venerdì 28 febbraio 2014

Il dio Scienza e i suoi comandamenti

Il dio Scienza e i suoi comandamenti

I miti della scienza

Intervista al biologo di fama mondiale Rupert Sheldrake

A cura di Elsa Masetti, tratto dall'ultimo numero di “Scienza & Conoscenza” n. 47
Per gentile concessione a disinformazione.it



Il credo materialista, professato da scienziati che hanno assunto l’autorità di un nuovo sacerdozio, ha trasformato la scienza da un metodo d’indagine aperto e flessibile a un massiccio sistema di convinzioni. Rupert Sheldrake, uno degli scienziati più innovativi a livello mondiale, ci spiega – dopo averli elencati e indagati nel suo ultimo libro – perché i dogmi della scienza sono limitanti, un potenziale pericolo per il futuro dell’umanità. Sheldrake ci invita a porci con coraggio nuove domande, offrendoci al contempo possibilità di scoperta inimmaginabili e una nuova visione del reale e di ciò che è possibile.

E primo fu il Verbo… quello della Scienza
E in seguito Esso creò i sui comandamenti: dieci. Ovvio.

Essi sono scolpiti nella materia meccanica, da corpi inerti e menti limitate alla massa cerebrale. Imponenti nella loro autorevolezza sono tali da influenzare alla base la visione dell’universo, della vita sulla terra, della mente, della coscienza, della medicina… Megafonati dai media, infiltrati in Wikipedia, pubblicati in ogni bibbia scientifica scolastica, rappresentano a tutt’oggi il sapere della scienza e, a seguire, della visione-cultura materialista al nocciolo dormiente della nostra civiltà. Nessuno nega che abbiano fornito ingenti miracoli al progresso tecnologico e tuttavia è altrettanto evidente che stanno franando. Della scienza hanno perduto il passo facendosi fissi, occhi vitrei di chi, negando la coscienza, rischia di negare la vita e il suo movimento. La scienza, ci mostra Rupert Sheldrake – uno degli scienziati più innovativi a livello mondiale – è diventata più dogmatica che scientifica. Il suo libro, intitolato nella versione italiana Le illusioni della scienza (Urra Editore), dovrebbe circolare in tutte le scuole superiori e le università, per stimolare di nuovo l’indagine, la ricerca in aree inesplorate, lo spirito vitale del metodo scientifico. La Scienza crede che il più sia stato scoperto, spiegato e, da tempo, si è seduta sulle parole di un suo esimio rappresentante, di cui non ricordo il nome, che ne dichiarano il capolinea. Infatti, a un capolinea siamo arrivati, quello della scienza meccanicistica stessa, della moribonda ideologia materialista, dell’autorità di una medicina solo chimico-chirurgica. Può sembrare una disamina eccessiva, eppure – ci credereste? – il video dell’intervento di Rupert Sheldrake a TED è stato censurato e rimosso, sotto una pioggia di articolate critiche. Vedi su youtube: The Science Delusion BANNED TED TALK, sottotitoli in italiano
Come dicevamo, dogma ci cova!

Sembra essere un condizionamento quasi universale: “Se la scienza dice che è vero deve essere così”. Da dove deriva questa fede nella scienza?
La scienza possiede un’autorità enorme perché i suoi risultati tecnologici sono impressionanti. I computers, internet, i telefoni cellulari, i jet, impressionano tutti, e a ragione.
Sono nuovi nella storia dell’umanità e la scienza li ha resi possibili. Allo stesso modo, tutti sono giustamente impressionati dai trionfi della medicina moderna, come gli antibiotici e la chirurgia mininvasiva. Questo rende la scienza estremamente importante nel mondo contemporaneo. E da quando la scienza moderna è iniziata – nel XVII secolo – si è sempre basata sullo slogan di Francesco Bacone, il principale profeta della scienza: “la conoscenza è potere”.
Nel XIX secolo essa è diventata il principale interesse dei movimenti sociali che volevano stabilire una nuova agenda politica, come il comunismo, che si dichiarò scientifico. Questi movimenti sociali impostarono la scienza come fonte di autorità che rivaleggiasse con la religione. Erano spesso antireligiosi e vedevano gli scienziati come una nuova forma di sacerdozio. Ed è andata avanti così. Con ogni nuovo trionfo della scienza e della tecnologia il prestigio è aumentato, almeno fino ai tempi recenti. Tuttavia ora la scienza è diventata per molte persone un sistema di credenze dogmatico e c’è una crescente messa in discussione dei suoi presupposti. E, giacché, gli effetti nocivi, suoi e della tecnologia globalizzate, diventano più evidenti, attraverso il fenomeno del cambiamento climatico, ancor più diventa importante porsi domande su ciò che accade.

La realtà è materiale? Se non lo è, le dispiacerebbe spiegare a nostri lettori la sua conoscenza diretta di ciò?
Naturalmente parte della realtà è materiale, fatta di materia. Nessuno sarebbe in disaccordo su questo. La filosofia del materialismo, però, afferma che tutto è, in ultima analisi, materiale, anche la coscienza. Le nostre menti non sono altro che il prodotto del cervello. L'attività mentale è attività cerebrale e niente più.
Non è questo il presupposto con cui la scienza moderna ha avuto inizio. Nel XVII secolo si basava su una netta dualità tra mente e materia. Cartesio pensava che tutta la materia fosse incosciente e meccanica, i corpi umani erano inconsci e meccanici a parte l’interazione con la mente conscia in una piccola regione del cervello. Le uniche menti coscienti nell'universo erano quelle degli esseri umani, degli angeli e di Dio. Questo estremo dualismo permetteva alla scienza meccanicistica di coesistere con la religione, e concedeva agli scienziati di rimanere religiosi pur trattando la natura come meccanica. C'è stato, però, un cambiamento nel XIX secolo, quando coloro che si opponevano al dualismo cartesiano hanno provato a sostituirlo con un monismo di un tipo o dell’altro. Gli idealisti hanno cercato di sostenere che tutto era mente, e i materialisti che tutto era materia. I materialisti hanno trionfato e nel tardo XIX secolo il materialismo diventa la visione del mondo di default – predefinita – delle scienze.
Ci sono però due problemi fondamentali con quest’atteggiamento.
Il primo è che la fisica stessa ha trasceso il materialismo perché la materia non è più il suo ultimo principio esplicativo. La materia stessa è spiegata in termini di campi e di energia. Un elettrone è una vibrazione all'interno di un campo di elettroni, un atomo è un modello vibratorio di attività all'interno dei campi quantistici di nuclei ed elettroni. La materia è diventata un processo piuttosto che una cosa.
In secondo luogo il materialismo non fornisce alcuna spiegazione per la coscienza e, in effetti, da un rigoroso punto di vista materialistico, la coscienza non dovrebbe esistere. Tuttavia esiste, almeno negli esseri umani. Nel campo degli studi sulla coscienza, vi è ora un vivace dibattito sulla filosofia materialista, e un numero crescente di ex materialisti stanno adottando una diversa filosofia della natura, il panpsichismo, secondo il quale vi è un qualche aspetto della mente a tutti i livelli della natura nei sistemi di auto organizzazione, anche negli elettroni e negli atomi.

Nella sua esperienza scientifica esiste la coscienza? Se sì, come lo sa?
La scienza stessa è basata sulla coscienza. Nella teoria quantistica è generalmente riconosciuto che tutte le osservazioni richiedono degli osservatori e quindi le menti dei fisici. Ma questo è vero per qualsiasi tipo di osservazione. Osservare richiede degli osservatori e quindi delle menti. La Scienza nasce dall’esperienza umana e questa non può essere spiegata semplicemente in termini di scienza materialista. Questo è un punto logico semplice ed evidente. La scienza presuppone la coscienza e quindi non è in grado di spiegare ciò che essa stessa presuppone.

Potrebbe sembrare, dalle sue parole, che mente e coscienza siano la stessa cosa, è così?
Non penso che la mente sia uguale alla coscienza, perché, naturalmente, molta della nostra mente è inconscia. Credo che gli aspetti abituali della mente siano ampiamente inconsci, come le abitudini in generale. La nostra coscienza riguarda in gran parte azioni potenziali, il futuro e le scelte tra più possibilità.

Qual è secondo lei il taboo della scienza più duro a morire?
Come mostro nel mio libro, Le illusioni della scienza, ci sono dieci dogmi fondamentali e ognuno di essi è protetto da tabù. Mettere in discussione uno di questi dogmi provoca in automatico attacchi dai difensori dell’ortodossia. Molti, del resto, non sono consapevoli della maggior parte di tali tabù. Per esempio l’idea che la memoria sia immagazzinata nel cervello è data per scontata da molti tra i non scienziati così come tra gli scienziati stessi, solo perché non possono pensare dove altrimenti potrebbe trovarsi. Il tabù di cui molti sono coscienti, e anche il più fortemente combattuto, è quello contro i fenomeni psichici. I materialisti credono che la mente sia nient’altro che il cervello e perciò si trovi dentro la testa. Per questa ragione i fenomeni come la telepatia dovrebbero essere inesistenti, perché la mente non può avere effetti a distanza. Le organizzazioni dei cosiddetti scettici cercano di difendere un materialismo ortodosso negando l’evidenza di qualsiasi fenomeno psichico e respingendone le prove scientifiche come imperfette o fraudolente. Ho avuto molte discussioni con i cosiddetti scettici e la cosa che è diventata più chiara è che la maggior parte non sa nulla di ricerca sui fenomeni psichici. Essi credono di sapere in anticipo che questi fenomeni sono impossibili, quindi non c'è bisogno alcuno di cercarne le prove. Questo è un perfetto esempio di pregiudizio, che, a mio parere, è anti-scientifico, non scientifico: inibisce l’indagine e l’esplorazione chiudendo la scienza dentro limiti dogmatici ristretti.

Se il potere non è nella conoscenza – come ha affermato Bacone – dove, a suo avviso, dovrebbe risiedere?
Non c’è dubbio che il potere sia confermato da un certo tipo di conoscenza. La conoscenza dalla quale dipendono le tecnologie conferisce un potere enorme sugli umani. Ci sono, però, ovviamente molti atri generi di potere. I leader carismatici non derivano il loro potere dal fatto di conoscere più di altri, ma da una qualità che convince e attrae. Il potere di grandi leader spirituali può dipendere da una certa conoscenza, ma è evidente che sia possibile essere un santo senza essere un filosofo o un teologo.

Possono degli scienziati che vivono nel quotidiano credendo di essere il loro corpo (materia) – come quasi ognuno di noi crede – lasciare davvero andare una visione meccanicistica della scienza?
Così il punto sembra sia a monte della scienza ovvero in un’identità fuorviante…
Molti scienziati sono materialisti e quindi negano il libero arbitrio. Credono anche che la loro mente sia confinata al cervello. In pratica, però, questo non è il loro modo di vivere. Il sistema di convinzioni dei materialisti dovrebbe significare che la loro stessa credenza nel materialismo è solo una conseguenza dell’attività fisica del cervello. A loro piace credere, però, di aver scelto la loro fede sulla base della scienza, della ragione e della prova. Essi non si limitano a crederci perché il cervello impone loro di farlo. Questa è di per sé una contraddizione. Così i materialisti fanno un'eccezione per loro stessi e per quelli che conoscono bene. Questa filosofia è, di fatto, estremamente fuorviante, perché non riceve vero credito da coloro che affermano di crederci. E se in modo consistente continuano a crederci, le loro stesse convinzioni sono solo causalmente determinate dal cervello e potrebbero non avere nulla a che fare con la verità, ma semplicemente con il condizionamento.

La risonanza morfica che cosa ha da insegnare a un paradigma scientifico obsoleto? E al regno della spiritualità?
La risonanza morfica è un principio generale di memoria in natura. È rilevante per molti dei dogmi della scienza. Il dogma che le leggi della natura siano fisse e siano le stesse dal Big Bang è una sbornia derivante dal vecchio presupposto che la natura sia governata da una specie di ordine matematico platonico, un assunto che fu più teologico che filosofico. Alla luce della risonanza morfica, però, nel nostro universo evolutivo le leggi non hanno bisogno di essere fisse dagli albori, ma si evolvono. E, in effetti, è meglio pensare a esse come abitudini più che come leggi, così tutta la natura può avere una sorta di memoria.
La risonanza morfica getta anche nuova luce sul presupposto standard nella biologia che l'ereditarietà è interamente materiale e portata dai geni, da modificazioni epigenetiche dei geni e dall'eredità citoplasmatica. Essa suggerisce che molto di quello che abbiamo ereditato è attraverso di essa non attraverso i geni. Come discusso nel mio libro, c'è, oggi, una crisi al cuore della biologia a causa del cosiddetto problema dell’ereditabilità mancante, in cui i geni si prestano a spiegare molto meno di ereditarietà di ciò che si è abituati ad assumere. Penso che sia perché gran parte del patrimonio della forma e del comportamento dipenda dalla risonanza morfica. Sappiamo cosa i geni fanno: essi codificano la struttura primaria delle proteine. Non codificano per le forme dei volti o gli istinti degli animali. Così i geni spiegano una parte dell’ereditarietà, ma solo una relativamente piccola.
La risonanza morfica getta anche una nuova luce sulla natura della memoria. Il dogma che i ricordi siano immagazzinati all'interno del cervello è generalmente dato per scontato, ma le prove a suo favore sono sorprendentemente scarse. Penso che il cervello sia più simile a un ricevitore TV che a un videoregistratore, ed è un sistema di accordatura che consente alle memorie di essere recuperate dalla risonanza morfica. Ricordiamo le nostre stesse memorie perché assomigliamo più a noi stessi nel passato più che ad altre persone, ma la memoria individuale e quella collettiva, da questo punto di vista, sono diverse solo in scala, e sono aspetti differenti dello stesso fenomeno.
Anche nel regno spirituale ci sono campi, o abitudini, o modelli nei rituali e nelle pratiche tradizionali. Penso che questi sintonizzino i praticanti odierni con quelli che hanno praticato gli stessi rituali o pratiche spirituali in passato, portando a collegamenti attraverso il tempo entro le tradizioni spirituali.

In medicina, la scienza spesso mostra il suo punto di vista cieco e a breve termine. Recentemente mi sono trovata a leggere un libro di Michel Odent – un ostetrico francese che ha dedicato la sua pratica e la ricerca alla nascita. Egli è arrivato al punto – attraverso studi e indagini campione – che la capacità di amare, noi stessi e gli altri, si giochi nella prima ora, e include il rilascio naturale del feto dal grembo materno. La scienza medica, forte della tecnologia, sta scoprendo la facilità e la convenienza del parto cesareo programmato. Le statistiche sono positive: meno dolore e soprattutto meno rischio per la madre e il bambino.
Non sembra che si tratti solo della scienza obsoleta, piuttosto dell’abitudine umana a preferire la comodità all’amore. Le va di commentare?
La medicina meccanicistica parte da un punto di vista molto limitato, poiché si basa sulla teoria che il corpo non è altro che una macchina e che la medicina dovrebbe funzionare fisicamente o chimicamente, mediante la chirurgia o i farmaci. Tutti sanno che molto di più vi è coinvolto. Anche la medicina convenzionale ha rilevato il potere dell'effetto placebo, che dipende da credenze, speranze e aspettative, nessuna delle quali è materiale. Non ho studiato le ricerche di Michel Odent, mi sembra tuttavia una questione empirica, non ideologica. Se uno studio su persone nate da parti cesarei programmati mostra che, in media, questi presentano diversità da quelli nati da parto naturale, allora ciò potrebbe dirci qualcosa circa gli effetti a lungo termine del processo di nascita. Se si scopre che i parti cesarei portano a problemi, più tardi nella vita, allora questa sarebbe una buona evidenza scientifica per non farli, solo perché compatibili con la comodità dei medici o i desideri di convenienza delle madri. Naturalmente in alcuni casi i parti cesarei sono necessari ed è importante non peggiorare la situazione raccontando a chi è nato da cesareo che è in qualche modo danneggiato per la vita.
Penso che il modo migliore di procedere nella ricerca medica è attraverso l’indagine comparativa dell'efficacia, scoprire ciò che funziona indipendentemente dalla teoria o dall’ideologia. Quando le persone sono malate e chiedono di essere curate, vogliono sapere che cosa funziona, e non importa molto la teoria che ci sta dietro. Non c'è dubbio che la medicina meccanicistica è un grande successo in alcune aree, ovviamente ne ha di meno in campi che riguardano i pensieri, le idee, le credenze, le abitudini, i problemi spirituali o i modelli familiari ereditati. Altre sono, in questi campi, le forme di terapia, magari molto più efficaci, anche per aiutare le persone a condurre una vita sana, in modo da ammalarsi di meno e avere meno problemi di salute. Si tratta, in altre parole, di quelle pratiche che promuovono la salute piuttosto che limitarsi a curare la malattia.

Sì, la ricerca di Odent (La nascita al tempo della plastica, Aam Terranuova) è empirica, riporta già studi campione su effetti a medio, lungo termine ed esorta a molte più ricerche sul lungo raggio.
La natura non depriva nessuno del suo supporto, quindi i bambini nati da cesareo possiedono sicuramente risorse che gli altri non hanno… anche queste andrebbero studiate.

Il campo morfogenetico e la risonanza morfica
Il campo morfogenetico o morfico (dal greco morphe, forma, e genesis, messa in essere, che genera), è, nell’ipotesi di Rupert Shaldrake, un vero e proprio campo di memorie. Questo significa che, in ogni sistema, esso esercita la sua influenza sui sistemi successivi, mediante un processo chiamato risonanza morfica, una sorta di telecinesi-trasmissione di memorie. Per fare un esempio, tale campo informato spiega il motivo per cui una cellula di una pianta si differenzia in quella di una foglia piuttosto che in una di radice. Essa si sintonizza, per così dire, attraverso la risonanza morfica, con i campi morfogenetici di tutte le foglie precedenti della stessa specie. Questo processo si determina per tutti i sistemi riscontrabili in natura, compresi i campi che sottendono le relazioni umane. Si tratta di un fenomeno empirico, di cui è riscontrabile l’effetto. Inoltre, tale campo di memoria non è memorizzato nel cervello, ma è un campo d’informazioni al quale si può accedere mediante il cervello.

Chi è Rupert Sheldrake
Rupert Sheldrake è un biologo, autore d’innumerevoli pubblicazioni scientifiche e di ben dieci libri. Ha anche credenziali impeccabili come biochimico, a Cambridge e a Harvard.
Ricercatore molto innovativo e amante di un approccio scientifico autentico – che continua a indagare liberamente – vanta scoperte, studi e ricerche di ineccepibile rigore, nonostante gli ortodossi vogliano tacciarlo come eretico per la sua teoria sulla risonanza morfica e la ricerca sulle capacità psichiche naturali.
www.sheldrake.org

Tratto dall'ultimo numero di “Scienza & Conoscenza” n. 47 >> http://goo.gl/aqI8U4

Scienza e Conoscenza
Scienza e Conoscenza - N. 47 - Rivista
Nuove scienze, Medicina non Convenzionale, Consapevolezza
Editore: Scienza e Conoscenza - Editore
Data pubblicazione: Febbraio 2014
Formato: Rivista




giovedì 27 febbraio 2014

Alimentazione Vegana: la dieta verde che fa bene alla salute

Alimentazione Vegana: la dieta verde che fa bene alla salute

Michele Riefoli combatte i luoghi comuni legati all'alimentazione vegana, svelandonci un mondo di vero benessere e di gusti intensi

di Michele Riefoli - 26/02/2014



Alimentazione Vegana: la dieta verde che fa bene alla salute

Un regime alimentare vegano ci aiuta a rimanere in salute prevenendo le malattie croniche e degenerative (malattie degenerative del sistema muscolo-scheletrico-articolare, del sistema nervoso, del metabolismo, diabete, obesità, osteoporosi): ne parliamo con il dottor Michele Riefoli autore di Mangiar Sano e Naturale (Macro Edizioni, 2011).

La maggior parte delle persone considera il cibo come uno strumento per mantenersi in vita e una fonte di piacere. In realtà dall'alimentazione passa molto di più... Qual è il legame tra alimentazione, prevenzione primaria e salute?
È vero, oggi molte persone considerano l’alimentazione esclusivamente come una fonte di piacere oppure come necessità per stare in piedi ed affrontare le attività quotidiane. In realtà si mangia anche per abitudine, per “ammazzare il tempo”, per compensare stati di insoddisfazione nella vita. Ma è bene sapere che quello che mangiamo è ciò che forse più di ogni altra cosa influenza e condiziona il nostro stato di salute. Il cibo costituisce la natura stessa delle nostre cellule e ciò che lo lega al tema della prevenzione è il concetto di “alimentazione consona alla propria natura”. Infatti, ogni specie ha il suo cibo e l’uomo, in accordo con dati di anatomia e fisiologia comparata, appare come un animale vegetariano-frugivoro molto simile alle scimmie antropomorfe con le quali condivide più dell 98% del DNA.
Per stare in salute dovremmo innanzitutto rispettare la nostra natura; poi assumere alimenti il più possibile naturali (no additivi chimici, no ogm) e poco elaborati, industrializzati, conservati; infine dovremmo mangiare in proporzione al nostro dispendio energetico, bilanciando al meglio grassi, proteine, carboidrati e micronutrienti. Per quanto riguarda la questione del piacere, diciamo solo che esiste sia il piacere che fa bene, sia quello che fa male. È prioritario riconoscere che “il piacere che fa bene”, generato quando mangiamo degli alimenti buoni e sani, rappresenta un importante alleato istintuale del nostro benessere, mentre “il piacere che fa male” è il “cavallo di Troia” che ci fa assumere a cuor leggero comportamenti alimentari assolutamente lesivi della nostra salute.

Quali sono le più importanti evidenze scientifiche a favore dell'adozione di una dieta vegana?
Esistono evidenze di come i vegani abbiamo un ridotto rischio, rispetto agli onnivori e agli stessi vegetariani, di contrarre patologie tumorali al colon retto, alla mammella, alla prostata, e un ridotto rischio per ipertensione e malattie cardiovascolari. Inoltre i vegani hanno un indice di massa corporea più bassa, e più bassi livelli di colesterolo plasmatico totale e LDL. L’American Dietetics Association (ADA), che analizza e monitorizza costantemente tutti gli studi scientifici disponibili in letteratura, afferma da anni che le diete vegane ben bilanciate sono salutari e protettive per la salute in ogni stadio del ciclo vitale compresa la gravidanza, l’allattamento, la prima e seconda infanzia, l’età anziana e per gli sportivi. Gli studi stanno confermando che le diete vegane ben bilanciate sono in grado di prevenire e contrastare anche altre gravi malattie di cui soffre l’uomo moderno (malattie degenerative del sistema muscolo-scheletrico-articolare, del sistema nervoso, del metabolismo, diabete, obesità, osteoporosi, ecc.). Questo perché i cibi vegetali, al contrario di quelli animali, sono ricchi di vitamine, sali minerali e preziosi oligoelementi con proprietà alcalinizzanti, fattori antiossidanti, prebiotici e fibre, oltre ad essere poveri di grassi saturi e a non contenere colesterolo. In particolare da uno studio accurato e recente condotto dall’ASL di Milano secondo la metodologia delle Medicina basata sulle Prove di Efficacia, che ha preso in esame tutte le ricerche scientifiche svolte negli ultimi 15 anni, è emerso che le diete vegane si sono rivelate le migliori come prevenzione e terapia del diabete mellito di tipo 2 (PDTA del Diabete Mellito di Tipo 2, terza edizione ottobre 2012, ASL di Milano, Aziende Ospedaliere e IRCCS, A.Donzelli ed altri, ,; pagg 5,6,12,17. http://www.veganic.it/pdf/PDTA_Diabete%20Integrale_DEF4213_2_.pdf), battendo in risultati sia la dieta mediterranea ben condotta (che pure è risultata vantaggiosa, ma meno della dieta vegana), sia la metformina ed altri farmaci antidiabetici di prima scelta.

Molte persone pensano che adottare una dieta vegana che predilige alimenti freschi e integrali sia sinonimo di tristezza del gusto, di poco appagamento dal punto di vista del sapore e della varietà degli alimenti. Come potrebbe smentire?
Smentirei volentieri invitando tutti a cena a casa mia, oppure da alcuni amici ancora più bravi di me a cucinare, facendo loro assaggiare dei piatti da leccarsi i baffi. Ma non posso permettermelo. Altro che tristezza del gusto! Come si preparano piatti vegani salutisti che siano anche gustosi? Certo, ci vuole un pochino di fantasia, ma a noi italiani non manca. E questo lo dico soprattutto agli chef e ai genitori che dovrebbero dare il buon esempio. Per varietà di gusto, forme, colori e consistenze, l’alimentazione vegana è imbattibile, ma dobbiamo differenziare fra i cibi crudi e cotti prima di fare i giusti confronti.
Vuole mettere per esempio una bella, ricca e colorata insalatona arricchita con cereali germogliati, erbe aromatiche, fettine di avocado, gherigli di noci, carciofini, olive e pezzetti di ananas, e paragonarla con la misera e triste lattuga e pomodoro (verde e acerbo) che ancora ti servono in certi ristoranti? E fra i cibi cotti, non vedo cosa abbiano da meno le tagliatelle integrali di farro ai funghi porcini rispetto alle tagliatelle raffinate e all’uovo al ragù di carne trita. Una mia amica fa delle lasagne vegane integrali da urlo con ragù di pomodoro e seitan e besciamella con latte di soia. Pensi alle orecchiette integrali con cime di rape, ai fusilli al pesto di basilico con mandorle o anacardi tritati, invece del parmigiano grattugiato, ad un risotto (orzotto, farrotto, segalotto) alla milanese con brodo vegetale. Cosa c’è di più buono in inverno di una bella zuppa di farro e ceci con verdure di stagione, e in primavera di una paella vegana con riso integrale, tofu, seitan e piselli freschi, il tutto accompagnato da salsine vegetali, crema di capperi o patè d’olive? Rinunciamo solo alle abitudini sbagliate. Le basta o devo continuare? Vuole parlare dei dolci? Del tiramisù vegano? Della torta di pera e zenzero? Meglio che mi faccia un’altra intervista allora.

Oggi le cattive abitudini a tavola si apprendono precocemente e i bambini sono i più invitati – soprattutto dai media – a consumare cibo spazzatura. Concretamente come possiamo educare i nostri bambini ad apprezzare il sapore di legumi e cereali integrali? Cosa possiamo offrire loro come merende sane al posto di dolci preconfezionati e idrogenati e patatine?
L’alimentazione è un business mondiale, i media veicolano messaggi pubblicitari confezionati dalle industrie e dalle multinazionali (non dalla sanità pubblica). I bambini sono un targhet molto importante perché quando ne conquisti uno da piccolo spesso ne fai un consumatore fedele per tutta la vita. L’educazione è la vera arma efficace per contrastare l’attrazione fatale dei bimbi verso i cibi spazzatura. Ma funziona se c’è il buon esempio. Genitori che dicono ai bambini: “mangiate le verdure” mentre loro fanno diversamente non hanno nessuna speranza di riuscire a convincerli. I genitori devono mostrarsi felici e con l’acquolina in bocca prima di mangiare insieme ai figli la loro insalatona, cereali integrali e legumi ben preparati e realmente gustosi, altrimenti non funziona. I bambini percepiscono molto l’energia che si crea a tavola e vivono di riflesso l’armonia o la disarmonia degli adulti . Infine, bisogna capire che il rifiuto del cibo sano da parte di un bambino può essere un atto di protesta affettiva nei confronti del genitore salutista con cui però vive dei conflitti. Per il resto sostituiamo i dolciumi e le merendine con la frutta fresca (a morsi, frullata, centrifugata, spalmata sul pane, come macedonia) oppure con dolci fatti in casa veramente naturali. Un panino integrale con verdure, pomodori a fette, origano, humus di ceci o altra salsina per dare gusto e sostanza e un filo d’olio, è quanto di più buono e semplice si possa pensare di dare a un figlio, altro che pane e cadaverina (hamburger), pane e grasso dolce (nutella) o farina ed E102 (merendine colorate). Non c’è davvero confronto!

Questo articolo è tratto dalla rivista:

Scienza e Conoscenza - N. 45 >> http://goo.gl/a8ZtrI
Nuove scienze, Medicina non Convenzionale, Consapevolezza
Editore: Scienza e Conoscenza - Editore
Data pubblicazione: Luglio 2013
Formato: Rivista -



mercoledì 26 febbraio 2014

Manuale per Sopravvivere dopo la Morte

Manuale per Sopravvivere dopo la Morte

Esperienze di un viaggiatore astrale

di Ensitiv



"Lo scopo di questo testo è conoscere a che cosa vanno incontro le anime quando i corpi subiscono determinati tipi di morte. In quel dato periodo, l'aver letto o meno questo libro farà la differenza"
-Ensitiv

La morte accomuna tutti, ma il tipo di morte divide e direziona le anime ed è opportuno essere a conoscenza, fino a che siamo nel corpo, di cosa incontreremo in quel fatidico momento che segna la fine della vita terrena. Un libro semplice pieno di pratici consigli, dove la complessa filosofia delle dottrine spirituali è messa da parte, per dar modo a chiunque di apprendere al meglio il processo di trasformazione successivo alla morte.

In questo libro scoprirai:

Come sei influenzato dai tuoi spiriti guida
Come i defunti comunicano con i viventi
Il piccolo segreto per morire con serenità
Perché è difficile aCCettare La ProPrIa morte
Cosa succede all'anima dei bambini nel mondo astrale
Indicazioni pratiche per chi lascia il corpo
In questo libro scoprirai perché chi ti ha amato e chi hai amato non ti ha lasciato solo perché è morto.


Anteprima - Manuale di Sopravvivenza dopo la Morte...

Leggi in anteprima la premessa dell'autore e i primi 3 capitoli del Manuale di Sopravvivenza dopo la Morte di Ensitiv

Premessa: Perchè un manuale
A molti sembrerà già strano parlare di “sopravvivenza dopo la morte” e, più avanti, avremo modo di capire il significato di questa dicitura, ma perché chiamarlo “manuale”? Testi esoterici e spirituali parlano della vita oltre la morte, di anime vaganti in chissà quale luogo o spazio... io lascio a loro tutte le ipotesi più complesse e filosofiche e, semplicemente in base alla mia esperienza, cercherò di rendere alla portata di tutti l’argomento, e tenterò di farlo con questa specie di “manualetto” che, se letto da vivi, vi ritornerà utilissimo da morti. Per un periodo più o meno lungo, l’Essenza Vitale o se preferite l’Anima, ha una precisa collocazione e porta con sé tutto il bagaglio delle esperienze terrene e della propria cultura. In questa “Dimensione”, definita da me da ora in poi Astrale e, prima che avvenga il misterioso processo di reincarnazione, giudizio o purificazione (scegliete voi in che cosa credere), l’anima resta in attesa di direttive, un po’ a contatto con il Mondo Reale, un po’ con questo nuovo mondo dove è stata appena proiettata, notevolmente spaesata, ma con una piacevole sensazione di libertà.

Lo scopo di questo testo è capire e conoscere a che cosa vadano incontro le anime quando i corpi subiscono determinati tipi di morte, che cosa provino, che cosa vedano e soprattutto come possano accelerare il percorso verso la purificazione. In quel dato periodo, l’aver letto o meno questo libro farà la differenza.

Sapere come provare a interagire con i propri cari rimasti nel mondo terreno, come non violentarsi nel cercare di ritornare, o come non spaventarsi per l’impossibilità di comunicare, vi garantisco saranno insegnamenti preziosissimi.

Sinceramente non so se tutti i miei consigli vi torneranno utili, ma so per certo che quanto leggerete in questo libro non lo dimenticherete nemmeno da morti.

Sarà un manuale per aiutarvi in un passaggio difficile e traumatico di una morte improvvisa, per darvi la possibilità di concludere nel migliore dei modi la vostra vita terrena nel caso, invece, di una morte annunciata, o semplicemente per rispondere alle domande su che cosa provi e che cosa senta un vostro caro nel momento in cui passa a miglior vita. Un libro di curiosità ed esperienze “paranormali” (anche se, ad oggi, mi permetto di ritenere normale un Viaggio Astrale e paranormale una fila alle Poste) o semplicemente una sorta d’autobiografia di una persona comune che un giorno ha ascoltato quello che gli altri non volevano sentire. Un testo scritto senza la presunzione di voler insegnare, ma con l’umiltà di chi vuole condividere le mete raggiunte dopo un lungo cammino di studi ed esperienze. Nessun lungo e noioso capitolo, ma brevi paragrafi supportati da esempi e battute per far sì che l’argomento appaia digeribile e meno drammatico. Uno spunto per chi vuole approfondire, scoprire e capire uno dei tanti misteri che affascina il genere umano o, nella peggiore delle ipotesi, un libro da utilizzare come spessore per livellare un mobile traballante. Scegliete voi cosa vedere in queste pagine e, se vi saranno state utili, me lo verrete a dire... appena morti. Terminerò ogni capitolo con una frase di quelle che sul web si chiamano post, un po’ riassuntiva, un po’ conclusiva. Qualcuna avrà l’aspetto di un saggio consiglio, qualche altra di un sibillino presagio, ma non dirò nulla in più di ciò di cui vorrei veniste a conoscenza e, soprattutto, spero di non... annoiarvi a morte.

Chi sono

Mi chiamo Ensitiv, ho compiuto il mio primo Viaggio Astrale (l’ingresso semicosciente nella dimensione in cui si ritrovano le anime dei defunti) all’età di circa tredici anni, senza rendermi conto di quello che mi stesse succedendo, e rimanendo per tanto tempo con il dubbio che fosse stato semplicemente un sogno. In seguito ad altre esperienze simili e a un cammino evolutivo che mi ha portato a diventare una sorta di guida spirituale per molte persone, ho ritenuto opportuno creare questo manuale per sdrammatizzare il mito della morte e aiutare i miei fratelli e sorelle a essere sereni e consapevoli di ciò a cui andranno incontro dopo il trapasso. Come dovrebbero esserlo tutti i manuali, questo è un libro di facile lettura, alla portata di chiunque abbia la pazienza di leggerlo, pur affrontando concetti profondi e complessi. Che si voglia o no, la morte accomuna tutti, pertanto, non è certo un testo d’élite o settoriale. Ho cercato di evitare riferimenti religiosi, ho scavalcato teorie di reincarnazione o simili, ho tralasciato paradisi, inferni e purgatori, limitandomi semplicemente a prepararvi a un mondo che probabilmente non avete mai visitato, che sicuramente vi spaventa e dove ovviamente non sarete per nulla contenti di andare.

Vi ho descritto le mie esperienze, controllate, verificate e confermate da chi, come me, ha la fortuna/sfortuna di condividere e subire lo stesso fenomeno.

Ho tentato, con molta umiltà, di trasmettervi quelle poche cose che ho capito riguardo alla Vita, alla Morte, allo Spiritismo e alle capacità spirituali umane. Agli amici che mi seguono sul web e nella vita dico sempre che non amo fare il “sensitivo” annunciando ritorni amorosi, separazioni imminenti ecc. Amo trasmettere quel poco che ho imparato, quel poco che ho visto, e amo indicare non già una strada da seguire, bensì come seguire la propria strada. Non ambisco neppure al ruolo di “maestro di vita”, come qualcuno ama considerarmi e chiamarmi, ma desidero semplicemente condividere quella luce di pochi watt, che un bel giorno è entrata nella mia vita e che oggi mi piacerebbe dirigere anche su di voi. Da molti anni frequento questo posto chiamato “astrale” e anche se non basterebbe una morte per capirlo tutto, posso comunque darvi qualche preziosa indicazione. Quando si visita una città straniera è buona cosa procurarsi una cartina, una guida turistica, o fare una piccola sosta all’ufficio informazioni; di fatto ci preoccupiamo di acquisire nozioni minime per non perderci in luoghi pericolosi o inutili, per visitare le zone caratteristiche e rendere il più possibile gradevole il nostro soggiorno. Ebbene, immaginate cosa può accadere a un’anima, uno spirito o in qualunque modo lo vogliate chiamare, non appena si stacca dal corpo fisico e viene proiettata in questa sconosciuta città. Insieme, cercheremo di raccogliere tante utili informazioni da dare al nostro spirito come se stessimo per fare un corso di sopravvivenza per morti. Strano, eh? Ma nessun esempio renderebbe meglio l’idea di quello che ci approntiamo a fare. Molti di voi non credono affatto a una vita dopo la morte, altri si aspettano chissà quale esagerata forma di trasformazione o evento, altri ancora che il buio o la luce dell’eternità siano in funzione dei propri peccati.

Vi dico con estrema sincerità che nulla è più vivo dell’anima di un morto, che spesso il mondo cosiddetto “astrale” è più reale di quello di tutti i giorni.

Facciamo insieme questa filosofica considerazione: cosa sono i novanta-cento anni di vita reale in confronto a una eternità? Sono paragonabili ai cinque anni della scuola elementare nei confronti del resto della vita? Bene, se mi concedete il paragone, vi dirò che in parte è così. Non sono nulla considerando il fattore tempo, ma sono essenziali per la formazione del nostro carattere e delle basi della nostra cultura, per poi consentirci un’evoluzione sempre maggiore. Se facciamo bene le elementari, riusciremo nelle medie, poi nelle superiori e così via. Se viviamo bene la nostra vita, riusciremo meglio nella seconda prova, nella terza... La vita non è altro che una scuola che vi prepara al raggiungimento dell’eternità, e come in tutte le scuole ci sono i ripetenti. Ho avuto modo di verificare la validità delle mie esperienze, non perché voglia o debba convincere qualcuno ma perché, ritenendomi una persona normalissima, il primo da convincere ero e sono io stesso. Ho incontrato anime così impaurite o desiderose di comunicare che il minimo che io possa fare è cercare di preparare le nuove future anime a non spaventarsi più. Ho scoperto che la serenità non è il premio della vita, ma è la comprensione della morte e, per questo, negli innumerevoli consulti che faccio predico sempre questa serenità, non data dalla salute, dal denaro o dal raggiungimento dei propri obbiettivi, ma dalla consapevolezza che la vita è come un film e va vissuta per ogni scena che ci si prospetta davanti. Proprio come nel cinema, ci sono film romantici, comici, avventurosi, drammatici e addirittura horror, ma sono solo film... e che siate attori o spettatori dovete goderveli per quello che sono, una storia con cui passare un po’ di tempo, magari imparando qualche cosa; questa storia o questo film se preferite, si intitola semplicemente Vita.

Siate gli attori della vostra esistenza e non comparse della vita di qualche d’un altro.

Che cos'è l'anima

Ormai spero che perlomeno la questione dell’esistenza o meno dell’anima sia da ritenersi un capitolo chiuso e archiviato. L’Anima esiste, non è un’invenzione della religione, non è una prerogativa della Chiesa, non necessita di nessun pastore, sacerdote o rabbino. È un’entità a sé stante integrata e cresciuta dentro un corpo pilotato da una mente in stretto rapporto, ma allo stesso tempo in conflitto, con l’anima stessa. Come può un essere umano spiegarsi se non è il creatore di se stesso? Possiamo limitarci a descriverci per quello che vediamo e conosciamo, ma non andare oltre, poiché non siamo creatori di noi stessi, né di tutto quello che si trova al mondo. Conseguentemente a questa riflessione, ritengo che ci sia praticamente impossibile comprendere l’esatto meccanismo del sistema Corpo-Anima-Mente, ma analizzando il tutto in modo distinto possiamo risalire al funzionamento più probabile. Procediamo per gradi: il Corpo non è altro che un veicolo, un contenitore del nostro Io, una macchina insomma che concede a questa entità di sopravvivere nel mondo reale. Come gli astronauti per sopravvivere nello spazio hanno bisogno della loro tuta spaziale, così l’anima ha bisogno di questa “macchina” per muoversi liberamente nella dimensione terrena. Il corpo ha proprie esigenze tutte facenti parte del mondo materiale, quali mangiare, dormire, bere ecc.

Cresce in stretto rapporto con l’anima, la quale lo rifornisce dell’energia adatta alle funzioni essenziali, ma per trasmettergli questa energia, ha bisogno di un codificatore che selezioni e orienti questi impulsi energetici nella centrale di smistamento. La centrale di smistamento impulsi non è altro che il cervello, altro fantastico marchingegno che serve per saldare la materia allo spirito. Spesso però, per saldare due diversi metalli, c’è la necessità di inserire un terzo metallo, compatibile con entrambi, in modo da fonderlo insieme e ottenere così una saldatura perfetta. Per fare un esempio comprensibile a tutti e non solo ai saldatori esperti, facciamo finta di dover mettere in comunicazione due persone di lingua, usi e abitudini completamente diversi; per di più, queste persone dovranno lavorare insieme a un progetto, uno dovrà dirigerlo, l’altro dovrà realizzarlo materialmente. Bene: la cosa più ovvia è far intervenire una terza persona che capisca entrambe le lingue in modo che chi dovrà realizzare possa comprendere le precise direttive di chi dirige. Questo traduttore non è altri che la Mente, non da intendersi però come cervello, poiché questi è in realtà solo la “mappa” del progetto, ovvero il custode materiale delle nozioni, il block notes dove la mente elabora il suo lavoro di traduttrice. Essa, la mente, cresce e si forma sia con il corpo che con l’anima, si radica nella seconda e condiziona il primo, è la direttrice di ogni azione perché è l’unica che comprende il linguaggio di entrambi. L’anima è un alieno dentro un corpo terrestre; la mente è lo strumento che fa sì che l’uno non rigetti l’altra, ma che comunichino.

Nei secoli passati, il lavoro della mente era perfetto, illustrava i dettagli del progetto e il corpo realizzava le sue più belle opere. Pitture, sculture, poesie, musiche, danze ecc. L’anima è un’entità molto sensibile e adora esprimersi in talenti e virtù, è incline al bene poiché “Goccia Divina” (non tutte, ma questo è un altro argomento) e, come tale, opera per la realizzazione di progetti utili all’umanità e all’universo tutto. È perennemente mossa da uno spirito di fratellanza nei confronti di tutte le creature, poiché consapevole di avere la medesima provenienza. Con il passare del tempo però, la voce dell’anima e, di conseguenza, le direttive per il progetto, sono state sempre più ignorate dalla mente, che ha ritenuto opportuno dirigere lei stessa le opere del corpo senza preoccuparsi minimamente di che genere fossero. Mettere in comunicazione la mente con l’anima non è certo un procedimento facile, le due entità crescono insieme e imparano a dialogare attraverso l’educazione, l’etica, la morale. Nel momento in cui mancano questi procedimenti, è più difficile per le due entità comprendersi, e dunque tradurre le indicazioni al corpo: ed ecco il mondo attuale! La mente è distratta, intasata da messaggi inutili e devianti, la materia ha preso il sopravvento sullo spirito e i messaggi dell’anima rimangono una voce lontana in un caos di pensieri relativi al corpo e alle insidie della psiche. La goccia divina, essendo cresciuta con la mente, ma priva dei procedimenti adatti, è di conseguenza anch’essa una vittima delle direttive mentalmente elaborate, una prigioniera dentro un corpo che non l’ascolta perché il traduttore non riesce o non vuole più sentirla, una schiava del bagaglio di esperienze e sentimenti che insieme hanno costruito, non per cattiveria o superficialità, ma soltanto per incapacità di comunicare.

Solo nel momento in cui l’anima si libererà dal corpo ripartirà un dialogo con l’Io mentale. Questo avviene, ad esempio, con la creazione di scenari e visualizzazioni nel mondo astrale, ma è una fase che dura solo per un breve periodo poiché, quando non ci sarà più bisogno del traduttore, lo spirito inizierà il processo di purificazione proprio per dimenticare tutte le esperienze memorizzate nel periodo di convivenza e, a seconda del superamento di questa sorta di esame che è la vita, l’anima tornerà nell’Assoluto, o nuovamente sui banchi di scuola. A questo punto, sarebbe opportuna una vostra domanda (tanto convincermi che mi avete seguito e capito), e la mente? Che fine fa? Oramai, ridotta a un mero bagaglio di esperienze e ricordi, rimane vacante nella dimensione astrale come energia spirituale, qualcuno la chiama anche spettro o fantasma. Sempre per dimostrami la vostra attenzione, i più svegli dovrebbero farmi una seconda domanda: ma se il fantasma è la mente, l’anima cos’è? Ricordatevi che si parla di energia, di conseguenza una divisione di energia può tranquillamente avvenire senza che nessuna delle due forme cambi il proprio stato.

Riassumendo: l’energia “anima” più “corpo mentale” si stacca dal corpo fisico e finisce nella dimensione astrale; qui, prima di iniziare il processo purificatorio, questa forma energetica di due elementi può tradursi in un fantasma, un’anima errante, o addirittura salire a qualche piano più alto.

Nel momento in cui inizia però il processo di purificazione, parte di questa energia viene presa e dirottata verso altri piani lasciando nell’astrale o in altre dimensioni quel residuo di energia che contiene tutte le informazioni e le esperienze relative agli anni vissuti sulla terra e dentro un corpo. Come se avessi due copie di un cd: uno lo lascio in archivio, l’altro lo porto a formattare.

La Gentilezza è la voce dell’anima, date modo agli altri di ascoltarla.

Dalla vita alla morte, dalla morte alla vita

«Dalla Vita alla Morte, dalla Morte alla Vita» recitava una vecchia formula wiccan o, se preferite, stregonesca. Se dunque le amiche streghe fin dai tempi dei tempi consideravano la morte una rinascita, perché ancora ci poniamo il dubbio sull’esistenza di un qualcosa oltre la morte? Purtroppo, l’unica dimensione che conosciamo, o meglio che ricordiamo, è quella terrena, ma il fatto di non aver memoria di altre, non vuol dire che queste non esistano. Fondamentalmente durante la nostra esistenza fisica, facciamo un po’ come i bambini quando si coprono gli occhi convinti che, non vedendo ciò che li spaventa, automaticamente questo scompaia; anche noi, abbiamo coperto i nostri occhi, ma per essere più preciso direi che li abbiamo distratti. Abbiamo catalogato tutte le esperienze più belle giustificandole come sogni, intuizioni, talenti, virtù, senza per nulla preoccuparsi di comprendere da dove provengono e perché. La scienza o la religione hanno solitamente appagato i nostri dubbi e, tranne qualche raro caso di illuminazione, ci siamo nuovamente immersi a tempo pieno nel caotico mondo creato per lasciarci dormienti e innocui. Una volta liberati del bagaglio fisico, colei che ci suggeriva le scelte migliori, che ci rendeva abili in un’arte, o profondamente altruisti, trova finalmente il suo spazio. Smette di dover sopportare l’inutile e costante brusio della televisione, di dover respirare la fetida aria dello smog cittadino o, peggio ancora, di avvelenarsi con le sigarette.

Arriva dunque il suo momento: niente più invidie o rancori, niente più bestemmie o ipocrisie, fantasticamente libera di dare sfogo alle sue qualità... ahimè però, senza quel indispensabile mezzo con cui poteva realizzarle. Ha bramato durante tutta la vita di poter avere un ruolo maggiore nel piano fisico, ma è rimasta nascosta, ignorata e quando, finalmente, giunge il suo momento si accorge di non aver più mani per dipingere, voce per cantare né gambe per danzare. Non abita più nel mondo dove è cresciuta prigioniera, ma è stata rispedita in un viaggio che la riporterà nella sua terra di origine. Un po’ come un cucciolo di leone nato nella gabbia di uno zoo e riportato da adulto nella sua savana. Istintivamente sa che è il suo ambiente, sente che i profumi gli sono famigliari e, anche se non conosce la giungla, è appagato da un profondo senso di libertà. Contemporaneamente, è però spaesato e impaurito, sente la nostalgia dell’ambiente dove è cresciuto e rimpiange qualche volto a cui si era ormai affezionato. Così accade alla nostra anima nel momento in cui viene liberata dal corpo. Libera ma spaesata, felice ma nostalgica, protetta ma spaventata. Più repentino e inaspettato è questo passaggio e più disorientata sarà questa anima. Come il leone, cercherà gli odori che gli erano famigliari, si avvicinerà alle case e alle persone, ma quello ormai non è più il suo mondo e ciò che creerebbe sarebbe solo paura e panico; ed ecco il motivo per cui vorrei insegnarvi a non fare i fantasmi. Compreso che non è il caso di spaventare la gente, al nostro leone non rimane che esplorare il proprio habitat, gustarsene i colori e i profumi, dimenticando quello che è stato il suo mondo fino a quel momento. Potrebbe succedere che, per nostalgia o preoccupazione, gli amici umani di questo leoncino tornino a cercarlo e a chiamarlo in mezzo alla foresta, ma anche se sarà difficile ignorare il richiamo dei sentimenti, io gli consiglierei di proseguire il suo viaggio. Magari potrebbe giusto concedersi un velato saluto in ambiente onirico, per comunicare che va tutto bene e che è ansioso di scoprire il mondo da solo, per poi proseguire obliando ogni legame con il passato.

Qualche lacrima da entrambe le parti, e infine il tempo cancellerà le amarezze causate dal distacco. Se la nostra anima-leoncino continuasse a rispondere ai continui richiami, il nuovo adattamento risulterebbe notevolmente ritardato, mentre dall’altra parte non verrebbe accettata l’idea della perdita, con la conseguenza di un sempre maggior dolore, depressione ecc. La morte non è mai giusta agli occhi degli umani: arriva sempre troppo presto, difficilmente si presenta in modo piacevole e indolore, e tocca sempre alla persona sbagliata... ma è l’esatto scopo della nostra vita ed è un passaggio fondamentale per la nostra crescita spirituale. Dovete smetterla di guardarvi come corpi dove forse dentro c’è qualcosa chiamata anima; imparate a guardarvi come Anime ricoperte da qualcosa chiamato corpo. Quando e se, anche solo in parte, riuscirete a “digerire” questo concetto, il vostro rapporto con la morte e con la vita migliorerà notevolmente. Il dualismo tra anima e corpo sarà protagonista senza che ve ne accorgiate, di tutta la vostra esistenza terrena. La mente si coalizzerà con il corpo per razionalizzare le ottime intuizioni, demotivare le velleità artistiche, sminuire il talento e, laddove ne abbiate la possibilità, ostacolare i viaggi astrali. Ricordo a questo proposito un faticoso pomeriggio nel quale stavo cercando di uscire dal corpo per verificare alcune sensazioni avute la sera precedente. Era tutto predisposto nel migliore dei modi: ambiente tranquillo, nessun rumore fastidioso, telefoni spenti e la giusta motivazione a rilassarsi. Era un’uscita per me molto importante, non sto a spiegarne i motivi precisi, ma basti sapere che, grazie a quella sperimentazione, avrei raggiunto una conoscenza più profonda sul lavoro della mente prima del viaggio astrale. Dopo pochi minuti di rilassamento iniziarono le famose vibrazioni (vero e unico sintomo dello sdoppiamento) e la totale indifferenza nei confronti dell’ambiente circostante.

Sarei uscito dal corpo nel giro di due minuti al massimo se non fosse stato per un fastidiosissimo prurito che mi costrinse a grattarmi e, di conseguenza, a interrompere il processo appena iniziato. In un primo momento non detti molta importanza al fatto e ricominciai a rilassarmi in attesa di nuove vibrazioni. Puntualmente tornai al momento cruciale di uscita e puntualmente ricomparve il prurito, localizzato in un’altra parte del corpo. Pur non credendo al caso, lo considerai un evento casuale e, senza spazientirmi, ripetei le operazioni di rilassamento. Anche il terzo tentativo sfumò con una serie di fitte pungenti che martoriarono la mia pancia senza un motivo apparente. Controllai accuratamente se questa situazione non derivasse dalla presenza di insetti o di qualche altra cosa, ma tutto risultò normale e, pertanto, procedetti con un quarto tentativo. Questa volta “l’aggressione” si manifestò con prurito e punture, quasi in un crescendo di sensazioni rivolte proprio a farmi desistere dal continuare. La mia mente lavorava sul corpo per ostacolare la mia uscita: era possibile tutto ciò? Decisamente sì. Spesso mi ero ritrovato a combattere tra la volontà spirituale e quella materiale. Di conseguenza ero a conoscenza degli ostacoli che la nostra mente oppone ai desideri spirituali, ma avere un riscontro così fisico del dualismo tra anima e corpo era una novità anche per me! Per quella sera vinsero i pruriti e le punture, poiché riuscirono a spazientirmi e a rimandare l’esperimento, ma da quel giorno in poi, la battaglia si sarebbe fatta ardua e costante, tanto da sfociare nel classico gesto del dito, che indirizzai al mio corpo in una delle mie successive uscite; già in pratica avevo mandato a quel paese me stesso, contento di averlo battuto con uno stratagemma che vi racconterò in uno dei capitoli seguenti.

Spesso amate mentire sulla vostra età per apparire ciò che non siete: è ridicolo! Siamo eterni e al mondo da migliaia di anni. Che senso ha toglierne quattro o cinque?


Indice del libro

Premessa: perché un manuale?
1. Chi sono
2. Che cos'è l’anima
3. Dalla vita alla morte, dalla morte alla vita
4. I miei primi viaggi astrali
5. Il progetto Ensitiv
6. Che cosa troverai nel piano astrale
7. Corpo fisico, corpo mentale e corpo astrale
8. Come funziona il tuo corpo mentale
9. Il corpo astrale: come ho ritrovato i miei nonni
10. Il corpo fisico
11. Comunicare con i viventi
12. Cos'è il mondo astrale
13. La tua anima in comodato d’uso
14. Perché è difficile rendersi immediatamente conto della propria morte
15. Il problema della morte improvvisa
16. La morte improvvisa da trauma
17. La morte improvvisa da infarto
18. A chi non piacerebbe scegliere dove morire?
19. La morte annunciata: il piccolo segreto per morire con serenità
20. La morte per cause naturali e la sensazione di beatitudine
21. La morte per annegamento o soffocamento
22. La morte avvolti dalle fiamme
23. La morte per avvelenamento o shock anafilattico
24. Incapacità di accettare la propria morte
25. Coma o stato vegetativo
26. Il suicidio e la sofferenza eterna
27. La morte in seguito a lente agonie
28. La morte degli animali e il mondo astrale
29. La morte di parto e la morte in sala operatoria
30. Nel mondo delle anime,nessun bambino viene mai lasciato solo
31. La morte di un nascituro
32. Il legame invisibile: come puoi comunicare con i defunti
33. Stragi o morte di più persone contemporaneamente
34. La morte per overdose
35. La morte nel sonno
36. Chi è il medium
37. Angeli e demoni
38. Cos'è la morte
39. Morte di soggetti malati di mente
40. Il vero e unico nemico della morte è l’Amore
41. Il mio rapporto con le anime
42. Il famoso tunnel e la morte apparente
43. I magici poteri della dimensione astrale
44. È giunto il momento: indicazioni pratiche per chi lascia il corpo
45. Incontro al vostro Dio
Conclusioni
Postfazione di Dario Marcello Soldan
L’Autore


Ensitiv
Manuale per Sopravvivere dopo la Morte - Libro >> http://goo.gl/DIbZMA
Esperienze di un viaggiatore astrale
Editore: Uno Editori
Data pubblicazione: Febbraio 2014
Formato: Libro - Pag 184 - 14x20 cm



lunedì 24 febbraio 2014

Patanjali Rivelato. La vera Voce dello Yoga

Patanjali Rivelato. La vera Voce dello Yoga

Gli Yoga Sutra secondo gli insegnamenti di Parahamsa Yogananda

di Swami Kriyananda



Finalmente svelati i segreti all'origine dello Yoga!

Per millenni questa importantissima serie di aforismi sullo Yoga, gli immortali Yoga Sutra, scritti dal grande saggio Patanjali per illustrare la via del risveglio spirituale, ha sfidato studiosi e mistici, che si sono interrogati sul vero significato delle sue parole.

Oggi il mistero è stato svelato!

Basandosi sui commenti inediti del grande Maestro indiano Paramhansa Yogananda, il suo discepolo Swami Kriyananda ci offre una visione pratica e vissuta di questi altissimi insegnamenti, rendendoli accessibili a tutti e spazzando via alcune delle interpretazioni affermatesi nel corso del tempo che li rendevano oscuri e difficili da applicare.

Fra i numerosi temi trattati:

le basi dello Yoga
gli otto passi verso l'illuminazione
il ruolo cruciale del cuore
come trovare la pace nel tumulto della vita
esempi ed esperienze di vita pratica.
Un gioiello d'ispirante chiarezza,
che ci offre la saggia guida di due grandi Maestri e di un grande Discepolo.

Un libro fondamentale per tutti gli studenti di yoga e i ricercatori spirituali di ogni sentiero.


Perle di ispirazione tratte dal libro

Gli Yoga Sutra di Patanjali rappresentano un appello appassionato a trascendere qualsiasi differenza religiosa. Il loro messaggio fondamentale è questo: "Ecco dei metodi che possono essere verificati e dimostrati. E' possibile conoscere che cos'è Dio attraverso l'esperienza  personale"

* * * * *

Paramhansa Yogananda ha dichiarato che il futuro della religione, ovunque, sarebbe stato la realizzazione del Sè: l'effettiva esperienza del Sè universale.

Patanjali ci mostra come raggiungere quello stato di unione con il Divino... Patanjali colma la nostra mente di perdono, di amore sincero e altruistico e di comprensione. Patanjali porta all'umanità  molto più che un fresco soffio di Verità.

Egli porta il vento di una nuova realtà, odoroso di fresche correnti di speranza:
la speranza non solo di un futuro migliore, ma di un futuro perfetto!

* * * * *

Fino a quando non si è conseguita la calma interiore, i vritti (inclinazioni o desideri e attaccamenti) non solo assumono molte forme esteriori, ma ci attirano anche profondamente in innumerevoli illusioni. Le nostre molteplici autodefinizioni non sono ciò che noi siamo veramente. Possiamo dire a noi stessi: «Sono un uomo (o una donna); sono ricco; sono americano; sono giovane (o vecchio); mi piace (o non mi piace) la cioccolata».

Niente di tutto ciò è vero.

Noi siamo l'Atman immortale, per sempre immutabile, il Sè Supremo.

La nostra natura egoica può condurci fino alle vette spirituali o farci precipitare in inimmaginabili abissi di depravazione; possiamo diventare santi o cadere così in basso da reincarnarci, infine, come germi. Dipende da noi. Noi non siamo i nostri vritti; essi determinano soltanto la nostre sorte temporanea nella vita. Noi siamo, e sempre saremo, l'Atman immortale, Dio. Questo è vero, perchè la Creazione stessa è soltanto la Sua manifestazione.

* * * * *

Specialmente in Occidente, siamo abituati a pensare che Dio sia completamente altro e che il nostro destino sia di rimanere eternamente separati da Lui. Il pensiero che noi, in realtà, diventiamo Dio è un concetto sconvolgente, al punto da sembrare quasi blasfemo.

In verità, Dio è l'unica realtà che esiste.

Nei nostri ego siamo eternamente separati, ma quando ci solleviamo al di sopra delle limitazioni della coscienza dell'ego, non c'è più, semplicemente, un altro luogo in cui essere!


Dicono del libro

Il mio Guru, Paramhansa Yogananda, condivise con me alcune delle sue più importanti intuizioni riguardo a questi sutra. ... Ho scritto questo libro facendo ricorso alla mia profonda conoscenza degli insegnamenti di Yogananda e alle mie riflessioni personali su tutto ciò che egli condivise con me quando eravamo soli nel suo ritiro nel deserto ed egli mi spiegava il significato sottile delle parole di Patanjali. Di conseguenza, conosco gli insegnamenti di Patanjali sullo yoga per come li ho appresi direttamente dal mio Guru; mi sono immerso in quegli insegnamenti per sessantaquattro anni. ... Amo la chiarezza e sento di dover lavorare nel miglior modo possibile per raggiungerla. Ho deciso di dedicarmi a questa opera perchè ritengo che il mondo di oggi abbia profondamente bisogno di questo libro.

Swami Kriyananda nell'introduzione

La forza unica di questo libro è la sua chiarezza cristallina, l'autore scrive con naturalezza ma con un'innata autorità spirituale: il frutto maturo di un discepolo istruito dal grande maestro Paramhansa Yogananda. Per tutti, conoscitori degli Yoga Sutra oppure no, questo libro sarà una perla: inaspettata, diversa, illuminante.

Kriyacharya Jayadev Jacrschky, direttore della Scuola Kuropea di Ananda Yoga, autore del bestseller Respira che ti Passa!

Perfino dopo duemila anni, quest'opera di Patanjali rimane il migliore manuale pratico per sviluppare una mente sana e positiva e conseguire l'appagamento spirituale.

Amit Goswami, PhD, fisico quantistico e autore di Guida quantica all'illuminazione


Leggi un estratto dal Sadhana Pata
Ecco un'anteprima del libro "Patanjali Rivelato. La vera Voce dello Yoga"

2.6 L’egocentrismo è l’identificazione di ciò che vede (l’organo della vista) con il potere di vedere.

L’identificazione con il corpo fa cadere la persona nell’illusione di pensare che, senza occhi, non potrebbe vedere.

Ovviamente, dal punto di vista fisico, quella che ho definito illusione è un fatto nudo e crudo: quella persona non potrebbe vedere!

Né potrebbe udire senza le orecchie, odorare senza le ghiandole olfattive, gustare senza le papille gustative, tastare senza il senso del tatto.

Tuttavia, quella persona è giunta in questo mondo da un livello di esistenza più sottile.

Nel mondo astrale, nel quale la morte ci rende liberi di ritornare, con i nostri corpi astrali noi abbiamo il potere di vedere, udire, odorare, gustare e toccare. In quel mondo, coloro che erano ciechi e sordi in questa vita possono vedere e udire perfettamente.

È un’illusione, quindi, dipendere interamente dai sensi esteriori.

Ricorda che, nel tuo Sé interiore, tu sei onnipotente quanto Dio, perché in quel Sé, tu sei Dio!

2.7 L’attaccamento è ciò che si manifesta insieme al piacere.

Questa affermazione è chiara. L’attaccamento a qualunque cosa si manifesta solo quando proviamo piacere in essa.

È importante per lo yogi imparare a godere delle cose in modo impersonale, senza attaccamento.

2.8 L’avversione è ciò che si manifesta dal dolore.

Quando vai dal dentista, per esempio, non permettere ai tuoi sentimenti di provare avversione di fronte al dolore causato dal trapano.

Sii impersonale.
Di’ a te stesso: «Questo sta accadendo, ma non a me».

2.9 Perfino i saggi rimangono aggrappati (per quanto debolmente) a questa vita, intrappolati nel flusso di soddisfazione che essa ha donato loro.

Perfino i saggi provano una certa soddisfazione nell’avere un corpo fisico e si aggrappano mentalmente a esso, seppure in modo lieve, quando giunge il momento di lasciarlo. Non si tratta di un vero attaccamento, poiché essi sono felici di lasciare il corpo in qualunque momento vengano chiamati.

Tuttavia, così come un maestro può sospirare inavvertitamente per la cattiva condotta di un discepolo, anche un’anima illuminata, al momento della dipartita dal corpo, può sospirare pensando: «Ecco, ce ne andiamo di nuovo, vero?».
Poi, comunque, accetta la situazione e vi si adatta rapidamente.

2.10 Tutti questi ostacoli (attrazioni, avversioni, e così via) possono essere rimossi tramite la percezione della loro causa primaria (l’ego).

L’ego è come le radici di un grande albero.
Quando le radici vengono uccise, l’albero muore.

È bene combattere contro le proprie debolezze individuali; è meglio, tuttavia, combattere le battaglie che sono più facili da vincere, piuttosto che lottare inutilmente contro nemici troppo forti per noi. Gradualmente, combattendo le battaglie che possiamo vincere, acquisiamo la forza per combattere anche quelle più ardue.

La guerra suprema, ovviamente, è contro l’ego stesso; la sua distruzione – o piuttosto la sua trasformazione – è l’obiettivo principale in ogni battaglia spirituale. Possiamo tuttavia combattere fino in fondo tali battaglie come se “mordessimo” un pezzettino alla volta, invece di sferrare un’unica campagna colossale.

Quando le persone ti lodano, rispondi loro: «È Dio che agisce». Quando ti biasimano, accetta il loro biasimo con calma e perfino, se possibile, con un sorriso amichevole. Quando qualcuno sminuisce la tua importanza di fronte agli altri, accetta la sua offesa con gratitudine interiore.

Invece di pensare a ciò che puoi trarre da una situazione, pensa: «Che cosa posso dare?». Invece di gloriarti di qualunque riconoscimento che ricevi, dai ogni riconoscimento agli altri. Invece di preoccuparti di cosa pensano gli altri di te, concentrati su ciò che puoi condividere con loro. Invece di aspettare a porgere la mano agli altri in segno di amicizia, inizia tu a mostrare gentilezza e benevolenza.

Non preoccuparti di sapere prima come gli altri si sentono nei tuoi confronti: sii un vero amico per loro.

Potrebbe arrivare il momento, come accadde a me molti anni fa, in cui potrai affrontare il tuo ego respingendolo con forza. Ricordo che stavo meditando, quando all’improvviso mi venne il pensiero: «È ora di affrontare seriamente il compiacimento che nutro per il mio intelletto limpido». Ricordo le esatte parole che usai: «Ne ho abbastanza di te! Non voglio avere più niente a che fare con te! VATTENE! ! !».
Le urlai, addirittura, con quanta più forza potei!

All’improvviso, sentii un grande senso di liberazione interiore. Poco dopo quella meditazione, vidi il mio Guru e mi inginocchiai davanti a lui per ricevere la sua benedizione. «Molto bene!» mi disse.

Da allora, non ho mai più sentito il bisogno di ricondurre qualcosa a me stesso.
Mi sento libero, nella misura in cui è possibile sentirsi liberi mentre si è ancora racchiusi in un corpo fisico. Di conseguenza, anche altri ostacoli – desideri, avversioni, simpatie e antipatie – non mi sembrano più reali.


Indice

Prefazione
Premessa
Introduzione

Samadhi Pada - Il Primo Libro

Sadhana Pada - Il Secondo Libro

Vibhuti Pada - Il Terzo Libro

Kaivalya Pada - Il Quarto Libro

Glossario dei termini sanscriti
Indice analitico


Swami Kriyananda
Patanjali Rivelato. La vera Voce dello Yoga - Libro >> http://goo.gl/LQgLdJ
Gli Yoga Sutra secondo gli insegnamenti di Parahamsa Yogananda
Editore: Ananda Edizioni
Data pubblicazione: Febbraio 2014
Formato: Libro - Pag 268 - 12,5x17



giovedì 20 febbraio 2014

Felici Più di Dio

Felici Più di Dio

Come trasformare la nostra vita in un'esperienza straordinaria

di Neale Donald Walsch



In questo nuovo libro, forse il più "pratico" nella vasta produzione di Walsch, l'autore offre un programma in 17 punti per cambiare concretamente la nostra esistenza per sempre, sfruttando le forze universali tramite cui si manifesta la divinità.

In particolare, l'Energia di Attrazione, simile alla nota "legge" che "The Secret" ha svelato al mondo intero. Non un libro di spiritualità teorica, ma un vero e proprio manuale di selfhelp.

La vera felicità si raggiunge quando si fa posto alla presenza di Dio nella nostra vita quotidiana. Basta smettere di giudicare e di lamentarsi, e imparare ad apprezzare quanto c'è di positivo intorno e dentro di noi.

E Neale Donald Walsch, celebre maestro di saggezza, ci spiega che è possibile farlo anche quando tutto va storto. Cinque infatti sono i Grandi Principi attraverso i quali si manifesta la divinità:

l'Energia dell'Attrazione, che ci dà potere;
la Legge degli Opposti, che ci apre diverse opportunità;
il Dono della Saggezza, che ci rende capaci di discernere;
la Gioia della Meraviglia, che è la fonte dell'immaginazione;
la Presenza dei Cicli, che ci offre l'eternità.
Insieme mettono in moto il Processo di Creazione personale, quello che Rhonda Byrne ha reso noto al mondo come «Legge dell'Attrazione» in The Secret.

Come attivare questo sistema complesso e meraviglioso? Come liberarci della negatività e scoprire la gratitudine? Come dare una svolta definitiva?

In questo manuale pratico e concreto, l'autore ci accompagna in un percorso in 17 passi (resta in contatto con ciò che sei, dona agli altri qualsiasi esperienza stai cercando, riconosci la perfezione, comprendi la tristezza, smetti di fare a pugni con la tua vita...) che ci porterà a essere felici più di Dio.

Perché dentro ognuno di noi c'è una guida spirituale, pronta a tramutare la nostra esistenza e quella di chi amiamo in un'esperienza straordinaria. Per sempre.


Estratto dal Libro

Dio mi ha chiesto di dirti che:

Non c'è niente da correggere;
ogni cosa chiede solo di essere celebrata.

Sei stato fatto per chinarti
così da scoprire tutti gli infiniti miracoli ai tuoi piedi.

E sei stato fatto per estenderti
così da trovare il Bellissimo Paradiso Personale
appena oltre
tutte quelle responsabilità che pensi di doverti assumere.

Quando invoco Dio e gli chiedo di parlarmi,
mi sento piccolo e solo, proprio come te.

Ma è proprio in quell'istante che,
senza alcun motivo particolare,
comincio a risplendere.


Attenzione! Stai assistendo a un meccanismo straordinario

Scopri la sorprendente verità che sconvolgerà il mondo con questo brano estratto dal Libro "Felici più di Dio" di Neale Donald Walsch

La vita serve per renderti felice.

Ci credi?
È la verità!

So bene che quando ti guardi intorno la situazione sembra diversa, eppure è vero.

La vita non vuole altro che la tua felicità.
La felicità è il tuo stesso destino.

E se tu sei già felice, devi renderti conto che sei destinato a esserlo ancora di più. E se per caso tu fossi davvero molto felice, ebbene, non hai ancora raggiunto la massima felicità.

Ma allora: quanto felice puoi essere?
Qual è il limite della felicità?

Puoi persino essere felice più di Dio!

Una volta ho sentito una signora che parlava di un uomo molto facoltoso. Lo descriveva così: «Quel tizio è più ricco di Dio!» È proprio questo che intendo: voglio dire che puoi essere felice al massimo livello.

Le parole che sto utilizzando devono essere prese alla lettera, non sono semplici modi di dire.

E questo ovviamente implica una lunga serie di interrogativi. Per esempio, significa forse che Dio sperimenta in qualche modo ciò che noi chiamiamo «felicità»? (La risposta è sì.) Significa forse che talvolta Dio è anche infelice? (La risposta è no.) Ma allora, se possiamo essere felici più di Dio, significa anche che siamo separati da Lui? (No.)

E dunque c’è qualcosa che ci sfugge…
Chiariamolo subito.

La realtà è questa: c’è una formula grazie a cui si può davvero essere felici più di Dio.

Non c’è mistico che non l’abbia conosciuta, la maggior parte degli insegnanti di una qualche forma di saggezza mistica ne sono al corrente, così come alcuni messaggeri spirituali contemporanei; tuttavia, nel corso dei secoli, questa formula si è trasformata in una sorta di «mistero»… per il semplice fatto che non se ne parla poi così tanto.
Anzi, non se ne parla quasi per niente.

Per quale ragione? Semplicissimo: sono pochi quelli che, prestando ascolto alle guide spirituali o ai messaggeri credono sinceramente che tale «formula misteriosa» possa produrre ciò che promette. E quando parli di cose alle quali in fondo nessuno crede, la tua popolarità cala in modo proporzionale.

Ecco perché, persino oggi, in un’epoca che immaginiamo caratterizzata dall’illuminazione intellettuale e spirituale, non sono molti gli insegnanti e i messaggeri spirituali che, pur conoscendo la formula, sono disposti a rivelarla. Oppure, se e quando ne parlano, vi fanno solo un accenno. La maggior parte di loro si trattiene infatti dal rivelare la metà più importante della formula, quella più stupefacente, e la custodisce come un segreto.

Ti trovi quindi al cospetto di una verità straordinaria,
di cui però tu puoi conoscere soltanto la metà.

Ma a che cosa serve una verità che non è rivelata per intero?
Com’è facile intuire, non è di nessuna utilità.

Anzi, per essere precisi, una mezza verità può persino dimostrarsi fuorviante, se non addirittura pericolosa. Quindi in queste pagine ti dirò la verità, tutta la verità e nient’altro che la verità.

E voglio cominciare analizzando i motivi per cui stai tenendo questo libro in mano; alla fine della mia spiegazione ti renderai conto di trovarti di fronte a un meccanismo straordinario.

Siamo d’accordo?
Ottimo!

Per prima cosa chiediti perché hai scelto proprio questo libro.

Te lo dirò io.
Lo hai scelto seguendo un impulso.

E quell’impulso, da dove accidenti è saltato fuori?

Da te. Fa parte di te.

Perché? Com’è successo che questo impulso è nato in te? Quali sono le sue cause?
E da quale porzione del tuo essere è scaturito?

Sono interrogativi le cui risposte occupano buona parte di questo libro…
e devo dire che sono estremamente interessanti.

Ma almeno per ora passiamo a una questione ancora più ampia: com’è accaduto che questo libro si sia trovato proprio qui – esattamente in questo posto, proprio dove ti trovi tu, e proprio adesso – non dico perché ciò suscitasse in te l’impulso di afferrarlo, ma anche soltanto perché tu lo vedessi?

Ecco, dimenticavo: è appunto questa la domanda fondamentale.

Se tu conoscessi la risposta a questa specifica domanda,
cambieresti la tua intera vita.

Ebbene, sto per darti la risposta:
tieniti pronto, perché sei sul punto di trasformare tutto.

Questo libro è «capitato» esattamente qui, in questo preciso istante, ora,

perché ce lo hai messo tu.

Intendo dire che sei tu che hai fatto in modo che si trovasse qui.

D’accordo, lo so: ci accingiamo a esplorare un bel po’ di concetti che spaziano dall’impossibile all’assurdo, almeno di primo acchito, quindi dovrai sforzarti di seguirmi con attenzione.

Ho già spiegato che il motivo per cui persino le guide spirituali contemporanee non si esprimono chiaramente, e non rivelano tutto ciò, è che ben poche persone sono disposte a crederlo. Ecco perché, giunti a questo punto, è necessario che tu prenda una decisione.

Vuoi appartenere a quella maggioranza?
Oppure sei pronto a oltrepassare qualsiasi confine?

Ti va di esplorare ciò che sembra inesplorabile, e saltare il fosso,
rinunciando alle tue attuali idee, costruzioni mentali e pregiudizi?

Se ti senti pronto, continua a leggere il libro, e tieniti saldo.

Ricorda, sei stato tu a creare cause e condizioni affinché questo libro si trovasse tra le tue mani, proprio qui, in questo preciso istante. Potrai anche credere il contrario, eppure lo hai fatto.

Come?

Con la fisica quantistica.

Capita spesso che la gente se ne serva senza neppure rendersene conto,
cioè senza esserne consapevole a livello conscio.

La fisica quantistica (o se il termine ti sembra troppo complicato, possiamo semplicemente parlare di scienza) dice che «non c’è nulla che venga osservato senza essere influenzato dall’osservatore».

Se ciò corrisponde a realtà (ed è così), significa che hai avuto un ruolo specifico in tutto ciò che sta accadendo adesso, per quanto riguarda il modo in cui sta accadendo. Le uniche alternative possibili sono che tu l’abbia fatto consapevolmente oppure no, con cognizione di causa oppure senza, volendolo oppure senza volerlo. Ma una cosa è certa: l’hai fatto.

Sei stato tu ad attrarre questo volume, e a predisporre le condizioni affinché ti accorgessi della sua presenza, lo prendessi e cominciassi a leggerlo.
E tutto ciò a causa del tuo profondo desiderio di essere più felice.

Questo libro ha compiuto un percorso, dalla tastiera del mio computer alla mia casa editrice, agli editori dei vari Paesi, e quindi dal tuo libraio alle tue mani, ma secondo modalità che non hanno nulla in comune con il caso, la coincidenza o la sorte.

Niente di tutto ciò è accaduto in modo fortuito.

Ragione per cui, sii felice:
sei appena stato testimone del più straordinario meccanismo dell’Universo.

Hai appena assistito al Meccanismo della Manifestazione.

O, in altri termini, ciò che hai appena visto è…

…Dio in attività.

(E se ciò non è sufficiente a renderti felice, niente potrà mai farlo.)

La sorprendente verità che sconvolgerà il mondo

Prima che il libro finisca, avrai raccolto un bel po’ di indizi che ti indicheranno la via per essere più felice. Parleremo dei passi specifici che dovrai compiere per trasmettere pace alla tua mente, amore al tuo cuore e gioia alla tua anima; e per fare in modo che vi dimorino per sempre.

Per quanto tali processi possano essere stimolanti, non è di questi che intendo parlarti adesso. Li comprenderai molto più a fondo, e quindi farai di essi degli strumenti assai più potenti, se li condivideremo in un contesto più ampio.

In effetti, al di fuori di tale contesto, potrebbero sembrare solo alcuni tra i tanti «consigli pratici per vivere meglio», al punto di trasformare questo testo in un ennesimo manuale di self-help. E non vuole esserlo affatto!

Con questo libro offro una spiegazione completa del funzionamento della vita.
Ecco perché può trasformare il tuo banale quotidiano in un’esperienza straordinaria!

Dopo aver seguito le mie spiegazioni, i passi a cui facevo riferimento poco fa acquisiranno un significato concreto, prenderanno vita. Per questo mi accingo a parlarti per prima cosa del Processo di Creazione Personale, dei Grandi Principi della Vita e della Verità Nascosta.

Negli anni Sessanta del secolo scorso c’era un adesivo che si attaccava ai paraurti delle macchine con uno slogan che diventò popolarissimo.
Era una semplice domanda: Dio è morto?

Alla base di quella formula c’era la constatazione che l’umanità si era evoluta così rapidamente, e a un punto tale, da rendere irrilevante Dio. In epoca più recente, tale pensiero è stato rinforzato dall’emergere di insegnamenti su quella che è stata definita la Legge dell’Attrazione, secondo cui ogni individuo avrebbe la capacità di creare la sua stessa realtà servendosi unicamente del cosiddetto «pensiero positivo» o, per dirla altrimenti, dell’«intenzione concentrata».

Ovviamente Dio non è morto, lo so per certo. E lo sa anche la maggior parte delle persone. I sondaggi hanno dimostrato che in ogni nazione, o cultura, la quasi totalità della gente crede in una forza o in un’energia superiore.

Ma allora, se gli esseri umani possono ottenere o procurarsi qualsiasi cosa vogliano nella vita, servendosi soltanto del loro potere personale, a cosa servirà mai un potere più grande? Quale utilità potrebbe avere? E quale scopo?

La sorprendente conclusione a cui molti stanno giungendo, in particolare sulla base della «via rapida alla felicità» che viene insegnata attualmente in tanti circoli, è che non abbiamo più alcun bisogno di Dio.

Ebbene, se credi in Lui, ciò che sto per dire ti renderà davvero felice.

Ma forse non subito. Anzi, è probabile che all’inizio sarai tra i molti che proveranno l’irresistibile istinto di sbarazzarsi di questo libro. Per favore, non farlo, perché ti perderesti qualcosa che ti piacerà davvero.

(Se d’altro canto non credi affatto in Dio, troverai le mie parole assai stimolanti, quindi resisti ancora un po’!)

È vero.

Non abbiamo più bisogno di Dio.

In realtà, non ne abbiamo mai avuto bisogno.

Non abbiamo affatto bisogno di Dio.

Ecco la sorprendente verità che sconvolgerà il mondo. È una Verità Nascosta che nessuno osa proferire. Ma ciò che abbiamo detto non rappresenta tutta la verità; ce n’è un’altra parte, che ha a che fare con il perché non abbiamo affatto bisogno di Dio.


Indice

1. Attenzione! Stai assistendo a un meccanismo straordinario
2. La sorprendente verità che sconvolgerà il mondo
3. La promessa in cui pochi crederanno; la verità che pochi sapranno accettare
4. La nuova Lieta Novella
5. Quando vedere non equivale a credere
6. La domanda più importante che sia mai stata posta
7. Opera del diavolo o opera di Dio?
8. Uno strumento dalla doppia impugnatura
9. I Grandi Principi della Vita
10. Scelte consapevoli o inconsapevoli?
11. Il miracolo che cambierà la tua vita
12. Quando tutto va per il verso sbagliato
13. La via d’uscita dalla trappola della negatività
14. La vita è un’avventura straordinaria
15. Non preoccuparti, ce n’è per sempre!
16. Ecco la Verità Nascosta
17. Non devi affatto preoccuparti per te stesso!
18. Come dimentichiamo, e perché
19. A proposito del «pensiero negativo»
20. La vera natura di Dio
21. La tua libertà assoluta è il più grande dono di Dio
22. Il Meccanismo della Manifestazione
23. Perché il Processo di Creazione è stato custodito in segreto
24. Il miglior modo per realizzare gli obiettivi personali
25. Il Processo di Creazione Personale e il dolore nel mondo
26. Come servirsi del Processo di Creazione Personale per contribuire a cambiare il mondo
27. I 17 passi per essere felici più di Dio
28. Sei l’artefice di una rivoluzione

Postfazione
Appendice
Nota per i lettori italiani


Neale Donald Walsch
Felici Più di Dio - Libro >> http://goo.gl/aen3pG
Come trasformare la nostra vita in un'esperienza straordinaria
Editore: Sperling & Kupfer Editori
Data pubblicazione: Febbraio 2014
Formato: Libro - Pag 224 - 13x18,5