venerdì 24 gennaio 2014

Psicobiorisonanza: il Tao della Voce

Psicobiorisonanza: il Tao della Voce

Il termine composito “psicobiorisonanza” sta ad indicare i complessi effetti della risonanza della voce umana nelle proprie strutture psichiche e fisiologiche

di Francesca Romano - 22/01/2014



Psicobiorisonanza: il Tao della Voce

La Psicobiorisonanza ripercorre un’antica Via, Tao per gli orientali, che utilizzando la vocalità porta a riappropriarsi delle sonorità della propria voce e delle connesse risonanze corporee, per conseguire una maggiore sicurezza di sé insieme alla propria identità dissolta o velata.

Il termine composito “psicobiorisonanza” sta ad indicare i complessi effetti della risonanza della voce umana nelle proprie strutture psichiche e fisiologiche. È dall’osservazione pratica infatti che si rileva, senza smentite, che esiste un sorprendente influsso delle proprie sonorità sugli equilibri psico-fisici della persona. È soltanto agli inizi invece la ricerca scientifica atta a spiegare e a dimostrare tali fenomeni, ben noti nell’antichità, che superando la pura sfera delle interazioni fisiche e meccaniche irrompono nell’impalpabile campo degli equilibri mentali e psichici dell’essere pensante.

Ciò che al riguardo possiamo spiegarci in termini fisiologici è presto detto. La voce risiede in una scatola posta nel collo ed è collegata al resto del corpo attraverso fasci muscolari. La scatola risuona quando le corde vibrano e vibra tutto il corpo come cassa di risonanza. Da queste vibrazioni prende l’avvio quel processo di auto-ascolto e di percezione corporea così necessario all’accordatura del corpo/strumento.

Quanto al salto dal benessere fisiologico all’equilibrio della mente e della psiche, la scienza non ha ancora detto una parola finale, come s’è detto. Sono in molti tuttavia a intuire che tale salto debba esistere e debba essere provato. Beethoven ad esempio scriveva: "la vita assomiglia al vibrare delle note e l’individuo a uno strumento a corde… Se l’individuo non ha l’intonazione giusta non può risuonare con ciò che lo circonda".

Tutto quanto esposto fin qui appartiene alla riflessione e agli approfondimenti teorici che ho voluto effettuare a seguito di sorprendenti risultati positivi riscontrati nella esercitazione pratica.

Nella mia pluridecennale esperienza di studio della musica e del bel canto e nella parallela attività di perfezionamento della voce svolta a beneficio di molti allievi, avevo registrato inattesi e duraturi risultati lusinghieri del superamento di difficoltà vocali e psicologiche attraverso l’ascolto della propria voce seguendone l’espansione sonora in tutte le parti del corpo.

Per utilizzare tale pratica occorre dapprima imparare ad ascoltare la propria voce. Esercizio inusuale; anche perché a se stessi risulta diversa da quella che conoscono gli altri. Quale sorpresa quando la si ascolta la prima volta registrata! In effetti la ascoltiamo dal di dentro del corpo/strumento che risuona; al di fuori acquista altre colorazioni, altri timbri sonori. Imparando ad ascoltarla si può riuscire ad affinare o ad accordare meglio lo strumento che la emette.

Occorre dunque una tecnica, provvista di esercizi pratici, che faccia da guida per ripercorrere l’antica Via che può aiutare a conoscersi fino a superare imperfezioni e freni della voce.

Gli esercizi da me sperimentati e proposti compongono un metodo che utilizza la voce cantata. Praticando con gradualità l’emissione della voce cantata si riesce ad accendere i circuiti neuro fisiologici e, mentre il corpo canta, la mente si abbandona; si prende possesso della propria fisicità vibrante messa in risonanza con ciò che ci circonda. Il canto diviene azione gratificante e finanche psicoterapeutica e terapeutica secondo alcuni autori.

Il metodo della Psicobiorisonanza da me messo a punto e pubblicato in un volume sulla voce-terapia (1) è stato utilizzato dalle persone e per le esigenze più varie ottenendo risultati sempre buoni, talvolta eccellenti, in alcuni casi strabilianti e inattesi. L’esercizio costante di tale pratica, gradualmente guidata al raggiungimento di emissioni sempre più libere del proprio tono vocale, ha permesso a cantati lirici di perfezionare il loro talento, a professionisti della parola (attori, speakers, docenti, manager) di migliorare la tenuta e le prestazioni della voce, a non professionisti di smussare o eliminare imperfezioni e impedimenti fino al superamento del mutismo addirittura (2).

Ciò non sorprenda, giacché recenti ricerche e studi condotti negli Stati Uniti indicano la voce cantata come terapia anche nei casi di dislessia, di autismo, di morbo di Alzheimer e di Parkinson. In tali studi si ipotizza che le nostre funzioni mentali, emozionali e sensoriali siano codificate nella voce in modo predefinito, come lo sono le informazioni genetiche nei nostri geni.

Il mio metodo, come accennavo più sopra, utilizza la voce cantata. L’essenza della pratica propone una serie di esercitazioni basate sull'emissione dei suoni delle vocali, vocalizzi, secondo una singola nota musicale o eseguendo arpeggi cantando intervalli di terza e quinta maggiore. Per poter comprendere appieno l’estensione della risonanza di ciascuna vocale – e ognuna di esse raggiunge in maniera diversa le parti del corpo – il canto va accompagnato da corrette posture, movimenti come di danza, tensione dell’udito, ed altro, fino al coinvolgimento di tutto il corpo.

Mano a mano che ci si va appropriando della voce emessa, si avvertono e riconoscono le risonanze provocate da quel suono nelle varie cavità e strutture corporee. Ovviamente ogni individuo dovrà accordare il proprio strumento a quelle tonalità, frequenze e vibrazioni che risultano a lui maggiormente affini e in sintonia. Compito di chi guida è indicare le modalità, percepire i punti di forza e di debolezza, e stabilire i tempi e le tecniche con cui raggiungere con gradualità la consapevolezza e la padronanza sia delle corde (voce) che di tutto lo strumento (corpo).

Solo dopo aver fatta conoscenza con la propria voce e delle potenzialità insite nelle sue risonanze può avvenire il “salto” di cui si diceva più sopra: la propria voce oltre a procurare un senso di benessere fisico, avendo sciolto nodi e freni fisiologici che la inibivano, farà presto avvertire un nuovo benessere non facile da descrivere, una libertà di mente e di spirito, quasi un sollievo o leggerezza psichica mai sperimentati in precedenza.

In conclusione posso affermare che la voce che canta è una via che riconduce a sé e la si può utilizzare come via di fuga anche dai malesseri e come colonna sonora della propria identità e unicità.


Descrizione di Iniziazione alla Voceterapia

Un manuale che insegna a ritrovare o a scoprire la propria voce, a parlare con un timbro piacevole, a cantare incantando, eliminando difficoltà, limiti, esercizi avvilenti, traumi e anche mutismi.

Le logoterapie e le tecniche di educazione alla parola e al canto si sono dimostrate non risolutive. Infatti, non è stato mai possibile rimuovere certi impedimenti psicofisici alla corretta emissione del suono vocale mediante esercitazioni circoscritte all’apparato orale e respiratorio.

Da un’osservazione casuale Francesca Romano ha intuito la soluzione teorica alle problematiche legate alla parola e al canto, e ha messo a punto alcune pratiche innovative ed efficaci per utilizzare appieno le potenzialità del corpo, cassa di risonanza della voce umana. Ha scoperto che il limite dei metodi tradizionali risiede nell’impostazione di partenza: imporre con costante sforzo di volontà le tecniche di perfezionamento.

E prova l’esatto contrario: la sonorità fisica, liberata da contrazioni e costrizioni, può esprimere appieno tutte le sue potenzialità. Non educare il corpo, lasciare invece che esso liberi la mente.

La descrizione dettagliata degli esercizi pratici proposti in questo libro è illuminante ed è sostenuta da continui richiami storico-scientifici che li giustificano e indicano dei possibili percorsi di approfondimento. Si tratta di pratiche tra loro eterogenee che attingono a principi teorici elaborati in diverse epoche e latitudini.


Note
(1) F. Romano, Iniziazione alla Voce-terapia. La voce educa la mente e il corpo canta, Edizioni Mediterranee, Roma 1910, ristampa 2013, pp. 159. (2) Numerose testimonianze in proposito sono riportate nell’op.cit., pp. 105-142.

               
Francesca Romano
Iniziazione alla Voceterapia >> http://goo.gl/bL6z5J
La voce educa la mente
Editore: Edizioni Mediterranee
Data pubblicazione: Ottobre 2010
Formato: Libro - Pag 160 - 13,5x21,5



giovedì 23 gennaio 2014

Le Tecniche Mentali di Grigorij Grabovoj

Le Tecniche Mentali di Grigorij Grabovoj

Pilotaggio della realtà e sviluppo armonico - Il libretto contiene una selezione di sequenze numeriche per rigenerare e guarire il tuo corpo

di Grigorij Grabovoj



“Dobbiamo imparare a pensare come Dio, il creatore: tradurre il sapere dell’anima in una forma logica e utilizzarla consapevolmente”.
-Grigorij Grabovoj

Ogni sistema vivente e ogni oggetto che ci circonda è in perenne movimento e possiede una vibrazione di base che lo contraddistingue.

Questa vibrazione può essere decodificata e trasformata in una categoria logica, come per esempio un numero o una forma geometrica conosciuta, dalla quale si possono ricavare informazioni sulla sua essenza (materia, consapevolezza, ambiente).

Partendo da questi presupposti, Grigorij Grabovoj ha elaborato diverse tecniche innovative sul pilotaggio della realtà e lo sviluppo armonico, capaci di riportare ordine, armonia e salute nel quotidiano.

"Si può raggiungere uno stato ovvero il livello di controllo in cui non ci ammaliamo più. Entriamo in un'aera in cui riceviamo una conoscenza accurata e l'assenza di malattie. Sincronizzandoci con l'azione di Dio riceviamo quel controllo che diventa la Norma che governa la nostra vita. Si tratta di una relazione stretta con Dio. Dio dona solo la macro-salvezza. Non appena accediamo a questo livello di controllo riceviamo la Norma in ogni caso possibile, dato che l'azione di Dio è presente ovunque e si tratta di un'azione universale perchè Dio agisce nell'area del suo corpo fisico e in maniera macro-creativa. Se seguiamo il percorso del segnale verso un punto specifico possiamo ricevere la norma di Dio in quel punto esatto. Quando agiamo in questo modo possiamo passare informazioni a tutti, indistintamente. Quando cerchiamo di trasmetter informazioni a tutti la nostra anima diventa limpida e luminosa. Si crea un preciso livello di pace attorno a noi tale che la luce si materializza per tutti immediatamente. Non abbiamo bisogno di trasformare la struttura di controllo in un livello logico o di creare nuove tecnologie. L'importante è mostrare lo splendore della nostra anima che si illumina con la conoscenza della vita universale, la vita eterna in generale e la salvezza universale."
-dal trailer


Grigorij Grabovoj
Le Tecniche Mentali di Grigorij Grabovoj - DVD >> http://goo.gl/N3cFhB
Pilotaggio della realtà e sviluppo armonico - Il libretto contiene una selezione di sequenze numeriche per rigenerare e guarire il tuo corpo
Distribuito da: Macrovideo
Data pubblicazione: Gennaio 2014
Durata: 77 minuti
Tipo: DVD



mercoledì 22 gennaio 2014

Cos'è il Rebirthing?

Cos'è il Rebirthing?

Il Rebirthing è un metodo naturale, olistico, che può permetterci di liberare il respiro, il più diretto legame con la nostra energia vitale...

di Sergio Salati - 20/01/2014



Cos'è il Rebirthing?

Il Rebirthing è un metodo naturale, olistico, che può permetterci di liberare il respiro, il più diretto legame con la nostra energia vitale, ma non solo, può permetterci di allentare le tensioni; siano queste fisiche e/o emotive, e ciò per ottenere immediati benefici ad ogni livello: fisico, emotivo e mentale.

Tale metodo, nato in California negli anni '70 a cura di Leonard Orr, è certamente efficace per combattere lo stress: una condizione così particolare del nostro organismo che influisce sulla memoria, sul peso corporeo, sulle capacità di difenderci dalle malattie, indebolendo il nostro sistema immunitario. Basti pensare infatti che lo stress, qualsiasi essa sia la causa scatenante, può mettere in moto una risposta complessiva dell'organismo che innesca più di 1400 diverse reazioni chimico-fisiche nel cervello e nel resto del corpo.

Il Rebirthing è ancora un metodo non molto conosciuto in Italia nonostante la sua efficacia e la sua validità sono sperimentabili sin dalla prima sessione. Tutti possono avvicinarsi a questa pratica così semplice ma così particolare, che differisce da altre pratiche per alcuni elementi essenziali tra cui la circolarità del respiro, da applicare durante la fase di sperimentazione (una fase che dura da 45 minuti a un'ora e mezza o anche più).

Sin dai tempi più remoti, la respirazione è stata utilizzata in svariate culture come uno dei mezzi più potenti per agire sulla nostra consapevolezza: essa infatti attiva tutte quelle forze intelligenti che permettono una ri-armonizzazione e un'estensione delle nostre facoltà, portando alla luce il nostro potenziale di auto-guarigione. E infatti, nella maggior parte dei casi il Rebirthing è risolutivo di vecchi traumi e stati di conflitto che ci legano a dipendenze da lavoro, alcool, droghe, sesso e cibo. È anche di aiuto nel superare, con un'elaborazione di tipo consapevole, i momenti difficili associati a cambiamenti della vita quali separazioni, perdite, lutti e abbandoni.

In particolare, durante le sessioni di Rebirthing potremo arrivare  a capire e sperimentare personalmente quante e quali relazioni esistono tra i nostri pensieri, le emozioni, gli impulsi e quanto avviene nel nostro corpo: il rossore, la tachicardia, il tremore che, infatti, a loro volta tendono a trasformarsi in azioni di fuga, lotta, pianto o riso. Ecco che, quindi, possiamo paragonare ciò che avviene nel nostro mondo interiore a un flusso di energia o a una corrente d'acqua. Così ad esempio se a causa delle condizioni dell'ambiente esterno o dell'educazione non ci è stata data la possibilità di esprimerci (per esempio con un pianto quando proviamo dolore) limitiamo il respiro e creiamo un accumulo di energia. Se questa inibizione si ripete più volte, si instaura a livello muscolare una vera e propria contrazione, una sorta di scudo protettivo che ha il compito di contenere e trattenere l'emozione non accettata. Il prezzo da pagare in questi casi è molto alto però: si rischia di perdere il contatto con se stessi e addirittura si arriva persino ad avere paura di come si è.

Al contrario, invece, per diventare persone autentiche bisogna imparare ad accettarsi e, iniziando proprio dal corpo, è possibile sciogliere tutte quelle tensioni muscolari che imprigionano le nostre emozioni.

A tal fine, il Rebirthing può darci la possibilità di liberare la nostra energia e aiutarci ad esprimerci liberamente, per entrare in contatto con noi stessi più profondamente, ma anche e soprattutto con il mondo e le persone che ci circondano.

Le sessioni di Rebirthing possono essere individuali o di gruppo e le 4 fasi che la compongono sono: il respiro, il rilassamento, l'integrazione e l'osservazione:
- il respiro ci permette di collegarci a tutte quelle sensazioni che esistono appena sotto il nostro livello di consapevolezza;
- il rilassamento simboleggia la nostra disposizione d'animo e la nostra arrendevolezza all'ignoto: ci aiuta a ritrovare e a rafforzare la nostra capacità di ascoltare più attentamente noi stessi;
- l'integrazione è un momento che fa parte di un processo più ampio: significa far sì che ciò che accade durante la fase di sperimentazione diventi parte della nostra vita;
- l'osservazione infine è il prendere atto delle tensioni dei nostri muscoli, del dolore, del pianto, del riso, della pace che può giungere sino all'estasi più profonda in cui possiamo scoprire tutta la nostra saggezza, le nostre risorse e potenzialità.
   
Il Rebirthing può essere praticato sia in acqua fredda o calda (37°-38°) sia a “secco” con i benefici seguenti:
- migliora la stato di salute in generale (fisicamente ed emotivamente), riduce lo stress, la tensione e il dolore in qualsiasi zona del corpo; riattiva le funzioni vitali e combatte ansia e insonnia;
- vince progressivamente la timidezza e permette alla personalità di emergere completamente;
- sviluppa Energia Vitale: si incanala l'energia in modo più efficiente col risultato di essere più resistenti e di sopportare meglio gli sforzi fisici;
- i muscoli e il sistema nervoso diventano presto più sensibili, controllati e coordinati;
- alimenta il corpo di ossigeno che trasporta gli elementi nutritivi a tutto il ns. organismo;
- migliora notevolmente la circolazione; rivitalizza ogni ns. cellula;
- il 75% delle tossine vengono espulse proprio da una corretta e profonda respirazione;
- sviluppa endorfine;
- è un valido aiuto contro aggressività e tensione;
- migliora notevolmente la “voce”;
- permette di divenire persone autentiche, iniziando ad accettarci dal corpo e a sciogliere tutte quelle tensioni muscolari che imprigionano le nostre emozioni e sensazioni;
- migliora il rapporto con noi stessi e con le altre persone;
- aumenta la creatività e la ricerca attiva di soluzioni alle innumerevoli sfide che la vita presenta;
- accresce la capacità di combattere le abitudini negative e migliora l'autostima;
- è possibile durante la sessione rivivere la propria nascita (da qui il nome Rebirthing che in inglese vuol dire proprio Rinascita) e liberarsi da questo ricordo, che per alcuni può essere traumatico,  può essere di enormi benefici;
- fornisce al cervello il miglior tipo di carburante: l'ossigeno del sangue;
- riequilibra e armonizza i Chakra: importanti centri di energia corrispondenti alle ghiandole del nostro sistema endocrino;
- parte della medicina tradizionale lo ha riconosciuto efficace per la cura di molte malattie psicosomatiche quali: ansia, attacchi di panico,  depressione, insonnia, emicranie e per ricreare un vero equilibrio psicologico;
è possibile durante le sessioni di Rebirthing sperimentare “intuizioni” e stati meditativi (Rebirthing ad Approccio Transpersonale);
- attraverso il Rebirthing impariamo a conoscerci andando a scovare i pensieri ripetitivi e auto limitanti, consci e inconsci, i modelli comportamentali e gli atteggiamenti precostituiti che influenzano la nostra vita. Impariamo a comprenderci meglio andando a ricercare nel nostro passato il momento, il contesto o il processo di condizionamento che ci hanno spinto ad adottare un determinato schema di comportamento; e attraverso la comprensione, lasciamo andare ogni giudizio, imparando ad accettarci completamente per ciò che siamo, non per ciò che vorremmo essere. Contemporaneamente scopriamo che quelli che consideravamo limiti insormontabili sono soltanto la conseguenza di “riflessi condizionati”;
- accettandoci iniziamo a trasformarci: dentro di noi accade qualcosa di molto importante: le vecchie ferite vengono integrate e gli schemi di comportamento svaniscono. Ritorniamo a essere noi stessi e ci dedichiamo alla vita con amore, gioia e fiducia, sapendo che ogni istante ci offrirà qualcosa di nuovo.

Respirare bene, quindi, per vivere meglio!

Sergio Salati
Rebirthing >> http://goo.gl/cwUXO9
Il respiro che guarisce - Manuale pratico
Editore: Punto d'Incontro
Data pubblicazione: Dicembre 2010
Formato: Libro - Pag 196 - 17x22



martedì 21 gennaio 2014

400 Anni d'Inganni

400 Anni d'Inganni

E se il nostro passato fosse tutta "un'altra storia" ?

di Fomenko Anatolji



Hai studiato bene la storia? Sei sicuro di sapere esattamente quando sono stati costruiti il Colosseo e le Piramidi? Allora leggi "400 Anni d'Inganni ", un’opera completa che presenta lo “straordinario progetto” ideato dal professore Anatolij Fomenko:

la Nuova Cronologia

Un’ipotesi matematica applicata allo studio della storia, elaborata teoricamente e verificata sperimentalmente che provocherà un effetto shock su tutti noi! Diversamente non potrebbe essere. Queste pagine disorientano a tal punto che, a colpi impietosi di calcoli e di statistiche, affossano la cronologia e la storia da noi conosciuta e studiata a scuola, dimostrando che:

Cristo è nato in un’altra epoca
L’età conosciuta come “antica” è in realtà quella medievale
Le piramidi, il Colosseo e gli altri famosi monumenti dell’antichità sono in realtà molto più giovani di quello che abbiamo sempre creduto, ecc.
Dopo anni di certezze “dove?” e “quando?” tornerebbero a essere domande senza risposta.
O meglio, domande in cerca di nuove risposte.

La ricerca di Fomenko ci rivela con cognizione di causa che la storia e la cronologia attualmente adottate sono il risultato in realtà di diverse falsificazioni dei materiali storici e delle mistificazioni iniziate dai cronologisti del XVI-XVII secolo.

Ma è tutto vero? Questa è la difesa, istintiva e comprensibile, che si mette in opera quando vengono attaccate le credenze tramandate da generazioni, i miti indiscussi, i solidi e autorevoli pilastri che sorreggono la base di una visione del mondo accettata e condivisa fin dall’infanzia.

Leggendo queste pagine, tuttavia, ognuno di noi non potrà non restare affascinato dai metodi appositamente elaborati per lo studio della cronologia, dalla scelta e dalla quantità dei materiali presentati al fine di suffragare queste ipotesi matematiche, dall’entità e dall’originalità del lavoro degli studiosi e, in generale, dal loro coraggioso approccio.

Cosa aspetti allora?
Apri gli occhi alla verità e scopri la Nuova Cronologia.

La Nuova Cronologia del professor Fomenko è una rigorosa e sofisticata teoria scientifica che poggia su salde basi matematiche. L'intento è quello di proporre un'ipotesi sensazionale che non ha precedenti al mondo: la possibilità di ricostruire la storia rimettendo in discussione tutti gli stereotipi finora ritenuti validi.

Nessuna nuova verità assoluta però.
Non più.

Il coraggioso invito dell'autore è quello di creare un onesto confronto intellettuale, di riaprire un dibattito che sembrava non più affrontabile o rinegoziabile, un dibattito culturale e interdisciplinare che richiederebbe il coraggio dei primi storici, l'intelligenza dei veri scienziati, la  passione di chi insegue le verità più difficili, anche a discapito di ogni rassicurante certezza.

 Una verità scioccante sulla nostra storia

Scopri la nuova cronologia

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Presentazione del libro

 “Se tutto ciò che ci hanno sempre insegnato poggiasse su basi storico-cronologiche errate?

Niente avrebbe più una datazione certa, nessuna cronologia tradizionalmente accettata sarebbe più credibile  e il passato ricadrebbe nel buio dell’indistinto”.

Anatolij Fomenko

"Dopo che la polvere delle polemiche si sarà depositata, c'è speranza che storici, scienziati e matematici riescano insieme a ridiscutere i metodi esistenti per mettere a punto nuovi strumenti, seguendo lo stesso spirito di collaborazione che si verifica in tanti altri campi dell'attività umana. Ma non dobbiamo aspettarci troppo e troppo presto.

Questo è un campo in cui i progressi sono stati lenti, e non ci sono segnali che le cose prenderanno una svolta improvvisa nel prossimo futuro".

Florin Diacu, matematico.

La domanda non è Nuova Cronologia sì, Nuova Cronologia no.
Ma, “perché no?”.

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Introduzione di "400 Anni d'Inganni"

Vera Bani presenta il primo libro sulla Nuova Cronologia: "400 anni d'Inganni" di A.Fomenko

Il libro, che ci accingiamo a presentare, è la prima opera edita in lingua italiana, dedicata alla Nuova Cronologia. Si tratta di una selezione di materiali, facenti parte dell’ampio progetto “Nuova Cronologia” (d’ora in avanti NC), un’ipotesi matematica applicata allo studio della storia, elaborata teoricamente e verificata sperimentalmente dal professor Anatolij Fomenko e dai suoi collaboratori, primo fra tutti Gleb Nosovskij. Più precisamente, sotto il titolo di 400 anni d’inganni abbiamo scelto di riunire una serie di capitoli (fondamentalmente tratti dall’omonimo 400 let obmana e da Istinu možno vyčislit’ [La verità si può calcolare; N.d.T.]), che ci sono sembrati i più adatti a introdurre i lettori italiani nel complesso contesto del progetto.

Avvertiamo fin d’ora che l’impatto con le ricerche e i risultati della NC provocherà in tutti i lettori un effetto “shock”.

Diversamente non potrebbe essere: le pagine che seguono demoliscono la cronologia e la storia familiari dall’età scolare, dimostrando che Cristo è nato in un’altra epoca, che l’età conosciuta come “antica” è in realtà quella medievale, che le piramidi, il Colosseo e gli altri famosi monumenti dell’antichità sono, in realtà, molto più giovani rispetto a ciò che abbiamo sempre creduto.

Percorrendo le tappe della ricerca che porta A.T. Fomenko e i suoi ad affermare, con cognizione di causa, che la storia e la cronologia attualmente adottate in realtà sono il prodotto di moltiplicate falsificazioni dei materiali storici e delle mistificazioni iniziate dai cronologisti del XVI-XVII secolo, Scaligero e Petavius, in seguito portate avanti dai loro seguaci, la prima reazione del lettore sarà probabilmente di difesa: la difesa, istintiva e comprensibile, che si mette in atto quando vengono attaccati le credenze tramandate da generazioni, i miti indiscussi, i solidi e autorevoli pilastri che sorreggono la base di una visione del mondo accettata e condivisa fin dall’infanzia.

Diversa, invece, potrà essere la reazione successiva: qualcuno potrà bollare il lavoro di Fomenko e dei suoi collaboratori quasi a priori, preferendo non inoltrarsi nella lettura; qualcun altro potrà condannarlo severamente, rifiutandosi fermamente di discostarsi dalla familiare visione della storia appresa fin dai banchi di scuola, rivissuta nei libri o nei film e magari approfondita in studi accademici successivi; qualcun altro ancora si sentirà in diritto di deriderlo o giudicare le sue ricerche un’avventura insensata, un virtuosismo da matematici fine a se stesso.

Sono certa, tuttavia, che il lettore aperto e imparziale, indugiando nella lettura dei testi della NC e pur anche serbando un atteggiamento diffidente e scettico nei confronti dei risultati esorbitanti cui essa perviene, indubbiamente “difficili da digerire”, non potrà non restare affascinato dai metodi appositamente elaborati per lo studio della cronologia; dalla scelta e dalla quantità dei documenti e delle informazioni presentati al fine di suffragare queste ipotesi matematiche; dall’entità e dall’originalità del lavoro degli studiosi e, in generale, dal loro coraggioso approccio.

Anatolij Timofeevič Fomenko, membro dell’Accademia russa delle Scienze, stimato professore della Facoltà di Matematica meccanica dell’Università statale di Mosca, autore di una trentina di manuali e testi di matematica, topologia e statistica (tradotti in varie lingue e raccomandati anche nelle facoltà italiane di fisica e matematica) oltre che dei tanti libri dedicati alla NC, nell’intraprendere a suo tempo, questa colossale revisione della cronologia e della storia convenzionali, non si era posto il fine di rendersi famoso con trovate sensazionali, né di provocare o sfidare la comunità degli storici, osando invadere il loro campo per sottoporlo a una severa investigazione attraverso metodi matematici.
Non è stato mosso da alcun fine “campanilistico” (matematici contro storici), né pubblicitario, e meno che mai commerciale.
Anzi: considerando la posizione affermata che questo studioso occupa da molto tempo nel contesto accademico matematico russo, si è più indotti a supporre che l’esporsi in un campo “non di competenza professionale”, con una teoria assolutamente rivoluzionaria e in aperto contrasto con la linea vigente, comportasse più un forte rischio per la sua autorità accademica che non i presupposti per eventuali benefici derivanti da un’abile manovra autopromozionale, come potrebbe sembrare, in apparenza, l’idea della NC.

Il mirato interesse per la storia e la cronologia nacque in Fomenko quasi per caso negli anni Settanta del secolo scorso, quando egli, analizzando la ricerca dell’astronomo americano Robert Newton sulle antiche eclissi di luna e restando incuriosito dalla soluzione incongruente di un punto oscuro nel calcolo del parametro lunare D’’, fu indotto a indagare sulla correttezza delle datazioni astronomiche e, in seguito, sulla possibilità di applicare, a questo fine, dei metodi matematici allo studio di manoscritti antichi.
Allora si trattava di un problema di carattere puramente matematico, che presentava in questo stretto contesto un preciso interesse. Nessuno, il professor Fomenko compreso, si aspettava che la risoluzione di questo problema potesse sortire un’interpretazione della storia del mondo antico e del Medioevo in aperto contrasto con le opinioni correnti degli storici.

Procedendo nella ricerca e dubitando in maniera via via crescente dell’esattezza della cronologia universale invalsa, Anatolij Fomenko, stimolato dal tentativo di trovare conferma dei sensazionali risultati ottenuti applicando la sua ipotesi matematica a un primo settore d’indagine (l’interpretazione di una datazione astronomica), decise di estendere la sua ricerca ad altri materiali storici (datati a un’epoca anteriore al secolo X e fino al XVII secolo). Così manoscritti originali, copie di cronache e annali, monumenti di architettura, incisioni, affreschi, mosaici, icone, pietre tombali, carte geografiche, cammei, monete, tappeti, smalti ecc. furono sottoposti a un’analisi incrociata sulla base di una serie di metodi statistico-matematici (vedi capitolo 3), appositamente elaborati da Fomenko e dai suoi collaboratori:

metodo dei massimi locali;
metodo del riconoscimento e della datazione delle dinastie dei regnanti, principio delle piccole alterazioni dinastiche;
principio dello smorzamento delle frequenze, metodo dell’allineamento dei testi storici nel tempo;
principio della duplicazione delle frequenze e metodo dell’individuazione e della datazione dei duplicati;
metodo dei moduli-codice (altresì detto metodo della “biografia formalizzata” di re, regnanti, capi militari, capi religiosi ecc.);
metodo del corretto allineamento cronologico e della datazione delle antiche carte geografiche;
metodo astronomico (della datazione degli zodiaci).
Tali metodi si rivelarono validi e attendibili: lo studio incrociato con questi su una gran varietà di documenti e materiali permise ai matematici guidati da A. Fomenko di scoprire le intonacature e “le incrostazioni” superflue aggiuntesi nel tempo, di dare una risposta logica e coerente a certi enigmi del passato, di motivare e smussare certe contraddizioni incomprensibili agli storici, e consentì, in generale, non di smentire la realtà degli eventi, ma di rivederne la datazione, non di negare l’esistenza di certi personaggi, ma di ristabilirne l’esatta biografia e posizione nella storia.

Le stupefacenti conclusioni cui pervennero gli studiosi, passando al vaglio massicce quantità di materiali storici (soprattutto scritti, cronache e annali) alla luce dei loro procedimenti matematici indipendenti, cioè non basati sulle dubbie datazioni precedenti né su quelle ottenute dai metodi classici, imprecisi (dendrologico, al radiocarbonio, dello strato sedimentario, comparativo, numismatico ecc. di cui analizzano dettagliatamente i motivi d’imprecisione) si possono sintetizzare nel modo seguente:

1. constatazione dell’inesattezza della cronologia attualmente adottata. La cronologia universalmente seguita, sostengono gli Autori, è inesatta. Più precisamente essa risulta essere il prodotto di una serie d’innesti cronologici, registrazioni ripetute di stessi eventi (duplicati) nonché calcoli, su basi errate, di eventi successivi. L’asse cronologico attualmente assunto (versione scaligeriana) risulta, in altre parole, “invecchiato”, allungato come minimo di un migliaio d’anni (vedi capitolo 4).

2. La conseguenza pratica di tale constatazione fu la stesura della Carta Cronologica Globale (tracciata su un rotolo di carta di 19 m), uno schema che abbraccia tutte le epoche storiche (eventi, personaggi, aree geografiche) dal 4000 a.C. al 1800 d.C., secondo la datazione convenzionale scaligeriana, e mette in rilievo gli innesti e i duplicati sommatisi nel tempo (vedi capitolo 4).

3. La proposta costruttiva fu l’elaborazione, sullo sfondo della Carta Cronologica Globale, della NC, ovvero di un asse cronologico “snellito” e ripulito dai duplicati, dagli innesti e dalle falsificazioni, apportate dai cronologisti scaligeriani. La NC è dunque, più chiaramente, una ricostruzione degli eventi storici fondata su basi scientifiche indipendenti, o anche, come preferiscono chiamarla gli Autori, un’ipotesi fondata su indiscutibili basi matematiche ma nondimeno flessibile, suscettibile di ritocchi ed eventuali revisioni a seconda delle scoperte archeologiche o storiche che potranno essere fatte.

Quanto premesso lascia facilmente intuire che la NC si connoti come una teoria piuttosto “scomoda” e spinosa, se non addirittura pericolosa. In Russia non a caso ha dato origine a un’accesa polemica con aspri interventi critici, che gli Autori non hanno mancato di ospitare nel sito ufficiale del progetto (www.chronologia.org. in lingua russa e www.nuovacronologia.it in italiano; vedi anche più avanti: “La ’Nuova Cronologia’ di Fomenko-Nosovski: storia del progetto, delle controversie che ha innescato, delle prospettive che ha aperto”).

Nel 2009 della questione NC dovette addirittura occuparsi l’allora presidente della Russia Dmitrij Medvedev che, sollecitato dal governatore della regione di Novgorod, Sergej Mitin, “offeso” dalle ipotesi di Fomenko-Nosovskij rispetto alla reale storia della sua città, risolse abilmente e diplomaticamente il contrasto affermando:

«[...] personalmente non sono contrario alle rappresentazioni innovatrici o avanguardistiche della storia. Non solo, ma ritengo che a volte nel pensiero paradossale si celi un determinato senso.
Ma certo questo non deve diventare un manuale di studio.
Ci sono eventi che è necessario, secondo me, recepire come canone [...]»

Del resto, se il fronte dei nemici si è presentato da subito numeroso e agguerrito, raccogliendo nelle sue file storici, archeologi, linguisti, politici, religiosi, insegnanti e lettori ordinari, stabile e crescente è risultato essere anche lo schieramento dei sostenitori (spesso di formazione scientifico-matematica: persino il campione del mondo di scacchi G. Kasparov!) ragion per cui in Russia i numerosissimi libri divulgativi del progetto NC, grazie anche alla loro esposizione accessibile e chiara, sono diventati negli ultimi anni dei best-seller, pubblicati da case editrici leader e raccolti anche in una grande opera in sette volumi (la prima edizione, per i tipi della RIMIS, è del 2003, la seconda, a cura della AST, è uscita nel 2010). Alcuni temi della NC sono stati inoltre proposti in 24 DVD (vedi “Bibliografia”). Grazie all’intervento dello scrittore A. Zinov’ev, l’opera in sette tomi è stata pubblicata anche in inglese dall’editore Delamere (vedi “Bibliografia”).

In generale, l’unica parte complessa del progetto riguarda l’illustrazione dei metodi matematici.

Nella selezione delle pagine per il pubblico italiano, abbiamo deciso d’includere alcuni capitoli strettamente matematici per tre motivi fondamentali:

per rendere la piattaforma del progetto in tutto il suo spessore;
per dimostrare al grande pubblico che le affermazioni degli Autori sono il frutto di una scrupolosa e lunga verifica sperimentale effettuata su centinaia di fonti a partire da tecniche oggettive e indiscutibili;
e infine per soddisfare la curiosità dei lettori appassionati di matematica, per i quali sarà sicuramente d’interesse seguire il processo di applicazione di metodi matematici su materiali così insoliti.
Lasciando a questi ultimi lettori il piacere d’indugiare nei grafici, negli schemi e nell’approfondimento di dettagli matematici (vedi capitolo 3, “I metodi matematico-statistici”), consigliamo agli altri di “prendere semplicemente atto” della loro esistenza o di farne una conoscenza sommaria, tramite la breve descrizione (non matematica) di uno di essi: «il metodo del riconoscimento e della datazione delle dinastie dei regnanti».

Mettendo a punto questa tecnica, Fomenko e i suoi colleghi matematici hanno ragionato nel modo seguente: supponiamo che sia stato rinvenuto un manoscritto relativo alla storia di una dinastia di regnanti con l’indicazione delle durate dei regni di ciascun regnante. Il quesito che si pone è il seguente: la dinastia presa in esame è nuova, cioè sconosciuta prima di allora e quindi necessita di una datazione o si tratta di una delle dinastie già note ma descritta in termini non comuni (per esempio con variazioni nel nome dei regnanti)? Spesso infatti una stessa concreta dinastia veniva nominata o descritta in vari documenti e da cronisti diversi, e l’importanza di tale dinastia o di alcuni dei suoi membri poteva variare a seconda del punto di vista del cronista.
Al di là di queste interpretazioni soggettive, si possono tuttavia individuare, nelle fonti, degli elementi invarianti, delle costanti, meno dipendenti dalla personale simpatia o antipatia degli annalisti rispetto all’oggetto della loro cronaca.

A questo gruppo di fatti più o meno “invarianti” si riferisce, ad esempio, la durata del regno del re. Di solito non c’erano cause particolari che potevano indurre il cronista ad alterare in modo significativo e intenzionale questo dato. Tuttavia gli annalisti si trovavano spesso di fronte alla difficoltà di calcolare correttamente la durata di un regno.
Queste difficoltà naturali, dovute all’incompletezza delle informazioni, al travisamento dei documenti ecc, facevano però sì che a volte uno stesso evento venisse riportato in termini diversi. Queste incongruenze si trovano spesso nel calcolo della cronologia dei faraoni: si confrontino, come esempio, le tavole cronologiche di H. Brugsch e quelle di J. Blair (vedi nel dettaglio capitolo 3.2.1.).

Poteva quindi accadere che un cronista, descrivendo una dinastia reale, calcolasse la durata del regno dei re a seconda delle sue capacità e possibilità, ottenendo di conseguenza una certa sequenza di numeri dove ogni numero rappresentava, pur con qualche errore, la durata del governo di un re. Un altro cronista, descrivendo la stessa dinastia reale, poteva attribuire ai governi degli stessi re altre durate; non solo, ma poteva distorcere i nomi dei sovrani a causa dell’imprecisione della traduzione nella sua lingua o a causa dell’uso frequente di soprannomi, col risultato che si poteva venire a creare un’altra dinastia.
Così, per esempio, una concreta dinastia M., nelle descrizioni riportate in annali diversi da cronisti diversi, poteva sdoppiarsi e dare origine a dinastie “immaginarie”, a “duplicati” venutisi a formare per errore d’interpretazione di un calcolo o diversità di denominazione di uno stesso personaggio storico.

Gli Autori della NC propongono di utilizzare le sequenze di numeri, indicanti la durata dei regni di ogni re, per individuare, nelle dinastie, i “duplicati”, ovverossia quelle dinastie immaginarie, erroneamente attribuite dai vari cronisti a certe epoche storiche o a certi Paesi, e a volte allineate negli annali in successione, una dopo l’altra, nonostante in realtà esse siano la descrizione di un’unica concreta dinastia.

Misteriose coincidenze, ovvero incongruenze, si possono cogliere a occhio nudo. Si tratta davvero di una coincidenza o piuttosto di un “duplicato”?

Per rispondere a questa domanda gli Autori si avvalgono della statistica matematica, una scienza che si occupa del calcolo delle probabilità di esistenza di tali coincidenze. Grazie all’utilizzo degli strumenti della statistica matematica, Fomenko e i suoi collaboratori sono stati in grado di distinguere, con sicurezza, le dinastie autentiche dai loro duplicati. Nello specifico, il calcolo alla base del grafico (riportato in fig. 4.19, per esempio) ha dimostrato che la probabilità di coincidenze casuali è piuttosto bassa (il grafico menzionato è praticamente simmetrico).

Anche ai testi non contenenti descrizioni dinastiche si possono applicare i metodi matematici.

In questo caso, gli Autori della NC ragionano nel modo seguente: supponiamo che sia stato rinvenuto un testo, per esempio un annale sconosciuto che riporti la descrizione di eventi ignoti e avvenuti in un ampio arco di tempo e contenga anche datazioni ottenute secondo un calcolo sconosciuto. La valutazione tipica considera che le date degli eventi descritti nel manoscritto siano state fissate a partire da un evento locale più importante, la fondazione di una città o l’ascesa al trono di un certo re, per fare solo degli esempi.

Ciò premesso, si pone la questione di come ristabilire le date assolute degli eventi descritti nell’antico documento. Per esempio, come calcolare la data giuliana della fondazione di una città, fondazione presa come punto di partenza per il calcolo degli eventi successivi che ci interessano. Ovviamente, se alcuni degli eventi descritti in una determinata cronaca sono già a noi noti attraverso altre cronache, ciò permette di “legarli” in una linea moderna del tempo. Ma se questa identificazione risultasse impossibile, il problema della datazione si complica.

Potrebbe anche darsi che gli eventi descritti siano di fatto noti ma in una determinata descrizione non vengano riconosciuti come tali, essendo la cronaca scritta in un’altra lingua e avendo il cronista usato nomi, soprannomi, denominazioni geografiche completamente diverse ecc. Certo, se gli annali contenessero informazioni quantitative (invarianti), indipendenti dalle caratteristiche dell’uso linguistico e uguali per tutti gli annali, descriventi gli stessi eventi, tali caratteristiche (invarianti) potrebbero essere utilizzate per confrontare la cronaca sconosciuta con quelle conosciute e ciò permetterebbe di riconoscere determinati eventi e posizionarli nel tempo.

A questo proposito gli Autori della NC suggeriscono di utilizzare, come elementi invarianti, i dati seguenti: il numero di pagine di un annale, dedicate all’uno o all’altro episodio; il numero di citazioni di un determinato anno in una determinata cronaca; il numero di menzioni di un concreto personaggio nel capitolo della cronaca dedicato all’uno o all’altro anno e analoghi dati quantitativi.

I metodi matematici elaborati dagli Autori, sfruttando questi dati, hanno permesso loro d’individuare i testi che descrivono lo stesso episodio storico, anche se i nomi propri dei personaggi, i nomi geografici e le date di tali fonti a prima vista non sembrano legati tra di loro (vedi i grafici inseriti nel capitolo 3 “I metodi matematico-statistici”).

Con l’aiuto di queste tecniche, dunque, è stata studiata e analizzata la maggior parte delle fonti storiche disponibili ed è stato estrapolato un primo fatto importante: l’applicazione di tutti i metodi di datazione elaborati su uno stesso campione di studio dà gli stessi risultati.

Il culmine di questa ricerca è stata la constatazione che il manuale classico di Storia antica, attualmente adottato, figura essere un annale composto da quattro parti praticamente identiche, “incollate” e disposte in successione, e che l’asse cronologico comunemente seguito ospita in realtà tre grandi slittamenti, di 330, 1050 e 1800 anni.

Questo sarebbe la conseguenza dell’attività dei cronologisti Scaligero e Petavius, vissuti a cavallo dei secoli XVI e XVII, che, erroneamente e/o intenzionalmente, “invecchiarono” la storia, facendo risalire alla Storia antica degli eventi di fatto avvenuti nel Medioevo (vedi capitoli 1 e 4). Secondo Fomenko e i suoi collaboratori, dunque, la storia descritta nei manoscritti giunti fino a noi e che noi consideriamo antichi, di fatto si è svolta in tempi molto più recenti, nei secoli X e XI d.C.

“L’epoca antica è dunque il Medioevo?”, si sono chiesti gli Autori. Al fine di convalidare questa ipotesi, apparentemente stravagante, gli artefici della NC hanno condotto una scrupolosa ricerca su documenti, testimonianze e manufatti giunti fino a noi. Nei loro libri, discutono dettagliatamente sui “secoli bui” della storia, sulla misteriosa rinascita della “Antichità” nell’Europa medievale, avanzano dei paralleli tra la Grecia “antica” e medievale e parlano delle città che venivano chiamate Roma (vedi capitolo 4).

Si viene a scoprire così che esistono non pochi fatti che la cronologia ufficialmente adottata oggi non è in grado di spiegare o che spiega con argomenti assai poco convincenti. Allo stesso tempo, questi fatti si conformano bene all’interpretazione degli eventi proposta dalla NC.

Curiosa, a questo proposito, l’osservazione degli Autori rispetto all’ambiguità dell’interpretazione delle date che s’incontrano nelle incisioni e nei disegni di epoca medievale.

Gli artisti di questa epoca spesso registravano la data delle loro creazioni nel modo seguente: i.595, j548, cioè scrivevano all’inizio le lettere “i” o “j”, separandole a volte dalle cifre con un punto (Iesus-Jesus). In una delle opere di Albrecht Dürer è indicata la data: “i.524”. Dal punto di vista della storia ufficiale questo tipo di scrittura corrisponde alla data 1524 dalla nascita di Gesù Cristo: “i” o “j” sarebbero, infatti, l’iniziale del nome di Cristo. Ma non sarebbe più logico trattare la data “i.524”, come 524 anni da Cristo? Cioè pensare che Dürer ritenesse che Cristo fosse nato non nel 1524 ma 524 anni prima della creazione del suo lavoro? Tale interpretazione è assurda dal punto di vista della cronologia ufficiale (cioè di matrice scaligeriana), tuttavia s’inscrive bene nell’ipotesi della NC che rileva, rispetto all’asse cronologico ufficiale, uno slittamento di 1054 anni (vedi capitolo 4).

Fomenko e la sua équipe riportano numerosi esempi che, interpretati alla luce della NC, “scagionano” dall’accusa di falsificazione alcuni documenti antichi, come per esempio i “Privilegi” dati dagli “antichi” imperatori Cesare e Nerone alla casa ducale austriaca medievale. Gli storici moderni scartano semplicemente questi documenti ritenendoli dei falsi e ciò solo in ragione del fatto che essi non s’inscrivono nella cronologia attualmente accettata (scaligeriana).

Gli avvenimenti biblici, le piramidi, Troia, l’origine e la caduta di Roma, la nascita e la crocefissione di Cristo, la Sacra Sindone, Pompei, Costantinopoli, le Crociate, la Riforma, tutti i grandi eventi vengono confrontati, calcolati, letti, interpretati e ricostruiti in questa ipotesi sconvolgente e affascinante che il professor Fomenko e i suoi collaboratori hanno elaborato nel corso di molti anni di ricerca. O meglio continuato: perché, come ci fanno sapere gli stessi, prima di loro, a lanciarsi in quest’avventura ci furono altri studiosi eminenti, sir Isaac Newton compreso (vedi capitolo 1).

Spinti dall’intenzione di offrire una spiegazione alle tante incongruenze emergenti nello studio della storia e della cronologia, questi scienziati del passato avevano intrapreso una revisione della versione storico-cronologica imperante (scaligeriana), ma, per mancanza di mezzi d’informazione ed elaborazione, erano giunti a parziali conclusioni. Sono queste conclusioni che riescono a portare a termine e a inserire in un quadro unitario il professor Fomenko e i suoi assistenti, grazie al loro profondo interesse scientifico, alla loro straordinaria curiosità, alla loro abilità, alle possibilità offerte dalle tecnologie informatiche moderne e sicuramente grazie al loro coraggio di ricerca della verità al di là di un quadro apparentemente solido ma colmo di fatti insicuri.

La conoscenza, senza pregiudizio, del percorso e delle conclusioni della NC, porterà inevitabilmente a cambiare il modo di vedere la realtà circostante. Dopo questa lettura i monumenti dell’“Antichità”, le grandi personalità del passato, i reperti dei musei, le città d’arte, i manuali di storia, le tavole sinottiche, le guide turistiche non potranno più essere osservati e fruiti allo stesso modo: il tarlo del dubbio, in modo più o meno sommesso, comunque si farà sentire. D’altro canto, più consapevole diventerà l’utilizzo dei documenti storici, sia del passato che del presente.

Concludo, riportando una citazione che, pur riferendosi a un campo completamente diverso da quello qui esposto, mi sembra che colga piuttosto bene, la sostanza del lavoro di Fomenko e dei suoi. A suo tempo, Carl Gustav Jung, ricordando l’attività di alcuni studiosi che avevano riabilitato la credenza negli spiriti, così si espresse:

«[...] persino se l’attendibilità delle loro osservazioni può essere messa in forse, se li si può accusare di aver errato o di essersi ingannati, tuttavia questi ricercatori hanno acquistato l’imperituro merito morale di aver gettato tutto il peso della loro autorità e del loro grande prestigio scientifico in questa impresa destinata a far luce nelle tenebre, superando ogni timore e ogni considerazione di ordine personale [...]»

E questo vale senz’altro anche per i nostri matematici, con la differenza che l’attendibilità statistico-matematica delle loro osservazioni è quanto di più inattaccabile essi presentino.

Vera Bani

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Indice

Introduzione di V.G. Bani

La "Nuova Cronologia" (NC) di Fomenko-Nosovkij: storia del progetto, delle controversie che ha innescato, delle prospettive che ha aperto (G.V. Nosovskij, A.T. Fomenko)

Capitolo 1 - Problemi di Cronologia storica

Capitolo 2 - Le datazioni astronomiche

Capitolo 3 - I Metodi Matematico-statistici

Capitolo 4 - La Carta Cronologico Globale (CCG)
Risultati dell'applicazione dei metodi matematici alla storia antica e medievale

Bibliografia

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Fomenko Anatolji
400 Anni d'Inganni - Libro >> http://goo.gl/H8SyK3
E se il nostro passato fosse tutta "un'altra storia" ?
Editore: Macro Edizioni
Data pubblicazione: Gennaio 2014
Formato: Libro - Pag 360 - 17x24 cm


lunedì 20 gennaio 2014

Che cos'è lo yoga

Che cos'è lo yoga

Lo yoga è il controllo delle onde pensiero della mente, è l’acquietamento dei movimenti della mente...

di Giacinta Milita - 17/01/2014



Che cos'è lo yoga

Nel libro Osteopatia Yoga e Sport. Il movimento nella vita, la Vita nel movimento affronto il tema della similitudine nel concetto di salute che c’è tra l’osteopatia, lo yoga e lo sport. Ebbene ciò che le accomuna è che il movimento è vita e la Vita, con la V maiuscola si esprime nel movimento.

In questa seconda parte presento la filosofia dello yoga e l’importanza che questa assume nel mantenere e incentivare la salute in ogni persona. È solo un piccolo accenno in quanto è impossibile racchiudere in uno scritto la storia millenaria dello yoga e tutto ciò che è stato scritto a cominciare dai Veda, i più antichi documenti risalenti al 1600-1200 A.C.

Yoga significa unione, corpo-mente-spirito e micro-macrocosmo. Non è una religione tant’è che finalmente anche nella cultura occidentale e nel mondo cattolico in particolare, non viene più osteggiata perché vista come un pericolo. Molte comunità cattoliche hanno inserito la meditazione e lo yoga nei loro percorsi spirituali integrandosi perfettamente tra loro. Lo yoga non è una ginnastica o una forma di stretching, come sempre più spesso viene considerata nella nostra cultura moderna. Certo, vi è un’importante spazio dedicato alle posizioni (asana) che serve per favorire il fluire dell’energia vitale, il Prana, ma questo implica molto più del semplice movimento. È necessario essere nel momento presente, nel qui e ora, in costante ascolto di quell’Intelligenza profonda presente nel nostro corpo, in sintonia con il proprio respiro: caratteristiche queste che non troviamo in nessuna disciplina di ginnastica o stretching. Una delle opere più importanti a cui si fa riferimento nello yoga è gli Yoga Sutra di Patanjali, 196 aforismi attraverso i quali viene descritta  la disciplina dello yoga e  le otto tappe che insegnano e guidano a conoscere se stessi, aiutano il cammino verso la realizzazione del Sé. L’ottuplice via di Patanjali comprende: Yama, Nyama, Asana, Pranayama, Prathyahara, Dharana, Dhyana, Samadhi.

Oltre alle asana la pratica dello yoga comprende pranayama, cioè controllo del prana attraverso il respiro; mudra, posizioni delle mani per attivare e bilanciare le Nadi, canali energetici; bandha, contrazioni per interrompere il flusso dell’energia; mantra, suoni sacri, manifestazione di energia vibrazionale primordiale.
Lo yoga è il controllo delle onde pensiero della mente, è l’acquietamento dei movimenti della mente. Allora l’uomo dimora nella sua vera natura. In altri momenti, quando non è nello stato yoga, l’uomo si identifica con le onde del pensiero e non conosce se stessi (Patanjali)
La salute per l’osteopatia così come per lo yoga, si esprime con il movimento inteso come un libero fluire: per l’osteopatia libero fluire del Respiro Vitale, per lo yoga  del Prana, in ogni cellula, per mantenere in vita la Vita.

L’aspetto che reputo fondamentale nella pratica dello yoga è che il movimento è sempre un movimento consapevole e a spirale. Nelle asana, così come in ogni aspetto della nostra vita, viene vissuta e rispettata la dinamica degli opposti: a un movimento in flessione ne segue uno in estensione, a uno in torsione destra ne segue uno in torsione sinistra… Tutto il corpo nella sua intera struttura connettivale, fasciale viene messo in moto permettendo alla fisiologia del corpo di partecipare a un movimento globale. In questo modo la struttura a tensegrità del sistema corpo può esprime il proprio equilibrio mantenendo bilanciate le forze di trazione/compressione. E va da sé che ogni qual volta si è in una condizione di equilibrio fisico, emotivo e mentale si è in Salute.

Vṛtti (lett. dal sanscrito vortice, o attività circolare senza inizio né fine) è un termine che nell'Induismo (in particolare nelle correnti dello Yoga) definisce le onde di pensieri che la mente genera in modo incessante ed inconsapevole, e che ne impediscono il vero utilizzo, cioè come mezzo per realizzare l'anima. Sono ciò che costituisce la frenetica attività della mente, ed essendo la conseguenza di un uso improprio di questo strumento, invece di liberare, per la legge di causa-effetto le vritti agiscono karmicamente legando ancora di più l'anima al mondo manifesto.
Il Raja Yoga è il tipo di Yoga che insegna a raggiungere la Liberazione (Moksha) tramite la padronanza della mente ed il controllo delle vritti.
Patañjali diceva: "yoga chitta vritti nirodha" ovvero "lo yoga quieta (nirodha) i vortici (vritti) della mente (chitta)".
Le 5 vritti principali sono: giusta coscienza, errata coscienza, fantasia o immaginazione, sonno, memoria. Queste modificazioni, alterazioni provocano delle onde di pensiero dalle quali scaturiscono le distrazioni e le illusioni che provocano agitazione, frustrazione, delusione e dolore

Giacinta Milita
Osteopatia Yoga Sport con CD Audio - Libro >> http://goo.gl/oTQtNg
Il Movimento nella vita, la vita nel movimento
Edizioni Mediterranee




venerdì 17 gennaio 2014

Rame Colloidale: prezioso elemento naturale

Rame Colloidale: prezioso elemento naturale

Il Rame è un elemento naturale utile e indispensabile per la salute di tutti gli esseri viventi appartenenti al mondo animale e vegetale.

di Gino Riccardo Navarra - 15/01/2014



Rame Colloidale: prezioso elemento naturale

Gli  umani, le piante e gli animali, traggono beneficio dall’utilizzo e dall’assorbimento di questa preziosa sostanza. Il rame colloidale allo stato particellare è la forma maggiormente assorbibile dall’organismo ed è un rimedio utile per neutralizzare i radicali liberi che, qualora non fossero adeguatamente contrastati, potrebbero  creare o favorire danni cellulari oltre ad accelerare  il processo di invecchiamento fisico e mentale.

Il rame colloidale è un elemento utile per rafforzare le ossa, le unghie ed i capelli,  innalza, inoltre, il sistema immunitario ed esplica anche  una discreta azione antibatterica. Svolge un ruolo positivo importante sul sistema nervoso e sull’attività cerebrale.

Il rame è coinvolto nella sintesi dell’emoglobina dei globuli rossi e nel metabolismo del ferro, vanta pertanto proprietà antianemiche.
Il rame è un minerale importante per aiutare il corpo a produrre lisil-ossidasi, che è un enzima-reticolazione con collagene e l'elastina, una funzione che supporta pelle sana e tessuti. La giusta quantità nell’organismo di rame colloidale dona beneficio a tendini, legamenti e tessuto cardiaco. Il rame colloidale è un minerale fondamentale per contribuire a sostenere il sistema nervoso, in quanto aiuta nella mielinizzazione, il processo di costruzione di uno strato isolante intorno ai nervi. Altrettanto importante per il metabolismo del ferro (mantenendo la giusta quantità di ferro), il rame aiuta l’organismo nella  formazione dei globuli rossi, che è la chiave per sviluppare  la capacità del corpo a distribuire ossigeno.

Il rame è presente in diversi  nostri organi, come  nel cuore, nel pancreas, nel fegato, nei muscoli, nelle ossa, e nelle reni . Una buona e attenta alimentazione variegata assicura il corretto fabbisogno, tuttavia, pare che certe importanti utili funzioni, possano esistere solo alla presenza di  rame, sotto forma di particelle.

Il rame è un elemento naturale che aiuta nell’alleviare i disturbi dovuti all’artrite reumatoide e ai reumatismi ed in sinergia col magnesio e col manganese favorisce la formazione dell’elastina contrastando l’osteoporosi

Risulta curioso notare come negli  ultimi anni, diversi studi, hanno dimostrato che indossare un braccialetto di rame è efficace dal punto di vista clinico. Risultati consolidati  indicano che, indossare un braccialetto di rame consente di alleviare l’artrite reumatoide  e  i reumatismi. Una correlazione tra deficit di rame e artrite reumatoide deriva dall’industrializzazione che ha messo in circolazione nell’ambiente, sostanze inquinanti tra cui  cadmio, piombo che sono antagoniste del rame.  Assieme al Manganese e al Magnesio, il rame contribuisce all’ossidazione della vitamina C, collaborando con essa alla formazione dell’elastina, componente essenziale delle fibre elastiche di tutto il corpo. La carenza di elastina, dovuta alla carenza di rame, è responsabile  o concausa dell’osteoporosi e delle lesioni arteriose.

Il rame trova applicazione anche in omeopatia per contrastare numerosi disturbi quali convulsioni, crampi, esaurimento sia fisico sia mentale, disturbi del sistema nervoso, eccessivo stress o problemi del sonno. Il rame è utile per alleviare artrite, reumatismi e disturbi infiammatori, stabilizza ed equilibra il flusso sanguigno nel corpo favorendo la circolazione del circolo e del micro-circolo. Stimola i processi metabolici.

Utilizzo del rame colloidale
La concentrazione ideale per il rame colloidale, così come per l’argento, è 10 ppm (parti per milione)  e, a seconda delle problematiche che si vogliono contrastare, si utilizza in ragione di un dosaggio tra i 4 ed i 10 ml al giorno ripartendolo nell’arco della giornata il più possibile.

Importante utilizzare un rame colloidale puro in particelle ed evitare rame ad alta concentrazione di ioni. Il rame è un minerale molto importante per l’uomo  ed è un ottimo prodotto se utilizzato per uso topico,  ideale per linee sottili e rughe per la pelle.
Il rame colloidale è utile in caso di:

L'integrazione di Rame risulta particolarmente utile in caso di:

Anemia
Osteoporosi
Demineralizzazione ossea
Artrite
Ipercolesterolemia - Disturbi neurologici
Ridotta efficienza del sistema immunitario
Debolezza e perdita di capelli
Difficoltà delle ferite a rimarginare (cicatrizzazione)
Insonnia
Irritabilità

Per maggiori informazioni sul Rame Colloidale e sul suo utilizzo: CLICCA QUI: http://goo.gl/vIVebE

Sante Colloidal Copper - Rame colloidale
10 ppm
Sante Naturels



giovedì 16 gennaio 2014

Più Dai Più Hai

Più Dai Più Hai

Un approccio rivoluzionario al successo

di Adam Grant



Cambia le regole

Raggiungi il successo, nella vita e sul lavoro

Per molto tempo hai pensato al successo come una conseguenza di fattori individua­li: passione, lavoro duro, talento e fortuna. E, magari, ti sei nascosto dietro un alibi diffuso (e menzognero): non si può far carriera se non si è (almeno un po') «stronzi», e ai «buoni» è riservato - al massimo - un posto in paradiso ma non nelle classifiche dei più ricchi.

Eppure nel mondo di oggi, in rapida e drammatica evo­luzione, l'affermazione di sé dipende sempre più da come interagiamo con gli altri.

Lo dimostra Adam Grant, giovane e brillante docente alla Wharton School, in un libro illuminante e controintuitivo. L'autore traccia tre profili che corrispondono ad altrettanti stili di azione:

il giver (colui che antepone il dare al ricevere)
il matcher (colui che, nel rapporto dare-avere punta al pareggio)
il taker (colui che prende e basta)
Crediamo che i vincenti appartengano a queste ultime due tipologie?

A uno sguardo più attento è invece il giver a salire i gradini che conducono all'eccellenza,
mentre il taker è condannato ad affondare.

Più dai più hai ci co­stringe a ribaltare lo schema abituale, secondo cui prima bisogna arrivare all'affermazione e poi (casomai) concedere qualcosa agli altri. Il successo dell'«altruista» è unico e duraturo: non crea divisioni, conduce a un risultato pieno e senza compromessi, si riflette positivamente su chi sta attorno, si moltiplica anziché con­centrarsi su una persona sola.

Con una prosa avvincente e godibile, Grant presenta casi di giver attivi in diversi settori - consulenti, av­vocati, medici, ingegneri, venditori, scrittori, imprenditori, commercialisti, ma anche premi Nobel e capi di Stato -, evidenziando i tratti salienti del loro modo di agire, indicando nel­le reti di rapporti i punti di qualità che fanno la differenza e spiegando come possiamo tra­sformarli in una strategia consapevole.

Più dai più hai ha scalato le classifiche dei bestseller USA e ha ottenuto un consenso unanime fra psicologi, esperti di teoria aziendale e leader delle più grandi società: un libro che ridefi­nisce per sempre il paradigma del successo - professionale e non - e che offre a ciascuno nuove prospettive di cambiamento.


Dicono di questo libro

"Ricerche affascinanti, uno stile gradevole e tanto buon senso: Più dai più hai è un vero e proprio manifesto su come fare le cose importanti in maniera sostenibile."
David Allen, autore di Detto, fatto!

"Potrebbe essere il libro più importante di questo giovane secolo. Penetrante ed efficace, ha profonde implicazioni sul nostro modo di intendere la carriera, il rapporto con gli amici e i famigliari, su come alleviamo i figli e organizziamo le istituzioni."
Robert Sutton, autore de Il metodo antistronzi


Speciale: Più dai, più hai

Più dai più hai
è la legge del karma , dove ricevi ciò che offri.

E a sorpresa è anche la legge dei soldi:
del lavoro, degli affari e del business.

Questa è l'inaspettata scoperta di Adam Grant, docente universitario di Philadelphia, documentata nel libro “Più dai più hai”, pubblicato da Sperling&Kupfer.

La maggior parte delle persone ritiene che per essere individui di successo occorrano:

1. duro lavoro, sostenuto da una forte motivazione
2. la capacità, il talento
3. il famoso “colpo di fortuna” ossia la capacità di trovarsi al posto giusto nel momento giusto

E basta?

Fortuna a parte, tutti noi abbiamo qualcosa che desideriamo fortissimamente, per cui lavoriamo duramente, ma non sempre riusciamo ad ottenerla.
Perché?

Perché non teniamo in considerazione un quarto, importantissimo fattore:

4. il modo in cui ci poniamo nelle relazioni interpersonali

Spesso ci troviamo a dover fare delle scelte: dare in funzione di ciò che riceviamo? Spenderci senza pensare a ciò che avremo in cambio? O prendere e basta?

Adam Grant ha studiato come le persone di successo rispondono a queste domande, e le ha suddivise in 3 categorie:

i GIVER: coloro che danno senza pretendere niente in cambio, pensando più al beneficio collettivo che al loro beneficio personale
i MATCHER: coloro che puntano al pareggio del bilancio
i TAKER: coloro che puntano a prendere, dando le minor contropartite possibili

E inaspettatamente è emerso che mentre taker e matcher ottengono risultati intermedi, i giver sono quelli che emergono sopra gli altri, diventando vere e proprie persone di successo.

Infatti i giver non sono necessariamente gentili, né altruisti, anzi inseguono i loro obiettivi con la stessa passione e determinazione di matchers e taker. Semplicemente per progredire fanno leva sui valori umani come rispetto, lealtà ed empatia.

Il giver all'inizio ha bisogno di più tempo per crearsi attorno un clima di benevolenza e di fiducia, ma alla lunga il suo comportamento aperto e disponibile gli permette di creare attorno a sé una rete di sostenitori che lo appoggia, che lo spinge verso il traguardo, e con cui divide i meriti (il giver è generoso).

Molti di noi sono giver nelle loro relazioni interpersonali: con gli amici, con i parenti, ecc.
Ma quando ci troviamo al lavoro diventiamo tutti matchers o takers.

Anche coloro che sono consapevoli di essere giver tentano di nascondere tale tendenza: la paura di esser considerati deboli, ingenui, e pertanto di essere sfruttati è troppo forte.

Eppure dare agli altri è considerato uno dei principi più importanti, in tutte le culture del mondo.

Ogni uomo deve decidere se camminerà
nella luce dell'altruismo creativo o nel buio dell'egoismo distruttivo
Martin Luther King

E tu dove cammini?


Indice

1. Il bene ripaga
Dare più di quanto si riceve: rischi e vantaggi

2. Il pavone e il panda
Giver, taker e matcher: come si costruisce una rete di relazioni

3. Reazione a catena
Riconoscere i meriti degli altri o prenderli tutti per sé: dinamiche della collaborazione

4. Il diamante grezzo
Riconoscere il potenziale nascosto: fatti e fantasie

5. La forza della comunicazione debole
Come essere modesti e influenzare gli altri

6. L'arte di mantenere la motivazione
Perché alcuni giver si esauriscono mentre altri non mollano mai

7. Catalizzare il cambiamento
Come superare l'effetto «zerbino»

8. La redenzione di Scrooge
Perché una squadra di calcio, un'impronta digitale e un nome ci possono spingere nell'altra direzione

9. Uscire dall'ombra
Come agire in concreto


Adam Grant
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Un approccio rivoluzionario al successo
Editore: Sperling & Kupfer Editori
Data pubblicazione: Settembre 2013
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martedì 14 gennaio 2014

Che cos'è la psicosomatica?

Che cos'è la psicosomatica?

L'influenza tra organi ed emozioni

di Fabio Sinibaldi - 13/01/2014



Che cos'è la psicosomatica?

Il rapporto tra mente e corpo rappresenta un tema affascinante sul quale l’uomo si è sempre interrogato. Io per primo non sono rimasto immune a questa attrazione e da anni mi ci dedico a livello di studio e di ricerca, esplorando i campi più diversi della scienza. Credo che il fascino che questa relazione esercita su molte, direi tutte, le persone risieda nel fatto che ognuno di noi, a modo proprio, l’ha sperimentata sulla propria pelle. Ci sono persone che sotto stress digeriscono male, altre a cui la rabbia crea acidità di stomaco, altre ancora che quando cambiano abitudini accusano il mal di testa o vedono trasformarsi il proprio corpo per la ritenzione di liquidi, la pelle secca o atro. Insomma, tutti noi siamo soggetti, in grado diverso, a processi in cui la mente e le emozioni influenzano il corpo. Quindi è comprensibile che ci incuriosisca.

In realtà tutti noi siamo anche soggetti a fenomeni in cui è il corpo a influenzare la mente e/o le emozioni, ma molto spesso non ne siamo consapevoli. Eppure già Ippocrate aveva ipotizzato un legame tra i fluidi corporei (sangue, bile e flegma) e l’umore e le capacità mentali di una persona. Sono poi arrivate la medicina cinese, l’omeopatia, la psicologia e tante altre discipline a fare chiarezza sul tema. Fino a qualche anno fa, tuttavia, tante di queste discipline hanno dato contribuiti enormi, eppure sembrava sempre mancare un tassello, un quadro unificante. Spesso si riscontravano alcuni punti in comune su cui tutte le discipline concordavano, creando le basi per le prime certezze in materia. In altri casi, invece, le letture che queste discipline portavano di uno specifico fenomeno erano diametralmente opposte.

Oggi, per nostra fortuna, si sono sviluppate aree di ricerca molto evolute, basate su scienze moderne come la PNEI, la Neurologia Funzionale e le Neuroscienze, in grado di avere chiavi di lettura integrate e strumenti di analisi molto accurati. Cosa ci dicono queste scienze? Una prima valutazione, secondo me straordinaria, riguarda il fatto che le intuizioni di discipline molto antiche come la Medicina Cinese Tradizionale e certi filoni dello Sciamanesimo sono state confermate al 90%. Ad esempio si è trovato un legame diretto tra i principali punti di agopuntura e i relativi organi correlati.

Ma queste scienze moderne hanno fatto anche di più. Grazie ad una serie di ricerche approfondite, a molte delle quali possiamo dire con orgoglio di aver partecipato attivamente, sono stati scoperti collegamenti a più livelli tra organi ed emozioni.

Un primo livello è di tipo embriologico, legato cioè alla condivisione dello stesso foglietto d’origine tra l’area del cervello che elabora una certa emozione e l’organo con il quale è collegato.

Un secondo livello riguarda il sistema nervoso in sviluppo nei primi mesi di vita di un bambino. Pensate che un neonato tra il 45° e il 170° giorno di vita sviluppa 250.000 neuroni al minuto. Si, al minuto, avete capito bene. In questo periodo avviene anche la migrazione dei neuroni al di fuori del cervello, che collega aree specifiche cerebrali con organi specifici.

Il terzo livello di lettura riguarda il sistema di connessione specifica neuro-vascolare e neuro-linfatico, che crea connessioni triangolari tra organi, sistema nervoso e circolatorio in un caso e tra organi, sistema nervoso e linfatico nell’altro.

Un quarto livello di collegamenti è mediato da neurotrasmettitori specifici che, ad esempio, vengono liberati dalla reazione di paura o di rabbia. Nel caso della paura, una volta liberati, questi neurotrasmettitori vanno a colpire non solo l‘attivazione dei muscoli per poter fuggire o scappare da un pericolo, ma stimolano anche in modo mirato il sistema digerente in modo da liberarsi dal peso del cibo (colpendo lo stomaco con acidi digestivi e stimolando l’intestino ad evacuare) che costituirebbe solo un impegno inutile alla sopravvivenza in quel momento. Esistono anche altri livelli di lettura, ma per il momento concentriamoci su questi.

Come qualcuno avrà già immaginato è possibile oggi creare una mappa dettagliata dei collegamenti tra specifiche emozioni e organi. Ad esempio, come sosteneva la cultura popolare, è stata dimostrata una connessione tra il fegato e la rabbia. Per l’esattezza si è riusciti a essere ancora più precisi: la rabbia repressa e il risentimento vanno a colpire il fegato, mentre la rabbia collegata al senso di impotenza e frustrazione è collegata alla cistifellea.

Provare occasionalmente paura, rabbia o altre emozioni non compromette direttamente la salute di un organo, ma se una certa emozione è presente spesso - pensate a quelle persone che vivono sotto stress continuato, con la paura costante di perdere il lavoro o un amore - la stimolazione degli organi non sarà più fisiologica, non ci saranno i normali tempi di recupero e con il tempo la costante acidità di stomaco potrà portare un’ulcera o il costante sovraccarico del fegato potrà farlo degenerare. Mi ricordo molto bene di una persona che aveva seguito uno dei nostri corsi, raccontava di avere i valori epatici come quelli di un alcolista anche se era stato sempre astemio! In questi casi è importante riconoscere il ruolo giocato dall’emozione e dai pensieri che la sostengono. Infatti una persona può aver paura di un esame pur essendo molto preparata ma, se la mente non riesce a valutare correttamente le proprie capacità, l’emozione di paura partirà ugualmente. Innanzitutto è fondamentale comprendere di che emozione si tratta e valutare correttamente il meccanismo specifico che la fa partire. A questo punto la situazione può essere già risolta, altrimenti è possibile agire anche sui altri livelli che sostengono certe emozioni anche se non sono più necessarie (ad esempio un eccesso di zuccheri bianchi amplifica le risposte di paura) o che mantengono un sintomo specifico (un eccesso di proteine animali può inibire il recupero da dermatiti da stress).

Come abbiamo accennato all’inizio è importante prestare attenzione anche al percorso inverso, cioè quello dal corpo alla mente e alle emozioni. È oggi ampiamente dimostrato come un intestino infiammato crei sensazioni di insofferenza e ansietà diffuse, che una respirazione bloccata dal diaframma contratto o dai polmoni in stato di sofferenza crei uno stato mentale di insoddisfazione e scarsa autostima.

Per chi fosse interessato ad approfondire questo argomento rimandiamo a prossimi articoli su Scienza e Conoscenza, a quelli sul sito dell’autore:
www.realwayoflife.com e ai seminari di approfondimento alcuni anche online e gratuiti.

Nitamo Federico Montecucco
Psicosomatica Olistica >> http://goo.gl/xZEh4H
La salute psicofisica come via di crescita personale dai blocchi psicosomatici all'unità dell'essere
Editore: Edizioni Mediterranee
Data pubblicazione: Novembre 2005
Formato: Libro + 4 Poster - Pag 359 - 17x24
Note: + 4 poster delle mappe psicosomatiche