martedì 30 settembre 2014

Effetto Mozart e oltre...

Effetto Mozart e oltre. Gli effetti della musica dall'antichità ai giorni nostri

di Antonio Montinaro

Fra musica e neuroscienze: una ricognizione sull’antichità

La recente diffusione, da parte delle agenzie di stampa, dei risultati di una ricerca scientifica sugli effetti della musica condotta sui nati pretermine ha riportato l’attenzione sul cosiddetto Effetto Mozart. Ben noto a chi si occupa di musica e soprattutto di musicoterapia. Ma andiamo con ordine. Nell’antica Grecia, Apollo era considerato il dio sia della Medicina che della Musica. Francis Bacon nella sua opera fondamentale “The Advancement of Learning “ afferma : “I poeti fecero bene a unire la musica e la medicina in Apollo perché il compito della medicina non è altro che intonare quella strana arpa che è il corpo umano e riportarla all’armonia”. Il suono della lira di Orfeo, sceso nell’Ade alla ricerca della sua Euridice, commuove alle lacrime le terribili Furie e l’amata gli viene restituita; la lira di Orfeo anestetizza dunque il male, frena le passioni, e spiana la via alla realizzazione di un percorso che, per quanto sia tinto di dolore e disperazione, condurrà all’unione definitiva della coppia, pur fuori dal mondo dove il tempo non è più un valore e dove regnano la grande pace e l’armonia del silenzio. “La musica congiunge perché porta a consuonare tutto ciò che è capace di vibrare” (A.Romano) E’ in fondo l’utopia illuministica che traspare nel Flauto Magico, opera somma del sommo Mozart, dove il periglioso percorso iniziatico dei due protagonisti, Tamino e Pamina, approda con l’aiuto della musica nel mondo della pace e della luce di Sarastro.Nel libro di Samuele si narra: “Lo spirito del Signore si era allontanato da re Saul ed uno spirito malvagio di Dio lo aveva invaso”; “Davide prendeva la cetra e suonava con la sua mano, Saul trovava la calma”. Davide può essere quindi considerato il primo musicoterapeuta. Il rapporto tra Saul e Davide altro non è che il rapporto fra paziente e terapeuta, e la musica è il farmaco. L’utilizzazione della musica a scopo terapeutico risale, dunque, a tempi antichissimi, sebbene manchi, allo stato attuale, una descrizione scientifica dei meccanismi mediante i quali la musica stessa esercita i suoi effetti. La musica, infatti, solo recentemente ha ricevuto dalle neuroscienze l’attenzione che meritava poiché si è sempre guardato ad essa come strumento edonistico e non come elemento essenziale di vita o possibile presidio terapeutico.

L’influenza della musica sulle funzioni cerebrali umane

Anche se già nel 1811 Pietro Lichtenthal nel suo “Trattato dell’influenza della musica sul corpo umano” asseriva: “ Degno d’esperimento d’un medico è, a parer mio, il ricercare quanta sia la forza dell’arte musicale sull’uomo, e, condotto da ragionamento filosofico, trarne uso talora nella cura delle malattie. Questa idea non fu onorata finora secondo la sua eccellenza …Io cerco di spargere un po’ più di lume su di questo punto… Spero che questo trattato non sarà dìscaro ai medici dotti". La funzione terapeutica della musica risiede nel suo potere comunicativo, nella sua capacità di aprire canali di comunicazione non verbali. Essa parla infatti il linguaggio delle emozioni e come tale svela il dolore e rivelandolo lo risolve. Gli studi clinici in corso sugli effetti della musica dimostrano con sempre maggiore affidabilità come essa migliori la precisione dei movimenti fini, la deambulazione, il controllo della postura, ma anche lo stato di benessere affettivo e comportamentale nei malati affetti da alterazioni della sfera motoria. È stata ampiamente documentata l'influenza della musica sul miglioramento dei parametri motori in pazienti con Morbo di Parkinson, Alzheimer, Sclerosi Multipla, atassia, spasticità. Una recente pubblicazione ha portato un grosso contributo sul ruolo potenziale della musica nella riabilitazione neurologica. In 20 pazienti colpiti da ictus è stata attuata una strategia di riabilitazione basata sulla musica per evocare risposte sensomotorie. La terapia consisteva in un training guidato all’uso di una tastiera o della batteria, per tre settimane, che coinvolgeva prima l’arto paretico e poi il controlaterale, in aggiunta alla terapia convenzionale. Il gruppo di controllo riceveva solo la terapia convenzionale. Tutti i pazienti sottoposti a training musicale hanno mostrato un significativo miglioramento nella velocità, precisione e scioltezza dei movimenti rispetto al gruppo di controllo, confermando l’efficacia di questo approccio per la riabilitazione neuromotoria dei pazienti con ictus. Ma c’è di più. Un recente report finlandese ha indagato se l´ascolto sistematico e quotidiano della musica possa facilitare il recupero delle funzioni cognitive e del tono dell´umore dopo ictus cerebrale. 60 pazienti, ricoverati in fase acuta per una lesione ischemica nel territorio dell’arteria cerebrale media destra o sinistra, sono stati suddivisi in tre gruppi: musica, linguaggio e controllo. Per i successivi due mesi il "gruppo musica" ha ascoltato quotidianamente musica selezionata personalmente; il "gruppo linguaggio" si è concentrato sull´ascolto di audiolibri, mentre al "gruppo controllo" non sono stati dati compiti di ascolto. Tutti e tre i gruppi partecipavano al programma standard di riabilitazione e cura. I test effettuati (una settimana, 3 mesi e 6 mesi dopo l’ictus) per verificare il tono dell´umore e il recupero cognitivo indicano che il gruppo che ha ascoltato musica mostra miglioramenti cognitivi (memoria verbale e attenzione focalizzata) più significativi e rapidi, sperimentando una depressione minore rispetto agli altri due gruppi.

Alleviare lo stress attraverso l’ascolto di brani musicali

Ma fino a che punto la musica è capace di alleviare lo stress? L’effetto di un’attività musicale ricreativa su alcuni markers di stress è stato valutato in un gruppo di giapponesi maschi impiegati in una grande azienda. L’attività musicale si è dimostrata in grado di ridurre oggettivamente il livello di stress anche dal punto di vita biochimico riducendo i markers infiammatori e migliorando l’attivazione delle cellule “natural killer” del sistema immunitario. In un altro interessante studio, dieci pazienti in condizioni critiche sono stati sottoposti a uno studio randomizzato per identificare se e quali siano i meccanismi biochimici attraverso i quali la musica può indurre il rilassamento. Come test sono stati selezionati alcuni movimenti lenti dalle sonate di Mozart. Prima dell´ascolto e un´ora dopo sono state monitorate l´attività elettrica cerebrale, i livelli sierici di ormoni dello stress e delle citochine, ed è inoltre stata registrata la dose di sedativo necessaria per ottenere il rilassamento del paziente. I risultati mostrano che l´ascolto della musica è in grado di ridurre notevolmente la dose di sedativo utilizzata, e mostrano che, nei campioni di sangue dei pazienti sottoposti alla terapia musicale, si rileva un livello più alto di ormone della crescita e una diminuzione dell´interleukina-6 e dell´epinefrina. Questa riduzione nei livelli ematici degli ormoni dello stress si associa anche a una diminuzione della pressione arteriosa e del ritmo cardiaco. La musica di Mozart è stata finora quella maggiormente utilizzata sia nelle sperimentazioni sui rapporti musica-cervello sia nella musicoterapia e si sostiene che con essa si ottengano i migliori e più costanti risultati in genere e nello sviluppo delle capacità cognitive in particolare (il così detto effetto Mozart). Il termine è stato coniato nel 1991 da Alfred Tomatis. Riscontri positivi vennero riportati nel 1993 da Rauscher, Shaw, e Ky, che pubblicarono su “Nature” i risultati su un gruppo di studenti volontari. Secondo i ricercatori, l'ascolto della Sonata in re maggiore per 2 pianoforti (KV 448) aveva determinato “a short-term improvement on the performance of certain kinds of mental tasks known as spatial-temporal reasoning”. I risultati della teoria, volgarizzata in “listening to Mozart makes you smarter” vennero confermati esclusivamente da Rauscher e Shaw in un successivo articolo del 1997, pubblicato su Neurological Research.


L’effetto Mozart, fra mito ed evidenza scientifica

“The Mozart Effect” è il titolo di un volume di Don Campbell del 1997, il cui enorme successo ha spinto l’autore alla creazione di un marchio che egli definisce: “an inclusive term signifying the transformational powers of music in health, education and well-being”. Il suo consiglio di far ascoltare Mozart ai bambini per accrescere il loro QI ha reso talmente popolare negli USA la nozione di “effetto Mozart” da far scoppiare una moda che, nel 1998, porta il Governatore della Georgia, Zell Miller , a stanziare 105.000 dollari l’anno per regalare un CD di musica classica a ogni neonato. Ma quale sarebbe la peculiarità della musica di Mozart? L’ipotesi formulata da Gordon Shaw è che, oltre alle incredibili doti logiche, mnestiche, e musicali di cui era dotato Mozart, il musicista componeva in giovane età, sfruttando al massimo le capacità di fissazione spazio-temporale di una corteccia cerebrale in fase evolutiva, cioè al culmine delle sue potenzialità percettive e creative. Tomatis sostiene invece che essendo la musica di Mozart la più conosciuta e la più amata, essa può esplicare il massimo effetto terapeutico sul corpo umano, favorendo l’organizzazione dei circuiti neuronali e rafforzando i processi cognitivi e creativi dell’emisfero destro. In particolare ciò avverrebbe con i concerti per violino e con determinati concerti per pianoforte e orchestra. La mia personale opinione è che solo le incomplete conoscenze musicali degli sperimentatori e la grande notorietà e familiarità di parte della vasta produzione mozartiana, soprattutto dopo l’effetto mediatico del pluripremiato Amadeus di Forman, abbiano in un certo senso “guidato” le sperimentazioni e portato all’individuazione di un effetto Mozart piuttosto che di un effetto Haydn o di un effetto Vivaldi o di un effetto Mendelssohn. Inoltre, i risultati assai contrastanti ottenuti con le sperimentazioni succedutesi negli ultimi 10 anni riguardo alla possibilità che l´ascolto sistematico della musica del genio salisburghese possa influenzare positivamente e soprattutto stabilmente la performance cognitiva sostengono la mia perplessità. Non a caso recentemente è stata coniata l’espressione “requiem per l’effetto Mozart”, in contrapposizione all’utilizzo smodato e soprattutto interessato che negli States si continua a fare di questo strumento. E tuttavia è innegabile che la musica di Mozart possegga caratteristiche peculiari, che fanno di essa il pressocché universale luogo ideale di ritorno. Mozart stesso, d’altronde, ci aiuta a capire perché quando nelle sue lettere scrive: “..nella mia opera la musica è per ogni genere di ascoltatori, tranne che per quelli con le orecchie lunghe” (16 dicembre 1780). E a proposito dei Concerti K413,414,415: “…essi sono una via di mezzo fra il troppo difficile e il troppo facile: sono molto brillanti, piacevoli all’orecchio, naturali senza cadere nella vuotezza, qui e là solo gli intenditori possono ricavarne soddisfazione, ma anche i non intenditori proveranno piacere pur non sapendo perché” (28 dicembre 1782).

Oltre Mozart

Torniamo allo studio realizzato dal Dipartimento di Neonatologia del Sourasky Medical Center di Tel Aviv e pubblicato a dicembre su Pediatrics: lo scopo della ricerca era verificare se la musica di Mozart poteva diminuire il livello di consumo di energia a riposo nei bambini sani nati prima del termine fisiologico della gravidanza. È stato quindi condotto uno studio prospettico su 20 bambini sani e pretermine. I bambini sono stati esposti a 30 minuti di musica di Mozart per due giorni consecutivi e il livello di dispendio di energia è stato misurato con la calorimetria. Gli Autori hanno osservato che dopo i primi 10 minuti, in cui il dispendio calorico rimane uguale nei due gruppi, nei successivi 20 minuti, questo comincia a scendere riducendosi dal 10 al 13% della linea di base nel gruppo di bambini esposti alla musica. La riduzione del dispendio energetico a riposo può spiegare il motivo per cui i bambini nati pretermine esposti alla musica guadagnano peso con maggiore facilità. In definitiva, la musica di Mozart potrebbe diventare uno strumento utile per ridurre i tempi di permanenza in incubatrice. Il primo autore della ricerca, Ronit Lubetzky, avrebbe dichiarato alle agenzie di stampa che lo stesso risultato non si è ottenuto con musiche di Beethoven, Bach o Bartok, poiché la loro musica avrebbe un andamento meno lineare di quelle di Mozart. Queste dichiarazioni generano qualche perplessità. Come si può infatti pensare di somministrare Beethoven o Bartok a nati pretermine! Bisognerebbe rivolgersi ad altri autori, ma è qui che si richiedono conoscenze musicali che probabilmente i colleghi israeliani non possiedono. Dunque musica sia, ma musica ben selezionata e adatta allo scopo e non necessariamente musica di Mozart!

Antonio Montinaro
(Neurochirurgo, Direttore U. O. di Neurochirurgia – Ospedale “V. Fazzi” di Lecce)

da musicoterapia-neuroscienze.wikispaces.com

approfondimenti:






lunedì 29 settembre 2014

Colesterolo, tutta la Verità

Colesterolo, tutta la Verità

Il cattivo colesterolo non esiste

di Philippe Even



"Per questo libro ho fatto ciò che i cardiologi avrebbero dovuto fare da vent'anni: ho letto, riletto, annotato, ricalcolato e analizzato, penna e calcolatrice alla mano, centinaia di pubblicazioni scientifiche delle grandi riviste internazionali, in particolare cinquanta grandi studi clinici riguardanti 230.000 pazienti pubblicati fra il 1994 e il 2012....
Nulla dimostra in maniera oggettiva e scientifica né la responsabilità del colesterolo nell'aterosclerosi, né l'efficacia delle statine nella prevenzione dell'infarto del miocardio e degli incidenti cerebrovascolari." Philippe Even

Il colesterolo è una molecola essenziale per la vita e una delle più importanti per le sue molteplici funzioni all’interno del corpo umano: produzione di cortisone, ormoni sessuali maschili e femminili, vitamina D ecc. Non esiste un valore normale di colesterolo, ma solo un valore medio (circa 2 g/l), che varia da un individuo all’altro.

Contrariamente a quanto si pensava nel 1970, il colesterolo non svolge alcun ruolo nelle malattie arteriose, infarto del miocardio o ictus. Abbassare il valore del colesterolo non implica quindi una riduzione nelle morti attribuite a tali patologie.

Trenta studi finanziati da grandi aziende farmaceutiche hanno tentato di dimostrare l’utilità delle “statine” per abbassare il colesterolo e ridurre le complicanze cardiovascolari, nessuno ha mostrato alcuna diminuzione della mortalità per infarto cardiaco (tranne il primo, nel 1994, contraddetto da tutti gli altri).

Questo volume aiuta il lettore a prendere coscienza di una nuova dimensione relativa al colesterolo, quello che l’autore giudica come un nemico immaginario.

Questo libro è una risposta alle critiche più violente legate alle posizioni dell'autore sull'innocuità del colesterolo, sull'inefficacia delle statine e sullo spreco di risorse economiche che il loro uso comporta, calcolabile in miliardi di euro.

Il dr Philippe Even sostiene che abbassare il valore del colesterolo non implica una riduzione nel numero di decessi attribuiti alle malattie coronariche e cerebrovascolari. Molti studi finanziati da grandi aziende farmaceutiche hanno tentato di dimostrare l'utilità delle statine per abbassare il colesterolo e ridurre le complicanze cardiovascolari, ma nessuno di questi secondo l'autore, ha mostrato alcuna diminuzione della mortalità per infarto cardiaco.


Indice

Prefazione

In difesa del Colesterolo
Contro le Statine

La mia ricetta

Introduzione

1. Il colesterolo
2. Le statine
3. Ateroma arterioso: le cause e gli alleati
4. Infarto del miocardio (IM) e incidenti cerebrovascolari (ICV)
5. Il colesterolo: nessun ruolo nell'infarto e nell'ictus
6. Le statine: storia mirabolante del crimine del secolo
7. Valutazione delle statine
8. Analisi degli studi clinici sulle statine: 10% di successi marginali, 99% di insuccessi
9. L'effetto delle statine sull'ateroma arterioso
10. Statine universali e polivalenti
11. Complicanze delle statine
12. Gli altri anticolesterolo di ieri e di domani

Appendici
1. Mortalità (M) cardiovascolare totale (MCV), coronarica e per ictus
2. Legenda delle tabelle dei risultati degli studi clinici sulle statine
3. Tabelle
4. La statistica negli studi clinici


Philippe Even
Colesterolo, tutta la Verità - Libro >> http://goo.gl/Dki2yd
Il cattivo colesterolo non esiste
Editore: Tecniche Nuove Edizioni
Data pubblicazione: Ottobre 2013
Formato: Libro - Pag 208 - 17x24




giovedì 25 settembre 2014

Dalla natura, i rimedi per rinforzare le difese immunitarie

Dalla natura, i rimedi per rinforzare le difese immunitarie

Con l'arrivo dei primi freddi arrivano anche i primi malanni: ecco i migliori rimedi naturali per rinforzare le difese del nostro organismo

di Antonio Colasanti - 24/09/2014



Dalla natura, i rimedi per rinforzare le difese immunitarie

La stagione fredda è già alle porte e con i primi spalzi di termperatura arrivano anche i primi virus e batteri che mettono alla prova le nostre difese, trovando spesso il punto debole nelle nostre vie respiratorie, la prima strada di ingresso nel nostro organismo.

Dobbiamo farci trovare pronti, con le difese ben funzionanti, attingendo dalla natura per favorire il buon funzionamento del nostro sistema immunitario e ridurre la durata e l'intensità di disturbi quali naso chiuso, mal di gola, tosse, produzione e accumulo di muco nei bronchi, malessere generale e spossatezza, stati febbrili.

In questi casi, possiamo utilizzare estratti vegetali specifici come i semi di pompelmo, ricchi di bioflavonoidi tra i quali l'esperidina e la naringina, che sono antibiotici natuurali.

La propoli, prodotta dalle api, è ricca di resine, cere e olii essenziali derivati dall'acido benzoico e cinnammico: anch'essa ha un elevato potere antibiotico.

Sciroppo Bio di Propoli Italiana - Ideale per i Bambini >> http://goo.gl/YdZxVG
Integratore alimentare con succo di mela concentrato, miele di melata, propoli e fitoestratti ad azione balsamica e lenitiva per il cavo orale.
Produttore: Kontak
Tipo: Prodotto
Confezione: 150 ml

Il sambuco, un arbusto selvatico molto diffuso, è utile per fluidificare le secrezioni bronchiali, per la funzionalità delle vie respiratorie e per regolare gli stati febbrili.

Succo di Sambuco >> http://goo.gl/Em6rzM
100% naturale, senza conservanti, senza coloranti, senza liquidi di diluizione
Produttore: Salugea
Tipo: Prodotto
Confezione: 500 ml

Tra le piante immunostimolanti spiccano l'echinacea purpurea e il cisto, la vitamina C ricavata dalla rosa canina, l'acerola e l'astragalo. Tra i minerali è efficace lo zinco.

Succo di Echinacea >> http://goo.gl/s8stZT
Produttore: Salus
Tipo: Prodotto
Confezione: 200 ml

I prodotti omeopatici ben si sposano con la fitoterapia: per gli stati febbrili possiamo usare belladonna 30 ch 2 granuli 4 volte al giorno; se la febbre è accompagnata da gola arrossata mercurio solubile 30 ch 2 granuli ogni 6 ore.




martedì 23 settembre 2014

Sai come vengono raffinati gli alimenti?

Sai come vengono raffinati gli alimenti?

La scomoda verità su come vengono raffinati la farina e il riso e quanto potere nutrizionale perdono con questo processo

di Marco Medeot - 19/09/2014

>> http://goo.gl/zwvuFs


I moderni sistemi di manipolazione industriale degli alimenti ne distruggono quasi totalmente l’energia vitale. Si stima che negli ultimi decenni gli alimenti di cui ci cibiamo abbiano perso circa il 50% degli elementi nutritivi come minerali e vitamine.
Sai da cosa deriva la parola vitamina? Da “vita”, proprio per indicare qualcosa di vitale.

Sapevi che il processo di raffinazione che rende bianca la farina toglie al germe del grano una quantità mostruosa di principi nutritivi?

•    Si perde il 50% della vitamina B6: nei casi di carenza si manifesta un calo della glicemia nel sangue (che genera fame) e una bassa tolleranza al glucosio (che predispone ad ingrassare).
•    Viene distrutto il 50% del calcio, fondamentale per la salute delle ossa e le contrazioni muscolari.
•    Si perde il 50% del potassio, utile per l’idratazione e combattere la stanchezza.
•    Ben l’80% della Vitamina B1 viene eliminato: una sua carenza provoca confusione, poca memoria, depressione, dolori addominali, stitichezza .
•    Si perde il 60% di vitamina B2: se non viene introdotta in quantità sufficienti la tua pelle ne risente con screpolature, desquamazioni, piaghe agli angoli della bocca, bruciore e affaticamento agli occhi, fotofobia. 
•    Si distrugge il 75% della vitamina B3: una sua carenza provoca debolezza muscolare, cattiva digestione e molteplici eruzioni cutanee.
•    Viene annientato circa il 70% di fosforo, utile a combattere gli stati di affaticamento e al buon funzionamento cerebrale.
•    L'80% circa del ferro viene demolito, favorendo l’anemia soprattutto nelle donne.
•    Si perde un mostruoso 98% di magnesio, fondamentale per equilibrare il sistema nervoso e l’equilibrio idrosalino.
Come se questo non bastasse, vengono usati alcuni prodotti chimici per lo sbiancamento della farina, tutti abbastanza pericolosi per la salute.
Tutte queste modifiche aumentano l`indice glicemico che stimola l`insulina e predispone non solo ad ingrassare ma anche a patologie come diabete.

Caspita! Allora da domani si mangia solo riso…
Aspetta! Non ti ho ancora parlato della sua brillatura. Pensa che il riso viene “sbiancato” con talco e glucosio attraverso il passaggio in 3 o 4 macchinari, per poi essere lucidato con olio di semi e vaselina. Anche in questi passaggi si perdono importantissimi elementi nutritivi, soprattutto vitamine del gruppo B che attivano le cellule e i mitocondri.

Viceversa, i cibi naturali e freschi non solo contengono grandi quantità di vitamine e minerali, ma sono anche ricchi di enzimi, elementi fondamentali per digerire e assimilare i nutrienti.
La parola assimilare significa “rendere simile a sé” ed esprime la capacità dell’energia vitale di un alimento di essere assorbita e trasformata nella nostra energia vitale.
La perdita dell’energia vitale negli alimenti contribuisce in modo decisivo al calo della nostra vitalità e delle nostre difese immunitarie, favorendo l’aumento di patologie croniche e degenerative, tipiche dell’era odierna.
Per questo motivo è fondamentale un’alimentazione che comprenda al suo interno alimenti ricchi di energia vitale, quali:

-    Frutta e verdura colta da poco e possibilmente biologica o biodinamica.
-    Germogli, semi, erbe di cereali.
-    Alghe, supercibi e adattogeni.
-    Alimenti non trattati industrialmente o perlomeno poco trattati.

vedi >> http://www.macrolibrarsi.it/_alimentazione_salute_.php?pn=1567



lunedì 22 settembre 2014

Una Vita Autentica - A Pukka Life

Una Vita Autentica - A Pukka Life

Trova il tuo sentiero verso la perfetta salute

di Sebastian Pole

>> http://goo.gl/OVy54P


“Il mio vero sogno è che questo libro vi aiuti a comprendere la vostra vita a un livello più profondo permettendovi di goderne appieno, perché l’Ayurveda consiste proprio in questo — scoprire il sentiero che conduce alla felicità”
Sebastian Pole

Finalmente un libro che affronta la salute dal punto di vista della filosofia ayurvedica!

Tanti gli aspetti trattati:

Costituzione
Nutrizione (dieta),
Purificazione
Disintossicazione (eliminazione delle tossine),
Ringiovanimento (rafforzamento del sistema immunitario),
Forza e pace (rilassamento e determinazione),
Ecologia (ambiente e inquinanti ecc.),
Relazioni (rapporti umani e col mondo).
Una Vita Autentica è dedicato a tutti coloro che vogliono saperne di più sulla propria salute e sui princìpi dell'Ayurveda.

L'antichissimo sistema di guarigione ayurvedico, che si è sviluppato in India, si focalizza sull'unicità di ciascun individuo. Si tratta pertanto di un metodo universale che ognuno può adattare alle sue esigenze: è una medicina personale portata al massimo livello.

In questa straordinaria opera questi concetti sono suddivisi in sette percorsi, focalizzando l'attenzione su costituzione, nutrimento, purificazione, ringiovanimento, forza e quiete, ecologia e relazioni.

Arricchito da un glossario di termini ayurvedici, questo manuale intende portare nella nostra quotidianità la saggezza dell'antica disciplina dell'ayurveda, adattandola alla nostra società occidentale grazie all'integrazione con fitoterapia, alimentazione, esercizi e yoga... per fare della nostra vita un sentiero che, dallo stress e dalle malattie, conduce verso la salute e il benessere psico-fisico!


Costituzione - Estratto da "Una Vita Autentica" di Sebastian Pole

«Le tre costituzioni sono aria (vata), fuoco (pitta) e acqua (kapha). A seconda del fatto che siano malate o sane, esse distruggono o mantengono in salute il corpo ».
ASHTANGA HRIDAYA SAMHITA

Tutti vogliono essere sani, in modo da avere le migliori probabilità di realizzare e godere appieno del proprio potenziale nella vita. Ma quello della “salute ottimale” sembra un tema talmente complesso che non sempre è facile sapere come raggiungere questo “sacro graal”.

Sebbene sulle prime possa apparire come un concetto estraneo al nostro modo di pensare, comprendere la propria costituzione fornisce un considerevole aiuto per ottenere la perfetta salute.

Nell’Ayurveda, la costituzione individuale è nota come prakriti, che significa “natura” ed è legata alla propria tipologia genetica. L’Ayurveda ci insegna come scoprire qual è la nostra costituzione osservando noi stessi e le nostre sensazioni; una lezione, questa, molto semplice e preziosa in termini di arricchimento individuale.

Scoprendo qual è la nostra vera natura possiamo vivere un’esistenza davvero autentica – una vita che ci soddisfi e ci permetta di godere di buona salute.

COS’È LA SALUTE?

Una persona sana è un individuo in cui corpo, mente e spirito sono integrati tra loro come un tutt’uno unificato.

Sebbene a livello linguistico siamo soliti fare una distinzione tra “corpo” e “mente”, in realtà tra i due non c’è alcuna differenza: ad esempio, il nostro corpo è colmo di neuroni che “pensano” e inviano messaggi, così come la nostra mente lavora in modo funzionale e “corporeo” digerendo, assorbendo ed eliminando le esperienze della vita. Questo concetto di “unicità” verrà espresso nel corso del libro utilizzando il termine “corpo-mente”.

Per essere sani è necessario che il sistema ormonale, il sistema immunitario e il sistema nervoso siano integrati tra loro; essi devono funzionare in una sinergia equilibrata che non va né sovraccaricata né sottoalimentata.

Una persona sana ha atteggiamenti costruttivi e un approccio positivo dinanzi a opportunità e difficoltà; inoltre non cessa mai di sperimentare il mistero e le meraviglie dell’esistenza. Una persona sana vive in modo amorevole all’interno del proprio ambiente e nell’ambito della propria cultura, così da ottimizzare la vitalità e il potenziale del “tutto” di cui è parte integrante. Una persona sana si sente sufficientemente gioiosa da accendere la radio al mattino e mettersi a ballare!

Ecco alcuni dei segnali che ci indicano una salute ottimale:

avere un sano appetito e desiderare il cibo in modo equilibrato, senza voglie smodate;
apprezzare il gusto degli alimenti e sentirsi appagati dopo aver mangiato;
digerire bene senza sintomi di disagio, eruttazioni, flatulenza o “borborigmi” (una parola meravigliosamente onomatopeica che significa “gorgoglii addominali”);
avere una voce chiara e limpida;
non avvertire dolori o disagio;
essere dotati di un corretto funzionamento dei sensi: udito, tatto, vista, gusto e olfatto attivi ed efficienti;
avere un incarnato chiaro;
eliminare regolarmente feci, urina e sudore;
dormire bene e a sufficienza; sentirsi positivi al risveglio;
godere di una energia costante con buona resistenza e capacità di fare esercizio fisico;
provare entusiasmo e gioia di vivere;
essere giovanili e invecchiare lentamente;
mantenere l’equilibrio nelle emozioni: essere né troppo felici in caso di successo né troppo tristi in caso di difficoltà;
essere di norma compassionevoli, pacifici, amorevoli, generosi e tranquilli.
SCOPRITE LA VOSTRA COSTITUZIONE

Capire la propria costituzione significa diventare più forti e capaci. Ci permette di intuire chi siamo, come dovremmo vivere, cosa dovremmo mangiare e in che modo possiamo ottenere il massimo dalla nostra vita. Ci porta a conoscere noi stessi e ciò che è meglio per noi. Ci consente di comprendere le nostre scelte e le nostre decisioni.

La nostra costituzione può essere compresa considerando il corpo umano come un microcosmo all’interno del macrocosmo, in modo molto simile a quanto enunciato nell’Ipotesi Gaia, secondo cui il nostro mondo interiore rispecchierebbe quello esteriore (vedi “Ecologia”, p. 192). Osservando le differenti caratteristiche naturali del mondo intorno e dentro di noi potremo scoprire la nostra natura individuale.

Il linguaggio della natura

Un buon punto di partenza consiste nel definire in che modo parliamo della nostra costituzione.

Essendosi sviluppata in un periodo in cui le culture dipendevano profondamente dal loro ambiente, l’Ayurveda utilizza un linguaggio metaforico derivante dalla natura per descrivere la nostra salute e le relative cure. Secondo i suoi insegnamenti, gli elementi fondamentali di Etere (o Spazio), Aria (o, nel suo aspetto più dinamico, Vento), Fuoco, Acqua e Terra sono i “mattoni” che costituiscono il nostro mondo fisico (per ulteriori approfondimenti vedi “Ecologia”, p. 178). Per descrivere questi elementi nelle diverse forme in cui essi appaiono, che l’Ayurveda raffigura come dieci coppie di qualità opposte (note come guna), utilizziamo i seguenti aggettivi: caldo, freddo; pesante, leggero; secco, oleoso; penetrante, stagnante; ruvido, liscio; statico, mobile; morbido, duro; liquido, denso; sottile, grossolano; vischioso, non-vischioso.

Di solito diciamo frasi del tipo “Che giornata calda!” o “Il terreno è umido” ma ci serviamo di questo tipo di linguaggio anche per descrivere noi stessi e il nostro stato di salute o malattia, ad esempio “Mi sento le gambe pesanti” e “Ho la pelle secca e ruvida”.

Ogni volta che osservate qualcosa, interrogatevi sulle sue caratteristiche specifiche: è caldo o freddo, secco o umido, leggero o pesante?

Pensate a luoghi ed ecosistemi: il deserto dell’Arizona, con le sue distese aride e sabbiose, è “caldo” e “secco”, mentre la campagna inglese, ricca di prati verdi e lussureggianti, è “fredda” e “umida”. Anche ogni malattia segue un modello specifico: la febbre è “calda” e “secca”, infatti abbiamo un rialzo della temperatura e ci viene sete, mentre il raffreddore è “freddo” e “umido” perché ci sentiamo infreddoliti e abbiamo il naso congestionato.

Anche il cibo possiede qualità differenti.
I prodotti derivati dal frumento sono pesanti, umidi e rinfrescanti – pensate all’impasto per il pane o per una torta; entrambi sono umidi e appiccicosi. Generalmente, le spezie sono leggere, secche e riscaldanti. Provate a masticare del peperoncino rosso piccante, sentirete come brucia!

Torneremo continuamente su questi aggettivi metaforici in tutto il corso del libro man mano che intrecceremo tra loro le diverse parti della natura che costituiscono il nostro mondo e il nostro equilibrio costituzionale.

LE TRE TIPOLOGIE COSTITUZIONALI (DOSHA)

«Vata, pitta e kapha si spostano in tutto il corpo producendo effetti benefici o dannosi sull’intero sistema, secondo il loro stato normale o aggravato. Il loro stato normale è l’equilibrio e il loro stato aggravato è la malattia».
CHARAKA SAMHITA

Sebbene ciascuno di noi sia meravigliosamente unico nel suo genere ed esistano tante tipologie costituzionali quanti sono gli individui, l’Ayurveda ci divide in tre tipi principali: vata, pitta e kapha, collettivamente noti come dosha.

I dosha sono qualità che influiscono su tutte le funzioni del corpo, dai processi biologici a pensieri ed emozioni. Noi tutti conteniamo vata, pitta e kapha, ma è la loro particolare combinazione e renderci ciò che siamo.

La divisione tra i dosha è la chiave di volta per comprendere l’Ayurveda e aiutarci a determinare e gestire la nostra costituzione genetica, o prakriti. La comprensione di questa profonda conoscenza, tramandata da almeno 75 generazioni di maestri ayurvedici, ha in sé il potenziale per cambiare la nostra vita.

Sebbene siano presenti fin dal momento della nostra nascita, i dosha non sono inerti; possono modificarsi secondo una varietà di circostanze, ad esempio il cibo di cui ci nutriamo, se fa caldo o freddo, in quale misura siamo felici e a che ora ci corichiamo per dormire.

Il significato letterale del termine sanscrito dosha è “difetto” o “imperfezione”, perché quando le circostanze fanno sì che un particolare dosha si accumuli in eccesso o si aggravi, ciò può sfociare in un disagio – i dosha “traboccano” nel vero senso della parola. Ciascuno di noi ha una propria “soglia”, e quando questa viene raggiunta si verifica uno squilibrio temporaneo nei dosha, noto come vikriti (che letteralmente significa “squilibrato”). Se non viene tenuto sotto controllo, questo squilibrio diventa cronico e iniziano i problemi di salute.

L’Ayurveda ci insegna a rimanere entro la nostra soglia individuale, comprendendo che i tre dosha ci aiutano in questo compito.

Frequentemente si ha una combinazione delle tipologie costituzionali: alcune persone sono puro vata, puropitta o puro kapha, ma molte sono vatapitta, vata-kapha o pitta-kapha (la qualità dominante viene citata per prima) o, più raramente, un totale equilibrio di tutti e tre i dosha, vata-pittakapha. Leggete “Pratica pukka” a p. 32 per scoprire qual è la vostra costituzione genetica (prakriti) e qualunque eventuale squilibrio a livello della salute (vikriti).

VATA
secco, freddo, leggero, mobile, sottile, ruvido, irregolare

Vata è il principio della comunicazione e del movimento. È il messaggero che regola il sistema nervoso e quello immunitario e sovrintende alle funzioni input e output del nostro corpo. Come tale è responsabile di ogni movimento all’interno dell’organismo: il flusso del respiro, l’espressione della parola, la circolazione del sangue, l’eliminazione dei prodotti di scarto, le mestruazioni, il parto. Vata muove il diaframma, i muscoli e gli arti; inoltre stimola l’intelletto.

Tutte queste funzioni mostrano come la costituzione (o dosha)vata comprenda principalmente le qualità di Spazio e Vento. Il vento si muove nello spazio; spazio e vento non si possono vedere, eppure riusciamo a sentire sulla pelle la fresca brezza. Vata è l’elemento Vento presente nella vasta distesa dello Spazio, come la nostra atmosfera, una cavità o il nostro intestino. Vata è una espressione dell’insita natura di questi elementi fondamentali; come un vento gelido, vata è freddo, leggero, ruvido, mobile, irregolare, sottile, chiaro, secco e astringente. Quando vata si manifesta, noi sperimentiamo queste qualità a livello sia fisico sia emotivo, talvolta con pelle secca, circolazione insufficiente o scarso peso corporeo.

Come la corrente elettrica, vata è attivo e animato; regola tutti gli impulsi elettrici del corpo-mente, trasportando dentro e fuori le informazioni. Senza vata, gli altri dosha sono inerti. Come citato nella letteratura ayurvedica, «Pitta è debole e imperfetto, e così anche kapha. Essi vanno ovunque li porti il vento (vata), proprio come le nuvole».

Quando è in equilibrio, vata porta facilità di movimento, respiro regolare, appetito consistente, normale escrezione dei prodotti di scarto, entusiasmo positivo, sano desiderio, buona energia, mente calma, ispirazione e creatività.

Tuttavia, a causa della sua natura dinamica, un vata aggravato è spesso implicato nel movimento di malattie all’interno del corpo. Porta artrite alle giunture, acne della pelle e depositi di grasso nelle arterie. Nel corpo, la “casa” di vata si trova al di sotto dell’ombelico, specialmente nel colon. Vata può anche occupare: vescica, cosce, orecchie, ossa e senso del tatto. I problemi che riguardano queste parti del corpo hanno spesso (ma non sempre) a che vedere con uno squilibrio di vata.

Vata è anche creativo. Gli individui vata sono ispirati e sempre ricchi di idee. Spesso si tratta di geni, artisti o inventori. Ma insieme a questa “fiamma creativa” e alla natura “aerea” si manifestano anche alcune irregolarità. I vata hanno arti lunghi e di forma irregolare, capelli ricci e lineamenti spigolosi. Si muovono come il vento, sono impulsivi e amano i cambiamenti.

Quando vata è in squilibrio

Se vata è squilibrato può verificarsi una varietà di sintomi, a seconda del fatto che ci sia un eccesso o una carenza di questo dosha.

Con un eccesso di vata si può perdere peso, soffrire di dolori penetranti o spasmi, rigidità, intorpidimento, “scricchiolio” delle articolazioni, pelle secca, disidratazione, gusto astringente in bocca, colorazione scura della pelle e dei prodotti di scarto escreti dal corpo, vertigini, insonnia, e attraversare periodi caratterizzati da sofferenze o limitazioni.

Una carenza di vata può far sentire pigri e indolenti e, in modo più estremo, soffrire di confusione, delirio e perdita di coscienza. Le malattie tipiche di vata, come l’osteoporosi, le artriti o il morbo di Alzheimer, tendono ad aumentare più in là con gli anni.

Mentre i tipi vata possono avere un naturale impeto creativo, un eccesso di vata può rendere sempre più impauriti, ansiosi, nervosi, solitari e depressi. Quanti grandi artisti erano troppo sensibili per vivere in questo nostro mondo? Una carenza di vata può invece creare mancanza di entusiasmo o desiderio di esprimersi. La natura leggera, eccentrica e stravagante di questo dosha sta a significare che i tipi vata devono guardarsi da situazioni, luoghi e persone che li facciano sentire insicuri e spaventati.

La tendenza fredda e “aerea” di vata può essere riequilibrata incrementando le qualità opposte: maggior calore, idratazione e un legame con gli aspetti più terreni e materiali, riducendo le esperienze con caratteristiche di tipo leggero, freddo e secco. Vedi “Purificazione”, p. 90, per ulteriori dettagli sul bilanciamento di vata.

PITTA
caldo, acuto, penetrante, lievemente oleoso, scivoloso, veloce, irritabile

Pitta è il principio della passione e del metabolismo. È il manager che, attraverso una gestione efficiente del potenziale energetico, regola le informazioni portate nel corpo da vata. Controlla quindi la digestione e il metabolismo e sovrintende alla produzione di energia a livello cellulare.

Le funzioni di pitta rivelano che questo dosha è costituito dalle qualità di Fuoco e Acqua, gli elementi regolatori presenti in natura. Questa combinazione apparentemente contraddittoria in realtà agisce in modo complementare: pitta esiste nel corpo sotto forma di acqua o di olio, preservando i tessuti dall’aspetto distruttivo del fuoco. Provate a pensare al rivestimento umido che protegge lo stomaco dall’aggressione dei succhi gastrici, potenzialmente corrosivi. Come un vulcano impetuoso, pitta è pungente, caldo, penetrante, oleoso, acuto, liquido, acido e in espansione. Se pitta è presente in misura elevata possiamo avvertire queste qualità nel corpo quando ci sentiamo “bollenti”, con la pelle unta o smaniamo dalla fame.

A causa della sua natura calda, la funzione primaria di pitta è la trasformazione.

È la forza dell’attività metabolica che avviene nell’organismo e che controlla il battito cardiaco, i livelli ormonali, la temperatura corporea, la percezione visiva, la fame, la sete e la qualità della pelle. Nello specifico, pitta è anche responsabile della funzionalità del fegato, della secrezione biliare, della digestione e dell’intestino tenue. A livello della mente questo dosha riveste un ruolo importante nel comprendere e nell’assimilare le impressioni sensoriali. Nel corpo, la sede principale di pitta si trova nell’intestino tenue: tuttavia esso risiede anche negli occhi, nel sangue, nelle ghiandole sudoripare, nello stomaco, nella linfa e nell’aspetto emozionale del cuore (vedi “Ringiovanimento”, p. 112). Quando pitta è in equilibrio, appetito e sete sono sani, abbiamo una produzione equilibrata di ormoni ed enzimi, intelligenza, coraggio e flessibilità, un incarnato sano e una vista sviluppata.

Pitta è colmo di vitalità. Le persone pitta sono leaders affascinanti e carismatici che amano trovarsi al centro dell’attenzione. In effetti, averli intorno è molto divertente poiché sono assai dinamici e vivaci. Inoltre sono ottimi pianificatori e sanno come portare a termine le cose.

Quando pitta è in squilibrio

Tra i segnali che indicano un incremento di pitta troviamo un’avversione al calore, un sapore amaro o acido in bocca, diarrea, colorazioni giallastre, verdi o rosse a livello di occhi, pelle e prodotti di scarto escreti dal corpo. Si può soffrire di acidità di stomaco, pressione alta, febbre, eruzioni cutanee, vampate e svenimenti.

Una carenza di pitta vede un aumento dei segnali riconducibili a vata (vedi p. 15) e kapha (vedi qui di seguito), cattiva digestione, pallore e senso di freddo. Gli squilibri di pitta tendono ad aumentare all’inizio della pubertà e a proseguire negli anni seguenti, sfociando in acne, irregolarità mestruali e ormonali, iperacidità, problemi cardiaci e infiammazioni.

A livello emozionale, uno squilibrio di pitta si manifesta sotto forma di collera, frustrazione e irritazione, spesso il risultato di emozioni represse. I soggetti pitta rappresentano l’archetipo della “persona critica”; sono pronti a giudicare gli altri ma sommessamente sono molto severi nei confronti di se stessi. Essendo estremamente competitivi sono spesso tormentati dalla gelosia.

Per equilibrare la natura “intensa” di pitta ricercate le qualità opposte, come calma, pacatezza, compassione e moderazione. Vedi “Purificazione”, p. 90, per ulteriori dettagli sul bilanciamento di pitta.

KAPHA
freddo, umido, pesante, stabile, solido, untuoso, lento

Kapha è il principio dell’amore e della struttura ed è responsabile della stabilità e dell’idratazione del corpo (letteralmente kapha significa “che prospera nell’acqua”). Kapha si fa carico di immagazzinare nelle cellule l’energia (portata da vata e controllata da pitta), sotto forma di grassi all’interno della membrana e di carboidrati nella parete cellulare. Ciò aiuta ad apportare lubrificazione e a dare forma e struttura all’intero corpo.

Il dosha kapha è una combinazione degli elementi Terra e Acqua. Proprio come la terra viene idratata ripristinando l’acqua (che legandosi alla polvere asciutta crea il fango), kapha letteralmente “tiene insieme” il corpo idratando le strutture dei tessuti e della pelle. Come un fiume che scorre sinuoso, kapha è lento, pesante, denso, morbido, oleoso, appiccicoso, torbido, liquido e dolce.

È coesivo, conferisce forma e struttura e agevola la crescita e lo sviluppo.

Le sue caratteristiche di fluidità regolano l’esperienza del gusto e dell’olfatto, il liquido cerebrospinale, o liquor, e la materia bianca del cervello, il liquido sinoviale che nutre le giunture, la lubrificazione dei polmoni e del cuore e il rivestimento protettivo dello stomaco. È correlato alla flemma2, e la tipologia kapha spesso soffre di congestione da muco. La sua “casa” principale è lo stomaco ma risiede anche nel torace, nel cuore, nella gola, nella testa, nel pancreas, nella linfa, nell’adipe, nel naso e nella lingua. Quando è in equilibrio dona forza, solidità, protezione e resistenza.

Le persone kapha sono colme di amore e compassione. Nel momento del bisogno potete sempre contare su di loro poiché sono assai fedeli e devote. Si dimostreranno le vostre migliori amiche, rivelando solidità e fermezza. Inoltre elargiscono grandi abbracci.

Quando kapha è in squilibrio

I segnali che indicano un eccesso di kapha sono muco e salivazione troppo abbondanti con spurgo di muco appiccicoso (flemma), tosse grassa, prurito, infreddolimento, pesantezza, ristagno, congestione, tumori, cisti, dolori lievi ma persistenti, edema, digestione lenta, eccessivo desiderio di dormire, sapore dolce e salato in bocca, feci bianche e solide. Se kapha è fuori equilibrio possono manifestarsi problemi cardiaci, diabete, colesterolo alto o sovrappeso.

Una carenza di kapha darà luogo a un incremento di segnali vata, ad esempio giunture scricchiolanti, secchezza, vertigini e perdita di peso. Le problematiche kapha, come tossi e otiti, spesso si manifestano durante l’infanzia, un periodo di crescita. Il ruolo insito in kapha nell’immagazzinamento dell’energia può significare che, a livello emozionale, gli individui appartenenti a questo dosha abbiano la tendenza ad aggrapparsi e ad accumulare sia oggetti sia persone – possono essere infatti un poco avide e possessive.

Per equilibrare almeno in parte questa tendenza, la tipologia kapha può provare a “lasciar andare” di più nella propria vita, incrementare la quantità di movimento, intraprendere un maggior numero di attività stimolanti, imparare a condividere e… ripulire armadietti e dispense con maggiore regolarità! Vedi “Purificazione”, p. 91, per ulteriori dettagli sul bilanciamento di kapha.


Indice

Introduzione

1 Costituzione
2 Nutrimento
3 Purificazione
4 Ringiovanimento
5 Forza e quiete
6 Ecologia
7 Relazioni

La dispensa Pukka

Glossario

Bibliografia scelta
Risorse

Indice analitico
Ringraziamenti dell'Autore


Sebastian Pole
Una Vita Autentica - A Pukka Life - Libro >> http://goo.gl/OVy54P
Trova il tuo sentiero verso la perfetta salute
Editore: Macro Edizioni
Data pubblicazione: Settembre 2014
Formato: Libro - Pag 256 - 16,4x22,9 cm
http://www.macrolibrarsi.it/libri/__una-vita-autentica-libro.php?pn=1567



venerdì 19 settembre 2014

Il campo di energia emesso dal Cervello e la sua influenza sulla realtà

Il campo di energia emesso dal Cervello e la sua influenza sulla realtà

Dalle ricerche del biologo Bruce Lipton si aprono nuove frontiere per analizzare il campo di energia quantico,emesso dal cervello e sulla sua possibile influenza sulla realtà, anche non locale

di Romina Alessandri - 18/09/2014



Il campo di energia emesso dal Cervello e la sua influenza sulla realtà

Come funziona il cervello?

Il nostro cervello diffonde segnali nell’ambiente, e allo stesso modo risponde ai segnali provenienti dall’ambiente. La medicina moderna sfrutta questa segnalazione a doppio senso per scopi diagnostici e terapeutici.

Sicuramente vi sarà familiare l’elettroencefalografia (EEG), in cui vengono piazzati sul cuoio capelluto dei sensori e cavi per leggere l’attività elettrica del cervello. La magnetoencefalografia fa la stessa cosa, con la differenza che la sonda utilizzata per leggere l’attività elettromagnetica del cervello non tocca nemmeno la testa!

Questa tecnologia così sorprendentemente non invasiva, usata sia per la ricerca cognitiva che a scopi diagnostici come l’individuazione dei tumori prima degli interventi chirurgici, funziona perché il cervello genera campi energetici al di fuori della testa.
Un’altra tecnologia medica non invasiva, la stimolazione magnetica transcraniale (TMS), genera un campo magnetico esterno alla testa per stimolare l’attività elettrica nella parte del cervello che è l’obiettivo dell’indagine.

In uno studio del 2003, dei ricercatori australiani hanno scoperto che quando utilizzavano la TMS per incrementare l’attività neurale dell’area cerebrale attiva negli autistici sapienti, potevano migliorare la capacità di disegnare di alcuni dei soggetti della loro ricerca.
Nel 2000 alcuni ricercatori dell’Università di Yale scoprirono che la TMS riduceva le allucinazioni auditive negli schizofrenici.
L’utilizzo più comune della TMS è il trattamento della depressione resistente ad altre terapie. Più di trenta studi pubblicati hanno scoperto che la TMS può essere di aiuto in caso di depressione resistente ai trattamenti, il che ha portato alla decisione della Food and Drug Administration di autorizzare l’uso della prima apparecchiatura TMS per il trattamento della depressione nel 2008. Nel 2012 uno studio pubblicato in «Depression and Anxiety» nella Wiley Online Library ha confermato l’efficacia della TMS per la cura del disturbo depressivo grave (MDD) in ambiente clinico.
Il rapporto, che riassumeva dati raccolti da quarantadue sedi di pratica TMS negli Stati Uniti che avevano curato trecentosette pazienti affetti da MDD, aveva riscontrato tra i pazienti un tasso di risposta positiva del 58 per cento e un tasso di remissione del 37 per cento.

Da tutte queste tecnologie, elettroencefalografia, magnetoencefalografia e TMS, appare chiaro che il cervello genera e risponde a “campi” energetici che possono influenzare il comportamento delle cellule e l’espressione dei geni, e alterare la percezione, l’umore e il comportamento.
Per giunta, il campo mentale è responsabile del rilascio e della diffusione di neuropeptidi e di altri neurotrasmettitori che controllano l’attività genetica e cellulare.

Il campo mentale creato dal cervello

L’influenza del campo mentale è più evidente nell’effetto placebo, dove la guarigione è prodotta dalla credenza della mente che un farmaco o una procedura medica saranno efficaci, anche se il farmaco potrebbe essere soltanto zucchero o gesso, e la procedura non avere alcun valore medico. Per comprendere veramente il potere che i nostri pensieri e le nostre credenze possono avere, consideriamo un altro principio della meccanica quantistica, la “non località”, che Einstein memorabilmente chiamò “azione fantasma a distanza”. Risulta che quando una particelle quantistica interagisce (o, nel linguaggio quantistico, “si intreccia”o “si correla”) con un’altra particella, qualsiasi distanza le separi (di qui il termine “non locale”), i loro stati meccanici rimangono agganciati. Se, ad esempio, lo spin rotazionale (il movimento a tornado) di una particella è in senso orario, lo spin rotazionale della sua gemella intrecciata è opposto, ossia in senso antiorario.

Le particelle quantistiche possiedono anche una polarità direzionale, rivolta verso l’alto o verso il basso. Quando la polarità di una particella è rivolta verso l’alto, la polarità della particella partner è rivolta verso il basso. Qualunque sia la distanza che intercorre tra di esse, quando la polarità o la rotazione dello spin di una particella cambia, anche la polarità o rotazione della sua gemella cambia simultaneamente, quand’anche si trovassero l’una a Parigi e l’altra a Pechino. I fisici hanno escogitato tutta una serie di ingegnose storie per aiutare tanto i profani come gli scienziati a comprendere la non località, concetto estremamente strano per chiunque sia impantanato nel mondo materiale.

Il fisico Luming Duan, dell’Università del Michigan ha ideato un casinò quantistico in cui le ruote della roulette sono correlate, per cui se una pallina cade su un numero nero, sul tavolo successivo la pallina cadrà obbligatoriamente su un numero rosso6. Se i fisici hanno stabilito che le particelle quantistiche si influenzano non localmente a vicenda e hanno ideato delle storie nel tentativo di spiegarlo, nel campo della parapsicologia i ricercatori hanno iniziato a indagare se anche le menti umane, al pari delle particelle quantistiche, si “intreccino” non localmente. Ebbene sì, lo fanno!

Questo fenomeno è testimoniato aneddoticamente da sensitivi, guaritori, genitori e coppie che hanno correttamente percepito che c’era qualcosa che non andava riguardo a un individuo, un figlio o un partner nonostante quella persona si trovasse in un’altra città o in un altro paese. Il fisico teorico Amit Goswami afferma che la ricerca svolta all’Università del Messico l’ha condotto all'inevitabile” conclusione che le menti umane si connettono non localmente: «La non località quantistica si verifica anche tra cervelli».

Esperimenti di non località quantistica fra cervelli

Negli esperimenti dell’Università del Messico, due persone meditavano l’una di fianco all’altra per venti minuti all’interno di una gabbia di Faraday elettronicamente schermata, con l’intenzione di sperimentare uno stato meditativo condiviso.
Quindi i meditatori  erano collocati in due stanze separate, a tre metri di distanza in un esperimento e a quattordici metri e mezzo nell’esperimento successivo, e collegati a degli elettroencefalografi. Negli occhi di un meditatore veniva periodicamente proiettata una luce rossa, che stimolava un particolare schema d’onda cerebrale detto “potenziale evocato”.
In un caso su quattro il cervello dell’altro meditatore si è “intrecciato”, ovvero ha scelto simultaneamente uno schema d’onda cerebrale corrispondente al “potenziale evocato”, anche se non vedeva la luce o non aveva la minima idea che la luce stesse venendo proiettata.
La correlazione o intreccio quantistico (entanglement) vibrazionale è un componente fondamentale della “Legge di Attrazione”, ma anche della “Legge di Repulsione”, di cui si parla di meno ma che a livello personale mi concerne maggiormente, la quale spiega perché si introducono certe cose nella propria vita e se ne respingono altre.

L'articolo è un Abstract dal libro: L'effetto Luna di Miele - Bruce Lipton

Bruce Lipton
L'Effetto Luna di Miele - Libro >> http://goo.gl/vZ3fi6
Scopri il segreto per mantenere viva la tua relazione di coppia
Editore: Macro Edizioni
Data pubblicazione: Ottobre 2013
Formato: Libro - Pag 192 - 13,5x20,5



giovedì 18 settembre 2014

Alimentazione corretta per chi ha problemi alla Tiroide

Alimentazione corretta per chi ha problemi alla Tiroide

Il dottor Raul Vergini, esperto di patologie endocrine e della tiroide, ci spiega come ripristinare un sano metabolismo energetico e ormonale attraverso l'alimentazione

di Valerio Pignatta - 15/09/2014



Alimentazione corretta per chi ha problemi alla Tiroide

I problemi e le malattie alla tiroide sono in netto aumento negli ultimi anni e disegnano ormai una mappa ben precisa dell'influenza che la vita moderna, con i suoi inquinanti ambientali, il suo ritmo stressante e la sua alimentazione povera di nutrienti, ha imposto alle società industrializzate.
Un aiuto consistente in questi casi viene però dallo scegliere una dieta che favorisca la ripresa della normale funzionalità di questa importante ghiandola, sia nel caso che tale attività sia carente, sia che, al contrario, risulti eccessiva. Su questo tema abbiamo chiesto lumi a un medico esperto di patologie endocrine e della tiroide, Raul Vergini, autore di libri sul tema e studioso dei processi che portano agli scompensi tiroidei e delle relative terapie naturali.
Come sottolinea il dottor Vergini, l'individuazione dell'alimentazione adatta è abbastanza facile da arguire a seconda della situazione di partenza e di alcune verifiche di base. Con un po' di impegno quotidiano è quindi possibile aiutare in modo sostanziale il recupero dell'organismo e ottenere miglioramenti strutturali ottimali per un ripristino di un sano metabolismo energetico e ormonale. Vediamo come.

In questi ultimi anni i disturbi della tiroide stanno conoscendo, purtroppo, una crescita notevole nelle nostre società. Le cause sono di vario genere e possono avere origini di tipo ambientale, nutrizionale, genetico, da esposizione a radiazioni, carenze di iodio, malattie metaboliche, allergie ecc. Oltre alle terapie abituali, è possibile affrontare queste patologie con la dieta? O questa rimane solo un aiuto valido ma che va sempre integrato con altri rimedi?
La dieta è sicuramente importante e a volte addirittura fondamentale (ad esempio per il possibile ruolo svolto dal glutine nello scatenare o nel mantenere un'infiammazione autoimmune, come in caso di tiroidite di hashimoto) ma se siamo di fronte a un ipotiroidismo piuttosto conclamato, soprattutto se la ghiandola ha già subito danni strutturali ad opera di una patologia autoimmune, la sola dieta non è in grado di compensare la carenza di ormoni tiroidei. In questi casi essa rimane un aiuto valido, ma va comunque integrata con gli opportuni interventi terapeutici che spesso in questi casi richiedono anche l’uso di ormoni tiroidei (ma in questo caso io preferisco utilizzare la “vecchia” tiroide secca di maiale piuttosto che la tiroxina sintetica usata oggigiorno).

Qual è il tipo di dieta esatto che concorre a migliorare la situazione di una tiroide affaticata o ammalata? Ci sono differenze di alimentazione per le varie tipologie di disfunzione della tiroide come l'ipotiroidismo e l'ipertiroidismo?
La tiroide per funzionare bene ha bisogno innanzitutto di un'adeguata quantità di proteine, per cui queste non devono mai mancare nella dieta, e piuttosto si riducano i carboidrati. Naturalmente vanno eliminati i cibi di scarsa qualità come i carboidrati raffinati e gli olii di semi o i grassi idrogenati (margarine), poi si consiglia di eliminare il latte e di ridurre il consumo di formaggi (specie se vaccini).
L’olio di cocco è invece un alimento amico della tiroide, in quanto ne stimola l’attività.

Ci sono poi cibi che inibiscono l’attività tiroidea (i cosiddetti cibi gozzigeni, cioè che possono provocare il gozzo) che naturalmente vanno evitati in caso di ipotiroidismo, mentre questi stessi cibi potrebbero essere privilegiati nel caso opposto di iperattività tiroidea, cioè di ipertiroidismo. I principali sono tutta la famiglia dei cavoli (verza, broccoli, cavolfiori, cavoletti, kale, ecc) e la soIa, ma in misura minore anche miglio, spinaci, pesche, arachidi, alcune radici, fragole e altri. Tutti questi cibi gozzigeni perdono comunque parte della loro attività inibitrice se consumati cotti.

In caso di carenza di iodio si può arrivare a integrarne la quantità che serve con la dieta o con degli integratori alimentari?
I giapponesi con la loro dieta ricca di alghe e pesce possono riuscire a raggiungere quantitativi quotidiani di iodio per noi inimmaginabili (fino a 10-12mg al giorno, considerate che la RDA dello iodio è 150mcg). In caso di necessità è quindi possibile aumentare lo iodio nella dieta mediante un maggior consumo di pesce e usando alghe in cucina, oppure assumendo integratori di alghe come il fucus. Riguardo al sale, invece del sale iodato consiglio piuttosto un buon sale marino integrale che contiene ancora tutti i minerali presenti nell’acqua del mare, come il sale di Bretagna (sale dell’ Atlantico). Dosi maggiori di iodio (simili a quelle ingerite dai giapponesi) sono invece raggiunte solo con l’uso di prodotti farmaceutici specifici (come la Soluzione di Lugol) ma vanno utilizzati solo in caso di reale necessità e sotto prescrizione di un medico competente, in quanto in certe patologie tiroidee e in certe situazioni anche non patologiche (ad es. gravidanza) potrebbero essere controproducenti.

Il metabolismo ormonale disturbato che si verifica nel quadro di una situazione tiroidea zoppicante, con tutto il suo corollario di patologie che ne possono derivare (come stanchezza cronica, affaticamento delle surrenali ecc.), può essere arginato o riparato con una alimentazione ad hoc? Ovvero, con la dieta si può intervenire per riequilibrare lo squilibrio ormonale e le disfunzioni del metabolismo energetico che sono una delle cause primarie della sofferenza dei malati di tiroide?
Alcuni ad esempio hanno riscontrato benefici con una dieta senza glutine. È possibile?
Ho già praticamente risposto a questa domanda precedentemente, ma riguardo al glutine posso dire che un'intolleranza a questa sostanza può essere alla base di una reazione autoimmune come quella che si rileva nella tiroidite di Hashimoto (che oggi è la causa più comune di ipotiroidismo) e in questo caso naturalmente l’astensione dal glutine è fortemente consigliata e può migliorare notevolmente il quadro clinico. Il problema è che non esistono test affidabili al 100% per rilevare questa intolleranza, poichè la classica ricerca degli anticorpi nel sangue rileva solo i casi di celiachia “vera” mentre i vari i test bioenergetici hanno una validità molto variabile.
In questi casi la cosa migliore da fare è astenersi completamente dal glutine per 4 settimane, se in questo periodo si avvertono importanti miglioramenti dello stato psico-fisico si può dedurre che esiste un problema con il glutine ed è quindi bene astenersene, se invece non ci sono cambiamenti significativi probabilmente in quel caso il glutine non è un problema e si può riprenderne il consumo (sempre con moderazione).

Il dottor Raul Vergini riceve a Forlì nel suo studio privato, per informazioni: drvergini.it


Questo articolo è tratto dalla rivista:

Scienza e Conoscenza - N. 48 - Rivista >> http://goo.gl/zcwJR8
Nuove scienze, Medicina non Convenzionale, Consapevolezza


Raul Vergini
Curare in maniera naturale l'Ipotiroidismo - Libro >> http://goo.gl/eWVr8e
Introduzione al più diffuso Disturbo alla Tiroide
Editore: Macro Edizioni
Data pubblicazione: Aprile 2014
Formato: Libro - Pag 128 - 11x17 cm




martedì 16 settembre 2014

Perchè Ridurre i Cibi Cotti

Perchè Ridurre i Cibi Cotti

Manuale per la Vitalità e il Ben-Essere

di René Andreani



Scegli la salute a 5 stelle!

Aumenta gli alimenti freschi, di stagione, integrali, d'origine vegetale
Privilegia gli alimenti crudi, biologici e locali

Il benessere e l’armonia interiori ed esteriori si realizzano quando ci prendiamo cura di noi stessi in maniera appropriata e cioè ci curiamo della nostra anima, dei nostri pensieri, delle nostre emozioni e del nostro corpo.

Una dieta equilibrata e salutare ci aiuta a vivere in maniera armoniosa.

René Andreani, esperto da decenni di alimentazione naturale e vegetariana, in questa sua opera ci invita a ridurre il consumo di cibo cotto. Ci spiega perché è importante mangiare deliziosi alimenti freschi, di stagione, integrali e d’origine vegetale, privilegiando quelli crudi, biologici e di origine locale.

Un libro davvero ricco di illustrazioni e consigli pratici, che propone i seguenti argomenti:

Obesità infantile: emergenza sociale
Aria, luce e respirazione: elementi vitali
Acqua viva: ionizzata e alcalinizzata
La moderna e aggiornata cucina mediterranea
Perchè ridurre i cibi cotti! Riduci i CMT - Cibi Termicamente Modificati dalla cottura
Tredici cibi killer + Dodici famiglie di alimenti molto salutari
Alimentazione prevalentemente crudista
Frullati verdi
Bevande ottenute da alimenti crudi (cereali, semi, germogli)
Alimenti crudi supernutrienti (bacche, erbe, semi, funghi, ecc.)
Attrezzatura per una cucina Vegano- Crudista
Ricette Vegano - Crudiste dello Chef Angelo Domaneschi
Medicina Moderna Tecnologica o Arte Medica “Tradizionale”?
I 5 atteggiamenti che mantengono in salute - I benefici della camminata aerobica
La prevenzione della vista imperfetta con i metodi naturali del dott. Bates
Respirazione profonda
Esami e analisi invasive. Auto osservazione
Siate determinati ma non fanatici
Le tappe del Ben-Essere
Test di valutazione della tua Salute a 5 Stelle.
Secondo Platone e molti altri grandi maestri e filosofi, corpo, mente e anima sono una sola cosa e per guarire il corpo è necessario guarire prima la mente e l’anima. Infatti Eraclito sosteneva che l’armonia nascosta fosse molto più forte di quella percepibile con i cinque sensi o misurabile.

I sintomi della malattia sono la manifestazione esteriore dell’inizio del processo di cambiamento interiore, che avviene grazie alla potentissima forza di autoguarigione presente in ognuno di noi. Il benessere e l’armonia interiori ed esteriori si realizzano quando ci prendiamo cura di noi stessi in maniera appropriata e cioè ci prendiamo cura della nostra anima, dei nostri pensieri, delle nostre emozioni e del nostro corpo.

Da René Andreani, autore di "Raw Food", la nuova frontiera dell'alimentazione
Con le ricette Crudiste-Vegane dello Chef Angelo Domaneschi


Indice

5 Stelle che vengono da lontano
Il pentalogo del Ben-Essere
Riduci Aumenta Privilegia
Ogni età ha le proprie gioie e... qualche pena!
La Terra divorata (impronta ecologica)
Chi troppo e chi niente
Obesità infantile: emergenza sociale
Aria, luce e respirazione: elementi vitali
Acqua: l'oro blu
Acqua viva: ionizzata e alcalinizzata
La salute vien mangiando poco e in modo nutriente
Perché ridurre i cibi cotti
Alimentazione ottimale (giornata tipo)
Route 66 - Route 42
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René Andreani
Fondatore nel 1991 della Lepav - Lega per l'Alimentazione Viva (RAW FOOD), da moltissimi anni è medico di se stesso con i metodi naturali. Promotore del metodo MRA e per molti anni responsabile della AVI, Associazione Vegetariana Italiana per il settore Vegano e Fruttariano. In questi anni ha partecipato a trasmissioni televisive, incontri e dibattiti, autore di molti articoli su riviste del settore e ha al suo attivo numerosi libri di alimentazione e salute.
Ex deputato e molto attivo nell'ambito ecologista si occupa a 360° dei problemi legati alla salute umana rispetto alle sue connessioni con l'ambiente e l'alimentazione.


René Andreani
Perchè Ridurre i Cibi Cotti - Libro >> http://goo.gl/63qwcn
Manuale per la Vitalità e il Ben-Essere
Editore: Macro Edizioni
Data pubblicazione: Settembre 2014
Formato: Libro - Pag 64 - 21x29,7 cm




lunedì 15 settembre 2014

Problemi di Fertilità e disturbi del ciclo: un aiuto dalla cromopuntura

Problemi di Fertilità e disturbi del ciclo: un aiuto dalla cromopuntura

I nuovi approcci della medicina esogetica e della cromopuntura per risolvere problemi di fertilità e disturbi legati al ciclo

di Vincenzo Primitivo - 10/09/2014



Problemi di Fertilità e disturbi del ciclo: un aiuto dalla cromopuntura

La terapia messa a punto da Peter Mandel integra i saperi delle tradizioni filosofiche antiche e le nuove scoperte della fisica quantistica. Il dottor Primitivo ci spiega, in questa intervista, come essa interviene con successo nei disturbi più diffusi nel mondo femminile.

Salve Dott. Primitivo, Scienza e Conoscenza propone da oltre 12 anni nuovi metodi terapeutici e diagnostici d'avanguardia e la Medicina Esogetica è certamente fra questi. Può spiegarci il significato del termine Medicina Esogetica e come, questo nuovo metodo, si colloca nel vasto panorama delle Medicine Non Convenzionali?
La parola Esogetica è un neologismo creato da Peter Mandel, formata il prefisso "Eso" (di Esoterica) e dal suffisso "Getica" (di Energetica) e contiene in sé la filosofia di fondo di questo straordinario sistema diagnostico e terapeutico. È il tentativo di conciliare gli antichi insegnamenti delle tradizioni filosofiche occidentali e orientali con le conoscenze della medicina energetica e della moderna biofisica (fisica quantistica).
La fisica quantistica ci ha spiegato come aldilà del mondo materiale, quello visibile, esista un livello sub-atomico che noi non possiamo cogliere con i nostri sensi. Un sintomo viene a dirci che, nel nostro campo di informazione, c'è qualcosa che non va, che non stiamo rielaborando. Visto che spesso la sola presa di coscienza che un conflitto sta creando uno squilibrio “energetico” è insufficiente per riportare l’armonia e innescare un processo di guarigione, è a questo punto che la Medicina Esogetica, con la Cromopuntura, ci viene in aiuto.

Quali sono i metodi diagnostici e terapeutici utilizzati dalla Medicina Esogetica?
Lo strumento diagnostico è la DEPT (Diagnosi Energetica dei Punti Terminali) che, attraverso il principio Kirlian, consente un’analisi delle emissioni biofotoniche dei polpastrelli delle dita delle mani e dei piedi. A questo livello, infatti, si concentrano i punti terminali dei principali meridiani dell’agopuntura.
È possibile, inoltre, accertare la presenza della malattia prima ancora della comparsa dei sintomi clinici, individuarne le cause e monitorare l’effetto della terapia.
Una volta compiuta la diagnosi attraverso la DEPT, le debolezze biofisiche che sono alla base delle nostre malattie vengono regolate attraverso uno strumento terapeutico detto Cromopuntura, che prevede l’apposizione di un fascio di luce cromatica su un preciso distretto cutaneo.
La Cromopuntura irradia direttamente le cellule e i tessuti malati dell’informazione armonica intrinseca nel colore e questo consente di ripristinare una vibrazione coerente e, di conseguenza, un ritrovato stato di salute.

Questo tipo di diagnosi e terapie sono riconosciute a livello medico/scientifico in Italia e nel mondo?
Da un punto di vista strettamente scientifico abbiamo una crescente mole di pubblicazioni. Questo sistema esiste da ormai più di 40 anni: nato in Germania grazie alle intuizioni, geniali, del ricercatore Peter Mandel, e si è diffuso in tutta Europa e poi in tutto il mondo. Alla base dei meccanismi scoperti in medicina esogetica ci sono evidenze biofisiche ormai conclamate e riconosciute. Su tutte, la teorie dei biofotoni di Fritz Albert Popp, il quale ci ha insegnato che le cellule malate comunicano fra di loro attraverso piccoli quanti di luce. Queste disarmonie, come detto prima, attraverso la luce intrinseca nel colore vengono ad essere ripristinate.

Ci diceva che tra i Suoi pazienti, la maggioranza dono donne. Quali disturbi lamentano, per la maggiore, le donne che si presentano a Lei per venire curate?
I disturbi sono principalmente due. Il primo è legato a tutta la sfera mestruale, dalle sindromi premestruali, alla dismenorrea (ndr: dolori mestruali), menometrorragia (ndr: perdite di sangue emorragiche) ecc. L’altro i portante disturbo, sempre crescente da un punto di vista statistic, è quello legato alla fertilità: cresce il numero delle persone che si rivolgono a diagnosi e terapie integrative per superare problemi di infertilità in assenza di alterazioni organiche.

Quale consiglio potrebbe dare alle donne, che sia di reale utilità, nell’ambito della prevenzione?
Il consiglio che mi sento di dare è quello di affiancare le tradizionali diagnosi effettuate in ginecologia a sistemi diagnostici complementari, che prevedano, quindi, la valutazione non soltanto del danno fisico ma anche l’esame di tutte le componenti psicologiche, emotive, conflittuali che possiamo ritrovare dietro la malattia stessa.
Il nostro vissuto entra in gioco in maniera prepotente nella genesi delle nostre patologie e dobbiamo tenerne conto nell’effettuazione di una corretta analisi globale della persona.

Si ringrazia Laura Gabrielli di BabyComp per l'intervista.
Altre interviste al Dott. Primitivo possono essere lette su: babycomp-italia.blogspot.it

Questo articolo è tratto dalla rivista

Scienza e Conoscenza - N. 47 - Rivista >> http://goo.gl/XSJSLr
Nuove scienze, Medicina non Convenzionale, Consapevolezza
Editore: Scienza e Conoscenza - Editore
Data pubblicazione: Febbraio 2014

Andrea Ferrari
Compendio Generale di Cromopuntura - Libro >> http://goo.gl/6mldUK
Riequilibrio dei Chakras e Auricoloterapia (42 applicazioni pratiche)
Editore: Zuccari Libri
Data pubblicazione: Gennaio 1998
Formato: Libro - Pag 96 - 15x21