martedì 30 giugno 2015

Pranic Healing Avanzato

Pranic Healing Avanzato

Il sistema di guarigione energetica più avanzato con l’uso del prana colore

di Master Choa Kok Sui



Pranic Healing Avanzato - Libro

Questo libro si basa soprattutto su ciò che il Maestro Mai Ling – uno dei mentori dell’autore per quanto riguarda gli studi esoterici – ha insegnato a Master Choa Kok Sui, e su altre utili informazioni ricevute da diversi Maestri.

Oltre che sugli esperimenti e sulle indagini condotte da Mai Ling, fondati su osservazioni chiaroveggenti, Pranic Healing Avanzato si basa anche su molte altre sperimentazioni compiute in seguito dall’autore e dai suoi studenti.

Alcuni concetti e alcune tecniche sono completamente nuovi e diversi rispetto a quelli di altri libri sulle terapie con i colori.

In uno dei capitoli, ad esempio, si trovano le istruzioni sull’arte del trattamento istantaneo delle ferite recenti.

Molte tecniche avanzate illustrate in questo manuale dovrebbero essere eseguite da “pranic healer” esperti e non dai principianti.

Una comprensione scorretta dei principi e delle istruzioni e un’applicazione sbagliata di tali tecniche terapeutiche avanzate potrebbero provocare effetti negativi sui pazienti.

Prima di eseguire una qualsiasi delle tecniche avanzate esposte, bisognerebbe leggere il libro almeno due volte!

ARGOMENTI

Il Pranic Healing Avanzato utilizza i prana colore e le tecniche chakrali per ottenere guarigioni rapidissime e curare malattie difficili.
Somministrando prima la Psicoterapia pranica e poi il Pranic Healing Avanzato si possono ottenere risultati notevoli con i disturbi di origine psicologica.


Anteprima del Libro

La salute del lavoratore è notevolmente condizionata dalla natura del lavoro, dalle condizioni psicologiche dei suoi colleghi e da tutto l'ambiente lavorativo che lo circonda.

In questo cosiddetto mondo moderno e sviluppato c'è troppa tensione, troppo stress e, in altre parole, c'è un eccessivo livello di:

Pressione lavorativa
Fretta
Preoccupazione e ansia
Irritazione, rabbia, sentimenti feriti
Eccessiva aggressività
Bullismo
Vessazioni.
Forti tensioni e stress, a lungo andare, provocano un cattivo funzionamento del chakra del plesso solare e degli altri chakra, con possibili conseguenti manifestazioni di ulcere gastriche, disturbi cardiaci, ipertiroidismo, sinusiti, emicranie, malfunzionalità epatiche, malattie renali, debolezza generale, depressione e altro.

La meditazione può fare molto per contrastare le condizioni di stress. Tuttavia, in alcuni casi può aiutare solo fino a un certo punto; a volte, infatti, le condizioni sono così stressanti che sarebbe più saggio cambiare lavoro o passare a uno stile di vita meno impegnativo e con condizioni lavorative più sane.

Lo stato psicologico dei colleghi di lavoro è altrettanto importante poiché lo stress è psichicamente molto contagioso.

Le persone che sono sottoposte a forte stress trasmettono, attraverso le loro aure e i loro chakra, energia da stress a coloro che li circondano. Consciamente o inconsciamente, essi, con il loro atteggiamento odioso e maleducato, trasferiscono gran parte del loro stress agli altri.

Un comportamento simile è inaccettabile e piuttosto incivile.
In futuro un tale comportamento sarà considerato rozzo e barbaro.
È molto sgarbato e inopportuno scaricare sugli altri i propri escrementi psichici.

Il modo corretto per liberarsi dall'energia da stress è meditare, somministrarsi il self Pranic Healing o sottoporsi a una serie di trattamenti di Pranic Healing. La produttività lavorativa migliorerebbe enormemente se i dirigenti e i lavoratori si sottoponessero regolarmente a trattamenti di Pranic Healing.

Lo stress, se protratto nel tempo, diventa un disturbo psicologico che può danneggiare negativamente il corpo fisico. Nelle nazioni più sviluppate lo stress è diventato epidemico. Tutti i lavoratori hanno il diritto ad avere un ambiente di lavoro sicuro dal punto di vista fisico e sano dal punto di vista psicologico.

È solo una questione di tempo prima che questo diritto fondamentale sia riconosciuto e rispettato.


Indice

PARTE I - CONCETTI, PRINCIPI E TECNICHE

Capitolo 1 : I prana colore
Capitolo 2: Gli undici chakra maggiori
Capitolo 3: Trattamento preventivo
Capitolo 4: Tecniche avanzate di Pranic Healing
Capitolo 5: Applicazioni generali

PARTE II - TRATTAMENTI DI PRANIC HEALING AVANZATO

Capitolo 6: Il sistema immunitario
Capitolo 7: Disturbi agli occhi, alle orecchie e alla gola
Capitolo 8: Malattie della pelle
Capitolo 9: Malattie cardiache e del sistema circolatorio
Capitolo 10: Malattie respiratorie
Capitolo 11: Disturbi gastrointestinali
Capitolo 12: Malattie dell'apparato urinario
Capitolo 13: Disturbi dell'apparato riproduttivo
Capitolo 14: Malattie endocrine
Capitolo 15: Malattie del sistema scheletrico e del sistema muscolare
Capitolo 16: Malattie del sangue
Capitolo 17: Malattie del cervello e del sistema nervoso
Capitolo 18: Tumori e cancro

PARTE III - TRATTAMENTI SUPPLEMENTARI

Capitolo 19: Guarigione su istruzione
Capitolo 20: Guarigione divina

PARTE IV - IL FUTURO DEL PRANIC HEALING

Capitolo 21: Idee in germe

Appendice

1 - CD audio e video di Master Choa Kok Sui
2 - Corsi di Master Choa Kok Sui
3 - Centri e Organizzazioni di Pranic Healing
4 - Indirizzi Internazionali del Pranic Healing

Indice analitico


Master Choa Kok Sui
Pranic Healing Avanzato - Libro >> http://goo.gl/SNcg2k
Il sistema di guarigione energetica più avanzato con l’uso del prana colore
Editore: Edizioni Mediterranee
Data pubblicazione: Giugno 2015
Formato: Libro - Pag 300 - 17 x 24 cm



lunedì 29 giugno 2015

Vivere la Natura

Vivere la Natura

Attività di scoperta e giochi per tutte le età - Oltre 50 giochi

di Joseph Bahrat Cornell



Vivere la Natura - Libro

Se tornassi a scuola
vorrei fare molto meno delle materie classiche
e molto più di Vivere la Natura

Francesco Rosso
Direttore Generale di Macrolibrarsi

Il contatto con la natura è un’occasione insostituibile di apprendimento e crescita. Questo libro nasce dall'esperienza di un insegnante che per decenni ha guidato bambini, ragazzi e adulti alla conoscenza del mondo vivente, non in aule chiuse ma all'aperto, giocando e osservando la natura con loro.

Libri come questo, che fanno fiorire il cuore dei bambini e ragazzi nutrendo la loro innata spiritualità, sono la garanzia di un futuro migliore per il nostro pianeta.

Un manuale prezioso, efficace, divertente da usare, una miniera di giochi nella natura e attività di scoperta e consapevolezza per tutte le età


Dalla Quarta di copertina

Un approccio innovativo per vivere la natura.

Un numero sempre crescente di ricerche conferma che le persone, a prescindere dalla loro età, si sentono più felici, godono di una maggiore salute e ottengono risultati più significativi se hanno la possibilità di giocare e imparare stando immerse nella natura. Ricostruendo il nostro legame con la natura, ricostruiamo noi stessi.

Uno dei “luoghi” migliori da cui cominciare è questo libro meraviglioso, che da oltre tre decadi rappresenta un punto di riferimento per educatori, genitori e guide naturalistiche di tutto il mondo. Il suo approccio innovativo invita bambini e adulti a scoprire il mondo della natura attraverso giochi divertenti e profonde esperienze personali.

Seguendo il metodo del Flow LearningTM da lui stesso ideato, Joseph Cornell – uno dei più stimati educatori ambientali a livello mondiale – ci offre oltre 50 diverse attività, articolate in quattro fasi, per:

risvegliare l’entusiasmo
focalizzare l’attenzione
immergersi nella natura
condividere l’esperienza.
Questo libro – utilizzato da oltre trent’anni da educatori e guide naturalistiche in tutto il mondo – ha dato il via a una rivoluzione mondiale nel campo dell’educazione e ha aiutato milioni di adulti e bambini a sperimentare un rapporto più profondo e significativo con la natura.



Conosciuto in tutto il mondo da naturalisti ed educatori, Joseph Bharat Cornell da molti anni si dedica ad avvicinare bambini e adulti al loro contatto interiore attraverso la natura. Ha fondato il movimento Sharing Nature®, oggi diffuso in molti Paesi.
Questo suo famosissimo libro, un classico utilizzato da educatori in tutto il mondo, è stato ampliato dall’autore in occasione del ventesimo anniversario della pubblicazione, con l’aggiunta di approfondimenti e di nuove attività nella natura.

Questa nuova versione è disponibile per la prima volta in italiano.

Questa nuova edizione, rivista e ampliata dall’Autore, è una vera miniera di attività gioiose per conoscere l’ambiente naturale, con oltre 50 giochi per tutte le età spiegati in dettaglio e innumerevoli consigli pratici per raccontare storie e organizzare escursioni naturalistiche.

Facile, efficace e divertente da usare
Uno strumento di apprendimento che tocca anche il cuore
Perfetto per genitori, educatori e guide naturalistiche
Vivi le gioie della natura!


Prefazione di "Vivere la Natura" libro di Joseph Bahrat Cornell

Le esperienze che viviamo nell’ambiente naturale, vicino o lontano, ci rendono vivi.

Provate a ricordare i momenti in cui vi siete trovati all’aperto a muovervi, agire e imparare usando al massimo i vostri sensi, immersi in un sentimento di gioia autentica. Forse si è trattato di rari episodi, anche se vi auguro che non sia così, ma chi ha avuto la fortuna di sperimentare momenti simili, sa che rimangono scolpiti nella memoria in modo indelebile.

Conservano in sé la vita stessa. E quando li ricordate, provate di nuovo quel profondo senso di meraviglia e di infinite possibilità.

E se esistesse un metodo per risvegliare anche negli altri questo senso di autenticità?

Questa è la domanda che si pose l’educatore Joseph Cornell nel 1971.

Sviluppare un metodo di insegnamento basato sulla natura e capace di suscitare un profondo senso di reverenza e consapevolezza delle possibilità in un nugolo di bambini vivaci non è certo un compito facile, ma questo è ciò che fece Cornell.

Egli creò un potente modello di istruzione basato sulla natura, costruito su centinaia di sessioni di formazione pratica e partecipativa, e illustrato nei suoi libri. Le sue tecniche di Flow Learning, che includono la gioia come parte dell’esperienza di insegnamento e apprendimento, hanno aiutato gli insegnanti di tutto il mondo a instaurare un contatto più profondo con i loro studenti.

David Tribe, consulente di educazione ambientale del Dipartimento dell’Istruzione del New South Wales, Australia, oggi in pensione, descrive così l’influenza di Cornell: «L’utilizzo delle fasi del Flow Learning e delle attività che propone fanno dell’insegnamento dell’educazione ambientale una vera gioia».

L’essenza del Flow Learning è ingannevolmente semplice. Come ha detto Cornell: «Il patrimonio più grande di ogni studente è fatto di entusiasmo, curiosità e capacità di stupirsi. Se sminuiamo queste qualità, distruggiamo quella parte di noi stessi che si espande all’esterno ad abbracciare la vita».

Un numero crescente di aneddoti e di ricerche conferma che le persone, a prescindere dalla loro età, si sentono più felici, godono di una migliore salute mentale e fisica e danno risultati scolastici migliori se hanno la possibilità di giocare e imparare stando immerse nella natura. Gli ambienti naturali esercitano un’influenza positiva sui nostri sensi, sulla nostra salute spirituale e sui legami con la nostra famiglia e con una più ampia comunità, compresa quella di altre specie.

In poche parole, ricostruendo il nostro legame con la natura, ricostruiamo noi stessi.

Il manuale di Cornell Sharing Nature with Children (Condividere la natura con i bambini) è stato un libro di grande impatto. Ora, in occasione del trentacinquesimo anniversario, viene pubblicata questa edizione speciale, rivisitata e adattata a tutte le età.

L’approccio innovativo che propone invita bambini e adulti a scoprire il mondo della natura attraverso giochi e piacevoli esperienze personali, e trasmette concetti spirituali profondi rendendoli comprensibili a tutti. Soprattutto, Cornell ci ricorda che una vita arricchita dal contatto con la natura può essere molto divertente. Educatori di tutto il mondo raccontano di come i bambini si tuffino in questo flusso di apprendimento esperienziale senza rendersi conto che il loro divertimento fa parte del piano.

Nel 2005, con la pubblicazione del mio libro L’ultimo bambino nei boschi, ho introdotto il termine “disturbo da deficit di natura” come spunto per un ampio approfondimento a livello sociale sulla disconnessione tra le persone e la natura e le relative implicazioni. L’aumento dei casi di obesità, di depressione e di ansia e il numero sempre crescente di adulti che sviluppano il diabete richiamano l’attenzione sui problemi di salute che derivano da uno stile di vita sedentario.

Come evidenziato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in una relazione del 2002: «Lo stile di vita sedentario può essere indicato come una tra le dieci principali cause di morte e disabilità a livello mondiale».

La scienza non ha tutte le risposte, ma noi sappiamo che un’esposizione anche limitata alla natura è in grado di ridurre gli effetti dei disturbi dell’attenzione, e che anche un minimo contatto con la natura può aiutare a contrastare gli effetti tossici dello stress.

Gli studi correlativi sui benefici che ne derivano si sono moltiplicati rapidamente; sono certamente necessarie ulteriori ricerche, ma come afferma Howard Frumkin, rettore della University of Washington’s School of Public Health, «ne sappiamo abbastanza per passare ai fatti».

Le scuole che basano i loro insegnamenti sulla natura godono di una crescente considerazione, e l’ispirato lavoro di Joseph Cornell ha influenzato molti degli educatori che vi lavorano, poiché i suoi scritti esaltano l’importanza dei parchi urbani, dei giardini domestici e degli spazi verdi scolastici.

Come scoprirete, Cornell ha inventato giochi ingegnosi legati alla natura, che possono essere organizzati praticamente ovunque e che celebrano il mistero, l’attenzione silenziosa, l’osservazione e l’apertura alla rivelazione. Il suo lavoro getta luce su valori che vengono a volte disattesi nell’affanno della vita quotidiana, ricordando agli insegnanti di ogni dove quanto sia importante mantenere una connessione profonda con la natura.

Non vi è dubbio che gli insegnanti, i genitori e gli educatori non solo troveranno consigli pratici su come raccontare storie e organizzare escursioni naturalistiche, ma attingeranno anche a una saggezza che viene dal cuore.

Siamo in tanti a ritenere che il futuro appartiene a quegli individui che hanno un’intelligente sensibilità per la natura e che sviluppano una comprensione profonda dell’ambiente naturale attraverso esperienze che compensano l’onnipresente tendenza a spostarsi verso un mondo virtuale.

Quest’opera generosa e sensibile di Joseph Cornell continua a offrire la sua guida preziosa.

Richard Louv
Autore di L’ultimo bambino nei boschi e The Nature Principle.
Presidente emerito della rete Children & Nature Network.


Joseph Bahrat Cornell

Educatore ambientale di fama mondiale, oltre a essere un narratore e autore, è il fondatore e presidente di Sharing Nature¤uno dei programmi di sensibilizzazione alla natura ampiamente riconosciuto in tutto il mondo.

I metodi di consapevelezza della natura, descritti nei suoi libri, sono utilizzati da milioni di genitori, educatori e naturalisti di tutto il mondo. L’efficace strategia di apprendimento all'aperto creata da Cornell, detta Flow Learning ™, è stata scelta dal National Park Service degli Stati Uniti come una delle cinque migliori teorie di apprendimento, insieme a quella di Maria Montessori, Howard Gardner, John Dewey, e Jean Piaget. Nel 2011 Cornell è stato selezionato dall’organizzazione francese, Anges Gardiens de la Planète come uno dei “100 maggiori opinion leader impegnati per l'ambiente”.

Joseph viaggia spesso e tiene seminari in Europa, Asia, America Latina e Pacifico del Sud. La sua esperienza, il suo entusiasmo incontenibile e contagioso, la sua miscela di conoscenze e di calore creano un ambiente perfetto per l'apprendimento.

«La gente spesso mi chiede se ho dovuto adattare i giochi di Sharing Nature® alle culture straniere. In realtà, ho scoperto che è richiesto poco tempo per l’adattamento. Quando ho insegnato il workshop Sharing Nature® in Giappone, le persone dicevano che le attività erano ‘molto giapponesi’. E in Grecia, mi è stato detto, ‘Sono molto greche’. Cos’è che rende le attività di condivisione con la natura così popolari? Credo che sia perché oltre ad insegnare l'ecologia in modo creativo, questi giochi aiutano le persone a sperimentare un profondo senso di gioia, serenità, e appartenenza al mondo naturale».
Joseph Cornell


Dicono del Libro

«Durante la mia infanzia, ebbi la fortuna di non andare a scuola per due anni. Al mattino, invece di mettere la cartella in spalla, partivo per le mie escursioni nei boschi accompagnato dai miei fedelissimi cani. E così ho stabilito un contatto profondo con la natura che mi ha portato ad amarla e ad imparare tanto da essa. Esattamente quello che si pone come obiettivo questo libro, un metodo divertente per riconnettersi con la natura, in maniera giocosa e rispettando i valori condivisi della Fattoria dell'€™autosufficienza€ da me fondata: fare ciò che ci fa sentire bene nella natura, focalizzare le nostre energie su un progetto, fare esperienza diretta della natura e chiedere sempre un feedback su ciò che facciamo come metodo di condivisione e confronto»
Francesco Rosso, direttore generale di Macrolibrarsi

«Vivere la natura è ritrovare la nostra spiritualità e noi stessi come esseri umani».
Daniele Magni, direttore di L'Altra Medicina Magazine

«Questo libro ci fa volare oltre il nostro intelletto ... aiutandoci a lasciar andare tutto ciò che ci separa dalla natura».
Tamarack Song, autore e guida naturalistica

«Una guida piacevole e, oserei dire, essenziale per genitori, insegnanti e guide naturalistiche».
Jean Mac- Gregor, educatore ambientale, The Evergreen State College

«Uno scrigno di idee e suggerimenti preziosi per ritrovare la connessione con la natura, per fare il pieno di energia vitale e per aprirsi alla nostra più ampia identità terrestre».
Marcella Danon, direttrice di Ecopsiché – Scuola di Ecopsicologia

«Senza dubbio il miglior libro per sviluppare la consapevolezza della natura che io abbia mai letto».
Whole Earth Review

«Stimola esperienze gioiose e illuminanti».
The New York Times


Indice

Prefazione di Richard Louv

Introduzione di Tamarack Song

1. L’origine di questo libro

Prima parte: il Flow LearningTM

2. Imparare con il cuore
Il Flow Learning

3. L’arte del Flow Learning

4. Quttro passi verso la consapevolezza della natura
Le gioie del Flow Learning

Seconda parte: Attività nella natura
Scegliere il gioco giusto per il momento e luogo

5. Prima fase: Risvegliare l’entusiasmo
Per conoscersi meglio - Nasi - Che animale sei? - Costruiamo un albero - Come funziona la natura? - Gufi e corvi - Il pipistrello e la falena - Predatori e prede - La piramide della vita - Cani da slitta - Il corpo gli animali - Animali indiziati - Staffetta degli animali indiziati - L’arca di Noè - Indovina e corri!

6. Seconda fase: Focalizzare l’attenzione
Vorrei proprio sapere... - Suoni e colori - Il gioco dei suoni - Il gioco dei colori - Io vedo - Vicino o lontano? - La mappa dei suoni - Sentiero mimetico - Animali, Animali! - Micro-esplorazione - I doppioni - L’avaro addormentato - Il guardiano della strada

7. Terza fase: Esperienza diretta
Intervista con la natura - Osserviamo la natura insieme a John Muir - La macchina fotografica - Il richiamo per gli uccelli - L’animale misterioso - Ecco a voi l’albero! - Il passo del bruco - Viaggio al centro della natura - Poesia verticale - Osservando il tramonto - Attività a occhi bendati - Camminando bendati - Si torna a casa - Pista invisibile - Visualizzazioni guidate - Visualizzazione dell’albero

8. Quarta fase: Condividere l’ispirazione
Momenti speciali - Riflessioni sulla natura - Poesia pieghevole - Passeggiata di gruppo silenziosa - La bellezza davanti a me - Ricetta per fare un bosco - Lettera a me stesso - Raccontare per condividere l’ispirazione - Gli uccelli del cielo

Fotografi e artisti

Sharing Nature Risorse Online

Appendici:

A: Elenco dei giochi in ordine alfabetico
B: Scegliere il gioco giusto
C: Disegno dell’animale misterioso
D: “Gli uccelli del cielo”: spartito musicale
E: Indizi sugli animali per i giochi a indovinello

Ringraziamenti

Sull’Autore

Sharing Nature Worldwide


Joseph Bahrat Cornell
Vivere la Natura - Libro >> http://goo.gl/2C4ooF
Attività di scoperta e giochi per tutte le età - Oltre 50 giochi
Editore: Ananda Edizioni
Data pubblicazione: Maggio 2015
Formato: Libro - Pag 210 - 15x21 cm



venerdì 26 giugno 2015

Erbe Officinali del Giardino del Signore

Erbe Officinali del Giardino del Signore

Il mio erbario: consigli utili per la salute e il benessere

di Maria Treben



Erbe Officinali del Giardino del Signore - Libro

Le piante officinali e le ricette di Maria Treben hanno saputo offrire sollievo a molti, sia per disturbi leggeri che per malattie gravi, e sono state di aiuto persino a pazienti in condizioni disperate.

Grazie alla struttura chiara del libro e all'elenco alfabetico delle patologie e dei disturbi, il lettore potrà individuare l'erba più indicata al suo caso e applicarla nel modo giusto seguendo i numerosi consigli qui contenuti.

"Ho cercato di mettere per iscritto in modo comprensibile tutte le mie esperienze di vita con le piante officinali per aiutare tutti quelli che cercano consiglio e aiuto" Maria Treben


Maria Treben presenta il suo libro "Erbe Officinali del Giardino del Signore"

Caro lettore!

Sono passati quasi dieci anni dalla prima edizione del mio libro «La salute dalla farmacia del Signore».

Il successo e i grandi favori incontrati in tutto il mondo mi avevano colto alla sprovvista: si era realizzato, infatti, il mio sogno di rendere disponibili al maggior numero di persone possibile le mie cognizioni sulle «Erbe officinali del Giardino del Signore».

Ma la grande gioia ha presentato e continua a presentare aspetti meno felici: cambiando radicalmente la mia vita, il libro ha esposto me e la mia famiglia a enormi pressioni.

Spesso la classe medica e l'industria farmaceutica mi osteggiano, non sempre in modo leale.

Voglio tuttavia raccomandare, con l'occasione, di non ignorare il parere del medico senza le cui diagnosi, colloqui e visite nel corso di una malattia, metteremmo a repentaglio la nostra salute. Voglio dire di più: chiedete consiglio al vostro medico di fiducia se intendete ricorrete alle erbe officinali poiché è importante che egli sia al corrente di quello che fate.

Il rapporto col medico potrà incrinarsi solo se questi dovesse opporsi decisamente all'uso delle piante officinali. Le discordanze tra medico e paziente nascono, infatti, dal rifiuto categorico di molti medici che seguono la medicina tradizionale, di rico­noscere le virtù terapeutiche delle piante officinali. Alcuni di loro non si arrendono neppure di fronte all'evidente successo di terapie con le erbe.

Il motivo? Mancanza di una spiegazione scientifica!
Io so solamente che le piante officinali giovano, anche se non ne conosco il perché.

La ricerca del motivo degli effetti sicuri ed efficaci delle piante officinali sarebbe un'iniziativa encomiabile e un investimento meritevole e significativo per la medicina e l'industria farmaceutica! Perché si preferisce, invece, affidarsi alla chimica relegando l'uomo nel circolo vizioso dei concimi sintetici responsabili della presenza di sostanze nocive negli alimenti? Perché si persevera nella «lotta chimica» a malattie derivate da alimenti inquinati che sono all'origine della trasmissione ereditaria di queste conseguenze?

Non mi sono ancora arresa in questa lotta impari. E' stato, anzi, proprio questo il motivo che mi ha spinto a scrivere «Erbe officinali del Giardino del Signore», il nuovo libro che tenete in mano.

Negli ultimi dieci anni ho avuto modo di allargare il mio orizzonte nel campo delle erbe officinali, ho maturato esperienze con nuove piante, ho trovato conferme della validità dei miei consigli in migliaia di lettere inviatemi e, nel corso di numerose conferenze, sono venuta a conoscenza di aspetti di ordine pratico nella cura con le piante officinali.

Il risultato di tutte queste esperienze è contenuto, ora, in questo libro.

Mi auguro di avere raggiunto l'obiettivo di scrivere un manuale pratico, di facile consultazione e comprensione per tutta la famiglia.

Il contenuto è ordinato di conseguenza secondo disturbi e malattie, corredate dalle relative indicazioni e dagli indispensabili consigli, da ricette e dalla loro preparazione sotto ogni voce; troverete, inoltre, una selezione di rimedi popolari di provata efficacia.

Mi auguro che i consigli raccolti nel presente volume siano completi e comprensibili e che non rimanga pertanto inascoltata la mia preghiera, caro lettore, di non venirmi a trovare, di non ordinare da me delle erbe e di non telefonarmi.

Perché? Perché tutto quello che so, lo troverà in questo libro!

Maria Treben
Grieskirchen, maggio 1986


Brevi indicazioni per meglio orientarsi nel giardino delle piante officinali del Signore

Applicazione pratica

Sotto ogni voce di un disturbo o di una patologia, figurano le piante officinali del caso e la loro applicazione. Qualora fossero indicate diverse tisane senza precisazione dell'ordine di assunzione, si può scegliere la tisana che giova di più oppure l'infuso di erbe più facili trovare e da raccogliere o delle quali già si disponga.

Anche se la maggior parte delle tinture e delle pomate è acquistabile in farmacia o in erboristeria, ne ho descritto dettagliatamente il procedimento di preparazione, caso per caso. I prodotti naturali sono, infatti, costosi e non vengono «passati» dalla «Cassa Malati». Le piante officinali crescono in natura e non costano nulla, a parte quel po' di tempo da investire nella preparazione... un prezzo che dovremmo essere disposti a pagare per la nostra salute.

«Il povero è destinato a morire prima!» è una frase e un concetto disumano della nostra società efficientista e del benessere, che però non ha alcun valore nel «Giardino del Signore»!

Ruolo delle piante officinali

Renderete già il migliore servizio alla vostra salute uscendo all'aria aperta per cercare le piante officinali del Giardino del Signore, facendo moto nella natura, lontano dal traffico stradale, da zone affollate e inquinate. Col tempo noterete che il vostro corpo ne trarrà beneficio e avvertirete sempre più la necessità di queste lunghe passeggiate.

I neofiti delle piante officinali dovrebbero limitarsi, inizialmente, a «scoprire la natura» cercando le piante officinali nei luoghi sopra descritti, imparando a riconoscere le piante ed esplorando il circondario. Chi non si sente sufficientemente sicuro, partecipi ad escursioni e passeggiate alla ricerca di erbe officinali sotto la guida di un esperto in materia.

E' meno una questione di rischio per la salute (tema che riguarda piuttosto i funghi), ma di tutela della natura. Molte varietà di piante officinali sono protette, alcune assomigliano ad altre prive di proprietà terapeutiche che sarebbe inutile raccogliere.

Cominciate a raccogliere le piante officinali solo una volta che avrete acquisito l'indispensabile sicurezza.

Raccolta delle piante officinali

Le erbe fresche, che possiedono maggiore forza terapeutica di quelle essiccate, si trovano da fine febbraio a fine novembre. Durante un inverno mite si possono persino trovare, fresche, la piantaggine minore e maggiore, il gallio e la celidonia.

Le piante officinali vanno raccolte possibilmente in un giorno di sole, non solo perché la passeggiata è più piacevole, ma anche perché la pianta sviluppa la massima forza curativa.

Fate attenzione a raccogliere solo piante che crescono lontano da luoghi inquinati, da strade a traffico elevato e da impianti industriali. Le piante vanno tagliate a un'altezza minima di due dita sopra il suolo e non vanno strappate con le radici!

Il contenitore ideale è un cesto di vimini. Ina­datti, invece, i sacchetti di plastica.

Un'ultima raccomandazione: raccogliete con moderazione!

Conservazione delle piante officinali

Ove possibile, è bene utilizzate erbe fresche e fare scorta di quanto raccolto in eccedenza, sempre badando a raccogliere con moderazione. Le erbe vanno sminuzzate ed essiccate senza lavarle. Ecco per­ché è importante raccoglierle in luoghi possibilmente non inquinati.

Per l'essiccazione le piante vanno stese su teli puliti o carta da imballaggio, da sistemare all'ombra in luogo ventilato. Quando le erbe saranno ben essiccate vanno conservate in scatole di cartone, sacchetti di carta o vasetti di vetro scuro. Scatole di latta, contenitori e sacchetti di plastica sono inadatti.

Le erbe per la preparazione di tisane si possono conservare per un anno intero. Le scorte più vecchie si utilizzano per bagni.

Attenzione!

Qualora le seguenti ricette, tisane, tinture e bagni non producessero effetti benefici, si consiglia di consultare un rabdomante che potrà individuare, con una verga o un pendolo, eventuali campi geopatici presenti in casa o sul posto di lavoro. Col suo aiuto si potranno individuare luoghi privi di radiazioni in cui sistemare ad esempio il letto o la scrivania, evitando l'esposizione del paziente a radiazioni nocive.


Maria Treben (Žatec, 27 settembre 1907 – Grieskirchen, 26 luglio 1991) è stata una scrittrice ceca. Ha praticato per molto tempo la fitoterapia, esercitandosi in Austria e in Germania, studiandone le varie applicazioni.

Per Maria Treben, profondamente cristiana, le erbe e le cure da esse derivanti sarebbero un'espressione di Dio.

La sua opera più nota, "La salute dalla farmacia del Signore", è stata pubblicata in più di 20 lingue vendendo oltre 8 milioni di copie. Nel libro propone una ricetta per il cosiddetto "Piccolo amaro svedese", a base di 12 erbe differenti tramite assunzione o impacco, che lei ritiene utile per diversi problemi di salute.


Indice

Per motivi di praticità, il contenuto del presente libro è ordinato alfabeticamente, secondo tipo di di­sturbo o patologia. In tal modo si evita la stesura di un indice dettagliato.

La struttura si articola nei seguenti capitoli:

I. Le piante officinali del Giardino del Signore
Elenco alfabetico delle piante officinali con illustrazioni a colori e indicazioni sul loro habitat, sull'aspetto e il periodo in cui sviluppano al massimo le proprietà terapeutiche. Seguono alcune annotazioni sulla loro raccolta, l'essiccazione e la conservazione.

II. Prevenire, meglio che curare
In questo capitolo sono raccolte tutte le terapie disintossicanti a base di tisane indicate per rafforzare il sistema immunitario.

3. Le piante officinali nella vita quotidiana
Il capitolo elenca in ordine alfabetico tutti i disturbi e le malattie, da «acne» a «vuoti di memoria», che si curano abitualmente con rimedi popolari o farmaci da banco.

4. La fede smuove montagne
Qui si trovano in ordine alfabetico tutti i disturbi e le malattie (dall' «ascesso» alla «vasocostrizio­ne») che vanno diagnosticate e trattate da un medico.

V. Esempi che infondono coraggio
Una piccola selezione di lettere inviatemi che descrivono il successo ottenuto con terapie a base di piante officinali del giardino del Signore.


Maria Treben
Erbe Officinali del Giardino del Signore - Libro >> http://goo.gl/nsmxnV
Il mio erbario: consigli utili per la salute e il benessere
Editore: Athesia
Data pubblicazione: Aprile 2015
Formato: Libro - Pag 224 - 21 x 28,5 cm



giovedì 25 giugno 2015

Rudolf Steiner e l'antroposofia

Rudolf Steiner e l'antroposofia

Chi era Rudolf Steiner e quali sono le basi dell'antroposofia e della pedagogia da lui ideate

di Emanuele Cangini - 24/06/2015



Rudolf Steiner e l'antroposofia

Rudolf Joseph Lorenz Steiner (1861-1925), teosofo austriaco oltre che pedagogista e architetto, è indubbiamente una personalità di spicco e rilievo alla quale il XX secolo non può certo non ispirarsi come termine di paragone in merito a tematiche quali pedagogia, filosofia ed esoterismo.
Aderì alla società teosofica e nel 1902 divenne segretario generale del ramo tedesco; elaborò le basi del suo pensiero nella parentesi 1890-1897, anni dedicati all’edizione delle opere scientifiche di Goethe presso il Goethe-Archiv di Weimar. Tale pensiero risulta da una fusione originale della scienza evoluzionistica ottocentesca con la filosofia classica tedesca espressa dal “duo” Goethe-Nietzche e con elementi occultistici e mistici che lo aprirono all’influenza dell’Oriente. La sua formazione cattolica lo portò ad accentuare più che gli altri aderenti alla Società teosofica il filone cristiano del misticismo e a riconoscere in Cristo un valore, inteso come intrinseco significato, decisivo per lo sviluppo dell’umanità, con la conseguente affermazione del primato del cristianesimo sulle “dirimpettaie” religioni monoteistiche.

Nel 1909 si staccò dalla Società teosofica e diede l’avvio a una sua interpretazione della teosofia che, per lo sviluppo dato alla dottrina della natura e al destino dell’uomo, coniò come “Antroposofica” (termine già introdotto da J.P.V. Troxler nel 1828 per indicare la dottrina naturale della conoscenza umana). La natura, per Steiner, è da intendersi come la manifestazione di una realtà spirituale che si esprime più direttamente nell’arte e nel pensiero. L’universo ha avuto origine dallo spirito puro per un fenomeno di “condensazione” in centri diversi, che attraverso un'evoluzione millenaria, che si svolge per successive incarnazioni, ritorneranno all’unificazione primigenia. Tale evoluzione è considerata, in conformità al suo assunto particolare, in riferimento all’uomo. Esso è composto di sette princìpi che sono: il corpo fisico, il corpo etereo, il corpo astrale, l’io, l’io spirituale, lo spirito vitale, l’uomo spirito. Lo sviluppo storico dell’umanità è volto alla libertà della sfera spirituale, che consiste nella realizzazione dell’universalità e trascendenza dello spirito sulla materia, attraverso la conoscenza delle sue relazioni cosmiche. Ciò implica lo sviluppo di certi organi capaci di apprendere le “modalità” più alte dello spirito e le tracce da loro lasciate nella “memoria cosmica”, alla quale Steiner pretende di aver attinto il nucleo della propria dottrina.

Essa include in maniera non parossistica gli impulsi antiluciferini promulgati da Buddha, Cristo, Platone, Zarathustra, per consacrarsi attraverso una spinta rigenerativa solare in quel “sangue cristico” che ha sconfitto, vinto e domato il male e, con esso, la materia, seppur in una prospettiva indubbiamente meno corruttiva delle carni e delle passioni umane. In questa precisa ottica, la sua antroposofia è ritenuta il chiaro parto di un voluto carattere scientifico, acquisito per via sperimentale tramite tecniche particolari: tecniche praticate a diversi livelli di iniziazione che hanno per fine l’equilibrio individuale e sociale sino allo sviluppo dei più alti poteri spirituali. In questa precisa concezione interpretativa, si possono, seppur in ampio respiro, collegare talune discipline sufiche e armene, espresse meravigliosamente nelle dottrine del maestro Gurdjeff, il quale asseriva la necessaria prassi di studio e auto-osservazione intesa come conditio sine qua non, per una più precisa e focalizzata comprensione dell’essere umano, inteso non solo come organismo biologico ma come triangolazione fisico-psichico-emozionale.

La pedagogia steineriana

La ricerca steineriana, di così ampia portata e caratura intellettuale, ha avuto ripercussioni anche in ambito pedagogico. Steiner ha elaborato un tipo di educazione mirante allo sviluppo delle forme superiori della vita spirituale e ha fondato una scuola basata su questi principi: la scuola Waldorf di Stoccarda.

Chiusa per ordine di Hitler, dopo la seconda guerra mondiale la scuola riprese l’attività e si fece promotrice e promulgatrice di numerose sezioni non solo in Germania, ma in tutto il mondo. In conformità con la teoria antroposofica, la metodologia educativa steineriana ha come scopo lo sviluppo del pensiero, del sentimento e della volontà del bambino: chiaro indizio, necessario e logico collegamento, con il metodo Montessori, dal cognome della celebre pedagogista e medico anconetana, che in questa prassi certamente trova perfetto riscontro. Una scienza, un’arte, una procedura di educazione dell’uomo che, partendo dall’infanzia, mira non a formulare una sterile procedura applicativa, ma presuppone una volontà di trascendere gli schemi educativi vigenti, per volgere l’attenzione verso un campo più vasto, e certo più ignoto, quale quello della grandezza dell’anima. Ad essa il metodo Montessori si rivolge, come ad essa il metodo steineriano indirizza la propria attenzione.

In perfetta sincronia, o quasi, dall’Austria e dall’Italia.
Scienziati dell’uomo, scienziati dell’anima, fermi nel voler creare una pedagogia dello spirito che, senza presuntuose aspettative di ricetta miracolosa, si proponeva il nobile ideale, in pieno clima post ottocentesco, di risanare quell’atavica lacerazione tra coscienza, logos e spiritualità.

Rudolf Steiner
Rudolf Steiner: il Genio della Scienza dello Spirito >> http://goo.gl/oGJCnb
Scritti Scelti a cura di Alex Burkart
Editore: BIS Edizioni
Data pubblicazione: Giugno 2010
Formato: Libro - Pag 470 - 14x21 - cartonato



mercoledì 24 giugno 2015

Dolori articolari e muscolari

Dolori articolari e muscolari

I migliori rimedi fitoterapici naturali per trovare sollievo dai dolori osteo-articolari e muscolari

di Antonio Colasanti - 23/06/2015



Dolori articolari e muscolari

Sono circa 6 milioni in Italia le persone che soffrono di dolori osteo-articolari e muscolari.
A livello di dolori osteo-articolari, schiena, collo, spalle, ginocchia sono i più colpiti conseguenza di traumi, difetti di appoggio o difetti congeniti.
Le affezioni muscolari sono contusioni, strappi, contratture, tendiniti, distorsioni.
Altre patologie molto diffuse sono le lombo sciatalgie e il tunnel carpale, determinate da infiammazioni dei nervi.

I farmaci tradizionali per i dolori articolari e muscolari

A queste patologie la farmacologia moderna risponde con farmaci antinfiammatori che sopprimono il dolore, ma che raramente portano a guarigione.
I cortisonici, essendo fortissimi antiinfiammatori, sono molto usati, ma gli effetti collaterali non mancano: ipertensione, glaucoma, ulcera gastrica, diabete, ritenzione di liquidi, osteoporosi, immunodepressione e altri.
Gli antinfiammatori non steroidei detti FANS (tra cui acetilsalicilico, ibuprofene, nimesulide, diclofenac) inibiscono la sintesi delle prostaglandine le quali però sono molto attive nel nostro organismo, ad esempio proteggono la mucosa gastrica e sono attive nei fenomeni di coagulazione.
Un altro farmaco molto usato in questi casi è il paracetamolo dai molti considerato innocuo. In realtà tale non è per la sua tossicità epatica derivante dal fatto che distrugge le riserve endogene di glutatione, nostro potente anti ossidante.

L'alternativa naturale

La fitoterapia e l'omeopatia ci aiutano per contrastare dolori osteo-articolari e muscolari.
Spiccate proprietà antinfiammatorie si ritrovano nel basilico santo e nella salvia che a elevate concentrazioni sono risolutive.
Anche la boswellia serrata o l'incenso hanno proprietà antinfiammatorie.
La curcuma in polvere, ricca in curcumina, ha attività antireumatiche.
L'artiglio del diavolo agisce sul dolore.
Il ribes nigrum gemmoderivato (50 gocce in poca acqua tre volte al dì) ha proprietà cortisono-simili.
Sul fronte dell'omeopatia possiamo utilizzare Arnica, Rhus tox e Ledum alla 30 ch: 2 granuli di ognuno alternati ogni 6 ore.


Lorenzo Ferrante
Vivere senza Dolori con l'Educazione Posturale - Libro >> http://goo.gl/ZwzDu0
Un percorso pratico e teorico per imparare a conoscersi e ad aiutarsi nella prevenzione e nel trattamento dei dolori articolari con semplici esercizi e piccoli attrezzi da utilizzare anche da soli
Editore: Tecniche Nuove Edizioni
Data pubblicazione: Gennaio 2014
Formato: Libro - Pag 300 - 17x24



martedì 23 giugno 2015

Attacchi di panico: il male del XXI secolo

Attacchi di panico: il male del XXI secolo

Tremori, dolore o fastidio al petto, sensazione di soffocamento: cosa sono gli attacchi di panico e cosa fare per uscirne

di Eleonora Poletti - 22/06/2015



Attacchi di panico: il male del XXI secolo

Negli ultimi quindici anni i problemi legati allo stress e all’ansia sono enormemente aumentati e questo soprattutto a causa di stili di vita troppo frenetici e scarsamente equilibrati. In particolar modo, uno dei problemi più diffusi è quello gli attacchi di panico. Si calcola che dieci milioni di italiani abbiano subito uno o più attacchi di panico nel corso della loro vita. Il disturbo di solito esordisce nella tarda adolescenza o nella prima età adulta e ha un'incidenza da due a tre volte maggiore nelle donne rispetto che negli uomini. Tuttavia spesso non sono riconosciuti e di conseguenza non vengono curati. La maggior parte delle persone guarisce senza terapia specifica, mentre una rilevante minoranza sviluppa un disturbo recidivo da attacchi di panico.

La loro insorgenza è apparentemente ignota e legata a cause non riconosciute dalla persona che ne soffre. Spesso l'attacco avviene in momenti di relax psico-fisico in cui la mente è più predisposta alla riflessione introspettiva.

I sintomi degli attachi di panico

Ecco alcuni dei sintomi che possono contraddistinguere un attacco di panico:

•    tremori;
•    dolore o fastidio al petto;
•    sudorazione elevata;
•    sensazione di soffocamento;
•    respiro corto o iperventilazione;
•    sensazioni di sbandamento, di instabilità, di svenimento;
•    tachicardia o palpitazioni;
•    paura di morire;
•    sensazioni di torpore o di formicolio;
•    paura di impazzire o di perdere il controllo;
•    nausea o disturbi addominali;
•    sensazioni di irrealtà, di stranezza, di distacco dall’ambiente;
•    vampate o brividi;
•    forte aumento della pressione sanguigna o rapido crollo;
•    paura di stare sempre peggio e di non riuscire a riprendersi.

Le cause degli attachi di panico

Le cause legate alla loro insorgenza sono di svariata natura ma tutte accomunate da un fattore comune. Chi soffre di attacchi di panico si trova in un momento della sua vita particolare, di svolta personale profonda, senza però esserne consapevole. Casi tra i più disparati possono esserne caratterizzati, sia persone profondamente segnate da eventi dolorosi, sia persone apparentemente serene e felici.

Le domande da porsi quando si inizia a soffrire di questo disturbo sono principalmente tre:

•    che cosa sto facendo contro la mia volontà?
•    che cosa sto negando a me stesso ?
•    qual è la verità cui non voglio dare voce?

Le risposte arriveranno automaticamente solo nel momento in cui si deciderà di smettere di negare a se stessi di avere un problema e di continuare a pensare che la propria vita sia perfetta così com’è. Solo in un secondo momento si potrà chiedere e ricevere aiuto seguendo una terapia psicologica adeguata, decidendo così di aprire le porte al cambiamento.

In questo momento storico l’attenzione comune è sempre più rivolta all’avere e sempre meno all’essere. Non ci riconosciamo più e quel che è peggio non sappiamo più chi siamo: è proprio per riportarci a noi stessi che l'attacco di panico si manifesta. Ci vuole indicare che la via scelta è errata o non è quella che realmente avremmo voluto intraprendere. Solo accentando le sue manifestazioni e imparando ad ascoltare profondamente noi stessi, sarà possibile uscirne e ricominciare a vivere.


Linda Manassee Buell
Mai più Attacchi di Panico e di Ansia >> http://goo.gl/ruCEZA
121 modi per recuperare velocemente il proprio equilibrio
Editore: Red Edizioni
Data pubblicazione: Luglio 2010
Formato: Libro - Pag 93 - 12,5x


lunedì 22 giugno 2015

Yoga Nidra, lo Yoga del Rilassamento Profondo

Yoga Nidra, lo Yoga del Rilassamento Profondo

La tecnica per la rigenerazione totale in 30 minuti

di Barbara Kundig



Yoga Nidra, lo Yoga del Rilassamento Profondo - Libro + CD

Lo Yoga Nidra è una tecnica efficace di profondo rilassamento, che rende possibile, in una mezz’ora, la totale distensione della sfera corporale, mentale ed emozionale, si tratta di uno yoga più che altro mentale. Nidra significa “sonno” e quando si pratica lo Yoga Nidra il corpo e lo spirito oscillano tra distensione e dormiveglia.

L’esperienza mostra che dopo un esercizio di Yoga Nidra – a condizione che lo si pratichi regolarmente – ci si sente rilassati come se si avesse dormito tre o quattro ore. Questo volume è un manuale di auto-aiuto e propone metodi di rilassamento profondo semplici ed efficaci. Con questa tecnologia collaudata è possibile rilassarsi completamente in soli 30 minuti sia fisicamente, che mentalmente ed emotivamente.

Lo Yoga Nidra è raccomandato anche per rafforzare il sistema immunitario, migliorare i disturbi cardiovascolari, l’emicrania e la cefalea, è indicato per problemi di sonno e promuove in generale la concentrazione e la creatività.

Si pratica distesi a terra, attraverso un’attenta osservazione della propria respirazione, la percezione di rumori esterni e interni alla stanza e di quelli interni al corpo, contando all’indietro da 27 a 1, concentrandosi su un percorso lungo il corpo o sul terzo occhio e visualizzando immagini simboliche. Il libro è molto curato anche dal punto di vista grafico, con bellissime foto, colori tenui e rilassanti, in grado di ricollegare istintivamente a situazioni di benessere.



La parola sanscrita Nidra, infatti, significa “sonno” e normalmente si pratica lo Yoga Nidra ad occhi chiusi, distesi a terra su un materassino o un tappetino.

Si viene guidati dalla voce dell’insegnante attraverso visualizzazioni che hanno lo scopo di portare la persona in uno speciale stato tra il sonno e la veglia. In questo modo si apre un contatto unico con la dimensione subconscia e inconscia della mente che mette in moto processi di guarigione e rilassamento speciali e profondi.

Nel CD allegato trovi 2 accompagnamenti vocali che ti permetteranno di entrare in contatto con questa meravigliosa pratica.

Un manuale di auto-aiuto che propone metodi di rilassamento profondo semplici ed efficaci.

Un'opera molto curata dal punto di vista grafico, con bellissime foto, colori tenui e rilassanti, in grado di ricollegare istintivamente a situazioni di benessere.


Consigli pratici per gli esercizi - Estratto da "Yoga Nidra"

Dove praticare?

Lo Yoga Nidra è una tecnica di facile impiego: tutto quello di cui avete bisogno sono la tranquillità e la possibilità di stare sdraiati. Gli esercizi possono essere svolti nei luoghi più disparati: a casa, in ufficio, in albergo.

Se praticate a casa, sdraiatevi sul letto o su un materassino da yoga. Se il tempo è sufficientemente bello e caldo, potete anche utilizzare un lettino sul balcone o in giardino.

L’effetto stimolante dello Yoga Nidra spesso si rivela utile anche sul luogo di lavoro. Trovate una stanza tranquilla, per esempio una saletta per le riunioni, un ufficio o un altro locale. Sdraiatevi su una stuoia o semplicemente su un telo.

Se siete in viaggio d’affari, praticate lo Yoga Nidra in albergo. In vacanza troverete di sicuro altre possibilità di svolgere gli esercizi di Yoga Nidra come piacevole rilassamento fra un’attività e l’altra.

Quando praticare?

Non esiste un preciso momento particolarmente adatto: lo Yoga Nidra può essere praticato in qualsiasi ora del giorno o della notte. Scoprite voi stessi quando è meglio svolgere gli esercizi e inseriteli nel vostro ciclo vitale quotidiano o nel corso della vostra giornata. Oppure potete dare maggior peso a una certa parte della giornata eseguendo gli esercizi immediatamente prima.

Se praticato come prima cosa la mattina appena alzati, lo Yoga Nidra rappresenta un modo speciale di iniziare la giornata. Puntate la sveglia e poi accendete il lettore cd.

La pratica dello Yoga Nidra è indicata anche nella pausa di mezzogiorno. Potete ridurre il tempo dedicato al pranzo oppure rinunciare al caffè e dedicare mezz’ora a rilassarvi e a fare il pieno di energia.

Dopo il lavoro, lo Yoga Nidra rappresenta un ottimo modo di prepararsi alla serata, che potrete affrontare con slancio se prima vi sarete concessi una mezz’ora di pratica.

Nel fine settimana o durante le ferie potete praticare lo Yoga Nidra anche di pomeriggio allo scopo di rilassarvi.

Se vi aspetta una serata movimentata o avete in programma una festa che durerà a lungo, eseguite la pratica prima di uscire.
Ricordatevi che lo Yoga Nidra è una tecnica di attivazione. Evitate quindi di praticarlo la sera tardi, altrimenti sarete troppo carichi di energia per addormentarvi. Scoprite da soli qual è il momento del tardo pomeriggio o della sera entro il quale svolgere l’esercizio, in modo da potervi addormentare con facilità senza restare svegli tutta la notte.

Non è necessario praticare lo Yoga Nidra ogni giorno alla stessa ora: fatelo sempre quando sentite che è il momento giusto.
Solo all’inizio è consigliabile praticare lo Yoga Nidra per una settimana ogni giorno alla stessa ora, così da abituare il corpo e la mente alla pratica.

Con Quale Frequenza?

Praticate lo Yoga Nidra una volta al giorno, di modo che l’esercizio abbia un posto fisso nella vostra giornata. Approfitterete così al massimo dei suoi effetti rigeneranti e riequilibranti.

Alle donne incinte si consiglia di praticare lo Yoga Nidra due volte al giorno.

Come prepararsi?

Praticate lo Yoga Nidra sempre da supini, nella posizione classica per il rilassamento sulla schiena: shavasana o posizione del cadavere, il modo migliore per rilassare il corpo.

Eseguite l’esercizio senza cuscino. Se vi sentite scomodi, mettetevi sotto la testa un cuscino basso o un telo ripiegato. Un cuscino alto non va bene perché può produrre tensioni alla nuca. Se sentite dolore a livello lombare, mettete un cuscino a rullo o uno normale sotto le ginocchia per rilassare quella zona.

Se non riuscite a stare in posizione supina, per esempio a causa di forti problemi alla schiena o in caso di gravidanza, praticate lo Yoga Nidra stendendovi sul fianco.

Nella posizione rilassata sul fianco, allungate la gamba che sta sotto e flettete quella che sta sopra. Il braccio sotto viene allungato, con il palmo della mano rivolto verso l’alto. Il braccio che sta sopra è disteso lungo il corpo, con la mano appoggiata alla coscia. In questa posizione potete anche tenere un cuscino sotto la testa e sotto il ginocchio.

Scegliete un abbigliamento comodo, la tuta non è necessaria. Lo Yoga Nidra può essere praticato anche con gli abiti di tutti i giorni, per esempio con un completo da uomo o una gonna. In questo caso allentate cintura o colletto e levatevi le scarpe. Togliete gli occhiali e, se li sentite pesanti o vi danno fastidio, anche i gioielli.

Normalmente durante la mezz’ora di rilassamento la temperatura corporea diminuisce: fate in modo di stare al caldo, coprendovi con una coperta ma mantenendo sempre la stessa libertà di movimento.

Praticate lo Yoga Nidra alla luce del giorno. Se fuori è buio, accendete la luce: l’oscurità potrebbe mettervi sonno.

Fate in modo di restare indisturbati per mezz’ora. Comunicate alle persone che sono in casa o in ufficio con voi che vi prenderete una pausa di rilassamento e appendete un cartellino alla porta.

Non disturbare

Per la pratica dello Yoga Nidra occorre sempre avere delle istruzioni vocali. Le potete ascoltare dal cd, oppure caricarle sull’iPod o sul lettore mp3. Cercate di trovare il volume giusto: le istruzioni non devono essere pronunciate a voce troppo alta perché potrebbero impedirvi di rilassarvi, ma neanche a voce troppo bassa perché altrimenti dovreste fare uno sforzo eccessivo per seguirle.

Evitate di praticare lo Yoga Nidra a stomaco pieno, perché rischiereste di addormentarvi. Se avete molta fame potete mangiare qualcosa di leggero prima dell’esercizio, per esempio una banana o un panino.

Che cosa si fa dopo l'esercizio?

Al termine della pratica prendetevi un po’ di tempo per allungarvi e muovervi rimanendo sdraiati. Durante l’esercizio di Yoga Nidra, grazie al rilassamento la pressione arteriosa si abbassa, come pure la frequenza cardiaca e quella respiratoria: rialzatevi quindi lentamente e con cautela, dato che la circolazione ha bisogno di qualche istante per rimettersi in moto. Dopo esservi alzati bevete qualcosa, muovetevi ed eventualmente aprite per un attimo la finestra per inspirare aria fresca.

Che cosa succede dopo un po di tempo?

Vi accorgerete che con l’andar del tempo la vostra pratica personale dello Yoga Nidra subirà un cambiamento. Le vostre percezioni e conoscenze si modificano e si intensificano, e se ne aggiungono di nuove. Accogliete questo processo senza esprimere giudizi e senza voler ottenere qualcosa di preciso. Osservate con curiosità e gioia che cosa cambia per voi nel corso dell’esercizio e quali cambiamenti si manifestano nella vostra vita quotidiana.

Durante la pratica, questi cambiamenti possono riguardare la respirazione, le percezioni corporee, le vibrazioni all’interno e intorno al corpo, la vostra attenzione e le informazioni intuitive. Nella vita di ogni giorno le trasformazioni possono forse riguardare la salute, i rapporti interpersonali, la soddisfazione e la tranquillità. In questo senso lo Yoga Nidra è utile alla vostra evoluzione individuale.


Barbara Kundig è psicologa del lavoro, mamma e da alcuni anni anche un’apprezzata insegnate di Yoga Nidra. Da tempo studia tutti gli aspetti positivi e l’efficace potenza del rilassamento della tecnica che pratica 360 giorni l’anno. Organizza e tiene workshop, seminari e sedute singole per far conoscere lo yoga.


Indice

Prefazione

Che cosa offre questo libro

Che cos’è lo Yoga Nidra?
Swami Satyananda Saraswati
Effetti dello Yoga Nidra
A chi serve?
Che cosa succede di preciso?
Esecuzione dello Yoga Nidra

Yoga Nidra I
Yoga Nidra II
Consigli pratici per gli esercizi

Domande frequenti (FAQ)

Brevi esercizi per la vita quotidiana

Lo Yoga Nidra per problemi di salute

La dimensione spirituale dello Yoga Nidra

Altri esercizi per la vita quotidiana

Testo Yoga Nidra I
Testo Yoga Nidra II

Notizie sull’Autrice


Barbara Kundig
Yoga Nidra, lo Yoga del Rilassamento Profondo - Libro + CD >> http://goo.gl/rwG35K
La tecnica per la rigenerazione totale in 30 minuti
Editore: BIS Edizioni
Data pubblicazione: Giugno 2015
Formato: Libro - Pag 120 - 16 x 16 cm
Allegato: + CD


venerdì 19 giugno 2015

Comprendi la tua Malattia con le Scoperte del Dottor Hamer

Comprendi la tua Malattia con le Scoperte del Dottor Hamer

Perchè ti ammali, perchè proprio ora, perchè questi sintomi, quanto è importante per te, come si evolve

di Michel Henrard



Comprendi la tua Malattia con le Scoperte del Dottor Hamer - Libro

Scopri la Nuova Medicina Germanica, e comprendi come metterla in pratica con questo manuale!

Perché non tutti coloro che sono venuti in contatto con una persona con il raffreddore si ammalano? Perché gli uomini accusano più spesso bronchiti, ulcere allo stomaco o infarti cardiaci rispetto alle donne? Perché il cancro metastatizza in un malato e non in un altro? Che cosa provoca il passaggio da una semplice sieropositività senza sintomi alla malattia dichiarata?

Interrogarsi sull’origine della propria malattia differisce molto da una persona all’altra e dipende dalle credenze di ognuno e dal disagio creato dall’affezione. Se la maggior parte delle persone si pone poche domande, esse si chiedono tuttavia se la loro malattia è grave.

In questa straordinaria opera, l’esperto di Nuova Medicina Michel Henrard, ci spiega l’importanza della precisa comprensione della nostra malattia. Basandosi sugli studi del dottor Hamer, e grazie a oltre vent’anni di esperienza sul campo, questa guida ci aiuta a capire le cause delle principali patologie di cui soffriamo.

Dopo un’introduzione generale che riassume gli eventi che hanno portato alla sua scoperta, nella prima parte dell’opera vengono illustrate Le cinque leggi biologiche scoperte da Hamer:

conflitto e relazione psiche cervello organi;
soluzione dei conflitti;
i sintomi delle fasi di malattia e guarigione;
il ruolo dei microbi;
la quintessenza.
Ogni capitolo delle Cinque Leggi del dottor Hamer prevede una parte in cui, oltre alle nozioni essenziali e costituenti, vengono spiegate e illustrate le dinamiche di guarigione, gli esempi di conflitto, gli schemi riassuntivi, le crisi epilettoidi relative, ecc. Ci sono poi due capitoli dedicati alla lateralità biologica e al ruolo degli ormoni sessuali.

Nella seconda parte sono descritti i vari apparati (digerente, respiratorio, urinario, cardiocircolatorio ecc.) e per ognuno di essi vengono analizzate le varie malattie che si possono presentare con i relativi conflitti e risoluzioni.

Per la prima volta un testo di medicina germanica organizzato e strutturato in maniera organica e lineare, facile da consultare e in cui si trovano subito le informazioni che si cercano.


La Prima Legge Biologica - Estratto da "Comprendi la tua malattia con le scoperte del dottor Hamer"

LE RELAZIONI TRA PSICHE, CERVELLO E ORGANI. ORIGINE PSICHICA DELLA MALATTIA

Questa legge biologica è la prima a essere stata enunciata dal suo autore nel 1981, che l’ha battezzata “legge ferrea del cancro”.

Legge perché si tratta di constatazioni di rapporti necessari e costanti tra fatti, così come recita il dizionario. Ferrea giacché la resistenza di questa lega allude alla solidità della legge, la cui verifica non viene mai a mancare se la si utilizza. E cancro per ragioni storiche, poiché è per questo tipo di malattia che Hamer ha iniziato le sue ricerche.

Si potrebbe benissimo anche chiamarla “legge ferrea delle malattie”, a eccezione di quelle dovute a fattori esterni evidenti e che non rientrano nel quadro di questo libro. Si tratta di traumatismi vari, intossicazioni, irradiazioni, carenze nutrizionali e vitaminiche, affezioni genetiche.

A causa delle importantissime nozioni di base che ci fornisce, questa legge è il cardine di tutto il sistema esplicativo.

Tre elementi da considerare invece di uno

Il solo esame delle modificazioni funzionali e delle lesioni di un organo non ci dice nulla sulla loro origine. Per quanto approfondito, l’esame non ci svela che una descrizione cui si dà il nome di diagnosi di una malattia in mezzo a centinaia di altre. Ma perché proprio quella e in quel preciso momento della vita di una persona? Per arrivare all’obiettivo di quest’opera, occorrerà tener conto ancora di altri due elementi.

Cominciamo con il più semplice da definire.

È sempre un organo, ma molto particolare e decisamente complesso: il cervello.

È particolare perché il suo ruolo può essere paragonato a un supercomputer che gestisce il corpo nel suo insieme, con quei numerosi terminali che sono i suoi prolungamenti nervosi in contatto con tutti i nostri organi. È complesso a causa di tutte le attribuzioni che già gli sono state riconosciute sulla memoria, le emozioni, le facoltà intellettuali, la regolazione delle funzioni automatiche o non coscienti ecc.

È il ruolo supplementare che Hamer gli ha attribuito a farne un elemento indispensabile nella comprensione della malattia. Quasi ogni parte del cervello è in relazione, tramite i suoi prolungamenti nervosi, con un organo preciso del corpo. Questa zona o “relais”, “focolaio”, governa l’organo inviandogli le informazioni corrette per un funzionamento ottimale. Ne consegue che una disfunzione del relais sarà all’origine delle modificazioni patologiche dell’organo ad esso collegato.

A questo punto resta da sapere cos’è che sregola un’area precisa del cervello. Il terzo elemento non è un organo, ma il lato o aspetto o parte sensibile, emotiva e soggettiva del nostro essere.

È tramite essa che prendiamo coscienza della realtà o piuttosto della nostra realtà. Per designarla, Hamer ha scelto il termine semplice e sufficientemente conosciuto di psichismo. Ma non avremo bisogno di alcuna scuola o griglia interpretativa codificata che faccia parte di quel vasto ambito che è la psicologia. L’unico fattore che dovremo considerare il più precisamente possibile è ciò che l’individuo ha accusato al momento di un’esperienza per lui difficile. Utilizzerò spesso il termine di “sentito” o di “vissuto” per designare nello psichismo ciò che è particolarmente importante dato che è a questo livello che si gioca l’esordio della malattia. Abbiamo ora i tre elementi che costituiscono la triade psico-cerebro-organica.

Ma per evitare di ripetere espressioni un po’ lunghe, utilizzerò più spesso il termine di triade. Andiamo ora a vedere le sue caratteristiche, e poi ciò che accade a ciascuno dei tre livelli, per comprendere il processo che genera quella che chiamiamo una malattia.

Il funzionamento della triade, le sue connessioni

La sua prima caratteristica è che essa funziona in maniera sincrona, giacché se c’è una perturbazione a uno dei livelli ve n’è una contemporaneamente corrispondente negli altri due. Ciò vale qualsiasi sia lo stadio della malattia, dal suo inizio e sino alla guarigione. La seconda è il senso direzionale dell’alterazione. Quest’ultima ha origine dalla psiche e tocca nello stesso tempo, poiché c’è sincronismo, una zona del cervello che immediatamente sregolerà l’organo corrispondente.

Tra i tre elementi correlati esistono due connessioni: tra la psiche e il cervello e tra quest’ultimo e gli organi. Non c’è interazione diretta tra il mentale e il corpo, poiché il circuito passa attraverso il sistema nervoso. Una possibilità che vi è correlata è il sentito doloroso degli organi che ci fanno soffrire. Ma in questo caso ci si ritrova davanti allo scenario classico che va di nuovo a modificare la triade nello stesso senso.

Volevo ugualmente accennarvi poiché vi ritorneremo sopra più avanti, specialmente studiando “il circolo vizioso” di alcune affezioni. Indipendentemente dai fattori esterni, ci sono anche conseguenze dovute allo stato del cervello in seguito alla riparazione dei relais, e che vanno ripercuotendosi sullo psichismo e altri organi oltre a quelli corrispondenti a questi stessi relais.

Ugualmente, ci sono interazioni tra relais e interazioni di carattere meccanico tra gli organi stessi: situazioni che vedremo nella seconda e nella terza legge, così come nei Capitoli che vanno dal 6 al 9 e che trattano nozioni supplementari sui conflitti. Per il momento, teniamo a mente la sequenza che qualificheremo come “normale”.

Quello che succede a livello della psiche: lo shock e il conflitto

È tramite la psiche che l’individuo affronta la realtà dell’esistenza e le sue difficoltà. Si tratta dunque della sua realtà, del modo in cui percepisce gli avvenimenti della sua vita.

Sino a che sarà in grado di “gestire” mentalmente queste difficoltà – per esempio prevedendole o disponendo di risorse sufficienti acquisite nella sua storia precedente – non si ammalerà. Vivrà eventualmente emozioni più o meno forti e sgradevoli, ma che si risolveranno presto con la sola conseguenza di qualche perturbazione funzionale e temporanea.

Potrà essere ad esempio un periodo di insonnia dovuto a un sovraccarico di preoccupazioni, contrazioni allo stomaco dopo un banale diverbio, un bisogno più frequente di urinare, sudori o palpitazioni cardiache nell’apprensione di un incontro ecc. Niente più che qualche scossone intorno a un centro di gravità che resta stabile, ma che provoca già delle ripercussioni attraverso il sistema nervoso e dunque un “linguaggio del corpo”.

Né i numerosi stress legati alle preoccupazioni della maggior parte di noi, né l’accumulo di uno o più di essi, bastano a ricoprire il ruolo di detonatore che attraverso l’alterazione della triade genererà una malattia. Utilizzo la parola detonatore di proposito, poiché è solo tramite uno shock psichico che inizia il processo di ogni patologia. Lo shock è un’esperienza vissuta dolorosamente, ma brusca e imprevista, qualunque sia il grado precedente di preoccupazione/i. Ci coglie alla sprovvista, non lasciandoci alcuna possibilità di reagire velocemente con un comportamento per noi abituale e sufficientemente efficace. Al contrario, ci lascia come storditi, costernati, destabilizzati.

Per illustrare questo aspetto improvviso e ineluttabile, Hamer utilizza l’immagine di un portiere che si tuffa da un lato quando la palla colpisce la rete dall’altro. Preso in “contropiede”, non può fare nient’altro che guardare impotente la palla. Si ha quindi immediatamente l’inizio di quello che Hamer ha denominato il conflitto biologico. Sul piano psichico l’individuo resterà sotto l’influenza dello shock, “rimuginando” l’evento che non ha potuto gestire, alla ricerca di una soluzione. E gli altri due elementi della triade sincrona saranno simultaneamente sregolati. Ma prima di affrontare i livelli cerebrale e organico, ecco un breve esempio di cui mi sono spesso servito durante le visite.

Chiedo a una persona di immaginare che lasciando il mio studio incontrerà un grande amico che non vede da sei anni. Dico anche che avrà l’istinto di abbracciarlo pieno di gioia, ma l’avverto che sarà accolta molto male e perfino insultata. Se riesco a convincerla, quando uscirà, essa avrà potuto anticipare l’evento e non avrà alcuno shock. Diversamente, se non lo sa, andandogli incontro esprimerà naturalmente la sua gioia: «Come sono contenta di rivederti, sono anni che... ». Ma sarà interrotta dalla risposta: «Non ho più alcuna voglia di vederti, ti ho visto abbastanza, lasciami in pace». La persona può sviluppare un conflitto dal sentirsi rifiutata, perché quello che le accade è doloroso e totalmente imprevedibile. Destabilizzata sul colpo, non può gestire questa esperienza con una reazione e un comportamento per lei abituali.

Hamer ha dato a questo shock il nome di DHS, acronimo di Dirk Hamer Syndrome, in ricordo della morte di suo figlio Dirk in seguito alla quale egli stesso sviluppò un cancro. In questo libro, utilizzerò indifferentemente le espressioni di shock o shock conflittuale, dal momento che esso è all’origine del conflitto e della DHS.

Un altro punto importante da sottolineare è l’aspetto profondamente intimo e dunque coinvolgente dello shock. Se questo è vissuto come un colpo del destino, che nulla avrebbe potuto cambiare, non genererà conflitto. Al contrario, occorre che ci sentiamo toccati personalmente con un senso di lacerazione interiore, di rimessa in discussione, da cui non possiamo uscire. Anche la sofferenza morale, perlomeno nella sua consueta accezione, non è un criterio di shock conflittuale.

La miglior prova è il lutto che prima o poi quasi tutti dovremo provare. Se il fatto di venire a conoscenza brutalmente della morte di un proprio caro fosse una DHS, ne usciremmo più o meno tutti gravemente malati, cosa che non succede. Di contro, se ci rimproveriamo qualcosa – a torto o a ragione, non è quello il problema – a proposito di questa morte, ciò può dar luogo a dei conflitti tra i più gravi. All’origine di alcuni tipi di cancro si trovano anche incidenti d’auto, consigli dati od omessi e per i quali ci si rode ancora lunghi mesi dopo perché ci si sente responsabili.

Precisiamo ora la nozione di conflitto biologico, intimamente legata allo shock, dal momento che ne è la conseguenza immediata. Conflitto è un termine generico che significa antagonismo, opposizione tra persone o gruppi. È utilizzato in diversi ambiti come i conflitti sociali, giuridici, armati ecc. Ma è anche impiegato in psicologia, dove designa l’opposizione interiore che fa seguito a desideri e motivazioni inconciliabili. Hamer l’ha scelto riferendosi all’impasse psichica in cui ci sprofonda la DHS, ma aggiungendo “biologico” poiché esso perturba tutta la triade, e dunque il nostro funzionamento biologico.

Nel seguito del testo, il termine conflitto sarà sempre sinonimo di questo concetto di conflitto biologico. Ogni conflitto dev’essere studiato nelle sue due grandi caratteristiche, due parametri di cui uno è qualitativo, il suo tenore soggettivo, e l’altro è quantitativo, la sua intensità e la sua durata.

Il tenore soggettivo del conflitto

È il modo del tutto personale in cui lo shock è stato accusato. Si può anche parlare di contenuto soggettivo o di colorazione individuale. È questo che va a determinare il relais cerebrale toccato e l’organo colpito, e non l’avvenimento dello shock in sé. Quest’ultimo ci serve unicamente a localizzare nel tempo l’inizio del conflitto. In altre parole, non si può stabilire alcuna relazione tra l’avvenimento e la malattia. Non si può prevedere che la perdita del posto di lavoro, una rottura sentimentale, un affronto o un’altra forma di aggressione, l’esito sfavorevole di un processo o un furto, provocheranno tale conflitto.

Illustriamo quanto affermato con due esempi sui quali ritorneremo quando vedremo le conseguenze a livello cerebrale e organico, limitandoci a qualche possibilità tra molte altre. Avendo subìto un’osservazione molto umiliante, un uomo l’accusa come un rifiuto da parte del suo autore e vive un “conflitto di separazione”, non essendo più possibile il contatto con questa persona.

Ma il concetto di contatto può non avere alcuna importanza per lui, poiché dopo tutto non è che un collega di lavoro. Se si farà carico di questa critica fatta invece da un superiore gerarchico durante una riunione pubblica, ne farà un “conflitto di svalutazione”. O ancora, vivendola come una cosa inaccettabile, il conflitto sarà quello che noi chiamiamo di “contrarietà indigesta”.

Una donna viene a sapere dell’infedeltà coniugale del marito. I sentimenti più frequenti sono una frustrazione sessuale, il senso di dissoluzione della famiglia, un’autosvalutazione in riferimento alla rivale, la paura di non potersi più far carico materialmente della propria esistenza. Ma la lista completa delle possibilità è molto più lunga, e ognuna di esse ha un’affezione che vi corrisponde. Questa può anche comportare colorazioni diverse per uno stesso shock.

Infine, se l’evento è stato ben gestito psichicamente, non ci sarà alcun conflitto biologico. Concludiamo questo paragrafo insistendo sul fatto che il tenore soggettivo del conflitto va sempre ricondotto a emozioni fondamentali, al di là del contenuto aneddotico dello shock. Si troveranno dei vissuti come rifiuto, paura, svalutazione, disgusto, sozzura, lotta, rivalità, mancanza, espropriazione ecc.

L’intensità e la durata del conflitto

Questi due elementi sono da mettere in relazione tra loro, poiché insieme condizionano l’ampiezza del conflitto. Ma non sono necessariamente in relazione proporzionale, poiché un conflitto può essere di forte, media o debole intensità e, in ogni caso, di una durata molto variabile. Tuttavia bisogna considerarli insieme, giacché è l’ampiezza del conflitto che condizionerà l’importanza delle modifiche biologiche. E queste iniziano a partire dall’instaurazione del conflitto e si accumulano sino a che il conflitto non è risolto.

Vedremo più avanti le diverse evoluzioni che può avere un conflitto, ma fermiamoci un istante sull’intensità dello shock iniziale. Paragonerò questo shock all’impatto di un sasso gettato sulla superficie calma di uno stagno. Se il sasso è grande come un pugno, le poche e piccole onde centrifughe che provocherà si smorzeranno presto. Se pesa una tonnellata, le ondate arriveranno senz’altro a toccare anche i bordi dello stagno. E se è un meteorite, tutta la terra intorno sarà scossa, con alberi sradicati molto più in là delle rive, lasciando delle tracce che noi definiamo cicatrici. Questa semplice immagine permette di capire che l’intensità della DHS può influire sulla durata del conflitto, ma non in modo quantitativamente proporzionale, poiché anche un conflitto forte può essere risolto molto in fretta.

Ecco due esempi per mostrare che l’intensità e la durata non sono correlati proporzionalmente. Venite a sapere che vostro figlio è stato ricoverato in ospedale, lontano da casa, in seguito a un incidente d’auto, e voi l’avevate lasciato andare malgrado non avesse la patente di guida. Se ne fate uno shock conflittuale di paura per la sua vita, il conflitto può essere risolto nel momento in cui arrivate all’ospedale e capite che il ragazzo non ha che qualche ferita lieve; uno shock forte ma un conflitto breve.

Davanti a una pagella scolastica catastrofica portata a casa da vostro figlio, ne fate voi stessi un conflitto di svalutazione perché vi sentite responsabili di avergli imposto tale scuola. Ci rimuginate sopra fino alla pagella dell’anno seguente, eccellente conseguenza di un cambiamento di orientamento scolastico che gli avete consigliato. Ritrovate quindi la pace dello spirito nella faccenda che non vi aveva tormentato che in modo molto modesto; uno shock poco intenso ma un conflitto lungo.

Un altro modo di illustrare la complementarietà tra intensità e durata è quello di rappresentarle con un grafico. L’intensità è collocata sulla coordinata verticale e la durata su quella orizzontale, il prodotto delle due ci dà una superficie. Questa costituisce ciò che si chiama la massa conflittuale, un’espressione equivalente all’ampiezza del conflitto, ma che traduce forse meglio l’insieme delle modifiche accumulate durante la durata del conflitto.

Concluderò queste precisazioni sullo shock o DHS attirando l’attenzione del lettore sulla definizione più completa che Hamer ne ha dato, e che ritroverà in tutte le sue opere, comprese quelle odierne, e naturalmente presso gli autori che lo citano, qualunque sia il loro scopo, copiarlo o criticarlo. Ciò eviterà un perpetuo malinteso per una semplice questione di terminologia. «La DHS è uno shock conflittuale estremamente brutale, acuto e drammatico, vissuto nell’isolamento. Il vissuto di questo shock drammatico determina un’evoluzione quasi simultanea sui tre livelli psichico, cerebrale e organico».

Questa definizione si è prestata a creare già molta confusione in numerosi lettori, lasciandoli perplessi sulla sua pertinenza a causa del suo aspetto drammatico. All’epoca del mio debutto nella NM fu anche il mio caso e vi racconterò un aneddoto fra i tanti. Durante un seminario tenuto da Hamer, mi ero intrattenuto con uno psicologo che mi stava mostrando il suo progetto di libro sulle scoperte di Hamer stesso. Ero andato subito a leggere la famosa definizione, per trovarla una volta ancora intatta. Avevo allora chiesto a quello psicologo che conoscevo da un seminario precedente: «Ma quale shock estremamente brutale e drammatico trovi ci sia all’origine di un raffreddore o di un piccolo eczema di una settimana o due?». Dopo tante focalizzazioni su questa nozione, sia con medici che con pazienti, vorrei essere il più chiaro possibile.

Nella definizione di Legge ferrea del cancro ho spiegato l’origine storica da cui Hamer aveva iniziato le sue osservazioni su casi spesso gravi di tumore, e in quel caso le DHS erano evidentemente drammatiche. Analizzando l’intensità dello shock, ho utilizzato l’immagine di un oggetto più o meno pesante gettato in uno stagno. A rischio di ripetermi, lo esprimerò ancora molto semplicemente: ciò che conta è solo la realtà soggettiva dell’individuo. E nella sua psiche, la DHS può essere sia piccola che gigantesca, provocando un conflitto di qualche ora... o per il resto della sua vita.

Cosa succede a livello del sistema nervoso

La modifica del ritmo neurovegetativo

Per capire ciò che succede a questo livello, mi sembra necessario un accenno a qualche concetto psicologico di base che includa termini più difficili, ma indispensabili per ciò che segue. Il sistema nervoso comprende il cervello, che può essere considerato come il supercomputer che governa l’insieme del corpo, e i suoi numerosi terminali che sono i nervi. La parte del sistema nervoso che si occupa della vita vegetativa autonoma dell’organismo, ossia di tutte le funzioni automatiche, indipendenti dalla nostra volontà cosciente, è il sistema neurovegetativo.

Esso comprende principalmente due grandi insiemi di circuiti indipendenti e distinti nel loro ruolo, ma la cui complementarietà e l’alternanza di attività regolari sono fondamentali per una buona salute. A seconda dei casi, si parla di eutonia o di distonia neurovegetativa. I due elementi di questa coppia sono il sistema ortosimpatico o simpatico e il sistema parasimpatico o vagotonico. I loro centri di regolazione sono situati nel cervello, ma le loro ramificazioni nervose percorrono tutto il corpo.

L’ortosimpatico stimola tutto ciò che è fisiologicamente previsto per tenerci in uno stato di all’erta, attività e potenziale combattività. Include un aumento dei livelli di ormoni necessari, della pressione e del ritmo cardiaco, un utilizzo dell’energia immagazzinata nelle diverse molecole e organi periferici. È predominante durante il giorno.

Il parasimpatico stimola invece lo stato di risposo e di recupero con abbassamento dei livelli di ormoni energizzanti, della pressione e del ritmo cardiaco, aumento della produzione e dell’immagazzinamento di molecole a partire dal nutrimento assimilato durante il giorno. È predominante di notte.

Fin dallo scoppio del conflitto, c’è una rottura dell’equilibrio neurovegetativo con una predominanza ortosimpatica, che viene definita come uno stato di ortosimpaticotonia, o più correntemente di simpaticotonia e che va a dare l’avvio a tutta una serie di sintomi quali agitazione, diminuzione del sonno, dell’appetito, del peso, la costrizione dei vasi con freddo in tutto il corpo e soprattutto alle estremità, l’aumento della pressione arteriosa, secrezioni surrenali ecc. La complessità e l’intensità di questo quadro sintomatologico sono naturalmente proporzionali all’ampiezza del conflitto, e ciò può essere anche solo un leggero stato di insonnia e di nervosismo, associato a una bulimia compensatoria.

Ma un conflitto molto grave può portare il paziente a uno stato di ebetismo, facendogli perdere una decina di chili in qualche settimana. Questa rottura dell’equilibrio nervoso è dovuta allo stress del conflitto di cui bisogna capire la natura profonda. Le sue manifestazioni possono essere molto spiacevoli, ma hanno un senso e sono l’espressione nel corpo di un surplus di all’erta necessaria per aumentare le possibilità di trovare una soluzione al conflitto.

Senza lo stress la razza umana non sarebbe senz’altro sopravvissuta alle lotte per l’esistenza. Ma c’è un rovescio della medaglia che è l’inizio di un conto alla rovescia, poiché lo squilibrio neurovegetativo ha i suoi limiti, che corrispondono di fatto alla nostra capacità di vivere un conflitto. E quando li raggiungiamo, è la morte per sfinimento o cachessia. Ritorneremo più avanti su questo importante tema.

Il danno di un relais

Parallelamente allo squilibrio neurovegetativo, viene colpita un’area precisa del cervello ed è questa perturbazione cerebrale che, modificando le informazioni emesse dal cervello, scatena la malattia nell’organo, il cui buon funzionamento dipende da queste informazioni stesse. È il sentito soggettivo, la colorazione del conflitto che va a determinare l’area esatta del cervello e quindi l’organo malato.

Riprendiamo qui due esempi riportati precedentemente completandoli sui piani organico e cerebrale.

Il primo è quello dell’individuo che ha dovuto subire un’osservazione molto umiliante alla quale non ha potuto far fronte e su cui va rimuginando da alcuni giorni, settimane o mesi. Tra tutti i sentiti possibili, riprendiamo i tre considerati.

Se è un “conflitto di separazione”, la regione del cervello colpita sarà la zona della corteccia sensoriale che gestisce il buon funzionamento dello strato superficiale della pelle e sarà quest’organo che si ammalerà.
Se si tratta di un “conflitto di svalutazione” di sé, la regione cerebrale relativa è il midollo cerebrale e l’organo colpito sarà il sistema osseo.
Se è un “conflitto di tipo indigesto”, la ripercussione si avrà sulla zona cerebrale e organica corrispondente, con danno alla gola, allo stomaco, al colon ecc. secondo le molteplici sfumature proprie di questo genere di conflitto.
Il secondo è quello della donna che viene a sapere inaspettatamente che suo marito la tradisce. Alcune possibilità di conflitto tra le altre sono:

Al momento della DHS, il conflitto è una frustrazione sessuale. Il relais colpito al cervello si trova nell’emisfero corticale sinistro perinsulare. Questa zona cerebrale controlla il collo dell’utero, ed è quindi quest’organo che si ammalerà.
Non è la sessualità la cosa più importante e, al momento della DHS, lei avverte il crollo della propria famiglia. Ad esempio è ossessionata dalla futura sorte dei propri figli che vede già straziati da un divorzio. È quello che viene chiamato “conflitto del nido” che colpirà la parte laterale del cervelletto da cui deriverà una lesione al seno.
Una svalutazione di se stessa (“Valgo meno dell’altra perché mio marito va da lei”) con ripercussioni sul midollo cerebrale e conseguente lesione ossea.
La vive come una porcheria compiuta dal suo coniuge, per esempio perché questa relazione è con la sua migliore amica, una prostituta, una minorenne ecc. Il relais sarà sul tronco cerebrale, generalmente quello del colon o dello strato profondo della mucosa vescicale.
Si vede messa alla porta, senza più mezzi di sussistenza sufficienti. Un tale “conflitto di carenza” ha il suo relais nel tronco cerebrale e l’affezione concernerà la parte principale del fegato chiamata parenchima.
Oppure ancora questa donna, in seguito a conseguenze sociali e materiali, si sente immersa in una situazione insopportabile da cui non può fuggire e la malattia, attraverso la corteccia cerebrale perirolandica, sarà una sclerosi multipla.
Ricordiamo che l’elenco completo delle eventualità è più lungo e che la donna non avrà alcuna lesione organica se supererà lo shock subito. Ella potrà anche avere differenti impatti dallo stesso shock, di cui alcuni più deboli si noteranno poco, mentre uno o l’altro comporteranno una patologia grave come quelle etichettate come cancro.

Cogliamo qui l’occasione per completare le conseguenze a livello cerebrale di una DHS. Sino a ora, abbiamo considerato solo il danno a un unico relais, ma una DHS ne può perturbare molti con i danni organici corrispondenti. In questo caso, è raro che questi danni siano di intensità simile e sarà quello più importante che occorrerà ricercare prima di tutto.

Una DHS può anche dissestare più parti di uno stesso relais, provocando altrettante localizzazioni nell’organo ad esso collegato. Prendiamo come esempio la molteplicità delle chiazze di eczema sulla pelle, quella della decalcificazione in un osso e quella dei focolai di proliferazione cellulare a livello del fegato, del colon o di un seno. Prendendo il caso del seno, è tuttavia evidente che è meglio avere dieci focolai grandi come la capocchia di uno spillo che non una sola massa grande come una noce. A condizione naturalmente che queste modificazioni biologiche non si evolvano.

Ma la medicina ritiene che il cancro sia allora già disseminato e dilagante e vorrà asportare tutto il seno, un intervento che per la donna può essere drammatico. Ritorneremo a lungo sui discorsi e sulle terapie della medicina classica per via della sua incomprensione delle leggi biologiche.

In ogni caso, per comprendere il danno cerebrale e organico ciò che conta è unicamente la colorazione soggettiva del conflitto.

Descrivere esattamente ciò che accade a livello dei relais rimane ancora nell’ambito delle ipotesi. Il dottor Hamer li ha identificati per ogni conflitto e ne ha rilevato la mappa. Ciò gli è stato possibile esaminando numerose TAC in cui ha rilevato un aspetto diverso a seconda che il conflitto fosse attivo o in soluzione.

Nel primo caso ha identificato anelli concentrici che formano l’immagine di un bersaglio. Nel secondo caso, ha potuto vedere più facilmente un’immagine che associa un edema e una proliferazione cellulare.

Ma tutto ciò è stato rifiutato dagli specialisti, che sostengono che i bersagli non sono che artefatti o immagini senza significato e legate al funzionamento dello scanner computerizzato, mentre gli edemi e le proliferazioni cellulari vengono diagnosticati come tumori cerebrali da trattare se possibile in quanto tali, oppure considerati come trombosi o altri incidenti cardiovascolari. E l’espressione peggiorativa “focolaio di Hamer” proviene dai suoi detrattori.

Lui stesso ha utilizzato espressioni come “rottura di campo” nel cervello e ha supposto che ci fossero modifiche/distruzioni ai prolungamenti delle cellule nervose o neuroni. Questi prolungamenti sono di due tipi, gli assoni centrifughi che inviano informazioni e i dendriti centripeti che le ricevono. Ma Hamer riconosceva anche che, nell’impossibilità di sezionare il relais e osservarlo attraverso un’analisi al microscopio, quest’ambito rimaneva come la “scatola nera” del processo cerebrale.

Quello che accade a livello degli organi. Sintomi e lesioni.

Oltre agli esempi già citati, mi terrò sulle generali, poiché visto il numero degli organi, i loro danni esatti sono l’oggetto della seconda parte del libro. È anche necessario conoscere innanzitutto la seconda e la terza legge biologica. La seconda ci dà insegnamenti sulla natura dei sintomi seguenti a questi stadi.

Quello che si può già fare presente è che i cambiamenti iniziano subito dopo lo shock iniziale e continueranno a svilupparsi sino a che durerà il conflitto. Potrei affrontare senz’altro numerose malattie, perché è proprio il nome delle stesse che il pubblico cerca. Ma vista la diversa interpretazione della NM, descriverò soprattutto i fatti che queste modificazioni sono e che si riducono a tre modalità reattive.

Il conflitto può provocare una proliferazione cellulare. E se ciò accade ad esempio a livello del colon, un tumore che minaccia di causare un’occlusione intestinale dovrà essere operato. Oppure può scatenare una distruzione cellulare. Se ciò avviene sulla parete di un organo come lo stomaco, il rischio di una perforazione giustificherà del pari un intervento chirurgico.

Il conflitto può provocare anche una diminuzione funzionale come quella di un organo di senso, della motricità o di una ghiandola. Se riguarderà l’udito o la capacità muscolare, il deficit sarà una sordità o una paralisi. La differenza tra una patologia apparentemente anodina e uno stato più grave è proporzionale alla massa conflittuale.

Ma terminiamo questo paragrafo con un proponimento più positivo, poiché la maggior parte dei conflitti finisce per fermarsi, affermazione che sarà l’oggetto della seconda legge.


Indice

Prefazione

Introduzione

Alcune domande senza risposte
L’anello mancante della medicina
Alcune espressioni eloquenti
Il dottor Ryke Geerd Hamer
PRIMA PARTE
GLI STRUMENTI TECNICI DEL SISTEMA ESPLICATIVO: LE CINQUE LEGGI BIOLOGICHE

Presentazione

Capitolo 1 – LA PRIMA LEGGE BIOLOGICA
Le relazioni tra psiche, cervello e organi. Origine psichica della malattia

Nozioni essenziali
Nozioni complementari
- Precisazioni sulla triade psico-cerebro-organica
- Precisazioni sul conflitto
- Alcuni grandi temi conflittuali
- Terreno ed ereditarietà
- I conflitti del lattante e del feto
- I binari del conflitto
Capitolo 2 – LA SECONDA LEGGE BIOLOGICA
Le due fasi della malattia. Quando il conflitto è risolto

Nozioni essenziali
Nozioni complementari
- Stadi del conflitto ed evoluzioni della malattia
- Pericoli e complicazioni di ciascuna fase
- La crisi epilettoide
Capitolo 3 – LA TERZA LEGGE BIOLOGICA
La natura dei sintomi in ciascuna delle due fasi

Nozioni essenziali
Nozioni complementari
- Tessuti embrionali e parti del cervello
- La migrazione del tessuto ectodermico
- Mappa dei relais cerebrali
- Precisazioni sulla proliferazione riparatrice
- La surdeterminazione della diagnosi
Capitolo 4 – LA QUARTA LEGGE BIOLOGICA
Il ruolo dei microbi

Nozioni essenziali
Nozioni complementari
- Il tropismo microbico
- Il sistema immunitario
- Altre domande
Capitolo 5 – LA QUINTA LEGGE BIOLOGICA
La comprensione del significato dei sintomi in natura. La quintessenza

Nozioni essenziali
Nozioni complementari
Capitolo 6 – LA LATERALITÀ BIOLOGICA: ESSERE DESTRIMANI O MANCINI

Capitolo 7 – LA LATERALITÀ ANATOMICA: LA LESIONE ALLA PARTE DESTRA O SINISTRA DEL CORPO

Capitolo 8 – ESSERE UOMO O DONNA. IL RUOLO DEGLI ORMONI SESSUALI

Capitolo 9 – LA PRESENZA DI SVARIATI CONFLITTI

Capitolo 10 – L’IMPORTANZA DELLE CONVINZIONI PERSONALI, DEL VISSUTO DEI SINTOMI E DELLE CONCEZIONI MEDICHE

Capitolo 11 – L’UTILIZZO PRATICO DEGLI STRUMENTI ESPLICATIVI

Capitolo 12 – CHE COSA CAMBIA NELLA DIAGNOSI

Capitolo 13 – CHE COSA CAMBIA NELLA TERAPIA

SECONDA PARTE
LE MALATTIE E I LORO CONFLITTI

Presentazione

Capitolo 14 – IL CANCRO

Capitolo 15 – LA PELLE

Capitolo 16 – IL SISTEMA LOCOMOTORE

Capitolo 17 – IL SISTEMA CARDIOVASCOLARE

Capitolo 18 – IL SISTEMA RESPIRATORIO

Capitolo 19 – IL SISTEMA DIGERENTE

Capitolo 20 – IL SISTEMA URINARIO

Capitolo 21 – IL SISTEMA GENITALE

La donna
L’uomo
Capitolo 22 – IL SISTEMA GHIANDOLARE

Capitolo 23 – GLI ORGANI DI SENSO

Capitolo 24 – LA SCLEROSI MULTIPLA

Capitolo 25 – L’AIDS

Capitolo 26 – ALLERGIE E MALATTIE IMMUNITARIE

Capitolo 27 – LE TURBE MENTALI

Conclusione

Indice delle malattie
Bibliografia


Michel Henrard
Comprendi la tua Malattia con le Scoperte del Dottor Hamer - Libro >> http://goo.gl/OBmrVr
Perchè ti ammali, perchè proprio ora, perchè questi sintomi, quanto è importante per te, come si evolve
Editore: Macro Edizioni
Data pubblicazione: Aprile 2015
Formato: Libro - Pag 268 - 17x24 cm