martedì 25 novembre 2014

L'importanza di bere acqua PURA di buona qualità

L'importanza di bere acqua PURA di buona qualità

Dall'arsenico al mercurio fino al piombo, ecco i pericoli che possiamo trovare nell'acqua che beviamo

di Fiamma Ferraro - 20/11/2014



L'importanza di bere acqua PURA di buona qualità

L’importanza del bere, come noto, viene subito dopo quella del respirare e ben prima di quella del mangiare; (si può sopravvivere solo per pochi giorni senza bere).
Quasi più nessuno al giorno d’oggi ha la fortuna di poter bere della fresca e pura acqua sorgiva. Il problema principale è ormai soprattutto quello di riuscire a trovare un’acqua pura priva della sostanze dannose che oggi si trovano quasi dappertutto nell’acqua di rubinetto: dall’arsenico e piombo proveniente da vecchie tubature   ai residui di pesticidi e medicinali vari, e quasi ogni giorno leggiamo in merito a nuovi allarmi (tallio nella Versilia, amianto dopo il terremoto nell’Emilia Romagna, arsenico nel Lazio ecc.ecc.)

Nel mio e-book “La Nuova Guida alla Salute” pubblicato da “Scienza e Conoscenza”, nel capitolo dedicato all’acqua mi sono pertanto soffermata soprattutto sulla necessità di bere un’acqua purificata al massimo dalle varie sostanze contaminanti, dedicando una rilevanza minore (limitandomi a segnalare due approcci scientifici interessanti) alla tematica della “ vitalizzazione ed energizzazione “ dell’acqua.
Serve infatti a poco bere un’acqua “energizzata” se in quest’acqua vi è dell’arsenico; prima bisogna preoccuparsi della purificazione e solo dopo della sua vitalizzazione!
A questo proposito tuttavia, continuando le mie ricerche sull’argomento, sono rimasta ancora una volta esterrefatta nel vedere il genio del dott. K.Buteyko che, pur dedicando tutta la sua attenzione al respiro, aveva consigliato, senza soffermarsi sull’argomento, di far congelare l’acqua prima di berla (ed avendo vissuto e lavorato per una buona parte della sua vita in Siberia Buteyko aveva indubbiamente una buona esperienza in fatto di ghiaccio!).

Bere acqua dopo averla congelata?

Ebbene, questo sommario consiglio di Buteyko riceve ora, dopo mezzo secolo, un’ autorevole conferma da uno scienziato considerato tra i più esperti al mondo nel campo della ricerca sull’acqua ed i suoi effetti sulla salute: il Dr. Gerald Pollack, professore di bioingegneria all’Università di Washington, che ha dedicato una vita a questa ricerca, osserva che l’acqua ottenuta dal ghiaccio fuso ha acquisito una struttura diversa, ed ottimale per la salute.
Altre osservazioni molto interessanti sull’acqua si trovano sul sito del prof. Pollack (http://faculty.washington.edu/ghp/research-themes/water-science/ ) e nel suo libro (purtroppo non ancora tradotto in italiano) dal titolo The Fourth Phase of Water: Beyond Solid, Liquid, and Vapor (La quarta fase dell’acqua, dopo quella solida, liquida e gassosa) .

Vari altri ricercatori, nell’osservare che le popolazioni che vivono sulle vette montagnose hanno una durata media di vita più lunga, ne avevano attribuito la causa al fatto che l’acqua bevuta da queste popolazioni, spesso proveniente da ghiacciai disciolti, contiene determinate sostanze (shilajit ed altre) presenti nelle   rocce sottostanti i ghiacciai e penetrate in quest’acqua. Secondo Buteyko e Pollack invece l’effetto benefico deriverebbe  semplicemente dal cambiamento di struttura dell’acqua congelata, struttura che in qualche modo  permarrebbe anche dopo lo scongelamento.

Ritorno tuttavia sulla raccomandazione fondamentale di accertarsi per prima cosa del fattore purezza dell’acqua; visto che non non servirebbe a molto far congelare, per ottimizzarne la struttura, dell’acqua contenente arsenico, piombo e simili...

Mercurio, Selenio e i legami con il virus Ebola

Dopo aver parlato dell’acqua, un breve accenno anche al cibo che, rispetto all’acqua, date le attuali condizioni di coltivazione/conservazione e trasporto dei viveri, presenta il doppio problema non solo della presenza di tossine varie ma anche della carenza di sostanze vitali, indispensabili per la salute.

Una delle sostanze tossiche più pericolose e diffuse, il mercurio, provoca appunto non solo di per sé una pericolosa intossicazione ma oltretutto anche la carenza di una sostanza che, pur in quantità minime , è assolutamente indispensabile per l’organismo, e cioè il selenio (e quindi si verificano anche i danni causati da questa carenza).
Il selenio ha infatti la proprietà di “ legarsi”al mercurio e di portarlo in parte fuori dall’organismo. Quando pertanto il corpo è strapieno di mercurio allora tutto il selenio presente viene utilizzato per una pur parziale disintossicazione dal mercurio, e non ne rimane abbastanza nell’organismo. (Ved. sull’argomento dell’intossicazione da mercurio il mio libro “La Terapia Chelante, disintossicarsi dai metalli tossici”.

Ho accennato nel titolo alla tematica del Virus Ebola, per sottolineare l’importanza di una buona idratazione, alimentazione e respirazione anche per mantenere il sistema immunitario in piena forma.
Alla ricerca di ulteriori rimedi (ai quali si spera vivamente di non dover mai ricorrere!) mi è capitato tra le mani un libro che avevo studiato in Germania per la mia specializzazione in medicina ortomolecolare, in cui veniva citata una vecchia pubblicazione (alla quale hanno peraltro fatto seguito numerose altre: ved. http://orthomolecular.org/library/jom/1995/articles/1995-v10n0304-p131.shtml ) in cui viene messo in evidenza un possibile nesso tra Ebola e la forte carenza di selenio nell’alimentazione, presente per vari motivi in molte parti dell’Africa ( e a questa carenza  aggiungerei l’osservazione che in numerosi territori africani vi è anche una forte presenza di mercurio, causata anche dai rifiuti tossici che i paesi industrializzati spesso scaricano nel terzo mondo).

In queste pubblicazioni si ipotizza che la carenza di selenio avrebbe contribuito a rendere più grave, con emorragie incontenibili, l’infezione dal virus Ebola, nonché a far evolvere in ceppi più pericolosi l’originario ceppo di questo virus .
Occorre ovviamente aggiungere che, per  contrastare l’Ebola il selenio andrebbe preso in dosaggi elevati, e quindi solo con la consulenza di un medico esperto in questa tematica (anche gli elementi naturali come il selenio, se vengono assunti nei dosaggi in genere prescritti nella medicina ortomolecolare (superiori a quelli reperibili negli alimenti) esercitano effetti simili ai farmaci e quindi è da evitare il “fai da te”!

Fiamma Ferraro
La Terapia Chelante - Libro >> http://goo.gl/7PW3yL
Disintossicarsi dai Metalli Tossici
Editore: Macro Edizioni
Data pubblicazione: Aprile 2014
Formato: Libro - Pag 224 - 13.5x20.5 cm