giovedì 3 dicembre 2015

Sesso e morte: qual è la loro reale importanza?



Sesso e morte: qual è la loro reale importanza?

Quale e quanta influenza hanno questi elementi nella vita?

di Antonio Bertoli - 30/11/2015



Sesso e morte: qual è la loro reale importanza?

Estratto dal libro "Le vere origini della malattia" di Antonio Bertoli

Eros e Thanatos

Dal punto di vista biologico e della legge primaria della conservazione della specie, il sesso e la morte costituiscono gli elementi e gli eventi più importanti.

La ragione di questa significatività prioritaria è evidente: entrambi possono alterare, interrompere, facilitare o far inceppare il meccanismo virtuoso della vita.

Quando si parla di sesso, quindi, non si intende solo la modalità riproduttiva, ma anche la tipizzazione secondo cui si instaura la vita, il maschile e il femminile, le due entità archetipiche primarie che la fondano.

Anche quando si parla di morte non s’intende solo l’estinzione materiale della vita, ma la sparizione, l’abbandono, la scomparsa (psichica o materiale) della vita, vale a dire della tipizzazione secondo cui essa si instaura: il maschile e il femminile, ancora, i due archetipi primari di riferimento.

La vita è il dialogo: la relazione tra maschile e femminile

Ciò che più incide su questo dialogo e su questa relazione – e che dunque è più rilevante in assoluto per la vita, per la conservazione, la riproduzione e l’evoluzione della specie – è ciò che determina o può determinare un’alterazione di questi due principi basilari e della loro relazione.
Il dialogo vitale tra i due opposti ma integrati poli del maschile e del femminile, sul piano biologico, è il sesso, la relazione ormonale, che l’evoluzione ha dotato anche di ulteriori e complessi meccanismi di attrazione (e separazione) reciproci, altrettanto funzionali in ordine ai suoi scopi primari (la conservazione, riproduzione ed evoluzione della specie). […]
Se il sesso rappresenta il principale fattore di attrazione, con tutti gli aspetti ormonali, di coscienza e di cicli biologici che vi sono correlati, la morte rappresenta l’altro principale elemento del dialogo tra maschile e femminile.

La morte, se da una parte rappresenta la scomparsa della vita e dunque un inceppamento del suo meccanismo creativo virtuoso, dall’altra parte è anche il fondamento di nuove possibilità: la relazione con un altro uomo o con un’altra donna, ad esempio, dei nuovi figli, delle nuove evoluzioni. Essa rappresenta però, al contempo, lo stop definitivo a un percorso che era evidentemente diventato impraticabile, non più funzionale, probabilmente degenerativo.
Laddove il dialogo tra maschile e femminile diventa impraticabile, infatti, diventa impraticabile anche la vita stessa: la morte interviene quindi come unica soluzione “vitale”, e solo dopo aver già sperimentato tutte le soluzioni fornite dall’unico altro principio vitale esistente oltre ad essa, il sesso.

Sesso e morte arrivano così a rappresentare i due fattori evolutivi essenziali che incidono sui due elementi primari della vita, il maschile e il femminile.[…]

Maschile e femminile, uomo e donna, Eros e Thanatos: la vita parla sempre di opposti che – pur restando separati – diventano un’unità all’insegna di un processo, di una serie complessiva che li comprende entrambi e che entrambi rispecchiano sempre.


Psico-Bio-Genealogia - Le Vere Origini della Malattia - Libro

Ci sono intrecci, relazioni e influenze che collegano un individuo alla sua famiglia, alla società in cui nasce e alla cultura di cui fa parte e, infine, alla specie biologica cui appartiene. È a partire da questa fitta rete che spesso hanno origine i problemi della persona - insoddisfazione, difficoltà nei rapporti, problemi di lavoro o di coppia, disagi o malattie fisiche.

Questa trama però è inconscia e proprio per questo difficilmente individuabile, ma portarla a livello di coscienza è indispensabile per uscire dal circolo vizioso del malessere e per educare l’inconscio affinché non torni a ripetere e radicalizzare ciò che ha imparato nel corso delle generazioni precedenti e della sua stessa biografia.

Questo è l’obiettivo della Psico-Bio-Genealogia che fonde, all’interno di un percorso organico, la Psicogenealogia e la Nuova Medicina di R.G.Hamer, partendo dalla convinzione che proprio l’albero genealogico – ovvero la tipizzazione degli archetipi primari maschile e femminile, che definisce nella sostanza ogni persona – costituisca la base di nevrosi, ossessioni e di molte malattie.

In sostanza tutti ereditiamo un’impronta psichica, una sorta di prigione che non siamo coscienti di possedere. Ed è proprio da qui che nascono quei conflitti che si traducono in disagio.

Da dove parte quindi l’approccio terapeutico della Psico-Bio-Genealogia? Dalla presa di coscienza del conflitto, così come nella Nuova Medicina e nella Psicogenealogia e, contemporaneamente, dalla necessità di far emergere l’origine vera, profonda e genealogica del disagio.

Ed è qui che trovano spazio gli atti paradossali o psicomagici, che l’autore descrive e propone nell’ultima parte del libro, traendo ispirazione da grandi maestri come M. Erickson, J. Haley o A. Jodorowsky.


Antonio Bertoli
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