lunedì 30 giugno 2014

Guaritori Russi: Vivere senza Malattie

Guaritori Russi

Vivere senza Malattie

di Petra Neumayer, Tom Peter Rietdorf



Vivere senza malattie è possibile.

Risucchiati dal vortice sintomo-malattia-farmaco, passiamo la vita cercando di placare i fastidiosi sintomi dei nostri disagi fisici e psichici. Purtroppo abbiamo completamente perso di vista il dettaglio più importante: siamo nati per vivere senza malattie. La normalità non dovrebbe consistere nel tamponare i nostri disturbi passando da un farmaco all’altro, quanto piuttosto nello sfruttare al meglio il potenziale innato che mente e corpo possiedono.

In questo nuovo libro, scritto a quattro mani con il guaritore e medium Tom Peter Rietdorf, Petra Neumayer raccoglie le tecniche alternative di guarigione russe che affondano le loro radici nelle antiche tradizioni siberiana, coreana e mongolica. Il risultato è un libro sorprendente, interamente dedicato alla guarigione e alla rigenerazione degli organi.

Ricco di esercizi pratici, questo libro vi fornirà precise indicazioni su come mettere in pratica le tecniche delle diverse scuole di alcuni dei migliori maestri e scienziati della tradizione russa, tra cui:

Grigorij Grabovoj
Arcadij Petrov
Pjotr Elkunoviz
Serge Kolzov
Igor Arepjev


Indice

Prefazione

Il background teorico

Dalle conoscenze terapeutiche tradizionali alle moderne tecnologie di guarigione
Medicina informativa: la via ideale per ottenere la salute
Digressione: che cos’è in realtà la salute?
Armonia di corpo, anima e spirito
La guarigione dall’ottica della medicina informativa

I più influenti guaritori russi dei nostri tempi

Grigorij Grabovoj – il pilotaggio della realtà
Arkadij Petrov – la scienza della cosmopsicobiologia
Sergej Kolzov – medicina energetica con le piastrine di Kolzov
Igor Arepjev – teoria con radici divine
Pjotr Elkunoviz – riallineamento spirituale della colonna vertebrale
La shungite: la pietra miracolosa della Carelia

Possibilità di applicazione pratica delle tecniche russe di guarigione

L’elemento fondamentale della pratica
Un paio di indicazioni generali per i trattamenti
Esercizi preparatori per la percezione sottile
Riequilibrio e purificazione
Fondamenti del lavoro di guarigione
Dissolvimento del tempo lineare
Guarire con il suono, la luce e la radiazione
Lavoro con cellule, organi e colonna vertebrale
Guarire con i numeri – una tecnica a impiego universale
Il sistema ideale di autotrattamento

Ringraziamenti

Letture consigliate

Gli autori

Link e Indirizzi


Petra Neumayer, Tom Peter Rietdorf
Guaritori Russi - Libro >> http://goo.gl/OUqL08
Vivere senza Malattie
Editore: Macro Edizioni
Data pubblicazione: Maggio 2014
Formato: Libro - Pag 176 - 13,5x20,5 cm





venerdì 27 giugno 2014

L’entropia quantistica nella teoria di Bohm

L’entropia quantistica nella teoria di Bohm

L’entropia quantistica introduce l’importante prospettiva di un background unitario in cui rileggere gravitazione e comportamento quantistico della materia

di Davide Fiscaletti - 26/06/2014



L’entropia quantistica nella teoria di Bohm

La meccanica quantistica è forse la teoria fisica del Ventesimo secolo che ha determinato i cambiamenti più profondi nell’immagine del mondo. Secondo l’interpretazione di Copenaghen – la versione della meccanica quantistica quale è stata formulata dai suoi fondatori (Bohr, Heisenberg, Born, ecc…) – nello studio dei processi atomici e subatomici è necessario abbandonare due concetti essenziali della fisica classica, vale a dire il principio di causalità e il dogma della descrizione dei sistemi fisici in termini di moto nello spazio-tempo. L’interpretazione di Copenaghen, benché sia pienamente funzionante dal punto di vista delle predizioni empiriche, non sembra scevra da contraddizioni interne. In sintesi, molti autori non trovano soddisfacente: il ricorso a due diverse categorie di leggi (da un lato, l’equazione di Schrödinger e, dall’altro lato, il postulato del collasso della funzione d’onda) riguardo alle modalità di evoluzione di un sistema fisico a seconda che sia soggetto ad osservazione o no; che, in virtù della validità illimitata del principio di sovrapposizione, esistono sovrapposizioni di stati macroscopicamente distinguibili del tipo gatto vivo-gatto morto secondo l’antica esemplificazione di Schrödinger; che non può essere definito in modo preciso e non ambiguo un confine tra il mondo microscopico (governato dal principio di sovrapposizione) e il mondo macroscopico (in cui abbiamo percezioni ben definite riguardo alle proprietà dei sistemi fisici). Il fallimento della meccanica quantistica ortodossa nell'offrire una soluzione coerente a queste questioni è la ragione per cui la teoria quantistica è continuamente rimasta così ambigua ed oscura.

Sulla base di queste considerazioni, dalla nascita della teoria quantistica famosi fisici come Einstein, Planck, Schrödinger, de Broglie non hanno accettato l’interpretazione di Copenaghen e hanno cercato di trovare interpretazioni alternative. La teoria di de Broglie-Bohm – originariamente proposta da de Bolgie nel 1927 a sistemi ad un corpo e poi estesa da David Bohm nel 1952 alla trattazione di sistemi di molti corpi – riesce a risolvere le perplessità sopra illustrate nel modo più semplice. La prospettiva essenziale introdotta dalla teoria di Bohm è che la meccanica quantistica è, fondamentalmente, una teoria che si occupa del moto di particelle e che la descrizione di un sistema fisico è specificata, oltre che dalla sua funzione d’onda, dalla sua configurazione, vale a dire dalle posizioni di tutte le particelle del sistema a ciascun istante. Ne deriva così una teoria quantistica deterministica delle traiettorie delle particelle: una teoria, predittivamente equivalente alla meccanica quantistica standard, che permette di fornire un completamento causale alla meccanica quantistica e di spiegare il comportamento quantistico della materia rimanendo fedele al principio di causalità e al dogma spazio-temporale del moto. Lo scopo di questo articolo è di analizzare una particolare rilettura della teoria di Bohm – sviluppata recentemente dall’autore – in cui una grandezza fisica chiamata appropriatamente entropia quantistica può essere considerata l’entità fisica fondamentale.

Il potenziale quantico di Bohm e la sua informazione geometrodinamica

Negli anni '50 David Bohm, riscoprendo un approccio originariamente introdotto da Louis de Broglie al congresso Solvay del 1927, mostrò che, se interpretiamo ciascun sistema fisico individuale come composto da un corpuscolo e da un’onda che lo guida, il movimento del corpuscolo sotto la guida dell’onda avviene in accordo ad una legge che ha la forma della seconda legge di Newton della meccanica classica, con la differenza che qui la particella è soggetta, oltre che ad una forza classica, anche ad una forza quantistica, legata ad una forma di energia chiamata potenziale quantico.
In virtù delle caratteristiche del potenziale quantico, le equazioni fondamentali della teoria di Bohm non implicano una trattazione classica dei processi quantistici. Il potenziale quantico non opera come i campi elettromagnetici classici, ma agisce in maniera istantanea e solo come pura "forma". L’espressione matematica del potenziale quantico indica che l’azione di questo potenziale è di tipo spazio, vale a dire crea sulle particelle un’azione non-locale, istantanea, proprio quella richiesta per comprendere i processi di tipo EPR (paradosso di Einstein-Podolsky-Rosen). Così, nell’approccio di Bohm la non-località non risulta essere un “ospite inatteso”, come invece si verifica nell’interpretazione standard: il potenziale quantico informa ogni particella dove andare, come se dietro alla realtà fenomenica spazio-temporale fatta di materia ed energia, esistesse un piano nascosto che la guida e la unisce a tutte le altre particelle in un’unica simbiosi cosmica.

Il potenziale quantico contiene un’informazione globale sui processi fisici, che può essere definita come “informazione attiva”, ossia un’informazione contestuale al sistema sotto osservazione ed al suo ambiente. L’informazione del potenziale quantico non è “esterna” allo spazio-tempo, ma piuttosto va considerata come un tipo di informazione geometrica “intessuta” nello spazio-tempo stesso. È così possibile interpretare il potenziale quantico come un’entità geometrodinamica (Fiscaletti, 2012). Il potenziale quantico ha una natura geometrica in quanto contiene un’informazione contestuale, globale riguardo all’ambiente un cui l’esperimento viene effettuato; e allo stesso tempo è un’entità dinamica in quanto la sua informazione riguardo al processo e all’ambiente è attiva e determina il comportamento delle particelle. Parafrasando la famosa espressione di J. A. Wheeler sulla relatività generale, possiamo dire che l’evoluzione dello stato di un sistema quantistico modifica l’informazione attiva globale e questa influisce a sua volta sullo stato del sistema quantistico ridisegnando la geometria non-locale dell’universo. In questo quadro geometrodinamico possiamo anche dire che il potenziale quantico rappresenta le proprietà geometriche dello spazio dalle quali la forza quantistica, e quindi il comportamento delle particelle quantistiche, derivano.

Geometrie della non-località

La geometria sottesa al potenziale quantico è stata esplorata da diversi autori (vedi per esempio, Carroll, 2006). Un risultato recente molto interessante è quello dei fisici iraniani F. Shojai e A. Shojai (2004), che hanno studiato il comportamento di particelle a spin 0 in uno spazio-tempo curvo, mostrando che il potenziale quantico dà un contributo alla curvatura che si aggiunge a quello classico e che rivela profonde e inaspettate connessioni tra la gravità e i fenomeni quantistici. Nel modello di F. Shojai e A. Shojai, gli effetti della gravità sulla geometria e gli effetti quantistici sulla geometria dello spazio-tempo sono fortemente accoppiati: le particelle quantistiche determinano la curvatura dello spazio-tempo e allo stesso tempo la geometria dello spazio-tempo è legata al potenziale quantico che influenza il comportamento dello particelle. Tutto questo è espresso da una metrica conforme, la quale comporta una compiuta immagine della geometrodinamica quantistica che fonde gli aspetti gravitazionali e quantistici della materia, almeno per quello che riguarda il livello di descrizione macroscopica dei processi fisici.

In realtà, ancora una volta, le cose non sono così semplici. La non-località resta comunque un fenomeno che mal si accorda con una visione “meccanica” dell’universo, e non a caso Bohm indicava la sua interpretazione della meccanica quantistica come quantum non-mechanics, per ribadire che in nessun modo poteva intendersi come un ritorno al classico, ma piuttosto come il recupero parziale di un “realismo sfumato”(fuzzy realism). Come ha sottolineato chiaramente Licata, ci sono due atteggiamenti epistemologici possibili nei confronti del “telo di Eddington” quantistico della geometrodinamica:

a) lo si assume come primario ma non-locale, e dunque bisogna introdurre ipotesi addizionali sulla sua struttura profonda, oppure

b) si deve considerare il tessuto spaziotemporale come un’emergenza di processi più profondi situati a livello di gravità quantistica.
Utilizzando l’ormai famosa immagine della complementarietà nella versione di David Bohm, possiamo dire che l’intera struttura connessa e locale dello spazio-tempo è l’ordine esplicito di un ordine nascosto, implicito, che funge da “fabbrica della realtà” a livello subquantico (Licata, 2008).

L’entropia quantistica nella teoria di Bohm

La teoria di Bohm è in grado di ricevere una nuova interessante e suggestiva rilettura, basata sull’idea che tutte le caratteristiche del potenziale quantico derivano da una quantità fisica fondamentale che può essere appropriatamente definita “entropia quantistica”. Questa nuova rilettura della teoria di Bohm – che l’autore di questo articolo ha introdotto e sviluppato nel recente articolo The quantum entropy as an ultimate visiting card of the de Broglie-Bohm theory – può essere chiamata la “versione entropica della teoria di Bohm” o, più brevemente, “teoria di Bohm entropica”.
Nella versione entropica della teoria di Bohm si assume che la distribuzione spazio-temporale dell’insieme di particelle – che  descrivono il sistema fisico individuale in considerazione – genera una modifica della geometria dello spazio la quale è espressa da un’entità fisica dipendente dalla funzione d’onda e avente natura simile all’entropia classica (fornisce in pratica una sorta di controparte quantistica della legge classica di Boltzmann dell’entropia). Per questo motivo, questa entità fisica, che esprime la deformazione delle proprietà geometriche dello spazio in regime quantistico, può essere appunto definita come “entropia quantistica”. L’entropia quantistica può essere interpretata come l’entità fisica che, nel dominio quantistico, indica il grado di ordine e caos del vuoto sottostante alla distribuzione spazio-temporale dell’insieme di particelle associate alla funzione d’onda sotto studio.

Nel recente articolo Bohmian split of the Schrödinger equation onto two equations describing evolution of real functions il fisico russo Valeriy Sbitnev ha mostrato che il potenziale quantico può essere espresso come canale di informazione che deriva dall’entropia quantistica. Il potenziale quantico emerge dall’entropia quantistica che descrive la modifica della geometria dello spazio prodotta dalla distribuzione dell’insieme di particelle associate alla funzione d’onda in considerazione. È l’entropia quantistica che crea, in regime quantistico, la presenza del potenziale quantico determinando due correttori quantistici nell’energia del sistema fisico in esame (rispettivamente dell’energia cinetica e dell’energia potenziale) e, senza questi due correttori quantistici legati all’entropia quantistica, l’energia totale del sistema non sarebbe conservata. In virtù della dipendenza del potenziale quantico dall’entropia quantistica, è proprio l’entropia quantistica l’entità fondamentale che determina il fatto che il potenziale quantico agisce come un canale di informazione nel comportamento delle particelle.

La natura del potenziale quantico di agire come un canale di informazione sul comportamento delle particelle quantistiche deriva proprio dall’entropia quantistica. Il carattere geometrodinamico del potenziale quantico, vale a dire il fatto che il potenziale quantico ha una natura geometrica, una natura contestuale, contiene un’informazione globale sull’ambiente in cui viene effettuato l’esperimento, e allo stesso tempo il fatto che è un’entità dinamica, vale a dire che la sua informazione riguardo al processo e all’ambiente è attiva, deriva dall’entropia quantistica. L’entropia quantistica, che esprime la modifica della geometria dello spazio prodotta dall’insieme di particelle associate alla funzione d’onda in esame, rappresenta le proprietà geometriche dello spazio da cui deriva il comportamento delle particelle quantistiche. La stessa azione non-locale del potenziale quantico può essere vista come una conseguenza dell’entropia quantistica.

In sintesi, nella versione entropica della teoria di Bohm, si può affermare che l’entropia quantistica costituisce una sorta di entità intermediaria tra il background e il comportamento delle particelle subatomiche, e perciò tra l’azione del potenziale quantico e il comportamento di particelle quantistiche. L’introduzione dell’entropia quantistica come entità fondamentale che determina il comportamento delle particelle porta a delle equazioni del moto che suggeriscono una nuova suggestiva maniera di interpretare la teoria di Bohm. Com’è noto, nella consueta interpretazione della teoria di Bohm, le equazioni del moto sono non-lineari in natura, in virtù della dipendenza del potenziale quantico dalla funzione d’onda. Invece, adesso, nella versione entropica, si assume preliminarmente che la distribuzione delle particelle associate alla funzione d’onda in considerazione determina una modifica nella geometria dello spazio e poi, in questa nuova geometria “non-lineare”, le equazioni del moto del sistema sono lineari. L’introduzione dell’entropia quantistica permette di trasformare un modello non-lineare nella funzione d’onda in un modello lineare.

Un altro merito importante della versione entropica della teoria di Bohm è quello di portare a uno spazio degli stati complesso come background fondamentale che determina le caratteristiche delle traiettorie delle particelle. In questo background fondamentale, le traiettorie corpuscolari previste dalla teoria di Bohm risultano essere determinate dai due correttori quantistici (dell’energia cinetica e dell’energia potenziale) associati all’entropia quantistica.

Passando dal regime non relativistico a quello relativistico, l’entropia quantistica permette di introdurre nuove suggestive prospettive nell’ambito del modello sviluppato da F. Shojai e A. Shojai di cui si è accennato nel paragrafo precedente. Nella versione entropica, è possibile spiegare e giustificare perché e in che senso il potenziale quantico emerge come grado di libertà conformale dello spazio-tempo, perché e in che senso gli effetti della gravità sulla geometria e gli effetti quantistici sulla geometria dello spazio-tempo sono fortemente accoppiati: la chiave di spiegazione di questi risultati sta proprio nell’entropia quantistica, nella modifica della geometria dello spazio determinata dalla densità delle particelle associate alla funzione d’onda in considerazione. Nella versione entropica della teoria di Bohm in ambito relativistico è così possibile realizzare una geometrizzazione degli aspetti quantistici della materia in un quadro basato sull’idea che la densità delle particelle associate a una data funzione d’onda determina una modifica della geometria del background.

La vera chiave di lettura del legame tra gravitazione e comportamento quantistico, riguardo al loro rilievo nel determinare le proprietà della geometria dello spazio-tempo, sta proprio nell’entropia quantistica: gli effetti della gravità sulla geometria e gli effetti quantistici sulla geometria dello spazio-tempo sono fortemente correlati perché sono entrambi determinati dal background descritto dall’entropia quantistica, sono entrambi prodotti dal grado di ordine e caos del vuoto sottostante alla densità di particelle associate alla funzione d’onda in esame. L’entropia quantistica emerge come la vera entità intermediaria tra gli effetti gravitazionali e gli effetti quantistici della materia.

L’approccio basato sull’introduzione dell’entropia quantistica introduce l’importante prospettiva di un background unitario in cui rileggere gravitazione e comportamento quantistico della materia. La prospettiva unificante di gravità e comportamento quantistico introdotta dall’entropia quantistica acquista inoltre un quadro ancora più completo all’interno del modello sviluppato da F. Shojai e A. Shojai in regime di gravità quantistica, dove l’entropia quantistica emerge realmente come un’entità dinamica che determina anche la struttura causale e il fattore di scala dello spazio-tempo.

Conclusioni

Nella teoria di Bohm, l’entropia quantistica – che descrive il grado di ordine e caos del background spazio-temporale determinato dalla densità delle particelle associate alla funzione d’onda in esame – può essere considerata l’entità fondamentale.
Nel dominio non relativistico, è proprio l’entropia quantistica l’elemento cruciale che determina il fatto che il potenziale quantico agisce come un canale di informazione sul comportamento delle particelle, che produce un’informazione attiva sulle particelle. La natura geometrodinamica del potenziale quantico, vale a dire il fatto che il potenziale quantico ha un carattere geometrico, contiene un’informazione globale sull’ambiente, e allo stesso tempo è un’entità dinamica, deriva dal background spazio-temporale determinato dall’entropia quantistica. L’entropia quantistica indica quali sono le proprietà geometriche dello spazio dalle quali la forza quantistica, e perciò il comportamento delle particelle, derivano.

Nel dominio relativistico, gli effetti della gravità sulla geometria e gli effetti quantistici sulla geometria dello spazio-tempo sono fortemente accoppiati come conseguenza dell’entropia quantistica, della modifica della geometria del background prodotta dalla distribuzione delle particelle associate alla funzione d’onda in considerazione.
Infine, in regime di gravità quantistica, l’entropia quantistica emerge come l’entità fondamentale che produce gli stretti legami tra gli effetti quantistici e il background ed è realmente un’entità dinamica. In particolare, la struttura causale e il fattore di scala dello spazio-tempo sono determinati dall’entropia quantistica.

Bibliografia

D. Bohm, “A suggested interpretation of the quantum theory in terms of hidden variables, parts i and ii”, Physical Review 85, 2, 166–193 (1952).
D. Bohm and B. J. Hiley, The undivided universe: an ontological interpretation of quantum theory (Routledge, London, 1993).
L. De Broglie, (1928), in “Solvay Congress (1927), Electrons and photons: rapports et discussions du Cinquime Conseil de Physique tenu Bruxelles du 24 au Octobre 1927 sous les auspices de l’Istitut International de Physique Solvay”, Paris, Gauthier-Villars.
R. W. Carroll, Fluctuations, Information, Gravity and the Quantum Potential, Springer, Dordrecht (2006).
D. Fiscaletti, I fondamenti nella meccanica quantistica. Un’analisi critica dell’interpretazione ortodossa, della teoria di Bohm e della teoria GRW (CLEUP, Padova, 2003).
D. Fiscaletti, I gatti di Schrödinger. Meccanica quantistica e visione del mondo (Muzzio Editore, Roma, 2007).
D. Fiscaletti, “Bohmian mechanics versus GRW theory”, Quantum Biosystems 2, 93-101 (2007). www.quantumbionet.org
D. Fiscaletti, “The geometrodynamic nature of the quantum potential”, Ukrainian Journal of Physics 57, 5, 560-572 (2012).
D. Fiscaletti, “The quantum entropy as an ultimate visiting card of de Broglie-Bohm theory”, Ukrainian Journal of Physics 57, 9, 946-963 (2012).
S. Goldstein, R. Tumulka and N. Zanghì, “Bohmian trajectories as the foundation of quantum mechanics”, arXiv:0912.2666v1 [quant-ph] (2009).
P. R. Holland, The Quantum Theory of Motion (Cambridge University Press, Cambridge, 1993).
I. Licata, Emergence and Computation at the Edge of Classical and Quantum Systems (World Scientific, Singapore, 2008).
I. Licata, “Vision of oneness. Space-time geometry and quantum physics”, in Vision of oneness, I. Licata and A. Sakaji editors (Aracne Editrice, Roma, 2011).
V. I. Sbitnev, “Bohmian split of the Schrödinger equation onto two equations describing evolution of real functions”, Kvantovaya Magiya 5, 1, 1101-1111 (2008). URL http://quantmagic.narod.ru/volumes/VOL512008/p1101.html.
V. I. Sbitnev, “Bohmian trajectories and the path integral paradigm. Complexified lagrangian mechanics”, International Journal of Bifurcation and Chaos 19, 7, 2335-2346 (2009); e-print arXiv:0808.1245v1 [quant-ph] (2008).
F. Shojai and A. Shojai, “Understanding quantum theory in terms of geometry”, e-print arXiv:gr-qc/0404102 v1 (2004).
F. Shojai and M. Golshani, “On the geometrization of bohmian mechanics: a new suggested approach to quantum gravity”, Int. J. Mod. Phys. A 13, 4, 677-693 (1998).
A. Shojai, “Quantum, gravity and geometry”, Int. J. Mod. Phys. A 15, 12, 1757 (2000), e-print arXiv:gr-qc/0010013.
F. Shojai and A. Shojai, “Weyl geometry and quantum gravity”, e-print arXiv: gr-qc/0306099 (2003).


Questo articolo è tratto dalla rivista:

Scienza e Conoscenza - N. 43 >> http://goo.gl/Fm2AFc
Nuove scienze e antica saggezza per svelare i misteri della vita
Editore: Scienza e Conoscenza - Editore
Data pubblicazione: Febbraio 2013
Formato: Rivista - Pag 80 - Cartacea - Ebook




giovedì 26 giugno 2014

La Missione Segreta di Leonardo Da Vinci

La Missione Segreta di Leonardo Da Vinci

Da Alessandria d'Egitto a Teglio

di Riccardo Magnani



Un sottile filo lega Leonardo da Vinci alla Scoperta dell'America e all'Eldorado, la città dell'Oro

Un legame che Riccardo Magnani illustra in una trilogia dedicata al più grande genio italiano

Essere depositario della Saggezza eterna e impegnarsi a preservarla da chi, temendola, da sempre cerca di cancellarla dalla faccia della Terra: ecco il compito occulto di Leonardo da Vinci, forse il più importante della sua già straordinaria vita.

Fu così che, giovanissimo, fu chiamato a compiere un Viaggio per preservare quelle antiche e profonde verità sulla Vita, su Dio e sull'Uomo che furono portate in Occidente in quegli anni di fermento per non essere perdute.
Leonardo compì l'impresa riuscendo a nasconderle in un luogo sicuro e a trasmetterle attraverso le sue Opere a chi avesse avuto le chiavi per interpretarle.

Tanti indizi e prove sconvolgenti messe insieme dall'Autore Riccardo Magnani per ricostruire non solo questo misterioso e fondamentale Viaggio di Leonardo, ma anche l'intero movimento artistico culturale che prese il nome di Rinascimento.

Queste sono prove che addirittura riscrivono la storia di quel periodo così importante per il mondo intero e che ci conducono laddove mai avremmo pensato di arrivare: retrodatare la data della scoperta dell'America di almeno 50 anni, con tutte le conseguenze derivanti da questo evento.

Di questo primissimo e ad oggi sconosciuto viaggio in America, è stato possibile ricostruire con puntualità i protagonisti, i termini e i modi in cui venne effettuato attraverso le opere rinascimentali più famose, compreso il fatto che le tre caravelle portassero i nomi delle tre sorelle di Lorenzo il Magnifico e il nome America derivasse in realtà dal padre di Ginevra de’ Benci il cui nome era Amerigo che in parte finanziò l’impresa.

Una storia segreta svelata da Riccardo Magnani e letta attraverso i dipinti dei più grandi pittori del Rinascimento che diventano tessere di un unico e avvincente mosaico in cui viene finalmente rivelato il senso più profondo di alcune delle opere più importanti di Leonardo come la Gioconda e L'ultima Cena.

Ma questo volume è solo la prima tessera di un affresco ben più ampio che abbiamo chiamato La Trilogia di Leonardo. Tre libri per una unica grande storia che ti farà cambiare il tuo punto di vista sul passato, sulla storia e ti rivelerà l'essenza più profonda della Conoscenza antica: ciò che un filosofo chiamò la Musica delle sfere.

Un viaggio che terminerà in un luogo magico e da sempre ricercato:
l’Eldorado, la città d'oro che, grazie all'Autore, non è più una leggenda.



Indice

Premessa

Capitolo 1. Il Concilio di Firenze del 1439
Capitolo 2. Le reali conoscenze geografiche rinascimentali
Capitolo 3. La vera ri-scoperta dell'America
Capitolo 4. I retroscena di un viaggio rubato
Capitolo 5. Il viaggio della speranza
Capitolo 6. Navigazione a vista
Capitolo 7. Il più prezioso dei tesori
Capitolo 8. La Gioconda, anzi... le gioconde
Capitolo 9. Le tracce di una presenza sorvolata
Capitolo 10. Un vero e proprio testamento a futura memoria
Capitolo 11. Gli sfondi della Gioconda
Capitolo 12. Dalle Grigne al lungolago
Capitolo 13. Finalmente la meta
Capitolo 14. Altre testimonianze e la fine del viaggio

Conclusioni

Ringraziamenti
Bibliografìa
Personaggi


Riccardo Magnani, nato a Lecco nel 1963, si laurea in Economia e Commercio. E' uno dei più affermati studiosi di Leonardo da Vinci e del Rinascimento.


Riccardo Magnani
La Missione Segreta di Leonardo Da Vinci - Vol. 1 - Libro >> http://goo.gl/hXZGQl  
Da Alessandria d'Egitto a Teglio
Editore: Io Sono Edizioni
Data pubblicazione: Giugno 2014
Formato: Libro - Pag 272 - 17x24 cm




mercoledì 25 giugno 2014

Discorso sull'Infinito

Discorso sull'Infinito

Adattarsi alla vita significa morire ogni giorno

di Igor Sibaldi



La trascrizione di una delle più interessanti conferenze di Igor Sibaldi, finalmente disponibile in cartaceo, per coloro che non potevano essere a Roma ad ascoltare il "Discorso sull'Infinito".
E anche per coloro che vogliono risentire quelle parole dentro di sé

Adattarsi alla vita significa morire ogni giorno: adattarsi all'Italia vuol dire potenziare soltanto l'emisfero sinistro del cervello, ossia adeguarsi al conformismo brutale e disperato che dirige le energie dei cittadini fuori di sé, verso un gruppo ristretto di personaggi disinteressati al bene comune. Cosa fare? Il tema più utile e rivoluzionario della nostra cultura, spiega Sibaldi, sarà a breve l'infinito.

In questo eclettico pamphlet l'autore, novello Virgilio, conduce i ricercatori del presente nel ricchissimo mondo del futuro, in quella dimensione esperibile tramite le facoltà dell'emisfero destro fatta di scoperte, slanci e abbondanza.

Tra Il Conte di Montecristo e l'Albero della Vita, da Shakespeare al crollo della mente bicamerale, Sibaldi mostra – con un'invettiva sfrontata ed elegante – la strada che collega una vita ordinaria e modesta a un'esistenza infinita e esaltante.

Il volume è arricchito da 12 illustrazioni di Michela Filippini.

Cos'è questo? E perchè lo è?

Chiederselo senza credere di sapere già le risposte:
basterebbe a restare vivi, dentro


Anteprima del Libro

Abitiamo in un Paese decisamente sinistro, neurologicamente parlando; in un Paese molto «finito»; molto «credente» in tante cose (nella bontà di un papa, nella pubblicità, nella politica, nella malevolenza della magistratura, nella promessa che tra un po' le cose andranno meglio) ma privo di fiducia nei singoli individui che vi abitano. Adattarsi a questo Paese, potenziando il più possibile l'emisfero sinistro, è oggi tanto faticoso quanto umiliante.

Adattarsi a cosa, propriamente?

A una morale falsa.

Purtroppo la morale italiana è molto falsa e molto forte al tempo stesso: ovvero, il peggior tipo di morale che ci si possa figurare – un conformismo brutale e disperato, come non se ne ricordava l'uguale dai tempi del basso impero romano.

Adattarsi a un'economia il cui unico scopo non è certamente quello di far arricchire i cittadini (scordatevelo, per qualche decennio), bensì di deviare le loro risorse verso un gruppo ristretto di persone che le adoperano e le adopereranno male.

Adattarsi a una cultura silenziosa, acquiescente, debole e ben decisa a rimanerlo, intimorita dal nuovo, ovunque asservita a qualche gruppo di potere, oppure costernata dinanzi alla propria inutilità e alla sempre più evidente incapacità della gente di intenderla.

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A tanti capita di pensare che sia dannoso parlare in termini esclusivamente umani (psicologici, neurologici) di argomenti che secondo le religioni sarebbero invece divini. Qualcuno reagisce con indignazione – sia tra le persone religiose, sia tra i cosiddetti atei.

Ed è facile intuire perché: quella che in Occidente si chiama «fede» è infatti un'obbedienza, un adeguamento – cioè un'espressione dell'emisfero sinistro.

Non per nulla la maggioranza dei «credenti» conoscono poco o nulla delle loro Sacre Scritture; e credono che nei Vangeli e nella Bibbia si trovino scritte cose di cui invece in quei libri non c'è traccia. Lo credono soltanto perché così è stato detto loro da persone autorevoli; e, sorprendentemente, se leggono qualche riga dei Vangeli o della Bibbia, si obbligano automaticamente ad avere l'impressione che quelle righe confermino la loro «fede»: che cioè ci sia scritto ciò che tanti dicono che ci sia scritto...

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Il termine «finito» indica tutto ciò che è in qualche modo scisso, separato da un intero di cui fa parte; «infinito» si applica a ciò che non è separato da tutto il resto.

Nella nostra psiche, noi siamo in una dimensione «finita» ogni volta che – a voler proprio parlare con un neurologo – utilizziamo soltanto le facoltà dell'emisfero sinistro, e siamo «infiniti» quando estendiamo la nostra attività cosciente anche all'emisfero destro: allora ognuno di noi, nel suo nutshell, nel suo guscio di noce, comincia a diventare re di uno «spazio infinito».

«Certo, di uno spazio infinito interiore!» potrebbe obiettare un timoroso.

«Fuori, nella vita concreta, per un re simile non cambierebbe un bel nulla.
D'altronde si sa che dopotutto la filosofia lascia sempre le cose come stanno.»

Quest'affermazione sull'inefficacia della filosofia risale al filosofo austriaco Ludwig Wittgenstein, ma su questo punto l'impulsivo Wittgenstein aveva preso un granchio.

Può darsi che le teorie filosofiche lascino tutto come sta, per alcuni anni dopo la loro formulazione, in particolar modo tra coloro che non vogliono sentir parlare di filosofia; ma i principali cambiamenti prodottisi nella storia dell'umanità sono stati annunciati e largamente determinati – a volte con l'anticipo di qualche decennio, a volte di meno – proprio dalle opere di filosofi; si pensi ad Aristotele, a Gesù, a Paolo di Tarso, a Marx e via dicendo.

Nel caso nostro, poi, non si tratta neppure di filosofia, ma di ordinaria percezione del reale: cambiare questa percezione è possibile, certo, solo in interiore homine, ma le conseguenze di tale cambiamento si estendono immediatamente a tutto l'universo circostante.

Sta a noi, poi, se valutarle come un modo di sentirci outsider rispetto al mondo comprensibile, oppure re di uno spazio infinito.


Igor Sibaldi, nato a Milano (dove vive tuttora) nel 1957 da madre russa e padre toscano, è scrittore, studioso di teologia e storia delle religioni. Ha pubblicato diversi romanzi e curato l'edizione e la traduzione di numerosi classici della letteratura russa. Studioso di teologia neotestamentaria, dal 1997, con il suo romanzo-saggio "I maestri invisibili", ha cominciato a narrare la sua personale esplorazione "dei miti e dei territori dell'aldilà". In seguito Igor Sibaldi ha pubblicato numerosi romanzi e saggi sullo sciamanismo, i testi sacri, le strutture superiori della coscienza e in particolare sul fenomeno degli "Spiriti Guida". Su argomenti di mitologia e di psicologia del profondo tiene regolarmente conferenze e seminari in tutta Italia. I libri di Igor Sibaldi trattano di mitologia, storia delle religioni, Sacre Scritture e psicologia del profondo. Sono tutti dedicati alla scoperta dell'Aldilà, inteso non soltanto come dimensione di esseri superiori, angelici o divini, ma anche come struttura superiore della psiche di ognuno.


Discorso sull'Infinito - Libro >> http://goo.gl/TuHLrq
di Igor Sibaldi
Editore: Spazio Interiore
Data pubblicazione: Febbraio 2014
Formato: Libro - Pag 118 - 10,5x16



martedì 24 giugno 2014

Medicina Consapevole e Inventori di malattie

Medicina Consapevole e Inventori di malattie

Ovvero come il sistema inventa nuove malattie e nuove categorie di malati



di Domenico Battaglia - 23/06/2014

Inventori di malattie : dal libro Medicina Consapevole

Quello che affronteremo in questo capitolo è uno degli argomenti maggiormente insidiosi e subdoli. Affronteremo la cosiddetta mercificazione della malattia (Mongering Disease), cioè quella modalità pseudoscientifica che trasforma la malattia, o uno o più sintomi, in elementi centrali del business farmacologico-terapeutico.
Non è l’obiettivo di questo libro disquisire e approfondire ciascuna delle patologie che seguono, vorrei invece far cogliere, attraverso questi pochi esempi, una visione d’insieme che va oltre la conoscenza “strettamente medica” delle singole malattie. Lo scopo reale è quindi quello di promuovere una maggior consapevolezza riguardo agli scenari sanitari con cui ci si deve confrontare di questi tempi e con cui, con tutta probabilità, dovremo confrontarci nel prossimo futuro se non verranno favoriti modelli di vita maggiormente in linea con i ritmi dell’Uomo e del Pianeta.
La trattazione non vuole essere pertanto né rigorosa, né tantomeno esaustiva, ma vuole portare il lettore a cogliere elementi relativi alla malattia, che in alcuni ambiti possono avere punti di sovrapposizione, affinché nascano spunti di riflessione atti a favorire la ricerca di percorsi di maggior conoscenza e consapevolezza.

Già nel 2002 una rivista scientifica di prima fila, il British Journal of Medicine (BJM), metteva in evidenza e richiamava l’attenzione dei medici sul fatto che gli indici di normalità di alcune patologie molto diffuse, come ipercolesterolemia ed ipertensione, avessero subito negli anni un costante e forse ingiustificato ribasso delle soglie di normalità. Questo atteggiamento sembrava favorire un reclutamento sempre maggiore di cosiddetti “nuovi malati” nelle popolazioni oggetto dei vari studi, producendo l’incremento di nuovi probabili consumatori di farmaci per la prevenzione o la cura di dette patologie. Dopo dieci anni circa (febbraio 2013) la stessa rivista pubblicava un editoriale in cui il tono delle affermazioni non era più dubitativo, come nel lontano 2002, ma affermativo e definitivo.

Riporto alcuni passaggi del testo per chiarire maggiormente: “Le prove degli eccessivi atti medici nei paesi ricchi hanno continuato ad accumularsi, con un incremento della documentazione relativa a inequivocabili danni e ai costi di interventi chirurgici inutili” ed ancora “Una donna su cinque che riceve diagnosi di cancro della mammella non avrebbe avuto alcun danno da quel tumore”. L’autore dell’editoriale arriva a concludere in questo modo: “Esistono rischi di massiccia sovradiagnosi e di dannosi eccessi terapeutici conseguenti alla frequente indagine diagnostica precoce. Esiste un problema più o meno marcato di sovradiagnosi in un’ampia gamma di condizioni diffuse, tra cui il cancro della prostata e della tiroide, l’asma, la nefropatia cronica e il deficit di attenzione ed iperattività. Questo dato è rilevante, perché una volta che le persone vengono etichettate con una diagnosi ne consegue una cascata di conseguenze mediche, sociali ed economiche, alcune delle quali permanenti. L’etichetta medica e la conseguente terapia comportano un pedaggio emotivo e finanziario per l’individuo, con costi ingenti per il sistema sanitario”.

Vediamo nello specifico, e soprattutto nella pratica, come si realizza questa pericolosa e subdola manovra nella quotidianità di ogni cittadino. In alcuni casi accade che vengano abbassati i valori di riferimento, come si diceva nelle precedenti affermazioni, per far in modo che una certa quota di popolazione che rientrava nei limiti di norma, e quindi considerata “sana”, con il modificarsi dei valori di riferimento si ritrovasse da un momento all’altro a far parte di una popolazione “malata”.
“Nuovi malati” dunque, nel senso che ampi gruppi di popolazione definiti sani secondo criteri biochimici e bio-umorali (cioè in base ai valori di varie sostanze misurabili nei liquidi del corpo umano, primo fra tutti il sangue) da un certo momento in poi, e un giorno per l’altro, si ritrovano nelle file dei malati per decisione di un nucleo ristretto di persone.

Vediamo alcuni esempi: negli ultimi anni il valore dei trigliceridi considerato nei limiti di norma è passato da 200 mg/ dl a 150 mg/dl, quello del colesterolo totale è stato portato al di sotto dei 200 mg/dl; i valori ematici di glucosio per la definizione del diabete, altra patologia diffusissima nella popolazione mondiale, sono stati ribassati a <126 144="" 2="" 4="" a="" ad="" anche="" antigene="" assistito="" circa="" da="" dei="" del="" dl="" erano="" i="" in="" inspiegabile="" mg="" ml.="" ml="" ng="" normali="" o:p="" passato="" prostatico="" psa="" ribasso="" si="" specifico="" un="" valori="">
A questo punto vi chiederete quali siano stati gli effetti pratici sulla popolazione. La risposta risiede nel fatto che un numero un sempre maggior numero di pazienti, che deriva direttamente dal precedente in funzione dei ribassi dei valori normali descritti, è l’aumento incredibilmente copioso dei programmi di screening, di cui abbiamo discusso ampiamente in precedenza. Qui ci basti ricordare che al crescere dei programmi di screening sono proporzionalmente aumentate le diagnosi precoci e il numero degli interventi chirurgici o di procedure invasive potenzialmente dannose.

Ma un’anticipata diagnosi può davvero prolungare la vita dei pazienti? Spesso non è così, se si leggono bene i dati e si interpretano in maniera onesta. Infatti accade che gli screening scoprano in anticipo un tumore senza che questo si traduca in una riduzione della mortalità totale.
Nell’ambito della lettura dei dati e delle conseguenti conclusioni dobbiamo tenere in considerazione se, anticipando la diagnosi e sottoponendosi ad una terapia magari invasiva e potenzialmente dannosa, non ci si possa ritrovare a vivere una qualità di vita pessima per molti anni in più rispetto ad una diagnosi tardiva, che in ogni caso non avrebbe modificato di un giorno la data della dipartita (chi volesse approfondire questi concetti può consultare il seguente articolo: “Sopravvivenza e mortalità: come interpretare i dati degli studi” di A. Battaggia, L. Puccetti e R. Rossi).

Ad esempio proviamo a considerare gli ormai noti valori del PSA: un numero sempre crescente di persone è stato avviato verso procedure invasive come la biopsia prostatica, che in molti casi individua un tumore della prostata in 16-20 pazienti ogni 100. Quanti individui appartenenti a questo 16-20% beneficerebbero di un intervento chirurgico? Se si considerano quei casi che, per età avanzata (oltre i 70 anni) o per coesistenti patologie gravi, non riceverebbero alcun beneficio dalla chirurgia, il numero dei pazienti per i quali sarebbe indicato l’intervento chirurgico si ridurrebbe ulteriormente. Come abbiamo avuto modo di considerare altrove, bisognerebbe inoltre chiedersi: nei casi in cui l’atto chirurgico venisse condotto, questi pazienti beneficerebbero veramente di un allungamento della loro vita? E la qualità di vita che li attenderebbe dopo l’intervento sarebbe davvero buona? L’incontinenza urinaria, la disfunzione erettile, e più in generale le conseguenze post intervento non sono eventi affatto rari! Questi possono minare la qualità di vita di molte persone, per molti anni in più rispetto al previsto, visto che abbiamo anticipato la diagnosi e di conseguenza la terapia.

Un altro esempio si può trarre da uno studio pubblicato dalla Cochrane Collaboration (iniziativa internazionale no profit creata per valutare e diffondere criticamente la reale efficacia dei trattamenti sanitari). Lo studio in questione è stato pubblicato nel 2006 nel “Cochrane Systematic Review” e riguarda l’oramai consolidata pratica di eseguire ogni 2 anni la radiografia della mammella (mammografia) alle donne che hanno superato i 50 anni di età, allo scopo di diagnosticare precocemente un tumore della mammella. I risultati di questo studio si basano sull’analisi di 2000 donne sottoposte a mammografia, confrontate con altre 2000 donne che non hanno eseguito il suddetto protocollo di screening.
I dati parlano abbastanza chiaramente e ve li riporto: “Su 2000 (duemila) donne esaminate per un tempo di 10 (dieci) anni solo 1 (una) grazie a questa tipologia di screening avrà prolungata la sua vita, cioè lo screening ha evitato un solo decesso per tumore al seno nel gruppo che aveva eseguito la mammografia, rispetto alle 2000 donne che non erano state inserite nel protocollo di screening”.

Alla luce di questi dati sarebbe opportuno valutare non solamente l’impatto sulla spesa economico-sociale che tutto ciò può avere, ma anche se ci stiamo prendendo realmente cura della persona o se stiamo solamente continuando ad emettere raggi X sui corpi umani perseguendo modelli di profitto e di business, che oggi sembrerebbe essere il trend maggiormente perseguito dagli enti sanitari, che non mettono più al centro della loro “mission”, se non in termini teorici, il prendersi cura, il benessere e la salute della persona.

Tratto da...

Domenico Battaglia
Medicina Consapevole - Libro >> http://goo.gl/eRgY6R
Con un poco di zucchero la pillola andrà giù?
Draco Edizioni
Data pubblicazione: Giugno 2013
Formato: Libro - Pag 165 - 13,5x20,5


Descrizione di Medicina Consapevole - Libro

Quando siamo in salute, pensiamo di non aver bisogno della Medicina, riservandola solo agli ammalati. Eppure le ricerche mediche coinvolgono ogni aspetto della vita delle persone, sane o malate che siano.

Per questo motivo Domenico Battaglia ha scritto questo libro, per spiegare a tutti noi come possiamo utilizzare le scoperte della medicina in ogni ambito: dal rapporto medico-paziente, alla nostra alimentazione, al nostro cervello.

Tu puoi e devi fare sempre scelte consapevoli, in salute e in malattia.

"Questo libro nasce quasi per gioco, nasce da un motto scherzoso, il cui primum movens conteneva in sé una forte esigenza di esprimere e far conoscere, a quante più persone possibili, una serie di riflessioni personali oltre che spunti di riflessioni riguardo all'ambito della Medicina, ambiente con il quale mi confronto quotidianamente.

Ripercorrendo le tappe del percorso che mi hanno portato fin qui, ho cercato di affrontare da un altro punto di vista gli svariati argomenti che in qualche modo hanno a che fare con la medicina, seppure apparentemente slegati fra loro.

L'ambizione principale invero è quella di generare nel lettore una consapevolezza nuova verso questi argomenti, in maniera tale da generare una scintilla, una piccola guida luminosa che possa schiarire, qua e là, un percorso di consapevolezza riguardo agli argomenti affrontati, un percorso che, come autore, mi limito solamente ad indicare, nel pieno rispetto del lettore e della sua libertà di pensiero-parola-azione."

L'idea della medicina oggi è quasi sempre avvicinata al concetto di malattia, ma a me piacerebbe che fosse invece sempre più frequentemente accostata al concetto di salute inteso come benessere, come perseguimento di uno stato che non è solo assenza di malattia ma pienezza e consapevolezza dello scorrere della vita in noi.

Per fare questo servono delle informazioni, delle conoscenze, degli strumenti che ci consentano di operare delle scelte il più consapevoli possibili, anche in riferimento al "momento storico" di ciascuno di noi e al nostro bisogno di esperienza.

Il percorso di questo libro oscilla dal macrocosmo al microcosmo, conscio del fatto che il nostro corpo non può essere visto e vissuto semplicisticamente come una scatola-contenitore di organi ed apparati, che svolgono ognuno funzioni specifiche ed avulse tra loro, bensì come un universo di universi che concorrono in modo corale allo svolgimento della vita, e dunque del benessere, nel modo che più si avvicina alla perfezione possibile sul nostro Pianeta.


Indice

Premessa
Introduzione

Capitolo 1 Il rapporto medico-paziente ovvero "C'eravamo tanto amati..."
Capitolo 2  Il mondo delle prestazioni sanitarie ovvero "Il 3x2 della sanità"
Capitolo 3 - Nuovi malati o nuove malattie?  Ovvero "Siamo Uomini o Caporali?"
Capitolo 4 La chemioterapia ovvero "Molta chimica, molta terapia?"
Capitolo 5 La Mente e le Emozioni controllano il corpo ed esse si trovano in ogni più recondito luogo
Capitolo 6 Alimentazione consapevole ovvero "Qui è tutto un magna magna" -
Capitolo 7 Andiamo a fare la spesa, ovvero "Mini guida per la sopravvivenza nella giungla degli scaffali"
Capitolo 8 Alimenti Geneticamente Modificati (OGM) ovvero "Salagabula Magicabula bibbidi bobbidi bu"
Capitolo 9 Nutrizione basata sull'evidenza scientifica ovvero "Sfatiamo i miti dell'abitudine e della falsa informazione"
Capitolo 10 I Super cibi ovvero "Le erbette dell'Incredibile Hulk", con le ricette di Cristina Barbieri
Conclusioni
Ringraziamenti
Bibliografia


Introduzione

Questo libro nasce dalla volontà di tessere un filo invisibile tra alcuni aspetti della medicina e della salute, solo apparentemente lontani tra loro.

In molte occasioni della mia vita ho avuto la sensazione di procedere come attraverso una stanza buia con tanti punti luce, sparsi qua e là in maniera apparentemente disordinata. Finora ho esplorato solo alcuni aspetti dell'esistenza nei suoi svariati modi di esprimersi, riuscendo ogni tanto ad accendere qualche nuovo punto luminoso, pur rimanendo consapevole del fatto che un numero consistente di queste fonti di luce siano ancora tutte da scoprire e da ridestare.

In questo libro ho cercato di tessere alcuni fili di collegamento fra i vari puntini luminosi, sperando di riprodurre dei disegni coerenti ed intellegibili ad un pubblico il più vario possibile, senza peraltro pretendere di avere esplorato in maniera esaustiva i singoli argomenti trattati. Il vero ed ambizioso obiettivo di questo libro è quello di divulgare, cioè far arrivare le notizie contenute a quante più persone possibili e nel modo più semplice e chiaro possibile.

L'idea della medicina oggi è quasi sempre avvicinata al concetto di malattia, ma a me piacerebbe che fosse invece sempre più frequentemente accostata al concetto di salute inteso come benessere, come perseguimento di uno stato che non è solo assenza di malattia ma pienezza e consapevolezza dello scorrere della vita in noi.

Per fare questo servono delle informazioni, delle conoscenze, degli strumenti che ci consentano di operare delle scelte il più consapevoli possibili, anche in riferimento al "momento storico" di ciascuno di noi e al nostro bisogno di esperienza.

Il percorso di questo libro oscilla dal macrocosmo al microcosmo, conscio del fatto che il nostro corpo non può essere visto e vissuto semplicisticamente come una scatola-contenitore di organi ed apparati, che svolgono ognuno funzioni specifiche ed avulse tra loro, bensì come un universo di universi che concorrono in modo corale allo svolgimento della vita, e dunque del benessere, nel modo che più si avvicina alla perfezione possibile sul nostro Pianeta.

Ma come assumere informazioni e nuove conoscenze? Spesso occorre leggere e studiare, ma a volte basta semplicemente sviluppare una modalità di osservazione critica degli eventi che si dipanano davanti ai nostri occhi così da cercare soluzioni pragmatiche, fattive, per invertire la rotta, per modificare in meglio i comportamenti o le modalità alterate che vediamo svolgersi davanti a noi.

Vi starete già chiedendo come raggiungere questi obiettivi ed ecco che un primo esempio potrebbe essere quello di ponderare la maniera con cui medici e pazienti oggi gestiscono i rapporti umani oltre che la malattia; un'altro punto di osservazione potrebbe essere analizzare il perché del continuo aumento di prestazioni sanitarie, che non accenna a fermarsi. E inoltre, si potrebbero osservare gli effetti con i quali l'energia di un pensiero o di un emozione influenzano i meccanismi dell'organismo, in positivo come in negativo.

Come tutto ciò può avere risvolti significativi sul nostro benessere? E quale può essere il ruolo del cibo, elemento alla base del nostro stato di salute? Riguardo al cibo è doveroso ricordare che il nostro corpo si comporta un po' come un'antenna, recependo energie di varia frequenza e vibrazione dall'esterno e trasducendole in azioni pratiche al suo interno. Le piante, per esempio, accumulano energie dalla terra e dal sole e le sintetizzano in un frutto, un ortaggio etc. L'Uomo cibandosi dei frutti della terra così ottenuti, introietta nel suo organismo queste energie sotto forma di enzimi, zuccheri e proteine, che saranno assorbite ed utilizzate per avviare o mantenere processi utili al suo sostentamento e, in ultima analisi, ad un corretto fluire e progredire della vita.

Ecco, questi e tanti altri esempi saranno alla base di un percorso che speriamo possa condurre i lettori ad una maggior consapevolezza, quantomeno riguardo agli argomenti trattati, consci del fatto di essere individui unici ma non scollegati, inseriti in un sistema poliedrico, interconnesso ed assolutamente integrato, sia in se stessi che con gli altri simili, oltre che con tutti gli altri esseri viventi attraverso i quali, con varie e diverse modalità, la vita fluisce, si rigenera e crea.

Domenico Battaglia
Medicina Consapevole - Libro >> http://goo.gl/eRgY6R
Con un poco di zucchero la pillola andrà giù?
Draco Edizioni
Data pubblicazione: Giugno 2013
Formato: Libro - Pag 165 - 13,5x20,5



lunedì 23 giugno 2014

Metafisica della luce

Metafisica della luce

Un viaggio nella storia delle religioni e della spiritualità alla scoperta della metafisica della luce

di Giancarlo Petroni - 20/06/2014



Metafisica della luce

Il sole è stato venerato presso tutte le popolazioni dell’antichità, così come la luce e il calore che esso elargisce, elementi che rendono possibile l’esistenza sulla terra. La radiazione solare, emessa fondamentalmente ma non solo come luce visibile, fornisce infatti l’energia necessaria ad attivare i principali meccanismi che ci consentono di vivere. Ad esempio, rende possibile la presenza di acqua allo stato liquido, permette la fotosintesi da parte dei vegetali che producono l’ossigeno (necessario per gran parte degli esseri viventi), regola il clima e i fenomeni meteorologici. Molto semplicemente, senza di esso non esisterebbe niente di ciò che ci circonda, noi stessi inclusi. Non sorprende quindi che l’astro sia stato adorato fin dai primordi, rappresentato nelle incisioni rupestri preistoriche e accompagnato da immagini simboliche note come “oranti”, ovvero figure umane stilizzate e rappresentate con gambe e braccia divaricate rivolte verso il cielo (v. Figura 1). Il sole è il simbolo associato alla divinità, alla regalità e al potere (della divinità).

Figura 1
Incisioni rupestri raffiguranti dischi solari nella Val Camonica, in Italia

Presso tutti i popoli antichi deve essere esistito questo culto del sole e della luce che esso rappresenta ed emana. Presso tutte le tradizioni spirituali veritiere il culto era rivolto ad una sola divinità, i cui diversi nomi ne rappresentavano sostanzialmente gli attributi.
Ma cosa intendiamo esattamente per luce?
Nel senso ordinario il termine si riferisce alla porzione dello spettro elettromagnetico visibile dall’occhio umano, che è compresa all’incirca tra i 400 e i 700 nanometri di lunghezza d’onda (Figura 2).

Figura 2
Lo spettro visibile è quella parte dello spettro elettromagnetico che cade tra il rosso e il violetto includendo tutti i colori percepibili dall’occhio umano. La lunghezza d’onda della luce visibile nell’aria va indicativamente dai 380 ai 760 nm. In termini di frequenze, lo spettro visibile varia tra i 400 e i 790 terahertz.

Questo intervallo coincide con il centro della regione spettrale della luce emessa dal sole. La luce, come tutte le onde elettromagnetiche, interagisce con la materia, ed è il principale meccanismo attraverso il quale gli oggetti si rivelano ai nostri occhi.
Tra le sue caratteristiche principali, la luce ha quella di rendere visibili le cose e il mondo attorno a noi. Nel senso opposto il buio e le tenebre ci impediscono di vedere le forme e i colori, le persone e gli animali, insomma l’universo in cui viviamo.

Cerchiamo ora di generalizzare questa caratteristica della luce, intendendo con questa non solo l’onda elettromagnetica ma qualsiasi cosa in grado di agire sulla nostra coscienza aumentando la nostra consapevolezza della realtà. In questo senso la facoltà visiva per gli esseri viventi è importante almeno quanto la luce intesa come onda elettromagnetica, in quanto è grazie ad essa che la luce può rendere il mondo e le cose che ci circondano visibili. La vista dell’uomo però è limitata, ad esempio non consente di percepire cose troppo distanti, troppo piccole oppure nascoste dietro a ostacoli. D'altronde tutte le tradizioni spirituali sembrano avvertirci che tutto è nascosto e tutto non è ciò che appare.
L’intelletto ha già un potere maggiore rispetto alla facoltà visiva: in un batter d’occhio giunge sulla cima più alta dell’Everest e nell’attimo immediatamente successivo si immerge negli abissi più remoti degli oceani. Concepisce l’esistenza degli atomi e delle galassie e, almeno potenzialmente, il concetto di infinito, al contrario di quanto può la vista. L’intelletto è uno strumento potentissimo quando non viene sopraffatto e deviato da altre facoltà inferiori quali l’immaginazione, le fantasie, le credenze e i pregiudizi.

Insomma tra la facoltà visiva e l’intelletto, quest’ultimo ha sicuramente maggior levatura e campo d’azione da meritare il nome di luce molto più della prima, nella misura in cui può rendere conoscibile, chiaro, visibile ciò che è nascosto alla vista.
Ma anche l’intelletto ha i suoi limiti. E questo è particolarmente evidente quando proviamo a esprimere tramite di esso le esperienze e le sensazioni della vita. Come quando uscendo di casa ci capita di incontrare una persona cara e ci basta guardarla negli occhi per “intendere tutto”, senza che l’intelletto abbia neanche avuto il tempo di dire la sua. In certe situazioni il semplice sguardo veicola in una frazione di secondo ciò che migliaia di pagine di discorso intellettuale non sarebbero mai in grado di trasmettere! Questo perché l’uomo possiede facoltà ben superiori a quella intellettuale e queste non meritano forse il nome di luce molto più dell’intelletto?
Seguendo lo stesso ragionamento, possiamo considerare un uomo che diffonde chiarezza e positività attraverso discorsi nobili ed elevati come luce rispetto a un altro che al contrario propaga negatività, ambiguità, incomprensibilità. E questo è vero anche per un libro, un discorso, un’opera letteraria o di altro genere.

Ciò che dobbiamo comprendere è che ogni cosa non ha di per sé una luce propria, ma ne riceve in prestito da un’altra fonte luminosa che, a sua volta, non ha fondamento in se stessa ma in un’altra luce ancora, fino ad arrivare alla Luce Prima.
Oltre a ciò la luce, intesa come conoscenza, armonia, e come tutto ciò che non è possibile esprimere ora intellettualmente, per giungere nella nostra dimensione, nel basso Mondo, il mondo della confusione e della densità, ha bisogno di canali, di porte attraverso cui propagarsi quaggiù.
Dai primordi della civiltà, attraverso i secoli ed i millenni, alcune tradizioni, costituite da una catena di maestri e dai loro iniziati, hanno costituito la porta attraverso la quale la luce giunge fino a noi. Dobbiamo però anche ricordare che nel tempo le tradizioni hanno perso il loro carattere veritiero conservando solo alcuni frammenti dell’antico insegnamento e trasformandosi quindi in qualcosa di inutile, a volte nocivo (quello che è capitato sostanzialmente a tutte le religioni, una volta che si sono strutturate in istituzioni).

In un certo senso la divinità inoltre ha interposto innumerevoli veli che ci impediscono di vedere la realtà nella sua totalità, e questo da una parte costituisce una protezione, dall’altra rende possibile il processo di sviluppo e crescita dell’essere umano.
La lode sia a Dio, che diffonde la luce, apre gli occhi, svela i misteri, e rimuove i veli (1).
È proprio questa "miopia" che permette la capacità di sviluppo dell’essere umano. L’uomo, in quanto destinato al perfezionamento di sé, ha una tendenza innata al completamento di sé. Rinnegare questo processo di perfezionamento significa molto semplicemente negare se stessi e l’impulso della vita. Al contrario, sollecitati da ciò che può renderci migliori e completi, dobbiamo fare il corretto sforzo per andare incontro a ciò che ci rende completi. Questo duplice aspetto di attrazione e tendenza prende il nome di amore, per cui possiamo senza indugi affermare che esso è il motore della vita stessa e la più luminosa delle luci per aiutarci a districarci lungo il suo difficile percorso.

L’amore spirituale così inteso corrisponde all'Amare se stessi, ovvero l'Io-sono-Dio che ognuno ha dentro di sé.
Al contrario sentiamo sempre ripeterci "ama gli altri", ma questo è possibile solo iniziando ad amare se stessi. In caso contrario quell'amore sarà solo una messinscena, una finzione, una falsità.
L'Amore verso se stessi è però anche favorito e alimentato da quello che si prova per le altre persone, tanto che dovremmo sforzarci di creare una catena di amore composta da tutti coloro che amiamo nella nostra vita, ai quali possiamo dare e dai quali possiamo ricevere, che possiamo aiutare e dai quali possiamo ricevere aiuto nei momenti di maggiore difficoltà.

Note
(1) al-Ghazali, La nicchia delle Luci, UTET, Classici delle religioni, Sezione III “La religione islamica”, 1970.


Giancarlo Petroni
Risonanze - Libro >> http://goo.gl/TSl3xE
La conoscenza suprema del suono
Venexia Edizioni



venerdì 20 giugno 2014

Omeopatia in pericolo

Omeopatia in pericolo

L'obbligo di registrare i rimedi Omeopatici presso AIFA mette in crisi l'industria Omeopatica e minaccia la diffusione dei medicinali Omeopatici nel nostro paese

di Paolo Mosconi - 19/06/2014



Omeopatia in pericolo

Si è svolto a Bologna dal 09 all’11 maggio la 18° edizione del COSMOFARMA, evento leader per il mondo della farmacia a livello europeo nell’ambito dell’Health Care, del Beauty Care e di tutti i servizi legati al mondo della farmacia. Nell’ambito della manifestazione era prevista la tavola rotonda dal titolo "OMEOPATIA sogno impossibile" presso la sala Chopin pad. 21.
Il convegno avrebbe dovuto essere un momento di confronto tra tutte le categorie coinvolte (imprese, medici, pazienti) e le istituzioni, con particolar riferimento al Ministero della Salute e ad AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco).

Ebbene, i funzionari AIFA, invitati in qualità di relatori, pur essendo intervenuti al Cosmofarma per altri motivi, non si sono neppure presentati nella sala del convegno.
In tal modo l’AIFA ha ancora una volta sottolineato il suo disprezzo e la sua rigidità nei confronti del mondo Omeopatico e in particolare nei confronti delle imprese che stanno subendo ingenti danni a causa dell’atteggiamento vessatorio dello stesso ente regolatorio.

È una vergogna che delle imprese operanti in un settore in pieno trend di sviluppo e di crescita (10.000.000 di pazienti  che scelgono questa terapia solo in Italia e una crescita del sell out del 5-6% anno) debbano essere ostacolate in questo modo dalle stesse istituzioni che dovrebbero invece supportarle in un momento così delicato per la nostra economia.

Era presente la Dott.ssa Annarosa Racca, presidente di Federfarma a sottolineare quanto il mondo della farmacia sia invece sensibile all’allarme lanciato da Omeoimprese (l’associazione che raccoglie la quasi totalità delle aziende produttrici di medicinali Omeopatici). Infatti, con l’avvicinarsi della scadenza del giugno 2015, termine ultimo per la registrazione presso AIFA dei medicinali Omeopatici, si teme la scomparsa della maggioranza dei medicinali Omeopatici attualmente in commercio, sia a causa delle tariffe spropositate che AIFA si ostina a voler riproporre nonostante l’associazione Omeoimprese abbia vinto un ricorso al TAR (non è stata notificata la sentenza), sia a causa della documentazione che viene richiesta per i dossier di registrazione, documentazione di estrema complessità e non conforme alle esigenze del settore.

Chi vuole intendere intenda...

Nicola Del Giudice, Marta Del Giudice
Omeopatia - Libro >> http://goo.gl/5NOFcj
L'Acqua che cura
Editore: Tecniche Nuove Edizioni
Data pubblicazione: Marzo 2014
Formato: Libro - Pag 144 - 15x21 cm



mercoledì 18 giugno 2014

Curarsi con la canapa

Curarsi con la canapa

Le virtù terapeutiche della canapa (cannabis sativa)

di Antonio Colasanti - 17/06/2014



Curarsi con la canapa

La cannabis sativa, da non confondersi con la indica che contiene cannabinolo, composto stupefacente, si ricava per spremitura dei frutti, i quali sono stati impiegati per millenni dai popoli mediterranei e usati come tonici e riforzanti dell'organismo.
La sua composizione è un'esplosione di acidi grassi essenziali omega 3-6-9, universalmente riconosciuti dal mondo scientifico per la straordinaria importanza.
Oltre all'olio abbiamo anche i semi, che possiamo usare aggiungendo a yogurt o latte o sui cibi direttamente.

La canapa è un immunostimolante, tonico del sistema nervoso e di quello ormonale, possiamo definirlo un vaccino nutrizionale nel senso che è un alimento protettivo: introducendolo giornalmente nella dieta l'organismo si rinforza e regola la risposta immunitaria.

Si consiglia di inziare l'assunzione sia in età pediatrica e anche in gravidanza. Risultati documentati li abbiamo in ambito neuropsichiatrico, allergologico, ormonale, respiratorio, dermatologico, oncologico.

Come usarla

Frutti freschi macinati

2 cucchiaini da caffe con latte yogurt o altro liquido oppure decotto, far bollire per 5 minuti e bere a tazze. Si puo aggiungere nella preparazione di dolci.

Olio

L'olio si aggiunge alle insalate e a tutti i cibi, ovviamente si sconsiglia di usarlo a crudo, in quanto, come tutti gli oli, alle alte temperature avviene la trasformazione in acroleine, sostanze cancerogene.
Per uso esterno, ottimi risultati nelle tendiniti, nelle lesioni cutanee a lenta guarigione, nelle ragadi anali, nel calazio, nelle otiti, nelle ustioni, nella forfora, dopo applicazione con henne. Fortifica il cuoio capelluto ed è consigliato dopo forti esposizione al sole insieme all'olio di iperico.

               
Olio di Semi di Canapa Biologico 500 ml >> http://goo.gl/oHQbQE
Spremuto a freddo
Bottega Della Canapa




martedì 17 giugno 2014

Le Virtù Terapeutiche dei Frullati Verdi

Le Virtù Terapeutiche dei Frullati Verdi

Come prevenire: depressione, obesità, colesterolo alto, infezioni respiratorie, malattie cardiovascolari, infiammazioni, disturbi intestinali, ecc...

di Victoria Boutenko



Victoria Boutenko ci spiega quali siano i vantaggi di un'alimentazione basata su deliziosi frullati verdi, preparati unendo assieme salutari verdure a foglie verdi con gustosi ingredienti quali: mela, banana, limone, fragole, menta, mango, pesca, avocado, zenzero, sedano, basilico, e tanti altri.

La Boutenko illustra questa straordinaria dieta a basi di frullati utile per curare malattie quali depressione, perdita di memoria, dipendenze, obesità, colesterolo alto, malattie cardiovascolari, infiammazioni, infezioni respiratorie, disturbi intestinali ecc.

L'opera presenta le quantità di minerali, vitamine, proteine e altri nutrienti che contiene ogni diverso frullato. Ci sono molte testimonianze di entusiasti sostenitori di questa dieta crudista e dei risultati da essi raggiunti.

Indipendentemente dal fatto che si segua una dieta crudista, vegana, vegetariana o mediterranea,
bere regolarmente frullati (o smoothies) verdi può migliorare notevolmente la nostra salute.

Tradotto in 26 lingue "Le Virtù Terapeutiche dei Frullati Verdi" di Victoria Boutenko è un libro molto conosciuto nel mondo vegan e crudista, e ora disponibile anche in Italiano.


La rivoluzione dei frullati verdi - Estratto da "Le Virtù Terapeutiche dei Frullati Verdi"

Nel corso della mia ricerca, ho notato che gli scimpanzé adorano le foglie verdi. Ricordo che li guardavo allo zoo e li vedevo agitarsi elettrizzati quando venivano loro offerti rami freschi di acacia, foglie giovani e tenere di palma o di cavolo a foglia lunga.

Osservandoli, un giorno mi sentii così ispirata che andai a raccogliere le foglie dei vicini cespugli di acacia e provai a mangiarle. Ma quelle foglioline verdi per me non erano molto appetitose, e questo poneva un altro problema: mangiare le verdure a foglia mi era sempre sembrato un dovere.

Pensavo sempre fra me e me:
“Devo mangiare le verdure”.

A volte “imbrogliavo” centrifugandole: bevevo in fretta un bicchiere di succo verde e mi consideravo a posto per un paio di giorni. Oppure, prima di eliminare gli oli, riuscivo a mangiare volentieri le verdure a foglia preparando un saporito condimento crudo e affogandocele. Non mi sarei mai sognata però di mangiare per pranzo un mazzo di cavolo nero o di spinaci.

Se io non amavo le verdure verdi, mio marito Igor non poteva neppure tollerarle. Da ragazzo era stato incoraggiato a mangiare quasi esclusivamente carne e pane, “come un vero uomo russo”. Vivendo in Russia, raramente vedevamo nei negozi verdure a foglia verde. Al mercato dei contadini si potevano comprare l’aneto, il prezzemolo e le cipolline verdi, ma solo in estate. Ricordo che nei mesi estivi vedevo solo un paio di volte la lattuga, e la consideravo un ortaggio raro ed esotico.

Più leggevo sul contenuto nutrizionale delle verdure a foglia verde, più mi convincevo che fossero l’alimento più importante della dieta umana. Se solo fossi riuscita a trovare un modo per mangiarle volentieri così da consumarne la quantità necessaria per ottenere la salute perfetta!

Cercai un infinito numero di volte di forzarmi a mangiare grandi quantità di verdure a foglia sotto forma di insalata o da sole, ma alla fine scoprii che non ero fisicamente in grado di farlo. Dopo circa 100 g di verdure in foglia sminuzzate, mi veniva sempre un gran bruciore di stomaco, oppure mi sentivo nauseata.

Un giorno, mentre leggevo un libro di biologia, rimasi affascinata dalla composizione sorprendentemente resistente delle piante. Pare che la cellulosa, la loro componente principale, abbia una struttura molecolare fra le più forti del pianeta.

Le verdure a foglia verde contengono più sostanze nutritive di qualsiasi altro gruppo di alimenti, ma tutte queste sostanze sono immagazzinate nelle cellule delle piante. Queste ultime sono costituite da materiale resistente, probabilmente ai fini della sopravvivenza, per far sì che gli animali abbiano difficoltà a mangiarle. Per rilasciare tutte le preziose sostanze nutritive contenute all’interno delle cellule, è necessario spezzarne le pareti cellulari, impresa per nulla facile, vista la loro resistenza.

È per questo motivo che mangiare le verdure a foglia senza masticarle a fondo non soddisfa i nostri bisogni alimentari: occorre masticarle fino a ottenere una consistenza cremosa per ricavarne i grandi benefici. Inoltre, per digerire i minerali e le vitamine che vengono rilasciate grazie alla masticazione, l’acido cloridrico prodotto nello stomaco dev’essere molto forte, con un pH compreso fra 1 e 2.

Queste due condizioni sono assolutamente e irrinunciabilmente necessarie per l’assimilazione delle sostanze nutritive rilasciate dalle verdure a foglia. Ovviamente, quando avevo cercato di mangiarle allo stato naturale, non le avevo masticate così a fondo, e probabilmente il livello dell’acido cloridrico nel mio stomaco non era sufficientemente alto. Ne erano risultati sgradevoli segni di cattiva digestione e un disgusto generale per tutte le verdure verdi.

Dopo parecchi decenni di alimentazione a base di cibi pesantemente trasformati a livello industriale, quasi tutti noi abbiamo perso la capacità di masticare in modo normale.

Le nostre mandibole sono diventate così strette che la maggior parte di noi deve portare l’apparecchio ortodontico perché non c’è abbastanza spazio per tutti i denti, nemmeno dopo l’estrazione di quelli del giudizio. I nostri muscoli mandibolari sono diventati troppo deboli per masticare a fondo le fibre resistenti. Il mio dentista mi ha esortato più volte a essere più indulgente con i miei denti, a non mangiare a morsi frutti e ortaggi di consistenza dura, e semmai a grattugiare le mele e le carote. Molti di noi hanno i denti otturati o incapsulati, oppure li hanno persi del tutto.

Tutti questi ostacoli rendono praticamente impossibile masticare le verdure a foglia fino a ottenere la necessaria consistenza.

Ecco perché decisi di provare a “masticare” le verdure utilizzando un frullatore Vita-Mix. La prima volta feci frullare un mazzo di cavolo a foglia lunga (kale) con un po’ d’acqua. Pensavo: “Ora chiudo gli occhi, mi tappo il naso e bevo”. Ma subito dopo aver sollevato le palpebre, le richiusi istantaneamente perché ero nauseata dal forte odore di erba. Quella mistura di colore verde scuro, quasi nero, era totalmente improponibile.

Dopo un po’ di brainstorming, aggiunsi alcune banane e ripresi a frullare. E fu allora che ebbe inizio la magia. Lentamente, e non senza un po’ di trepidazione, tolsi il coperchio e annusai: con mia grande sorpresa, quel miscuglio verde brillante aveva un profumo davvero gradevole.

Ero così ansiosa di assaggiarlo che cominciai a berlo direttamente dal frullatore. Ne presi un piccolo sorso e mi sentii invadere dalla gioia: non era soltanto saporito, era buonissimo!

Né troppo dolce, né troppo amaro, aveva il sapore più insolito che avessi mai assaggiato, e bastava una parola a descriverlo: freschezza.

Nel giro di 4 ore avevo consumato tutto il frullato, ossia un mazzo di cavolo a foglia lunga, 4 banane e 1 l di acqua. Mi sentivo benissimo, e ne preparai dell’altro. Con un senso di trionfo mi resi conto che era la prima volta nella vita che consumavo due bei mazzi di verdure a foglia verde in un solo giorno. E inoltre, pur non avendo aggiunto né olio né sale, l’esperienza era stata molto gradevole. Il mio stomaco stava bene, e io ero strafelice di aver raggiunto il mio obiettivo.

Questo accadeva nell’agosto 2004. La soluzione al problema delle verdure a foglia verde era inaspettatamente semplice. Prepararle in questo modo richiedeva così poco tempo che giorno dopo giorno continuai a sperimentare con la frutta e la verdura frullata.

Devo ammettere che l’idea di frullare le verdure non era nuova per me.

Sedici anni fa, quando con la mia famiglia studiavo al Creative Health Institute (CHI) nel Michigan, ci erano state presentate le proprietà terapeutiche della “minestra energetica”: un frullato di germogli, avocado e mela. Questa ricetta era stata inventata dalla dottoressa Ann Wigmore, pioniera dello stile di vita basato sugli alimenti vivi nel Ventesimo secolo. Benché ci fossero stati riferiti più volte gli eccezionali benefici della minestra energetica, la quasi totalità degli ospiti dell’istituto non era stata in grado di mangiarne più di 2 cucchiai per via del suo sapore sgradevole.

Rimasi davvero impressionata dalle testimonianze di chi riferiva i benefici della minestra energetica. Tornata a casa, provai disperatamente a sperimentare per migliorarne il sapore perché volevo che la mia famiglia ne traesse beneficio. Il mio tentativo finale di perfezionare la minestra energetica ebbe termine il giorno in cui sentii Valya che urlava a Sergei in cortile: «Scappa! Mamma sta facendo di nuovo quella poltiglia verde!».

Malgrado tutte le prove scientifiche dei suoi poteri terapeutici, scoprii che, purtroppo, anche le persone che dovevano e volevano disperatamente consumare la minestra energetica, non riuscivano a costringersi a farlo regolarmente.

È sorprendente che, tanti anni dopo aver sentito parlare per la prima volta della minestra energetica, quando ormai avevo completamente dimenticato tutto ciò che la riguardava, mi sia trovata a praticare la stessa idea delle verdure frullate da una prospettiva completamente nuova.

Quando cominciai a bere i frullati verdi, non mi aspettavo che accadesse niente di particolare.
Benché non avessi alcun problema serio di salute, speravo tuttavia di trovare il modo di curare i fastidiosi disturbi che tutti noi in famiglia accusavamo.

Dopo circa un mese di frullati verdi bevuti in modo discontinuo, due nei e una verruca che avevo sin dalla prima infanzia si staccarono spontaneamente. Avevo un’energia mai provata prima, e cominciai a condividere l’esperienza con i familiari e con gli amici.

Il secondo fenomeno di cui mi accorsi fu che erano completamente scomparse le mie occasionali voglie di alimenti pesanti come noci o cracker, specialmente la sera. Notai che molte delle rughe che mi solcavano il viso erano scomparse, e cominciai a ricevere complimenti per il mio aspetto fresco. Le mie unghie erano diventate più forti, la mia vista più acuta, e avvertivo in bocca un meraviglioso sapore, anche la mattina appena sveglia (un piacere che avevo dimenticato da quando ero adulta).

Finalmente il mio sogno si era avverato!
Ogni giorno consumavo tantissime verdure a foglia verde.

Cominciai a sentirmi più leggera, e la mia energia aumentava.

Anche i miei gusti cominciarono a cambiare: scoprii che il mio organismo era così affamato di verdure che per diverse settimane vissi quasi esclusivamente di frullati verdi. La frutta e gli ortaggi allo stato naturale erano diventati molto più appetibili, e le mie voglie di cibi grassi erano calate drasticamente. Smisi improvvisamente di consumare ogni tipo di sale.

Due settimane dopo, mio marito e io stavamo camminando in California su un sentiero tappezzato di erbe succose come il centonchio e il tarassaco, quando improvvisamente notai che avevo l’acquolina in bocca: le erbe di color verde scuro che crescevano in abbondanza sul nostro cammino erano così invitanti! Mi sorprendevo di continuo a desiderare di allungare una mano per strapparle e mangiarle. Ne parlai con Igor, e lui mi ascoltò attentamente ma non fu granché contagiato dal mio entusiasmo.

Aveva già notato che da qualche tempo mangiavo in modo diverso. Invece di prepararmi un’enorme insalata con tanti ortaggi tagliati a cubetti, un grosso avocado, sale marino, tante cipolle e olio di oliva, ora tagliavo un mazzo di lattuga con un pomodoro, li cospargevo di succo di limone e li mangiavo con grande gusto, volgendo gli occhi al cielo ed emettendo mugolii di piacere. Non mi mancavano i cibi che mangiavo prima, e mi sentivo perfettamente sazia mangiando quegli alimenti semplici.

Avevo raggiunto la certezza che il corpo umano può imparare a desiderare ardentemente le verdure.

Ci fu poi un altro cambiamento che mi lasciò sbalordita. Quando ero stanca provavo spesso una forte voglia di cibi poco sani. Prima di allora, ad esempio, quando viaggiando passavo tutta la notte su un aeroplano, oppure se guidavo dalla sera al mattino, avvertivo un forte desiderio di alimenti crudi molto calorici o addirittura dei piatti tradizionali russi della mia infanzia, che non assaggiavo più da oltre un decennio. Queste voglie alimentari erano molto forti e fastidiose e mi spingevano a prepararmi cibi crudi sostanziosi come formaggio di semi con i cracker, oppure a rimpinzarmi di noci e noccioline, a volte nel cuore della notte. Ho sentito riferire abitudini simili da molte altre persone.

Inoltre, quando in un periodo precedente tornavo a casa tardi dall’ufficio, spesso dopo le dieci di sera, mi piaceva staccare dal lavoro concentrandomi su temi meno impegnativi, come leggere un capitolo di un libro o guardare un bel video. Mi accorsi che se mi concedevo una mela o una manciata di noccioline, poi continuavo a mangiucchiare senza mai raggiungere un senso di soddisfazione. Anche se usavo la mia forza di volontà e, una volta arrivata a casa, non toccavo cibo, continuavo a sentirmi insoddisfatta e a pensare al cibo.

Quando cominciai a bere i frullati verdi, notai subito che questo tipo di voglie alimentari erano scomparse. Fu allora che mio marito notò la differenza del mio comportamento. La sera, dopo una pesante giornata di lavoro, lui aveva ancora voglia di mangiare qualcosa, mentre io ero rilassata e felice di leggere un libro o fare conversazione.

Quando, oltre agli evidenti miglioramenti della mia salute, Igor vide quanto ero tranquilla e soddisfatta la sera, anche lui iniziò a bere con me i frullati verdi. Cominciò a chiedermi un bicchiere di “quella roba verde” ogni volta che la preparavo.

Né io né mio marito avevamo malattie di alcun tipo, perciò all’inizio ci fu difficile capire se era solo entusiasmo o se davvero stavamo meglio. Presto, però, fummo entrambi in grado di affermare che stavamo vivendo un processo di ringiovanimento, e cominciavamo a sembrare più giovani.

Dopo due soli mesi di frullati verdi, i baffi e la barba di Igor tornarono a essere più scuri, restituendogli l’aspetto di quando l’avevo incontrato.

Igor era così entusiasta del suo aspetto giovanile che divenne il paladino dei frullati verdi nella nostra famiglia. La mattina si svegliava presto e preparava 6-8 l di frullati che duravano un paio di giorni e che ci ripartivamo in tre dosi uguali, due per noi adulti e la terza da dividere tra Sergei e Valya.

Entrambi i nostri ragazzi aggiungevano volentieri al loro menù questa bevanda verde e saporita, e sentivano di avere di nuovo più energia. Si accorsero anche di altri benefici, come la capacità di dormire di meno, un’evacuazione più completa, unghie più forti, e soprattutto miglioramento dei denti, che erano diventati meno sensibili.

Una delle mie paure era che un giorno avrei potuto stancarmi dei frullati verdi e non sarei più riuscita a berli. Tuttavia, dopo sei mesi di consumo regolare continuavano a piacermi più che mai. Ora non riuscivo a immaginare una vita senza i frullati verdi, che ormai corrispondevano al 50% della mia dieta. Oltre ai frullati mangiavo cracker di lino, insalate, frutta e occasionalmente semi o frutta a guscio.

Per avere sempre la possibilità di prepararmi un frullato fresco, acquistai il frullatore Vita-Mix anche per il mio ufficio. Quando venivano gli amici o i clienti, vedevano un bicchierone verde vicino al mio computer, e io offrivo loro un assaggio della mia nuova scoperta: con mia grande soddisfazione, il frullato piaceva a tutti, nonostante le abitudini alimentari diverse.

Inaspettatamente, alcuni dei miei amici e colleghi cominciarono a riferirmi dei miglioramenti della loro salute dovuti soltanto al bicchiere di frullato verde che bevevano nel mio ufficio. Non è uno scherzo!

Dopo aver bevuto in modo piuttosto discontinuo qualche porzione dei miei frullati, il mio web-designer cominciò a desiderare più alimenti crudi, e in un paio di mesi perse 7 kg. La signora che lavorava nell’ufficio dalla parte opposta della strada si liberò dell’eczema bevendo quasi ogni giorno un bicchiere di frullato verde. Piaceva anche all’addetto del corriere espresso!

Incoraggiata dall’accoglienza favorevole, scrissi un articolo dal titolo Ode to green smoothie [Ode al frullato verde; N.d.T.] e lo inviai per posta elettronica a tutti gli indirizzi della mia rubrica.

Quasi immediatamente cominciai a ricevere forti conferme e molte testimonianze dettagliate dai miei amici, studenti e clienti. Se da un lato mi sentivo obbligata ad approfondire le mie ricerche, dall’altro sembrava proprio che i molteplici benefici dei frullati verdi fossero evidenti a tutti quelli che li provavano, e subito il numero delle persone che li consumavano si trasformò in “un’onda verde” che crebbe rapidamente giorno dopo giorno.


55 kg persi e fine delle malattie croniche

«Sono una donna di 37 anni. Tre anni fa pesavo quasi 114 kg ed ero sempre malata.

Mangiavo fast food tre volte al giorno, tracannavo Pepsi senza sosta e fumavo mucchi di sigarette. Non toccavo mai un frutto o della verdura fresca e non avevo idea di quanto male mi stessi infliggendo.

In compenso, avevo ogni genere di problemi: una grave depressione che trattavo da dieci anni con antidepressivi; disturbi cronici che andavano dalle allergie alla bronchite fino alle infezioni urinarie; emicrania, crampi mestruali insopportabili, dolori muscolari, sindrome del colon irritabile, gastrite, letargia… Sono sicura che ci fosse anche dell’altro, che al momento non riesco nemmeno a ricordare.

Mi asportarono la cistifellea ed ero sicura che dopo l’intervento sarei stata meglio.
Invece avvenne il contrario.

Immediatamente ripresi il mio regime a base di fast food e Pepsi e il mio malessere continuò ad aumentare. Dopo l’intervento, come ho detto, mi sentivo ancora peggio. Non sapevo più cosa fare ed ero sicura che, se non mi fossi inventata qualcosa, presto sarei morta.

Cominciai a raccogliere informazioni sull’alimentazione e in breve mi resi conto che da trentaquattro anni stavo avvelenando il mio organismo. Cominciai a limitare l’assunzione di grassi e cibi industriali. Avevo la sensazione di sentirmi meglio, ma non proprio in forma.

A quel punto mi capitò di leggere alcuni libri sul cibo crudo e dopo circa sei mesi di strenua lotta con le mie dipendenze alimentari riuscii a passare a una dieta interamente crudista. Ho perso quasi 55 kg e per un anno mi sono sentita benissimo, ma dopo dodici mesi di questo regime ho ripreso ad aumentare di peso e a sentirmi sempre stanca. È tornato anche lo stesso orribile mal di stomaco che avevo prima.

Più o meno nello stesso periodo mi capitò di leggere Le virtù terapeutiche dei frullati verdi e compresi che stavo ancora consumando troppi grassi e una quantità insufficiente di verdure a foglia verde. Iniziai ad assumere frullati verdi e immediatamente mi sentii meravigliosamente, molto meglio di quanto mi fosse mai capitato prima. Ancora adesso mi sento in gran forma, e continuo a bere i miei frullati verdi.

Grazie, Victoria, per l’idea brillante e per questo splendido libro».

Victoria Everett


Indice

Prefazione

Introduzione all'edizione aggiornata
Introduzione

Capitolo 1 - Osa osservare!
Capitolo 2 - Che cosa mancava nel nostro programma crudista?
Capitolo 3 - Come mangiano gli scimpanzé
Capitolo 4 - La rivoluzione dei frullati verdi
Capitolo 5 - Perché è difficile amare le verdure a foglia verde?
Capitolo 6 - Verdure a foglia verde: un nuovo gruppo di alimenti
Capitolo 7 - L'abbondanza delle proteine nelle verdure a foglia verde
Capitolo 8 - Fibre: la spugna magica
Capitolo 9 - Verdure a foglia verde per l'omeostasi
Capitolo 10 - L'importanza dell'acido gastrico
Capitolo 11 - Lo Studio Roseburg
Capitolo 12 - Le verdure a foglia verde aumentano l'alcalinità dell'organismo
Capitolo 13 - Un terreno sano vale più dell'oro
Capitolo 14 - Il potere terapeutico della clorofilla
Capitolo 15 - La saggezza delle piante
Capitolo 16 - Verdure a foglia verde: la fonte originaria degli omega-3
Capitolo 17 - Un omaggio alla dottoressa Ann Wigmore

Testimonianze

Studio Roseburg: le testimonianze dei partecipanti

Frullati verdi: le ricette

Consigli importanti
Frullati verdi dolci
Frullati verdi saporiti
Frullato super verde
Budini


Victoria Boutenko
Le Virtù Terapeutiche dei Frullati Verdi - Libro >> http://goo.gl/MBomoS
Come prevenire: depressione, obesità, colesterolo alto, infezioni respiratorie, malattie cardiovascolari, infiammazioni, disturbi intestinali, ecc...
Editore: Macro Edizioni
Data pubblicazione: Giugno 2014
Formato: Libro - Pag 224 - 13,5x20,5