venerdì 30 maggio 2014

Risognare la Realtà

Risognare la Realtà

Ho’Oponopono e Huna: la via sciamanica per essere sani, felici e autorealizzati

di Dario Canil



Questo libro affronta alcuni tra gli argomenti più sentiti al giorno d'oggi, specie fra i giovani in cerca di risposte: una saggezza che si accompagni alla semplicità, il controllo della propria vita, la felicità e l’autorealizzazione fuori degli schemi

 Il titolo del libro è stato fortemente voluto dal suo autore: vuole essere onirico, suggestivo, accattivante e pertinente rispetto al tema trattato, che è rappresentato dalle metodiche sciamaniche Huna e Ho’Oponopono, illustrate con dovizia di particolari al fine di avviare il lettore anche meno esperto alla loro pratica quotidiana per ritrovare uno stato di benessere generale.

Dynaheart è una tecnica Huna di guarigione capace di riscrivere gli input poco opportuni registrati nella sfera dell'inconscio.

L’idea è di fare qualcosa di nuovo, di parlare di Huna e dell’altra metodica Ho’oponopono all’insegna di una chiave di lettura metafisica dell’universo, che lo collochi su un piano di virtualità modificabile dalla coscienza: una visione trasversale, comune ad esempio anche a David Bohm (grande fisico quantistico), Karl Pribram (neurofisiologo) e a Corrado Malanga (chimico).

Canil concepisce un universo olografico non locale, teatro dell’esperienza umana, che è pura proiezione della coscienza che intende conoscere sé stessa, e al cui interno operano i processi di trasformazione profonda (guarigione) veicolati appunto attraverso Huna e Ho’oponopono.

Scopri come migliorarti e acquisire una consapevolezza più ricca.


Dalla Quarta di Copertina

Risognare la realtà affronta argomenti antichi, ma molto attuali: il mistero della natura umana e le potenzialità dell'Essere. Attraverso l'accurata illustrazione delle potenti metodiche sciamaniche Ho'Oponopono e Huna, il lettore viene invitato a scoprire una saggezza che si accompagna alla semplicità, al potere e alla responsabilità sulla propria vita, alla felicità e all'autorealizzazione fuori dagli schemi.

Ho'Oponopono è una via pragmatica di riconoscimento della perfezione dell'Essere, attraverso il decondizionamento della propria percezione. DynaHeart è una tecnica Huna di guarigione capace di riscrivere gli input registrati nella sfera dell'inconscio.

L'autore affronta entrambe adottando una chiave di lettura metafisica dell'universo, che lo colloca su un piano di virtualità modificabile dalla Coscienza: una visione trasversale, comune sia all'antica sapienza iniziatica che a contemporanei uomini di genio come David Bohm (fisico quantistico), Karl Pribram (neurofisiologo) e Corrado Malanga (chimico e studioso della Coscienza).

Dario Canil concepisce un universo olografico non locale, teatro dell'esperienza umana, che è pura proiezione della Coscienza che intende conoscere se stessa, e al cui interno operano i processi di trasformazione profonda – e di guarigione – veicolati in modo semplice ed efficace attraverso Ho'Oponopono e Huna.

Risognare la realtà potrà aiutare ogni ricercatore dell'Anima a ritrovare la via verso casa: l'Infinito.


Introduzione

Questo è un libro pratico, ha la forza, se tu lo vuoi, di cambiarti la vita.
Tutti gli esercizi qui proposti sono di facile esecuzione e hanno lo scopo di coltivare efficacemente la presa di coscienza, il benessere, la pace, l’autorealizzazione e la libertà.

Questo è un libro di sciamanismo, condensa in sé millenni di antico sapere, raccontato in modo semplice e coinvolgente.

Questo è un libro di magia, quella vera, quella dell’Anima.
Parla di cosmologia, di misticismo, di amore, di potere, di conoscenza, di Realtà e virtualità, dell’Essere e dell’apparire.

Questo è un libro di Risveglio, ti racconta come accorgerti delle trame ipnotizzanti che ti rendono parte di un progetto globale in cui tu vieni concepito come uno «schiavo». Svegliarti è il modo che hai per staccare, via via, il segnale portante della socializzazione e per riprendere a pieno titolo nelle tue mani le redini della tua vita, acquisendo la capacità concreta di modificarne a piacimento le trame, secondo la tua coscienza, il tuo intento, la tua ispirazione.

Assumerti al 100% la responsabilità della tua vita ricontattando la gioia di essere, di manifestarti liberamente e di creare il tuo mondo è ciò che gli sciamani Huna delle Hawaii chiamano la «Via dell’Avventura» e, contemporaneamente è anche il senso profondo della pratica Ho’Oponopono, qui descritta in tutta la sua semplicità e straordinaria potenza.

Oggi che tutto è in accelerazione continua e che l’energia del sistema «pianeta Terra» sta aumentando sempre più, che il tempo percepito sta scorrendo sempre più velocemente, hai accesso rapido a millenni di straordinaria saggezza descritti in modo semplice e fluido. Attraverso un testo di facile lettura puoi ora immergerti in un patrimonio illimitato di potenzialità pratiche per coltivare la consapevolezza dell’Essere, la Presenza, il Silenzio e il Benessere nel quotidiano.

Ora questo libro è con te, tra le tue mani e questo certo non è un caso.

Il tuo potere personale lo ha condotto a te.

Ti auguro di farne buon uso.

E nella misura in cui ti accorgi di quanto ti fa stare bene l’assimilarne i contenuti, ti invito a diffonderlo, proprio come faresti con un sorriso, proprio come faresti con una risorsa preziosa che sai che può fare del bene a chi ami.

La Pace comincia da te.


Prefazione - Estratto da "Risognare la Realtà" libro di Dario Canil

Ecco un autore che ne ha capito davvero parecchio.

L'Essere è e non può che essere. Ed è Uno, perché se fosse due, tra l'uno e l'altro ci sarebbe il non-essere, che però non c'è.
Dario Canil

È tutto sintetizzato in questa semplicissima e ovvia frase.

Leggendola sono tornata indietro di 30 anni, quando al liceo cercavo di capire Parmenide & company. Allora mi pareva così stupido dover studiare certe cose, che mi sembravano nient'altro che ovvietà e inutili «paranoie mentali».

In realtà il nocciolo della questione è tutto qui.
Vivere questo concetto come l'ovvietà che è, probabilmente è quello che apre definitivamente gli occhi di questi gran sonnambuli che siamo.

Leggere Risognare la Realtà di Dario Canil, accidenti! Un tuffo in apnea in un mondo meraviglioso. Uno scritto che si legge senza respirare per paura di perdere qualche concetto importante.

Era tempo che non trovavo un libro così.

Leggo in totale, completa concentrazione per paura di perdermi qualche passaggio, ma allo stesso tempo in perfetta rilassatezza e nella gioia e nella meraviglia di vedere srotolarsi davanti a me, in maniera semplice e comprensibile, verità che sono sempre state mostrate come complicate e inavvicinabili. Dario, in questo testo, a mio avviso è davvero riuscito a rendere semplici delle cose che ho sempre considerato «super astruse»!

Albert Einstein diceva che non puoi dire di aver capito davvero qualcosa se non sei in grado di spiegarlo a tua nonna… allora devo dire che questo è un libro per le nonne!

Me lo sono proprio goduto questo viaggio e lo ripercorrerò (rileggerò) perché mi ha dato molto e so che ha la potenzialità di farmi riflettere profondamente su me stessa e sulla realtà delle cose, prerogativa che a mio avviso pochi testi hanno (caratteristica che probabilmente pochi autori possiedono… o forse, semplicemente, ci sono talmente tanti venditori di fumo in giro, che quelli davvero di spessore rimangono più nascosti).

Man mano che andavo avanti con la lettura, al di là delle nozioni che incontravo, alcune familiari, alcune meno (devo veramente fare i miei complimenti a Dario per la rielaborazione del Dynamind in DynaHeart, un’evoluzione incredibile di un sistema che appariva già grandioso), mi trovavo sempre più in sintonia con tutto quello che trasparisce essere alla base di tutti le riflessioni del libro.

Credo che la Verità sia una, ma vista da 7 miliardi di punti di vista, alcuni più diretti alcuni più contorti.

Penso anche che quando un’interpretazione risuona così vibrazionalmente allineata a quello che sento, sia la dimostrazione che sto andando, insieme al mio temporaneo compagno di viaggio (il libro e il suo autore), verso la stessa direzione, in maniera fluida. E si sa che se l’efficacia è la misura della Verità, la fluidità è il suo segnale di via libera.

Sicuramente la posizione da cui osservo io le cose, posizione che testimonio nei miei scritti, è diversa da quella da cui si pone l’autore di Risognare la Realtà, ma certamente stiamo analizzando le stesse cose. Dalla diversità nasce la vera ricchezza e vari punti di osservazione non possono che ampliare la visione del panorama.

L’affinità e la risonanza che sento, sono davvero la prova che stiamo attingendo alla stessa fonte.

E questo è grandioso, perché aumenta e contribuisce a rafforzare la via di condivisione e di diffusione che entrambi abbiamo intrapreso!

Grazie Dario. Un libro che mancava!

Giovanna Garbuio

Giovanna Garbuio, autrice di bestseller, è parte del trio Josaya ed è tra i massimi esperti in Italia di Ho’Oponopono e cultura hawaiana.


Indice

Prefazione di Giovanna Garbuio

Introduzione

Il sogno della Coscienza
Io creo il mio mondo
La virtualità modificabile
Il riscatto dell’individuo
Io sono. Io mi assumo la responsabilità
Sciamanismo Huna
La visione Huna. Il sapere segreto dei Kahuna
DynaHeart
Ho’Oponopono
La coscienza integrata con il TCTDF
Un mondo nuovo
Riferimenti bibliografici
Riferimenti filmografici
Riferimenti internet


Dario Canil
Risognare la Realtà - Libro >> http://goo.gl/LWLMv0
Ho’Oponopono e Huna: la via sciamanica per essere sani, felici e autorealizzati
Editore: Età dell'Acquario Edizioni
Data pubblicazione: Maggio 2014
Formato: Libro - Pag 176 - 14x21 cm



giovedì 29 maggio 2014

Che cos'è la cardiologia metabolica?

Che cos'è la cardiologia metabolica?

Stephen T. Sinatra, un noto cardiologo statunitense, ha sviluppato un protocollo a base di simil-vitaminici in grado di riattivare la funzionalità metabolica dei mitocondri

di Valerio Pignatta - 28/05/2014



Che cos'è la cardiologia metabolica?

Una caratteristica ricorrente delle terapie mediche è la loro lentezza nell'affermarsi e nel diffondersi, anche quando sono ottime e funzionali. Del pari riscontriamo una riluttanza da parte del corpo medico ad abbandonare determinate cure anche quando esse si sono dimostrate, magari da anni, inefficaci o addirittura dannose. Le spiegazioni di queste dinamiche sono probabilmente da ricercare in meccanismi sociali (gestione di posizione di potere, associazionismo ecc.) o culturali (crescita infinita dell'informazione biomedica, frammentazione delle opinioni ecc.). Sicuramente c'è anche di mezzo il cosiddetto gap tra ricerca scientifica e pratica clinica, ossia quel ritardo tra ciò che viene appurato in vari studi di settore nei laboratori degli scienziati medici e biologi e ciò che viene praticato nella comune cura in ambulatori medici e ospedali. Solitamente si parla di un ritardo di acquisizione delle scoperte dell'ordine di svariati anni.
Tenendo presente e verificando con mano questo ritardo, è interessante affrontare e illustrare la terapia cardiaca che negli Stati Uniti sta emergendo sotto il nome di cardiologia metabolica.
Come sappiamo in molti paesi del mondo, le malattie cardiovascolari precedono qualsiasi altra malattia come causa di morte.
Una spropositata proporzione di persone oltre i quarant'anni soffre di patologie cardiovascolari e anche l'ipertensione sta divenendo un luogo comune in classi di età che sinora ne erano state escluse.
Ma da qualche tempo si sta facendo strada in cardiologia un metodo di cura in grado di offrire risultati insperati solo sino a un decennio fa.

ATP e ossigeno

Il tutto è partito da un allargamento dell'approccio al problema. Normalmente si ritiene che il fattore principale che spinge alla genesi di patologie cardiache sia lo scarso afflusso di ossigeno al cuore. Tuttavia è stato ormai più volte dimostrato che la malattia cardiaca non dipende solamente dalla scarsità di sangue ossigenato che riesce a pervenire al cuore, ma dal disordine del muscolo cardiaco dovuto a una carenza di energia. Il focus quindi è stato spostato a livello delle cellule cardiache dove, in presenza di patologie cardiovascolari, si è potuta verificare un'insufficienza mitocondriale. Ossia l'ossigeno non è colui che provvede a fornire l'energia della vita. Ne è un cofattore essenziale, ma non ultimativo. Di fatto, l'elemento essenziale è un altro. Si tratta dell'adenosintrifosfato (ATP). L'ossigeno è un mattoncino utilizzato nella sua produzione.
I mitocondri sono organelli presenti nelle cellule addetti alla respirazione cellulare e sono coinvolti nella produzione di ATP, la molecola dell'energia meccanica ottenuta dall'assimilazione e trasformazione del cibo. In ogni cellula esistono centinaia di mitocondri. La loro efficienza è importantissima per il funzionamento dell'organismo.

Essi possono però andare in crisi a causa di varie sollecitazioni, come carenze nutrizionali di alcuni elementi nutritivi, stress eccessivo e duraturo, invecchiamento, intossicazione ambientale oppure assunzione per lunghi periodi di farmaci come statine, betabloccanti, antidepressivi e ipoglicemici.
La cardiologia metabolica affronta quindi il problema della debolezza cardiaca incentrando la risposta terapeutica sulla produzione di energia vitale. La patologia del cuore cioè viene interpretata semplicemente come un'assenza o carenza di energia, ossia di ATP prodotto dai mitocondri.
L'intervento clinico, quindi, si orienta al rafforzamento delle funzioni energetiche e respiratorie dei mitocondri per migliorare l'ossigenazione del flusso sanguigno, ma si interviene anche sull'accelerazione del ritmo con cui le cellule convertono le sostanze nutritive introdotte con l'alimentazione in energia, ATP. Se non c'è sufficiente ATP molte funzioni metaboliche vanno in crisi.

Affinché i mitocondri possano trasformare l'energia contenuta negli alimenti in una forma che l'organismo possa utilizzare (ossia appunto ATP e nicotinamide-adenin-dinucleotide NAD) occorrono alcune serie di reazioni: proteine, grassi e carboidrati devono essere convertiti in gruppo acetilico per potervi entrare. Per questa operazione, e per un efficiente ciclo di Krebs, servono enzimi che sono prodotti da diverse vitamine, minerali, acidi grassi e amminoacidi.
Il noto cardiologo statunitense Stephen T. Sinatra ha sviluppato negli anni un protocollo a base di simil-vitaminici che è in grado di riattivare la funzionalità metabolica dei mitocondri e la loro corretta produzione di energia. Per fare questo, egli ricorre ad alcune sostanze naturali quali il coenzima Q10, la L-carnitina, il D-ribosio e il magnesio.
Vediamo nel dettaglio cosa sono questi “fantastici quattro” di cui parla Sinatra.

I “fantastici quattro”

Sicuramente un ruolo terapeutico fondamentale in questa terapia lo riveste il primo elemento, ossia il coenzima Q10, di cui i ricercatori stanno scoprendo infinite virtù curative in vari ambiti.
Il coenzima Q10 è un composto lipidico simil-vitaminico (è detto anche vitamina Q). È attivo proprio nei mitocondri delle cellule dove è coinvolto, con una funzione di trasporto degli elettroni, nella produzione di energia tramite ATP. È un potente antiossidante protettivo nei confronti dei radicali liberi. Viene chiamato anche ubichinone proprio perché è presente in tutte le cellule del corpo (distribuzione ubiquitaria).
In natura, il coenzima Q10 si trova in vari alimenti come carne, pesce, frutta in guscio, spinaci, cereali integrali, soia, germe di grano, oli ecc. e viene sintetizzato anche da tutte le cellule dell'organismo stesso, ma sempre meno man mano che si invecchia. Può esserci carenza di questo elemento anche a causa di malnutrizione, uso di farmaci, malattie croniche ecc.
La L-carnitina è il secondo nutriente usato da Sinatra ed è un derivato aminoacidico utilizzato dalla cellula per trasportare sostanze nutritive come gli acidi grassi a catena media e lunga attraverso la membrana mitocondriale interna sempre al fine di produrre energia sotto forma di ATP . È anche utilizzata per detossificare i mitocondri e rendere più efficiente il metabolismo ossidativo.
La L- carnitina è contenuta soprattutto negli alimenti di origine animale come la carne e i prodotti caseari. Altri cibi che la contengono sono tempeh, avocado, pere, mele, pomodori, riso, funghi ecc.

Essa viene anche sintetizzata nel fegato e nei reni a partire da due amminoacidi essenziali (lisina e metionina) in presenza di vitamina C, vitamina B6 e ferro.
Le carenze possono essere dovute a una dieta vegana stretta o a malnutrizione e inoltre a malattie cardiache, sindrome di affaticamento cronico ecc.
Il D-ribosio è invece uno zucchero naturale a cinque atomi di carbonio (pentoso) che si trova in tutte le cellule viventi e fa parte di strutture complesse come l'acido ribonucleico e l'adenosintrifosfato stesso. Il ribosio è la sostanza utilizzata dalle cellule, comprese quelle cardiache e dei muscoli scheletrici, per preservare e sintetizzare nuovi composti energetici (nucleotidi dell’adenina). Esso si forma naturalmente attraverso una serie di reazioni biochimiche lente ed energivore. In dosi integrative è utile per la ricostituzione delle riserve di energia dell'organismo, esaurite per qualche motivo.
Il ribosio è un carboidrato ma non esiste in natura un alimento che lo contenga direttamente. È solitamente presente solo in piccole quantità non prontamente disponibili per essere fisiologicamente rilevanti in alcuni cibi come le carni rosse. Per produrne una maggiore quantità si possono però assumere quei cibi che contengono riboflavina (vitamina B2) che è un precursore del ribosio stesso (cereali, spirulina, lievito di birra ecc.). Esso viene comunque prodotto dal nostro organismo che lo sintetizza dal glucosio. Non esiste una carenza di D-ribosio vera e propria, ma una sua lentezza di sintesi rispetto ai bisogni dell'organismo, dovuta a malattie cardiache, scarsa ossigenazione cellulare ecc. Il ricorso all'integrazione di D-ribosio già sintetizzato permette di ricostituire velocemente le scorte di ATP che servono.

Il magnesio infine è un minerale che si trova in piccole quantità in tutti i tessuti umani. È il secondo catione intracellulare più comune (ione caricato positivamente) nel corpo umano, secondo solo al potassio. Esso è un cofattore decisivo per tutte le reazioni biochimiche che coinvolgono l’ATP. In medicina è noto inoltre perché migliora la rigenerazione cellulare, aumenta l'elasticità dei tessuti, agisce contro l'ossidazione e l'acidificazione, promuove i processi di eliminazione e dissolve le calcificazioni inappropriate a carico dei tessuti molli ed è di primaria importanza nella cura delle patologie cardiovascolari.
Il magnesio è l'ottavo elemento più abbondante sulla terra ed è contenuto anche in molti alimenti: cereali integrali, noci, mandorle, arachidi, miglio, grano saraceno, cacao, germe di grano, lenticchie, verdure verdi, carne, latticini ecc. Una sua carenza può derivare dall'uso di cibi industriali e troppo cotti, disfunzioni della tiroide, malattie croniche, patologie cardiovascolari, sforzi fisici, stress ecc. Le carenze di magnesio sono abbastanza documentate anche perché gli alimenti coltivati oggi ne contengono proporzionalmente molto meno che non alcuni decenni fa a causa dell'impoverimento dei suoli.

Malattie cardiache e non solo

Con questo approccio è dunque possibile curare malattie cardiocircolatorie come ipertensione, angina, aritmia, insufficienza cardiaca congestizia, prolasso della valvola mitrale, ipertensione ecc.
Gli studi che comprovano questa terapia ortomolecolare sono ormai molti e riconosciuti. Nei reparti di cardiologia di alcuni ospedali statunitensi il protocollo a base di questi simil-vitaminici è una realtà già da vari anni. Anche perché utilizzare quantità adeguate di antiossidanti, come appunto quelli sopra citati, permette anche di ridurre l'ossidazione del colesterolo e conseguenti danni alle arterie. Senza contare che gli antiossidanti permettono pure lo smaltimento di metalli pesanti e altre tossine ambientali che nuocciono al sistema cardiocircolatorio.
Ma se il cuore è senz'altro l'organo tra tutti che è più sensibile agli stress ossidativi, di certo non è il solo. Difatti, con questo sistema terapeutico si possono ottenere risultati notevoli anche in caso di altre malattie correlate alla respirazione mitocondriale come la sindrome X, la fibromialgia, la sindrome della stanchezza cronica, il diabete, l'insulinoresistenza ecc.

È dimostrato che l'insufficienza mitocondriale può derivare anche da uno stato di stress. Se un individuo spende energia più velocemente di quanto riesca a produrla, si crea una situazione metabolica che porta a una fatica differita.
La dottoressa americana Sarah Myhill, che si occupa di sindrome da affaticamento cronico da anni, da lei definita come una “insufficienza cardiaca a bassa gittata secondaria a una insufficienza mitocondriale”, afferma che «se pensiamo al glucosio e alla catena corta di acidi grassi come al carburante del motore, l’acetil-L-carnitina e il coenzima Q10 sono l’olio e il magnesio è la candela!».
Utilizzare questi rimedi ortomolecolari si è rivelato di efficacia superiore alle convenzionali terapie cardiologiche e immunitarie che anzi impediscono il corretto metabolismo mitocondriale e la produzione di ATP.
Purtroppo, per i vari motivi di cui si diceva in apertura, queste nuove scoperte e pratiche cliniche in ambito cardiologico (e non solo) sono ancora piuttosto sconosciute nei nostri ospedali e nei nostri ambulatori. Esse offrono tuttavia grandi speranze ai pazienti cardiopatici e prospettano loro un notevole miglioramento della qualità e della speranza di vita rispetto alle terapie farmacologiche tradizionali. Come sempre in medicina, il punto di forza sta nel risalire il più possibile alle cause di una malattia senza fermarsi ai sintomi. E in questo caso pare che l'obiettivo, perlomeno a livello fisiologico, sia stato centrato.

I fondamenti della terapia Sinatra

Coenzima Q10: si trova in vari alimenti come carne, pesce, frutta in guscio, spinaci, cereali integrali, soia, germe di grano, oli.
L-carnitina: è contenuta soprattutto negli alimenti di origine animale come la carne e i prodotti caseari. Altri cibi che la contengono sono tempeh, avocado, pere, mele, pomodori, riso, funghi.
D-ribosio: per produrne una maggiore quantità si possono però assumere quei cibi che contengono riboflavina (vitamina B2) che è un precursore del ribosio stesso (cereali, spirulina, lievito di birra ecc.).
Magnesio: è contenuto anche in molti alimenti: cereali integrali, noci, mandorle, arachidi, miglio, grano saraceno, cacao, germe di grano, lenticchie, verdure verdi, carne, latticini ecc.


Questo articolo è tratto dalla rivista

Scienza e Conoscenza - N. 43 >> http://goo.gl/SGid5p
Nuove scienze e antica saggezza per svelare i misteri della vita
Editore: Scienza e Conoscenza - Editore
Data pubblicazione: Febbraio 2013
Formato: Rivista - Pag 80 - Cartacea - Ebook


martedì 27 maggio 2014

Meglio Crudo per essere in forma e in salute

Meglio Crudo per essere in forma e in salute

Scopri l'alimentazione crudista e naturale, per essere in forma e in salute

di Rosanna Gosamo



Tutto quello che devi sapere, quello che puoi fare, quello che ti può aiutare...

per vivere più a lungo e in salute

L'autrice propone un percorso graduale di cambiamento dello stile alimentare, con tante informazioni sull'effettivo valore nutritivo dei più diffusi alimenti raffinati, su come funziona l'organismo e sul modo in cui rispettare i complessi e delicati meccanismi che assicurano una salute migliore per un periodo di vita più lungo.

Ogni passo proposto è un obiettivo che consente di migliorare la propria salute, alla luce degli studi più recenti e in ambito di alimentazione a base vegetale e raw food a livello internazionale.

Per tutti coloro che vogliono restare in forma, ritrovarla o dimenticare fastidiosi disturbi di salute.
Agli onnivori che iniziano a sentire un «rimescolio» interno, ma continuano a mangiare come prima perché «si fa così».
Ai vegetariani che abbondano in latticini e dolciumi.
Ai vegani che esagerano con il glutine e consumano solo sporadicamente verdura e frutta crude.
A chi vuole diventare crudista ma non sa come cominciare.
La guida più completa sul crudismo e sui suoi benefici per la salute, suddivisa in tre sezioni, con oltre 70 buone ricette per affrontare la fase di transizione e quella crudista vera e propria con facilità e gusto.

Questa ricca guida al crudismo vegano è un prezioso strumento per tutti coloro che abbiano veramente a cuore la propria salute, e quella dei propri cari. Oggi più che mai abbiamo bisogno di ritrovare un sano rapporto con noi stessi e con l'intero pianeta
Nicola Saltarelli


Anteprima del libro "Meglio Crudo" di Rosanna Gosamo

In genere, siamo guidati alla scelta di cosa mangiare dall’abitudine e dal gusto momentaneo.

Spesso, semplicemente, continuiamo a utilizzare alimenti che sono nella nostra vita da sempre, che abbiamo imparato a conoscere da bambini, nella nostra famiglia di origine.

Quando un cibo ha sempre fatto parte della nostra alimentazione quotidiana lo si dà per «scontato», fa parte della nostra zona di comfort e non si pensa proprio a metterlo in discussione!

I nostri gusti e le nostre convinzioni, però, si sono formati con l’apporto di «pressioni» esterne.
Per esempio, il fatto che ti sia stato offerto del latte con la raccomandazione di berlo «perché fa bene», oppure della carne dicendoti che «ti fa diventare grande e forte», ha creato in te opinioni ben radicate riguardo a queste categorie di cibi, indipendentemente dal fatto che ciò corrisponda a verità o meno.

Questa guida vuole essere un invito a rivalutare criticamente quelle credenze acquisite in maniera passiva e a scoprire cosa ti fa realmente bene e cosa no.

Per aiutarti a formare consapevolmente il tuo parere in materia di alimentazione, nei prossimi capitoli troverai tante informazioni utili sui cibi più consumati e commercializzati.

Guardandoti attentamente intorno, potresti anche iniziare a notare quante di quelle stesse persone che ti facevano le raccomandazioni, oggi stanno assumendo pastiglie per tenere sotto controllo la pressione, o come antiacidi, oppure hanno problemi di colite o di iperglicemia!

Da numerosi studi, e per motivi che approfondiremo via via, emerge che l’alimentazione migliore per l’essere umano è quella vegana e che, tra tutti, gli alimenti crudi si distinguono come i più digeribili, nutrienti e salutari. Tuttavia, proprio perché mangiare non vuol dire solo «nutrimento», il discorso risulta molto più complesso che fare una semplice scelta.

Sicuramente, di questi tempi, il primo passo è quello di essere informati su ciò che mettiamo nel piatto, su quali procedure vengono messe in atto per creare quel particolare prodotto e su cosa resti di effettivamente nutriente alla resa dei conti. Non guasta, inoltre, avere un’idea di come funziona il nostro organismo e di come possiamo rispettare i complessi e delicati meccanismi che ci assicurano una salute migliore per un periodo di vita più lungo.

Se vuoi scoprire qualcosa che la pubblicità non ti dirà mai, se stai iniziando a chiederti se puoi fare qualcosa di meglio per restare in forma o per ritrovarla, per perdere quei chili in più o per dimenticarti quei fastidiosi disturbi, questo libro fa per te.

Un viaggio nell'alimentazione cruda e vegana

Sono convinta che l’alimentazione cruda e vegana sia il meglio che si possa offrire al proprio corpo, perciò ti condurrò in un viaggio il cui scopo finale è aprire le porte a questo tipo di alimentazione.

Ogni passaggio, però, è sicuramente un progresso verso l’ideale nutrizione salutare per cui, se lo vorrai e ti ci troverai bene, potrai decidere di trattenerti in quello stadio solo per un periodo o anche per sempre, con la sicurezza di aver comunque attuato un miglioramento.

Se sei già convinto di voler diventare crudista e non sai come fare, se non conosci la varietà di cibi naturali e nutrienti che fanno parte di questo mondo; oppure, se ci stai pensando ma non sei del tutto convinto, perché hai le idee confuse e non sai a chi rivolgerti, questo libro è proprio quello che ti ci vuole!

Entrare nel mondo del crudismo significa fare una scoperta affascinante: i colori, i profumi e i sapori dei cibi, così come Madre Natura li ha creati, risultano sublimi per un palato ripulito, detossificato dai sapori adulterati e posticci del cotto e dell’industrializzato.

In una società che ci spinge sempre più verso il «facile», il «pronto» e il sofisticato (utilizzando - peraltro - procedimenti, additivi e sostanze altamente tossiche: veri e propri veleni!), il crudismo vegano vuol dire andare controtendenza, verso ciò che è naturale, in relazione con il nostro pianeta e con i nostri fratelli animali.

In queste pagine, troverai quello che avrei voluto sapere io quando il crudismo è entrato, di prepotenza, nella mia vita.

Ho passato mesi e mesi a leggere, osservare, cercare, informarmi su cosa e su come fosse meglio procedere. Ho ritenuto opportuno scrivere il risultato dei miei studi e della mia esperienza pratica, in quanto credo sia importante capire a fondo le scelte alimentari che facciamo, in modo da abbracciarne il significato completamente, altrimenti si rischia che diventino solamente una moda passeggera destinata a non lasciare traccia.

Solamente diventando consapevoli delle implicazioni, possiamo scegliere davvero liberamente. Penso che seguire comportamenti dettati dall’ignoranza non significhi scegliere, bensì essere obbligati a seguire ciò che propone il sistema, che sia salutare o meno.

Perchè crudo e perchè vegano

L’organismo umano è una macchina sofisticatissima in grado di adeguarsi alle situazioni più estreme, ma… ciò non toglie che, se queste ultime si protraggono nel tempo, se ne debbano pagare le conseguenze!

Infatti, il calore modifica la struttura molecolare del cibo, denaturandolo e rendendolo, spesso, meno utilizzabile da parte dell’organismo e più povero di nutrienti assimilabili. Il fatto controproducente è che, di tutto quello che consumiamo, la parte che non viene ben digerita o immagazzinata nelle opportune forme deve essere obbligatoriamente eliminata dall’organismo come materiale di rifiuto.

Assumere in continuazione alimenti denaturati (cotti) produce talmente tante scorie che gli organi di eliminazione (i cosiddetti emuntori - fegato, reni, sistema linfatico, polmoni, pelle) non riescono a compiere il loro lavoro in maniera adeguata. Si instaura, perciò, un processo di accumulo che provoca un generale stato di intossicazione dell’organismo che, col tempo, può sfociare nella malattia.

In origine era crudo

Nessun animale selvatico si alimenta con cibo cotto e l’uomo stesso, quando è comparso sulla Terra, un paio di milioni di anni fa, si alimentava con ciò che la natura offriva spontaneamente. L’apparato gastrointestinale di cui era dotato era perfettamente in grado di utilizzare al meglio questo cibo di cui si nutriva seguendo l’istinto e si può agevolmente pensare che, come gli altri animali allo stato naturale, non avesse a che fare con l’abnorme incidenza di malattie tipica dell’uomo moderno.

Dalla zona di origine equatoriale, vuoi per ricercare cibo, per esplorare il territorio oppure in seguito a modiicazioni geologiche (a quel tempo frequenti), l’uomo si spostò sempre più distante dalla zona climatica in cui si hanno la massima esuberanza della frutta e il completo rigoglio delle piante e fu costretto a trovare altre fonti di alimentazione. Ecco che inserì nella sua dieta carne e pesce, prede di caccia e, con l’introduzione dell’agricoltura circa 10.000 anni fa, i cereali.

All’inizio, sicuramente, sia la carne che il pesce vennero consumati crudi, ma i cereali mal si prestano a venire consumati in questo modo… Dopo la scoperta del fuoco, l’uomo capì come poteva aumentare il numero di fonti alimentari e migliorare le caratteristiche organolettiche dei cibi di origine animale: i primi reperti che ci fanno pensare a un uso del fuoco in tal senso risalgono a 400.000 anni fa (focolari di Ciu Ku Tien in Cina - Homo erectus).

A quel tempo, probabilmente, per l’uomo cuocere il proprio cibo fu una questione di sopravvivenza: fu costretto ad adattarsi al mutare della natura e alla scarsità di fonti immediate.

Inoltre, i villi intestinali, delicatissime strutture deputate all’assorbimento delle sostanze nutritive, in una persona che mangia prevalentemente alimenti cotti sono spesso quasi completamente ricoperti da prodotti di scarto non evacuati, che ne limitano notevolmente la superficie attiva. Anche mangiando in abbondanza, a livello cellulare l’organismo non viene nutrito adeguatamente e manda di continuo segnali di richiesta di altro cibo, nel tentativo di ricevere i nutrienti di cui necessita.

In definitiva, spesso si è malnutriti anche mangiando troppo, con il risultato di avere enormi accumuli di grasso, usato, tra l’altro, dal «saggio» organismo come posto sicuro in cui immagazzinare le tossine perché non possano fare ulteriore danno.

Una dieta basata su alimenti biologicamente appropriati ci permette di nutrirci in modo adeguato; gradualmente, ripulirà e «sturerà» i villi intestinali, così che il corpo inizierà ad assorbire correttamente le sostanze nutritive. La massa grassa diminuirà e salute e vitalità aumenteranno.

Definizione di «biologicamente appropriato»

È il cibo per il quale siamo fisiologicamente adatti.
Se paragoniamo l’anatomia umana a quella delle altre specie, possiamo rilevare che siamo differenti da granivori, carnivori, insettivori, erbivori e anche dagli onnivori (per esempio, maiali e orsi).

Nonostante molti «esperti» di nutrizione ancora ci classifichino comunemente come «onnivori», la grande differenza tra gli esseri umani e i veri onnivori, e la nostra preponderante similarità con i frugivori (i nostri cugini primati), non lascia alcun dubbio sul fatto che gli esseri umani siano una specie frugivora, cioè mangiatrice di frutta.

Da queste osservazioni, si possono trarre conclusioni logiche che ci permettono di determinare qual è il nostro cibo naturale. Il giusto cibo non denaturato, quindi crudo, ci fornisce tutti i nutrienti necessari, come accade per ogni altra specie vivente.

Il crudista mangia i cibi crudi, fermentati, germogliati o disidratati a una temperatura non superiore ai 42°C (per non perdere enzimi e vitamine), prevalentemente frutta, ma anche verdura, noci e semi. Una dieta bilanciata potrebbe essere costituita dal 75-80% di frutta, dal 10-20% di verdure (molto importanti sono quelle a foglia verde) e da un 2-3% di noci e semi.

Inserire progressivamente sempre più cibo adeguato e crudo nel proprio organismo è un investimento per la propria salute, anche se i condizionamenti culturali sulla necessità di cuocere gli alimenti sono fortissimi.

Molti studi hanno confermato i rischi connessi a un eccessivo riscaldamento dei cibi e a una cottura sbagliata (bollitura e stufatura prolungate, ma anche la cottura alla griglia di alimenti grassi). D’altronde, non è obbligatorio diventare crudisti al 100%, per quanto auspicabile per l’organismo: già un aumento della quota di frutta e di verdura crude, e una limitazione dei cibi più dannosi, basterebbe ad avere significativi benefici.

Noi siamo, letteralmente, ciò che immettiamo nel nostro corpo.

Ciò che costituisce la nostra alimentazione diventa parte di noi,
viene scomposto e va a formare i «mattoncini» che ci formano.


Indice

Introduzione

Prima parte - Quello che devi sapere

La leucocitosi digestiva e le conseguenze del consumo di proteine animali
Cronobiologia e alimenti vitali
Associare bene per digerire meglio
"Cibi" da evitare
Pane: ritorno alle origini
Cibi vitali da consumare con saggezza
La crisi eliminativa
E adesso?
Seconda parte - Quello che puoi fare

La cucina verso il crudismo
Le ricette
Terza parte - Quello che ti può aiutare

Il digiuno igienista
Altri aiuti naturali alla disintossicazione
La ginnastica energetica
Il rilassamento e la meditazione
FAQ Le domande più frequenti


Rosanna Gosamo
Meglio Crudo - Libro >> http://goo.gl/RAsjED
Scopri l'alimentazione crudista e naturale, per essere in forma e in salute
Editore: Sonda Edizioni
Data pubblicazione: Aprile 2014
Formato: Libro - Pag 288 - 13x24 cm



lunedì 26 maggio 2014

Suono e Coscienza

Suono e Coscienza

Il musicista e compositore Capitanata ci spiega come il suono evoca la vibrazione della coscienza

di Sergio D'Alesio - 26/05/2014



Suono e Coscienza

Sergio d’Alesio: Qual’è la funzione della sua musica?
Capitanata: Serve a raggiungere la pace e lo stato di relax e di meditazione, a rendere fresca e luminosa la mente e a connettersi con il trascendente.

Sergio d'Alesio: In realtà, lei sa bene che non sempre tutto ciò è possibile. Spesso la gente comune è in balìa di emozioni disarmoniche, di agitazione mentale e tutto questo impedisce il raggiungimento dell’armonia…

Capitanata: È precisamente attraverso la musica che si possono sciogliere queste disarmonie, prima di raggiungere la pace. La musica nasce proprio come strumento per agire sulle emozioni, per “guarire” le disarmonie della mente, come primo passo verso l’espansione degli stati di coscienza. Personalmente prima di suonare, non sono mai certo di essere in perfetta armonia con me stesso, ma mi aspetto di esserlo durante e dopo l’esecuzione. I riflessi di quest’armonia si estendono alla mia vita. La musica è piacere: si avverte la sottile felicità data dalla sua azione di scioglimento delle inibizioni che trattengono il fluire delle emozioni, liberando anche il muoversi del corpo. La musica è la magia sinestesica che permette di scoprire in sè altre dimensioni, grazie all’alchimia prodotta dai suoni sulle energie interne all’uomo. Essa richiama l’armonia dell’universo, permette di ricordarsi che questa armonia esiste, anzi è lo stato naturale dell’essere umano.

La musica è guarigione per la sua azione armonizzante sulla psiche. Non è e non si tratterà mai di una “pillola” che ci permette di conservare la nostra beata inconsapevolezza, ma di un’energia in grado di condurci attraverso processi di scioglimento psicofisico, comprensione intuitiva, liberazione. Da qualche tempo la musica di guarigione sta riguadagnando il suo spazio, attraverso la riscoperta dei suoni musicali come rimedio al disagio, là dove la parola non può arrivare, dove non bastano il linguaggio razionale o l’approccio psicologico per raggiungere la profondità delle emozioni e dell’essere nel suo insieme. Ma la musica non è soltanto un rimedio al disagio, e la sua forza è data dal collegamento ancestrale con la nostra essenza, con quell’energia creativa ed evolutiva che, magari addormentata, è presente in ogni essere umano e lo spinge alla realizzazione. Utilizzando un’antica immagine orientale, i disagi della mente sono soltanto un filtro di nubi che copre e rabbuia il nostro cielo, e la musica è il raggio luminoso in grado di squarciarle, per riscoprire il sole al di sopra, che non smette mai di diffondere la sua luce e il suo calore, anche quando non lo riusciamo a percepire. È questo il vero potere dell’energia musicale: la capacità di evocare l’armonia originale dell’essere, percepibile attraverso l’udito e gli altri sensi, fino a trascenderli e a creare il contatto con il “sesto senso”. Quest’armonia sinestesica che il linguaggio di un tipo di musica ispirata spiega con il potere del suono di evocare la vibrazione della Coscienza, di creare la connessione con l’essenza, ci induce a ritenere che la musica può essere “anche” terapia, ma che non si tratta “soltanto” di un rimedio, poichè, al di là della guarigione, essa può fornire anche ali per espandere i propri stati di Coscienza fino al contatto con lo spirito. Usufruendo della musica a fini di armonizzare e uscire dal buio, l’obiettivo ultimo non è tanto la guarigione da un sintomo di disagio emotivo, bensì elevare la frequenza vibratoria dell’essere umano per avvicinarla alla vibrazione essenziale della Coscienza.

               
Sergio D'Alesio, Capitanata
Il Potere Curativo della Musica - Libro + CD >> http://goo.gl/elcx29
Allegato il CD di Capitanata "Therapeutic Health Music" - 432 Hz Natural Notes
CapitanArt



mercoledì 21 maggio 2014

La terapia Gerson a sostegno del sistema immunitario

La terapia Gerson a sostegno del sistema immunitario

Terapia Gerson: una cura per contrastare il cancro e le malattie croniche

di Howard Straus - 21/05/2014



La terapia Gerson a sostegno del sistema immunitario

La terapia gerson è una terapia nutrizionale detossificante per la cura del cancro e di altre patologie croniche sviluppata circa 80 anni fa dal dottor Max Gerson per guarire le sue emicranie debilitanti. Un ulteriore sviluppo di questa terapia permise al dottor Gerson di guarire anche casi di tubercolosi, artrite e cancro.
La terapia Gerson prevede il consumo di numerosi succhi freschi di verdure e frutta biologiche (fino a 13), pasti vegani, supplementazione minerale e clisteri di caffè (se i pazienti non sono stati pre-trattati con agenti chemioterapici) allo scopo di aiutare il corpo a recuperare e mantenere un pH di 7,35-7,36. In tal modo, si garantisce un corretto e costante approvvigionamento di ossigeno ai tessuti, gli enzimi riprendono il loro compito di eliminare le cellule morte, e le cellule tumorali, che possono vivere solo in un ambiente acido, cominciano a morire. La stessa funzione immunitaria è ricaricata e ripristinata in modo da contribuire alla creazione di un ambiente ostile per la malattia.
La velocità con cui il corpo comincia a rispondere è fenomenale, spesso in giorni, talvolta anche poche ore dopo aver iniziato il regime alimentare. Per questo, anche se tale terapia è molto difficile da seguire, almeno inizialmente, i suoi risultati, primo dei quali il recupero ed il mantenimento di una salute stabile a lungo termine, anche in molti malati di cancro considerati “terminali”, giustifica l’impegno richiesto.

Il pH e la sua importanza

Gerson ha pubblicato decine di articoli in alcune delle migliori riviste scientifiche internazionali ad eccezione di quelle statunitensi, le cui pagine gli sono sempre state negate, per poi riportare i risultati raggiunti in un un libro scritto nel 1952.
Da oltre tre quarti di secolo, i pilastri fondamentali della terapia Gerson sono rappresentati da una fase di disintossicazione e di cura attraverso una corretta alimentazione, supplementata da vitamine, minerali ed enzimi allo scopo di ripristinare il sistema immunitario e ricostruire o riparare gli organi vitali che sono stati danneggiati da scelte di vita scorrette. Il principio fondamentale della terapia è che “when anything heals, everything heals” (quando qualcosa guarisce, tutto guarisce) quindi, quando il sistema immunitario funziona correttamente è possibile sanare le disfunzioni, eliminare qualsiasi agente patogeno e distruggere ogni cellula danneggiata.
Un recente libro di Nicholas Gonzalez e Linda Isaacs, di New York City, The Trophoblast and the Origins of Cancer, ha gettato ulteriore luce sulle ragioni alla base del successo della terapia Gerson.
Molte delle funzioni vitali avvengono ad un valore di pH vicino a 7,35-7,36. Il livello di pH è un importante sistema immunitario passivo che mantiene un ambiente ricco di ossigeno indispensabile per la vita delle cellule. Proprio per questo motivo, le cellule tumorali non possono vivere in un ambiente che è sano e vitale per le cellule normali.
Sembrano essere tre gli aspetti principali che favoriscono lo sviluppo di una malattia cronica o tumorale e tutti sono altamente dipendenti dal livello di pH dei tessuti:
1. la capacità di trasportare l’ossigeno da parte del sangue,
2. le possibilità di crescita e divisione delle cellule cancerose,
3. il normale processo di digestione ed eliminazione delle cellule morte.

Il pH ed il trasporto dell’ossigeno

I globuli rossi sono le cellule destinate al trasporto dell’ossigeno ad ogni altra cellula del nostro corpo. Una cellula completamente privata di ossigeno muore rapidamente, un’altra a cui arriva meno ossigeno del necessario cerca di adattarsi ma, nella maggior parte dei casi, soccombe presto. Otto Warburg scoprì un percorso alternativo di sopravvivenza cellulare, la fermentazione anossica, che permette ad una cellula di produrre energia vitale in assenza di ossigeno, acquisendo le caratteristiche di cellula tumorale. In questi casi, il ripristino di un adeguato apporto di ossigeno è sufficiente per recuperare un metabolismo normale.
Un aspetto molto importante che consente un regolare trasporto di ossigeno è che i globuli rossi, pur viaggiando in uno spazio ristretto e a contatto tra loro, tendono a non ammassarsi in gruppi. L'ammassarsi in gruppi comporterebbe una scarsa ossigenzione dei tessuti ostacolando anche il regolare flusso attraverso i capillari sanguigni, di dimensioni ridotte rispetto ai vasi. Per tale motivo, normalmente, i globuli rossi portano una carica superficiale netta in modo che, quando due globuli rossi si trovano in stretta prossimità, la forza repulsiva tra loro è inversamente proporzionale al quadrato della distanza che li separa. In altre parole, più si avvicinano, più si respingono reciprocamente, con le forze elettrostatiche che agiscono come una sorta di “lubrificante”, impedendo loro di “incollarsi”.
Per questo il valore del pH è un fattore molto importante nel trasporto di ossigeno. Se il pH del sangue scivola verso un valore di acidità (pH <7 ad="" adottano="" affamate="" aggregarsi="" capaci="" carica="" cellule="" dei="" di="" e="" globuli="" i="" la="" le="" loro="" metabolismo="" muoiono.="" non="" o:p="" o="" ossigeno.="" ossigeno="" perdono="" pertanto="" pi="" rossi="" sono="" superficiale="" tendono="" tessuti="" tipo="" trasportare="" tumorale="" un="" vari="">

Lo sviluppo delle cellule cancerose

Nel loro libro, The Trophoblast and the Development of Cancer, il dottor Nicholas Gonzalez e Linda Isaacs spiegano come lo sviluppo di una cellula differenziata da una cellula staminale di origine segue un percorso mediato, in più punti, dall’intervento di enzimi proteolitici. Le cellule staminali possono essere inattive o replicare semplicemente se stesse oppure replicarsi ed iniziare il percorso di differenziamento per lo sviluppo di nuovi tipi cellulari allo scopo di riparare o ricostruire un tessuto.
Il corpo umano possiede circa 100 trilioni di cellule, le quali sono quasi tutte sostituite ogni 18 mesi. La velocità di rimpiazzo è diversa per tipologia di tessuto ma, in generale, essendo 100 i trilioni di cellule sotituite ogni 18 mesi o 550 giorni, allora ogni giorno un minimo di 180 miliardi di cellule sono rinnovate.
Il corpo deve quindi mantenere un ambiente favorevole per il buon funzionamento del processo. Se l'ambiente non è ottimale esistono circa 200 miliardi di possibilità al giorno che possa accadere qualcosa di sbagliato a livello cellulare. Il corretto percorso di sviluppo e differenziamento di una cellula staminale è determinato dalla presenza di enzimi proteolitici funzionanti. Quando si trovano in un ambente acido, l’attività di questi enzimi è neutralizzata e le cellule staminali tendono a replicarsi incontrollate senza differenziarsi, producendo molte delle molecole che servono per la loro crescita.
Nel processo di riproduzione umana esiste uno strato di cellule chiamato trofoblasto che serve per la nutrizione dell'embrione e da origine ad alcuni annessi embrionali (placenta). Ebbene Gonzales, nel suo libro, mostra la sorprendente somiglianza biologica tra il trofoblato e la cellula staminale tumorale.

I rifiuti ed il loro destino

Siamo a conoscenza dell’importanza che assume lo smaltimento dei rifiuti nelle città per questioni non solo di decoro ma soprattutto di igiene pubblica. Lo stesso vale per la salvaguardia dei nostri corpi. Dove spariscono i circa 180 miliardi di cellule che muoiono ogni giorno? Anche il nostro organismo ha dunque bisogno di un efficiente sistema di rimozione che non solo identifichi ma digerisca ed elimini le centinaia di grammi di “rifiuti” prodotti ogni giorno.
In generale, se la quantità di rifiuti prodotta nei già citati 550 giorni ammonta a circa 100 kg, allora troviamo che circa 200 grammi di materiale deve essere eliminato quotidianamente. Chi elimina le cellule morte? Ancora una volta, entrano in gioco gli enzimi proteolitici che digeriscono e dissolvono questo materiale morto per far posto a nuove cellule. Occore ricordare che gli enzimi proteolitici funzionano solo in un ambiente alcalino. Un aumento del livello di acidità o l’introduzione, ogni giorno, di grandi quantità di proteine animali non solo impedisce il corretto funzionamento degli enzimi, ma dirotta i pochi rimasti attivi per digerire il cibo, lasciandoci così vulnerabili a molti processi patologici.
Solitamente, i pazienti che si affidano alla terapia Gerson, hanno un pH acido di 6,5 o inferiore. Le tossine e gli alimenti acidificanti, l’uso di farmaci e le sostanze chimiche ambientali accumulati nel corso della vita, hanno sopraffatto la capacità del corpo di resistere promuovendo la comparsa di malattie spesso considerate inguaribili.

Credits
Per gentile concessione di Townsend Letter August/September 2012 (#349/50)

Bibliografia
1. Ward, PS, “History of the Gerson Therapy”, contract report produced for the US Office of Technology Assessment, US Government Printing Office, Washington, DC, 1988.
2. Gerson, M MD. A Cancer Therapy: Results of 50 Cases, Sixth Edition. The Gerson Institute, San Diego, CA, 2002.
3. Gonzalez, N MD, Isaacs, L MD. The Trophoblast and the Origins of Cancer, New Spring Press, New York City, 2010.
4. Warburg, O, Nobel Laureate, Director, the Max Planck Institute for Cell Physiology, Berlin-Dahlem. “The Prime Cause and Prevention of Cancer”. Lecture at the 1966 gathering of Nobel Laureates, Lindau, Germany.
5. Abramson, HA, Moyer, LS, “The Electrical Charge Of Mammalian Red Blood Cells”, from The Biological Laboratory, Cold Spring Harbor, Long Island, Mar. 20, 1936.
6. http://www.understandinganimalresearch.org.uk/glossary/ “Stem cell: An immature cell capable of both indefinite proliferation and specialization into all cell types found in the body, e.g. in the blood or in the brain.
7. http://ezinearticles.com/?Pancreatic-Digestive-Enzymes-Deficiency&id=3291730 “Acidity literally kills pancreatic function, which leads to indigestion, deficiencies of vital nutrients, and deficiencies of vitamins, minerals and trace elements. Poor digestion caused by excessive acidity can be the underlying cause of many diseases and disorders.”
8. Beard, J DSc, The Enzyme Treatment of Cancer and Its Scientific Basis, originally published by Chatto & Windus, London, 1911, republished by New Spring Press, New York City, 2010.
9. Gerson, C, Bishop B, Healing the Gerson Way: Defeating Cancer and Other Chronic Diseases, Second Edition, Totality Books, Carmel, CA, 2009.


Charlotte Gerson, Beata Bishop
Guarire con il Metodo Gerson + DVD >> http://goo.gl/hrypft
Come sconfiggere il cancro e le altre malattie croniche - All'interno "Se Solo Avessimo Saputo..." IL FILM
Editore: Macro Edizioni
Data pubblicazione: Aprile 2009
Formato: Libro + DVD - Pag 360 - 17x24



venerdì 16 maggio 2014

Acqua: elisir di lunga vita

Acqua: elisir di lunga vita

L'importanza di una corretta idratazione per vivere a lungo in salute senza bisogno di farmaci

di Fiamma Ferraro - 14/05/2014



Acqua: elisir di lunga vita

Mentre si dedica in genere molta attenzione a definire quello che bisogna/non bisogna mangiare, e in quale quantità, non sempre si dedica abbastanza attenzione alla funzione del bere, che pure viene, per importanza, subito dopo il respirare e ben prima del mangiare. Lʼuomo non può infatti sopravvivere più di pochi giorni senza bere, ed è costituito per il 70-90% di acqua (la percentuale, massima alla nascita, diminuisce con lʼetà: purtroppo ci “rinsecchiamo”).
Mi sembra quindi che valga la pena di approfondire il discorso, per vedere cosa sia meglio bere, per mantenere la nostra riserva di “liquidità” in buone condizioni.

Quanto e come bere

Innanzitutto, vale anche per il bere quello che ho osservato parlando del respirare: occorre tenere presente che la costituzione dellʼuomo – e quindi i suoi istinti naturali – sono ancora quelli dei tempi delle caverne, mentre le sue condizioni di vita sono cambiate radicalmente. Quanto al respirare: i ritmi respiratori che ci verrebbero naturali e istintivi non sono quindi sempre ottimali e vanno spesso riaddestrati. Quanto al mangiare: lʼuomo preistorico, quando aveva la fortuna di trovare del cibo, aveva il giusto istinto che lo portava a rimpinzarsene, per sopravvivere ai successivi giorni in cui non ne avrebbe probabilmente avuto. Abbiamo ancora il suo stesso istinto, anche se abbiamo il frigorifero in casa e il supermercato a due passi! È quindi evidente, anche per il mangiare, che lʼistinto naturale non ci è sempre utile e va controllato.

Parliamo ora del bere. Anche qui lʼistinto naturale non sempre è affidabile.
In particolare le persone anziane, ma non solo, non sentono abbastanza lo stimolo della sete, e devono costringersi a bere a ore regolari, anche in assenza di sete (che è già di per sé un sintomo di disidratazione). Sono necessari circa 2 l dʼacqua al giorno (un poʼ più o un poʼ meno, a seconda del peso e di altri fattori). Un aspetto al quale non si dedica in genere abbastanza attenzione è la “tempistica del bere”.
Per utilizzare e assimilare lʼacqua nel modo migliore bisognerebbe evitare di berne grandi quantità tutte insieme. Lʼideale sarebbe bere un bel bicchiere dʼacqua ogni ora. Anche se questo è in pratica difficilmente attuabile, perlomeno quando siamo tranquilli in casa cerchiamo di ricordarcene. È bene inoltre non bere troppo durante i pasti; ciò infatti, diluendo troppo i succhi gastrici, può rendere meno efficiente la digestione.

Il problema della qualità

Provvedere alla quantità non è tuttavia sufficiente. Occorre pensare anche alla qualità di quello che si beve, e a questo riguardo sorgono non pochi problemi e interrogativi.
Sono purtroppo ben noti i problemi ambientali che fanno sì che in molte zone la qualità dellʼacqua sia tuttʼaltro che ottimale, dato il degrado e lʼesaurimento delle falde acquifere e lʼassottigliarsi delle sorgenti di buona qualità; (mi limito a questo riguardo ad accennare alla problematica di alcune sostanze di natura ormonale e di vari medicinali i cui residui, passati nelle acque, non sono eliminati a sufficienza dai sistemi di depurazione).
In quelle poche zone in cui vi è unʼacqua sorgiva di buona qualità, questʼacqua preziosa è necessariamente usata, nelle case, anche per lavare i pavimenti!
Sarebbe veramente stato il caso, molti decenni fa, di realizzare nelle case delle condutture e rubinetti differenziati: da una parte per lʼacqua da bere, e dallʼaltra per lʼacqua con cui lavare. Ora lʼacqua del rubinetto di buona qualità è ormai così rara che non vale più nemmeno la pena di pensarci. Lʼacqua del rubinetto, pur sterile e non velenosa e pur non provocando guai a breve scadenza, è ormai quasi ovunque di qualità non adatta per lʼingestione, soprattutto se si vuole mantenere lʼorganismo in condizioni ottimali. Un pensiero va dedicato anche alle tubature dellʼedificio che spesso, se vecchie, rilasciano nellʼacqua troppo rame o addirittura piombo.

Molti ripiegano sullʼacqua minerale, di cui si fa un largo consumo, ma anche questa soluzione non è ideale. Non lo è innanzitutto per lʼambiente (una famiglia di 4 persone con un consumo di 2 l dʼacqua a testa provoca infatti più di 8 contenitori-bottiglie di plastica da smaltire ogni giorno) ma non lo è a volte nemmeno per chi beve. A questo proposito avrebbe meritato una maggiore attenzione anche in Italia una notizia, pubblicata tempo fa, riguardante unʼindagine, condotta dallo scienziato canadese W. Shotyk per lʼuniversità tedesca di Heidelberg, sulla qualità di 132 marche di acque minerali, provenienti da 28 Paesi, contenute in bottiglie di plastica. Shotyk ha infatti constatato che il materiale (polietilene tereftalato, PET) contenuto nella plastica delle bottiglie di queste 132 marche, rilasciava nellʼacqua sostanze tossiche, tra le quali soprattutto lʼantimonio (metallo chimicamente simile al piombo che può provocare nausea, vertigini e depressione) in quantità preoccupante, e tanto più elevata se le bottiglie erano conservate per più di 3-6 mesi o esposte al sole.
Le acque minerali in bottiglie di vetro sono probabilmente preferibili, anche dal punto di vista dellʼimpatto ambientale, ma difficili da trasportare e più care; secondo alcune fonti inoltre (ma non ho sullʼargomento dati certi) per disinfettare le bottiglie riciclate verrebbero impiegate delle sostanze potenzialmente dannose. Sarebbero forse preferibili delle acque minerali impacchettate nel cartone (come già si fa con alcune marche di vino e con il latte) ma non ne ho ancora trovate in giro, e poi anche in questo caso resterebbero i problemi ambientali causati da tutto il traffico di camion necessario per trasportare i pacchetti dʼacqua e riciclare i contenitori vuoti.

A parte i problemi del contenitore, se si guarda al contenuto, a mio avviso è preferibile bere acque oligominerali, e cioè con un esiguo contenuto in minerali (con un residuo fisso a 180 °C inferiore a 200 mg). Il calcio e gli altri minerali disciolti nellʼacqua si trovano infatti in una forma difficilmente assimilabile: si tratta in sostanza di pietre sciolte, anche se in forma microscopica, e lʼorganismo umano ha bisogno dellʼintermediazione delle piante per assimilare minerali da terra e pietre.
Lʼacqua non ha il compito di nutrire; ne ha invece molti altri, tra cui quello di depurare, per questo posso solo consigliare di investire in un buon apparecchio
(ce ne sono ormai di molte marche a prezzi abbordabili) per la depurazione/ filtraggio casalingo dellʼacqua del rubinetto. Alla lunga la spesa sarà ricompensata dal risparmio sullʼacquisto dellʼacqua minerale.

Gli apparecchi per il trattamento/ottimizzazione dellʼacqua

La cattiva qualità dellʼacqua che abbiamo a disposizione ha portato al fiorire di unʼinfinità di “aggeggi” diretti al miglioramento di questa qualità; questi aggeggi, a quanto si afferma, dovrebbero non solo filtrare ma spesso anche “vitalizzare” con varie procedure (dalla magnetizzazione alla produzione di vortici ecc.) e rendere più assimilabile (modificandone
la struttura) o alcalina lʼacqua che beviamo. Per quanto riguarda la depurazione/filtraggio, le procedure sono chiare e provate. Si va da una depurazione lieve, che trattiene solo poche sostanze, allʼosmosi inversa, che le trattiene quasi tutte, alla distillazione, che trattiene tutto, lasciandoci solo acqua pura, H2O, il che, secondo alcuni, presenterebbe degli svantaggi; secondo altri invece, che osservano come la funzione dellʼacqua non sia quella di nutrire (il calcio e i minerali devono essere assimilati con il cibo) si tratterebbe di quella ideale, un tempo fornita, in natura, dallʼacqua piovana (che è appunto H2O pura) ormai contaminata da varie sostanze dannose e non più bevibile.
Per quanto riguarda invece le varie procedure di “vitalizzazione” e potenziamento energetico, molte delle procedure reclamizzate mi sembrano abbastanza “esoteriche” e poco fondate scientificamente. Di molte altre non ho unʼesperienza diretta. Mi limito quindi, tra le infinità di procedure disponibili sul mercato, a illustrarvene due di cui ho avuto unʼesperienza diretta e che mi sembrano tra le più attendibili.

L'acqua ricca di idrogeno di Hayashi

La prima è tutta basata sul ruolo dellʼidrogeno, e parte dal Giappone, dallo scienziato dottor Hayashi Hidemitsu.
Nei suoi studi portati avanti fin dal 1985 Hayashi (e con lui anche altri scienziati) osserva che lʼidrogeno esercita un effetto antiossidante superiore e più efficace rispetto a qualunque altra sostanza. Tutti sanno infatti che lʼacqua è composta da idrogeno (H) e ossigeno (O): due atomi di idrogeno si legano a un atomo di ossigeno, formando lʼacqua (H2O). In altri termini, se idrogeno e ossigeno non avessero questa forte attrazione lʼuno per lʼaltro lʼacqua non esisterebbe, e quindi non esisterebbe nemmeno la sfera terrestre, e nemmeno noi. Questa forte attrazione dellʼidrogeno per lʼossigeno fa sì che anche nel nostro organismo lʼidrogeno libero si leghi subito allʼossigeno libero, neutralizzando così questo ossigeno attivo (effetto antiossidante).
È noto che lʼossigeno, pur indispensabile per la vita, esercita anche un effetto negativo. In sostanza ci consente di “bruciare” i cibi ingeriti e di ricavarne energia. Questo processo è per certi versi simile a quanto avviene quando in un motore si brucia della benzina, producendo lʼenergia per far muovere la macchina, ma producendo anche necessariamente delle sostanze di scarto, che sfuggono dal tubo di scappamento. Un processo analogo si verifica anche durante la produzione di energia nellʼorganismo umano: lʼossigeno ci dà lʼenergia necessaria per la vita, “bruciando” le sostanze nutritive ma lasciandoci però anche un residuo dannoso, che può essere paragonato al fumo di scappamento in una macchina, o alla ruggine nei metalli esposti allʼaria; questa sostanza dannosa è composta da ossigeno in forma libera/attiva (non legato allʼidrogeno o ad altre sostanze); da qui la nota utilità delle sostanze antiossidanti, che contrastano appunto quest'azione dannosa dellʼossigeno libero, dei radicali liberi. È appunto questo ossigeno attivo che fa arruginire il ferro, scurire le mele e irrancidire i grassi esposti allʼaria/ossigeno.

Lʼidrogeno è invece la sostanza antiossidante per eccellenza. In sostanza, mentre lʼossigeno ha appunto funzione di ossidazione, lʼidrogeno ha la funzione opposta, e cioè di “riduzione”.
Il problema, come accennato, è che in natura e nelle varie sostanze che assumiamo, lʼidrogeno in forma libera non esiste quasi perchè si volatilizza subito. Nel nostro organismo e in quello di tutti gli organismi viventi vi è tuttavia, a quanto pare un enzima, lʼidrogenasi, che provoca una scissione dellʼidrogeno legato ad altre sostanze e lo libera. Così liberato, lʼidrogeno atomico è in grado di legarsi allʼossigeno attivo e di ridurlo. Le scorte dellʼenzima idrogenasi si riducono però con lʼetà e diminuiscono quindi le nostre difese antiossidanti.
Da qui lʼopportunità, messa in luce da Hayashi, di bere dellʼacqua arricchita con idrogeno libero. Hayashi ha pertanto escogitato un sistema diverso: si tratta in sostanza di inserire, nelle bottiglie dellʼacqua da bere, dei bastoncini con una composizione speciale, che in base a una reazione chimica rilasciano costantemente nellʼacqua un poʼdi idrogeno in forma libera.
I bastoncini elaborati da Hayashi per produrre lʼ“acqua ricca di idrogeno” hanno lʼulteriore vantaggio di costare molto poco.

Bevendo questʼacqua, come osserva Hayashi, si nota subito un primo effetto: dopo qualche settimana le feci perdono il loro odore sgradevole, di putrefazione, e assumono quello non sgradevole che vi è nelle feci dei lattanti. Gli effetti a lungo andare sulla salute sarebbero invece, a quanto afferma Hayashi e come proverebbero studi e osservazioni effettuate nellʼIstituto giapponese da lui guidato e presso la Clinica Kyowa del dottor Munemori Kawamura nel periodo 1985-2000, i seguenti:

- miglioramento generale e immediato di condizioni di disidratazione;
- miglioramenti del diabete;
- miglioramenti della circolazione del sangue;
- miglioramenti nel funzionamento del fegato e della digestione;
- normalizzazione della pressione del sangue;
- miglioramenti in caso di asma, allergia e numerose altre malattie.
Il ragionamento scientifico del dottor Hayashi mi sembra fondato e ben approfondito e il trattamento dellʼacqua da lui raccomandato, visti comunque anche il prezzo contenuto e la sicura innocuità, mi sembra da prendere in considerazione.

Lʼattivatore dellʼacqua MRET (Molecular Resonance Effect Technology- tecnologia a effetto di risonanza molecolare)

Dopo aver visto i benefici che lʼacqua bevuta quotidianamente può produrre grazie allʼeffetto antiossidante dellʼidrogeno libero, vediamo ora il beneficio che lʼacqua può produrre mediante quella che è la sua funzione specifica, e cioè lʼidratazione. Sappiamo tutti che il corpo del neonato è molto ricco dʼacqua mentre quello di una persona anziana ne contiene una quantità molto minore; è spesso anche visibilmente non turgido ma “rinsecchito”, avvizzito e disidratato.
È anche noto che purtroppo non basta bere molta acqua per evitare la disidratazione progressiva del corpo con lʼetà. Lʼacqua che in gioventù è presente in abbondanza si trova infatti dentro le cellule mentre lʼacqua che si beve, pur svolgendo funzioni essenziali, non penetra in quantità al loro interno ma viene eliminata dai reni o, peggio, resta in gran parte fuori, provocando anche dei rigonfiamenti.

Molti degli apparecchi per il trattamento dellʼacqua oggi in commercio sono reclamizzati, appunto, per lʼasserita capacità di far migliorare la penetrazione dellʼacqua allʼinterno delle cellule (tramite magnetizzazione, cambiamenti della struttura, forma dellʼacqua ecc.). Uno degli apparecchi di questo tipo che a mio avviso è tra i più scientificamente fondati è lʼattivatore MRET (Molecular Resonance Effect Technology - tecnologia a effetto di risonanza molecolare) frutto della ricerca del professor Smirnov (brevetto negli Stati Uniti n. 6022479). Questo apparecchio agisce impartendo allʼacqua un campo con una frequenza elettromagnetica molto sottile, simile a quella che si trova in natura nelle sorgenti dalle note proprietà risanatrici, che le consente di penetrare più facilmente allʼinterno delle cellule per idratarle e migliorarne la rigenerazione.

La misurazione dei parametri fisici sembra confermare le modifiche sostanziali delle proprietà fisico-molecolari dellʼacqua trattata con il MRET.
Le sperimentazioni universitarie condotte hanno in effetti dimostrato un notevole effetto antibatterico di questʼacqua, che ha fatto aumentare la resistenza delle cellule a infezioni e infiammazioni e che, ostacolando la disidratazione delle cellule stesse, sembra produrre un rallentamento nel processo di invecchiamento, insieme al miglioramento dei processi di disintossicazione e del metabolismo.

Questo articolo è tratto dalla rivista

Scienza e Conoscenza - N. 46 >> http://goo.gl/boZfuW
Nuove scienze, Medicina non Convenzionale, Consapevolezza




giovedì 15 maggio 2014

RQI - Il Segreto dell'Auto-Star-Bene

RQI - Il Segreto dell'Auto-Star-Bene

di Marco Fincati



Decine di migliaia di fan in Italia, migliaia di "Auto-guarigioni" e testimonianze

Questo libro è un passo fondamentale per capire ciò che è possibile fare della nostra vita

L'insieme delle procedure e delle conoscenze raccolte dal Metodo RQI® rappresenta il Segreto più ben celato che sia mai stato rivelato. Ora tutti hanno l'opportunità di scoprirlo e applicare questa grande innovazione nella propria vita. Sta a ognuno di noi scegliere liberamente.


Prefazione del Libro "RQI - Il Segreto dell'Auto-Star-Bene"

Quando Marco mi chiese di partecipare come co-relatore ad un corso che avrebbe tenuto a Rimini, a dicembre 2012, accettai per un solo motivo.

Le sue grandi suggestioni razionalmente non mi convincevano, il suo modo di esporle era lontanissimo dal mio stile, e lui e le persone che collaboravano all'epoca alla diffusione del suo lavoro erano quanto di più eccentrico, curioso e disorganizzato potessi immaginare.

Ma le sue tecniche funzionavano.

L'avevo provato sulla mia pelle.

Dopo solo una seduta guidata da Marco, senza che io sapessi nulla del Metodo RQI®, applicando semplici procedure e tecniche che non avevo mai visto prima, blocchi interiori che mi portavo dietro da anni erano svaniti nel nulla. Serenità, appagamento e leggerezza, che avevo ormai dimenticato, sembravano aver trovato un modo semplice per rientrare nella mia vita quotidiana.

Mi resi conto che le tecniche di Marco potevano mettere letteralmente il "turbo" alla mia crescita personale e alla mia realizzazione su questa terra, e fare lo stesso per chiunque le avesse applicate, in qualunque ambito della vita umana.

Non solo Salute e Benessere fisico,
ma anche Autostima, Relazioni, Lavoro e Benessere economico.

Non ci sono limiti ai risultati che si possono ottenere applicandole correttamente.

E soprattutto sono semplici e alla portata di tutti.

Per continuare a leggere, clicca qui: > Prefazione del Libro "RQI - Il Segreto dell'Auto-Star-Bene"


Com'è nato il Metodo RQI®?

Devo ringraziare le due ernie che nel 1999 resero la mia vita un po’ meno agiata e la mia schiena un po’ più dolorante se cominciai ad appassionarmi alla medicina energetica e informazionale, dalla quale poi è derivato il Metodo RQI®.

A quei tempi lavoravo in fabbrica come operaio specializzato, ma dato che il lavoro comportava molti sforzi fisici, fui costretto a licenziarmi.

Indeciso su quale altro lavoro intraprendere, mi iscrissi all’università e, dopo essermi pagato gli studi e mantenuto grazie a svariati lavori occasionali (pizzaiolo, cameriere, facchino...), iniziai a lavorare come informatore scientifico - dapprima part-time, e poi, ottenuta la laurea, a tempo pieno - per un’importante azienda di prodotti fitoterapici.

Parallelamente, per mia passione, mi divertivo ad approfondire le conoscenze in ambito salutistico come ricercatore indipendente.

Ogni giorno toccavo con mano come certi prodotti - la cui validità scientifica era più che dimostrata - avessero tuttavia risultati molto diversi a seconda delle persone che li utilizzavano: per alcuni funzionavano, per altri no. Questo fece nascere in me lo stimolo a comprendere come mai ciò si verificasse.

In quegli anni sentivo parlare di discipline “olistiche”. Esse avevano un approccio molto diverso rispetto alla medicina accademica, in quanto ricercavano la causa del problema, piuttosto che limitarsi al solo sintomo.

Inoltre, rimasi colpito dal fatto che la maggior parte dei medici e del personale ospedaliero o sanitario non usasse i farmaci tradizionali per curarsi, ma ricorresse proprio alle medicine cosiddette “alternative”.

Iniziai quindi a frequentare numerosi corsi, delle più svariate discipline: yoga, meditazione, reiki, shiatsu, agopuntura... Mi dedicai con la curiosità di uno studente universitario alla lettura di libri su medicina vibrazionale, kinesiologia applicata, biotecnologie olistiche, epigenetica e psicologie energetiche.

È stato un percorso lungo e appassionante, e anche molto oneroso.

Più studiavo e più volevo sapere, indagare, scoprire, scavare in profondità.

L’obiettivo era offrire un servizio migliore alle persone con le quali avevo a che fare ogni giorno, nella mia attività lavorativa, ma fu anche una sfida con me stesso. E con le mie due ernie.

Nel 2007 ci fu un momento che segnò uno spartiacque nella mia lunga ricerca.

Fu quando partecipai a una conferenza organizzata a Rimini e dal titolo “La Fisica Quantistica al servizio della salute”. Qui sentii per la prima volta alcuni rinomati professori introdurre il concetto di “biofotoni” e spiegare le applicazioni pratiche derivate dalla loro conoscenza.

Fu illuminante ascoltare un nuovo tipo di approccio alla cura dell’essere umano:
un approccio che partiva dal vedere l’uomo come un sistema biofisico prima che un sistema biochimico.

In effetti, a pensarci bene, ogni apparecchiatura medica atta a diagnosticare una patologia legge il corpo dal punto di vista biofisico: anche le mie due ernie erano state diagnosticate grazie a una risonanza magnetica. Perché allora la terapia aveva poi previsto un approccio biochimico, con la somministrazione di antinfiammatori e miorilassanti?

Quel giorno conobbi anche un personaggio piuttosto originale. Faceva il rabdomante e il radioestesista (di professione era un terapista nonché un ricercatore olistico).

Mi disse di essere in grado di mettersi in comunicazione con le frequenze del corpo delle persone, attraverso delle bacchette, e di individuare quelle corrette e quelle squilibrate. Una volta trovate le frequenze squilibrate, era capace di indirizzare le persone all’auto-guarigione attraverso tecniche olistiche.
Sia in fase di diagnosi sia in fase di scelta della terapia, utilizzava la comunicazione inconscia.

Al momento ero un poco scettico, ma non avevo nulla da perdere.
E poi quello che il rabdomante diceva, aveva una certa coerenza, almeno dal punto di vista teorico, con quanto era stato appena esposto durante il congresso. Così prevalse la mia curiosità. Fissai un appuntamento nel suo studio e mi feci visitare.

Lui mi consiglió l’utilizzo di generatori di frequenza, indicò quali frequenze mi occorrevano e disse che il mio corpo sarebbe entrato in risonanza con esse. Mi diede i tempi e i modi con cui somministrarle. E nel giro di sette mesi le ernie guarirono del tutto. Da allora, la sciatalgia è un lontanissimo ricordo.

Non solo: ai tempi ero miope e stavo perdendo molti capelli. Le biofrequenze di quel generatore mi aiutarono a recuperare le diottrie che avevo perduto quando ero ancora adolescente e arrestarono il principio di calvizie, stimolando il cuoio capelluto a una ricrescita di capelli oramai insperata.

Fu allora che capii il principio dell’auto-guarigione:
il nostro corpo è semplicemente un’antenna che risponde agli stimoli esterni.

Se lo sottoponiamo agli stimoli giusti, favoriremo in lui le risposte giuste,
e la salute si ristabilirà di conseguenza.

Cominciai a fare un percorso di formazione che comprese sia l’apprendimento di metodologie per la comunicazione con l’inconscio sia l’apprendimento di abilità e conoscenze per imparare a riequilibrare le informazioni e le frequenze del corpo umano.

Allargai i miei campi di interesse in due direzioni: da una parte, abbracciai le antiche filosofie orientali (la Medicina Tradizionale Cinese in primis), dall’altra esplorai i nuovi confini della Fisica Quantistica.

Dall’esperienza accumulata e dal grande valore che riuscirono a trasmettermi queste discipline ho ideato il Metodo RQI®.

Negli anni che seguirono, affinai il Metodo attraverso continue visite di persone con i più svariati problemi, fisici e psicologici; misurai il campo energetico di oltre 1000 persone con un’apposita apparecchiatura, chiamata Bodyscanner, e verificai il risultato ottenuto da tale macchina con il risultato ottenuto dai miei test kinesiologici. In tutti i casi, i risultati furono identici, e perciò realizzai che era inutile affidarsi a una macchina, quando un test muscolare eseguito in maniera corretta è altrettanto affidabile. Ho

Ho comunicato con l’inconscio di nascituri nel liquido amniotico e con quello di anziani fino a 95 anni di età. Non ho mai trovato una persona che non avesse bisogno di un riequilibrio energetico.

Questi primi 1000 test – e altri 1000 almeno che ne seguirono – mi misero di fronte a un’altra verità: tutti coloro che avevano un problema fisico, avevano in realtà un problema di squilibrio energetico. Questo confermò ciò che le antiche filosofie orientali sostenevano circa il concetto di salute e, allo stesso tempo, avallava quanto la moderna medicina informazionale ci dice attraverso i suoi principi.

Tuttavia, se dieci soggetti da me testati avevano lo stesso problema, non a tutti serviva la stessa soluzione per ripristinare il proprio stato di salute.

E questo mi confermò ancora una volta la bellezza e la complessità dell’essere umano e l’inscindibile rapporto tra il corpo e la mente (tant’è che la medicina olistica parla di “corpomente”).

Ognuno di noi è unico e irripetibile:
non può essere catalogato dentro protocolli “standard” uguali per tutti.

Ed è questo il grande errore della medicina allopatica.

Sebbene mi trovassi di fronte a una complessità di squilibri e ad una altrettanto vasta possibilità di soluzioni, la coscienza collettiva di tutte le persone assistite mi indicò che vi erano sempre tre grandi macro-aree entro le quali circoscrivere e risolvere i problemi e che esse corrispondevano alle tre dimensioni del nostro essere: materia, energia, spirito.

Le tre soluzioni del Metodo RQI® nascono da qui.
Quello che ho ideato è un metodo pratico, semplice e accessibile a tutti, che permette attraverso la comunicazione con l’inconscio (che è responsabile per il 95% delle nostre azioni) di individuare le vere cause che hanno generato ogni situazione di squilibrio e individuare qual’è la miglior soluzione per sé stessi.

Questo Metodo non si può paragonare ad altre tecniche. Sono partito da principi della Fisica Quantistica, ho attinto da diverse altre scuole (Psych-K, Ho’oponopono, Quantum Entrainement, …), mi sono ispirato ad alcuni celebri pensatori (Lipton, Brizzi, Castaneda) e ho poi delineato un approccio pratico, affinandolo sul campo, con le persone. E ho semplificato la kinesiologia per comunicare con l’inconscio, in modo che chiunque possa applicarla da solo.

Il Metodo RQI® non guarisce la malattia, ma dà al corpo gli strumenti necessari affinché si riattivi un processo di autoguarigione.

Non si eliminano i sintomi di un disagio, ma le sue cause.

Eliminate le cause, il corpo ristabilisce il proprio equilibrio, a volte anche in pochi minuti!

Voglio precisare che non tutti gli scienziati e ricercatori citati nel mio libro conoscono il mio Metodo. Pertanto non lo avvallano. Semmai, lo hanno ispirato. Non sono loro che seguono me, ma sono io che ho seguito loro, con molta umiltà e profonda gratitudine.

Alcuni di questi scienziati o ricercatori, hanno condotto studi prettamente teorici, e dalle loro basi teoriche ho studiato un approccio pratico, con fini salutistici. Altri, invece, hanno conseguito eccellenti risultati anche in campo pratico, seguendo strade parallele alla mia.

Voglio inoltre precisare che in questo libro non offro – e non mi interessa offrire - una dimostrazione scientifica del Metodo: non è mai stata la mia priorità. Ritengo che uno studio scientifico sia meno importante dell’effettivo, reale riscontro che il Metodo ha avuto e sta avendo sulle persone (nel libro puoi leggere alcune loro testimonianze).

Tuttavia, in futuro non escludo il fatto di cimentarmi in uno studio scientifico ampio e articolato che possa servire non tanto a dare più autorevolezza al Metodo, quanto a offrire un ulteriore strumento alle persone che, sentendone parlare per la prima volta, desiderano avere “numeri” alla mano.

Il primo obiettivo del Metodo è lo stesso che nel 2007 mi fece iniziare questa splendida avventura di ricerca: rendere le persone il più autosufficienti possibile.

La salute è importante, ed è il primo passo per l’autosufficienza. È logico che, se non si sta bene, non si può fare nient’altro.

Ma una volta riconquistata la salute, si può (si deve) espandere l’autosufficienza in ogni ambito della propria vita: economico, sociale, ambientale. E così scoprirai come il percorso suggerito dal Metodo RQI® ti porterà a ripensare a concetti quali lavoro, carriera, sussistenza, ambiente e denaro.

Allora, se sei d’accordo con me, possiamo iniziare. Sarà un grande onore poter condividere con te le mie esperienze. Spero tu possa farne tesoro.

Buona lettura!

Marco Fincati


Indice

Prefazione di Enrico Caldari

Introduzione

1. Le vere cause che ci impediscono di stare bene
2. Come funziona la nostra mente
3. Il Metodo RQI®
4. Le 3 soluzioni e i 5 elementi
5. Soluzione RQI1 Materia: Acqua informazionale e Alimentazione Vibrazionale
6. Soluzione RQI2 Energia: Biotecnologie Olistiche
7. Soluzione RQI3 Spirito: inconscio e consapevolezza
8. Il percorso RQI®

Appendice - Altre testimonianze

Risorse Utili


Marco Fincati
RQI - Il Segreto dell'Auto-Star-Bene - Libro >> http://goo.gl/UdKN7s
Editore: Qinstitute
Data pubblicazione: Aprile 2014
Formato: Libro - Pag 252 - 13.5 x 21 cm