venerdì 30 gennaio 2015

Mal di gola e raffreddore: i rimedi più efficaci della medicina naturale

Mal di gola e raffreddore: i rimedi più efficaci della medicina naturale

La nostra naturopata ci consiglia i rimedi naturali più efficaci in caso di mal di gola e raffreddore

di Francesca Rifici - 29/01/2015



Mal di gola e raffreddore: i rimedi più efficaci della medicina naturale

Per la medicina, il raffreddore e il mal di gola sono causati da un’infezione virale del tratto respiratorio.
L’infezione virale infatti accende un’infiammazione a carico dei tessuti e ci ritroviamo così ad avere i ben noti sintomi: naso chiuso, muco in eccesso, sensazione di pesantezza nella parte superiore del naso, bruciore di gola, tosse e spossatezza.
Non possiamo tuttavia dire che mal di gola e raffreddore siano due disturbi prettamente invernali, perché è facile contrarli anche in estate. Vediamo perché.

Alcuni comportamenti ci espongono maggiormente al rischio di contrarre sindromi influenzali, partendo dal presupposto che l’influenza si manifesta più facilmente laddove il terreno è più fertile per accoglierla.
Un terreno fertile è quindi ricco di tossine che sovraccaricano gli organi deputati ad eliminarle (fegato e reni, i principali emuntori) rendendoli meno efficienti nelle loro attività.
Risulta pertanto un sangue carico di tossine, le quali si accumulano nel corpo attraverso un’alimentazione priva o scarsa di cibi vegetali e ricca di proteine animali, cibi raffinati, bevande alcoliche e gassose ma anche attraverso lo stress emotivo quotidiano. Sbalzi eccessivi di temperatura, esterni e interni al corpo, mancanza di attività fisica, coadiuvano l’aumento di acidità dei tessuti.

D’inverno siamo certamente più esposti, complice il freddo esterno, il minor movimento e un’alimentazione più abbondante e zuccherina: ma anche d’estate lo sbalzo di temperatura dato dagli impianti di aria condizionata e l’introduzione di cibi più freddi (gelato, bevande fresche) ci espongono a maggiori rischi. Ricordiamoci che pur sentendo caldo esternamente, all’interno del corpo noi abbiamo una temperatura media costante di 36-37°: introdurre un alimento che di gradi ne ha 4° o meno, scatena all’interno una risposta immunitaria per “difendersi” dal nemico ghiacciato.
Tutti questi motivi portano il corpo a impegnarsi per mantenere l’equilibrio costante di cui abbiamo bisogno per vivere, riducendo le potenzialità difensive.

E allora, quali rimedi utilizzare laddove il raffreddore o mal di gola ci colpiscano?

Per il raffreddore è maggiormente consigliato:
-    estratto di Echinacea puro, forte coadiuvante per il sistema immunitario che agisce molto bene su naso chiuso e raffreddore;
-    olio essenziale di menta piperita da respirare diluito in acqua molto calda (bastano poche gocce);
-    infuso di cannella in polvere e zenzero fresco (far bollire l’acqua con all’interno cannella e zenzero).

Per il mal di gola è maggiormente consigliato:
-    estratto di Propoli, meglio se arricchito con olio essenziale di limone, che ha funzione antibiotica naturale stimolando il sistema immunitario;
-    sciroppo casalingo preparato con miele (3 cucchiaini), succo di mezzo limone e curcuma in polvere (mezzo cucchiaino) da assumere più volte durante l’arco della giornata;
-    semi di pompelmo in capsule o gocce.
Per la prevenzione
E se ancora questi disturbi non ci hanno colpito, possiamo muoverci in maniera preventiva!
Nei cambi di stagione, soprattutto in autunno, è consigliata una buona cura preventiva a scelta tra astragalo, rosa canina, propoli o echinacea, solo per dirne alcuni.





giovedì 29 gennaio 2015

Che cos'è l'ipnosi e come funziona

Che cos'è l'ipnosi e come funziona

L'ipnosi è uno stato fisiologico, in cui entriamo, anche senza rendercene conto tutti i giorni, più volte al giorno, è come uno stato alterato di coscienza

di Erica Francesca Poli - 27/01/2015



Quante volte in quindici anni di lavoro clinico e psicoterapico mi sono sentita rivolgere questa domanda: Che cos'è l'ipnosi e come funziona?
L'ipnosi è stata la prima tecnica terapeutica che ho appreso e, nel tempo, anno dopo anno, ha continuato a sorprendermi per le infinite strade di guarigione che può schiudere.
Il contatto con l'immaginario, che trova anche un solido rimando neuroscientifico, è infatti una delle vie regie di accesso all'inconscio, là dove giace il numinoso inizio che Jung ci ha mostrato e si aprono le porte del senza tempo che ci cura.

Eppure il mistero dell'ipnosi è semplice come l'atto di chiudere gli occhi che fa un bambino quando gioca e immagina, è naturale quanto il più profondo funzionamento del nostro cervello.
L'ipnosi è uno stato fisiologico, in cui entriamo, anche senza rendercene conto tutti i giorni, più volte al giorno.
Quando siamo assorti nella visione di un film o siamo immersi nei nostri pensieri così tanto da non accorgerci più di nulla di ciò che accade intorno a noi, quando siamo innamorati e ci sembra di camminare ad un metro dal suolo, siamo in ipnosi.

Così, le aspettative di un atto misterioso, di qualcosa che, vinte le nostre barriere razionali, ci permette di risolvere ogni tipo di problema come il desiderio di una magia, incontrano la semplicità di un passaggio fisiologico ad un funzionamento cerebrale diverso dalla veglia, all'ingresso naturale in uno stato di coscienza che cura.
La ricerca neurofisiologica attuale sta investendo molte risorse nello studio e nella applicazione dell’ipnosi: dopo più di un secolo e mezzo di storia, così, l’ipnosi ha trovato nei dati neuroscientifici relativi alla neuroplasticità, basi oggettive di efficacia e applicabilità anche in medicina, replicate ormai da centinaia di studi.

La parola ipnosi deriva dal greco hypnos, sonno, ma più che con il sonno l’ipnosi ha a che fare con il rilassamento della mente e del corpo associato con un certo tipo di onde cerebrali, alpha e theta.
L’ipnosi è uno stato alterato di coscienza caratterizzato da un’attenzione focalizzata e da un’alta suggestionabilità che permette ai messaggi di raggiungere la mente inconscia con maggiore facilità. Questa condizione favorevole al cambiamento può essere usata per superare abitudini, aumentare l’autostima o migliorare aspetti di noi che riteniamo dannosi o indesiderati.
Quando siamo in ipnosi possono verificarsi fenomeni che durante la veglia ordinaria non sono possibili poiché durante la cosiddetta trance le risorse della mente subconscia divengono dipsonibili ad una vera e propria riprogrammazione mentale.


Come funziona l'ipnosi?

Per capire come funziona l’ipnosi è importante aver chiara la distinzione tra mente conscia e mente inconscia.
La mente conscia riesce a trattenere un numero di informazioni limitate, serve per analizzare e risolvere problemi, aiuta a prendere decisioni e ad esercitare il potere della volontà.
La mente inconscia, invece, può essere paragonata ad un’enorme banca dati nella quale sono archiviate memorie ed emozioni in modo permanente. Diversamente dalla mente conscia la capacità d’informazioni che riesce a processare al secondo è elevatissima.

Ormai è noto che è la mente inconscia a controllare tutte le funzioni corporee: respirazione, battito cardiaco, battito degli occhi, sistema immunitario, muscolare, etc.  Accedere alla parte inconscia e comunicare con essa nel modo più appropriato significa avere accesso al programmatore autonomo interno responsabile degli schemi mentali, comportamentali ed emotivi come anche dello stato fisiologico del nostro corpo.
Questa mente inconscia è più potente rispetto alla parte razionale. L’inconscio, se così si può dire, ha sempre l’ultima parola su tutto.

Se con la nostra parte conscia vogliamo dimagrire o diventare ricchi o smettere di fumare, ma il nostro inconscio non sta andando in quella direzione o non è allineato con quell’obiettivo, non ci seguirà.
Questi sono solo alcuni esempi che mostrano come il nostro inconscio decida su tutti gli aspetti della nostra vita. Ecco perché è fondamentale saper comunicare in modo corretto con l’inconscio.

Per accedere alla mente inconscia e interagire con essa è necessario oltrepassare la cosiddetta soglia critica, che possiamo immaginare come la porta tra le due menti, conscia ed inconscia.
Questa soglia critica rappresenta un fattore determinante nell’attivazione delle risorse della mente inconscia, perché ha il potere di accettare o rifiutare nuove informazioni.
Abitualmente la soglia critica è come una barriera che tende a respingere i messaggi che contrastano con la vecchia “programmazione” e questa è la ragione per cui molti tentativi di cambiamento supportati dalla sola forza di volontà non funzionano.

È qui che l’ipnosi può giocare un ruolo fondamentale perché durante la cosiddetta trance viene temporaneamente bypassata la soglia critica ed è perciò possibile comunicare alla mente inconscia i messaggi più appropriati per favorire i cambiamenti desiderati.
Le applicazioni mediche dell’ipnosi sono sempre più in crescita: impiego dell'ipnosi nel trattamento del dolore cronico, nella cura oncologica, in sostituzione dell'anestesia durante interventi chirurgici,  nel parto o durante trattamenti odontoiatrici.
Questa non è magia, è semplicemente l'effetto che si ottiene attraverso l’impiego delle risorse della mente subconscia o inconscia e attraverso l’attivazione del potere di autoguarigione del corpo.

La bella notizia è che l'ipnosi si può apprendere e vivere anche nello spazio interiore della propria unicità. È così che possiamo praticare l'auto-ipnosi.
Come nell’ipnosi indotta, infatti, anche attraverso l’auto-ipnosi, è possibile raggiungere un particolare stato di coscienza, la trance, attraverso il quale, auto-impartendosi suggestioni ad hoc, si agisce sul proprio inconscio in maniera più diretta ed efficace.
L’auto-ipnosi non è altro che un procedimento in cui guidati da apposite tracce e quando diveniamo esperti soltanto dal nostro stesso immaginario, entriamo in trance, comunichiamo con il nostro inconscio, possiamo dare ad esso istruzioni precise e infine usciamo dalla trance.

L’auto-ipnosi permette di sfruttare al meglio le capacità innate del nostro cervello, di utilizzare finalmente non soltanto quel 5-7% che abitualmente sfruttiamo di esso, ma le potenzialità molto maggiori che globalmente esso racchiude.
La nostra mente è in grado di fare cose straordinarie e grazie all’auto-ipnosi è possibile sfruttare le sue capacità in modo ottimale e sempre crescente.
Possiamo dire che in questo modo possiamo riuscire a realizzare cose che mai avremmo pensato di raggiungere. E questo accade per l’attivazione del potere inconscio che lavora finalmente nella stessa direzione della nostra coscienza.


approfondimento:
http://www.amadeux.net/sublimen/dossier/ipnosi_e_autoipnosi_.html




mercoledì 28 gennaio 2015

Risveglia lo Sciamano che è in Te

Risveglia lo Sciamano che è in Te

Libera il potere del cuore e trasforma la tua vita

di Josè Luis Stevens



Via Libera alla tua Interiorità più Autentica!

Il tuo valore principale è la libertà personale? Sei dotato di una sconfinata curiosità verso la conoscenza dell’universo? Desideri ardentemente esplorare il grande mistero della vita? Allora questo è il libro giusto per te. È per persone interessate a modificare il loro senso abituale della realtà al fine di liberarsi dai muri contenitivi della mente.

Se sei soddisfatto dello status quo della tua vita e non vuoi mettere in dubbio ciò che ti è stato insegnato, riponi quest’opera. Si tratta di un libro sulla trasformazione. Leggerlo rovinerà i tuoi piani.

Se invece ti interessa il più grande viaggio mai intrapreso, questo è il libro che fa per te: ti spingerà a provocare cambiamenti, raggiungere un’immensa espansione, una libertà illimitata e la gioia della consapevolezza.

Questo libro s’incentra sul risveglio della fonte più potente e creativa che risieda al tuo interno, un fulcro interiore che fa parte di te fin dai tempi più remoti dell’essere.

Questa fonte di creatività che hai in te è lo Sciamano interiore.
Si tratta dell’energia più reale che esiste, è connessa alla verità, non teme nulla; perciò rappresenta quella parte coraggiosa di te che non si lascia demoralizzare, non si fa prendere dall’ansia e non cade preda della depressione. Lo Sciamano interiore ti aiuta a lasciare andare il tuo bisogno di controllare te stesso e gli altri e ti aiuta ad abbandonarti con fiducia alla certezza di essere al sicuro fra le braccia della vita. 


Trovare lo Sciamano interiore dentro di voi - Estratto dal libro di Josè Luis Stevens

In realtà, come avete visto, lo Sciamano interiore non è precisamente localizzabile poiché, come le particelle del campo quantico, può essere ovunque nell’universo simultaneamente.

In termini sciamanici, nel paesaggio onirico noi crediamo di essere degli esseri umani che vivono sulla Terra all’inizio degli anni 2000. Ricordate che secondo le credenze sciamaniche stiamo sognando consensualmente questa realtà e che essa non è minimamente altrettanto prefissata o stabile di come la concepiamo.

I fisici moderni stanno confermando queste rivelazioni di matrice sciamanica.

L’insieme di credenze riferite a in che anno e in quale pianeta siamo danno forma all’attuale settaggio del cosiddetto “punto di unione”, un’espressione sciamanica che denota un principio ordinatore capace di assemblare tutte le informazioni dal nostro DNA quantico e di darci un’identità temporanea, come il ruolo assunto da un attore in una commedia.

Tenete a mente che gli sciamani non considerano questo dramma, che noi chiamiamo “essere umani”, alla stregua dell’unica realtà possibile, bensì solo una fra molte altre probabilità. Per lo sciamano si tratta di uno stato temporaneo che ci permette di fare esperienze a livello fisico e di imparare alcune lezioni. Lo considera cioè un sogno molto realistico e flessibile che può mutare per soddisfare i nostri bisogni.

Per fare un piccolo esempio, ricordatevi di quando avete perso le chiavi dell’auto e le avete cercate ripetutamente, dappertutto. Poi un po’ più tardi ritornate ed eccole là, in un luogo molto in vista, dove avevate già guardato molte volte.

Poiché facciamo esperienza di noi stessi come esseri localizzati in un corpo umano, è pratico collocare lo Sciamano interiore nel luogo più accessibile. Quel luogo è il più vicino possibile; come abbiamo già detto nel capitolo 1, si trova proprio al centro del vostro petto: tra la parte superiore e quella inferiore, tra la parte anteriore e quella posteriore, tra il lato destro e quello sinistro, circondato dai polmoni. Ecco perché esiste un legame fra il respiro e lo Spirito in tante tradizioni spirituali. Come ricorderete dalla lettura del capitolo 3, il portale che immette nel Mondo dello Spirito è racchiuso dentro di voi e si trova all’interno della valvola senoatriale del cuore.

Perciò, il modo migliore per contattare lo Sciamano interiore è quello di focalizzarvi sul vostro cuore fisico.

Provate a chiudere gli occhi per un momento, fate un respiro profondo e scendete dentro il vostro corpo arrivando fino al torace. Percepite il vostro cuore che si trova dentro la cassa toracica, proprio dietro lo sterno e alla sua sinistra. Trovate quel punto del cuore dove sentite una sensazione particolare e fatene il vostro santuario.

Ricordate che tutti i maggiori percorsi mistici fanno riferimento al cuore (e non al cerebro o cervello) come a un luogo di potere e come fulcro principale di risveglio. Insegnano che il sentiero che conduce a Dio è la via del cuore. I Q’ero «camminano lungo il sentiero del cuore» allo stesso modo dei Maya, dei Dine (Navajo) e dei Maori. L’elenco degli esempi continua. Ricordate che il cristianesimo mistico mostra Gesù, Maria e altri santi mentre indicano il proprio cuore a mo’ di chiave degli insegnamenti cristiani. I cattolici si riferiscono a questo punto interno in termini del Sacro Cuore, rappresentato nelle sculture e nei dipinti delle cattedrali e delle chiese di tutto il mondo.

La sinergia fra questi insegnamenti non è causale.
Quando quelle figure indicano il cuore come origine del sentiero, intendono quel gesto in senso letterale.

Tenete a mente che l’importanza del sentiero del cuore era nota agli sciamani molto tempo prima dell’avvento del cristianesimo, dell’islam o di qualunque altra grande religione mondiale. Questo suggerisce che la verità non va mai perduta, bensì è riscoperta molte volte nel tempo.

Fintanto che le persone hanno avuto un cuore, in qualche modo sono state consapevoli del suo potere.

Il potere del cuore umano

Il vostro cuore è dotato di un potente campo magnetico, molto più vigoroso di quello del cervello.

Secondo ricerche condotte di recente dal dottor Rollin McCraty, direttore della ricerca presso l’Istituto HeartMath, il cuore genera un campo elettromagnetico cinquecento volte più potente di quello del cervello. In effetti si tratta del più forte campo ritmico elettromagnetico presente nel corpo umano e può essere rilevato da strumenti posti a una distanza di vari metri dal corpo.

McCraty e i suoi colleghi ritengono che questo campo agisca come un’onda portante dell’informazione proveniente dal cuore, o in altre parole come un segnale di sincronizzazione per l’intero corpo, informandolo a un livello elettromagnetico attestabile poco al di sotto della soglia cosciente di consapevolezza.

Inoltre, McCraty e la sua squadra di ricerca hanno scoperto che il cuore esercita un influsso diretto sull’amigdala, uno dei centri più importanti di elaborazione delle emozioni presente nel cervello. L’amigdala è associata alla cosiddetta risposta di attacco o fuga, ma ciò che molti non sanno è che è anche profondamente correlata all’esperienza dell’estasi; quindi, oggi abbiamo le prove scientifiche che il cuore (non solo il cervello) può stimolare un’esperienza estatica.

Per di più, gli scienziati stanno imparando che il cuore è direttamente coinvolto nel processo intuitivo.

I dati indicano che sia il cuore sia il cervello sono in grado di ricevere informazioni riferite a eventi futuri prima che accadano, ma che il cuore le riceve per primo. Infatti il cuore è stato riclassificato come ghiandola endocrina, dopo la scoperta che secerne un particolare tipo di ormone chiamato ANP (peptide natriuretico atriale) che esercita un influsso sulle ghiandole surrenali, sui vasi capillari sanguigni, sui reni e su gran parte del sistema regolativo cerebrale.

Inoltre, il cuore secerne l’ossitocina, il cosiddetto “ormone dell’amore” collegato al parto e a fattori quali la cognizione, l’adattabilità, la tolleranza, lo stringere legami fra persone e una serie di complesse attività connesse alla sessualità e alla maternità.

Infine, è stato dimostrato che il cuore influisce sulla coerenza delle funzioni corticali del cervello attraverso le vie neuronali dell’informazione. Quando gli schemi dei ritmi cardiaci sono coerenti, le persone provano sentimenti positivi, chiarezza mentale, più creatività e migliori capacità decisionali.

Il vostro cuore è come il sole, poiché irradia luce ed energia in tutto il vostro corpo e oltre, ed esercita energeticamente un’attrazione magnetica su ciò di cui avete bisogno.

Inoltre, secondo molte tradizioni mistiche, il cuore funge da ponte tra il sole e la terra, poiché è in comunicazione con entrambi, aiutandovi a raggiungere sia la coerenza in quanto organismo biologico, sia la sintonizzazione con l’ambiente circostante.

Non c’è alcun dubbio che il vostro cuore rappresenti il centro, il punto chiave del potere nel vostro organismo e il sentiero per raggiungere i tesori dello Sciamano interiore; quindi, comprendete bene quanto sia importante restare in comunicazione col vostro cuore e mantenerlo metaforicamente aperto e accessibile.

Questo si traduce in un cuore sano.
Se il vostro cuore è chiuso, vi sembrerà difficile restare esseri umani sani e coerenti, e questo causa molte malattie, disperazione e ansia.

Più di mezzo milione di americani muore di cardiopatie ogni anno. Negli Stati Uniti gli infarti sono la causa principale di morte, sia fra uomini che fra donne, in misura di un decesso su quattro. Circa 715.000 americani subiscono un infarto ogni anno, il che genera un costo annuale di circa 109 miliardi di dollari.

Si potrebbe affermare che tutta questa mancanza di salute dipende dalla cattiva alimentazione, ma in realtà sono coinvolti molti altri fattori.

Il nuovo indice internazionale, relativamente recente, della sostenibilità ambientale e del benessere, colloca gli Stati Uniti al grado più basso di felicità. Nonostante le libertà di cui godono e l’alto standard di vita, gli americani non sono un popolo felice, se paragonati con i loro vicini nel mondo. I dati sulla salute ne sono un riflesso.


José Luis Stevens è un conferenziere internazionale, insegnante, consulente psicologo e formatore.
È co-fondatore della Power Path School of Shamanism e del Center for Shamanic Education and Exchangee.
Ha completato un apprendistato di dieci anni con uno sciamano della tribù Huichol e ha studiato a lungo con i Shipibos del Rio delle Amazzoni e il Q’ero delle Ande per gli ultimi vent’anni.


Indice

Prefazione

Introduzione
Il mio percorso di scoperta personale
A proposito del dubbio
Come leggere questo libro

Capitolo 1 - La fisica quantistica e lo Sciamano interiore
Il centro portatile dell’universo

Capitolo 2 - Le interazioni dello Sciamano interiore col DNA

Capitolo 3 - Lo Sciamano interiore e il suo ruolo cruciale
Il compito dello Sciamano interiore e l’universo trino
La stabilità del quadrante
L’interdipendenza dei tre flussi

Capitolo 4 - I benefìci della collaborazione con lo Sciamano interiore
Andando oltre la vostra storia

Capitolo 5 - Come si è manifestato lo Sciamano interiore
Le conseguenze per lo Sciamano interiore

Capitolo 6 - Trovare lo Sciamano interiore dentro di voi
Il potere del cuore umano
L’aspetto dello Sciamano interiore
L’arte della visione interiore
La luce dello Sciamano interiore

Capitolo 7 - Le conoscenze sciamaniche sulla mente
Trovare l’attimo presente

Capitolo 8 - Abbattere i muri contenitivi della mente
Le anomalie ci fanno intravedere il nostro potere e la nostra libertà
Purificare la mente subconscia

Capitolo 9 - Interferenze e blocchi che impediscono di connettersi allo Sciamano interiore
La Falsa personalità: un valido opponente
I filtri della distorsione

Capitolo 10 - L’investitura dello Sciamano interiore
Contemplazione
Concentrazione
Accettazione
Il non giudizio
Eliminare la paura
Servizio
Digiuno

Capitolo 11 - Dedicarsi allo Sciamano interiore
Il potere di agire a partire da una prospettiva globale

Capitolo 12 - Il ricorso allo Sciamano interiore
Allineare lo Sciamano interiore con gli spiriti guida
Lavorare con lo Sciamano interiore: pronunciare decreti e preghiere

Capitolo 13 - Lo Sciamano interiore come Grande medicina e Guaritore
Lo Sciamano interiore come guaritore

Capitolo 14 - Imparare ad affidare la propria esistenza allo Sciamano interiore

Capitolo 15 - Lo Sciamano interiore, un formidabile creatore
Decidere quali sono le vostre priorità
Ottenere ciò di cui avete bisogno
Creare piccole cose

Capitolo 16 - Lo Sciamano interiore e i livelli sottili del corpo fisico

Capitolo 17 - Tecniche avanzate con lo Sciamano interiore
Un piede in entrambi i mondi

Epilogo - Il Grande Portale si sta aprendo: arrivano i rinforzi

Bibliografia
L’Autore


Josè Luis Stevens
Risveglia lo Sciamano che è in Te - Libro >> http://goo.gl/gjZMTK
Libera il potere del cuore e trasforma la tua vita
Editore: Macro Edizioni
Data pubblicazione: Gennaio 2015
Formato: Libro - Pag 192 - 13,5x20,5 cm



martedì 27 gennaio 2015

Il Cervello Quantico

Il Cervello Quantico

Scopri le infinite potenzialità del tuo cervello

di Jeffrey Satinover



Computer in grado di replicarsi, ripararsi ed evolversi, molecole organiche che si trasformano in modo misterioso, universi paralleli che s’incrociano, formando i possibili sviluppi del nostro futuro, fenomeni che si manifestano senza causa apparente, particelle atomiche ubiquitarie e fantasmatiche, cellule, o parti di esse, che paiono dotate d’intelligenza, rivelazioni sconcertanti sulla vera natura di malattie come l’Alzheimer, componenti elettronici che sembrano funzionare anche senza i necessari collegamenti.

Molte altre cose straordinarie ed incredibili in un libro che, esaminando la reale struttura del nostro cervello e le sue funzionalità, finisce con l'affrontare un’infinità di tematiche collegate all’argomento e che chiamano in causa principalmente la fisica moderna, la biologia, la medicina, la matematica e l’informatica, ma anche la chimica, la genetica, la psicologia, la psichiatria, la filosofia, la religione e la spiritualità in genere.

Inaspettatamente, il cervello e il suo incredibile groviglio di neuroni sono diventati il campo di battaglia per le più ardite teorie scientifiche; per spiegarne compiutamente l’attività è necessario far ricorso alla meccanica quantistica, che sembra aver trovato nei meandri del cervello la definitiva consacrazione delle sue teorie.

Le scoperte effettuate hanno aperto la strada ad altre ricerche e sperimentazioni, ormai in fase avanzata, che mirano alla realizzazione d’apparecchiature e super computer con capacità logiche, di calcolo ed operative infinitamente superiori a quanto oggi disponibile. Si parla già della creazione di esseri artificiali completamente autosufficienti e dotati di possibilità straordinarie e forse, persino, di una coscienza. Tutte cose impensabili fino a qualche tempo fa, ma che oggi, grazie allo studio del nostro cervello e alle implicazioni che ne sono derivate, stanno divenendo fattibili.

Il testo pone numerosi interrogativi, ma cerca anche di fornire delle risposte: qual è la natura della coscienza? Esiste il libero arbitrio? Scienza e fede sono inconciliabili? La fisica quantistica ha dimostrato l’esistenza di Dio? Le ultime scoperte e le loro possibili applicazioni presentano rischi per l’umanità?

Il volume, scritto con rigore scientifico, presenta interessanti esperienze di laboratorio ed è corredato da approfondite appendici tecniche. Le numerose pagine esemplificative e divulgative invece si prenderanno cura dei più inesperti.


Dalla materia alla mente: I meccanismi del quarto cervello - Anteprima di "Il Cervello Quantico"

Cervello: apparato con cui pensiamo di pensare.
Ambrose Bierce, The Devil’s Dictionary (1906)

Il cervello in realtà non è un organo singolo, ma una serie di organi impilati uno sull’altro, organi che per l’esattezza si appoggiano uno sull’altro in ordine evolutivo, con l’ultimo della serie che domina gli altri.

La neocorteccia è uno strato di tessuto variolato rosa-grigiastro, brillante e spiraleggiante, dello spessore di poco superiore al mezzo centimetro. Se venisse stesa su una superficie piana, risulterebbe larga circa 45 cm e lunga circa 60 cm. In realtà questa struttura è a sua volta suddivisa in sei strati, ognuno dei quali ha uno spessore di circa venticinque cellule. Nel suo complesso la neocorteccia si compone di un numero di neuroni variabile tra i 10 e i 20 miliardi, meravigliosamente collegati tra loro grazie a innumerevoli interconnessioni, che stabiliscono anche le necessarie connessioni tra la stessa neocorteccia con le porzioni inferiori del cervello e con il resto del corpo.

Il cervello genera e conduce l’incredibile complessità che caratterizza una forma di vita intelligente, sulla base di processi che sono fondamentalmente computazionali, e che tuttavia non assomigliano affatto a quelli eseguiti dal nostro PC o dal nostro Mac.

Il cervello impara da solo, sulla base delle sue stesse esperienze, e radica le lezioni apprese sperimentando, riconfigurando il suo stesso hardware.

Per molti decenni si è continuato a supporre che la corteccia dovesse essere dotata di una sorta di “schema elettrico”, in cui veniva descritto in modo preciso il ruolo specifico di ogni neurone, e di ogni connessione tra neuroni.

Ma era già ben chiaro che in realtà il cervello non poteva operare in base a uno schema di quel tipo: c’erano davvero tanti, troppi neuroni, e le loro innumerevoli interconnessioni sfuggivano alla logica di ogni possibile schema. In effetti dieci miliardi di cellule caratterizzate da un migliaio di interconnessioni l’una comportano l’incredibile numero di diecimila miliardi di connessioni.

Inoltre era pressoché impossibile impostare la logica di una configurazione generale tra queste connessioni, la maggior parte delle quali sembravano confuse e caotiche; molte cellule neuroniche erano sistematicamente ricollegate su se stesse, generando quelli che sicuramente dovevano essere dei “circuiti chiusi infiniti”.

Se anche ci fosse stato un progetto di qualche tipo, l’ammontare di informazioni necessario per codificare uno schema talmente complesso avrebbe di gran lunga superato le capacità informatiche del cervello stesso, per non parlare poi della capacità di codificazione del DNA. E comunque, come poteva essere possibile assemblare fisicamente qualcosa del genere, soprattutto a quel livello microscopico, in soli nove mesi?

La risposta, che costituisce una recente conquista scientifica, ha sorpreso un po’ tutti: in effetti le connessioni del cervello sono in gran parte casuali.

Eppure, contrariamente a quanto il comune buon senso potrebbe suggerire, questo sistema casuale è in grado di manifestare una forma d’intelligenza.

In effetti riesce a manifestare un’intelligenza superiore, anzi, per essere più precisi, un genere d’intelligenza superiore, di gran lunga migliore di quello che potrebbe essere generato sulla base di un progetto più definito. È proprio grazie a questo guazzabuglio caotico che un pilota da combattimento riesce a manovrare il suo caccia a velocità supersoniche, cosa che neppure un congegno elettronico da un quarto di miliardi di dollari riuscirebbe a fare altrettanto bene.

Se l’elettronica riuscirà ad avvicinarsi a qualcosa del genere, sarà solo perché i progettisti avranno voluto, e saputo, creare un elaboratore elettronico in grado di addestrarsi da solo, proprio come fa il cervello umano.

Un sistema come quello del nostro cervello si auto-organizza, raggiungendo livelli sempre più elevati, evolvendo continuamente la sua capacità di elaborazione dei dati.

Come vedremo, un’intelligenza globale (e per “globale” potremmo persino intendere qualcosa che riguardi l’intero pianeta) scaturisce dal basso verso l’alto, prendendo cioè spunto da interazioni meramente locali.

È un po’ come dire che la vera intelligenza, quella che guida l’economia americana, non è nelle mani (o nelle teste) dei politicanti di Washington, ma è invece sparpagliata nelle conversazioni notturne dei camionisti che si incontrano all’autogrill, nelle domande dei clienti ai negozianti e nelle loro pronte risposte, nelle chiacchierate amichevoli dei vicini, che discutono di affitti e di mutui.

Analogamente, l’autentica intelligenza del cervello umano non risiede in qualche centrale o schema di comando fissato nel DNA, ma nelle interazioni casuali di un neurone e dei suoi vicini (oppure negli scambi a lunga distanza attraverso la rete cerebrale, che potrebbe essere equiparata al nostro Internet).

Il processo funziona anche nell’altro senso.

È evidente come l’elemento fondamentale, il “mattone” del “sistema nervoso”, sia un singolo “nervo”, ovvero un neurone. Ma i neuroscienziati hanno a lungo insistito sul fatto che nelle forme di vita complesse del pianeta questa è la più piccola unità capace di elaborare dati.

Ovviamente i batteri e gli altri organismi unicellulari privi di sistema nervoso sono anch’essi in grado di elaborare dei dati, a loro modo. Ma si è sempre ritenuto che quei processi rudimentali non abbiano nulla a che vedere con l’intelligenza umana.

Vedremo invece che nell’ambito di ogni singolo neurone si palesa un complesso insieme di eventi computazionali, che possono analogamente essere definiti relativamente “intelligenti” e che si servono dello stesso principio dell’auto-addestramento spontaneo che dirige lo sviluppo complessivo del cervello.

Dal microcosmo al macrocosmo e viceversa, ovvero dal più piccolo elemento nell’ambito della cellula cerebrale umana che sia possibile studiare al funzionamento dell’intera società umana, l’ordine scaturisce dal caos sulla base dello stesso insieme di principi.

Ciò potrebbe sembrare assurdo, ma per poter cominciare a capire in che modo funziona, e quindi renderci conto delle capacità di cui stiamo parlando, dobbiamo procedere alla creazione di un cervello in miniatura, capace anch’esso di imparare da solo.

Per riuscirci tutto ciò di cui abbiamo bisogno è qualche dozzina di scatole di fiammiferi e un po’ di bilie.


Jeffrey Satinover, medico che esercita la psicoanalisi e la psichiatria da più di venticinque anni sia privatamente che conducendo seminari e conferenze.
Satinover ha conseguito il dottorato in Fisica presso l'Università di Yale, collabora con l'Università del Texas e con l'Università di Harvard. Da tempo si dedica appassionatamente e approfondisce minuziosamente i suoi studi di fisica.
Le aree di interesse del dottor Satinover sono la teoria dei quanti e l'applicazione di questa teoria ai processi di informatizzazione e computazione.


Indice

Ringraziamenti

Prima parte: Il cervello quantico

Introduzione: La crisi quantica
Illuminismo - Aspirazioni quantiche

Capitolo 1: Dalla materia alla mente: I meccanismi del quarto cervello
Il cervello in una scatola di fiammiferi - Perdere le proprie bilie: gioco e partita a Her - Ma quanto è umano? - Hercules, ovvero Allevamento Robotico

Capitolo 2: L’apertura dell’occhio della mente
Petali di rosa - Esatto, non abbiamo banane! - Dal tutto all’uno (ex uno plures)

Capitolo 3: Nascita e morte
Minsky - Sfidando il cervello - Morte XOR Resurrezione: il secondo avvento delle reti neurali - All’esterno della scatola - Calcolo parallelo contro calcolo seriale

Capitolo 4: Non si possono drizzare le gambe ai cani
Talvolta due errori portano alla risposta giusta - Il catalogo olografico cerebrale - Vincere a mani basse - Net Talk

Capitolo 5: La rete umida
Il dolce avanzare della notte - E dunque, come possiamo insegnare nuovi giochetti a
un vecchio pagliaccio? - Cavarsela da soli - Mappe computazionali

Capitolo 6: Producendo spin vetrificati, … eccezionale!
Alla ricerca del tempo perduto: da madaline alle maddalene - John Hopfield e la rete di Hopfield - Ricognitori metallici - Anti-ferro - Frustrazione, madre dell’intelligenza - Aumentare la temperatura - Il folle, l’amante e il poeta hanno un’immaginazione compatta - Due strade separate… - Un momento per ricuocersi

Capitolo 7: Il gioco della vita, ovvero come il leopardo si procura le sue macchie
“Tutto scorre” (Eraclito) - Nel cuore dell’automa - La vita: un computer universale - Tesoro, mi si è ristretto il computer! - Embriogenesi computazionale - Sempre più in basso

Capitolo 8: Inizializzazione per l’autocaricamento

Gli algoritmi genetici: accoppiamento sincopato - Un milione di scimmie - Dalla programmazione genetica alla computazione molecolare: l’hardware evolutivo - Costruttori di cervelli: ritorno al futuro - La vita: set, partita e vittoria finale?

Capitolo 9: L’uomo è una macchina?
Dalla ricottura simulata a quella quantica

Parte seconda: Miracoli

Capitolo 10: La soluzione irrisolvibile
Bruxelles, ottobre 1930 - La nuova sostanza primordiale: non materia ma informazione

Capitolo 11: EPR: ricercato, vivo e morto
Contando le pallottole - Sia onde sia particelle

Capitolo 12: Ex uno plures - Da un mistero solo, eccone infiniti altri
La dualità onda-particella - Contestualità - Indeterminismo - Probabilità assoluta - Assenza di traiettorie contro… - Sovrapposizione - Effetto tunnel - Piramide magiche - La sovrapposizione dell’ammoniaca: una spruzzata di quanti - Molti cercheranno qua e là (e la conoscenza si accrescerà): Daniele 12:4 - Buone vibrazioni

Capitolo 13: Straniero in terra straniera (Più straniero è, meglio è)
La massima informazione - Ritorno al non-percorso - Il resto di tutti i mondi possibili - Du-Bi-Bi-Bi-Du - Lo zen e l’arte del calcolo quantistico - Dal PSAT al QSAT - Wu Wei: sono quello che faccio - Il golem

Capitolo 14: Nella materia della mente
C’è qualcuno laggiù? - Non per caso - Da tutto ciò possiamo trarre due conclusioni - La cellula della cellula - Le reti di microtubi e i microtubi come rete - La connessione di CA di Langton - Dettagli diabolici - La costruzione di un cervello di microtubi

Capitolo 15: Un computer fatto di proteine
Biologia quantica - Computer quantici di seconda generazione - Origami organici - Attraverso lo specchio… ancora una volta - Fantastico e indefinito - Effetto tunnel e chiralità - Migliori vibrazioni - La fulmineità quantica - Gli elettroni lo fanno, e lo fanno anche i protoni - L’evoluzione come algoritmo genetico quantico? - Ma ora torniamo a Bob!

Capitolo 16: Nel mutevole azzardo, il caos governa il conflitto
Il caos classico - Rifallo… e poi rifallo ancora, e ancora… - Un battito d’ala - Oscillatori accoppiati: provo una strana attrazione per te! - Un ritratto di Poincaré - Caos e spin - La vita, il cervello e la corteccia - Il caos, mio amico - E dal disordine scaturì l’ordine: la versione quantica del caos - Marcature quantiche - Il mondo in un granello di sabbia - L’istante quantico

Capitolo 17: Gorgoglii quantici
Dio - Libero arbitrio - Coscienza - Etica - Religione e fede - Il futuro - Società

Appendici

A: La più semplice rete di Hopfield e il “microcircuito corticale canonico”
B: Il modulo a microtubo di Tuszynski
C: Coerenza e de-coerenza


Jeffrey Satinover
Il Cervello Quantico - Libro >> http://goo.gl/Atuk4Z
Scopri le infinite potenzialità del tuo cervello
Editore: Macro Edizioni
Data pubblicazione: Gennaio 2015
Formato: Libro - Pag 424 - 13,5x20,5



lunedì 26 gennaio 2015

Che cos'è la medicina quantistica?

Che cos'è la medicina quantistica?

Per scoprire che cos'è la medicina quantistica leggi questo articolo e non perdere l'uscita del nuovo numero di Scienza e Conoscenza!

La redazione di S&C - 26/01/2015



Che cos'è la medicina quantistica?
Hai mai sentito parlare di Medicina Quantistica?
Sai di che cosa si tratta? Quali malattie cura e come le cura?
Per scoprilo leggi questo articolo e non perdere l'uscita del nuovo numero di Scienza e Conoscenza!
 Infatti da oggi iniziamo un viaggio alla scoperta della Medicina Quantistica, e nei prossimi articoli e soprattutto nel nuovo numero di Scienza e Conoscenza ti daremo tantissime informazioni preziose per la tua salute e per diventare sempre più informato e consapevole rispetto a nuove possibilità diagnostiche e terapeutiche.

La Medicina Quantistica è una branca della medicina estremamente nuova e in continuo divenire in cui gli studi pionieristici di tanti scienziati e medici convergono verso la messa a punto di nuovi strumenti diagnostici e terapeutici.

Alla base di questo nuovo approccio c'è una visione dell'uomo che lo rimette al centro nella sua unità di corpo, mente, spirito ed emozioni, visione avvalorata scientificamente dalle recenti scoperte della fisica quantistica e della biofisica sui campi elettromagnetici emessi dalla materia vivente. Informazione, energia, vibrazione, rapporto mente-materia, coerenza sono le parole chiave del mondo della medicina quantistica.

Medicina Quantistica: una medicina per il futuro

di Valerio Pignatta

Il paradigma scientifico attualmente dominante in ambito medico è fortemente vincolato a una visione della realtà e della fisiologia corporea e psicologica che la fisica degli ultimi quarant'anni ha, al contrario, fortemente messo in discussione.
Solo negli ultimi anni, una branca della medicina definita “quantistica” (o a volte, secondo un'altra prospettiva, “energetica”), sta prendendo piede grazie all'integrazione della spiegazione dei fenomeni biologici con le scoperte inerenti i campi biofisici informazionali, elettrici e magnetici.

Una nuova visione della malattia

Attraverso queste nuove conoscenze è necessario guardare ai sistemi di comunicazione e regolazione del corpo in un modo diverso e molto meno meccanicistico e semplicistico.
La malattia, in un'ottica comprensiva subatomica di questo tipo, non è più un problema automatico di tipo genetico, un processo di deterioramento o un incidente di percorso senza spiegazione, ma una disregolazione elettro-chimico-cellulare dovuta a carenza di informazioni (o distorsioni del campo magnetico) e di circolo di energia tra i vari livelli dell'insieme umano costituito dalla sfera mentale, emotiva e corporea.
Il ristabilimento della salute avverrà quindi non solo attraverso l'adozione di una giusta terapia corporea, dietetica, un sano comportamento psicologico e un adatto stile di vita, ma soprattutto con la veicolazione (tramite apposite apparecchiature, tipo EAV, QXCI e altri strumenti quantistici di biofeedback e biorisonanza) a livello cellulare delle informazioni mancanti sotto forma di frequenze di energia idonee a ristabilire l'equilibrio. Peraltro, queste integrazioni di informazioni vengono fornite da almeno un paio di secoli anche attraverso la somministrazione di rimedi omeopatici e oggi anche omotossicologici, nosodi, farmaci informati (TFF) ecc.
Va da sé che questo genere di intervento deve essere calibrato individualmente (ognuno ha un proprio campo magnetico, elettrico ecc.) e che qualsiasi generalizzazione terapeutica deve essere bandita.

Dalla Fisica Quantistica alla Medicina Quantistica

Se il ponte gettato alla medicina è quello della fisica quantistica (basata sulla dualità onda-particella dei quanti) è ovvio che non solo il corpo ma anche la mente, in quanto universo elettrico e chimico, può essere oggetto di invio di frequenze e di informazioni atte a ristabilire l'equilibrio nella distorsione funzionale in corso, in questo caso di tipo psico-emotivo (anche le emozioni hanno loro frequenze), con risultati che permettono di apprezzare e verificare il successo su traumi pregressi e problemi psicologici di vario tipo.

Nel dialogo di materia ed energia sono insite infinite possibilità di approccio curativo che oggi la medicina convenzionale generalmente non prende in considerazione, ma che hanno costituito in effetti parti sostanziose di antiche medicine tradizionali orientali come l'ayurveda e la medicina tradizionale cinese.
Solitamente, invece, la maggior parte dei medici, che risente di un gap scientifico notevole rispetto alle cognizioni odierne della ricerca, obietta che questo tipo di approccio non è razionale e non poggia su solide basi dimostrate. Eppure, per fare un esempio forse sconosciuto ai più, la risonanza magnetica nucleare, utilizzata grandemente in diagnostica, è basata proprio su un principio fisico di risonanza applicato agli atomi di idrogeno che compongono i tessuti corporei.

Quindi la realtà tecno-medicale ha già recepito evoluzioni della fisica quando la medicina clinica ancora non l'ha fatto. Questo ovviamente è una vera perdita per la salute individuale e collettiva, tanto più se teniamo conto che si tratta di terapie diagnostiche o terapeutiche indolori, non invasive e quasi sempre senza effetti indesiderati.

Questo articolo è tratto dalla rivista S&C n. 51 >> http://goo.gl/KXllOJ
Scienza e Conoscenza - N. 51
Editore: Macro Edizioni



venerdì 23 gennaio 2015

7 oli essenziali che non possono mancare in casa

7 oli essenziali che non possono mancare nella tua casa

Lavanda, tea tree, bergamotto, eucalipto, menta piperita, zenzero, arancio dolce sono gli oli essenziali da tenere sempre a portata di mano

di Francesca Rifici - 22/01/2015



Mille usi con gli oli essenziali! Essenziali nel nome ed essenziali da tenere in casa, sempre a portata di mano.
Non sottovalutiamo questi preziosi aiuti che provengono dalla Natura, perché l’olio essenziale è l’estratto più puro e concentrato della pianta, capace di portare beneficio a corpo e mente.

L’utilizzo degli oli essenziali vede le sue origini oltre 5.000 anni fa: allora questi rimedi erano appannaggio della nobiltà e delle famiglie più facoltose, proprio perché “costosi”.
Il costo dell’olio essenziale  varia a seconda della laboriosità di estrazione dalla pianta e dalla complessità della coltivazione della stessa.
Curativi per il corpo se impiegati in massaggi, impacchi o inalazioni; benefici per la mente perché agiscono sui recettori nervosi, attraverso quel processo definito Aromaterapia.

E allora stiliamo una mini-guida degli oli essenziali più conosciuti, con consigli su come utilizzarli:

-    LAVANDA: utile in caso di infiammazioni di vario genere. Massaggiare qualche goccia di olio essenziale di lavanda sulle tempie in caso di mal di testa: allevia la pressione del dolore e rilassa. Respirandone l’essenza, regolarizza gli stati di umore e dà conforto al cuore.

-    TEA TREE OIL: antisettico e antimicotico. Unendolo a olio di mandorle dolci e massaggiandolo sulla zona addominale diventa un buon rimedio contro candide e parassiti intestinali, favorendo la purificazione interna. Utile anche se applicato alle micosi delle unghie.

-    BERGAMOTTO: disinfettante e antibatterico. Ottimo rimedio per chi soffre di acne al viso, a tutte le età: applicare direttamente una goccia di bergamotto sul brufoletto, dopo aver deterso il viso con un sapone anallergico allo zolfo o all’argilla.

-    MENTA PIPERITA: rinfrescante e distensivo. Applicando due gocce alla base delle narici e inspirando forte, è in grado di liberare il naso dal raffreddore. Ottimo anche per favorire la concentrazione, soprattutto se abbinato all'olio essenziale di Basilico.

-    EUCALIPTO: per le sue proprietà balsamiche è indicato in tutti i disturbi delle vie aeree anche se associate a febbre. Libera i canali respiratori agendo sull’abbassamento della temperatura corporea.

-    ZENZERO: consigliato in caso di nausea, mal d’auto, mal d’aereo, da utilizzare imbevuto in un fazzoletto e respirandone l’aroma. Utile contro i dolori muscolari e articolari. Favorisce la digestione, sia per uso interno che massaggiandolo esternamente su stomaco e intestino.

-    ARANCIO DOLCE: rilassante. Ogni sera, rientrando a casa, sarebbe buona abitudine mettere qualche goccia di olio essenziale di arancio nel diffusore per ambienti. Distende il sistema nervoso, calma le tensioni e crea un clima morbido e accogliente in casa.

Importante è scegliere sempre un olio essenziale di qualità certificata, senza fidarsi di quelli a basso costo che spesso non provengono da coltivazioni controllate e non vengono estratti correttamente, perdendo così la loro efficacia.

Questi sono solo alcuni dei tanti utilizzi degli essenziali! Ne riparleremo, con altri utili consigli e facili applicazioni.

Danièle Festy, Luca Fortuna (curatore della versione italiana)
La Mia Bibbia degli Oli Essenziali - Libro >> http://goo.gl/4u7dPb
La guida più completa all'aromaterapia
Editore: Sonda Edizioni
Data pubblicazione: Giugno 2013
Formato: Libro - Pag 592 -



giovedì 22 gennaio 2015

L'alluminio causa l'Alzheimer?

L'alluminio causa l'Alzheimer?

Un'analisi dei più recenti studi sulla pericolosità dell'alluminio per il nostro cervello

di Fiamma Ferraro - 21/01/2015



L'alluminio causa l'Alzheimer?

L’alluminio non è certamente l’unica causa dell'Alzheimer e vanno presi in considerazione numerosi altri possibili fattori, che vanno dalla predisposizione genetica alle quantità di alluminio assunto, alla difficoltà che vi è in alcuni di espellerlo, alla coesistenza di vari altri fattori nocivi (dieta, medicinali vari, ecc.).
Tuttavia gli studi più recenti sembrano indicare, anche se non ancora con “prove di colpevolezza” al 100%, che l’alluminio, in quantità giornaliere elevate e per lunghi periodi, svolge perlomeno un ruolo di “complice corresponsabile” nel far insorgere questa malattia nelle persone predisposte.
Sull’argomento vi è un’infinità di studi, con risultati in parte contrastanti. Negli anni ’60 e ’70 prevalevano gli studi che ne dichiaravano la colpevolezza, poi hanno iniziato a prevalere quelli che ne indicavano l’innocenza, ma negli anni più recenti sono divenuti sempre più numerosi quelli che ne indicano la colpevolezza.
L’attuale situazione è riassunta bene ad esempio nel seguente articolo di Tomljenovic l. (Gruppo di ricerca neurologica dell’Università della British Columbia, Vancouver, Canada), pubblicato su:

J Alzheimers Dis. 2011;23(4):567-98. doi: 10.3233/JAD-2010-101494, con il titolo: Aluminum and Alzheimer's disease: after a century of controversy, is there a plausible link?. (Alluminio e morbo di Alzheimer: dopo un secolo di controversie; vi è un nesso plausibile?).

In questo articolo si osserva che l’alluminio è il metallo neurotossico maggiormente presente sulla terra, il cui possibile accumulo nel tessuto neuronale è stato ripetutamente dimostrato. Il ruolo dell’alluminio nell’Alzheimer è stato ripetutamente negato in base alle seguenti considerazioni :
1) l’alluminio non potrebbe penetrare nel cervello in quantità tali da causare danni;
2) l’alluminio in eccesso sarebbe facilmente espulso dal corpo;
3) l’accumulo di alluminio nei neuroni sarebbe una conseguenza più che una causa dell’Alzheimer.

A queste tesi nell’articolo viene fornita la seguente risposta:
1) la ricerca ha dimostrato che sono sufficienti quantità anche molto esigue di alluminio per provocare neurotossicità;
2) l’alluminio riesce con vari meccanismi di trasporto ad attraversare la barriera emato-encefalica e quindi a penetrare nel tessuto cerebrale;
3) l’accumulo di quantità pur esigue di alluminio nel corso della vita porta con il tempo a un suo accumulo selettivo nei tessuti cerebrali;
4) sin dal 1911 l’evidenza sperimentale ha ripetutamente dimostrato che l’intossicazione cronica da alluminio riproduce la sintomatologia neuropatologica propria dell’Alzheimer.

L’articolo conclude pertanto che: "L’ipotesi che l’alluminio contribuisca in modo significativo all’Alzheimer è basata su evidenza sperimentale molto solida” e che “dovrebbero essere prese delle misure immediate per diminuire l’esposizione delle persone all’alluminio, esposizione che potrebbe essere il singolo fattore, maggiormente pesante ed evitabile in relazione all’Alzheimer ".

In questo libro della dottoressa Fiamma Ferraro sono indicati alcuni rimedi diretti a liberare l'organismo umano da almeno una parte del carico di tossine che tutti noi, vivendo in un ambiente tanto inquinato quanto quello odierno, non possiamo evitare di accumulare nel corso degli anni.

Numerosi altri studi dimostrano il nesso alluminio-Alzheimer, si vedano solo a titolo di esempio:

- Rodella LF, Ricci F, Borsani E, Stacchiotti A, Foglio E, Favero G, Rezzani R, Mariani C, Bianchi R. “Aluminium exposure induces Alzheimer's disease-like histopathological alterations in mouse brain”, Histol Histopathol. 433-9. 23 Apr. 2008.
- Flarend, R, T Bin, D Elmore, and S L. Hemb. “A Preliminary Study of the Dermal Absorption of Aluminum From Antiperspirants Using Aluminium-26”, Food and Chemical Toxicology 39 (2001): 163-168. 22 Jan. 2008.
- Exley, C, and M M. Esiri. “Severe Cerebral Cognophilic Angiopathy Coincident with Increased Brain Aluminium in a Resident of Camelford, Cornwall, UK”, Journal of Neurology, Neurosurgery, and Psychiatry 77 (2006): 877-879. 18 Jan. 2008.

Ed ecco ancora altri estratti:

-Recent research suggests that aluminium is linked to neurotoxicity and even dementia (Immunologic Research online, April 2013).
-Aluminium is found in higher concentrations in the brains of Alzheimer's patients (Journal of Alzheimer's Disease online, Vol. 35, No. 1, 2013).
-There is growing concern that aluminium is involved in the development of this devastating condition (Clinical Biochemistry, January 2013).
-A preliminary study found that drinking silicon-rich mineral water helps remove aluminum from the body and may improve cognition (Journal of Alzheimer's Disease, Vol. 33, No. 2, 2013).

In particolare, il Prof. Christopher Exley, dell’Università di Keele, U.K. in un articolo che in Gran Bretagna ha ricevuto notevole diffusione (http://www.dailymail.co.uk/health/article-2792370/aluminium-poisoning-brains-causing-alzheimer-s-professor-claims.html#ixzz3OFElkEa4) ha osservato per l’appunto che l’alluminio è il metallo più abbondante contenuto nella crosta terrestre, e quindi si trova anche nelle piante e negli alimenti, ma che, mentre fino a 50 anni fa assumevamo solo minime quantità di questa sostanza dagli alimenti e magari dalle pentole in cui questi alimenti erano cucinati, oggi invece siamo circondati dall’alluminio e ne assumiamo quantità industriali, poiché è divenuto onnipresente; si trova nell’acqua, nei deodoranti e cosmetici, in involucri e detersivi, negli antiacidi e in altre medicine. Il Prof. Exley conclude: "Stiamo tutti quanti accumulando una nota neurotossina nel nostro cervello, dal momento in cui siamo concepiti fino alla morte; perchè mai affrontiamo questo fattore inevitabile con una tale noncuranza?".

Il discorso riguardante l’opportunità di dedicare la giusta attenzione a prodotti con cui si entra in contatto quotidiano vale certo non solo per l’alluminio ma per numerose altre sostanze (piombo, mercurio, arsenico, ecc.) presenti oggi nel nostro ambiente in quantità mai viste fino a un centinaio di anni fa; il nostro organismo non si è ancora evoluto in modo tale da poterle smaltire tutto senza problemi. Dosi “infinitesimali” di ognuna di queste sostanze tossiche, prese ogni tanto e singolarmente non farebbero danni, ma la somma di tutte queste dosi “infinitesimali” assunte giornalmente alla fine rischia di diventare notevole e non più innocua.

La conclusione sopracitata del Prof. Exley sembra riassumere molto bene l’atteggiamento più appropriato nei confronti di questo problema: non è certo il caso di diventare “nevrotici” e di evitare con “terrore” di assumere quantità anche infinitesimali di alluminio. L’alluminio in forma organica contenuto negli alimenti è innocuo, e anche se a quello alimentare viene aggiunto alluminio in altre forme, purché in quantità limitata e non ogni giorno, con ogni probabilità non succede nulla (salvo magari in soggetti geneticamente predisposti o con problemi di eliminazione). Vale tuttavia la pena di dedicare un minimo di attenzione al problema e di prendere alcune precauzioni elementari. Così ad esempio se si devono prendere frequentemente antiacidi e altre medicine contenenti alluminio si potrebbe evitare di usare deodoranti con alluminio, e fare attenzione a non mettere pentole e posate di alluminio a contatto con l’aceto. È l’assunzione quotidiana e costante di alluminio che causa problemi, e non un’assunzione occasionale. Per cui se ogni tanto, per cucinare un piatto particolarmente gustoso, si vogliono utilizzare per la cottura le buone proprietà conduttrici delle pentole in alluminio non rivestito, allora non succede alcun danno: buon appetito!


Fiamma Ferraro
La Terapia Chelante - Libro >> http://goo.gl/RDwStG
Disintossicarsi dai Metalli Tossici
Editore: Macro Edizioni
Data pubblicazione: Aprile 2014
Formato: Libro - Pag 224 - 13.5x20.5 cm


mercoledì 21 gennaio 2015

Miele di Ulmo: antibiotico naturale

Miele di Ulmo: antibiotico naturale

Scopri le proprietà del miele di Ulmo, un antibiotico naturale molto efficace in caso di influenza

di Antonio Colasanti - 20/01/2015



Miele di Ulmo: antibiotico naturale

Dopo il miele manuka neo-zelandese, un altro miele proveniente da tutt'altra parte del mondo fa parlare di sé: si tratta del miele di Ulmo cileno.
L'albero di ulmo-eucryphia cordifolia è un grande arbusto sempreverde che cresce fino a 30 metri e pieno di fiori bianchi simili alla camelia che fioriscono in marzo. Il nettare raccolto dalle api si trasforma in un miele cremoso dal profumo delicato.
Il miele è una sostanza di cui non dobbiamo fare a meno: via gli zuccheri raffinati e quelle terribili sostanze chimiche chiamati dolcificanti e spazio al miele, la metamorfosi di un fiore in cibo che rappresenta una barriera naturale contro virus e batteri.

Le proprietà del miele di Ulmo

Numerose ricerche hanno dimostrato l'efficacia del miele di Ulmo su stafilococchi ed escherichia coli resistenti anche alle penicilline. L'azione del miele è dovuta alla produzione di perossido di idrogeno ed risultata evidente contro tutti i batteri.
Il miele di Ulmo ha proprieta cicatrizzanti, antiossidanti, facilita la funzione digestiva e respiratoria, ha effetto diuretico e sedativo, ed è un notevole aiuto in caso di tosse, bronchite, raffreddori e reumatismi. Il miele di Ulmo combatte e sconfigge i batteri resistenti agli antibiotici.

Tanti modi per usare il miele di Ulmo

Il gusto e l'aroma evocano una sottile combinazione di vaniglia, gelsomino, chiodi di garofano, con un tocco di caramello. Ci sono tanti modi per gustare il miele di Ulmo: come dolcificante nel latte e nelle tisane, nei frullati, nella preparazione di dolci, a colazione e a merenda spalmato sul pane o su fette biscottate, nello yogurt.
Sciolto in acqua tiepida fornisce una ricarica extra per gli sportivi o nei momenti di stress.
Grazie alle sue proprietà è consigliato per supportare l'organismo in caso di molteplici necessità ed è per questo un prezioso alleato per tutta la famiglia.


Miele di Ulmo >> http://goo.gl/QA5xx1
Produttore: RG Pharma
Tipo: Prodotto
Confezione: 350 g



martedì 20 gennaio 2015

Insonnia

Insonnia

di Thorwald Dethlefsen


Come il cibo e la sessualità, il sonno è una necessità istintuale
dell'uomo. Un terzo della nostra vita lo passiamo dormendo. Un buon
sonno è sempre legato a molte abitudini: un determinato letto, una
certa posizione, un determinato orario, ecc. Un cambiamento di queste
abitudini porta spesso a turbative del sonno.

Il sonno è un fenomeno particolare. Tutti siamo capaci di dormire
senza aver imparato, e tuttavia non sappiamo come funziona la cosa.
Desideriamo il sonno, e tuttavia a volte abbiamo la sensazione che
qualcosa ci minacci dal mondo del sonno e del sogno.  Da dove viene il
convincimento che la vita che conduciamo di giorno sia più vera e più
reale della nostra vita onirica? Chi ci autorizza a dire che si tratta
soltanto di sogni? Ogni esperienza che fa la coscienza è sempre vera,
sia che la si chiami realtà, sogno o fantasia. Sogno e veglia,
coscienza notturna e diurna sono polarità e si compensano
reciprocamente. La voce popolare definisce il sonno come il fratello
minore della morte. Ogni volta che dormiamo ci esercitiamo a morire.
Addormentarsi presuppone allentamento da ogni controllo, da ogni
intenzione, da ogni attività, richiede da noi disponibilità e fiducia,
capacità di abbandonarsi a ciò che è sconosciuto. Non è possibile
addormentarsi attraverso la costrizione, l'autocontrollo, la volontà e
lo sforzo. Ogni volontà attiva è il modo più sicuro di impedire il
sonno. Noi possiamo solo creare le premesse più favorevoli per il
sonno, ma poi dobbiamo aspettare pazientemente che il sonno decida a
scendere su di noi. Tutto ciò che il sonno (e la morte) esigono da
noi, non rientra nelle abilità dell'uomo.

Abbiamo paura del sentimento, dell'irrazionale, dell'ombra,
dell'inconscio, del male, del buio, della morte. Ci teniamo
spasmodicamente aggrappati al nostro intelletto e alla nostra
coscienza diurna, con cui crediamo di poter vedere tutto. Se poi
arriva il comando di "abbandonarsi", emerge la paura. Così come la
notte fa parte del giorno, anche l'ombra  fa parte di noi e la morte
fa parte della vita. Il sonno ci porta quotidianamente a questa soglia
tra aldiquà e aldilà, ci conduce nelle zone d'ombra e notturne della
nostra anima, ci fa vivere nel sogno quello che non abbiamo vissuto e
ci rimette di nuovo in equilibrio.

Chi soffre di insonnia, o meglio di difficoltà ad addormentarsi, ha
difficoltà e paura di lasciare il proprio controllo consapevole e di
affidarsi al proprio inconscio.   L'insonne manca di fiducia e di
capacità di abbandonarsi, si identifica troppo   con il suo ruolo di
persona attiva e non riesce ad abbandonarsi. Sogno e orgasmo sono
piccole morti e vengono vissuti come pericolo dall'uomo che ha una
forte identificazione col proprio Io. Ogni monotonia annoia l'emisfero
sinistro e l'induce ad abbandonare il suo predominio. Tutte le
tecniche di meditazione utilizzano questa regola: la concentrazione su
un punto o sul respiro, la ripetizione di un mantra, portano al
passaggio dell'emisfero sinistro a quello destro, dal lato diurno a
quello notturno, dall'attività alla passività.

Un eccessivo bisogno di dormire indica una problematica opposta.  Chi,
sebbene abbia dormito a sufficienza, ha difficoltà a svegliarsi e ad
alzarsi, dovrebbe prendere atto della propria paura ad affrontare il
giorno, l'attività e di doveri quotidiani. Svegliarsi e cominciare una
nuova giornata significa diventare attivi, agire e assumersi delle
responsabilità. Come l'addormentassi è in rapporto con la morte, lo
svegliarsi è una piccola nascita. Il problema è sempre
nell'unilateralità, la soluzione è al centro, nell'equilibrio, nel
sia-sia. Soltanto qui si capisce che la nascita e morte sono una cosa
sola.

Domande da porsi nel caso d'insonnia:

1) Fino a che punto sono dipendente da potere, controllo, intelletto?
2) So abbandonarmi?
3) Mi preoccupo del lato oscuro della mia anima?
4) Come è grande la mia paura della morte?
Domande da porsi nel caso di eccessivo bisogno di dormire:
1) Rifuggo dall'attività, dalla responsabilità e dalla presa di coscienza?
2) Vivo nel mondo dei sogni e ho paura di destarmi alla realtà?

Tratto da Malattia e Destino il valore e il messaggio della malattia
Thorwald Dethlefsen Ed. Mediterranee

da disinformazione.it




lunedì 19 gennaio 2015

La cura del Limone per fare il pieno di vitamina C

La cura del Limone per fare il pieno di vitamina C

Prevenzione e cura tutto l'anno con l'utilizzo del Limone in diverse forme

Marianna Gualazzi - 16/01/2015



Per rinforzare le nostre naturali difese e stimolare il sistema immunitario possiamo fare ricorso a tantissimi rimedi offerti dalla natura: tra questi il limone è molto efficace e a bassissimo costo.

Ora vediamo insieme perché il limone sostiene il sistema immunitario e come possiamo utilizzarlo nelle malattie da raffreddamento.

La cura del limone: un antivirale naturale

Il limone contiene molte sostanze che si occupano del buon funzionamento del sistema immunitario. Al primo posto entrano in azione i bioflavonoidi – e fra questi in particolare la rutina e l’esperidina – combinati con la vitamina C naturale del limone. Insieme costituiscono un supporto ottimale alle difese corporee.
La vitamina C elimina l’immunodeficienza e la previene, e nel far questo la sua azione è resa ancor più efficace dai bioflavonoidi. Questi, inoltre, mantengono alto il livello di vitamina C nelle cellule corporee. In tal modo si creano importanti depositi di vitamina C in tutto l’organismo – milioni di “stazioni di rifornimento” per le cellule del sistema immunitario, che hanno un’assoluta necessità di vitamina C, proprio come le auto hanno bisogno di benzina per poter viaggiare. Senza questa vitamina le cellule immunitarie sarebbero impotenti contro gli invasori.

Il limone e le malattie da raffreddamento

I raffreddori, chiamati anche infezioni virali, sono provocati dai rinovirus. A differenza delle “vere influenze” causate dai virus influenzali, i raffreddori sono innocui, perché in media guariscono da soli nel giro di due settimane, anche se sono molto fastidiosi. L’obiettivo dei rinovirus sono le mucose dell’apparato respiratorio umano. Quando le raggiungono, scatenano i tipici sintomi da raffreddore: febbre, fitte alla testa, dolori agli arti, prurito in gola, naso che cola.

La Cura del limone: ecco come si fa

Già quando compaiono i primi sintomi di una malattia da raffreddamento, come il raschio alla gola o il naso che cola, dovreste fornire all’organismo la vitamina C mediante una cura-urto a base di limoni. In questo modo il vostro sistema immunitario si rafforzerà e i virus non avranno nessuna possibilità di moltiplicarsi ulteriormente. Bevete quindi ogni 2 ore il succo di un limone appena spremuto in un bicchiere di acqua tiepida.
Potete rendere ancora più intenso l’effetto sul sistema immunitario aggiungendo alla bevanda 1 cucchiaio di aceto al limone 2 volte al giorno. Se vi sembra troppo aspra, potete dolcificarla con un po’ di miele.

Gargarismo per il mal di gola con succo di limone

In 1/4 di litro di acqua tiepida versate il succo di un limone e un cucchiaino di sale. Fate dei gargarismi della durata di un minuto 3 volte al giorno. Il bruciore iniziale scompare rapidamente.

Lavaggi nasali con il succo di limone

Le irrigazioni nasali al limone uccidono i virus del raffreddore, forniscono importanti minerali alla mucosa nasale e la mantengono umida. Il naso tappato si libera, e voi potete respirare di nuovo senza problemi. A questo scopo versate in un bicchiere di acqua tiepida un cucchiaio di succo di limone appena
spremuto e una presa di sale. Appoggiate il bicchiere a una narice, chiudete l’altra premendola con un dito e tirate su con forza la soluzione salina con la narice aperta. Aspettate un momento, soffiate fuori e poi ripetete la stessa procedura con l’altra narice. Anche se all’inizio vi potrà sembrare sgradevole, perché il naso pizzica un po’, di lì a poco ci farete l’abitudine e in breve noterete i miglioramenti.

Il limone ha altre mille virtù e proprietà terapeutiche: per scoprirle tutte puoi acquistare il libro da cui abbiamo tratto questo articolo:

Salute Bellezza Igiene con la Cura del Limone >> http://goo.gl/2j0ndB
Werner Meidinger
Le migliori ricette per la cosmesi naturale, la casa e la cucina
Editore: Macro Edizioni
Data pubblicazione: Giugno 2007
Formato: Libro - Pag 112 - 15x21


Un altro rimedio efficace a basso costo: Il miele

Conosciuto da millenni, il miele è noto per le sue proprietà antibatteriche, nutritive e nutrizionali. Il miele aiuta a fissare il calcio e il magnesio ed è un concentrato di energia immediatamente assimilabile dall'organismo.
Un cucchiaino di miele per iniziare la giornata è quello che ho deciso di proporre quest'anno ai miei figli come rimedio base per sostenerli durante tutta la stagione fredda.
Ho testato due prodotti che ritendo eccezionali e che sono entrati nella mia piccola farmacia casalinga.

Il primo è il miele di Manuka: ne avevo tanto sentito parlare e ho deciso finalmente di provarlo. Le sue proprietà antibatteriche sono note e scientificamente testate e sono molto maggiori rispetto a tutti gli altri tipi di miele presenti in commercio. Il miele di Manuka è un protettivo dell'apparato gastro-intestinale e si può anche utilizzare a livello topico per la cura delle ferite, delle ulcere e delle piaghe.

Miele di Manuka Mgo 550 - 250 gr
250 gr
Manuka Health


Un altro prodotto che ritengo super efficace nella versione sia per bimbi che per adulti è un preparato a base di miele di Remedia Erbe: si tratta di un sostegno per le vie respiratorie nei confronti di problemi legati al raffreddamento grazie alla delicatezza delle acque aromatiche, l'efficacia degli estratti idroalcolici e la forza degli oli essenziali. Da provare e utilizzare per tutto l'inverno!

Bimbiflor
Mellito balsamico, miele gemme e fiori
Remedia Erbe

Apiflor
Mellito balsamico
Remedia Erbe