martedì 30 aprile 2019

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Simboli e archetipi: cosa sono e che valore hanno



Simboli e archetipi: cosa sono e che valore hanno in psicologia?

Psicologia Quantistica


Da Freud a Barbault, passando per Jung. Dalla psicoanalisi all'astrologia. Cosa può dirci il mondo dei simboli e degli archetipi in relazione alla conoscenza della natura umana?

Emanuele Cangini - 29/04/2019

Trattando la materia del simbolismo astrologico, è opportuno illustrare, sia pure succintamente, il significato dell’archetipo e del simbolo nell’ambito della psicologia umana al fine di comprendere come essi si dinamizzino e funzionino nella formulazione della realtà psichica.

L’anima, presente nell’uomo ubiquitariamente, crea incessantemente simboli al fine di poter esprimere contenuti interiori che, diversamente, difficilmente troverebbero la possibilità di emergere, rimanendo al contrario confinati al silenzio e all’oscurità tanto risultano, talvolta, complessi e misteriosi. A buona ragione è dato intendere che la vita, nella sua accezione più intima e profonda, non potrebbe essere espressa e vissuta nella sua profondità più intima se, simboli e archetipi non venissero in nostro soccorso.

Il simbolo: un ponte tra microcosmo e macrocosmo

Il simbolo, dunque, lo potremmo quasi definire come «l’immagine che ci facciamo di un contenuto interiore che trascende la coscienza». Nella fattispecie astrologica il simbolo, contenuto nella ruota zodiacale e nelle entità planetarie, diviene punto d’incontro, fusione intima tra mondo psichico e spirituale dell’uomo (microcosmo) e universo degli astri posti in cielo (macrocosmo). Ciò che l’uomo vive, sente e avverte in sé, lo raffigura nell’immagine di un simbolo astrale e lo proietta, ribaltandolo, nelle geometrie delle costellazioni e nelle valenze “ontologiche” dei pianeti, attribuendo loro leggi, regole e funzioni. A titolo di esempio, il fulmine nelle epoche remote: al tempo era percepito come equivalente di volontà o dell’ira divina; in questo caso la forza, la legge superiore implicita nella coscienza umana, veniva letteralmente proiettata, utilizzando la categoria psicologica, nel cielo, all’esterno del coscienziale, e nuovamente riaccolta come espressione del volere divino.

La dualità simbolica interagente tra macro e microcosmo è, in definitiva, sempre una operazione umana, quindi totalmente attinente e appartenente alla realtà dello psichismo umano: è l’uomo, solo lui, che crea i simboli… solo lui che li fa rivivere e attribuisce loro valore, storia, significato sul piano soggettivo dell’immaginale. Un rametto di ulivo, per quanto delicato, esile e minuto, non recherà mai in sé alcun potere di donare pace e concordia: tuttavia, se posto nella mano di un uomo, può immediatamente evocare sentimenti di fratellanza e sacralità. Il simbolo agisce, e lo possiamo constatare ora con vivida facilità, oltre la storia, decontestualizzandosi da essa nell’assolutismo dei suoi significati meta-semantici. Ciò detto vale anche per gli astri e per tutto il contesto della dialettica astrologica, poiché non sono essi [gli astri] che vantano potere diretto e immediato ma, detto potere, è innescato e sprigionato dalle “attribuzioni simboliche” che l’uomo conferisce alle entità “interlocutrici” [astri e costellazioni].

Simbolismo nella Psicologia

Per Freud il simbolo esprime una sorta di relazione collegante il contenuto manifesto di un comportamento al suo senso latente e meno percepibile: la Psicoanalisi, in effetti, fonda gran parte della sua liturgia dottrinale proprio su questo specifico aspetto concettuale.

Lo studio condotto da Jung sui simboli è assai più vasto e profondo rispetto alla matrice psicoanalitica freudiana, restituendo al simbolo una gamma di funzioni molto più suggestiva. Per Jung il simbolo è un fenomeno a carattere numinoso, energetico, radiante capace di influenzare “gravitazionalmente” la psiche conscia. Detto in termini fisici, una sorta di buco nero a gravità infinita che influenza la materia visibile, condizionandone il comportamento con la continua immissione di materia informata, una sorta di eruttazione in senso inverso.

André Barbault, celebre astrologo francese studioso di psicologia e psicoanalisi, dice in tal senso: «Il simbolo rivela certi aspetti della realtà ‒ i più profondi ‒ che sfidano qualunque altro mezzo di conoscenza. Immagini e simboli non sono creazioni irresponsabili della psiche: essi rispondono a una necessità e svolgono una funzione; quella di mettere a nudo le più segrete modalità dell’essere. Possiamo mascherarli, mutilarli o degradarli, ma non sarà mai possibile estirparli; nel subconscio dell’uomo moderno sopravvive una mitologia sempre crescente che non scompare mai dall’attualità psichica. Simboli e miti possono cambiare aspetto ma la loro funzione resta e resterà sempre la stessa: si tratta soltanto di togliere le nuove maschere. Ora, se nella psicologia moderna il simbolismo è divenuto improvvisamente un problema essenziale della conoscenza dello psichismo umano, questo simbolismo è da sempre alla base dell’Astrologia» (tratto da Dalla psicoanalisi all’Astrologia, 1972, p. 96).

Proseguendo su quanto sottilmente ed efficamente detto dal Barbault, possiamo affermare che la lettura, conseguente alla stesura, del grafico oroscopico agisce in profondità soltanto attraverso il tempo e solamente a valle di ripetute interpretazioni ed elaborazioni dei suoi simboli, in modo da suscitare un profondo vissuto emozionale inconscio e agganciare le formazioni archetipiche.

In ogni oroscopo esistono possibilità nascoste, talenti in potenza, pronti per essere attivati ed esercitati: allo stesso modo nel quale l’uomo, specchiandosi, vede il proprio volto sulla lastra di vetro, l’oroscopo permette al soggetto di leggersi e autodefinirsi nell’atto di riflessione prodotto dalla contemplazione della lettura dei suoi simbolismi.

Mantenendo fede al celebre ammonimento apollineo “uomo conosci te stesso” e accettandone come veri gli assunti finalistici, possiamo ora affermare senza tema di smentita che, l’oroscopo, si aggiunge con valore e pertinenza a tutta la gamma di approcci volti alla conoscenza dell’uomo.

La metafora dello speculum-oroscopo trova fondamento e credibilità: a noi il buon senso e la saggezza di non cadere, narcisisticamente, nello specchio d’acqua.

Astrologia Archetipica — Manuali per la divinazione >> http://bit.ly/2GRKT8s
La Scienza dell'Anima
Umberto Carmignani, Simone Bongiovanni

Descrizione libro

Un manuale completo per analizzare e comprendere il significato simbolico, archetipico, psicologico di ciascuna figura astrologica (Pianeti, Segni Zodiacali, ecc.).

L’astrologia è una delle conoscenze più antiche dell’umanità. In questo volume, frutto di anni di studi ed esperienze maturate sul campo dagli autori, viene approfondita la natura archetipica e sistemica dell’astrologia e della vita. Tutto in natura è sistema, ovvero un insieme di elementi correlati tra loro, intimamente uniti e attivi in un funzionamento armonico.

Una grande opera completa che comprende:

la storia dell’Astrologia, per comprendere i Maestri che hanno concorso a definire questa disciplina;
l’analisi dei concetti fondamentali dell’astrologia e il confronto e il dialogo con le più aggiornate scienze quali la psicologia junghiana, la fisica quantistica, la biologia e l’astrofisica;
i significati dei diversi elementi dell’astrologia: i pianeti, i segni zodiacali, le case, le costellazioni;
gli aspetti e le principali forme di interpretazione e lettura di un “tema natale”, di una “carta dei transiti” e di una “sinastria” per studiare le relazioni.
Attraverso l’applicazione dell’approccio fenomenologico, presentato in questo libro, è possibile sciogliere i blocchi interiori, allineare i nostri archetipi in una sinergia armonica attraverso la pratica delle costellazioni astrologiche che ci permette di permette di risolvere e comprendere gli aspetti più profondi della nostra anima.

Tra gli argomenti del libro

Sincronicità
Archetipi e Viaggio dell'Eroe
Pianeti, segni zodiacali, case astrologiche e il loro significato
Interpretazioni del tema natale
Counseling astrologico
Costellazioni astrologiche


venerdì 26 aprile 2019

Cyberuomo: Da intelligenza artificiale a ibrido



Cyberuomo - Dall'intelligenza artificiale all'ibrido uomo-macchina

L'alba del transumanesimo e il tramonto dell'umanità


di Enrica Perucchietti

Il lato oscuro della tecnologia è quello del controllo, oltre che della manipolazione. Dovremmo capire che quando ci vengono offerti certi prodotti gratuitamente, in realtà nulla è gratis, e la merce di scambio, siamo noi stessi, i nostri dati sensibili e le nostre opinioni, che servono a catalogarci e poi controllarci meglio.

Di questo e tanto altro si parla nel nuovo libro della giornalista e scrittrice Enrica Perucchietti: Cyberuomo

Un libro per difendersi dalle nuove armi di controllo e manipolazione totale.

Intelligenza artificiale, chip dermali, nanorobotica, crionica, mind uploading, progetti filogovernativi per resuscitare i morti, creazione di chimere per xenotrapianti, clonazione, tecnosesso, uteri artificiali, super soldati. Tutto ciò sembrerebbe fantascienza, eppure si tratta delle più moderne innovazioni nel campo della scienza e della tecnologia.

L’entusiasmo e l’esaltazione acritica nel progresso stanno oscurando il lato nascosto di queste ricerche: si vuole realizzare una tecno-utopia, una società “perfetta” e altamente tecnologica, in cui non ci sia spazio per la violenza, le emozioni incontrollate o il pensiero autonomo.

Siamo sull’orlo di una rivoluzione antropologica che intende snaturare l’Uomo della propria umanità, per renderlo sempre simile a una “macchina” e al contempo più manipolabile e controllabile.

Dal darwinismo sociale al transumanesimo, la scienza è diventata uno strumento per traghettare l’umanità verso un orizzonte distopico.

È in gioco la nostra sopravvivenza: conoscere le ricerche e gli obiettivi nel campo del post-umano può aiutarci a fermare questa deriva prima che siano le macchine a ribellarsi ai propri inventori, come nei peggiori incubi.

I contenuti extra

VIDEO DI APPROFONDIMENTO CON L’AUTRICE

Perché un saggio sul transumanesimo
Come Hollywood ci sta abituando alle ricerche nel campo del post-umano
I microchip sono realtà e vanno di moda
Gemelline cinesi con DNA modificato come i superumani di Hawking

DOCUMENTI PDF

Stiamo vivendo in una simulazione computerizzata?
Il cibo del futuro: insetti e carne artificiale
La ricerca della longevità: dall’alchimia al mind uploading

...E TANTO ALTRO!

 Indice

Antefatto

Pinocchio: la metamorfosi di un burattino in uomo

INTRODUZIONE

Transumanesimo e postumanesimo
L’uomo e la tecnica: il dislivello prometeico
L’evoluzione delle macchine: George Dyson
Il monito di Bill Joy, il papà di Java
Il mantra del progresso
L’età ibrida e l’esaltazione acritica della tecnologia
Domande introduttive e riflessioni

CAPITOLO 1 - Tecnoutopia: dal peccato di hỳbris alla creazione dell’uomo nuovo

Il peccato di hỳbris
Dedalo e Icaro: l’abilità tecnica del padre e la mancata prudenza del figlio
Prometeo: il superamento dei limiti imposti dalla natura e dagli dèi
Il titanismo oggi
La madre delle distopie del Novecento: Noi di Evgenij Zamjatin
Da Zamjatin a Huxley: Il mondo nuovo
Il potere “dolce”
Dalle droghe all’interfaccia virtuale
La sciamanizzazione dell’umanità e l’evoluzione dello spirito
Anton LaVey e gli esseri artificiali
Tecno-gnosticismo

CAPITOLO 2 - Il mito del progresso e il sogno del potenziamento umano. Dal darwinismo sociale al transumanesimo

Metropolis
Il darwinismo sociale
Thomas Huxley, il mastino di Darwin
Quando H.G. Wells sognava un governo unico mondiale
Comenius, “precursore” dell’UNESCO
L’influenza di Platone
La nuova Atlantide
Il mondo nuovo di Huxley

PARTE II

Antefatto

CAPITOLO 3 - Cara Madre Natura... Breve storia del transumanesimo

Ubik
Le tappe del transumanesimo
Max More e la lettera a Madre Natura
Humanity +
Completare l’evoluzione umana
Ned Ludd e la protesta operaia
L’allarme del padre della cibernetica, Norbert Wiener

CAPITOLO 4 - Il lato oscuro della rivoluzione digitale: dalla dipendenza da Internet alla sorveglianza di massa

Disconnect
Sindrome da dipendenza da Internet
L’appello di Palihapitiya e Sean Parker contro i social network..80
Hikikomori
Dal ghosting allo zombieing
Il lato oscuro della rivoluzione digitale
Evgeny Morozov: perché odiare la Silicon Valley
Tutti connessi con un tweet. Anche i servizi segreti
Google sa tutto di voi
Scandalo Datagate: Edward Snowden e la sorveglianza di massa

CAPITOLO 5 - Automazione: dal tecnostress al “disboscamento” degli umani

Terminator
Tecnostress
La Megamacchina
Sempre più ricchi, sempre più poveri
Le preoccupazioni di Jack Ma
Amazon e il braccialetto elettronico
Il disboscamento degli umani
Il rapporto McKinsey
Disoccupazione tecnologica
Entro 20 anni la metà dei lavori sarà automatizzata
OCSE: in Italia un posto su due sostituito dai robot
La stagnazione secolare
I robot pagheranno le tasse?
Alcuni quesiti

CAPITOLO 6 - Tecnologia indossabile e supersoldati: potenziamento e controllo attraverso chip dermali e neurostimolazione cerebrale

Johnny Mnemonic
La Svezia dichiara guerra al contante
I chip della Dangerous Things
I casi di 32M e di Epicenter
Verichip
Un’arma per il controllo di massa?
Neuralink: la nuova sfida di Elon Musk, fondersi con le macchine
Kernel: Bryan Johnson
2045 Initiative: Dmitry Itskov e la creazione di avatar
DARPA: la creazione del supersoldato
Annie Jacobsen: The Pentagon’s Brain
Dal sangue artificiale agli insetti cyborg
Lo stimoceiver del dottor Delgado

CAPITOLO 7 - IA – Intelligenza Artificiale: e se le macchine diventassero troppo intelligenti?

Non ho bocca, e devo urlare
Ray Kurzweil: come emulare la mente
La singolarità
Elon Musk: l’IA può diventare un dittatore immortale
Nick Bostrom
I superumani di Stephen Hawking

CAPITOLO 8 - Tecnosesso, robophilia e mogli cibernetiche

Virus ginoide
2070: destinazione tecnosesso
Giornalisti robot
Gli androidi di Ishiguro
Un bordello coi robot
I robot del sesso
Robot e schiave sessuali
Verso una nuova specie di ibridi
Il riferimento a Calder per me è stato immediato

CAPITOLO 9 - Il dottor Moreau esiste e crea paraumani: clonazione, chimere, xenotrapianti e uteri artificiali

L’isola del dottor Moreau
Le chimere del XXI secolo
Xenotrapianti
Clonare umani
Il futuro secondo Jacques Attali
L’utero artificiale non è più fantascienza
Le femministe applaudono l’ectogenesi
Gli spermatozoi ora sono in provetta

CAPITOLO 10 - Vivere per sempre: moderni alchimisti alla ricerca dell’elisir di lunga vita

Il Leone rosso
La morte ti fa bella
L’alchimia e la ricerca dell’elisir di lunga vita
La Silicon Valley sogna di “curare” la morte
Human Longevity
Calico
Chan Zuckerberg Biohub per curare tutte le malattie
Telomerasi e invecchiamento
Genetica fai da te: il biohacking

CAPITOLO 11 - La parabiosi e i moderni vampiri della Silicon Valley a caccia di sangue

Dracula
Il mito di Eos e Titone
Miriam si sveglia a mezzanotte
Il mito dell’antieroe
La lega dei vampiri
La contessa sanguinaria, Erzsébet Báthory
Parabiosi: trasfusioni di sangue contro l’invecchiamento
La start-up Ambrosia
Alkahest

PARTE III

Antefatto

CAPITOLO 12 - Crionica e mind uploading: violare la Natura per conseguire la vita eterna

Vanilla Sky /
La crionica
Bioquark e il progetto Reanima
Il moderno Prometeo
Mind uploading
Abolire la Natura
Conclusioni - Ecce Robot
Ecce Homo
Quale futuro ci aspetta?
Possiamo invertire questa tendenza?

 Scheda Tecnica

Editore Macro Edizioni
Data pubblicazione         Aprile 2019
Formato              Libro - Pag 232 - 15 x 21 cm
ISBN      8865881984
EAN       9788865881989

estratto dal libro:

Cyberuomo - Dall'intelligenza artificiale all'ibrido uomo-macchina
— Libro >> http://bit.ly/2XHZNDR
L'alba del transumanesimo e il tramonto dell'umanità
Enrica Perucchietti

mercoledì 24 aprile 2019

La Teoria dei molti mondi




La Teoria dei molti mondi

Teoria dei molti mondi: di cosa si tratta?

Scienza e Fisica Quantistica


Definizione della "teoria dei molti mondi", dal Dizionario enciclopedico di Fisica Quantistica. Come potrebbero essere molti mondi che coesistono?

Redazione Scienza e Conoscenza - 22/04/2019

ll Dizionario enciclopedico di Fisica Quantistica è una guida alla realtà quantistica, dove tutta la storia della fisica, dalla A alla Z, viene affrontata con piglio appassionato ed entusiasmante.

Siete curiosi di sapere come funziona questo mondo (e tutti gli altri)?

Allora, questo è il libro che fa per voi.


Estratto dal libro "Dizionario enciclopedico di Fisica Quantistica"

La teoria dei molti mondi, viene definita anche, alternativamente, teoria dei multi mondi o interpretazione dei molti mondi.

Cosa esprime?

Esprime che: “ogni qual volta il mondo deve affrontare una scelta a livello quantistico, l’universo si divide in due (ovvero in tante parti quante sono le scelte possibili), di modo che vengano realizzate tutte le possibili opzioni.

Come se un elettrone potesse scegliere di passare tra due fenditure e in un mondo l’elettrone passa attraverso la fenditura A, nell’altro, attraverso la fenditura B. Non sempre viene debitamente evidenziato che all’origine di questa idea c’è proprio lo sviluppo dell’interpretazione di Copenhagen, che risale al 1927 a opera di Niels Bohr.

In realtà, Bohr suggerì che si sarebbe potuto pensare all’esperimento della doppia fenditura in termini di due realtà diverse, in ognuna delle quali l’elettrone seguiva un percorso differente. Tuttavia considerò il nostro mondo, il mondo così come lo sperimentiamo, come un ibrido delle due possibilità, che producono interferenze tra i due mondi. Quando ci mettiamo a osservare in quale fenditura sia passato l’elettrone, rendiamo reale uno dei due monti, mentre l‘altro scompare, e quindi non c’è interferenza.  Quella dei molti mondi è quindi una caratteristica dell’interpretazione di Copenhagen, ma si tratta di mondi fantasma, che non si ritiene abbiano una realtà fisica.

Secondo l’ipotesi di Bohr, se analizziamo la situazione e scopriamo che l’elettrone è passato attraverso la fenditura A, la faccenda si conclude. Non viene ipotizzato che in una qualche realtà alternativa ci sia una situazione analoga in cui però l’elettrone passa per la fenditura B. Ma perché no? All’inizio degli anni ’50, Hugh Everett, un laureando a Princeton, lavorò sull’interpretazione di Copenhagen e sul magico collasso della funzione d’onda, e decise che aveva più senso trattare ognuno dei possibili eventi quantici come se esistesse realmente, in una realtà concreta.

Nel classico esempio del gatto di Schrödinger, ciò implica che, se l’esperimento fosse realmente intrapreso, l’universo si dividerebbe in due: in una realtà il ricercatore, aprendo la scatola, troverebbe un gatto morto, mentre nell’altra realtà si troverebbe un gatto vivo.

Incoraggiato da John Wheeler, supervisore della sua tesi, Everett sviluppò quest’idea fino a farne un’interpretazione pienamente funzionante della teoria quantistica, e dimostrò che l’idea che “tutte le possibilità quantistiche siano contemporaneamente reali”  portava alle stesse previsioni sperimentali dell’interpretazione di Copenhagen. Ciò si rivelò positivo, in un senso, negativo nell’altro.

Era positivo perché ogni esperimento intrapreso era in accordo con le previsioni dell’interpretazione di Copenhagen e, quindi, in quel contesto, la teoria dei molti mondi non poteva essere considerata errata. Ma d’altro canto non c’era più modo di verificare, con adeguati esperimenti, quale delle due interpretazioni “rivali” fosse veramente “corretta”. A quel punto, la scelta diventava questione di gusti personali.

La ricerca di Everett venne pubblicata sulla rivista Rewviews of Modern Physics nel 1957 assieme a una nota di Wheeler che ne sottolineava l’importanza. Nonostante ciò, quella teoria fu ampiamente ignorata, finché Bryce DeWitt, dell’università della Carolina del Nord, se ne appropriò verso la fine degli anni ’60. Quel parziale insuccesso era sicuramente dovuto alle sconvolgenti implicazioni dell’accettare che ci fossero un numero infinito di realtà alternative, “là fuori”, coesistenti in un certo senso a quella da noi sperimentata, nelle quali ogni possibile scelta quantistica veniva concretizzata in un mondo o nell’altro.

Lo stesso DeWitt, scrivendo su Psysics Today (settembre 1970) descrisse lo shock subito contemplando per la prima volta la possibilità che esistessero circa «10100 copie di se stesso, leggermente diverse, che continuano a duplicarsi all’infinito».


Descrizione libro "Dizionario enciclopedico di Fisica Quantistica"

Dall'Acceleratore di particelle alla teoria del punto Zero, dalla legge di gravità ai raggi X, dalla scoperta dell'energia nucleare alla teoria della relatività generale, fino ad arrivare alle ultime interessantissime teorie sulle "stringhe".

Tutta la storia della fisica, dalla A alla Z, viene affrontata con piglio entusiasta e coinvolgente; così come vengono messe in risalto le vite dei più importanti scienziati che hanno svolto un ruolo di primo piano nel grande viaggio dell'uomo alla scoperta di se stesso e del mondo in cui vive.

Perché i fotoni si comportano come particelle e altre volte come onde a seconda del tipo di esperimento condotto dallo scienziato? Perché nell'esperimento della "doppia fenditura" il fotone sembra sapere in anticipo quale sarà l'esperimento a cui verrà sottoposto e si comporta di conseguenza? A queste e ad altre domande hanno cercato di rispondere grandi scienziati elaborando teorie affascinanti.

Q come Quanto è una vera e propria enciclopedia della fisica quantistica. L'autore, John Gribbin, famoso divulgatore scientifico, ci apre gli occhi sul mondo dell'infinitamente piccolo e sulle leggi che governano l'Universo. Gribbin ha il grande merito di rendere attraente e comprensibile per tutti una materia finora riservata solo al popolo dei fisici e dei matematici.

Avviene così che, pur rimanendo un'opera di grande utilità soprattutto per chi ha intrapreso studi di fisica, chiunque può trarre un'infinita serie di stimoli su cui riflettere e da approfondire ulteriormente per comprendere meglio il mondo in cui viviamo e per cercare di intuire a quale presa di coscienza giungerà l'uomo del terzo millennio.

«John Gribbin è una benedizione per tutti coloro che vogliono saperne di più della scienza ma diventano nervosi alla prospettiva (di ciò che li aspetta)... Egli rende le difficoltà accessibili, e fornisce alle persone che hanno una limitata conoscenza di base, una mappa del mondo della scienza».
Melvyn Bragg


Dizionario Enciclopedico di Fisica Quantistica con illustrazioni — Libro >> http://bit.ly/2XvE8P2
Dall'Acceleratore di particelle al campo del punto Zero - Q come Quanto
John Gribbin

martedì 23 aprile 2019

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Le vitamine dell'aria e i biofotoni




Le vitamine dell'aria e i biofotoni

Fisica dell'incredibile


Sono gli ioni negativi che respiriamo al mare, in montagna e in altri luoghi naturali a regalarci benessere e salute. Scopriamo insieme come gli ioni negativi ci regalano benessere

Marianna Gualazzi - 19/04/2019

Tratto dall'articolo Le vitamine dell'aria, di Marianna Gualazzi apparso su Scienza e Conoscenza 68.

Qualche settimana fa ho organizzato una gita fuori porta insieme alla mia famiglia: abbiamo visitato una cascata che si trova nelle foreste casentinesi, a un ora circa di auto da dove abitiamo.

Era la prima volta che vedevamo una cascata con un bel salto d’acqua e sia io che i miei bambini siamo rimasti affascinati dalla bellezza del luogo e dal paesaggio mozzafiato: il rumore dell’acqua ci ha stregato e ha avuto su di noi l’effetto come di un mantra. Dopo un paio d’ore trascorse nei pressi di quella meraviglia della natura ci siamo sentiti tutti profondamente rigenerati, con la mente lucida e ricaricati di nuova energia.

Il concetto della ricarica è centrale per spiegare cosa è accaduto quel giorno alla cascata: siamo stati bene non solo perché era tutto molto “bello” a livello estetico, ma  proprio perché l’aria che abbiamo respirato era carica di energia. Ma di quale energia stiamo parlando? Di quella degli ioni negativi.

Un po’ di fisica: cosa sono gli ioni

Prima di proseguire è necessario un po’ di ripasso di fisica: «Al centro di ogni atomo – spiega Earl  innel nel bel libro Vitamine dell’aria – vi è il nucleo, che è costituito da particelle note come protoni e neutroni. I protoni possiedono una carica positiva, mentre i neutroni non hanno carica. Le particelle chiamate elettroni, che hanno carica negativa, ruotano intorno al nucleo.

Quando si ha un egual numero di protoni e di elettroni in un atomo, si dice che la molecola ha una carica neutra. Quando  invece queste particelle non sono bilanciate, atomi o molecole sono chiamati ioni e possono avere carica positiva oppure negativa.

Uno ione che ha più protoni che elettroni viene definito ione positivo, mentre uno con più elettroni rispetto ai protoni è chiamato ione  negativo». Cosa c’entrano allora gli ioni con la cascata e il benessere fisico provato nello starle vicino? «In natura – continua Minnel – tra le mole cole più comuni ci sono quelle di idrogeno, anidride carbonica, ossigeno e acqua.

Quando si è di fronte a un evento naturale violento, come il pesante getto di una cascata che si abbatte sulla superficie di un lago, è proprio in quell’esatto momento che la forza dell’impatto provoca l’espulsione di elettroni dalle molecole di acqua e la loro diffusione tutt’intorno nell’aria, dove cercano altre molecole alle quali aggrapparsi. Se consideriamo questo specifico esempio della cascata, avremo gli elettroni che, dopo avere lasciato le molecole di acqua, tenderanno ad agganciarsi a molecole di ossigeno.

Come abbiamo già spiegato, quando un atomo o una molecola si trova ad avere più elettroni che protoni (in questo caso, gli elettroni extra dalle molecole di acqua), diviene istantaneamente uno ione negativo. Quindi, poiché la forza della cascata rimuove elettroni da ogni molecola di acqua, si generano migliaia di molecole di ossigeno a carica negativa e l’aria diviene dunque ricca di ioni negativi. Se vi siete trovati vicini a una cascata e avete tratto respiri profondi, sappiate che quella sensazione di iper-lucidità e di consapevolezza che avete provato era dovuta all’abbondanza di ioni negativi “al lavoro”».

Nikola Tesla docet

Numerose sono le patologie e i disturbi che migliorano con l’esposizione agli ioni negativi, in particolare: asma e allergie, depressione, ADHD, deficit del sistema immunitario, salute  cardiovascolare, performance cognitive e atletiche, umore. Tutte sono descritte nel libro Vitamine dell’aria, insieme alla storia della scoperta dei benefici degli ioni negativi che parte niente di meno che dalle scoperte di Nikola Tesla e dagli studi che lui stesso aveva condotto su di sé per sperimentare gli effetti della corrente elettrica sul corpo umano.

La notizia positiva è che potete anche voi sperimentare da subito la potenzialità degli ioni negativi per il benessere: basta andare in riva a un lago, al mare, visitare una cascata come ho fatto io, andare in un grande parco cittadino e regalarvi una camminata in una foresta.

Le Vitamine nell'Aria — Libro
I benefici degli ioni negativi per curare depressione, disturbi respiratori, mal di testa, ipertensione
Earl Mindell

«Secondo alcune teorie fisiche e della percezione – scrive il professor Gioacchino Pagliaro su Scienza e Conoscenza 68 – il nostro apparato sensoriale ci consente di cogliere circa il 4% della realtà che ci circonda. Nonostante ciò abbiamo la sensazione di percepire tutto quello che sta intorno a noi. Come mai questo accade? Di cosa è fatto il restante 96% della realtà?

Se da un lato sappiamo bene che esistono, sia nell’organismo che nell’ambiente, alcune forme di energia che sono rilevabili solo con particolari dispositivi e apparecchiature, dall’altro facciamo molta fatica a credere che negli organismi viventi ci possano essere delle energie luminose non visibili a occhio nudo».

La ricerca sui biofotoni è un campo d’indagine all’avanguardia e che sta aprendo scenari di grande interesse e possibilità di integrazione tra diversi campi della conoscenza.
Una “luce nuova” per comprendere la complessità dell’individuo e i meccanismi che ne regolano la salute e il benessere globale.

Scienza e Conoscenza n. 68 - Aprile/Giugno 2019 — Rivista >> http://bit.ly/2YKRKHY
Nuove scienze, Medicina Integrata

giovedì 18 aprile 2019

MEDITATIVE MR15v ASMR Alpha 256 Hz | Binaural Relax & Meditation Music

Dal pensiero alla materia: una dinamica quantistica




Dal pensiero alla materia: una dinamica quantistica

Neuroscienze e Cervello


Avere la consapevolezza di cosa succede all'interno del nostro cervello fa la differenza: ciò che pensiamo, contiene sempre in sé una parte affettiva a cui noi non abbiamo accesso. Scopriamo il punto di vista quantistico

Carmen Di Muro - 17/04/2019

Il pensiero è vibrazione, energia non locale e il suo campo d’azione non va concepito entro i limiti del corpo fisico, ma al contrario in modo esteso all’infinito. Come ci ricorda John Hagelin, noto fisico statunitense, nella meccanica quantistica l’idea di particella è sostituita dall’idea di funzione d’onda. La funzione d’onda, ossia un vettore nello spazio lineare, è fatto della stessa sostanza di cui sono fatti i pensieri.

Noi viviamo e respiriamo in un universo fatto di pensieri, un universo concettuale. E questa unità, alla base di mente e materia, è coscienza, un Campo Integrale che s’innalza in onde di possibilità tra cui la consapevolezza può scegliere generando tutto ciò che esperiamo sotto forma materiale.

Oggigiorno, l'applicazione di teorie dinamiche non lineari alle neuroscienze, sempre più ne da conferma, spostando il focus delle ricerche dal dominio neurochimico a quello di campo elettromagnetico, che apre la strada ad un livello della realtà in cui la coscienza viene considerata come il processo quantistico oscillatorio che emerge dalla profondità subcorticale alla superficie corticale, dando vita istante dopo istante ad energie informate, veri e propri vettori che integrano ed orientano l'insieme di attività comportamentali, mentali e fisiologiche verso direzioni specifiche o nuclei di significato.

I pensieri sono la forma primigenia di contenuto percepibile, capace di attirare e generare ciò che rispecchia le caratteristiche personali di un determinata volontà sensiente. Tutto è in continua sintonizzazione, tutto si realizza e prende forma tramite rapporto reciproco tra il Campo e la nostra unicità. Quando ci connettiamo mentalmente con un fine, diamo il “la” alla creazione di una rete di significatività tra punti nel dominio del subatomico. Si stabilisce un continuum, una forte congiunzione informazionale tra le cose.

L’attività a livello d’intelletto, per esempio, genera vibrazioni che espandono pian piano il loro moto costante ed investono tutto ciò a cui la mente ha posto riferimento. Espandendo il loro moto circolare, anche il moto apparentemente lineare del restante viene influenzato, in quanto le informazioni veicolate si scontrano e generano un moto vibratorio che genera altro moto, dando luogo alla manifestazione di una tra le infinite possibilità attraverso l’introduzione di un ordine altamente coerente. Ciò a cui sottilmente la nostra coscienza anela trova, quindi, realizzazione nel denso, in quanto la forza vibratoria mentale attira a sé vibrazioni della stessa frequenza.

Desiderare non significa dar luogo sempre alla nostra idea dominante in maniera perfetta e coincidente. Si desidera qualcosa, molto spesso, che prende piede in altre forme a noi inaspettate.  Ogni nostro pensiero sintetizzato dal lobo frontale, viene riconosciuto come informazione finita e genera una particolare e distinta frequenza, e questa a sua volta produce una reazione istantanea di accordo da parte dell’universo in filo diretto con i nostri elementi profondi. Un amalgama di cuore e mente, in cui le differenti tonalità emotive fanno da padrone. Sono questi gli elementi imprescindibili che divengono guida d’onda che veicola l’informazione al Campo. E’ questo l’ordine implicito che informa e permette ai punti di potenzialità di collassare nel materico.

Gli eventi, la realizzazione delle cose, sono da intendersi, dunque, come uno specchio, in cui noi possiamo scorgere chiaramente il riflesso della nostra vera natura, l’essenza dell’ ANIMA. Ciò che pensiamo, contiene sempre in sé una parte affettiva a cui noi non abbiamo accesso, che muove le trame della manifestazione della vita. Averne consapevolezza fa la differenza.

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martedì 16 aprile 2019

La “luce” dei simboli: psicoterapia, fotoni e DNA



La “luce” dei simboli: psicoterapia, fotoni e DNA

Neuroscienze e Cervello


Secondo un’ipotesi affascinante l’approccio psicoterapeutico analogico e simbolico potrebbe influenzare l’emissione di fotoni da parte dei microtubuli del cervello e l’espressione del DNA

Redazione Scienza e Conoscenza - 15/04/2019

Tratto dall'articolo La “luce” dei simboli: psicoterapia, fotoni e DNA di Diego Frigoli, apparso su Scienza e Conoscenza 68.

In tutte le civiltà si è sempre celebrata la luce come fenomeno fisico e al contempo come immagine simbolica, dotata di uno spettro di iridescenze metaforiche capaci di parlare a tutte le sfumature dell’anima. Ricordiamo le riflessioni profonde prodotte dalla meditazione Taoista, Induista, Kabbalista, Cristiana, Gnostica, Alchemica, giusto per citare le più note, ma l’esperienza dell’anelito alla luce è così generale nell’essere umano, da qualificarla come una vera e propria istanza archetipica, una tensione cioè, a esprimere l’eterno gioco degli opposti, che nel caso della luce riguarda il suo confronto con l’ombra (Frigoli D., 2017).

Anche nel campo della fisica la costituzione della luce presenta una sua ambiguità di fondo, che sembra sottrarla a una definizione precisa: essa è composta da fotoni, che a seconda dell’osservatore, si comportano come particelle o come onda. Sul piano psicologico questa ambiguità sfuggente, che dipende dal ruolo dell’osservatore, è la stessa che esiste fra la coscienza e l’inconscio (Frigoli D., 2013); questo fatto portò due immensi protagonisti della scienza come Wolgang Pauli e Carl Gustav Jung a confrontarsi sulla realtà della fisica quantistica e la dimensione dell’inconscio e delle sue leggi (Jung C.G., Pauli W., 2015).

Oggi noi sappiamo che la luce è simbolo della coscienza e che la natura della coscienza è “affondata” nella natura del corpo, come ci ricordano Humberto Maturana e Francisco Varela (Maturana H., Varela F., 1987) pertanto l’azione del portare alla luce la coscienza, sottraendola all’ombra dell’inconscio non significa solo un’esplorazione psicologica dei traumi e delle delusioni che hanno costellato la nostra esistenza, ma se si vuole confrontarsi con l’archetipico presente nello studio della luce, occorre, in termini alchemici, sprofondare nel nostro corpo, individuare le forze istintuali che lo sorreggono e trasformare le stesse in metafore adeguate a esprimere la loro “sostanza”, resa finalmente accessibile alla coscienza (Frigoli D., 2017).

A questo e non ad altro si riferisce il processo di individuazione psicologica e ne rappresenta un pallido esempio. Tutti colgono della luce il suo lato psicologico di illuminare l’ignoto, e hanno sempre descritto la dialettica luce-tenebre come un paradigma morale e spirituale, destinato a permettere un dialogo con il divino per sottrarsi a quel mondo di tenebre e di «ombre mortali, paese della caligine e dell’opacità, della notte e del caos, in cui la stessa luce è tenebra fonda» (Giobbe, 10, 21-22, 2010).

In realtà il rapporto luce-tenebre è molto più complesso, perché la relazione fra l’oscurità e la luce non è semplicemente etica – nel senso che l’oscurità corrisponde alla privatio boni degli gnostici, mera essenza del bene cioè, e la luce alla presenza del Logos –, ma semmai è dotata di uno statuto ontologico più vasto, ben espresso dalla dualità simbolica delle divinità Shiva e Parvati (Coomaraswami A., 2011) dell’induismo, unite in una eterna danza cosmica, e dal simbolo più conosciuto, legato al taoismo, dove i principi dello yin e dello yang sono riuniti nel loro eterno movimento in una totalità assoluta, quella dell’Uno che li abbraccia (Granet M., 1971).

Le sfumature del Tao Quale significato attribuire a queste immagini per individuare il loro valore archetipico? È evidente che questa danza di opposti – di come cioè nella Luce sia presente l’Oscurità (l’ombra della luce) e l’Oscurità la Luce (la luce dell’ombra) – sta a significare non soltanto la relatività della dialettica Luce-Ombra, secondo la quale tali opposti non sono mai da considerare assoluti, ma anche la possibilità di poter trasformare tale opposizione apparente in una realtà più sfumata, più duttile, perché aperta alla trasformazione. In termini etici si può parlare di come dal bene possa scaturire il male e di come dal male possa scaturire il bene.

Questa riflessione è la più nota nel mondo occidentale, che però non ha compreso in profondità il valore archetipico di questo simbolo, a differenza dell’Oriente dove il simbolo stesso assume caratteristiche di importanza primaria nel descrivere una “pratica” trasformativa dell’essere umano verso la dimensione della sua totalità (Cooper J.C., 1985).

Non a caso la storia di tale simbolo, che si perde nella notte dei tempi, nasce dalle esperienze dei veggenti taoisti, che come i rishi delle Upanishad, sapevano conoscere la natura del Cosmo e dell’Uomo per via intuitiva, attraverso percezioni subliminali in cui la mente, diventata sempre meno opaca grazie al costante immergersi consapevole nell’opacità, procurava un tipo di conoscenza in cui la commistione dello yin e dello yang diventava l’espressione delle infinite forme della realtà, presenti nel corpo dell’uomo sotto forma di forze istintuali. La coscienza consapevole delle forze corporee degli istinti li rendeva progressivamente liberi dal loro automatismo, permettendo alla coscienza rinnovata la scoperta della propria trasformazione.

Per questo il simbolo del tàijítú – come peraltro tutti i simboli in cui si esprime la dialettica degli opposti – è stato assunto dall’alchimia cinese a indicare l’arduo percorso e la pratica operativa di individuazione della scintilla del Sé definita, a seconda delle culture, Embrione immortale e Lapis Philosophorum (Jung C.G., Wilhelm R., 1981).

Scienza e Conoscenza n. 68 - Aprile/Giugno 2019 — Rivista >> http://bit.ly/2YKRKHY 
Nuove scienze, Medicina Integrata

lunedì 15 aprile 2019

Meditative MR14V ASMR Binaural | Meditation & Relaxing HRM

I danni della TV sul cervello dei bambini



I danni della TV sul cervello dei bambini

Neuroscienze e Cervello


Cosi come si bada che i bambini non assumano alcool e nicotina, altrettanto si dovrebbe prendere molto sul serio il consumo di televisione, scopriamo perché

di Marco Medeot - 12/04/2019

Ti è mai capitato di guardare la TV o il computer per troppo tempo e sentirti instupidito? È una sindrome diffusa ed in espansione al giorno d`oggi, causata dall`impercettibile sfarfallio degli schermi moderni. Fasci di elettroni colpiscono lo schermo accendendo e spegnando sfumature di luce nei 3 colori base e creando l`illusione di un`immagine reale. Tanto più intenso è il fascio di elettroni e tanto più intensa è la luce. Ma cosa succede quando invece di un adulto è un bambino ad essere sottoposto alla visione della televisione?

Lo Stato di Trance Ipnotico

Il cervello umano è capace di elaborare in un secondo non più di 10 stimoli visivi. Invece i segnali luminosi della TV sono molto ma molto più rapidi. È per questo che non ci accorgiamo del continuo accendersi e spegnersi dell`energia luminosa: l`occhio (e la coscienza) non sono in grado di percepirlo, creando l'illusione di un'immagine pressoché reale e del movimento della stessa. Questa condizione fornisce un ambiente favorevole al verificarsi di uno stato di trance ipnotico. Cosa accade quando questo si verifica? L'attività del cervello muta in modo radicale: le informazioni entrano nel subconscio senza essere filtrate perché la presa di coscienza dei dati viene inibita. La rapida sequenza di stimoli luminosi e sonori mantengono eccitati i sensi, mentre il cervello si “spegne” bombardato da infinite sollecitazioni. In questo stato di paralisi mentale il delicato emisfero destro del bambino, sede dell`attività onirica, dell`immaginazione e dell`intuizione viene totalmente invaso. Alcune parti del corpo sono come paralizzate, tra cui gli occhi. È stato tra l`altro dimostrato che esiste una correlazione stretta tra movimenti degli occhi e il pensiero. Se gli occhi del bambino rimangono immobili davanti alla TV, il pensiero viene represso e la ricettività ai comandi viene ampliata in maniera anomala: ed ecco che il fragile cervello del bambino viene condizionato in maniera irreparabile dalle pubblicità (studiate in modo approfondito da team di psicologi infantili). Si vuole condizionare il bambino all`acquisto fin da subito e si creano le premesse per una dipendenza.

La TV causa danni cerebrali

Pochi sanno che quando un bambino (soprattutto se molto piccolo) viene esposto alla visione di uno schermo artificiale subisce una vera e propria lesione cerebrale: viene impedita infatti una sana conformazione del cervello e si creano danni a ciò che si chiama “meccanismo neuronale” che sta alla base della capacità di attenzione e del controllo degli impulsi nervosi. La risonanza magnetica funzionale ci mostra chiaramente come il cervello di un bambino esposto alla TV si distingua in modo inconfondibile da quello di un bambino che non la guarda essendo attivate in maniera del tutto differente sia le zone del cervello che stanno alla base del pensiero logico sia quelle correlate con la creatività. In poche parole, quando esponi tuo figlio alla TV lo rendi più stupido. Sembra una frase forte e dura da accettare, ma questa è la realtà.

Quanta TV fa male?

La scienza ha dimostrato che il cervello sviluppa un sistema unico dalla nascita ai tre anni. A 2 anni il cervello di un bambino crea 2 milioni di connessioni neuronali al secondo! Tuttavia, se un bambino siede come ipnotizzato davanti allo schermo della TV, quelle vie neuronali non si creano e l’importante sviluppo del cervello rischia di fermarsi. Certo, sembra impossibile che qualcosa di così innocente come anche solo un cartone animato possa ledere tanto, ma questa è la realtà. Nella sua ricerca condotta su 2623 bambini tra gli 1 e 3 anni, il Dr. Christakis ha scoperto che quanto più i bambini più piccoli venivano esposti alla TV tanto più sviluppavano problemi di attenzione che possono essere diagnosticati all’età di 7 anni come ADHD (sindrome da deficit di attenzione e iperattività). Un lungo servizio su questo disturbo riporta che «sembra quasi impossibile, ma basta davvero poca esposizione alla TV per creare dei problemi al futuro di tuo figlio».
Christakis D.A., et al.(2004). Early television exposure and subsequent attentional problems in children. Apr;113(4):708-13. Un film o un cartone animato presuppone che si possa classificare una correlazione tra le varie immagini. Tuttavia, i bambini non hanno ancora il background necessario per poter giudicare in modo appropriato e critico le immagini artificiali. Questo mette in difficoltà il cervello dei bambini, perché richiede loro qualcosa che devono ancora elaborare nel corso dei primi anni della vita. I bambini inoltre non afferrano ancora che i fatti che percepiscono sono pura finzione. È recente la notizia di un bambino di 6 anni morto soffocato da un laccio appeso alla maniglia della porta d'ingresso di casa mentre giocava a imitare Spiderman. Solo quando si è sviluppato completamente il prosencefalo è possibile acquisire una distanza critica.

Tuo figlio si risveglia spesso di notte o fa gli incubi? Potrebbe essere causa della luminosità dello schermo: l`esposizione alla TV diminuisce il sonno perché riduce il livello di melatonina, un ormone prodotto durante la notte che migliora la qualità del sonno. Inoltre, la visione continua altera le cellule impiegate nel sistema immunitario e impoverisce la difesa contro le malattie ed il risanamento delle ferite. Incredibile vero?

Cosa Rischia Tuo Figlio?

Oltre a danneggiare in modo inequivocabile le connessioni neuronali del cervello, è stato dimostrato che l`esposizione alla TV in tenera età ha altre disastrose conseguenze:

Repressione delle Emozioni: uno studio effettuato dallo psicofisiologo Michael Myrtek su dimostra come i bambini più esposti agli schermi presentavano una forte attenuazione delle emozioni. Viceversa, chi guardava pochissimo la TV era più vivace e aveva rendimenti scolastici migliori e voti più alti. Johnson et al. in uno studio concluso nel 2002 hanno dimostrato che chi passa da bambino più di un`ora al giorno alla TV si distingue da adulto per un comportamento più aggressivo e violento. The Journal of Early AdolescenceAugust 1996 vol. 16 no. 3 301-323 Physiological, Behavioral, and Psychological Effects Associated with Television Viewing in Schoolboys: An Exploratory Study.

Rischio di Depressione: L`Università Di Pittsburgh ha dimostrato che per ogni ora di televisione guardata dai bambini aumenta in modo significativo la probabilità di ammalarsi di un disturbo depressivo dopo sette anni. Lo studio è stato effettuato su 4142 bambini inizialmente non depressi. Brian A., et al.(2009). Association Between Media Use in Adolescence and Depression in Young Adulthood. A Longitudinal Study Arch Gen Psychiatry. 66(2):181-188.

Scarso Rendimento Scolastico: è stato effettuato un lunghissimo studio condotto su 1000 bambini nati tra il 1 aprile 1972 e il 31 marzo 1973. i soggetti sono stati osservati fino all`età di 26 anni. Lo studio dimostra come l`esposizione alla tv durante l’infanzia e l’adolescenza sia direttamente associata con l’ abbandono scolastico ed inversamente proporzionale all’ottenimento di una qualificazione universitaria all’età di 26 anni e al conseguente status socioeconomico. Hancox R.J., Milne B.J., Poulton R.(2005). Association of television viewing during childhood with poor educational achievement. Arch Pediatr Adolesc Med. Jul;159(7):614-8.

Rischio di Gravidanza indesiderata: l’esposizione ai contenuti televisivi ha raddoppiato la probabilità di una gravidanza non voluta tra i 15 e i 20 anni. Lo studio comprende soggetti di entrambi i sessi. Chandra A,et al.(2008). Does watching sex on television predict teen pregnancy? Findings from a national longitudinal survey of youth. Pediatrics. Nov;122(5):1047-54.

Malattie Cardiocircolatorie: la ricerca condotta dal dipartimento di medicina preventiva e sociale di Otago, in Nuova Zelanda, ha dimostrato che ogni ora al giorno di televisione guardata durante l’infanzia e l’adolescenza aumenta da adulti del 25% il rischio di obesità e peggiora l’efficienza cardiocircolatoria del 40%. Landhuis C.E., et al.(2008). Programming obesity and poor fitness: the long-term impact of childhood television. Obesity (Silver Spring). Jun;16(6):1457-9.

Bullismo: il dott. Zimmerman dell`università di Washington ha dimostrato che per ogni ora di televisione guardata in età precoce aumenta la probabilità di bullismo tra i 6 e gli 11 anni. Zimmerman F.J., et al.(2005). Early Cognitive Stimulation, Emotional Support, and Television Watching as Predictors of Subsequent Bullying Among Grade-School Children. Arch Pediatr Adolesc Med.159:384-388.

ADHD: uno studio pubblicato sul prestigioso "Official Journal of the American Academy Pediatrics" ha scoperto che ogni ora al giorno di televisione guardata tra 1 e 3 anni d’età aumenta in modo imponente la probabilità di sviluppare un disturbo da deficit d’attenzione/iperattività (ADHD) a 7 anni. Allo studio hanno partecipato 2623 bambini tra gli 1 e 3 anni. Christakis D.A., et al.(2004). Early television exposure and subsequent attentional problems in children. Apr;113(4):708-13.

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Istruzioni per l'uso
Edwin Hubner

giovedì 11 aprile 2019

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Come la musica influenza la biochimica del corpo




Come la musica influenza la biochimica del corpo

La musica è in grado di influire sullo stato di salute del nostro corpo, lavorando sullo stress e sul sistema immunitario: scopriamo come

di Emiliano Toso - 10/04/2019


All’Università McGill di Montreal, studiano come la musica possa cambiare la biochimica del nostro corpo. È stato dimostrato che l’ascolto della musica influenza lo stato di salute del nostro corpo attraverso quattro vie: il piacere, lo stress, il sistema immunitario e l’aggregazione sociale.

Nei laboratori del Prof. Levitin (cit. The Neurochemistry of music, M.L.Chanda and D. J. Levitin Cell Press 2013) si stanno studiando come queste vie di azione della musica sul nostro corpo siano regolate dalle variazioni chimiche di ormoni quali la dopamina e gli oppioidi, il cortisolo, la serotonina e l’ossitocina.

Le dinamiche neurochimiche che stimolano la via del riconoscimento sono simili a quelle che proviamo con il cibo o il sesso. Esistono sistemi di tecnologia di neuroimaging (es. PET, fMRI) che riescono a rilevare in modo preciso in quali aree del cervello avvengono queste dinamiche e a compararle con situazioni che stimolano il piacere con dinamiche molto simili.

Ascoltando musica ci sentiamo più motivati, più attenti, più focalizzati a raggiungere un obiettivo, più creativi.

Ricevo spesso riscontri da coach, managers, psicologi che lavorano nel campo della motivazione o sportivi che utilizzano Translational Music per migliorare le loro prestazioni o quelle della loro squadra o team di lavoro.

In molti ospedali i chirurghi e lo staff medico richiedono l’ascolto di un certo tipo di musica in sala operatoria durante gli interventi ed è stato dimostrato come questa pratica migliori l’attenzione, la collaborazione tra lo staff e abbassi i livelli di stress degli operatori e del paziente.

Sono stati pubblicati anche studi in cui è stato dimostrato che l’ascolto della musica durante un’operazione chirurgica o durante il parto può agire sulla percezione del dolore e di conseguenza ai pazienti viene ridotta la dose di antidolorifici (Cepeda et al. 2006). Ciò è supportato dal fatto che l’ascolto musicale agisce sulla stessa parte del cervello (Nucleus Accumbens) su cui agisce la morfina (Jeffries, Neuroreport 2003). Due marcatori dello stress che sono stati rilevati durante l’ascolto della musica sono il cortisolo e la B-endorfina.

L’ascolto della musica favorisce inoltre la produzione di ACTH, prolattina, ormone della crescita e norepinefrina.

Continua la lettura di questo articolo su:

Scienza e Conoscenza n. 65 - Luglio-Settembre 2018 >> https://goo.gl/oH72LH
Nuove Scienze, Medicina non Convenzionale, Coscienza

martedì 9 aprile 2019

MED RELAX ASMR 12 Alpha 432 Hz Binaural Relaxing & Meditation

Dolori muscolari e articolari: aiuti e cure



Dolori muscolari e articolari: glucosammina e magnesio ti aiutano

Chiedi al Naturopata


I dolori muscolari e articolari sono tra i disturbi più frequenti e diffusi e sono anche i più sottovalutati, spesso perché non riconosciuti. Come li possiamo distinguere l'uno dall'altro?

di Francesca Rifici - 08/04/2019

I dolori muscolari e articolari sono tra i disturbi più frequenti e diffusi e sono anche i più sottovalutati e meno curati in assoluto.
Nelle stagioni invernali e autunnali i reumatismi si fanno sentire più che in altri periodi. I dolori reumatici coinvolgono un numero sempre maggiore di individui: sono 5 milioni e mezzo le persone che in Italia soffrono di reumatismi e 300 milioni nel mondo.
Mi riferisco a dolori di natura muscolare o articolare che possono variare da un dolore alle spalle o al collo, a un dolore diffuso al braccio o ancora alla zona della schiena o alle gambe e ancora più probabile alle caviglie. E queste sono solo alcune delle zone più colpite.

Muscoli o articolazioni: come distinguere il dolore?
Come si differenzia un dolore più prettamente muscolare da un dolore articolare?
È piuttosto semplice: il dolore muscolare colpisce una zona del corpo abbastanza vasta (ad esempio le spalle oppure la coscia) mentre il dolore articolare si manifesta in un punto più preciso, che coincide con le giunture articolari tra un osso e l’altro.
Tra i dolori muscolari, i più diffusi sono quelli alle spalle, alla schiena (zona lombare soprattutto) e alle gambe (anche se in quest’ultimo si manifesta soprattutto dopo uno sforzo fisico).
I dolori articolari colpiscono solitamente i gomiti, le anche, le ginocchia e le caviglie.
Con l’arrivo dell’inverno, questi dolori tendono ad accentuarsi principalmente per due motivi:

il freddo è in grado di penetrare nei tessuti lasciandoli più rigidi e meno elastici;
l’umidità crea depositi stagnanti all’interno del corpo, soprattutto nella zona articolare.
Ciò che danneggia maggiormente e accentua i dolori muscolari e articolari è la staticità, il mancato movimento e l’infiammazione tissutale che si crea.

Infiammazione: ecco la causa principale

Alla base di ogni dolore c’è un’infiammazione del tessuto sottostante, sia esso muscolare o articolare. L’infiammazione può crearsi da un’eccessiva rigidità (causata ad esempio dal freddo o dal poco movimento) oppure dal riflesso di un organo o apparato circostante che si trova in stato di forte infiammazione.
In quest’ultimo caso, il dolore muscolare o articolare è un riflesso di un problema che si trova altrove, spesso nelle vicinanze: se non si risolve il problema all’origine, non si troverà beneficio nemmeno a livello muscolare o articolare.
Molte persone, ad esempio, svolgono un’attività fisica piuttosto regolare e non si espongono particolarmente al freddo invernale, eppure vivono quotidianamente con fastidi e dolori senza trovare soluzione. Sono questi i casi in cui è necessario indagare la situazione generale all’interno del corpo e capire che cosa provoca di riflesso il dolore a un muscolo o a un’articolazione.

I dolori riflessi

Può sembrare strano, ma un organo o un apparato in disequilibrio energetico, ovvero che non lavora correttamente, sprigiona nei tessuti circostanti le tossine in eccesso, infiammando muscoli o articolazioni ad esso annessi.
Un’ultima cosa da sottolineare è la legge del basso-alto e viceversa: è una legge su cui si basa la medicina naturale (mediterranea classica o tradizionale cinese) che richiama il concetto già espresso di “infiammazione riflessa”.
Cosa significa nello specifico? Si tratta di un collegamento che avviene all’interno del corpo che fa sì che un dolore in zona alta (ad esempio cervicale) possa trovare la sua origine nella zona bassa del corpo (ad esempio organi genitali).

Facciamo allora qualche esempio di dolore riflesso:

per la legge alto-basso, un dolore ai muscoli delle spalle può richiamare un’infiammazione presente all’apparato genitale;
o ancora, un dolore alla zona lombare della schiena può essere il riflesso di un’infiammazione al viscere circostante, ovvero l’intestino.
Ricapitolando, i dolori articolari o muscolari possono essere provocati da una causa esterna come il freddo, l’umidità o uno sforzo fisico maggiore del solito, oppure possono essere il riflesso di un malfunzionamento all’interno del corpo.
Se possiamo escludere la causa esterna, certamente l’indagine deve essere più approfondita.

Il rimedio naturale fai da te per i dolori articolari e muscolari

Quando si soffre di dolori muscolari o articolari è sempre bene accertare, come dicevamo, l’origine del disturbo. Esiste però un valido aiuto che arriva da Madre Natura, indicato sia in caso di dolore post traumatico che in caso di infiammazione riflessa. Ecco allora la ricetta giusta fai-da-te per alleviare i disturbi muscolari e articolari.
Si applica un impacco di argilla verde arricchita con 4-5 gocce di olio essenziale di zenzero e di lavanda sulla zona interessata e si mantiene in applicazione per almeno 45 minuti.
Si procede poi sciacquando la zona interessata con acqua tiepida/calda e si massaggia la zona con pomata di arnica in caso di trauma, oppure con pomata di artiglio del diavolo in caso di rigidità muscolare o infiammazione riflessa del tessuto.

Glucosammina e magnesio per le articolazioni e i muscoli

La glucosammina favorisce il tropismo dei tessuti, sostenendo in particolare il benessere osteoarticolare. Le articolazioni sono il punto d’incontro tra due ossa e possono presentare livelli diversi di motilità. In condizioni normali le articolazioni sono rivestite dalla cartilagine, un tessuto elastico che funge da cuscinetto ammortizzatore, consentendo il movimento delle articolazioni e impedendo lo sfregamento tra le ossa che vengono in contatto. La glucosammina favorisce la mobilità articolare nutrendo e proteggendo il trofismo di tendini e legamenti.
Contrastando l’effetto stimolante del calcio, il magnesio svolge un ruolo importante per le decontrazioni neuromuscolari. È d’aiuto durante la crescita ossea ed è necessario per un buon funzionamento dei muscoli.

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lunedì 8 aprile 2019

Il paradigma dell'Ayurveda



Il paradigma dell'Ayurveda

Medicina Non Convenzionale


Scopri insieme a noi il nuovo ebook di Scienza e Conoscenza Ayurveda, l'antica scienza indiana per la salute del nuovo millennio

Redazione Scienza e Conoscenza - 05/04/2019

Sentiamo sempre più spesso parlare di Ayurveda, ma sappiamo davvero di cosa si tratta?

Oggi in Occidente la millenaria scienza indiana della salute viene spesso banalizzata e ridotta a una tecnica di massaggio estetico, ma l’Ayurveda – sicuramente famosa per i suoi trattamenti fisici, parte importante della pratica di cura – è molto altro e molto di più.

Ovviamente esiste, anche, un’informazione seria e adeguata, corroborata da fonti classiche e ricerche moderne che, oltre a diffondere un’immagine seria e reale dell’Ayurveda, ne mette in evidenza la straordinaria attualità e la possibilità di interazione e collaborazione con la Medicina e la Scienza Moderna.

È però necessario richiamare l’attenzione su concetti e fatti fondamentali dell’Ayurveda per chiarirne la vera natura e anche per meglio orientarci nel panorama attuale delle medicine non convenzionali.

Questo libro è una raccolta di articoli, alcuni di essi inediti, che rappresentano aspetti non sempre conosciuti dell’Ayurveda e che offrono una prospettiva nuova di questo antico, ma incredibilmente, attuale, sistema di conoscenza.

INDICE

Introduzione
Cosa non è l’Ayurveda
Antonio Morandi

PARTE I - IL PARADIGMA DELL’ĀYURVEDA

Capitolo 1
Il “paradigma” dell’Ayurveda
Intervista al dottor Antonio Morandi a cura di Valerio Pignatta

Capitolo 2
God vibrations: i mantra
Antonio Morandi

Capitolo 3
Āyurveda e cervello: mente e sanscrita
Antonio Morandi

Capitolo 4
Ayurveda e oncologia
Antonio Morandi

Capitolo 5
Alzheimer: la lettura l'Ayurveda
Intervista al dottor Antonio Morandi a cura di Valerio Pignatta

PARTE II - SALUTE E BENESSERE IN ĀYURVEDA

Capitolo 6
Ritrova la salute
Intervista a Maria Cristina Minniti a cura di Romina Alessandri

Capitolo 7
Alimentazione ayurvedica per la disintossicazione del corpo e della mente
Barbara Bergnach

Capitolo 8
I trattamenti fisici in Āyurveda
Carmen Tosto

Capitolo 9
L'Āyurveda si prende cura dei tuoi capelli
Claudia Tartaglia

APPENDICE
Āyurveda: l’oms la riconosce e la promuove
Marianna Gualazzi

Āyurveda italiana
Intervista ad Anna Camatti a cura di Marianna Gualazzi

Scheda Tecnica
Editore Editing snc
Data pubblicazione         Marzo 2019
Formato              Download - Pag 156
File         PDF (7408 kb), EPUB (10761 kb)
Protezione         Watermark, Watermark (+ informazioni)
ISBN      8828500158
EAN       9788828500155

eBook - Il Paradigma dell'Ayurveda >> http://bit.ly/2Z494rw
L'antica scienza indiana per la salute del nuovo millennio
Antonio Morandi