venerdì 31 ottobre 2014

Punto Zero

Punto Zero

Il segreto finale di Zero Limits e la via dei miracoli di Ho'oponopono

di Joe Vitale



Sei pronto a essere libero, a toccare con mano i miracoli, ad andare oltre i limiti?

Dopo il best-seller Zero Limits, Joe Vitale ora ti conduce alla scoperta delle nuove incredibili potenzialità di Ho’oponopono, il meraviglioso sistema hawaiano di guarigione per realizzare i tuoi desideri.

Con Punto Zero puoi raggiungere un livello ancora più profondo di conoscenza e di potere, per vivere in prima persona indescrivibili esperienze di salute, prosperità e felicità.

Tutto ciò che fai è il risultato della mente inconscia, che ti fa agire in base a una programmazione di cui a malapena ti rendi conto. Se ne rimani in balia, rischi di vanificare i tuoi sforzi per ottenere una vita migliore.

Punto Zero ti mostra come superare con facilità i problemi dovuti a questa programmazione, facendoti capire che il potere sull’inconscio è proprio nelle tue mani.

Grazie a questo sistema, decine di migliaia di lettori in tutto il mondo sono riusciti a realizzare ciò che avevano sempre sognato.

Punto Zero ti offre nuove storie, nuovi processi e guaritori,
e ti guida verso la quarta fase del risveglio: l’illuminazione vera e propria.


Dicono del Libro

“Punto Zero dovrebbe diventare un film. Un capolavoro di narrazione.
Il sistema di guarigione hawaiana Ho’oponopono funzioni davvero!”
Barnet Bain, produttore del film La profezia di Celestino

“Il nuovo libro di Joe è proprio come mi aspettavo: FAVOLOSO!
Le storie mozzafiato e le intuizioni illuminanti mi hanno riempito di positività e amore.
È davvero un cammino costellato di miracoli!”
Janet Bray Attwood, autrice del bestseller Il test della passione


Joe Vitale
Punto Zero - Libro >> http://goo.gl/LMjdRV
Il segreto finale di Zero Limits e la via dei miracoli di Ho'oponopono
Editore: Punto d'Incontro
Data pubblicazione: Aprile 2014
Formato: Libro - Pag 256 - 14x18 cm



giovedì 30 ottobre 2014

Che cos'è il sistema immunitario e come si rinforza?

Che cos'è il sistema immunitario e come si rinforza?

Scopri come funziona il sistema immunitario, cosa lo danneggia e cosa invece lo rafforza

di Paolo Giordo - 29/10/2014



Che cos'è il sistema immunitario e come si rinforza?

Il sistema immunitario rappresenta una rete complessa di identificazione, reazione e difesa del nostro organismo.
L'essere umano è continuamente in contatto con il mondo esterno, il quale è costituito da molteplici sostanze e microrganismi, molti dei quali sono percepiti come estranei.
Esistono due tipi di risposta immunitaria: quella innata, aspecifica, che riguarda le difese presenti sin dalla nascita con reazioni rapide; quella acquisita o specifica che prevede il riconoscimento di un elemento patogeno che ha superato le difese del primo tipo di immunità.

Il sistema linfatico e gli altri organi di difesa

Il luogo biologico dove quest'ultima forma di immunità risiede è, generalmente, il sistema linfatico, che comprende la linfa e i vasi linfatici, i tessuti linfoidi e il midollo osseo con il compito di produzione, attivazione e veicolazione delle varie difese immunitarie.
A intervalli regolari, lungo i vasi linfatici, si trovano i linfonodi che sono dei piccoli conglomerati di tessuto linfoide con funzioni di barriera per le sostanze estranee.
Un'altra sede di strutture immunitarie è rappresentata dal timo, un organo che risiede dietro lo sterno e che, con l'età adulta, si avvia lentamente verso l'atrofia.
Esso contiene i linfociti T, le cellule dendritiche ed i macrofagi.
Altri organi linfatici sono la milza, i noduli linfatici e le tonsille.
Il sistema immunitario innato comprende anche la pelle che funge da prima barriera meccanica e da altre difese di tipo biochimico come gli interferoni, il sistema del complemento e i peptidi antimicrobici. I fagociti, inoltre, sono cellule specializzate che hanno il compito di ingerire microrganismi o altre particelle estranee.

La risposta immunitaria

L'attivazione del sistema immunitario innesca una situazione bioumorale complessa che si serve dell'infiammazione, locale o generalizzata, e della febbre che normalmente rappresenta una strategia seguita dall'organismo atta a favorire la guarigione.
Ecco perchè, anziché sopprimere queste condizioni in modo indiscriminato, conviene, invece, modularle in modo che possano compiere la loro funzione fisiologica salvo rare eccezioni di intensità e di cronicità.
L'immunità acquisita si serve, invece, di un sistema di riconoscimento di sostanze reputate estranee (dette antigeni) e di una risposta immunitaria adattativa effettuata dai linfociti B (che attaccano direttamente il presunto invasore) o T (che sintetizzano plasmacellule le quali secernono proteine note come anticorpi).
Gli anticorpi sono, infatti, un gruppo di proteine che si dividono in diverse classi : Immunoglobuline di tipo G, A, M, D, E.
Alcuni linfociti B conservano poi quella che viene definita “memoria immunitaria” che permette loro di agire più rapidamente in presenza di un antigene riconosciuto come estraneo.

Sistema immunitario e ambiente

Da quanto detto possiamo comprendere facilmente che la salute fisica e il potere di autoguarigione dell'organismo passano necessariamente da un sistema immunitario in equilibrio. Questo, infatti, rappresenta una risposta omeostatica automatica che non dorme mai e vigila sempre ed è così da milioni di anni.
Solo nell'ultimo secolo, però, le profonde modificazioni ambientali hanno messo a dura prova un meccanismo che sembrava perfetto. La comparsa e l'aumento vertiginoso delle patologie autoimmuni lo dimostra inequivocabilmente.
In queste malattie le nostre difese immunitarie confondono l'amico con il nemico e cominciano ad attaccare i vari tessuti che dovrebbero invece proteggere.
Negli ultimi quarant'anni qualcosa ha spinto il sistema immunitario al di fuori delle sue competenze programmate geneticamente da tempi immemorabili e questo qualcosa chiama direttamente in causa il carico di tossine ambientali alle quali siamo esposti in maniera ingravescente.
Per di più non esistono studi esaurienti che verifichino non solo i singoli componenti tossici ma il loro effetto quando sono presenti insieme in elevate quantità, situazione, questa, molto più vicina alla realtà quotidiana.
Questo carico tossico interferisce pesantemente con il modo attraverso il quale il nostro sistema immunitario comunica con il resto del corpo.

Antibiotici, alimentazione, stress: cosa indebolisce le nostre difese

In effetti esistono molti modi con i quali possiamo indebolire il nostro sistema immunitario.
Uno di questi è l'uso indiscriminato di farmaci, soprattutto antibiotici.
La scoperta degli antibiotici, intorno alla metà del secolo scorso, ha, indubbiamente, rivoluzionato i trattamenti convenzionali delle infezioni batteriche ma, con il tempo, si sono sempre più evidenziati tre grossi ordini di problemi: la distruzione della flora batterica fisiologica dell'organismo, il fenomeno della resistenza batterica cioè dell'adattamento di molti batteri all'azione degli antibiotici e infine la depressione del sistema immunitario.

Continua la lettura su Scienza e Conoscenza n. 50...






mercoledì 29 ottobre 2014

Propoli

Propoli

Scopri tutte le proprietà di questo fantastico Antibiotico Naturale

di James Fearnley



Scopri le straordinarie proprietà curative di questo efficace antibiotico naturale.

Antibiotico, antinfiammatorio, antiallergico, antiacido, antivirale, fungicida, anestetico, analgesico, antiradioattivo, antisettico, antitumorale, antiossidante e immunostimolante: tutte queste proprietà sono concentrate in un unico prodotto completamente naturale e senza effetti collaterali, il propoli.

Questa preziosa resina prodotta dalle api è uno straordinario concentrato di energia e salute, conosciuto e considerato sacro dai popoli che praticano con sapienza le medicine etniche e naturali tradizionali. Oggi, che ormai conosciamo i gravi danni e la progressiva inefficacia di tanti farmaci e antibiotici, possiamo comprendere e apprezzare la potenza e l’azione di una medicina naturale come il propoli.

È una “forza della natura” che contiene circa 150 diverse sostanze biochimiche che suscitano sempre più interesse a livello mondiale e, in questa utilissima guida, ne vengono illustrate le sue caratteristiche, i suggerimenti su come riconoscere e procurarsi del buon propoli, come curare i propri animali, come trattare il frutteto e tutti gli altri usi proficui di questa sostanza.

Per tutti coloro che hanno a cuore il problema dell’abuso degli antibiotici.

«Il grande quesito oggi per la medicina moderna è se prodotti naturali come il propoli possono davvero contribuire a superare la grave crisi dovuta alla resistenza agli antibiotici […]. Le innumerevoli ricerche condotte sul propoli e riportate in questa pubblicazione sembrano rispondere di sì».
James Fearnley


Prodotti a base propolica e loro uso - Estratto da "Propoli" di James Fearnley

Oggi che l’utilizzo di propoli è diventato pratica comune, si ritrovano sul mercato innumerevoli prodotti nelle forme più svariate. Ciò ha reso l’utilizzo del propoli molto più facile e agevole.

Tuttavia, ogni prodotto commerciale, col suo corollario di packaging e frasi propagandistiche, può creare un alone mistico del tutto infondato e superfluo.

La base della maggior parte di questi prodotti è semplicissima e si possono confezionare anche in casa, basta averne voglia (vedi Capitolo 7).

I prodotti commerciali illustrati di seguito si possono comprare nei negozi di prodotti naturali, com’è tradizione, oppure, sempre di più, nelle farmacie.

Capsule di propoli (gel duro)

Il propoli ridotto in polvere, spesso mescolato a polline o ad altre sostanze addensanti, viene incapsulato in due strati di gelatina dura o anche, in misura crescente oggi, in materiale vegetale.

Utilizzo: si usano per via interna per trattare vari problemi di salute.

Capsule di propoli (gel morbido)

Queste capsule sono formate da uno strato solo di gelatina, riempito con propoli liquido spesso mescolato ad altri composti come olio o pasta di soia.

Utilizzo: si usano per via interna per trattare vari problemi di salute.

Propoli liquido

I liquidi più usati sono alcol, propilene glicolico e acqua. In alcuni casi possono essere aggiunte altre sostanze sia per aggiungere valore al prodotto (es. pappa reale, miele, polline oppure erbe miste come echinacea, ginseng ecc.) che per migliorare il gusto (es. succo di limone, liquirizia o miele).

Utilizzo: i liquidi possono essere usati sia esternamente che internamente. Usati per via interna si pensa abbiano una biodisponibilità maggiore, nel senso che, essendo il propoli già liquido, viene assorbito dal corpo più rapidamente. Si può usare il liquido anche per fare gargarismi, curare mal di gola o problemi dentali.

I liquidi puri possono essere usati esternamente per trattare ferite, ustioni e problemi cutanei. Tuttavia, non si devono usare liquidi alcolici su ferite aperte data la natura dell’alcol. In tali casi meglio usare un prodotto non alcolico o passare il prodotto con molta delicatezza sull’area circostante la ferita dando dei leggeri colpetti prima di passare a trattare la ferita vera e propria.

Usato esternamente, è consigliabile trattare prima una porzione di pelle sana per verificare di non esserne allergici. È da ricordare che il propoli liquido lascia sempre macchie marroni sulla pelle e su ogni tessuto che viene a contatto con esso.

Sciroppi propolici

Di solito vengono confezionati con vari supporti dolci: miele, glicerina, sciroppo d’acero ecc.

Utilizzo: gli sciroppi si usano di solito contro la tosse e sono uno dei modi migliori per far apprezzare il propoli anche ai più piccoli.

Pasticche al propoli

Per lo più sono caramelle e simili contenenti piccole quantità di propoli miste a zucchero, miele, dolcificanti artificiali e talvolta aromi naturali o artificiali.

Utilizzo: servono per alleviare il mal di gola ma, allo scopo, non rappresentano certo la soluzione migliore. In realtà servono più che altro a rinfrescare l’alito.

Gomma da masticare al propoli

Un’azienda americana ha brevettato un chewing gum al propoli utile, a quanto si dice, nel mantenere l’igiene orale. Un’azienda britannica ne ha commercializzato un altro chiamandolo addirittura Dental Gum.

Utilizzo: non è dato sapere quanto sia effettivamente utili siano questi prodotti nell’assicurare l’igiene orale, viste le quantità di dolcificanti che contengono. Il propoli in forma di collutorio, anche se più caro, è senz’altro più efficace.

Spray e aerosol per naso e bocca

Questi prodotti sono essenzialmente propoli in forma liquida in soluzione per lo più alcolica, reso talmente fine da essere usato in forma spray o aerosol.

Utilizzo: per uso interno curano mal di gola e naso infiammato; servono anche per rinfrescare l’alito e per curare problemi dentali. Sono particolarmente utili nella cura delle ulcere orali. Esternamente possono essere usati per trattare col propoli infezioni fungine.

Pomate al propoli

Oggi sul mercato sono disponibili molte pomate al propoli. Sono di norma delle pomate a base naturale con aggiunta di propoli liquido all’1-2%.

Utilizzo: vengono principalmente usate nella cura di problemi dermatologici come psoriasi ed eczema, ma possono essere usate anche come pomata leggera antisettica per trattare ferite e scottature, quando la pelle non presenta lesioni. Taluni usano queste pomate contro l’invecchiamento ritenendole utili per mantenere l’estacità del collagene cutaneo.

Unguenti propolici

Sono normalmente costituiti di propoli raffinato mescolato a vari grassi od oli vegetali o animali.

Utilizzo: normalmente sono usati esternamente nella cura di problemi cutanei, ferite, scottature ecc.

Dentifricio al propoli

Diverse aziende producono dentifricio al propoli, ottenuto mescolandone piccole quantità, circa l’1%, alle tradizionali basi per dentifricio. I dentifrici al propoli sono frequentemente associati ad altre erbe o resine (incenso, menta piperita e mirra) per potenziare le proprietà medicinali o come aromatizzanti.

Utilizzo: per la normale igiene dentale.

Shampoo al propoli

Il propoli viene aggiunto anche alle tradizionali basi per shampoo e commercializzato allo stesso modo di altri shampoo alle erbe come trattamento rinvigorente, nutriente e talvolta antisettico per cuoio capelluto e capelli. Il sondaggio di cui si è parlato nel capitolo precedente dimostra che prendere propoli per uso interno produce anche una migliore qualità del capello.

Utilizzo: viene usato come un normale shampoo. Non sono molti i prodotti di questo tipo perché troppo propoli può macchiare i capelli.

Sapone al propoli

Esistono sul mercato molti saponi al propoli ottenuti aggiungendolo alle tradizionali basi per saponi, liquidi o solidi.

Utilizzo: usati normalmente come altri saponi medicati, sono utili per mantenere una pelle sana e per il trattamento dell’acne.


Indice

Nota per il lettore
Nota del traduttore

Introduzione - Il difensore della città

Capitolo 1 - Cos’è il propoli

Come le api raccolgono il propoli
L’importanza delle resine
Il propoli è qualcosa di unico?
Il mito del pioppo
Non tutte le api raccolgono propoli
Cosa contiene il propoli
Capitolo 2 - Il ruolo del propoli nell’alveare

Propoli, sistema immunitario esterno delle api?
La difesa della città
Come affrontare gli invasori
Un materiale da costruzione high tech
Sterilizzare l’arnia
Capitolo 3 - La rinascita dell’interesse per il propoli in Occidente

Capitolo 4 - Come funziona il propoli

Cosa c’è nel propoli
Il ruolo dei bioflavonoidi
La ricerca farmacologica
Capitolo 5 - Il propoli nel trattamento delle malattie

Cosa pensano i consumatori del propoli
Esperimenti clinici sul propoli
Capitolo 6 - Prodotti a base propolica e loro uso

Prodotti medicinali
Le domande più frequenti sul propoli
Usi non medicinali del propoli
Capitolo 7 - Medicine fatte in casa

Come si prepara la tintura di propoli
Come si usa la tintura
Spray propolici
Propolmel
Propoli e miele
Unguento di propoli e vaselina
Unguento propolico a base oleosa
Pomata propolica
Maschere per il viso al propoli
Olio propolico per massaggi
Capsule al propoli
Dentifricio e collutorio al propoli
Pasta anestetica al propoli
Lozioni abbronzanti al propoli
Preparati per capelli al propoli
Conclusione

Ringraziamenti
Bibliografia essenziale
Indice analitico


James Fearnley
Propoli - Libro >> http://goo.gl/2wGVTr
Scopri tutte le proprietà di questo fantastico Antibiotico Naturale
Editore: Macro Edizioni
Data pubblicazione: Ottobre 2014
Formato: Libro - Pag 192 - 11x17 cm



martedì 28 ottobre 2014

La Terapia del Digiuno

La Terapia del Digiuno

Uno straordinario rimedio naturale per disintossicarsi e ringiovanire

di Nicole Boudreau



Il digiuno può essere considerato una vera e propria terapia: uno straordinario metodo per ringiovanire il proprio corpo e disintossicandosi.

Allora ti chiederai:

Cosa si fa quando non si mangia?
E come ci si sente?

Tutte queste sono domande frequenti.

Il corpo possiede i mezzi per rigenerarsi, la vita cellulare è dinamica, si rinnova costantemente e il digiuno stimola questo rinnovamento.

Effettuato a riposo e lontano dallo stress, il digiuno permette all’organismo di digerire ed eliminare le proprie tossine, le proprie cellule e i propri tessuti danneggiati. In questo modo il corpo può disintossicarsi e allo stesso tempo ringiovanire non solo a livello superficiale.

Il libro contiene una serie di consigli pratici per praticare il digiuno in maniera serena e senza complicazioni, nonché la descrizione di tutti gli effetti e le malattie che si possono sconfiggere con questo “rimedio” naturale.

Contiene casi concreti di persone che utilizzato con successo questa antica terapia.


Una cura di ringiovanimento - Estratto da "La Terapia del Digiuno" - Libro di Nicole Boudreau

Michelle soffre di ulcera

Tra libri d’occasione, Michelle ne trova uno sul digiuno.
«La gente è proprio pronta a tutto», pensa.

Immagina persone obese spinte dalla disperazione al digiuno totale. Michelle ha qualche chilo di troppo, ma non ha motivo di dimagrire.
Viva la cioccolata, è così buona!

Ma a Natale, dopo il cenone, Michelle si risveglia di soprassalto alle tre di notte in preda a lancinanti bruciori di stomaco. Va in farmacia dove le danno un liquido lattiginoso che placa il dolore, lasciandole però una vaga sensazione di fastidio allo stomaco.

E così Michelle comincia a soffrire di ulcera e insonnia.

Dopo mesi di dolori e speranze deluse di guarigione, Michelle è scoraggiata. I calmanti leniscono il dolore, ma non la guariscono. Teme di dover prendere medicine per il resto della vita.

Un giorno, va al ristorante con Sylvie, una collega. Il menu prevede fritture, salse e carni speziate: nulla di buono per lei. Michelle opta per una minestrina.

Confida all’amica che sembra tutto appetitoso, ma deve rinunciarvi a causa dei suoi problemi digestivi.

Sylvie le parla allora di una terapia che potrebbe guarirla: il digiuno. Michelle è scettica… Conosce poco questa pratica, e le sembra esagerata. Sylvie invece è andata due volte in una casa di digiuno per curarsi dall’emicrania. Il successo, dice, è stato completo.

Michelle ha molte obiezioni, per prima la fame, che dev’essere insopportabile. Lei la soffre poco: mangiare l’affatica, talvolta la disgusta addirittura. Però mangiare fa bene, pensa. La sua collega la rassicura in fretta: sono i nostri chili in più che ci nutrono durante il digiuno. Poi, aggiunge, il personale delle case di digiuno segue attentamente i pazienti. E durante il digiuno, la fame si placa.

Ma con il digiuno non si rischia l’anoressia? Sylvie, che è di aspetto rubicondo, non soffre di alcun disturbo alimentare. Lei ha digiunato per la sua salute, non contro la vita. Le persone anoressiche si privano del cibo sempre; in una casa di digiuno lo si fa solo per qualche giorno. Infine, Sylvie lascia a Michelle un dépliant sul centro di digiuno.

Michelle riflette su ciò che ha detto l’amica e decide di leggere qualcosa in materia. Scopre che il corpo si guarisce da solo quando riposa completamente. Decide di farsi coraggio e prenota una camera nella casa di digiuno. Vi trascorrerà un periodo di riposo, perché vuole sinceramente guarire.

Il giorno della partenza, Michelle sorride ascoltando i commenti ironici dei parenti. Ma sa, grazie alle sue letture, che al ritorno non starà morendo di fame come le dicono: dovrà seguire un menu di transizione composto di frutta fresca e verdure crude.

Si aspettava qualche battuta, ma di fronte a questo sarcasmo decide di tacere e procedere. Desidera ardentemente recuperare la salute. Crede istintivamente al digiuno, e si sente attirata verso questo cammino.

Paul vuole smettere di fumare

Tutte le mattine Paul tossisce “a vuoto” e si sente depresso e stanco. La prima sigaretta lo sveglia e ferma la tosse. È il tabacco che regola la vita di Paul, e che agita le sue notti. Paul si sveglia spesso mentre dorme: sente il cuore battergli forte e irregolarmente. Allora accende una sigaretta per calmare l’angoscia, ma non sempre riesce a riaddormentarsi; spesso resta steso al buio in preda a pensieri cupi.

Paul nasconde le sue notti insonni fino a quando il fratello minore, accanito fumatore, muore di insufficienza cardiaca. «Quindi i rischi sono veri», si dice Paul, guardando il portacenere.

Per la prima volta in vita sua, Paul ammette che le sigarette sono un male. Benché non sopporti i predicatori anti-fumo, decide di smettere di fumare, e si ricorda che un collega gli ha detto di aver smesso digiunando.

Senza nemmeno documentarsi, Paul telefona alla clinica di digiuno. Gli viene detto che è facilissimo smettere di fumare digiunando. Paul, ancora scettico, prenota una camera.

Mentre si dirige verso la campagna, fuma a pieno regime. Al paese si ferma per mangiare le ultime fritture, con un nodo alla gola. Si sente strano: la sigaretta ha un buon sapore e privarsene lo rende nervoso.

Paul sospira: non è il momento di cambiare idea. Ha percorso un centinaio di chilometri per arrivare lì e sua moglie lo punzecchierebbe per mesi se tornasse indietro.

Arrivando alla casa di digiuno, spegne l’ultima sigaretta dopo averla fumata avidamente. Esce dall’auto e si sente stordito dall’aria fresca della campagna. La signora che lo accoglie cordialmente gli mostra la stanza che occuperà: un morbido letto, cuscini soffici, una poltrona. La finestra si apre sulla campagna. Paul si sistema, in attesa di incontrare la supervisora. Immagina che finalmente godrà di un po’ di pace e avrà tempo per riflettere sul suo futuro.

IL CORPO SI RICICLA

Quando si digiuna non si mangia, non si fuma e si beve acqua a volontà.

Il digiuno integrale non è un regime ipocalorico, una dieta a base di frutta o una dieta liquida. Non si mangia assolutamente niente.

Può sembrare sorprendente.
Chi di noi non ha avuto una nonna che diceva: «Mangia, ti fa bene»?

Molte persone credono di ammalarsi se non mangiano.
Ma il digiuno è una terapia!

Perché?

Digiunando, smettiamo di apportare alimenti al corpo, che deve quindi sviluppare un nuovo modo per avere energia per sopravvivere. La sua strategia è rivolgersi alle riserve: ispeziona tutti i tessuti per inventariare grassi, proteine, vitamine e minerali di riserva che può usare senza farsi del male.

Elenca e distrugge i tessuti usurati, danneggiati o in eccesso, riciclando le parti riutilizzabili ed eliminando quelle nocive. Questo processo viene chiamato autolisi. I tessuti distrutti sono sostituiti da tessuti nuovi creati dall’organismo stesso. Chi dice autolisi dice dunque ringiovanimento.

Insomma, il corpo “si mangia da solo”, per rigenerarsi.

È un processo sorprendente, ma inevitabile. Il nostro corpo non potrebbe produrre tessuti nuovi senza prima eliminare quelli danneggiati. Ma la cosa migliore è che il corpo ricicla i componenti nutrendosene. Un ottimo esempio di riciclo ecologico!

Secondo Christian de Duve, premio Nobel per la biologia:

«L’autofagia [l’autolisi; N.d.A.] resta una risposta cellulare primordiale alla carenza di nutrimento nella maggior parte degli organismi attuali, nei quali è stimolata da ormoni come il glucagone. […] Ma è evidente che la necessità di sostenersi non basta a spiegare il rinnovamento continuo e intenso dei costituenti cellulari […] Grazie al rinnovamento, le cellule sostituiscono continuamente i loro componenti con altri appena sintetizzati, realizzando così qualcosa di molto vicino alla giovinezza eterna».

Il corpo a digiuno si dedica al rinnovamento. Inoltre, il digiuno accelera la pulizia dei vasi sanguigni, delle cellule e dell’ambiente nel quale queste nuotano (l’ambiente interstiziale). Il grasso, gli scarti, i cristalli di acido urico e i residui vengono digeriti dalle cellule e riciclati. Le tossine non riciclabili vengono semplicemente eliminate.

Insomma, il digiuno è una seduta intensiva di riparazione e depurazione dell’organismo.

Nella nostra vita assimiliamo cibo regolarmente. Digiunando, il corpo disassimila e investe le sue energie nel rinnovo e nella riparazione di tutte le funzioni biologiche. Il digiuno fa dunque da contrappeso al sovraffaticamento della vita moderna. Il riposo assicura il riequilibrio del nostro metabolismo.

IL CORPO SI GUARISCE DA SOLO

Il digiuno è un momento di riposo dove l’organismo si rigenera a tutti i livelli:

● ogni cellula si guarisce da sola;
● il nostro organismo si riequilibria grazie alla sua capacità di adattamento al cambiamento (omeostasi);
● si difende grazie a cellule specializzate.

Ogni cellula si guarisce da sola

Il corpo è abitato da circa cento quadrilioni di cellule brulicanti di vita e in grado di compiere scambi complessi. Ogni ora nascono, crescono, lavorano e muoiono innumerevoli cellule.

Ma una cellula è invisibile a occhio nudo: ingrandendola mille volte diventerà grande come un pisello. È un mondo sorprendente per chi non lo conosce, ma è qui che si esprime la vita. Ogni cellula partecipa alla sopravvivenza del nostro corpo. Quando diciamo, per esempio, che il fegato secerne la bile, ciò che accade è che le cellule del fegato secernono ognuna una gocciolina di bile per fornirne la quantità sufficiente alla digestione.

Quando si dice che il corpo si guarisce da solo parliamo della capacità di ogni cellula di auto-ripararsi se viene danneggiata da agenti tossici, calore, radiazioni o altri fattori traumatici.

Per auto-ripararsi la cellula si nutre delle proprie parti danneggiate, digerendole.
Dopodiché, si ricostruisce con materiali nuovi e sani.

Come spiega il biologo Christian de Duve:

«Col passare degli anni, le cellule hanno distrutto e ricostruito centinaia, se non migliaia di volte, la maggior parte delle proprie molecole costitutive. […] Assomigliano a quelle case antiche che conservano esattamente lo stesso aspetto di quando furono costruite, ma che, a causa dei numerosi restauri, non hanno più alcun vetro, tegola, mattone o solaio originale. Tuttavia, se per una casa questo processo richiede secoli, per una cellula vivente è solo questione di giorni».

Le cellule delle ossa si rigenerano ogni tre mesi; la pelle si rinnova ogni mese. Le cellule del nostro tubo digerente vengono sostituite ogni settimana. All’epoca delle chirurgie sperimentali, quando si sono sezionati i 7/8 del fegato, si è visto che può rigenerarsi completamente.

Le cellule del cervello sono presenti dalla nascita, ma la maggior parte dei loro costituenti ha meno di un mese. Anche i geni si rigenerano scambiando un pezzo usato con un altro nuovo.

Le nostre cellule sono sempre attive: si adattano, si riparano e si riproducono.

Se una cellula è troppo danneggiata secerne nel suo spazio interno degli enzimi autodistruttori. I suoi residui sono raccolti da cellule itineranti, chiamate macrofagi, che li eliminano digerendoli. La cellula scomparsa è sostituita da una cellula figlia, prodotta da altre cellule. In alcuni tessuti, per esempio nel sistema nervoso, le cellule non si riproducono; tocca quindi alle cellule limitrofe fare il loro lavoro.

Quando si digiuna, ogni cellula accelera l’autolisi per nutrirsi: si rigenera eliminando le strutture usurate. In breve, ringiovanisce.

L’organismo organizza la propria guarigione

La guarigione avviene prima al livello di ogni cellula, poi a quello del corpo in generale.

Le cellule vivono in gruppo: il corpo è una società di cellule che coordinano la loro attività con il solo scopo di formare un organismo sano.

Il principio fondamentale che regola la nostra comunità cellulare è l’altruismo completo e disinteressato. Ogni cellula esiste solo per servire l’insieme. Essa si riproduce se il corpo lo comanda, crea dei composti secondo i bisogni del momento e coordina il suo lavoro con quello delle altre cellule.

La perfetta cooperazione tra esse è fondamentale: aiutandosi a vicenda riescono a mantenere un ambiente ideale nel quale possono sopravvivere.

IL CORPO, UN AMBIENTE IN EQUILIBRIO

All’interno del corpo, le cellule nuotano in un ambiente liquido. Da esso ricavano nutrienti e tutte le sostanze di cui hanno bisogno per sopravvivere.

Ciò che mantiene l’ambiente nutritivo ricco ed equilibrato è l’omeostasi, cioè il mantenimento dei parametri biologici a livelli costanti. Nonostante i cambiamenti nell’alimentazione, il nostro ambiente interno si mantiene favorevole: le concentrazioni sanguigne dei minerali, delle vitamine, dei grassi e degli zuccheri rimangono sostanzialmente le stesse.

Diverse ghiandole, l’ipofisi, il sistema nervoso, il fegato e i reni partecipano all’omeostasi. Questo equilibrio si mantiene durante il digiuno: l’omeostasi è alla base anche del nostro potere di autoguarigione, perché esprime la tendenza dell’organismo a riaggiustarsi continuamente per assicurare l’equilibrio permanente del nostro corpo.

IL CORPO SI DIFENDE

Un esercito di cellule difende il nostro corpo contro virus, polveri, prodotti chimici e batteri. Queste cellule specializzate viaggiano nel sangue ed eliminano i patogeni utilizzando diverse tecniche. Alcune, chiamate macrofagi, hanno lunghi tentacoli con cui catturano e inghiottiscono fino a cento nemici prima di saziarsi. Altre si specializzano nella caccia ai virus: sono i linfociti B, che fabbricano gli anticorpi. Altre ancora individuano le cellule cancerogene o quelle estranee degli organi trapiantati. Sono i linfociti T, che custodiscono la memoria immunitaria: quando l’organismo ha già combattuto un virus se ne ricorda per sempre.

Il fegato possiede un esercito a parte: le cellule di Kupffer. I polmoni, invece, sono dotati di cellule spazzine per pulire gli alveoli. Quanto al cervello, le cellule gliali ne assicurano il mantenimento e la difesa. Cellule difensive si trovano nella parete del canale digerente e altre sono raggruppate in piccole sacche, i gangli linfatici, posti accanto a tutti gli orifizi del corpo.

Certe modalità difensive sono così evidenti che tendiamo a sottovalutarle: il potere battericida delle lacrime, della saliva, del liquido vaginale; la secrezione di scorie attraverso i pori della pelle; la capacità delle ciglia, delle narici e della trachea di trattenere le polveri; il cerume; il trasporto dell’anidride carbonica da parte dei globuli rossi e la sua espulsione attraverso i polmoni; la secrezione di interferone per frenare lo sviluppo di cellule cancerogene; il filtraggio continuo del sangue attraverso i reni; la secrezione delle scorie sanguigne con le mestruazioni; la febbre per favorire la moltiplicazione delle cellule difensive.

Grazie all’omeostasi, il corpo mantiene in equilibrio tutte le sue costanti sanguigne; grazie al suo sistema difensivo, pulisce tutte le vene e i tessuti.

Il nostro corpo possiede i mezzi per guarirsi e difendersi.

Digiunando in un clima di riposo e serenità possiamo risvegliarli.

IL DIGIUNO: UN RIPOSO FISIOLOGICO

Il digiuno è un’avventura affascinante.

Non perché sia avventuroso, ma perché scoprire che il corpo può sopravvivere senza mangiare è una sorpresa per noi mangiatori.

Il digiunatore scopre con meraviglia che tutte le funzioni dell’organismo si svolgono parallelamente a un’intensa attività di disintossicazione e rigenerazione. L’organismo si organizza da solo, è sufficiente smettere di mangiare. Coloro che tentano questa esperienza si stupiscono anche della sua facilità e digiunano con entusiasmo.

Cosa si fa durante il digiuno?

Il digiuno è un riposo fisiologico completo: si ozia senza sensi di colpa.

Ma è possibile lavorare durante il digiuno?
Si può fare una partita di tennis?

In alcune case di digiuno le persone svolgono attività fisica, fanno shopping, passeggiano e vanno in ufficio. Tuttavia, si consiglia di usare gomme da masticare e di raddoppiare l’uso di deodoranti per contrastare i forti odori dell’organismo in disintossicazione accelerata. Inoltre, i riflessi, e quindi la capacità di guidare, potrebbero essere inibiti. È normale sentirsi più lenti durante un digiuno.

Queste cliniche esaltano il fatto che l’essere umano può vivere normalmente senza nutrirsi, evitando tuttavia gli stress massacranti del lavoro che sposserebbero anche una persona perfettamente nutrita.

Un uomo sano è in grado di digiunare svolgendo le proprie attività quotidiane per qualche giorno, ma il digiuno attivo non è terapeutico. Per disintossicarsi il corpo ha bisogno di energia. Il lavoro muscolare moltiplica da dieci a venti volte la spesa energetica rispetto all’organismo a riposo. È un costo troppo oneroso per un organismo a digiuno.

L’afflusso di sangue nell’organismo non può essere ai livelli massimi in tutti gli organi contemporaneamente; quando un organo al lavoro riceve una quantità supplementare di sangue, un altro ne riceve una quantità inferiore. Un organo in autolisi ha bisogno di un grande apporto di energia, e la circolazione sanguigna vi aumenta causando una sensazione di congestione nell’organo in questione. Se quella persona decide di correre, la circolazione sanguigna è immediatamente canalizzata verso i muscoli delle gambe e a quel punto, l’autolisi cessa completamente.

In periodo di digiuno, è dunque nettamente preferibile stare a letto e dormire il più possibile. In mancanza di sonno, si sta distesi e ci si perde in fantasticherie. Mentre si riposa il corpo si trasforma, si rinnova. Normalmente queste attività di rigenerazione si svolgono di notte, quando il corpo è inattivo. Ogni notte di sonno il corpo si disintossica e si riequilibra. Tali attività non avvengono se si passa la notte in piedi. E nemmeno se si digiuna in piedi.

Il digiuno a riposo è quindi doppiamente benefico:

l’organismo distrugge le strutture usurate per sostenersi,
mentre il riposo incrementa la sua riparazione.

Il digiuno diventa terapeutico e i motivi per praticarlo si decuplicano.

Digiunare in modo rilassato non è pertanto un sacrificio, ma un atto di salute e di sopravvivenza. Il digiuno non è una punizione o un atto di fanatismo, e nemmeno è paragonabile all’anoressia, che è un problema comportamentale.

L’anoressico si priva di cibo perché rifiuta di vivere,

chi digiuna, invece, vuole vivere meglio.

Infine, c’è una netta demarcazione tra il digiuno e l’inedia. Le carenze e la denutrizione che caratterizzano l’inedia minacciano le funzioni vitali. Il digiunatore, invece, non soffre di carenze: si nutre ventiquattro ore su ventiquattro, usando le sue riserve. Tutti i processi fisiologici dell’organismo si svolgono normalmente.

Sottolineiamo, per concludere, che quando il digiuno si svolge a riposo, le spese caloriche sono minime riducendo i rischi di esaurimento delle riserve energetiche.

Come digiunare

Un digiuno purificatore va svolto senza agenti inquinanti: bando dunque a tabacco, droghe e farmaci: si digiuna in un ambiente aerato e si sta tranquilli e al caldo. Largo quindi alle stanze soleggiate, ai materassi comodi e agli ambienti rilassanti.

Anche l’inquinamento sonoro e visivo va evitato: è paradossale digiunare davanti a una tv che manda in onda continuamente pubblicità di birre e abbuffate. Lo stress è un’altra forma di inquinamento: è meglio ricreare un clima di incoraggiamento e calma per avere lo spirito e lo stomaco tranquilli. Per esempio, è controindicato digiunare a casa dove i parenti cucinano bersagliandoci con odori deliziosi: questo è inquinamento dell’olfatto.

Ma il problema dei digiuni domestici è spesso psicologico: parenti mal informati discutono all’infinito con il digiunatore che deve continuamente giustificarsi. Questa tensione non aiuta la disintossicazione.

Si digiuna più serenamente lontano dal quotidiano: la distanza psicologica aiuta a staccarsi dalle abitudini nocive e a guardare se stessi in modo nuovo.

Recarsi in una casa di digiuno presenta quindi notevoli vantaggi: tutto è studiato per il benessere del digiunatore e il clima di incoraggiamento che lega i digiunatori è prezioso. Inoltre, si viene supervisionati da esperti che monitorano la situazione.

Tuttavia, il digiuno rimane un atto autonomo: il corpo si purifica e si rigenera da solo e chi sa come digiunare può farlo autonomamente. Ricordiamo però che il primo digiuno dev’essere fatto sotto controllo professionale, affinché il partecipante comprenda bene il procedimento evitando di commettere errori.


Indice

Prefazione
Introduzione

Capitolo 1 – Una pratica millenaria

«L’epidemia di malattie da pancia piena» - Il digiuno: da Pitagora a Gandhi - I precursori del digiuno terapeutico - Il digiuno moderno

Capitolo 2 – Una cura di ringiovanimento

Il corpo si ricicla - Il corpo si guarisce da solo - Il corpo, un ambiente in equilibrio - Il corpo si difende  - Il digiuno: un riposo fisiologico

Capitolo 3 – Una soluzione alla tossiemia

Il nemico numero uno: il nostro stile di vita - Le cause della tossiemia - I danni fisiologici provocati dalle tossine - La tossiemia aumenta - I segni di tossiemia

Capitolo 4 – Una pratica terapeutica

Una terapia naturale  - Un riposo completo del sistema digestivo  - Il dimagrimento e la correzione della ritenzione idrica nei tessuti - L'autolisi delle scorie - Il ringiovanimento fisiologico  - L'innalzamento terapeutico del tasso di zinco nel sangue - Il rafforzamento delle difese immunitarie - La reidratazione cellulare - Un apporto nutritivo adatto ai bisogni dell'organismo  - La prevenzione attiva del cancro  - Gli effetti fisiologici del digiuno

Capitolo 5 – Le reazioni di autolisi

Manifestazioni dell'autolisi - Alcuni esempi di autolisi - L'autolisi è più forte di notte - L'intensità dell'autolisi - I tipi di reazione - Il disturbo: un indice prezioso del nostro stato

Capitolo 6 – I digiuni si succedono, ma non si assomigliano

A ciascuno le sue ragioni... e le sue reazioni  - Da un digiuno all'altro

Capitolo 7 – Diversi tipi di digiuno

Il digiuno preventivo - Il digiuno terapeutico - Il digiuno settimanale, stagionale o annuale - La dieta a base di frutta - Il momento giusto - I preparativi al digiuno

Capitolo 8 – La fisiologia del digiuno

Digiuno e perdita di peso - Digiuno ed energia - Digiuno e proteine - Digiuno e muscolatura - Digiuno e morbidezza della pelle - Digiuno e cervello - Il digiuno e il complesso cuore-polmoni - Digiuno e fame - Digiuno, vitamine e minerali - Digiuno e oligo-elementi - Digiuno e farmaci - Digiuno e sessualità - Digiuno e stress - Digiuno e morte - Digiuno e riciclo - Digiuno e magrezza - Digiuno e malattie virali - Digiuno ed età

Capitolo 9 – Gli stati psicologici del digiunatore

Cambiamenti e sconvolgimenti - La struttura della personalità - Trasformare l'io rigido - Sentirsi più a proprio agio

Capitolo 10 – La rialimentazione

Un recupero graduale

Capitolo 11 – Dopo il digiuno

Per restare disintossicati - Un’alimentazione sana - La riabilitazione dei vegetali - Il regime ideale - A proposito di quantità… - Le combinazioni alimentari - Alcuni esempi di menu - I condimenti - La moderazione ha un sapore migliore - Riposarsi sufficientemente tutte le notti - Scegliere esercizi fisici stimolanti e non violenti - Evitare il sovraffaticamento - Astenersi da: stimolanti, tabacco, droghe, alcol e medicine - Adottare uno stile di vita appagante

Capitolo 12 – Il digiuno dei tempi moderni

Digiunare al giorno d'oggi - Il digiuno: una medicina? - Le virtù del riposo

Capitolo 13 – E domani?

Contro il digiuno
Un corpo da disinquinare

Bibliografia
Indice analitico


Nicole Boudreau
La Terapia del Digiuno - Libro >> http://goo.gl/FbDMth
Uno straordinario rimedio naturale per disintossicarsi e ringiovanire
Editore: Macro Edizioni
Data pubblicazione: Settembre 2014
Formato: Libro - Pag 192 - 11x17 cm



lunedì 27 ottobre 2014

Risolvere le Cinque Ferite

Risolvere le Cinque Ferite

Trasformarle in vantaggi per vivere meglio

di Maria Rosa Fimmanò



Tutti noi siamo stati feriti almeno una volta.

Abbandono, Ingiustizia, Rifiuto, Tradimento, Umiliazione sono ferite che possono segnare la vita, impedendoti di realizzarti e di raggiungere la gioia. Oppure puoi scegliere di liberartene, trasformandole in risorse, in veri e propri punti di forza.

Scopri come con questo libro, scritto da Maria Rosa Fimmanò che ha messo a punto un metodo pratico, unico, colladuato e infallibile, dopo anni di studio e di pratica. L'Autrice attinge alla sua formazione nel campo scientifico e al talento di insegnante per guidare il lettore attraverso un originale percorso di scoperta.

Passo passo, con arguzia e ironia, Maria Rosa Fimmanò porta il lettore a scoprire il grande e affascinante romanzo che è la Vita. Una tematica articolata, presentata con stile piacevole e accessibile, ricco di esempi presi dalla vita di tutti i giorni.

Il metodo proposto è tanto semplice quanto immediatamente efficace, spiegato passo a passo, una ricetta di sicuro effetto. Il testo è corredato da un’ampia serie di esercizi semplicissimi che permettono di superare con facilità le Cinque Ferite, regalando un’esistenza migliore.

Un libro da usare anche come originale e istruttivo gioco di società. Da leggere e mettere in pratica assolutamente.


Risolvere le Cinque Ferite - Anteprima LIBRO - La gioia di ritrovare sé stessi

I cinque parametri che chiamiamo cinque Ferite hanno in sé delle risorse preziose che una volta comprese e utilizzate possono migliorare la nostra vita e quella di chi ci sta intorno.

La trasformazione delle Ferite in vantaggi non richiede uno sforzo fisico o mentale.

Siamo spesso alla ricerca di qualcosa che possa migliorare la nostra vita e di conseguenza quella dei nostri cari. Cerchiamo il modo di cambiare ciò che non desideriamo, che si tratti di vita lavorativa o aspetti personali.

Nella speranza di trovare la soluzione giusta, andiamo per tentativi provando di tutto, a volte con grande dispendio di energie, di denaro o di tempo, senza avere le idee chiare su che cosa otterremo o quali siano le reali possibilità che una certa soluzione vada bene per noi. Un metodo che ha avuto successo per altri potrebbe non essere adatto a noi e non portare i risultati che speriamo.

La ricerca a volte è così infruttuosa che corriamo il rischio di scoraggiarci e pensare che i nostri problemi non possano trovare una soluzione.

La proposta di questo volume è semplice e immediata.

Non richiede investimenti di tempo, né di denaro, né di energia.
Non richiede sforzo per essere applicata.

Quali risultati arriveranno e quanto velocemente dipende dalla propria storia personale, dalle proprie vicende e dalla situazione in cui ci si trova.

La lettura di questo libro e in particolare della sua parte pratica vi potranno dare dei benefici comunque, indipendentemente dalla situazione di partenza: dovrete solo riconoscerli. A volte potrebbe sembrare di non osservare miglioramenti, allora bisogna allenarsi a cercarli in direzioni diverse, a cui non avevamo prestato attenzione prima. Sta a noi riconoscerli per quantificarli e possiamo farlo se diventiamo abili osservatori di noi stessi, degli altri e di ciò che ci circonda.

Se nonostante l'osservazione non riconoscessimo dei miglioramenti, allora probabilmente li osserveremo più in là nel tempo. Ci accorgeremo, forse addirittura dopo mesi, che i miglioramenti c'erano stati anche se non li avevamo notati.


Dicono del Libro

Questo curioso e intelligente manuale di Maria Rosa Fimmanò introduce un metodo pratico e soprattutto unico per affrontare e risolvere le cosiddette Cinque Ferite.

Patrizia Sanvitale
giornalista e scrittrice

Se il segreto delle cinque Ferite è semplice, cioè trasformarle in risorse che diventino punti di forza, il lavoro di ricerca che lo svela è rigoroso e collaudato, una novità nel campo, frutto di anni di studio e di pratica.  Un manuale pratico per il viaggiatore alla ricerca del proprio percorso di vita.

Paola Amico
astronoma e ricercatrice


Indice

CAPITOLO 1 - Un mondo da scoprire

CAPITOLO 2 - Riconoscere le cinque ferite

Al ristorante - Lo shopping - Al supermercato - Il lavoro - In azienda - Lo studio - I guadagni - Il curriculum - La forma fisica - Lo sport - In vacanza - L’umore - In treno - In viaggio - Alla guida

CAPITOLO 3 - Le cinque Ferite come risorse

La gioia di ritrovare se stessi - Le cinque Ferite come risorse - Il diario personale dei miglioramenti

CAPITOLO 4 - Uno sguardo alle cinque Ferite

Ingiustizia - Abbandono - Rifiuto - Tradimento - Umiliazione

CAPITOLO 5 - Risolvere le cinque Ferite

Ottenere risultati - Rilassarsi facilmente - Acquisti - Aumentare la serenità - Fare scelte - Stati d’animo - Parlare e ascoltare - Auto-sostegno - Nutrirsi in compagnia - Guadagnare energia - Gestire il tempo - Il piacere della calma - Benessere fisico - Trovare soluzioni - Esprimere i talenti

CAPITOLO 6 - Trasformare le cinque ferite

Appendici

A - Le cinque Ferite e i cinque elementi
B - Tabelle dei miglioramenti


Maria Rosa Fimmanò
Risolvere le Cinque Ferite - Libro >> http://goo.gl/DTqi9K
Trasformarle in vantaggi per vivere meglio
Editore: Mental Fitness Publishing
Data pubblicazione: Ottobre 2014
Formato: Libro - Pag 130 - 15,5x21 cm



venerdì 24 ottobre 2014

La coerenza del cuore

La coerenza del cuore: intervista a Gregg Braden

Possiamo connetterci agli altri, al campo della Terra e modificare gli eventi? Gregg Braden ci racconta la potenza della coerenza del cuore

di La redazione S&C - 22/10/2014



La coerenza del cuore: intervista a Gregg Braden

Possiamo aspettare che accadano catastrofi, oppure possiamo scegliere oggi il domani che desideriamo vivere. Il momento storico in cui ci troviamo – un ciclo sta per finire e uno nuovo ciclo di affaccia all’orizzonte – è profondamente propizio: un tempo di transizione in cui cadono gli schemi, sfumano le credenze e si affaccia il nuovo, potenzialmente molto positivo se sapremo rispondergli con la coerenza del nostro cuore.
Il nostro colloquio con Gregg Braden – che abbiamo incontrato lo scorso 13 ottobre 2010 a Brescia, in occasione dell’unica data italiana del suo tour Fractal Time (la prima parte dell’intervista è apparsa su Scienza e Conoscenza 34, ottobre/dicembre 2010) – prosegue con la sua visione del mondo che verrà: un mondo migliore in cui saremo migliori.

Cosa accade quando le emozioni e i sentimenti creano nel nostro corpo un campo coerente? Possiamo connetterci agli altri, al campo della Terra e modificare gli eventi?

Una delle domande che più ci tormentano riguarda il modo in cui viviamo questo tempo, se abbiamo alcun potere di influenzare i cambiamenti delle nostre vite o se disponiamo di alcun potere come essere umani. La nuova scienza ci dimostra, al di là di ogni ragionevole dubbio, che siamo tutti collegati, che tutta la vita è connessa in modi che la scienza, oggi, sta ancora solo tentando di comprendere.

Il campo magnetico della Terra collega e sostiene ogni forma di vita sul pianeta – dalla vita di un filo d’erba, di un pesce, un cane o un gatto, a quella di un CEO di qualsiasi grande azienda, del leader di tutte le nazioni: siamo tutti collegati attraverso il campo magnetico della Terra, non esiste un “noi” e un “loro” quando si parla di questo campo. Nell’emisfero settentrionale ci sono due satelliti che ogni trenta minuti inviano agli scienziati una lettura dell’intensità del campo magnetico terrestre. L’11 settembre 2001 è accaduto qualcosa di straordinario, perché questi campi magnetici – che solitamente aumentano e diminuiscono ogni due ore –improvvisamente hanno avuto un grande balzo alle ore 9:00, 15 minuti dopo che il primo aereo ha colpito la prima torre del World Trade Centre. Gli scienziati dicono ci sono voluti 15 minuti prima che i media globali riuscissero a trasmettere le immagini al mondo e ci sono voluti 15 minuti perché milioni di persone vedessero tali immagini e rispondessero a esse con una profonda emozione (o stato emotivo). Secondo gli scienziati tali emozioni – provate collettivamente da milioni di persone contemporaneamente – sono state così potenti da influenzare i campi magnetici della Terra. Questo avvenimento ha sorpreso molto gli scienziati, i quali affermano che non siamo tutti collegati alla Terra e che questa teoria sia una credenza, una vecchia credenza del passato.
Ma la nuova scienza sta dimostrando che il cuore umano, in cui si originano le nostre emozioni, produce un campo magnetico molto potente, 5.000 volte più potente del campo magnetico del cervello. Ciò significa che quando proviamo una forte emozione, il nostro cuore crea un potente campo magnetico. E ciò che hanno osservato gli scienziati è che quando milioni di persone provano un sentimento emotivo nello stesso istante, questo è talmente potente da poter influenzare il campo magnetico che collega ogni forma di vita sulla Terra.

Dunque la domanda è: possiamo creare questa esperienza senza che si verifichi la tragedia? Possiamo scegliere di riconciliarci e di provare amore, comprensione e gratitudine, forti emozioni positive senza che si verifichi la tragedia dell’11 settembre?

Quello che gli scienziati hanno notato è che quando creiamo un’esperienza di amore, di gratitudine o di comprensione nel nostro cuore, questa invia un segnale al nostro cervello e quando questo segnale viene ricevuto dal cervello genera quella che viene chiamata coerenza (coerenza cuore-cervello). La coerenza è stata effettivamente misurata scientificamente come un segnale elettrico molto basso, pari a 0,10 Hz, o 0,10 cicli al secondo. Dunque quando proviamo un sentimento che crea il valore di 0,10 Hz, si dice che “siamo in coerenza” e adesso sappiamo che la nostra coerenza personale è anche parte della coerenza collettiva del pianeta. Ed ecco perché si tratta di una cosa positiva: in presenza della coerenza, diventiamo più buoni e meno aggressivi. Nello stato di coerenza, siamo più disposti a risolvere i nostri problemi discutendone, senza guerre. Nello stato di coerenza la nostra forza di carattere, la nostra risolutezza, è molto forte, riusciamo a pensare meglio, a risolvere i nostri problemi. La coerenza è un fattore molto positivo, sia a livello personale che globale. Se siamo in grado di creare nelle nostre vite personali questa coerenza di comprensione, gratitudine e amore, allora creiamo la pace e la guarigione di tutto il mondo. Ed è questo il grande mistero delle profezie e delle predizioni dei nostri antenati: essi non erano in grado di predire i risultati del nostro momento storico perché non potevano sapere se avremmo trovato il modo di creare questa coerenza nei nostri cuori. È questa la nostra grande sfida oggi, in presenza dei vasti cambiamenti e della profonda crisi che viviamo nel mondo. Siamo in grado di riunirci come una famiglia e di creare quella coerenza necessaria a unirci e trascendere, per diventare migliori rispetto alla crisi del nostro tempo? Tu e io, possiamo – scegliendo come rispondere a questa domanda – scegliere il modo in cui vivere le nostre vite oggi. Le nostre scelte individuali diventano la nostra risposta collettiva a questo momento storico.

Che cosa pensi della scienza e della tecnologia del XXI secolo?

La scienza è un nuovo linguaggio nato circa trecento anni fa. Un linguaggio per descrivere la natura e la nostra relazione con il mondo. Agli albori della scienza, gli scienziati credevano che tutte le forze che non potevano essere viste o misurate, non esistevano. Essi hanno escluse molte delle teorie che potevano aiutarci a comprendere i nostri rapporti con il mondo e ora stanno tentando di riscoprire e di rintracciare questi rapporti. La fisica quantistica ha fatto numerosi progressi in questo senso. La fisica quantistica ci dice che tutte le cose sono collegate tramite un campo di energia, una matrice vivente che stiamo appena iniziando a comprendere. La fisica quantistica ci dice che ogni essere umano è nato parlando il linguaggio del cuore che comunica con tale campo. La fisica quantistica ci dice che quanto riusciamo a provare il giusto tipo di emozioni nel nostro cuore, possiamo influenza la realtà fisica dei nostri corpi e del nostro mondo. E sia la fisica quantistica che gli scienziati concordano su questi principi.

La domanda è: qual è il grado di influenza che abbiamo sui nostri corpi e a che livello siamo in grado di influenzare il mondo? La risposta a questa domanda è diversa per da individuo a individuo ed è determinata dalla nostra concentrazione. E la scienza del XXI secolo riflette questi principi. Esiste un rapporto molto affascinante tra tutte le discipline scientifiche: dobbiamo immaginare una piramide alla base della quale ci sono i principi matematici – perché tutte le discipline scientifiche utilizzano la matematica per spiegare il proprio funzionamento – e sopra la matematica c’è la fisica, e sopra la fisica c’è la chimica, e sopra questa la biologia e sopra ancora le scienze umane della psicologia, per esempio. Quindi, se tutte le discipline scientifiche si basano sulla matematica, quando cambiano i principi matematici, devono cambiare anche tutte le altre discipline scientifiche in modo da riflettere tale cambiamento. E ciò è quello che è accaduto. La matematica è cambiata; la fisica è cambiata, e adesso c’è la fisica quantistica; la chimica è cambiata e adesso abbiamo la chimica quantistica. La biologia non è cambiata, la psicologia non è cambiata: questo è il conflitto al quale assistiamo oggi, quello tra il vecchio modello di conoscenza e il nuovo, tra il vecchio modello di cura in medicina e quello al quale stiamo assistendo oggi. Credo che ciò che la scienza e la tecnologia rifletteranno sarà questo cambiamento dei principi matematici e fisici, e per farlo, dovranno unificarsi. E credo che quando questo avverrà, ci troveremo a vivere in un mondo molto diverso. Un mondo che ci vedrà reintegrati nell’equazione della vita e della natura – dalla quale la scienza ci ha escluso trecento anni fa – nel quale saremo parte della soluzione, parte della nostra guarigione, parte della pace nelle nostre famiglie, della pace nelle nostre comunità, della pace tra le nazioni.

Da un punto di vista termodinamico, il tempo sembra costretto ad avere una direzione precisa, individuata dal necessario aumento di entropia dell’universo. Come si può conciliare la natura ciclica e frattale del tempo, con la percezione che noi abbiamo della linearità del tempo? Perché il problema del tempo è ancora irrisolto per la scienza?

È una domanda molto complicata e molto interessante. Uno dei problemi più interessanti della fisica, oggi, è il problema del tempo. E la domanda che si pone è se il tempo sia reale, se il tempo esista. Quello che hanno scoperto i fisici è che, ai livelli più bassi della realtà fisica, il tempo non esiste: vi è un valore chiamato costante di Plank e ogni misurazione del tempo al di sotto di tale costante è insignificante. Ai livelli più basici della nostra esperienza fisica, il tempo non esiste. Dunque la domanda che la fisica si è posta è questa: se il tempo non è necessario alla base della nostra realtà fisica, è necessario nelle nostre equazioni? I fisici si sono sempre scontrati con quello che viene chiamato il “problema del tempo”. E il tempo sembra seguire un’unica direzione, ovvero dal presente al futuro, benché non esitano principi matematici che impediscano al tempo di andare verso il passato. Tutti i principi matematici consentono l’inversione del tempo, consentono il viaggio nel tempo, semplicemente non esistono esperienze che possiamo documentarlo nella nostra realtà fisica. Per esempio, si pensi a un uovo di gallina: se prendiamo un uovo e lo facciamo cadere sul pavimento, l’uovo si rompe, ma non esistono principi matematici che dimostrino che tale uovo debba rimare rotto. Secondo la matematica, il tempo può essere invertito e l’uovo può ricomporsi e tornare intero. Ma sappiamo che non è così nella realtà fisica. Questa è chiamata la marcia in avanti del tempo, o linearità del tempo.

Dal mio punto di vista, il problema è la nostra visione limitata del tempo. I nostri antenati e le nostre tradizioni indigene avevano una visione ciclica del tempo. La visione lineare è una visione ristretta, incompleta, di un periodo di tempo circoscritto , ma se facciamo un passo indietro e adottiamo una visione più ampia, se osserviamo i principi matematici della natura, le prove fisiche della vita, le prove fisiche della storia, scopriamo che il tempo sembra essere ciclico e che i fenomeni lineari che osserviamo altro non sono che piccoli parti di un ciclo, ma non rappresentano tutto il ciclo. Credo che il prossimo grande evento nella fisica e nella nostra comprensione della storia, nella nostra relazione con il mondo, sarà quando noi – e quando dico “noi” intendo il moderno mondo industrializzato e tecnologico – adotteremo una visione ciclica del tempo.

Secondo la recente teoria cosmologica “top-down-cosmology” (Hawking-Hertog) l’universo non ha un passato univoco, e nel presente “sceglie” la propria storia da una sovrapposizione di infinite storie possibili. Sembra un’ipotesi interessante. Cosa ne pensi? Si accorda con la tua visione del tempo? Possiamo cambiare il nostro passato?

La domanda è se siamo in grado di cambiare il nostro passato, e secondo la mia prospettiva, quello che sento è che non solo possiamo cambiare il nostro passato, ma noi cambiamo il nostro passato. Come abbiamo menzionato prima, nella fisica e nella matematica odierna non esistono leggi che dimostrano che il tempo debba o possa muoversi solo in avanti. Secondo i principi della matematica, il tempo può muoversi anche in senso inverso. Noi possiamo non essere consapevoli di tale esperienza, ma qui entra in gioco la coscienza umana: la nostra coscienza/consapevolezza attuale non è in grado di interagire con il passato, ma ad altri livelli di consapevolezza è possibile che questo accada ed è stato scientificamente dimostrato. Ad esempio: John Wheeler, della Princeton University, ha fatto uno straordinario esperimento chiamato “Quantum Eraser” (Annullatore quantistico) nel quale è stato in grado di modificare il modo in cui un atomo si comporta nel presente, e, facendo questo, di cambiare anche ciò che succedeva nel passato prima che accadesse nel presente. È un esperimento molto affascinante, molto complesso, ma si è trattata della prima volta, che io sappia, che gli scienziati sono stati in grado di eseguire un esperimento in condizioni di laboratorio con il quale sono riusciti a cambiare qualcosa nel presente, che cambiasse anche ciò che accadeva nel passato. Hanno lavorato con particelle quantiche, riuscendo a cambiare il loro comportamento in quel dato momento e, attraverso tale cambiamento, hanno modificato il comportamento di tali particelle prima che raggiungessero tale momento. Noi siamo fatti di queste particelle quantiche e se è possibile modificare il comportamento di tali particelle quantiche nel passato, allora dovrebbe essere anche possibile (la scienza non ha dimostrato il contrario) modificare i nostri rapporti con il passato.

Qual è il tuo personale senso del tempo? Come guarda al presente al passato e al futuro Gregg Braden?

Quando si parla di cicli di tempo, sia che si tratti di cicli che durano migliaia di anni o che si tratti di cicli che durano pochi secondi, i principi che li regolano sono gli stessi. Al termine di un ciclo e prima che inizi il ciclo successivo, c’è uno spazio in cui un esiste nessun ciclo, e questo spazio è il presente. È lo spazio tra l’inalazione e l’esalazione del respiro, tra il sorgere del sole all’alba e il suo tramontare la sera, tra il giorno e la notte. In questo spazio c’è il presente e nel presente tutto è possibile, nel presente non esiste nient’altro. Ed è in questo posto e solo nel momento presente che possiamo rinnovare i nostri corpi e procedere, andare avanti con nuove scelte senza il giudizio del passato. Per me significa che non importa cosa sia successo nel passato, perché è passato appunto. Il momento è ora, nel presente, e mi offre l’opportunità di sospendere le mie credenze/opinioni, i miei giudizi su quello che è stato e di scegliere quello che mi piacerebbe vivere, di scegliere la mia guarigione/cura, di scegliere il mio successo, la pace, di avere buoni rapporti con i miei amici e con la mia famiglia e con i miei colleghi di lavoro. Tutto ciò comincia proprio adesso, indipendentemente da ciò che sia successo nel passato. Questo è ciò che penso a livello personale. E credo che se riusciremo a vivere così anche a livello collettivo, daremo spazio all’opportunità di ridefinire tutti i modelli spaventosi del nostro passato – noi tutti apparteniamo a una generazione di sofferenza, guerre e tempi molto difficili. Questa è la nostra storia, ma non deve essere il nostro futuro. Perché è adesso che dobbiamo scegliere. Secondo me, è questa l’opportunità che ci offre il presente: è il momento di creare il nuovo fondamento di ciò che verrà, la nuova base di un mondo nuovo, una nuova base per la mia vita.


Questo articolo è tratto dalla rivista:

Scienza e Conoscenza - N. 35 >> http://goo.gl/FhXQ6c
Disponibile in versione cartacea, pdf e abbonamenti.
Editore: Scienza e Conoscenza - Editore
Data pubblicazione: Gennaio 2011
Formato: Rivista - Pag 80 -



giovedì 23 ottobre 2014

Ricordando Masaru Emoto, pioniere della Memoria dell'acqua

Ricordando Masaru Emoto, pioniere della Memoria dell'acqua

Pace e acqua era il titolo dell'intervista che Scienza e Conoscenza aveva fatto, a suo tempo, a questo grande ricercatore e scienziato, da poco scomparso

di Vincent Gambino - 23/10/2014



Ricordando Masaru Emoto, pioniere della Memoria dell'acqua
"Affinché le nuove generazioni possano avere non solo pane e acqua, ma Pace e Acqua".
 
Sempai Emoto mi è apparso essere un'anima semplice ed aperta, anche se nascosta da un'apparente impassibilità Zen, tutta giapponese. Ho avuto la fortuna di sedergli accanto per pranzo (dove ho scoperto che oltre ad essere esperto di acqua è anche un grande estimatore del vino!) e di parlare con lui della sua vita e delle sue esperienze. E’ apparso molto soddisfatto dell’accoglienza da parte del mondo del messaggio che porta col suo lavoro e per questo si sente fiducioso per il futuro. Uno dei progetti che ha più a cuore infatti è quello di stampare diversi milioni di copie di libri per bambini sul tema dell'acqua (e della pace) da distribuire gratuitamente in tutto il mondo. Così che le nuove generazioni possano avere la possibilità di un approccio differente all'acqua e alla vita e siano in grado di dar corpo e vita a quei cambiamenti sperati che le generazioni passate non sono state in grado di realizzare.
Il nostro incontro è terminato con una benedizione alle acque di una fonte delle montagne venete e con l'intervista che segue.


S&C: Dott. Emoto la ringrazio per questa intervista e le do il "bentornato" in Italia. Vorrei iniziare chiedendole che cosa l'ha spinta ad iniziare il suo studio sulle acque.
M.E.: Inizialmente ho cominciato ad occuparmi di acqua per lavoro, avevo una piccola compagnia commerciale che trattava acqua.
Ma dopo poco sono rimasto “stregato” dall'acqua, dal suo fascino e dalle sue caratteristiche; così ho cambiato la mia impostazione ed anziché proseguire con l'attività commerciale ho deciso che l'acqua sarebbe stato il tema dei miei studi e della mia vita.

Si è mai interessato agli studi di altri ricercatori a riguardo? Qualcuno è stato fonte d'ispirazione per lei?
No, non ho avuto nessun riferimento specifico nel campo scientifico, in quanto io non vengo da questo settore. Ho iniziato da solo.

Una cosa che si apprende dai suoi studi e che mi ha affascinato molto è come l'acqua abbia una forte "ricettività". E' corretto secondo lei dire che l'acqua ha una natura magnetica?
Sì, penso sia una giusta definizione. L'acqua è molto sensibile, impressionabile da ogni cosa e da tutti.

Ma l'acqua, a livello vibrazionale, ha una propria "impronta" o è semplicemente un veicolo che si carica di vibrazioni da altre fonti?
Io penso, noi pensiamo, che l'acqua sia il mezzo per eccellenza per trasmettere quella che noi chiamiamo Hado, ovvero la vibrazione.

Dai suoi studi si vede come l'acqua si cristallizzi in modo differente a seconda della fonte a cui viene esposta, ad esempio un brano musicale. Lei pensa che un brano musicale possa avere una sua natura oggettiva, ovvero che produca la stessa risposta vibratoria in chiunque l'ascolti, o che dipenda dallo stato di coscienza dell'ascoltatore o di chi fa, come in questo caso, l'esperimento di cristallizzazione?
E' una buona osservazione. Infatti abbiamo notato che la condizione dell'operatore che esegue la cristallizzazione influisce sul risultato dell'esperimento. Ad esempio la sinfonia numero 40 di Beethoven a me piace tantissimo mentre ad altri operatori può piacere meno. Quindi i cristalli non saranno mai identici, cambiano a seconda della risposta al brano da parte di chi fa l'esperimento.

Nel suo libro parla anche del potere delle parole. Ad esempio riferisce di come alcuni idiomi nascano da suoni onomatopeici, come accade con il giapponese. Shakespeare scrisse che la Rosa avrebbe avuto lo stesso colore e lo stesso profumo anche se noi le avessimo dato un nome differente. Le parole quindi hanno un valore oggettivo o dipende dall'intenzione con cui le pronunciamo? Grazie, per esempio, lo si può dire per convenienza, anche sentendo l'opposto nel cuore, non crede?
Si, credo infatti che l'acqua sia intelligente e capisca l'intenzione con cui si dicono le parole come "grazie" o "amore". E' per questo che noi scriviamo su dei fogli queste parole, per poter comunicare esattamente il messaggio che trasporta una parola all'acqua

Un'altra cosa che mi ha colpito dei suoi esperimenti è come l'acqua si cristallizzi in modo differente anche se esposta a fotografie. Non si potrebbe allora pensare che anche la pellicola fotografica, la carta su cui si stampano le foto, tutte queste cose possano caricarsi vibrazionalmente come l'acqua? Che differenza c'è allora tra l'acqua e queste cose? Qual'è la particolarità dell'acqua?
E' chiaro che esponendo l'acqua ad una fonte come una fotografia che, a differenza di una parola scritta, è più elaborata, questa riceva una gamma più vasta di informazione e di emozione. Per questo il cristallo che ne risulterà sarà più particolare e sicuramente più complesso

Personalmente ragionando su questa cosa ho pensato che tutto sia in realtà un'unica "cosa", un unico "spirito", che assume stati e forme differenti. Lei nel suo libro mette in relazione i 108 elementi chimici conosciuti con le 108 emozioni che prova l'uomo, secondo la dottrina buddista. Si può supporre che l'acqua sia l'elemento principe che mette tutti gli elementi in relazione gli uni con gli altri?
Io penso che l'acqua "rappresenti" tutti questi 108 elementi, di questo sono sicuro. E quindi penso anche che senza acqua non possa esserci niente, nessuna vita. Sì, l'acqua ha a che fare con tutti gli elementi esistenti, e li può "contenere" tutti.
Infatti credo, ad esempio, che anche un diamante “contenga” l'acqua.

Mi ha anticipato, infatti volevo proprio parlarle di questo. Conosciamo oggi il potere vibrazionale, o meglio radioattivo di alcuni elementi, come i minerali. Tradizionalmente si è sempre conosciuto il potere dei vari elementi, ad esempio delle pietre che possono portare un messaggio proprio, ma possono anche caricarsi di vibrazioni, come fa l'acqua. Lei cosa ne pensa? Possono esistere altri elementi che hanno caratteristiche simili a quelle dell'acqua?
Sì, credo proprio che le pietre, in special modo quelle che chiamiamo preziose, possano essere un ottimo elemento di trasmissione della Hado (vibrazione) ed anche dei sentimenti. Infatti l'acqua è molto influenzata dall'ambiente, dalle rocce in cui scorre. Penso che la differenza stia nel fatto che l'acqua, essendo un liquido possa essere molto più influenzabile, mentre le pietre come solidi siano più portatrici di un messaggio proprio, una propria Hado.

Una cosa interessante che lei cita nel suo libro è uno studio della Nasa riguardante l'origine dell'acqua sulla terra. Dott. Emoto, da dove proviene l'acqua secondo lei e questo che cosa ci dovrebbe far comprendere?
Si tratta, se ben ricordo, degli studi risalenti al 1998, del professor Franck dell'università dell'Iowa ed i suoi collaboratori. Una notte osservarono un gran numero di meteoriti neri che si dirigevano verso il pianeta. Il fatto li mise in allarme, poi si accorsero come questi si distruggevano a contatto con l'atmosfera. Scoprirono infatti che si trattava di grandi masse di ghiaccio. All'incirca 10 milioni di meteoriti, alcuni dei quali di oltre 100 tonnellate. Questo diede il via all’ipotesi che l'acqua provenga, in realtà, dallo spazio, vista la frequenza con cui questo fenomeno accade e calcolandolo su i quattro miliardi e mezzo di anni della terra. Questa stessa scoperta ed affermazioni sono state fatte anche dall'università delle Hawaii, ma ancora oggi l'ambiente scientifico stenta ad accettarlo. Per me è una scoperta grandiosa. Io concordo sul fatto che all'inizio, sul pianeta Terra non c'era acqua e che è arrivata dallo spazio. E' chiaro che non si vuole accettare questo nell'ambiente scientifico, se così fosse si dovrebbero ripensare il 95% delle scoperte e delle teorie precedenti, diventeremmo come gli odierni Galileo o Copernico!

Coi suoi studi ha mostrato quanto l'acqua sia sensibile a stimoli di natura sottile, come la consapevolezza umana. Infatti lei invita le persone a pregare e ringraziare l'acqua. Dott. Emoto, se la sente di darci una sua definizione di quell'”arcano” che è la consapevolezza umana?
E' molto semplice: non dobbiamo fare all'acqua quello che non vorremmo fosse fatto a noi. Tutto qui, è molto semplice.
Dobbiamo considerare l'acqua come parte di noi. Anche quando le facciamo fare compiti meno nobili, come quando andiamo al bagno. Dovremmo pensare "Mi dispiace farti fare questo ma è necessario". Dovremmo rispettare profondamente l'acqua.
(Emoto qui sembra voler evitare la domanda...)

In alcune tradizioni e nella floriterapia odierna, secondo le indicazioni di Edward Bach, si espongono i fiori di diverse piante immersi in acqua alla luce del sole o della luna per preparazioni curative. Secondo lei che differenza c'è tra il messaggio vibratorio che può trasmettere una pianta, il sole o la terra stessa e quello di un essere umano? Secondo lei anche il sole potrebbe avere una forma di coscienza che comunica all'acqua e da questa a noi?
Sono convinto che ogni cosa nel creato abbia una propria Hado e sicuramente una propria forma di emozione o sentimento. Certo, anche una pianta o una pietra. Pensiamo alle piante in particolare. Il polline delle piante ad esempio trasporta una certa Hado che può essere in risonanza con l’ansia tipica di alcune persone. Per questo quando entra in contatto con certi individui questa vibrazione innesca una reazione allergica.

Secondo lei è giusto allora rivalutare la concezione contemporanea di vita? Non è la vita una cosa molto più vasta di quello che noi oggi pensiamo?
Sicuramente, la vita è ovunque, nel mondo organico e non. Noi in Giappone abbiamo una Dea che si chiama Cannon, questa parola in ideogrammi significa "Vedere il Suono". Sta a significare il sentire la vibrazione ovunque, anche in un sasso che troviamo per strada. E voglio ora aggiungere una cosa: pensate alla macchina fotografica Canon, viene da Can-non, ovvero la divinità che "Vede" il suono - o Hado della vita - ovunque.

Cito il suo libro "I cristalli che l'acqua ci mostra sono le porte d'accesso per altre dimensioni". Come intende lei il concetto di dimensioni sottili, oggi contemplato dagli studi d’avanguardia, e che le più svariate tradizioni spirituali hanno sempre affermato?
Scrivendo così intendevo che esistono più dimensioni, ad esempio si può pensare che dopo la morte si acceda alla quarta dimensione, o alla quinta, non so con precisione. Questa è una cosa che non posso spiegare, ma che sento istintivamente.
Ad esempio, sono convinto che quando osserviamo un cristallo esagonale questo ci parli della terza dimensione, mentre uno ottagonale sia tra la terza e la quarta o forse già la quarta, spero mi possiate comprendere. Io penso che la forma cristallina perfetta sia un cerchio (non per niente il cerchio in molte tradizioni è simbolo del "Cielo-Spirito"), chissà, sarà dopo la trentesima dimensione!

E in che caso ha visto un cristallo che si avvicinava a questa forma?
Ho avuto modo di osservarlo nell'Acqua Santa

Benissimo, volevo giusto parlarle di questo. Secondo alcuni studi, come quelli di Samuel Goldsmith o George Ullembek che nel diciannovesimo secolo si occuparono di acque Mariane, ovvero dove avvennero apparizioni della Madonna, la particolarità di queste acque sta nel fatto che gli elettroni in esse presenti stranamente presentano uno spin che consente di ricevere un messaggio particolare. Al di là di questo, lei cosa pensa? Da dove ricevono la loro singolare Hado le acque che in tutto il mondo sono considerate sacre? E perché queste hanno capacità curative così grandi, miracolose in alcuni casi?
Credo che queste acque, ad esempio quelle Mariane, siano così potenti perché hanno una continua benedizione, anche da tutti i pellegrini che le vanno a visitare e quindi portano tutti i loro ringraziamenti. Ma ci si dovrebbe anche chiedere come mai una persona si ammala. Le persone sviluppano una predisposizione alla malattia dovuta ai pensieri o sentimenti che hanno, alle proprie intenzioni. Molte persone così diventano più "sporche" o “cattive”. Per questo poi si ammalano. Quindi bevendo queste acque che durante i secoli si sono caricate, questi possono guarire prima di tutto il proprio spirito e quindi di conseguenza il corpo.

Dott. Emoto crede che possa esistere un aspetto della realtà che è divino? Una sorta di consapevolezza che abbraccia tutte le altre? Oggi in conferenza stampa le ho sentito dire che prima di iniziare questo lavoro era ateo. Poi, successivamente, grazie ai cristalli, si è avvicinato al concetto di Dio o Divino. Come dovremmo porci rispetto a questo e che cosa ci insegna l'acqua a riguardo?
Dio esiste in ogni cosa. Forse la parola ateo non era corretta. Credevo in Dio, ma non mi sentivo molto vicino al divino.
Dopo questi studi però l'ho sentito molto vicino, parte di me e di tutto. Questo tipo di coscienza dovremmo essere capaci di vederla in tutte le cose, organiche e non. Questa è una cosa fondamentale.

Che cosa si aspetta per il futuro? Si augura che le persone prendano il suo messaggio più con il cuore o con la mente? Quali sono i cambiamenti che spera di vedere nel mondo e come crede verrà visto il suo lavoro dal mondo scientifico?
Non vorrei essere presuntuoso, ma desidererei diventare una guida per le future generazioni affinché queste possano più di noi godere della vita e saper scambiare energia positiva col mondo e con l'acqua. Infatti voglio portare avanti il mio lavoro e studio con la stampa di un libro per bambini, di cui oggi ho parlato in conferenza. Così le future generazioni potranno capire meglio e godere in tutto e per tutto della loro vita. Noi usiamo solo il tre percento del nostro DNA, questo significa che il novantasette percento di noi stessi è ancora da scoprire, o meglio, da ricordare. Forse un giorno potremmo viaggiare nel tempo grazie all'acqua, viaggiare in altre dimensioni o scoprire cosa c'è dopo la morte. Lo so che tutto questo, oggi, ci appare come utopia, ma io desidero gettare un ponte per le generazioni future.

La ringrazio moltissimo e spero che torni presto in Italia.
Grazie a voi.

Spero che in futuro mi sia possibile sviluppare la questione in modo più approfondito. Spero inoltre che i lettori di S&C possano a loro volta portare avanti studi personali su ciò che è uscito fuori da questa intervista, e soprattutto che il mondo accademico la smetta di comportarsi come San Tommaso e voglia poter prendere in esame le antiche conoscenze e le nuove scoperte. Grazie.
Vincent Gambino


Masaru Emoto
L'Insegnamento dell'Acqua >> http://goo.gl/fKSC4C
Il suo messaggio
Editore: Edizioni Mediterranee
Data pubblicazione: Novembre 2005
Formato: Libro - Pag 184 - 15,5x21,5
Note: 125 foto a colori