venerdì 6 dicembre 2013

L'effetto Maharishi

L'effetto Maharishi

Fisica quantistica, coscienza e meditazione: come amplificare il campo energetico e sperimentare più elevati livelli di consapevolezza...

di Marco Vignali - 04/12/2013



L'effetto Maharishi

La fisica quantistica ci mostra come lo spazio non sia vuoto. Tutta la materia è costituita da energia e si condensa nell’ uomo a livello della coscienza individuale. Attraverso la meditazione possiamo amplificare il “campo” energetico sperimentando più elevati livelli di consapevolezza.

Una delle caratteristiche più interessanti della moderna meccanica quantistica è che secondo questa teoria il vuoto non sia realmente tale. I fisici quantistici hanno scoperto che gli atomi materiali sono formati di vortici di energia in costante vibrazione e rotazione. La materia può pertanto essere definita contemporaneamente un qualcosa di solido (particella) e un campo di forza immateriale (onda). Quando si studiano le proprietà fisiche degli atomi, come la massa ed il peso, gli atomi sembrano materiali e si comportano come se lo fossero; ma quando gli stessi atomi vengono descritti in termini di potenziale elettrico e di lunghezza d’onda, rivelano le caratteristiche e le proprietà dell’energia (onde). Il fatto che l’energia e la materia siano la stessa identica cosa, è esattamente quello che Einstein intendeva con la formula E=mc al quadrato. In parole chiare questa equazione dice che l’energia (E) è uguale alla materia (m=massa) moltiplicata per il quadrato della velocità della luce (c). Einstein aveva capito che non viviamo in un Universo fatto di oggetti materiali distinti e separati da uno spazio vuoto. L’Universo è un tutto indivisibile e dinamico in cui l’energia e la materia sono così strettamente interconnessi che è impossibile considerarle entità separate, l’Universo è un insieme integrato di campi energetici interdipendenti in un reticolo di interazione. Al livello della fisica sub-atomica esistono solo campi di energia, che vibrano o si propagano per onde (come la luce): l’aspetto “solido” della materia è solo un risultato grossolano dovuto al gioco delle forze sub-atomiche, le quali derivano da un unico campo fondamentale che Einstein definì “campo unificato”. L’universo, che sembrava intrinsecamente materiale, ha rivelato che la sua essenza fondamentale è pura energia immateriale.

Il flusso di informazioni in un Universo quantistico è di tipo olistico, ovvero vi è una connessione energetica, globale, costante e fluida. Infatti le cellule del nostro corpo sono intrecciate in una complessa trama di canali comunicativi. In un interessante studio di quarant’anni fa dell’Università di Oxford il Prof. Mc Clare calcolò e mise a raffronto l’efficienza del trasferimento delle informazioni tra segnali energetici e segnali chimici nei sistemi biologici. Sappiamo che gli organismi viventi devono ricevere e decodificare i segnali ambientali per sopravvivere. Infatti la sopravvivenza è direttamente collegata alla velocità e all’efficienza nel trasferimento dei segnali. Lo studio stabilì che la velocità dei segnali elettromagnetici è di 300.000 km al secondo, mentre la velocità della trasmissione chimica è inferiore a un centimetro al secondo. Nelle molecole fisiche, le informazioni che possono essere trasportate sono direttamente collegate all’energia disponibile nella molecola stessa, rimane una piccola quantità di energia, poiché la gran parte viene consumata nell’accoppiamento termo chimico usato per il trasferimento dell’informazione. Ciò ci dice che i segnali energetici sono 100 volte più efficienti dei segnali fisico-chimici.

L’energia si condensa nell’essere umano attraverso la coscienza, ovvero attraverso la capacità di sperimentare se stessi e il mondo circostante in strati unificati di conoscenza e consapevolezza. Soggettivamente, questi stati emergono quando la mente sperimenta sistematicamente stadi più astratti e fondamentali nello sviluppo del pensiero. Pertanto, come la mente diviene meno e meno localizzata dai limiti specifici di un pensiero, la consapevolezza diventa corrispondentemente più espansa. Quando l’impulso più debole di un pensiero o di una sensazione viene “trasceso” in questo modo, la coscienza è lasciata da sola a sperimentare se stessa. Questo è esattamente ciò che avviene durante l’attività meditativa!
L’importanza che tutte le culture del mondo attribuiscono al potere curativo della preghiera e dell’intenzione porta inequivocabilmente l’attenzione sulla componente non fisica e intangibile del processo di guarigione. L’odierna fisica quantistica ci propone un modello in cui la nostra coscienza attraverso due sue proprietà, l’attenzione e l’intenzione, è in grado di influire sulle particelle subatomiche cambiandone il contenuto informativo. Questo è il potere che tutti possiamo esercitare nell’interagire con la nostra fisiologia e patologia. Non è un caso che molte tecniche di meditazione o di visualizzazione se ne servono con successo.

L’evidenza sperimentale più concreta per una descrizione più profonda della coscienza, basata sulla teoria dei campi, è l’Effetto di Super-radianza, o Effetto Maharishi, prodotto dalla pratica collettiva della Meditazione Trascendentale. Questi sono dimostrazioni consistenti di effetti di campo estesi della coscienza che hanno retto alla prova di molte ripetizioni consecutive su una varietà di scale.
Il comportamento fisico osservato di questi effetti sociologici sono fortemente indicativi di un effetto di campo. Fin dal 1972 (Le Scienze #45, 1972) un semplice sistema di Meditazione Trascendentale introdotto da Maharishi Mahesh Yogi, ha dimostrato di produrre notevoli effetti benefici sulla psicologia e sulla fisiologia dei praticanti, come documentato ormai da centinaia di ricerche scientifiche. Maharishi sostiene che con questa tecnica la mente può percepire i livelli più sottili della realtà fisica (fino al “campo unificato”) e può raggiungere uno stato “quantistico” che produce “coerenza” nelle onde cerebrali.

Un effetto straordinario, più volte verificato da vari Istituti di ricerca, è il cosiddetto Effetto Maharishi: in certe condizioni la coerenza generata da soggetti in meditazione si propaga nello spazio (il che è perfettamente accettabile nella nuova concezione), influenzando positivamente la popolazione circostante. Esso non provoca forzature della volontà ma solo un piccolo incremento dell’ordine mentale – che permette un funzionamento cerebrale più naturale e libero da stress – ed è rivelabile statisticamente dalle conseguenze sugli indici sociologici (minori incidenti e malattie, minore criminalità, miglioramenti economici, ecc.).
Riassumendo, possiamo, attraverso l’espansione della nostra coscienza, modificare la forza del campo energetico. E modificare il campo energetico significa che ognuno di noi ha il potere di cambiare il mondo.

Antonia Carosella, Francesco Bottaccioli
Meditazione Psiche e Cervello >> http://goo.gl/YqJ2zd
Editore: Tecniche Nuove Edizioni
Data pubblicazione: Gennaio 2003
Formato: Libro - Pag 128 - 14x21
Ultima ristampa: Novembre 2012