricorda che l’Ossitocina non solo viene rilasciata quando amiamo qualcuno, ma che la sua funzione è anche quella di rafforzare il contatto umano, di mettere a punto gli istinti sociali e rafforzare le relazioni importanti.

Ha scoperto che quest’ormone dello stress rende più compassionevoli e spinge a condividere le emozioni del cuore. Nello stesso tempo, a livello organico rigenera le cellule e rafforza il cuore.
Mi pare interessante che l’Ossitocina sia collegata al travaglio e al parto e credo possa spiegare come la soluzione del trauma della nascita, fenomeno frequente nelle sedute di Rebirthing, sia spesso seguita da esperienze di coscienza oceanica e benessere.

Senza sapere di questi effetti dell’Ossitocina, in tanti anni d’esperienza ho sempre constatato che i soggetti che resistevano a sensazioni sgradevoli o dolorose durante una seduta, passavano rapidamente a stati estatici e piacevoli appena le accettavano considerandole aspetti del processo di guarigione.
Per questo una delle caratteristiche basilari del Rebirthing Transpersonale è un setting in cui si suggerisce al soggetto che inizia a respirare di accogliere senza timore tutte le sensazioni che si manifestano.
Nel libro il “Respiro dell’Anima” (Armenia 1991) scrivevo: “Se, mentre attraversiamo fasi in cui percepiamo sensazioni dolorose, ricordi e pensieri negativi, le guardiamo per quel che sono senza rimuoverle, negarle o drammatizzarle, siamo pronti a una trasformazione naturale e profonda”.

In “Rebirthing Transpersonale” (Rusconi 1996) scrivevo: “È fondamentale impostare la seduta spiegando prima di iniziare la respirazione che le sensazioni che potranno emergere sono da accogliere positivamente, sia quando sono piacevoli come il riso, l’euforia e il benessere, sia quando sono dolorose, come il pianto o il momentaneo affiorare di ansie, emozioni e ricordi spiacevoli. Tutte le manifestazioni sono espressione del processo di liberazione e può accadere che riappaiano, a volte, anche i dolori fisici di traumi dimenticati”.

“Prima che il soggetto inizi la sua prima respirazione, è necessario spiegare con chiarezza in cosa essa consiste con spiegazioni dirette ed esaurienti di questo tenore: La respirazione è una tecnica molto rapida ed efficace, in grado di dispensare esperienze particolarmente intense che è bene affrontare nel modo giusto. Sappiamo che ogni tensione, dispiacere, trauma, si ripercuote sul respiro irrigidendolo; quindi, respirando liberamente e profondamente come faremo in questa seduta, e cioè liberando il respiro, è possibile che inizialmente emergano proprio queste tensioni represse e rimosse. È bene che questo accada, le eventuali sensazioni sgradevoli sono benvenute in quanto manifestazioni di qualcosa di cui ti stai liberando. Se hai soppresso un dispiacere profondo, che forse hai anche dimenticato a livello cosciente, respirando è possibile che esso riemerga e che magari ti venga da piangere. È un pianto liberatorio che ti farà bene; poi ti sentirai più leggero e più libero; se ti succede, lascialo sfogare, non controllarti, dirigi il respiro con la volontà ma lasciati andare alle sensazioni.

Se insorgono stati piacevoli tanto meglio, ma se provi dolore lascia che si manifesti. Ascoltalo, osservalo per quello che è. Di solito la prima seduta è accompagnata principalmente da sensazioni fisiche. È probabile che tu senta formicolio alle mani oppure anestesia o rigidità in alcune parti del corpo. Non considerarli “sintomi” pericolosi, sappi che non c’è alcun pericolo nel respirare, che la pressione e la circolazione non ne vengono alterate. Considera questo formicolio il flusso elettrico del Prana nei tessuti”.

Quante volte mi è capitato di vedere pazienti passare rapidamente da stati dolorosi a momenti di benessere profondo! Quante volte ho visto venire a galla nodi psicosomatici e quando il soggetto li affrontava, la sua coscienza sconfinava nella chiarezza e nel benessere! Quante volte ho visto riemerge da sedute dolorose persone euforiche e galvanizzate.
Ho constatato che imparando ad affrontare le sensazioni spiacevoli con coraggio e sicurezza durante la seduta i soggetti cambiavano il loro approccio verso la vita, trasformando così i problemi in opportunità e occasioni di crescita.

Questi recentissimi studi ora chiariscono il substrato neurofisiologico che induce un sovvertimento dal negativo al positivo e questo fa riflettere su fenomeni finora inspiegati. Come il fatto che persone predisposte agli attacchi di panico sono anche portate a sperimentare momenti d’estasi.
Tali innovative scoperte confermano l’importanza cruciale dell’autoconoscenza per migliorare la salute psicofisica di ogni individuo.

Il mio argomento preferito è sempre stato l’importanza di riconoscere gli  inganni dell’io e per giungere alla realizzazione del Sé.
Ho iniziato questo brano con frasi tratte dalla saggezza Taoista, ma avrei potuto citare Jung, Krishnamurti, Ramana Maharsi o Nisargadatta Maharaj.
La Filosofia Perenne e i Saggi di ogni tempo insegnano che il nostro problema essenziale è l’identificazione con il mutevole personaggio creato dalla mente e dalla memoria che chiamiamo “io”.
L’Ego ci fa perdere il contatto con la nostra vera natura, con la mente intuitiva e il cuore.

La liberazione e il risveglio hanno luogo quando spostiamo la nostra consapevolezza dal tempo psicologico - che l’Ego porta con sé con i suoi desideri e paure - al Presente, percepito con mente sgombra e aperta.
Il vuoto della libertà dall’io con i suoi condizionamenti, è la giusta via non solo per trasformare gli effetti dello stress, ma per ogni aspetto del nostro vivere.
Il cammino dell’autotrascendenza permette di vedere con chiarezza la realtà, e di fluire, con la vita, esprimendo il potenziale insito nell’anima.
Con quest’atteggiamento ogni esperienza arricchisce e perfino lo stress diventa uno strumento di guarigione.

Per concludere voglio porre l’accento su ciò che è veramente importante per chi pratica il Rebirthing Transpersonale:
La ricerca ha dimostrato che il diverso atteggiamento di fronte allo stress ne condiziona e sovverte gli effetti.
Preso atto di questi dati statistici il passo successivo è trasformare i soggetti che subiscono i danni dello stress in persone che dallo stress traggono tutti i benefici.

Certamente non si cambia atteggiamento solo con il pensiero positivo, ripetendo a se stessi che lo stress non fa male.
Per un’autentica trasformazione dobbiamo confrontarci direttamente con esso e sperimentare fisicamente il mutare delle sensazioni che accompagna la nostra apertura.
Le esperienze cui ho accennato in queste pagine sono la prova certa che la seduta di respirazione è il catalizzatore ideale per questo confronto. E porta al facile superamento delle resistenze.
Possiamo quindi concludere che sia anche il miglior modo per affrontare un problema oggi così diffuso.



Leonard Orr
Il libro del rebirthing
L'arte del respiro consapevole

Pino Libonati, Loredana Volante
Il Rebirthing
Respiro e crescita personale



venerdì 20 settembre 2013

Earthing: Curarsi con l'energia della Terra

Earthing: Curarsi con l'energia della Terra

di Clinton Ober, Stephen T. Sinatra, Martin Zucker



“Girogirotondo, casca il mondo, casca la Terra…tutti giù per terra”.

Questa filastrocca, che viene insegnata a tutti i bambini fin dall’asilo, oggi assume un significato molto più profondo, e anzi, dovrebbe essere messa in pratica da tutti, adulti compresi.
Prima di spiegare questa affermazione, è necessario addentrarci negli aspetti bioelettrici della Terra.

Il nostro azzurro pianeta, rispetto al Cielo, è l’entità a maggior carica negativa esistente. Se saliamo di altitudine, se cioè ci alziamo dal pavimento, il potenziale elettrico aumenta di circa 200 volt per ogni metro.
Non è necessario essere elettricisti per capire che si tratta di numeri importanti, visto che nelle prese domestiche vi sono 220 volt.
Detto questo, in una giornata in cui il cielo è terso, la differenza di potenziale elettrico, tra la parte più alta della ionosfera e la superficie terrestre, può variare da 250.000 a 500.000 volt!
Un’immagine che ben rappresenta questa situazione è una gigantesca batteria, in cui il polo negativo è la Terra e il polo positivo il Cielo, l’uomo sta proprio nel mezzo: il ponte tra l’alto e il basso.

Quando c’è bel tempo, l’aria non è un buon conduttore di elettricità se non c’è particolato conduttivo (nanoparticelle, inquinanti, ecc.), soprattutto vicino al terreno, ma non è neppure un isolante, per cui una corrente molto debole di elettroni, chiamata “corrente di bel tempo”, fuoriesce dal terreno.
La Natura è perfetta e si riequilibra grazie ai continui temporali: i cumulonembi generano infatti correnti elettriche enormi (la corrente fuoriesce dal suolo nel punto del fulmine e ritorna al terreno, in un perenne riequilibrio generale). A livello globale vi sono continuamente dai 1000 ai 2000 temporali che sviluppano oltre 5000 fulmini al minuto: una corrente dai 1000 ai 2000 ampère, trasferisce continuamente una carica negativa alla superficie della Terra e una carica uguale ma opposta nella parte alta dell’atmosfera. Questo riequilibrio avviene costantemente.

A noi interessa la carica negativa, cioè gli elettroni liberi di scorazzare nel terreno. Perché c’interessano?
L’uomo è costituito da acqua e sali minerali, entrambi eccellenti conduttori, e quando cammina sulla superficie terrestre, possiede una differenza di potenziale elettrico, per il motivo detto prima, tra la testa e i piedi, di centinaia di volt. Questo potenziale induce correnti elettriche che fluttuano continuamente in tutto il corpo, dalla testa ai piedi.
Una persona che vive al secondo piano di una casa, a 4 metri dal suolo, avrà un potenziale elettrico nei piedi di 800 volt e nella testa di 1200 volt: una differenza di potenziale che corrisponde a correnti interne elevate.
E coloro che vivono nei grattacieli a decine e decine di metri dalla Terra? Il principio è semplice: più in alto si vive e più il potenziale elettrico è elevato rispetto al terreno, con le conseguenze per la salute che saranno spiegate più avanti.

Siamo scollegati dalla Terra

La Terra essendo caricata negativamente è ricchissima di elettroni liberi che fluttuano in continuazione, alimentati da fenomeni naturali (radiazione solare, fulmini, ecc.) e si spostano sopra, dentro e attraverso l’organismo umano, se e solo sé, esiste un contatto diretto tra il corpo fisico e il terreno.
L’industrializzazione ha portato alla società tanti benefici, ma altrettanti problemi: uno di questi è proprio lo scollegamento dalla Madre Terra.
Nell’ultimo secolo, abbiamo completamente perduto la naturale connessione elettrica con il pianeta: pavimenti in cemento, scarpe di gomma, materassi e case isolanti. Passiamo 24 ore su 24, scollegati dalla Terra. In questa situazione anormale, il corpo accumula elettricità statica, correnti elettriche indotte dai campi elettromagnetici (cellulari, cordless, wifi, cablaggio domestico, ripetitori, antenne radio e tv, bluetooth, computer, ecc.), e tale elettrificazione artificiale, procura nervosismo, ansia, depressione, tensioni muscolari, dolori e predispone il terreno alle malattie.
Dalla notte dei tempi è risaputo che camminare a piedi nudi alla mattina sull’erba bagnata (l’umidità aumenta la conducibilità elettrica), o sulla battigia di una spiaggia, procura enormi benefici all’intero organismo. Perché non sfruttare questa connessione anche quando si dorme e/o si lavora in ufficio?

La natura dei piedi

La Natura è perfetta, e la pianta del piede non sfugge a questa meravigliosa logica.
La pianta è infatti ricoperta dal più alto numero di terminazioni nervose, circa 1300 per pollice quadrato, ed è dotata del maggior numero di ghiandole sudoripare rispetto a tutto il corpo.
Come mai tutte queste terminazioni nervose e ghiandole sono concentrate proprio sotto i nostri piedi? 
La risposa è ovvia: per mantenere un contatto perfetto e ottimale con la Terra, visto che il sudore, ricco di sali, aumenta la conducibilità!

Elettroni dentro il corpo

Gli elettroni liberi, presenti sulla superficie terrestre, una volta entrati nel corpo umano tramite il contatto diretto, interrompono la reazione a catena dei radicali liberi.
Una sovrapproduzione di radicali liberi da parte del sistema immunitario, o una carenza di antiossidanti, determina un’aggressione pericolosa ai tessuti sani (membrane cellulari e DNA) e la loro infiammazione.
Nonostante la brutta fama, i radicali liberi svolgono un servizio utile: sono molecole con carica positiva (manca loro un elettrone) alla ricerca perenne di elettroni per diventare una molecola stabile. Tali elettroni vengono presi da organismi patogeni o tessuti danneggiati, e questa attività uccide germi e microbi.

Non appena tale lavorio rallenta, l’eccesso di radicali liberi, prodotti dalla risposta immunitaria, dovrebbe venire neutralizzato da antiossidanti o elettroni liberi presenti nel corpo. Se nel corpo mancano questi elettroni liberi, se l’alimentazione è inadeguata e si vive in perenne stress, i radicali continuano ad attaccare e ossidare i tessuti sani, diventando molto pericolosi per la salute.
Abbiamo la possibilità di ricevere elettroni gratuiti proprio dalla Terra: la forte carica negativa del nostro meraviglioso pianeta, vincerà la debole carica positiva dei radicali.

La messa a terra

Il corpo in connessione con la Terra è protetto dagli effetti dei campi elettrici ambientali.
Il primo ad individuare i pericoli per la salute derivanti dall’isolamento dalla Terra fu un medico americano, i dr. George Starr White. Nel suo libro del 1940 “Cosmo-Electro Culture for Land and Man”, evidenziava i risultati positivi su sonno, difese immunitarie e diminuzione di dolori ottenuti con il suo sistema per la messa a Terra. Come mai la scoperta sugli effetti salutari della messa a terra è rimasta nascosta per oltre 70 anni?

 Gli effetti sul corpo umano

Sempre più studi clinici e testimoniante di persone, sportivi e malati, stanno comprovando che l’Earthing (collegamento a terra) è utile per la salute. 
Il corpo  connesso a terra, soprattutto durante il sonno, per  alcune settimane può ottenere una riduzione dei livelli di stress; normalizzazione dei ciclo del cortisolo (l’ormone dello stress); rilassamento delle tensioni muscolari; riduzione dei fenomeni infiammatori; aumento della bilirubina (eccellente antiossidante); maggiore fluidità del sangue; protezione dai campi elettromagnetici ambientali; accelerazione del recupero da attività sportiva intensa; aumenta l’energia fisica e mentale.

Earthing

Quando il corpo è in contatto diretto con la Terra, mediante camminate a piedi nudi sull’erba, o attraverso un collegamento a terra casalingo che vedremo più avanti, avvengono all’istante diverse modificazioni fisiologiche benefiche. I tessuti conduttivi della matrice organica del corpo si caricano di elettroni liberi, e la conseguenza è che il corpo torna a essere naturalmente un conduttore. In questa situazione naturale, si assiste ad una riduzione rapida dei dolori correlati a infiammazioni croniche dovute ai radicali.
Vengono influenzate positivamente tutte le attività elettriche come quella del cuore, cervello e muscoli, anche dopo solo un’ora; la circolazione sanguigna ne beneficia alla grande.
Il cardiologo Stephen T. Sinatra, non ha dubbi: “l’Earthing è da annoverare tra gli elementi primari per il ripristino cellulare e la riabilitazione cardiaca”.

La messa a Terra in casa

Camminare a piedi nudi nell’erba è facile, ma non si può farlo sempre. Come collegare a Terra il corpo umano dentro una casa o un ufficio isolati elettricamente?
Fisici e ingegneri hanno scelto la Terra come punto di riferimento per tutti i sistemi elettrici: non esiste un potenziale elettrico assoluto, ma quello che viene misurato è sempre la differenza di potenziale tra due punti, e uno è la Terra stessa. Ecco perché si definisce “massa” un oggetto conduttivo collegato direttamente al nostro pianeta.
La famosa “messa a terra” dentro le case è importante per la sicurezza: funge da scarico elettrico, riducendo il rischio di danni alle apparecchiature e alle persone. Quando un componente elettrico o una persona sono connessi a massa, hanno un potenziale elettrico uguale a quello della Terra.

Detto questo, i metodi più semplici per sperimentare l’Earthing in casa è: impiantare un paletto di ferro nel terreno e con un filo di rame connetterlo direttamente a cuscini, lenzuola, coperte, materassi, tappeti e qualsiasi altro oggetto casalingo, ovviamente fatti in materiale conduttivo.
Così facendo, mentre si dorme si è costantemente collegati a Terra e ci si carica di elettroni durante il sonno.
Per le persone che vivono in un condominio, si può sfruttare la messa a terra delle prese elettriche, e cioè il buco centrale di ogni presa elettrica che nelle case, ad eccezione di quelle costruite in passato, è obbligatorio per legge.

Esistono in commercio sistemi pronti, sicuri e collaudati: tappetini per mouse, tappeti per i piedi, lenzuola, sacchi a pelo, tappeti per gli amici a quattro zampe che non escono di casa, ecc., collegati mediante un filo elettrico direttamente alla presa. Altrimenti è possibile farsi aiutare da un elettricista o persona specializzata.
Le prove dimostrano che gli effetti benefici per la salute sono i medesimi sia usando il paletto metallico impiantato, sia la messa a terra della presa casalinga.
Il risultato è che mentre si dorme, si lavora al computer o si legge un libro, si è direttamente collegati alla nostra amata Terra.
In conclusione, Madre Terra da sempre ci ha accolto amorevolmente nel suo grembo e caricato gratuitamente, senza richiedere nulla in cambio. L’uomo, invece di ricambiare il favore, ha pensato bene di distruggere, inquinare, isolare e cementificare l’ambiente, isolandoci e allontanandoci ancor di più.

Per cui, prima che veramente “caschi il mondo”…. mettiamoci tutti “giù per terra”, e iniziamo a rispettare e amare la nostra temporanea casa!

Tratto da “Earthing. A piedi nudi: curarsi con l’energia della Terra”, Clinton Ober, Stephen T. Sinatra, Martin Zucker, ed. Macro.

Clinton Ober, Stephen T. Sinatra, Martin Zucker
Earthing - A Piedi Nudi - Libro >> http://goo.gl/MZ34ty
Curarsi con l'energia della Terra
Editore: Macro Edizioni
Data pubblicazione: Febbraio 2012
Formato: Libro - Pag 364 - 13,5x20,5



giovedì 19 settembre 2013

Cerchi nel grano, opere dell'uomo

Cerchi nel grano, opere dell'uomo

Un nuovo libro indaga con piglio scientifico e storico il "mistero" dei cerchi del grano...

di Leonardo Dragoni - 18/09/2013


La storia dei cerchi nel grano (detti anche crop circles, pittogrammi, agroglifi, formazioni) ebbe origine un venerdì di ferragosto del 1980. Allora il Wiltshire Times pubblicò, per la prima volta in assoluto, una fotografia di un cerchio nel grano, in un articolo intitolato: “Cerchi misteriosi – il ritorno della ‘cosa’?”. La “cosa” era il termine utilizzato per indicare gli eventi accaduti tra il 1964 e il 1970 nella cittadina di Warminster, nel Sud-Ovest del Wiltshire (Inghilterra meridionale), dove gli abitanti locali udirono enigmatici suoni, di cui non riuscirono mai a determinare la provenienza. I “cerchi misteriosi” erano invece tre forme circolari impresse sul campo d’avena del signor John Scull, presso Bratton Castle, sempre nel Wiltshire.

Undici anni dopo, il 9 settembre del 1991, il quotidiano “Today” pubblicava in prima pagina una notizia sensazionale: Douglas Bower e David Chorley, due pensionati di Southampton, erano gli ideatori e gli artefici dei famigerati e misteriosi cerchi nel grano che campeggiavano nelle campagne inglesi da almeno un decennio.

Quell’articolo, di Graham Brough, era intitolato “Men who conned the world”, cioè “Gli uomini che hanno imbrogliato il mondo”. Fu una pagina di giornalismo che impresse un marchio indelebile sulla successiva storia dei cerchi nel grano, e che deflagrò con irruenza nella confraternita dei cerchi, facendo feriti e vittime tra gli esperti e i ricercatori, soprattutto tra coloro che si erano esposti a sostegno della natura non umana di questo fenomeno. Per qualcuno (Jurgen Kronig, Terry Wilson, John Macnish, Class Svahn, Ken Brown, per fare dei nomi noti nell’ambiente) fu l’inizio di un percorso di ripensamento dell’intero fenomeno, che evidentemente andava osservato con più distacco e raziocinio. Ma per le moltitudini quel pezzo fu un autentico spartiacque, che divise coloro che credettero al giornale e ai due simpatici artisti di Southampton, da coloro che al contrario ne divennero acerrimi delatori. Questi ultimi mossero innumerevoli critiche al giornale, e sollevarono contro Bower e Chorley un autentico tifone di collera, sospetti, accuse.

Oggi, a distanza di quasi un quarto di secolo, possiamo osservare quegli eventi dall’alto, con distacco, attingendo a fonti preziose che ci permettono di addivenire ad una ricostruzione storiografica puntuale.

Bisogna allora ammettere che - esattamente come raccontato da Bower e Chorley - gli uomini potevano e possono creare quei cerchi con mezzi rudimentali quali un fil di ferro arrotolato sul berretto che fungesse da puntatore, una tavola di legno e un metro a fettuccia. Con sistemi simili ne vennero realizzati molti anche nel 1992, in un pubblico concorso che diede risultati superiori ad ogni aspettativa. Bisogna soprattutto ammettere che la storia raccontata dalla coppia di Southampton è assolutamente attendibile e ricca di riscontri. Le di prove a suffragio della stessa, sono sostanziose e importanti. La storica foto pubblicata dal Wiltshire Times nel 1980, ad esempio, era stata scattata anche da Bower, da diverse angolazioni. Egli aveva inoltre conservato tutti i ritagli di giornale che parlavano di questa tematica, e possedeva molte foto di cerchi nel grano, alcuni perfino sconosciuti alla stampa e al pubblico. I due diedero anche delle dimostrazioni pratiche della loro arte di fronte alle telecamere e in pubblico, con risultati non ottimali ma neppure “vergognosi” come furono etichettati dai detrattori.

I due artisti vennero allo scoperto quando si resero conto che in giro per le campagne inglesi (e non più solo inglesi) c’era qualcun altro che faceva il loro lavoro, e lo faceva meglio di loro. Ad esempio il gruppo di circlemakers (così si chiamano coloro che realizzano questi pittogrammi) chiamato “United Bureau of Investigation” (UBI), capitanato da John Martineau; oppure gli “Amershan”, o ancora gli “Wessex Skeptics” fondati nel 1990 da Robin Allen, o anche individualità come Julian Richardson (alias Bill Bailey), o Adrian Dexter. A partire dal 1987 si stava formando un folto e segreto sottobosco proliferante di circlemakers (così si chiamano gli artisti che realizzano questi pittogrammi) che di li a pochi anni avrebbero surclassato i fondatori, giungendo a realizzare crop circles geometricamente e simbolicamente complessi ed esteticamente sbalorditivi e incantevoli.

Cosa sarebbe accaduto se una di queste persone o uno di questi gruppi fosse stato scoperto, o fosse venuto esso stesso allo scoperto prima di Bower e Chorley?

All’interno dunque di un quadro ben dipinto dai due artisti di Southampton, e quindi credibile e solido, restano però alcune crepe sui cui fanno leva i detrattori, e attraverso le quali rischia di infiltrarsi di nuovo il germe del dubbio e dello scompiglio. Su queste incrinature crediamo che i successivi storici o ricercatori dovrebbero tentare di fare luce.

Ad esempio la dichiarazione che Bower rilasciò nel dicembre del 1998, contraddittoria con quanto detto fino ad allora. Egli disse infatti che “c’era qualcosa lì fuori” che gli diceva di fare i cerchi nel grano, come se fosse stato un automa programmato dall’esterno, una sorta di “Manchurian Candidate”. Aggiunse inoltre di credere agli alieni e agli UFO. Chorley era morto nel 1996, e poco prima Bower gli aveva promesso che si sarebbe continuato a battere per far emergere la verità. Perché allora, dopo sei anni dalla sua apparizione, e meno di due anni dopo la morte dell’amico, introduceva questo argomento fuorviante nella sua versione dei fatti? La nostra sensazione è che mentì, e che introdusse questo argomento in modo strumentale. Bisognerebbe tuttavia accertarne le ragioni.

C’era poi stata anche un’altra occasione in cui Bower aveva dichiarato qualcosa del genere, e lo aveva fatto in tempi non sospetti. Ci riferiamo all’intervista rilasciata a John Macnish per la BBC Television, in cui Bower dichiarava: "Mah... sà... è come se qualcosa ce li facesse fare [i cerchi]”. Allora sembrò una risposta di circostanza, per indicare una motivazione poco precisa. Oppure una frase concordata che poteva far parte del copione del film. Alla luce però delle successive dichiarazioni di Bower (del 1998), quella asserzione si dipinge di foschi sospetti e assume un diverso rilievo.

Un altro dubbio riguarda il motivo per cui Bower, durante la conferenza alla Nafferton Hall del luglio 1993, retrodatò l’origine della sua attività al 1975. Ai giornalisti del “Today” aveva detto di aver iniziato nel 1978. Aveva poi confermato questa data nell’aprile 1993 in una intervista con Class Svahn. Perché tre mesi dopo cambiava le carte in tavola? Si può ipotizzare che avesse subodorato che qualcuno avrebbe presentato delle evidenze fotografiche di cerchi precedenti al 1978 (ad esempio P. Fuller, o C. Andrews). Bower dovette pensare che stiracchiando di altri tre anni all’indietro questa data, dal 1978 al 1975, si sarebbero ridotti i rischi di perdere la “genitorialità” del fenomeno. A lui interessava essere riconosciuto come fondatore di questo fenomeno, e temeva di essere scavalcato. Era questo uno dei motivi che due anni prima lo aveva spinto, insieme a Chorley, a venire allo scoperto. Questa preoccupazione di Bower la si deduce anche dalla frase di apertura di Ken Brown nel successivo convengo, che si sarebbe tenuto solo una settimana dopo: “Stasera siamo qui per evidenziare il fatto che i cerchi nel grano furono un’idea originaria di Doug Bower”.

 Quali che fossero le sue ragioni, è un fatto che Bower cambiò versione, e la cosa non può non destare sospetto. Rimane quindi incerta la data iniziale, laddove ad esempio Macnish la colloca nel 1975, Irving nel 1976 e Schnabel nel 1978.
Altra crepa nella tela di Bower e Chorley è rappresentata dal citato articolo del “Today”, che terminava scrivendo che i due protagonisti non erano prezzolati: il giornale non aveva pagato nulla per la storia. Le ultimissime parole erano però: “Copyright MBF Services”.
Pat Delgado prima, George Wingfiled poi, si convinsero che dietro quel “MBF Services” si celasse un inganno, e si dedicarono anima e corpo a svelare questo arcano. Non vi riuscirono, ma sollevarono abbastanza polvere da insinuare il dubbio che vi fosse qualcosa di losco. Dubbio che né il giornale, né gli scettici sono poi stati capaci di dirimere definitivamente.

Il caporedattore del “Today”, Lloyd Turner, spiegò che MBF era il nome di una libera agenzia di stampa che aveva messo in contatto Bower e Chorley col giornale. Venne però accusato di mentire: l’agenzia non compariva in alcun elenco o registro. Più probabile – come disse infatti Brough – che MBF fosse solo un nome fittizio, qualcosa che era stato propinato al giornale, e che era stato inventato un po’ per gioco e un po’ per proteggere il diritto d’autore e l’esclusiva della storia.

I delatori intanto indagavano, prima su una “MBF Limited” a Paisley, in Scozia, diretta da Norman MacFarlane. Poi, tramite un numero di telefono, risalirono allo studio commerciale di Berkley Jackson, che si scoprì avere come cliente un centro di ricerca e sviluppo denominato MBF. Era la “Maiden Beech Farm Consultancy Limited”, nel Somerset, diretta dal dottor Andrew Winsloe Clifford, scienziato specialista in ingegneria meccanica e metallurgia, il quale svolgeva anche dei lavori di natura confidenziale per il Ministero della Difesa. Il sospettato ideale, ma dopo successivi approfondimenti sembrò estraneo alla vicenda. La storia si scrive con i documenti, con i nomi, e con i fatti. Tutti elementi che, nel caso specifico, sono rimasti latitanti. Difficile dunque determinare come fossero andate realmente le cose. Rimane il fatto che la “questione MBF” presentava delle ombre, ad oggi di fatto non pienamente risolte. Turner, insieme a Brough e all’editore Dunn, saranno anche formalmente accusati di fronte alla “Press Complaints Commission”, uscendone assolti.

Questioni secondarie dunque, ma per il momento irrisolte. Non è abbastanza per scalfire le solide evidenze presentate da Bower e Chorley, la cui storia sembra reggere bene ai reiterati attacchi dei detrattori. Ma è forse abbastanza per ammettere qualche legittimo sospetto, e insinuare il dubbio almeno tra i malpensanti e chi vuole il mistero (o gli ufo) ad ogni costo. Costoro però, bisogna dire, di evidenze storiche o scientifiche a loro sostegno, non ne hanno mai presentata neppure mezza.

Leonardo Dragoni
La Verità sui Cerchi nel Grano >> http://goo.gl/Ep8WcO
Edizioni Alvorada
Editore: Edizioni Alvorada
Data pubblicazione: Dicembre 2011
Formato: Libro - Pag 402 - 15x21



mercoledì 18 settembre 2013

Super Cibi per la Mente

Super Cibi per la Mente

Un programma alimentare per proteggere il cervello e rafforzare la memoria

di Neal D. Barnard


Quello che mangi ogni giorno può danneggiare  la tua memoria?

Sai quali cibi possono proteggere il tuo cervello?

Certamente sai bene che una corretta alimentazione favorisce la salute generale, ma probabilmente nessuno ti ha mai detto che alcuni cibi - i super cibi - possono proteggere il tuo cervello e farlo funzionare al meglio fino a età avanzata.

Il dottor Barnard, ricercatore impegnato nel campo della medicina preventiva, ha raccolto in questo libro i risultati degli studi più recenti e ideato un programma rivoluzionario in 3 passi che può rafforzare la tua memoria e proteggere il tuo cervello dalle malattie che possono colpirlo.

L'autore ti insegnerà quali cibi privilegiare nella tua dieta e quali invece eliminare; ti descriverà esercizi, fisici e mentali, e altre semplici scelte che rinforzano la memoria.

Leggendo questo libro, non solo imparerai come migliorare il funzionamento del tuo cervello e garantirti una memoria d'acciaio, ma anche come mantenerlo in salute, riducendo il rischio di diventare una delle molte vittime della demenza di Alzheimer, dell'ictus cerebrale e di altre condizioni che possono interferire con la tua vita di relazione.

Imparerai a conoscere:

I migliori cibi per far funzionare il cervello.
I pericoli derivanti dall'assunzione dei cibi animali.
I danni causati dall'assunzione eccessiva di metalli (come il ferro, lo zinco e il rame) e come evitarli.
Un programma alimentare completo, con menu settimanali, ricette e consigli di cucina.

La nutrizione è un tema controverso. Come conseguenza, persone diverse interpretano le stesse cose in modi differenti.

 Anche nel campo della ricerca su cibo e cervello, persino gli scienziati possono avere opinioni personali. C'è chi preferisce aspettare prima di consigliare dei cambi nella dieta, sostenendo la necessità di ulteriori studi prima di poter prendere posizioni conclusive. Altri, compreso l'autore, ritengono che l'attesa sia un lusso che non possiamo permetterci.

Se stai programmando la tua cena di stasera, sei a un bivio pericoloso, e per scegliere devi basarti sulle migliori informazioni a tua disposizione. Come vedrai, tali informazioni sono efficaci e molto semplici da mettere in pratica.

Dicono del libro

«Questo saggio potrà essere di grande utilità per quelle persone che incominciano ad avere qualche piccolo problema di memoria,  e che vogliono provare a frenare la progressione di questi sintomiverso una possibile demenza. Ma è soprattutto ai familiari dei pazienti con demenza che questo libro è rivolto. Perché possono cercare di arrestare lo sviluppo di quelle alterazioni che lentamente, inesorabilmente, accumulandosi all'interno del cervello ne compromettono il funzionamento, causando la demenza. Il programma in 3 passi proposto dal dottor Barnard potrebbe davvero fare la differenza».
-Luciana Baroni, medico chirurgo, presidente di SSNV

«Il dottor Barnard ha scritto un libro fondamentale su una problematica di forte interesse pubblico».
-Colin Campbell, PHD, co-autore di The China Study


Introduzione di "Super Cibi per la Mente"

«Erano indisciplinati e anche non molto puliti…
Durante i concerti fumavano, mangiavano,
chiacchieravano e facevano finta di picchiarsi l’un l’altro.
Voltavano le spalle al pubblico,
lo offendevano a gran voce
e ridevano per battute che capivano solo loro».

Ecco come Brian Epstein descrisse i Beatles la prima volta in cui li vide a Liverpool, nel 1961. Vestito di jeans e giacche di pelle, quel quartetto scalcagnato non stava attirando l’attenzione di alcuna casa discografica britannica o, più in generale, non interessava a nessuno al di fuori di una certa cerchia.

Sì, erano davvero grezzi. Ma avevano energia e magnetismo, nonché una buona carica di forza di volontà e di ambizione.

Non sapevano leggere un pentagramma, ma avevano un sound irresistibile. Sebbene Epstein non avesse mai gestito una band fino a quel momento, decise di prenderli sotto la propria ala, determinato più che mai a portarli al successo.

Li trascinò da un sarto londinese e scucì 40 sterline. Basta con i jeans e le giacche di pelle: era arrivato il momento di vestirsi come si deve. E basta con i capelli brillantinati: bisognava cambiare. Niente spuntini, sigarette o insulti sul palco, anzi un bell’inchino alla platea alla fine di ogni gruppo di canzoni. Epstein calendarizzò vari concerti, organizzò il battage pubblicitario e si sincerò che ciascuno venisse pagato.

Nel giro di nove mesi, i Beatles piazzarono la loro prima hit nelle classifiche pop britanniche, e due anni dopo avevano conquistato il mondo.

Il motivo per cui ti sto raccontando tutto questo è perché anche tu, nel tuo cervello, hai bisogni, desideri, ambizioni, impulsi anarchici. Anche dentro di te, nel profondo del tuo cervello, c’è un «Beatle primordiale». Sta nell’ipotalamo, quell’organo grande come una noce che regola la fame, la sete, il sesso e la rabbia. E se c’è una cosa di cui anche lui ha bisogno, è proprio un manager.

Appena sei venuto al mondo, l’ipotalamo ha cominciato a manifestare le proprie richieste, ma all’epoca l’unica cosa che potevi fare era piangere e dimenare le braccia e le gambe.

Il tuo «Brian Epstein», invece, si trova nello strato più esterno del cervello, nella corteccia. Sai che fa? Prende il tuo io indisciplinato e grezzo, con tutte le sue voglie, i suoi desideri e le sue ambizioni, e mette le cose in regola.

Aiuta l’ipotalamo scatenato a pazientare quando il cibo sta arrivando, ti risolve i problemi e ti guida a ottenere ciò che vuoi in una maniera più raffinata del semplice puntare i piedi. Col passare degli anni, questo manager interiore matura e sviluppa strategie ancora più sofisticate per raggiungere gli obiettivi e soddisfare bisogni e desideri.

Il 27 agosto 1967, ben diciotto canzoni dei Beatles erano arrivate al top: il gruppo era al massimo della popolarità. Ma quel giorno tutto cambiò. Brian Epstein venne ritrovato morto nel suo appartamento. Aveva solo 32 anni. E per i Beatles fu l’inizio della fine.

La band cominciò a essere in difficoltà. Litigavano, ormai senza più arbitro. Gli screzi divennero cronici, e molto aspri. Privi di timoniere, persero subito la coesione musicale e andarono alla deriva: così il gruppo musicale di maggior successo di tutti i tempi si disgregò e ciascuno dei quattro andò per la propria strada.

All’interno del cervello anche tu hai il tuo fatidico 27 agosto cerchiato col pennarello rosso. Proprio quando raggiungi il punto più elevato della conoscenza e dell’esperienza, quando la tua famiglia è sistemata e hai conquistato la tranquillità economica, ecco, quello è esattamente il momento in cui rischi di perdere il tuo manager. E se accade sul serio, ti rendi conto di non riuscire più a ricordarti certe cose o di fare fatica a concludere un ragionamento.

A volte la situazione precipita e non sei nemmeno più in grado di gestire il tuo io interiore inselvatichito, indisciplinato e disorganizzato. Il giorno in cui il manager che è dentro di te smette di funzionare bene, è anche il giorno in cui la vita come l’hai sempre intesa arriva al capolinea.

Questo libro serve a tenere vivo, e in forma, il tuo manager personale. Ci occuperemo della memoria e della lucidità mentale, e di come mantenerle intatte per tutta la vita.

Che cosa sta succedendo nel mio cervello?

Tutto comincia con un vuoto di memoria occasionale. Hai dimenticato un nome o una parola, qualcosa che conosci benissimo ma che ti rimane sulla punta della lingua. Poi succede ancora, e cominci a chiederti cosa sta capitando. Forse sei stanco, o stressato, magari basta una bella dormita e passa tutto.

O forse si tratta di qualcosa di più grave. I problemi di memoria colpiscono molte persone. Sono allarmanti, a dir poco. Non riuscire a ricordarsi il nome di un amico carissimo, perdere le chiavi una volta di troppo, dimenticare fatti importanti oppure, peggio ancora, sentirsi dire che in te c’è qualcosa che non va. Nessuno di questi è un buon segno.

Potrebbe non essere solo un problema di memoria. Può essere la consapevolezza di ragionare con minore lucidità che in passato. Oppure stai facendo un calcolo, o stai leggendo il giornale, e hai l’impressione che il tuo cervello non ingrani.

A volte i problemi cognitivi sono molto seri. Un americano su cinque tra i 75 e gli 84 anni sviluppa la demenza di Alzheimer. E oltre gli 85 anni, questa malattia colpisce una persona su due. Altrettanto terribilmente comune è l’ictus cerebrale, che può compromettere la capacità di parlare, di muoversi e di pensare.

Tra tutte le preoccupazioni che possiamo avere per il futuro, quella di perdere le nostre capacità mentali è in cima alla lista. Lavoriamo sodo, creiamo una famiglia, mettiamo da parte qualche soldo e alla fine avremo un po’ di tempo per rilassarci e goderci la vita. Ma se la memoria ci abbandona, la festa è finita.

Perdere la memoria, e più in generale le capacità cognitive, significa perdere le nostre abilità più importanti. Pian piano, cominciamo ad allontanarci dalla nostra famiglia. Le cose che facevamo assieme vengono cancellate. E se il processo si trascina per molti anni, come succede spesso, finisce per pesare sulla nostra famiglia e stremarla fisicamente, emotivamente e finanziariamente.

La poca memoria non è solo un «periodo della vita» con cui bisogna scendere a patti. E non è certo un evento che deve accompagnare necessariamente il processo di invecchiamento.

Immagina invece di avere un’ottima memoria, oltre a un buon livello di concentrazione e di attenzione, fino alla fine dei tuoi giorni. Invece di scusarti ogni volta per i nomi che ti sfuggono, ecco che le parole fluiscono senza problemi, sia da giovani che da vecchi. Invece di scivolare lentamente nei problemi di memoria dell’età anziana, la tua mente resta limpida e vigorosa.

Per tanti anni, il mio gruppo di ricerca ha approfondito il ruolo del cibo per la salute. Abbiamo aiutato molte persone a perdere peso e ad abbattere i livelli di colesterolo. Abbiamo sviluppato un piano dietetico per gestire il diabete molto più potente di qualsiasi altra dieta esistente, a volte riuscendo persino a far quasi scomparire la malattia. Abbiamo anche sviluppato programmi per le aziende e gli studi medici in grado di aiutare la gente a modificare le abitudini dietetiche al fine di migliorare il proprio stato di salute.

Proprio mentre stavamo conducendo questi studi, altri gruppi di ricerca stavano analizzando i rapporti tra cibo e cervello, allo scopo di individuare determinati fattori nutrizionali collegati al rischio di Alzheimer, di ictus e di altre condizioni neurologiche molto gravi, ma anche al fine di sfruttare gli effetti sorprendenti del cibo sulle funzioni cognitive di tutti i giorni.

A Chicago, i ricercatori del Rush University Medical Center hanno tenuto sotto controllo migliaia di persone, cercando di capire cosa distingue quelle che restano in salute e mentalmente attive per tutta la vita, da coloro per cui ciò non accade. Il gruppo di ricerca è arrivato alla conclusione che l’alimentazione e lo stile di vita sono elementi cruciali.

Altri ricercatori negli Stati Uniti, in Europa e in Asia hanno condotto studi accurati su nutrienti specifi ci che proteggono o danneggiano il cervello. Nel frattempo, nuove tecniche di scansione cerebrale per immagini hanno messo in condizione i ricercatori di «navigare » nel cervello di persone vive per comprenderne il funzionamento, con strumenti che sarebbero stati impensabili fino a pochi anni prima. Grazie a esami specialistici, si è cominciato a capire chi è davvero a rischio di problemi cognitivi col passare degli anni.

Nel corso del tempo, è emerso chiaramente come le modificazioni dietetiche proposte dal mio gruppo di ricerca per promuovere il benessere fisico, e quelle proposte da altri gruppi di ricerca in materia di salute del cervello, fossero notevolmente simili. Determinati cibi e determinate abitudini alimentari esercitano un potente effetto protettivo.

E non finisce qui. È inoltre possibile mantenere in forma il cervello con semplici esercizi mentali che, nel tempo, rinforzano le sinapsi. E semplici esercizi fisici permettono di contrastare l’atrofia cerebrale che si sviluppa nella maggior parte delle persone, superata una certa età.

Diffondere queste scoperte è un dovere morale,
ecco perché ho ideato il programma in tre passi descritto nel libro.

Oggi sappiamo moltissimo sul funzionamento del cervello e su ciò che causa i problemi di memoria, dai piccoli vuoti tipici della terza età a condizioni potenzialmente devastanti come l’ictus cerebrale o la malattia di Alzheimer. Eppure, il grande pubblico ne è ancora all’oscuro. Magari si conoscono bene le strategie per prevenire il cancro al polmone o per ridurre il rischio d’infarto, ma la maggior parte delle persone non ha la più pallida idea di come sia possibile proteggere il cervello.

Puoi compiere passi semplici ed efficaci per proteggerti, a cominciare da adesso. Questo libro ti mostrerà come mettere in pratica tali conoscenze volte a mantenere integra la tua memoria e a rafforzare il tuo cervello.

Tre passi per proteggere il cervello

Far tesoro dei risultati della ricerca scientifica non è difficile. Ecco qui tre passi che ti aiuteranno a difendere il cervello.

Primo passo: sfruttare i cibi migliori per fornire al cervello tutte le sostanze nutritive di cui ha bisogno. Li selezioneremo secondo tre criteri. In primo luogo, vedremo come difenderci dalle sostanze tossiche che si trovano nei cibi di tutti i giorni e nell’acqua. Sono davvero molto comuni, ed è cruciale sapere dove si trovano e come si possono evitare.

In secondo luogo, alcuni grassi naturali sono essenziali per il buon funzionamento del cervello, mentre altri sono dannosi. Distingueremo gli uni dagli altri e sceglieremo quali mettere nel nostro piatto. Il loro corretto equilibrio fa un’enorme differenza quando si tratta di proteggere il lavoro dei neuroni.

In terzo luogo, certe vitamine distruggono i radicali liberi e altri composti che possono danneggiare le cellule cerebrali. Vedremo quali cibi e quali integratori forniscono tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Costruire un menu sano è la cosa più importante che tu possa fare. Dopotutto, non passa attimo in cui i tuoi neuroni non si trovino immersi nei nutrienti - o nelle sostanze tossiche - che hai assunto attraverso il cibo.

Secondo passo: il cervello si può tenere in allenamento! Bastano semplici esercizi mentali per rafforzare le connessioni al suo interno. Sono estremamente facili, divertenti ed efficaci. Ti aiuterò a sviluppare un programma per ottenere il massimo delle prestazioni mentali. Anche l’attività fisica è efficace. E proprio come fa bene al cuore, fa bene anche al cervello. Gli effetti dell’esercizio fisico sono tali e tanti che, con una risonanza magnetica, si può mettere in evidenza una sensibile differenza nella struttura cerebrale nel giro di poco tempo dall’inizio dell’attività. Imparerai quali sono gli esercizi più importanti per il cervello, e per quale motivo.

Terzo passo: è arrivato il momento di eliminare i pericoli più comuni per la memoria e fare di tutto per preservare e potenziare il cervello. Quindi, dobbiamo concentrarci su alcuni campi specifici: i disturbi del sonno, certi farmaci e particolari condizioni mediche. Dormire bene è essenziale per fissare i ricordi, e molti problemi cognitivi possono essere ricondotti a semplici disturbi del sonno. Vedremo come correggere la qualità del sonno in modo da poter godere della sua azione protettiva sulla memoria. Anche alcuni farmaci e condizioni cliniche comuni possono interferire con i processi mentali, a volte al punto da simulare i sintomi dell’Alzheimer - finché non viene identificata la vera causa. Ti mostrerò una lista sorprendente di «criminali comuni»… col trattamento che meritano.
Che tu voglia semplicemente potenziare il cervello, evitare i vuoti di memoria o ridurre il rischio di Alzheimer e di ictus, ti conviene mettere in pratica questa strategia in tre passi in modo da rimanere al meglio il più a lungo possibile.

Implementare la tua nuova strategia di potenziamento cognitivo è facilissimo con i miei consigli e i menu (fior di ricette da leccarsi i baffi) che trovi in questo libro.

E' tempo di cambiare

Milioni di famiglie sono preoccupate per quello che riserverà loro il futuro. Nel corso del mio tirocinio in neurologia e psichiatria alla George Washington University School of Medicine di Washington dc, ho avuto i primi incontri ravvicinati con pazienti che sentivano che la mente e il sistema nervoso non erano più loro. Alcuni soffrivano di gravissime perdite di memoria dovute all’Alzheimer. Altri erano reduci da ictus. Altri ancora mostravano i sintomi progressivi della sclerosi multipla o di altre malattie. C’era ben poco da fare per aiutarli, né sapevamo come prevenire l’insorgenza di tali problematiche.

Ancora oggi, la maggior parte delle persone - compresi molti medici - non è a conoscenza delle tecniche che sto per descrivere. E anche se i farmaci che mirano a rallentare la progressione dei disturbi di memoria sono tutt’altro che inefficaci, sono ben pochi i medici e i pazienti al corrente delle nuove ricerche sulla nutrizione, anzi molti non sanno nemmeno che la scelta di cosa mettere nel piatto potrebbe davvero fare la differenza.

Il libro che hai tra le mani vuole imprimere una svolta a questa situazione. Possiamo fare tantissimo per prevenire le perdite di memoria, o semplicemente per massimizzare le nostre prestazioni mentali, in modo da sentirci sempre al meglio.

Bastano semplici scelte per potenziare e proteggere il cervello, per guadagnare energia, dormire meglio e migliorare la salute in generale. Ti mostrerò come farle.

Attenti al pangio....

Non molto tempo fa, qualcuno mi diede un libro su come sopravvivere allo stato selvaggio. Il testo sottolineava, non a torto, che se mai ti capitasse di finire su un’isola deserta in mezzo al nulla, una mela della varietà Syzygium malaccense potrebbe salvarti la vita, mentre il frutto del pangio ti ucciderebbe. Una semplice fragolina sarebbe deliziosa, ma la Duchesnea indica, molto simile alla fragola, sarebbe velenosa. Inoltre, sarebbe fondamentale saper distinguere il fungo Polyporus squamosus, commestibile, dalla mortale Amanita pantherina.

Dopo qualche pagina, mi sono reso conto che non sarei stato in grado di arrangiarmi in una situazione del genere, e ringraziai di cuore di avere un supermercato all’altro lato della strada.

La nutrizione è un tema controverso. Come conseguenza, persone diverse interpretano le stesse cose in modi differenti. Anche nel campo della ricerca su cibo e cervello, persino gli scienziati possono avere opinioni personali. C’è chi preferisce aspettare prima di consigliare dei cambi nella dieta, sostenendo la necessità di ulteriori studi prima di poter prendere posizioni conclusive.

Altri, me compreso, ritengono che l’attesa sia un lusso che non possiamo permetterci. Se stai programmando la tua cena di stasera, sei a un bivio pericoloso, e per scegliere devi basarti sulle migliori informazioni a tua disposizione. Come vedrai, tali informazioni sono effi caci e molto semplici da mettere in pratica. O almeno sarà più facile che riconoscere il frutto del pangio.

Buoni effetti collaterali

Una volta messe in pratica le scoperte presentate in questo libro, volte a proteggere il cervello, non ti sentirai soltanto più lucido mentalmente. Noterai anche che la tua bilancia ti diventerà giorno dopo giorno sempre più simpatica. Il colesterolo migliorerà e con lui la pressione arteriosa, e persino il diabete potrà andare meglio, se ne soffri. La tua artrite, o altri dolori cronici, potrebbero scomparire gradualmente. Questo è il potere del mangiar sano.

La mia speranza è che, invece di cercare quella dannata parola o di angosciarti per la tua memoria, cercherai di risolvere cruciverba sempre più difficili, chiamerai i tuoi vecchi compagni di scuola - di cui ricordi benissimo il nome - e programmerai una bella camminata in montagna.

Ti auguro di godere di una salute di ferro, e di tutti i cibi che contribuiranno a garantirtela.

Neal D. Barnard
Super Cibi per la Mente - Libro >> http://goo.gl/aIN5e1
Un programma alimentare per proteggere il cervello e rafforzare la memoria
Editore: Sonda Edizioni
Data pubblicazione: Settembre 2013 - in lingua originale: 2013
Formato: Libro - Pag 320 -
Edizione italiana a cura di: Luciana Baroni
Titolo originale: Power foods for the brain