L'Effetto Luna di Miele
Scopri il segreto per mantenere viva la tua relazione di
coppia
di Bruce Lipton
Ripensate alla storia d’amore più spettacolare della
vostra vita,
la Numero Uno, quella che ha sconvolto la vostra
esistenza.
Si è trattato perlopiù di un periodo di sincera
beatitudine, florida salute e abbondante energia. La vita era così bella che
non vedevate l’ora di saltare fuori dal letto la mattina per sperimentare
ancora il Paradiso in Terra.
Era l'Effetto Luna di Miele, destinato a durare in
Eterno.
Ma, sfortunatamente, per la maggior parte delle persone
l’Effetto Luna di Miele è di breve durata. Immaginatevi come sarebbe la vostra
vita se poteste far durare l’Effetto Luna di Miele per tutta la vita.
Bruce H. Lipton, autore del bestseller La Biologia delle
Credenze, spiega come L’Effetto Luna di Miele non sia un caso né una
coincidenza, bensì una creazione personale. Questo libro rivela come
manifestiamo l'Effetto Luna di Miele, e le ragioni per cui lo perdiamo.
Attraverso tale conoscenza i lettori diventeranno capaci
di ricreare l’esperienza della luna di miele, questa volta in modo da
assicurare una relazione stile “e vissero per sempre felici e contenti”, che
farebbe la gioia di un produttore hollywoodiano.
Con autorità, eloquenza, e in uno stile di facile
lettura, Lipton parla dell’influenza della fisica quantistica (le buone
vibrazioni), della biochimica (i filtri d’amore) e della psicologia (la mente
conscia e la mente subconscia) nel creare e nel mantenere le relazione amorose
interessanti e vivaci.
Chi non vorrebbe ricreare il Paradiso sulla Terra?
Crea e mantieni vive le tue relazioni con Fisica
Quantistica, Biochimica e Psicologia
“L’Effetto Luna di Miele:
uno stato di beatitudine, passione, energia e salute
derivante da un immenso amore.
La tua vita è così meravigliosa che non vedi l’ora di
alzarti
per iniziare una nuova giornata e ringraziare l’universo
perché sei vivo.”
Dicono del Libro "L'Effetto Luna di Miele"
"Bruce Lipton ha scritto il miglior libro
sull'amore, sia personale che planetario, che abbia mai letto.
E ne ho letti moltissimi!
Conosco Bruce e la sua amata Margaret intimamente e
personalmente. La loro relazione è gioiosa, affettuosa, creativa e contagiosa.
Loro vivono il Paradiso in Terra, e potete farlo anche voi. Bruce usa i
principi della Nuova Scienza di cui è paladino per illuminare, spiegare e
incoraggiare tutti noi a incarnare l'amore che abbiamo sempre desiderato".
Dr. Joan Borysenko, biologa, psicologa e autrice di best
seller
"Una realizzazione davvero eccezionale... una vita
di gioia sintetizzata in un unico manoscritto.
L'ho letto due volte, godendomi ogni minuto trascorso su
di esso.
Una delle mie letture preferite di ogni tempo".
Dr. Wayne Dyer (psicologo e autore di fama
internazionale)
"L'Effetto Luna di Miele porta direttamente la magia
delle relazioni amorose a livello cellulare,
e ci insegna a crearle per noi stessi".
Dr.Christiane Northrup, medico e autrice di best seller
Introduzione del libro "L'Effetto Luna di
Miele" di Bruce Lipton
Una vita senza Amore non ha alcun valore
L’amore è l’Acqua della Vita
Bevila tutta d’un fiato con il cuore e con l’anima
Rumi
Quando ero giovane, se qualcuno mi avesse mai detto che
avrei scritto un libro sulle relazioni, gli avrei detto che era impazzito.
All’epoca ritenevo che l’amore fosse un mito sognato dai
poeti e dai produttori di Hollywood perché le persone stessero male pensando a
quello che non potevano avere.
Amore eterno?
“E vissero per sempre felici e contenti”?
Scordatevelo.
Come tutti, ero programmato in modo che certe cose
rientrassero naturalmente nella mia vita. La mia programmazione enfatizzava
l’importanza dell’educazione.
Per i miei genitori, il valore di un’educazione
costituiva la differenza tra uno scavafossi che riusciva a malapena a tirare
avanti e un “colletto bianco” con mani lisce e vita liscia. Essi non avevano
dubbi sul fatto che «in questo mondo senza un’educazione non si conta nulla».
Considerate le loro credenze, non c’era da stupirsi se i
miei genitori non rinunciarono a nulla quando si trattò di espandere i miei
orizzonti educativi.
Ricordo vividamente di essere tornato a casa, in seconda
elementare, dalla lezione della signora Novak eccitato dal mio primo sguardo
nel sorprendente mondo microscopico delle amebe, costituite di un’unica
cellula, e delle meravigliose alghe unicellulari come quella che portava
l’affascinante nome di spirogira.
Dopo aver fatto irruzione in casa, supplicai mia madre di
procurarmi un microscopio tutto per me; senza esitazione, lei mi portò subito
al negozio e mi comprò il mio primo microscopio.
Certo non aveva reagito allo stesso modo alla crisi di
nervi che mi era stata scatenata dal disperato desiderio di avere un cappello
da cowboy Roy Rogers, una pistola a sei colpi e una fondina!
Nonostante la mia fase “Roy Rogers”, fu Albert Einstein a
diventare l’icona eroica della mia gioventù: i miei Micky Mantle, Cary Grant ed
Elvis Presley si avvolsero tutti in un’unica, gigantesca personalità.
Mi è sempre piaciuta la foto che lo ritraeva con la
lingua fuori e la testa ricoperta di una folta chioma di capelli bianchi e
arruffati. Mi piaceva anche vederlo sul piccolo schermo della (appena
inventata) televisione del soggiorno, dove appariva con l’aspetto di un nonno
amorevole, saggio e giocoso.
Più di ogni altra cosa, ero molto orgoglioso del fatto
che Einstein, un immigrato ebreo come mio padre, fosse riuscito a superare i
pregiudizi grazie alla sua brillantezza scientifica.
Talvolta, durante la mia infanzia e adolescenza a
Westchester County, New York, mi sentivo emarginato; in città c’erano dei
genitori che mi proibivano di giocare con i loro figli per timore che li
contagiassi con il “bolscevismo”.
Apprendere che Einstein, lungi dall’essere un emarginato,
era un ebreo rispettato e onorato in tutto il mondo, mi comunicava sentimenti
di orgoglio e sicurezza.
Dei bravi insegnanti, lo stile “l’educazione è tutto”
della mia famiglia, e la mia passione nel trascorrere ore al microscopio
condussero a un dottorato in biologia cellulare e a una cattedra alla Scuola di
medicina e salute pubblica dell’Università del Wisconsin.
Ironicamente, fu soltanto quando lasciai quell’impiego
per esplorare la “nuova scienza”, inclusi gli studi sulla meccanica
quantistica, che iniziai a comprendere la profonda natura dei contributi che
l’eroe della mia fanciullezza, Einstein, aveva portato al nostro mondo.
Mentre fiorivo in ambito accademico, in altri campi ero
il tipico esempio di bambino disturbato, specialmente nel regno delle
relazioni.
Intorno ai vent’anni mi sposai, troppo giovane e troppo
immaturo dal punto di vista emotivo per essere pronto per una relazione
significativa. Quando, dopo dieci anni di matrimonio, dissi a mio padre che
stavo divorziando, egli si oppose risolutamente e mi disse: «Il matrimonio è un
affare».
In retrospettiva, la risposta di mio padre aveva un senso
per uno che nel 1919 era emigrato da una Russia travolta dalla carestia, dai
pogrom e dalla rivoluzione: la vita per mio padre e per la sua famiglia era
stata inimmaginabilmente dura, e la sopravvivenza sempre in dubbio.
Di conseguenza, la sua definizione di una relazione era
quella di una società lavorativa in cui il matrimonio era un mezzo di
sopravvivenza, analogo al reclutamento di mogli ordinate per posta dai pionieri
dalla rude vita che avevano colonizzato il selvaggio Far West degli Stati Uniti
nell’Ottocento.
Il matrimonio dei miei genitori riecheggiava
l’atteggiamento “prima di tutto gli affari” di mio padre, sebbene mia madre,
nata in America, non condividesse la sua filosofia.
Mia madre e mio padre lavoravano insieme sei giorni alla
settimana in un’attività familiare di successo, ma nessuno dei loro figli
ricorda di averli visti condividere un bacio o un momento romantico.
All’inizio della mia adolescenza, la dissoluzione del
loro matrimonio divenne evidente quando la rabbia di mia madre per una
relazione senza amore esacerbò la tendenza a bere di mio padre. Discussioni
sempre più ingiuriose minavano quella che era stata la pace della nostra casa,
e mio fratello e mia sorella più giovani ed io ci nascondevamo nei nostri
ripostigli.
Quando mio padre e mia madre finalmente decisero di
vivere in camere da letto separate, una precaria tregua si impose.
Come molti genitori infelici comunemente facevano negli
anni ’50, i miei genitori rimasero insieme per amore dei figli e divorziarono
dopo che mio fratello minore ebbe lasciato la casa per frequentare il college.
Se soltanto avessero saputo che plasmare la loro relazione disfunzionale fu ben
più dannoso per i loro figli di quanto lo sarebbe stata la separazione!
All’epoca incolpavo mio padre del cattivo funzionamento
della nostra vita familiare.
Ma con la maturità giunsi a riconoscere che entrambi i
miei genitori erano ugualmente responsabili dei disastri che sabotavano la loro
relazione e la nostra armonia familiare.
Ma soprattutto iniziai a capire come il loro
comportamento, programmato nella mia mente subconscia, influenzasse e
indebolisse i miei sforzi volti a creare relazioni amorose con le donne della
mia vita.
Nel frattempo vivevo anni di sofferenza. La dissoluzione
del mio matrimonio fu emotivamente devastante, specialmente perché le mie due
meravigliose figlie, oggi donne amorevoli e realizzate, erano ancora delle
ragazzine. Fu così devastante che giurai di non risposarmi più.
Convinto che il vero amore fosse un mito, almeno per me,
per diciassette anni ogni giorno mentre mi facevo la barba ripetei questo
mantra:
«Non mi sposerò mai più. Non mi sposerò mai più».
Inutile dire che non ero portato per le relazioni
impegnate! Ma, nonostante il mio rituale mattutino, non potevo ignorare quello
che è un imperativo biologico per tutti gli organismi, dalle singole cellule ai
nostri corpi composti da cinquanta trilioni di cellule: l’impulso a connettersi
con un altro organismo.
Il primo Grande Amore di cui feci esperienza fu un
cliché: un uomo più anziano con un brutto caso di arresto dello sviluppo
emotivo si innamora di una donna più giovane e sperimenta un’intensa storia
d’amore adolescenziale, guidata dagli ormoni.
Per un anno fluttuai felicemente attraverso la vita, su
di giri grazie ai “filtri d’amore”, le sostanze neurochimiche e gli ormoni che
circolavano nel mio sangue e di cui leggerete nel Capitolo 3.
Quando la mia storia d’amore adolescenziale
inevitabilmente andò in pezzi (dicendo di avere bisogno di “spazio”, lei salì
sulla sua bicicletta e attraversò uno spazio molto breve per finire nelle
braccia di un chirurgo cardiovascolare), passai un anno nella mia grande casa
vuota sguazzando nella sofferenza e dando la colpa alla donna che mi aveva
lasciato.
La “scimmia” da astinenza è orribile, e non solo per gli
eroinomani ma anche per coloro la cui biochimica ritorna agli ormoni quotidiani
dopo la fine di una storia d’amore.
Un freddo giorno d’inverno del Wisconsin me ne stavo da
solo (come al solito) a rimuginare di nuovo sulla donna che mi aveva lasciato,
quando improvvisamente pensai: «Dannazione, lasciami stare!», al che una voce
di saggezza che occasionalmente appare nei momenti cruciali della mia vita
rispose: «Bruce, non è esattamente quello che ha fatto?».
Scoppiai a ridere, e questo spezzò l’incantesimo.
Da quel momento in poi, ogni volta che iniziavo a
sentirmi ossessionato mi mettevo a ridere.
Finalmente ero riuscito a uscire dalla crisi di
astinenza, anche se avevo ancora molta strada da fare per arrivare a rimettere
insieme la mia vita!
Quanto fossi lontano dal farlo mi divenne evidente quando
mi trasferii ai Caraibi per insegnare in una scuola di medicina all’estero.
Vivevo nel posto più meraviglioso della Terra, in una
villa sul mare, tra fiori sgargianti e profumati; e nella villa c’erano
addirittura un giardiniere e un cuoco.
Volevo condividere la mia vita con qualcuno (anche se
ovviamente senza sposarmi, dal momento che ero ancora fisso sul mio mantra
mattutino). Volevo qualcosa di più di una compagna con cui fare sesso. Volevo
qualcuno con cui condividere la mia nuova vita nel posto più bello della Terra.
Ma quanto più mi davo da fare a cercare, tanto meno
trovavo, anche se avevo quella che pensavo fosse la frase migliore del mondo
per rimorchiare: “Se non hai niente da fare, che ne diresti di venire a vivere
con me nella mia villa ai Caraibi?”.
Una sera provai quella che avrebbe dovuto essere la mia
frase vincente con una donna che era appena arrivata a Grenada, la perfetta
isola da cartolina che ero arrivato ad amare.
Andammo al bar del circolo nautico e ci mettemmo a
chiacchierare. Sembrava una donna interessante, così le chiesi di rimanere per
un po’ invece di ritornare al suo lavoro a bordo di uno yacht. Lei mi guardò
negli occhi e disse: «No, non potrei mai stare con te. Hai troppo bisogno».
Il proiettile colpì nel segno: ricaddi sulla sedia senza
una parola. Dopo un lungo momento di stordimento, riuscii di nuovo a parlare e
dissi: «Grazie, avevo proprio bisogno di sentirmelo dire».
Non solo sapevo che aveva ragione, ma sapevo che dovevo
rimettere insieme la mia vita prima di poter avere il rapporto di vero amore
che desideravo così disperatamente.
Poi accadde una cosa buffa: non appena lasciai andare la
mia disperata ricerca, nella mia vita iniziarono ad apparire delle donne che
volevano una relazione con me.
Infine entrò nella mia vita la vera ispirazione per
questo libro, la mia amata Margaret, e iniziammo a vivere un’esistenza come
quelle descritte nelle commedie romantiche che una volta liquidavo come
fantasie.
Ma sto andando troppo veloce.
Prima ho dovuto imparare che non ero “destinato” a
rimanere solo, né ad accontentarmi di una serie di relazioni fallite. Dovetti
imparare che non soltanto avevo creato ogni relazione fallita della mia vita,
ma che potevo creare la meravigliosa relazione che volevo!
Il primo passo ebbe inizio nei Caraibi quando sperimentai
l’epifania scientifica che ho descritto nel mio primo libro, La Biologia delle
Credenze (Macro Edizioni, Cesena, 2007). Mentre riflettevo sulla mia ricerca
sulle cellule, mi resi conto che esse non sono controllate dai geni, e non lo
siamo neanche noi.
Come ho raccontato dettagliatamente in quel libro,
quell’istante di illuminazione fu l’inizio della mia transizione da scienziato
agnostico a scienziato che cita Rumi e crede che tutti noi possediamo la
capacità di creare il nostro Paradiso in Terra, e che la vita eterna trascende
il corpo.
Quell’istante fu anche l’inizio del mio passaggio da
scettico affetto da fobia del matrimonio ad adulto che finalmente si assumeva
la responsabilità di ogni relazione fallita della sua vita e si rendeva conto
di poter creare la relazione dei suoi sogni.
In questo libro narrerò dettagliatamente questa
transizione servendomi in parte della stessa scienza delineata in La Biologia
delle Credenze (e di altre ancora).
Spiegherò perché non siano i vostri ormoni, le vostre
sostanze neurochimiche, i vostri geni o la vostra tutt’altro che ideale
educazione a impedirvi di creare le relazioni che dite di volere, ma siano
piuttosto le vostre credenze a impedirvi di sperimentare quelle inafferrabili,
amorevoli relazioni.
Cambiate le vostre credenze e cambieranno le vostre
relazioni.
Naturalmente la faccenda è più complicata, perché nelle
relazioni tra due persone in realtà ci sono quattro menti all’opera. Se non
capite come queste quattro menti possano osteggiarsi a vicenda, pur con le
migliori intenzioni starete “cercando l’amore in tutti i posti sbagliati”.
È per questa ragione che i libri di self-help e terapia
favoriscono l’intuizione ma non un vero e proprio cambiamento: essi trattano
soltanto con due delle quattro menti all’opera nelle relazioni!
Ripensate alla storia d’amore più spettacolare della
vostra vita, la Numero Uno, quella che ha sconvolto la vostra esistenza. Avete
fatto l’amore per giorni e giorni, non avevate bisogno di cibo, a malapena di
acqua, e avevate un’energia infinita.
Era l’Effetto Luna di Miele, destinato a durare in
eterno.
Troppo spesso, tuttavia, la luna di miele lascia il posto
a battibecchi quotidiani,
magari al divorzio, o tutt’al più alla sopportazione.
La buona notizia è che non è necessario che finisca così.
Potreste pensare che il vostro Grande Amore sia stato al
massimo una coincidenza o al peggio un’illusione, e che il suo crollo sia stato
questione di sfortuna. Ma in questo libro spiegherò come siate stati voi a
creare nella vostra vita sia l’Effetto Luna di Miele che la sua dissoluzione.
Quando saprete come avete fatto a crearlo e a perderlo,
potrete, come me, smettere di lamentarvi del vostro cattivo karma nelle
relazioni e creare una rapporto d’amore del tipo “e vissero per sempre felici e
contenti” che farebbe addirittura la gioia di un produttore hollywoodiano.
Dopo decenni di fallimenti, questo è ciò che finalmente
manifestai!
Dato che così tante persone ci hanno chiesto come abbiamo
fatto, Margaret ed io spiegheremo nell’Epilogo come abbiamo creato il nostro
eterno Effetto Luna di Miele per diciassette anni e oltre. Vogliamo condividere
la nostra storia perché l’amore è il più potente fattore di crescita per gli
esseri umani, ed è contagioso!
Come scoprirete quando creerete l’Effetto Luna di Miele
nella vostra vita, attirerete persone amorevoli simili a voi, e quante più
saranno, tanto più felici sarete.
Ascoltiamo il consiglio di Rumi, che ci giunge da otto
secoli fa, e crogioliamoci nel nostro amore per un’altra persona così che
questo pianeta possa finalmente evolvere in un luogo migliore in cui tutti gli
organismi possano vivere il loro Paradiso in Terra.
Spero che questo libro vi imbarcherà per un viaggio
altrettanto intenso di quello per cui quell’istante nei Caraibi ha imbarcato
me, perché possiate creare l’Effetto Luna di Miele ogni giorno della vostra
vita.
Bruce Lipton
L'Effetto Luna di Miele - Libro >>
http://goo.gl/za1r8I
Scopri il segreto per mantenere viva la tua relazione di
coppia
Editore: Macro Edizioni
Data pubblicazione: Ottobre 2013
Formato: Libro - Pag 232 - 13,5x20,5