mercoledì 25 ottobre 2017

I disturbi alimentari della sfera emozionale




I disturbi alimentari della sfera emozionale: cibo, emozioni e fisica quantistica

Scritto da: Carmen Di Muro

Psicologia Quantistica


I disturbi alimentari della sfera emozionale: cibo, emozioni e fisica quantistica

Cara dott.ssa Di Muro,

ho letto con interesse il suo articolo sull’alimentazione bio-psico-energetica. A questo proposito, mi piacerebbe chiederle, se esista una connessione tra dieta, disturbi alimentari e veleni energetici che intaccano la nostra componente interiore. La ringrazio. G.M.

Gent.mo G.,

la sua singolare domanda apre il campo ad una più ampia riflessione su quello che è un quesito altrettanto fondamentale: Nella quotidianità quanto peso diamo alla nostra alimentazione interiore? A quel nutrimento energetico che ci dona carica e vitalità per agire?

Mentre ci preoccupiamo della dieta da seguire per dimagrire, essere in forma o semplicemente stare meglio, ignoriamo l’esistenza di una dieta che lavora a un livello infinitamente più profondo e che arriva molto più lontano nei suoi effetti. Tutto ciò che si palesa dinanzi ai nostri occhi, che sia lo stato di salute, le relazioni che intratteniamo con gli altri, come pure la realtà stessa, è interamente condizionato dal tono abituale delle nostre emozioni e dei nostri pensieri, le cui vibrazioni sono energie potentissime. Ogni attimo della nostra vita è scandito da un’emozione dominante, che ci orienta sul prossimo passo da compiere, facendoci muovere da un certo contesto attraverso la generazione di un rinnovato ventaglio di pensieri e azioni possibili, che rappresentano cibo ed energia per la nostra mente, che a sua volta nutre il corpo, i nostri organi e le nostre cellule.

Nel momento in cui sperimentiamo in modo continuativo emozioni negative, ciò comporterà che la totalità del nostro essere ne venga pervasa, in quanto se saremo centrati su queste tonalità disturbanti, i nostri pensieri non potranno che esserne lo specchio, influenzando in modo concreto la realtà fisica intorno a noi. Ciò avviene in quanto a livello quantistico ogni pensiero legato all’emozione genera vibrazioni che oscillano all’unisono con ogni particella dell’universo. Dalla qualità dei nostri pensieri dipende infatti la qualità dell’esistenza che conduciamo e di noi stessi in primis. Ognuno di noi è fusione di psiche, anima e corpo, dalla cui armonica mescolanza dipende in ogni istante il nostro stato di malessere o di benessere. Nel momento in cui noi ci occupiamo di nutrire esclusivamente la componente corporale, sottovalutando l’importanza della sfera mentale ed emotiva, stiamo scegliendo volontariamente di banchettare con cibi poco sani e pietanze ipercaloriche, puro veleno per la totalità della nostra persona. La scienza stessa ci mostra che ad ogni forma emotiva e di pensiero corrisponde un rimaneggiamento della conformazione corporea nel bene e nel male.

Cosa sono i disturbi alimentari della sfera spirituale?

Ciò significa che vivere in funzione di tonalità emotive disturbanti, come la paura, la rabbia, la gelosia, il dolore, la frustrazione, può a lungo andare risucchiarci nella malattia e nell’infelicità per sempre se non smettiamo di alimentarle. Esse diventano cibo per il nostro essere, scatenando veri e propri “disturbi alimentari” della sfera spirituale.

Per esempio ci abbuffiamo di pensieri negativi, che originano in virtù dello stato emotivo che in quel momento ci sta orientando, divenendo “bulimici” che ricorrono a strategie di espulsione quando il carico si fa pesante. C’è chi invece rimane accordato a queste frequenze non potendo fare a meno di nutrisi voracemente ed incontrollatamente come nel caso del bing eating disorder. O chi si disincastra dal reale e da se stesso, generando uno stato di vuoto mentale, in cui i pensieri si fissano su un tema dominante, per evitare di affrontare situazioni più impegnative dal punto di vista emozionale. In questo caso è invitabile il sopraggiungere di una vera e propria “anoressia di pensiero” che stringe come una morsa, esulandoci gradualmente dalla realtà e rendendoci incapaci di sfamarci di ciò che invece è positivo e salutare. Questi meccanismi sottili sono alla base di quasi tutti i disturbi alimentari che siamo soliti categorizzare come patologia.

Nel viaggio vorticoso fissando il paesaggio cerchiamo la bellezza all’esterno, negli altri, non sapendo che la vera sorgente nutrizionale è solo dentro di noi.
Disintossicare la propria interiorità è un cammino che costa sacrificio, in quanto ci chiama a distaccarci dalla nostra classica alimentazione fatta di emozioni e pensieri di negativismo nei confronti di se stessi, delle persone che ci circondano e delle varie circostanze che ci accadono. Significa centrarsi nella natura profonda della propria anima che chiede un unico cibo, ovvero la gioia. Nel momento in cui noi comprendiamo che questo è il vero elemento indispensabile, riusciamo pian piano ad affrontare il lungo percorso di depurazione da tutte quelle sensazioni e pensieri disturbanti. In quanto la gioia è cibo che ingeriamo, ma allo stesso tempo è energia insita e costitutiva del nostro stesso esistere. Centrarsi nella gioia ed essere grati per il sol fatto di essere nel qui ed ora dell’esistenza, costituisce il primo passo per depurare e riequilibrare la nostra anima affamata, smascherando e respingendo le tante offerte di “cibi a basso prezzo” che troviamo intorno a noi.
Quando assaporiamo il successo, il piacere, l’avere in modo egoistico e ne facciamo degli idoli, possiamo provare anche dei momenti di ebbrezza, un falso senso di appagamento e sazietà, ma alla fine non siamo soddisfatti, spinti a cercare sempre di più. Diventiamo sazi, ma deboli.
Al contrario, imparando a spogliarsi e a lasciare dietro di noi ciò che ci ha fatto male, smettiamo di alimentarci di energie distruttive come il risentimento, la delusione e la rabbia per il passato, riscoprendo la bellezza del presente. Ci indirizziamo verso un cambio di stile di vita più salubre e salutare, alleniamo lo spirito alla presa di coscienza che la gioia è qualcosa che non viene dall’esterno, ma che ognuno di noi possiede all’interno e si rinnova nell’impegno e nella pratica quotidiana.

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Carmen Di Muro