martedì 20 gennaio 2015

Insonnia

Insonnia

di Thorwald Dethlefsen


Come il cibo e la sessualità, il sonno è una necessità istintuale
dell'uomo. Un terzo della nostra vita lo passiamo dormendo. Un buon
sonno è sempre legato a molte abitudini: un determinato letto, una
certa posizione, un determinato orario, ecc. Un cambiamento di queste
abitudini porta spesso a turbative del sonno.

Il sonno è un fenomeno particolare. Tutti siamo capaci di dormire
senza aver imparato, e tuttavia non sappiamo come funziona la cosa.
Desideriamo il sonno, e tuttavia a volte abbiamo la sensazione che
qualcosa ci minacci dal mondo del sonno e del sogno.  Da dove viene il
convincimento che la vita che conduciamo di giorno sia più vera e più
reale della nostra vita onirica? Chi ci autorizza a dire che si tratta
soltanto di sogni? Ogni esperienza che fa la coscienza è sempre vera,
sia che la si chiami realtà, sogno o fantasia. Sogno e veglia,
coscienza notturna e diurna sono polarità e si compensano
reciprocamente. La voce popolare definisce il sonno come il fratello
minore della morte. Ogni volta che dormiamo ci esercitiamo a morire.
Addormentarsi presuppone allentamento da ogni controllo, da ogni
intenzione, da ogni attività, richiede da noi disponibilità e fiducia,
capacità di abbandonarsi a ciò che è sconosciuto. Non è possibile
addormentarsi attraverso la costrizione, l'autocontrollo, la volontà e
lo sforzo. Ogni volontà attiva è il modo più sicuro di impedire il
sonno. Noi possiamo solo creare le premesse più favorevoli per il
sonno, ma poi dobbiamo aspettare pazientemente che il sonno decida a
scendere su di noi. Tutto ciò che il sonno (e la morte) esigono da
noi, non rientra nelle abilità dell'uomo.

Abbiamo paura del sentimento, dell'irrazionale, dell'ombra,
dell'inconscio, del male, del buio, della morte. Ci teniamo
spasmodicamente aggrappati al nostro intelletto e alla nostra
coscienza diurna, con cui crediamo di poter vedere tutto. Se poi
arriva il comando di "abbandonarsi", emerge la paura. Così come la
notte fa parte del giorno, anche l'ombra  fa parte di noi e la morte
fa parte della vita. Il sonno ci porta quotidianamente a questa soglia
tra aldiquà e aldilà, ci conduce nelle zone d'ombra e notturne della
nostra anima, ci fa vivere nel sogno quello che non abbiamo vissuto e
ci rimette di nuovo in equilibrio.

Chi soffre di insonnia, o meglio di difficoltà ad addormentarsi, ha
difficoltà e paura di lasciare il proprio controllo consapevole e di
affidarsi al proprio inconscio.   L'insonne manca di fiducia e di
capacità di abbandonarsi, si identifica troppo   con il suo ruolo di
persona attiva e non riesce ad abbandonarsi. Sogno e orgasmo sono
piccole morti e vengono vissuti come pericolo dall'uomo che ha una
forte identificazione col proprio Io. Ogni monotonia annoia l'emisfero
sinistro e l'induce ad abbandonare il suo predominio. Tutte le
tecniche di meditazione utilizzano questa regola: la concentrazione su
un punto o sul respiro, la ripetizione di un mantra, portano al
passaggio dell'emisfero sinistro a quello destro, dal lato diurno a
quello notturno, dall'attività alla passività.

Un eccessivo bisogno di dormire indica una problematica opposta.  Chi,
sebbene abbia dormito a sufficienza, ha difficoltà a svegliarsi e ad
alzarsi, dovrebbe prendere atto della propria paura ad affrontare il
giorno, l'attività e di doveri quotidiani. Svegliarsi e cominciare una
nuova giornata significa diventare attivi, agire e assumersi delle
responsabilità. Come l'addormentassi è in rapporto con la morte, lo
svegliarsi è una piccola nascita. Il problema è sempre
nell'unilateralità, la soluzione è al centro, nell'equilibrio, nel
sia-sia. Soltanto qui si capisce che la nascita e morte sono una cosa
sola.

Domande da porsi nel caso d'insonnia:

1) Fino a che punto sono dipendente da potere, controllo, intelletto?
2) So abbandonarmi?
3) Mi preoccupo del lato oscuro della mia anima?
4) Come è grande la mia paura della morte?
Domande da porsi nel caso di eccessivo bisogno di dormire:
1) Rifuggo dall'attività, dalla responsabilità e dalla presa di coscienza?
2) Vivo nel mondo dei sogni e ho paura di destarmi alla realtà?

Tratto da Malattia e Destino il valore e il messaggio della malattia
Thorwald Dethlefsen Ed. Mediterranee

da disinformazione.it