mercoledì 2 aprile 2014

La Terapia Chelante: Disintossicarsi dai Metalli Tossici

La Terapia Chelante

Disintossicarsi dai Metalli Tossici

di Fiamma Ferraro



Un metodo scientificamente provato per prevenire gli effetti nocivi dei metalli pesanti e delle tossine presenti nell'ambiente e curare i danni da essi provocati alla nostra salute

Per la prima volta un libro che parla in maniera completa della Terapia Chelante. Questa efficace e scientificamente provata terapia ha la scopo di disintossicare il nostro organismo dall’accumulo di metalli pesanti e tossici.

L’inquinamento di questo tipo è infatti sempre più profondo: dall’aria all’acqua, dai cibi alle otturazione dentali, nell’ambiente in cui viviamo si trovano sempre più particelle per noi nocive. Le tossine che assimiliamo quotidianamente, e che si accumulano nel nostro corpo nel corso degli anni, possono scatenare o aggravare numerose malattie e accelerare il normale processo di invecchiamento.

Come possiamo quindi riconoscere i metalli tossici? Dove si trovano?
C’è una differenza tra i metalli pesanti e tossici?

Agiscono da soli o abbinati e potenziati da altre sostanze nocive?

Siamo veramente a rischio? Possiamo prevenire le intossicazioni?
Sono a rischio anche i bambini? Il rischio è uguale per tutti?

Quali sono le manifestazioni cliniche? Esistono test diagnostici?

La dott.ssa Fiamma Ferraro, esperta di terapia chelante, risponderà a tutte queste domande in questa straordinaria opera presentando le misure di prevenzione e le terapie dirette a liberare il nostro corpo del carico di metalli ed altri elementi tossici che tutti, con il passare degli anni, inevitabilmente accumuliamo.

“Viviamo in un mondo tossico, ma non dobbiamo per forza vivere anche in un corpo tossico”
Fiamma Ferraro


Anteprima "La Terapia Chelante" di Fiamma Ferraro

Le intossicazioni da metalli tossici possono essere in forma acuta oppure cronica

Intossicazioni acute e intossicazioni croniche:
non sono la stessa cosa.

L'esposizione ai metalli tossici viene generalmente classificata in base alla sua durata in giorni.

Le modalità che l'esposizione così definita può assumere sono:

- acuta — da 1 a 14 giorni
- intermedia — da 15 a 354 giorni
- cronica — maggiore di 365 giorni

Solitamente l'evento acuto è imprevisto e inaspettato: riguarda un'esposizione in ambienti nei quali si riscontrano livelli alti del metallo, come può avvenire nel caso di una sua fuoriuscita (a volte anche copiosa) da un impianto industriale, in laboratorio o in fase di trasporto. Le fuoriuscite sono generalmente attribuibili a incidenti e alla mancata applicazione delle dovute precauzioni.
In passato ci sono stati molti incidenti causati dal mercurio liquido che si usava nei termometri (il mercurio liquido sembra argento, spesso molto attraente per un bambino).

Un’esposizione cronica invece è continua, costante e ripetuta ma in “dosi minuscole”, che tuttavia con il passare del tempo si accumulano nell’organismo in quantità non più tanto piccole.
Quanto alle intossicazioni intermedie, non sono molto frequenti.

La medicina convenzionale conosce da molto tempo, e di conseguenza tratta, le intossicazioni acute da metalli tossici.

L’esempio più noto, citato nei testi medici di varie specializzazioni, è l’intossicazione da piombo in dosi notevoli. Vengono invece in genere presi in considerazione con minore attenzione i potenziali danni, lievi ma persistenti, provocati da fattori nocivi, in questo caso i metalli tossici che, pur in dosaggi minimi, sono costantemente presenti nell’ambiente e infine provocano anch’essi dei danni alla salute.

Questa tendenza della medicina a prendere in considerazione più i problemi medici acuti che non quelli cronici è dovuta al fatto che i sintomi di un problema acuto di solito sono relativamente eclatanti ed evidenti, ed è difficile non notarli.

Un fenomeno nocivo cronico, invece, come quello provocato dai metalli tossici in dosaggi minimi ma quotidiani o quasi, è costante ma “semi-nascosto”, poiché questi metalli piano piano si accumulano sempre di più nell’organismo in modo subdolo, subclinico e non sempre facilmente rilevabile. Può pertanto essere difficile per un soggetto avvertire, percepire e rendersi conto dell’oscura presenza dei metalli tossici.

Accumulandosi “silenziosamente” nei tessuti, con il passare del tempo questo tipo di accumulo, definito per l’appunto cronico, può tuttavia essere ancora più dannoso rispetto a un singolo evento acuto.

Generalmente in medicina prevale la mentalità del crisis management, ovvero della gestione della crisi o dell’evento acuto, in quanto in questi casi si interviene con maggiore facilità, seguendo specifici protocolli e linee-guida, anche se i fattori che hanno scatenato l’evento potrebbero non essere facilmente identificabili e trattabili.

Metalli e malattie cronico-degenerative

In Italia si stima che nel 2050 la spesa pubblica per la sanità sarà raddoppiata.

Come accennato, sono conosciuti da tempo in campo medico i danni provocati da avvelenamenti acuti da metalli tossici. Ora si va, per fortuna, seppur lentamente, diffondendo anche la conoscenza rispetto ai danni cronici provocati da intossicazioni lievi ma persistenti. Soprattutto in riferimento alle varie modalità terapeutiche da applicare in relazione a malattie croniche – degenerative provocate, o aggravate, da questi metalli e da altre tossine.

Le malattie cronico-degenerative da decenni regnano sovrane quali prima causa di morte e morbosità nei Paesi sviluppati.

Non è semplice mettere a punto dati statistici sulle cause di morte su ampia scala; tuttavia, in base ai dati dell’OMS, nei Paesi sviluppati e industrializzati, pur essendo lievemente diminuita la mortalità e la morbosità da malattie cardiovascolari, esse costituiscono ancora la prima causa di morte, causando un terzo di tutti i decessi.

Molti milioni di individui all’anno sono affetti da malattie cardiovascolari e moltissimi si sottopongono a un intervento di bypass aorto-coronarico; tra questi pazienti, il 3-6% perde la vita durante l’intervento oppure a seguito di complicanze da questo causate.

I tumori sono la seconda causa di morte, la quarta diagnosi in assoluto negli studi medici, poliambulatori e ospedali, e le statistiche negative attinenti al numero dei tumori purtroppo sono in aumento. Non si è avverato il sogno del presidente americano Nixon che nel 1972 dichiarò la guerra al cancro. Nei bambini, invece, dopo i traumi/incidenti, i tumori costituiscono la seconda causa di morte.

Al terzo posto negli adulti vi è l’ictus, ovvero le affezioni cerebrovascolari strettamente collegate alle malattie cardiovascolari.

Quarta causa di mortalità: le malattie delle basse vie respiratorie. Di recente l’OMS ha dichiarato che in molti casi per queste malattie è da prendere in considerazione l’inquinamento ambientale.

Nei capitoli successivi esamineremo il ruolo svolto da depositi di metalli tossici in queste malattie, e soprattutto come sia possibile trattarle con la terapia chelante in varie forme.

Qualche delucidazione e aggiunta

Ricordiamoci innanzitutto che l’organismo umano è dotato di grandissime capacità di autorigenerazione, per cui una terapia chelante ben mirata non può che agire in sintonia con remissioni spontanee o miracoli!

Può capitare di leggere sui giornali o sul web di casi di persone affette da una malattia (il più delle volte affezioni neurologiche) che sono miracolosamente guarite o migliorate dopo una terapia chelante. Di conseguenza, gli studi medici e gli ambulatori vengono a volte invasi da persone affette dalla malattia in questione che sventolano l’articolo in faccia allo specialista e pretendono di iniziare anche loro questa terapia.

Gran parte di queste persone successivamente rimane delusa per due motivi:

a) lo specialista oppure il medico di base non informato sconsiglia di intraprendere una terapia chelante;
b) il soggetto, convinto che la responsabilità dei suoi mali sia da attribuire esclusivamente a metalli tossici, si sottopone a una terapia chelante senza ottenere i risultati sperati.

In realtà, come ho già fatto presente, i metalli tossici sono UNO dei tanti fattori da prendere in considerazione in caso di malattia, ma non certo l’unico.

Pertanto, una terapia chelante, quando è indicata (come vedremo, non lo è sempre) ed è effettuata con le modalità terapeutiche appropriate, può migliorare la sintomatologia, ma non necessariamente “guarire” il soggetto al 100%.

Allora a cosa sono dovuti i “miracoli”?

A mio avviso entrano in gioco probabilità statistiche e, per semplificare il concetto, mi servo di un’analogia interessante: presso i miei studi effettuo trattamenti con un metodo di agopuntura, “Agopuntura 2000”*, molto conosciuto e rinomato nel Nord dell’Europa in quanto conferisce spesso risultati eccezionali in caso di patologie oftalmologiche (la classica agopuntura tradizionale cinese solitamente non è invece di grande aiuto in questi casi).
Ebbene, in circa 13.000 persone trattate con questo metodo in Europa, ci sono stati 9 “miracoli”: si trattava di persone del tutto non vedenti che hanno ripreso a vedere, al punto di poter guidare. Nelle altre migliaia e migliaia di casi, invece, nell’85% dei pazienti si sono riscontrati dei miglioramenti di un’entità intorno al 20% (in realtà, già questo potrebbe essere considerato un “piccolo miracolo”).

Nel contesto dei metalli tossici, invece, è probabile che nei soggetti “miracolosamente” guariti con una terapia chelante i metalli tossici fossero la causa esclusiva della malattia, ma purtroppo non è così nella maggior parte dei casi.

Se ci si sottopone a una terapia chelante, specialmente se si soffre di affezioni neurologiche, conviene non contare necessariamente sul “miracolo totale”, bensì tenere presente che se la terapia è indicata ed effettuata bene, ci potrebbero comunque essere dei miglioramenti.


Estratto dal libro "La Terapia Chelante" di Fiamma...

Leggi in anteprima la premessa e l'introduzione del nuovo libro di Fiamma Ferraro "La Terapia Chelante" dedicato a tutti coloro che vogliono proteggersi dai metalli tossici!

Premessa colloquiale: la realtà non-fantascientifica

Carissimo lettore, prima di comprare questo libro, avevi mai preso in considerazione la tematica dei metalli tossici e degli altri veleni ambientali?

Il lettore è pregato di riflettere intensamente, per non più di dieci secondi, prima di scegliere una tra le seguenti risposte:

a) No, credo di no.

Se, prima di leggere la quarta di copertina di questo libro, avete risposto così, allora forse, come tante altre persone, sapete “all’incirca” cosa possa essere un metallo tossico, ma vi sfugge magari la differenza con un metallo pesante. Inoltre, forse non avete la più pallida idea di dove si trovino i metalli cosiddetti “tossici”, pur sapendo in linea generale che l’ambiente è inquinato.

Forse sapevate invece che i metalli tossici si possono trovare in una vasta gamma di prodotti, ma vi sentivate tranquillizzati dalle affermazioni dei produttori, i quali assicurano che le quantità sono così infinitesimali da non comportare alcun pericolo di danni per l’organismo umano.

Ad esempio, sono rimasta esterrefatta quando, vedendo una mia amica-compagna di studi medici all’Università che dava al suo bambino numerose compresse contro l’acidità di stomaco, le avevo chiesto: «Ma lo sai che queste compresse contengono alluminio?» e mi ero sentita rispondere: «E allora? Che problema c’è?». Si è trattato dell’ultima goccia che mi ha indotta a sacrificare numerose nottate per riuscire a scrivere presto questo libro!

Ebbene, proprio questo testo potrebbe riservarvi delle brutte sorprese, in quanto non solo i metalli tossici si trovano anche nei posti più insospettati e inimmaginabili, ma possono aggravare, se non addirittura causare, un gran numero di malattie.

Grazie al cielo ci sono comunque dei modi per difendersi, e questo libro vi spiegherà come prevenire, limitare e trattare i danni da metalli tossici e altri veleni diffusi nell’ambiente.

b) So cosa sono i metalli tossici, ma non credo nella leggenda secondo la quale sono dannosi per la nostra salute.

Come spiego nel libro, non si tratta di credere o non credere, ma di accertare dei fatti scientificamente provati: fisiologicamente parlando, il livello accettabile di metalli tossici nei tessuti è dello 0,00.

Questo perché quando è stato “progettato” l’organismo umano, che in realtà è una macchina perfetta nel suo design, il “creatore-designer” non ha preso in considerazione la presenza nell’ambiente di massicce quantità di metalli tossici e agenti inquinanti; non possediamo pertanto dei meccanismi in grado di espellere, se non in minima quantità, queste tossine che quindi si accumulano nei tessuti con il passare degli anni.

Non tutti i metalli tossici però causano gli stessi effetti, e ritengo che questo sia uno dei motivi per cui ancora pochi medici prendono in considerazione la tematica.

Nel libro spiego perché e come i metalli tossici il più delle volte sono nocivi per la salute, e spiego inoltre perché certi soggetti potrebbero non accorgersi mai di essere intossicati, mentre altri invece si trovano alle prese, magari già in tenera età, con i sintomi di questa intossicazione.

c) Sono così preoccupato per gli effetti dannosi attribuibili ai metalli tossici, e tra l’altro anche per le scie chimiche e per la pianta con antiparassitari che è stata messa, contro la mia volontà, nell’ufficio in cui lavoro, che sto pensando di andare in giro con la mascherina chirurgica.

Ehm… no comment; la risposta si commenta da sola; purtroppo molti, per esempio in Giappone, vanno già in giro con la mascherina per difendersi dai fumi provenienti dai tubi di scappamento e, continuando così, tra poco sarebbe bene fare lo stesso anche da noi!

d) È da un po’ di tempo che mi sto documentando in merito; mi fa piacere che sia uscito questo libro in quanto spero di imparare qualcosa di nuovo, ma innanzitutto mi farebbe piacere sapere cosa si può fare per evitare danni alla salute.

Immagino e spero che la maggior parte dei lettori abbia scelto quest’ultima risposta.

I più informati avranno sicuramente sentito parlare della terapia chelante effettuata per endovena con l’acido etilendiamminotetracetico (EDTA); questa terapia “chelante” è così chiamata perché l’EDTA “afferra”, come fanno i granchi con le loro chele, i metalli tossici e li porta fuori dall’organismo.

Ovviamente nel libro si parlerà anche di questa terapia; purtroppo, però si tratta di una cura non agevole da praticare, costosa e che presenta una serie di svantaggi, pur trattandosi della terapia classica, in effetti inevitabile in certi casi.

La buona notizia è che, nella mia esperienza e anche in quella di altri medici e terapeuti che praticano da molti anni la terapia chelante negli Stati Uniti, in Russia, in Germania e in altri Paesi, in realtà è spesso possibile somministrare l’EDTA in modi diversi da quello per via endovenosa, e inoltre esistono vari altri agenti chelanti, più “convenienti” in tutti i sensi.

INTRODUZIONE DA NON PERDERE!
Pot-pourri di fatti tristemente interessanti!

Ecco alcuni “stuzzichini” per l’appunto tristemente interessanti, che dovrebbero afferrare, metaforicamente parlando, il lettore per la giacca e indurlo a leggere questo libro in una nottata, naturalmente dopo averne regalato copie agli amici!

La dottoressa Ella Thorpe, un medico che da anni si occupa della terapia chelante, ha prelevato una goccia di sangue da 250 persone sane, che non presentavano alcun sintomo clinico. Ebbene: ha riscontrato la presenza di metalli tossici nel 100% dei casi; e il livello era altissimo nel 17% di questi casi, alto nel 22%, significativo nel 39% e insignificante solo nel rimanente 2%.

Già nel 2000 negli Stati Uniti si stimava che un bambino su 22 avesse livelli elevati di piombo nel sangue.

Alcuni studi hanno accertato che nello scheletro delle persone morte negli ultimi centocinquant’anni si trova una quantità di piombo da 700 a 1000 volte più elevata rispetto a quella degli scheletri di persone morte prima della rivoluzione industriale. Eppure… è meglio non pensare di quanto aumenteranno ulteriormente questi livelli nei prossimi venticinque-cinquant’anni.

Possiamo fare alcuni esempi

Nelle esalazioni dalla bocca delle persone che hanno quattro otturazioni ai denti con amalgama d’argento, che contiene sempre mercurio, vi è una percentuale di vapori di mercurio superiore al massimo livello “accettabile” negli operai dell’industria. Quando la cavità orale è in contatto con liquidi caldi, come ad esempio il caffè, o con sostanze acide, in chi ha otturazioni con amalgama vi è un ulteriore aumento del vapore di mercurio.

Se si prelevasse qualche otturazione con amalgama e la si gettasse in un laghetto vi sarebbe, per eccesso di mercurio, un divieto di pesca, nuoto e immersione in queste acque in base alla legislazione di molti Stati negli USA.

Tutti i giorni più di cinquemila aerei sorvolano gli Stati Uniti, inquinando l’aria; in Italia non saranno forse cinquemila, ma in virtù della posizione geografica del nostro Paese sicuramente non sono pochi. È ancora possibile trovare frutta e verdura del tutto “pulita”? Probabilmente no.

Se i deodoranti-antiperspiranti sono super-efficaci nel prevenire odori potenzialmente imbarazzanti, c’è da “ringraziare” l’alluminio, il quale si deposita letteralmente nelle ghiandole sudoripare, ostacolando così la perspirazione. La prossimità anatomica delle ghiandole sudoripare ai linfonodi mammari e il fatto che al giorno d’oggi una donna su tre sia a rischio di tumore al seno, dovrebbero indurci a riflettere sul possibile nesso con l’alluminio.

Pare che l’elemento più tossico in assoluto sia l’uranio e il secondo in classifica il mercurio. Nella lista delle sostanze cancerogene il piombo, il mercurio e l’arsenico occupano i primi posti in assoluto, mentre la formaldeide, il cui uso è ammesso solo in proporzioni ultrainfinitesimali, è solo al 244° posto.

L’arsenico è aggiunto all’acqua potabile in alcuni Paesi a seguito del processo di filtrazione: questo metallo fa sì che particelle di materiale organico e inorganico presenti nell’acqua possano coalescere, e ciò facilita il filtraggio. Questo arsenico, però, una volta assorbito dall’organismo umano può aumentare il rischio di formazione di trombi. Milioni di persone che vivono nel Bangladesh sono a rischio di gravi danni agli organi e di tumori a seguito dell’ingestione cronica di arsenico presente nell’acqua. In Italia l’arsenico non viene “aggiunto” all’acqua potabile… ma c’è chi se lo ritrova comunque negli alimenti e nelle bevande.

Negli anni in cui è vissuto Van Gogh, l’arsenico veniva aggiunto alle pitture e il celebre artista eccentrico ne inalava costantemente i vapori; c’è chi sostiene che egli dipingeva “come vedeva” (in modo anomalo) in tutti i sensi!

Non è purtroppo facile stabilire il carico complessivo (total body burden) di metalli tossici nel corpo umano; a tale proposito sarebbe necessario farsi cremare per poi estrarre i metalli dalle ceneri e pesarli!


Indice

Premessa colloquiale: la realtà non-fantascientifica

Introduzione da non perdere!

Parte Prima - La presenza di metalli tossici e altre tossine nell’ambiente che ci circonda e i problemi da ciò derivanti

Metalli “pesanti” e “tossici”: definizioni e delucidazioni
Dimensioni di un problema non quantificabile
Utilizzi e ubiquità dei metalli tossici
“Chi bella e profumata vuole apparire, deve soffrire”… triste ma vero
Intossicazioni da metalli tossici nella storia… che continua
Esposizioni occupazionali
Metalli tossici killer: colpevoli o innocenti? Cosa ci dimostra la letteratura scientifica?
Danni per la salute derivanti dalla presenza di metalli tossici nell’ambiente
Parte Seconda - I "protagonisti": metalli tossici e altre tossine

I metalli tossici: eccone alcuni
La doppia faccia dei metalli pesanti
Sostanze chimiche nocive
La radioattività
Parte Terza - Sintomatologia e problematiche attribuibili a intossicazioni croniche da metalli tossici

Sintomi e diagnosi potenzialmente riconducibili a un'intossicazione cronica da metalli tossici
Meccanismi di tossicità
Alcuni problemi di salute in cui potrebbe essere notevole il ruolo dei metalli
I metalli tossici sono come il prezzemolo e certi politici
La psiconeuroimmunologia
Filo conduttore di sintomi vaghi e aspecifici
Sintomatologia e problematiche da intossicazioni croniche da metalli tossici in età pediatrica
Test per diagnosticare un'intossicazione cronica da metalli tossici
Parte Quarta - Il trattamento delle intossicazioni da metalli tossici: la terapia chelante

La chelazione
La storia della terapia chelante: l’EDTA
TERAPIA CHELANTE
Terapia chelante con EDTA
Altre forme di somministrazione di EDTA
Notizie più recenti sull’EDTA
Sostanze chelanti sintetiche diverse dall’EDTA
Agenti naturali con effetto chelante
Sostanze naturali chelanti con effetto più blando
La sudorazione: disintossicazione e chelazione per via diretta verso l’esterno
Ideazione di un protocollo chelante personalizzato e valutazione delle modalità terapeutiche
Quali potrebbero essere i sintomi attribuibili a una terapia chelante/disintossicante?
Quale dovrebbe essere il ruolo di un buon medico, sia per gli adulti che per i bambini?
Parte Quinta - Riflessioni, consigli e conclusioni

I puntini sulle "i": chi potrebbe trarre beneficio da una terapia chelante?
La prevenzione viene prima della cura: è possibile evitare i metalli tossici?
Consigli pratici per la quotidianità
Ulteriori riferimenti scientifici e bibliografici
Indice analitico
L'Autrice


Fiamma Ferraro
La Terapia Chelante - Libro >> http://goo.gl/nFFhM3
Disintossicarsi dai Metalli Tossici
Editore: Macro Edizioni
Data pubblicazione: Aprile 2014
Formato: Libro - Pag 224 - 13.5x20.5 cm