giovedì 30 maggio 2024

Conscio e Subconscio: la mente è un iceberg


Conscio e Subconscio: la nostra mente è un iceberg

Consapevolezza e Spiritualità

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Già ai tempi, Sigismund Freud, detto Sigmund, neurologo e psicoanalista austriaco, spiegò la differenza che esiste tra la parte conscia e la parte subconscia della nostra mente.

Valentina Balestri - 30/05/2024

La lezione che possiamo imparare dal fondatore della psicanalisi è questa: per quanto possiamo essere razionali, ci sono e ci saranno sempre dei pensieri “sommersi” che ci influenzeranno.

Non è semplice scoprire ciò che rimane sott’acqua, nonostante sia una parte determinante del nostro essere, molto più decisiva di quanto pensiamo; tuttavia è nostro compito cercare di immergerci: il subconscio controlla un’alta percentuale dei nostri pensieri e delle nostre azioni, ed è per questo che dobbiamo capire come “riprogrammarlo” e divenire i soli padroni della nostra vita.

Il nostro cervello ha un immenso potenziale: sta a noi riuscire a sfruttarlo al massimo.

Riprogrammare il subconscio si può?

Sì. È molto complesso ma basta davvero iniziare con il piede giusto.

Favorendo nuove idee e suggerimenti alla mente, si creano nuove connessioni neurali.

Se davanti a voi c’è sempre la solita strada, quella che state percorrendo da tutta la vita, e non vi piace, allora è vostro compito e dovere fermarvi e trovare il modo di cambiarla.

La prima cosa da fare è sintonizzarti completamente con quello che vuoi.

Smetti di pensare a ciò che non hai e vorresti!

Rifletti invece su tutto quello che hai voluto e che hai raggiunto. Come hai fatto a conquistarlo?


"L’immaginazione è tutto.

È l’anteprima delle attrazioni che la vita ci riserva."

Albert Einstein


Allena la tua mente: più lo farai, più sarà semplice

"Allenare la tua parte conscia in modo tale che il tuo subconscio cominci a cooperare, questo è il segreto!

La tua realtà dipende da cosa dici a te stesso e da come affronti la vita.

È ovvio che il subconscio è più forte della parte conscia. Ciò significa che se vuoi consciamente qualcosa che il subconscio rifiuta, quest’ultimo la saboterà.

Nulla si ottiene senza un po’ di impegno: inizia connettendoti a livello mentale o emozionale con un’azione o un fatto ben precisi. Per ottenere successo devi avere un sogno. È importante prendere un impegno con se stessi: l’impegno è una conseguenza della consapevolezza che i tuoi obiettivi sono importanti, proprio come tu sei importante.

Oltre all’impegno serve perseveranza. Cosa significa questa parola? Significa rifiutarsi di mollare, specialmente quando ci si confronta con resistenze o problemi, ma continuare con costanza e vigore; rincorrere continuamente qualcosa senza preoccuparsi degli ostacoli. Se sarai perseverante, nessuno riuscirà ad arrestare il tuo cammino verso l’obiettivo.

Inoltre flessibilità, come capacità di adattamento, e tanta creatività, intesa come forza necessaria per trovare sempre modi nuovi e imparare continuamente da ciò che è andato storto, sono fondamentali in questo percorso di realizzazione.

La Legge dell’Effetto Contrario in relazione ai nostri bisogni

La Legge di Attrazione ci dice tutto sulla focalizzazione: se ti focalizzi sull’abbondanza riceverai più abbondanza, ma se ti focalizzi sulla carenza riceverai sempre meno.

Allo stesso modo, la tensione che si crea nel momento in cui desideriamo ardentemente qualcosa ci fa attrarre il suo esatto contrario. Come accade per esempio quando hai problemi di soldi: il pensiero costante della loro mancanza blocca la Legge di Attrazione e i soldi non arrivano.

Non importa quanto desideri qualcosa e non importa quanto sia forte la convinzione di averne bisogno, devi abbandonare il sentimento di necessità – io lo chiamo irrigidimento – per fare in modo che la Legge di Attrazione possa agire senza essere bloccata dalla nostra energia carica di tensione.

L’Universo ci manda continuamente dei segni e comunica con noi.

Devi capire che le coincidenze non esistono

e che l’Universo è molto più intelligente di tutti noi messi assieme.

Roy Martina


LETTURA CONSIGLIATA

Rinasci e Risveglia il tuo Potere Interiore — Libro >> https://bit.ly/4aP3fC0

Un metodo rivoluzionario per far emergere il potenziale che è in te

Derek Rydall

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La Legge di Emersione: un metodo innovativo che rende liberi

Se stai lottando per cambiare, guarire o migliorare te stesso, FERMATI!

La maggior parte di ciò che hai imparato potrebbe non funzionare o addirittura peggiorare la tua situazione.

Più ci sforziamo di cambiare, infatti, più ci affossiamo da soli. Attraiamo un nuovo partner, ma incappiamo nelle solite vecchie liti. Ci diamo da fare per ottenere un aumento, ma finiamo di nuovo al verde, pur guadagnando di più. Ecco cosa succede quando il principio fondante della vita, la legge di emersione, viene ignorato, dimenticando e non riconoscendo che siamo già compiuti.

Come ogni ghianda è una ghianda perfetta, che diventa una quercia perfetta, non c’è una sola parte di noi che non sia esattamente come dovrebbe essere.

La legge di emersione fornisce le basi per mettere in pratica questo principio originario e rinascere. Grazie a un innovativo metodo composto da sette passi, il coach spirituale Derek Rydall ci dimostra la nostra completezza: tutto ciò che ci serve per realizzare il nostro pieno potenziale è già dentro di noi.

Forte di un’antica verità che è stata a lungo dimenticata, Rydall rivoluziona il dibattito riguardo al conseguimento del proprio potenziale e ci spiega come attivare l’eccellenza che è in noi e mettere in pratica il nostro scopo nella vita.

Libera il tuo vero potere interiore con questo libro che va oltre le tecniche di automiglioramento

Dicono del libro

“Derek è in grado di farvi attingere alla fonte di un potere inimmaginabile e mostrarvi un sentiero di sviluppo semplice e naturale. Ho amato questo libro. Leggetelo. Vivetelo. Condividetelo”.

Joe Vitale, autore e Maestro di vita nel bestseller The Secret

“Questo volume rappresenta il culmine dell’insegnamento del principio dell’emersione, impartito a decine di migliaia di persone in tutto il mondo. La mia speranza è che vi liberi dalla necessità di cercare risposte e autorità all’esterno, dal tentativo di riempire gli spazi che percepite come vuoti e persino dallo sforzo di “attrarre” le cose. Nelle pagine di questo libro, condividerò con voi il segreto della vostra autentica sovranità e del vostro potere, l’antica verità che i grandi mistici hanno cercato di tramandare, ma che è andata per lo più perduta, un principio che è stato impiegato da esponenti di spicco in ogni settore per creare opere d’arte, costruire imperi e innescare le forze rivoluzionarie, e che, tuttavia, solo di rado è stato compreso o articolato. Finora. Diciamo addio tutti insieme al presunto “automiglioramento” e diamo il via al processo di liberazione del nostro vero Sé”.

Derek Rydall


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venerdì 17 maggio 2024

Fisica e meccanica quantistica: vita e coscienza


Fisica e meccanica quantistica: ci dicono qualcosa sulla vita e la coscienza?

Scienza e Fisica Quantistica

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La meccanica quantistica è incredibilmente apprezzata. Nessuna previsione elaborata dalla teoria si è mai dimostrata errata. Un terzo della nostra economia dipende da prodotti che si basano su di essa. Tuttavia, la concezione del mondo che deriva dalla teoria quantistica non è solo molto più strana di quanto immaginiamo, è addirittura più strana di quanto siamo in grado di supporre. Scopriamo perché.

Redazione - Scienza e Conoscenza - 17/05/2024

Questo articolo è tratto dal libro L'Enigma Quantico.

Molti di noi condividono le seguenti intuizioni basate sul buonsenso: un singolo oggetto non può trovarsi in due luoghi distanti contemporaneamente; e, chiaramente, quello che una persona decide di fare non può immediatamente influenzare ciò che succede in un luogo lontano. E non diamo forse per scontato che “là fuori” esista un mondo reale, sia che lo si osservi o meno? La meccanica quantistica mette in dubbio ognuna di queste intuizioni. J.M. Jauch afferma che «per molti fisici ponderati, [il significato profondo della meccanica quantistica; N.d.A.] è sempre rimasto una specie di scheletro nell’armadio».

Abbiamo iniziato il discorso parlando dei fastidiosi dubbi sulla teoria dei quanti che crucciavano Einstein. Ma cos’è la teoria quantistica? La teoria quantistica è stata sviluppata all’inizio del XX secolo per spiegare le meccaniche, ossia i meccanismi, che governano il comportamento degli atomi. In precedenza si era scoperto che l’energia di un oggetto poteva variare solo in modo discontinuo e per intervalli molto piccoli detti quanti (singolare quanto), ed è da ciò che deriva il nome “meccanica quantistica”. La “meccanica quantistica” comprende sia le osservazioni sperimentali che la teoria quantistica che le spiega.

La teoria quantistica è alla base di ogni scienza naturale, dalla chimica alla cosmologia. Ci serve per capire perché il sole splende, in che modo la televisione produce immagini, perché l’erba è verde e come l’universo si è espanso a partire dal Big Bang. La tecnologia moderna si basa su strumenti progettati con la teoria quantistica.

La fisica pre-quantistica, chiamata anche “meccanica classica”, “fisica classica” o, meno di frequente, “fisica newtoniana”, costituisce solitamente un’eccellente approssimazione per spiegare il comportamento dei corpi molto più grandi delle molecole, ed è in linea di massima molto più facile da applicare rispetto alla teoria dei quanti. Si tratta, tuttavia, di un’approssimazione. Non funziona assolutamente per descrivere gli atomi di cui ogni cosa si compone. Nonostante ciò, la fisica classica è fondamentale per il nostro buonsenso comune, per la nostra concezione newtoniana della realtà. Ma ora sappiamo che la concezione classica della realtà è fondamentalmente viziata.

Fin dall’antichità, i filosofi hanno elaborato speculazioni esoteriche sulla natura della realtà fisica. Prima della meccanica quantistica, chiunque aveva a disposizione l’opzione logica di rifiutare tali elucubrazioni e aderire a una visione del mondo basata su concretezza e buonsenso. Oggi, gli esperimenti quantistici negano l’esistenza di una realtà fisica basata sul senso comune. Il rifiuto non è più un’opzione logica.

Una concezione del mondo suggerita dalla meccanica quantistica può risultare rilevante anche al di fuori della scienza? Pensiamo a scoperte precedenti che hanno avuto un impatto analogo, come per esempio l’intuizione di Copernico che la Terra non fosse al centro del cosmo o la teoria di Darwin sull’evoluzione. L’importanza della meccanica quantistica è, in un certo senso, più immediata rispetto alle idee copernicane o darwiniste, che si occupano di cose molto lontane o molto antiche. La teoria dei quanti parla del qui e ora. Arriva addirittura a incontrare l’essenza dell’umanità, la nostra coscienza.

Ti è piaciuto questo brano?

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L'Enigma Quantico — Libro >> https://bit.ly/3ynqzcx

Quando la fisica incontra la coscienza

Bruce Rosenblum, Fred Kuttner

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lunedì 13 maggio 2024

Malattia oltre il piano fisico


Quando la malattia va oltre il piano fisico

Consapevolezza e Spiritualità

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Uno dei grandi ostacoli, che ho dovuto affrontare in quanto oncologo integrativo, risiede nelle problematiche di tipo emotivo e spirituale che i miei pazienti devono superare per poter guarire. Ho avuto dei pazienti che sono deceduti letteralmente subito dopo essersi liberati del cancro, poiché non riuscivano a superare la rabbia, la paura, la sensazione di non essere amati, l’incapacità di perdonare o altri fattori problematici della loro vita.

Alexander Loyd, Ben Johnson - 11/05/2024

Per aiutare i miei pazienti a gestire meglio i loro problemi emotivi e spirituali ho esplorato e ricevuto formazione in molte terapie, incluso anche il counseling tradizionale, la Terapia del campo di pensiero (Thought Field Therapy, o TFT), le Tecniche di libertà emozionale (Emotional Freedom Techniques, o EFT), il Healing Touch, la Tecnica di digitopressione di Tapas (TAT), le Quantum Techniques e altro.

Alcune di esse sono state di una certa utilità, e talune hanno aiutato più di altre. Ma nessuna si è dimostrata all’altezza del compito di poter funzionare per tutti. La verità in tutto questo sta nel fatto che ci capita raramente d’incontrare una forma di terapia davvero nuova, specialmente una che sia potenzialmente in grado di modificare il panorama della medicina come lo conosciamo oggi.

Pensate solo alle possibilità di un mondo senza Prozac, Liptor, insulina o senza farmaci antipertensivi. Quando questo coincide col nostro momento del bisogno personale, può rappresentare un evento realmente fenomenale. All’epoca non lo sapevo, ma la nuova terapia che stavo cercando era rappresentata dai Codici di Guarigione sviluppati dal dottor Alex Loyd, che oggi ho il piacere di definire un amico e un socio.

Nella mia clinica oncologica di Atlanta siamo molto progressisti. Prendiamo in esame le svariate cause del cancro e per ciascuna cerchiamo di mettere a punto forme di terapia specifiche. Ritengo che le cause del cancro siano dovute a una combinazione di metalli pesanti, virus, carenza di ossigeno nelle cellule, acidosi metabolica e problemi di natura emotivo-spirituale. Possiamo gestire molto bene i metalli pesanti servendoci di una vasta gamma di agenti da assumere per via endovenosa e orale. Un virus e altre particelle simili ai virus sono molto più difficili da affrontare, ma possono essere gestiti per mezzo di alcuni preparati antivirali e di altri agenti non approvati dalla FDA. Per ciò che concerne la deprivazione di ossigeno cellulare (per la quale Otto Warburg è stato insignito del premio Nobel per la medicina nel 1932, quando provò che la mancanza di ossigeno è una causa importante del cancro), si tratta di un processo più lento. Esistono agenti che permettono di modificare la curva dissociativa tra ossigeno ed emoglobina per via endovenosa.

Tutto ciò è strettamente collegato all’acidosi metabolica e ai continui cambiamenti nella dieta, che sono assolutamente necessari. Sebbene non sia cosa facile, affrontare tutte queste problematiche simultaneamente costituisce un compito incalzante e concretizzabile. Erano piuttosto i problemi di natura emotiva e spirituale a costituire l’ostacolo principale per la guarigione dei miei pazienti. Trovare una soluzione a quell’ostacolo si trasformò in una impresa sempre più importante per me, mentre continuavo a occuparmi della professione medica.

La mia esperienza personale di diagnosi

Durante le mie ricerche rivolte al benessere dei miei pazienti, cominciai ad avere io stesso alcuni sintomi a livello fisico, accusando principalmente affaticamento e fascicolazione (uno spasmo involontario o contrazione convulsa delle fibre muscolari). Cercai d’ignorarli, mettendoli da parte come una conseguenza dell’infortunio al midollo spinale che avevo subito nel 1996. Ma col passare del tempo le mie condizioni peggioravano. I muscoli di una gamba mi tremavano all’altezza del polpaccio e contemporaneamente subivo degli spasmi muscolari alla schiena o nella parte alta delle braccia. Ci si sarebbe potuti mettere lì seduti a osservare quei muscoli che saltavano su e giù sotto lo strato di epidermide. Per di più, mi affaticavo molto, anche solo per salire una corta rampa di scale, e la mia voce si era indebolita. Decisi che era ora di fissare una visita dal mio chirurgo ortopedico, che è anche un amico personale. Dopo avermi esaminato, m’informò con grande riluttanza della sua diagnosi: sclerosi laterale amiotrofica (SLA), comunemente nota col nome di morbo di Lou Gehrig. Non essendo soddisfatto di quella diagnosi, mi misi subito in contatto con un altro mio amico medico per avere una seconda opinione. Anche lui fece la stessa diagnosi.

Andai a casa e mi tuffai nei miei volumi di medicina. Quello che scoprii fu piuttosto spiacevole. L’ottanta per cento dei pazienti affetti dal morbo di Lou Gehrig muore nell’arco di cinque anni dopo la comparsa dei sintomi, e io li avevo già avuti per almeno un anno! Secondo le statistiche riferite a quella malattia, avevo appena vissuto tra il venticinque e il cinquanta per cento del tempo che mi restava da vivere. Molti dei miei pazienti oncologici avevano prognosi migliori di quella.

Poco tempo dopo aver ricevuto quella diagnosi frequentai un seminario durante il quale ebbi modo di ascoltare il dottor Alex Loyd mentre esponeva il suo recente lavoro sui Codici di Guarigione. Ero molto incuriosito dal fatto che, quando il dottor Loyd iniziava a fornire consulenza e a lavorare con i suoi pazienti e quando questi ultimi cominciavano a guarire emotivamente, iniziava a manifestarsi in loro anche una guarigione di tipo fisico.

Il fenomeno era del tutto inatteso, ma si dimostrava vero, poiché il dottor Loyd rilevava la presenza di un numero crescente di pazienti che guarivano fisicamente. Con la mia recente diagnosi in mano, raddoppiai gli sforzi per saperne di più sulla scoperta del dottor Loyd.

Avevo capito ma dovevo analizzare le basi filosofiche

Le basi filosofiche erano importanti per me, perché se la filosofia fosse stata difettosa, anche il mio lavoro sarebbe stato imperfetto. Come il libro I codici di Guarigione spiegherà più in dettaglio, uno dei concetti base della metodica dei Codici di Guarigione consiste nel fatto che tutta la memoria è immagazzinata sottoforma d’immagini, e che alcune di queste immagini contengono delle non-verità o menzogne che, se non vengono corrette, finiscono per dare luogo a problemi di natura emotiva e/o fisica.

Il concetto che i ricordi fossero immagazzinati sotto forma d’immagini non mi creava alcun problema, visto che il cervello funziona in maniera molto simile a un supercomputer. L’idea delle non-verità o menzogne contenute in quelle immagini mi risultava un po’ nuova, ma aveva perfettamente senso. Tutti, a partire da Freud e da altri prima di lui, avevano teorizzato che ancoriamo parte della nostra energia a uno stadio precedente, il che poi ci rende incapaci di gestire i problemi di vita che sorgono innanzi a noi. L’idea nuova era il concetto che tali eventi, tali immagini, non fossero vere. Per esempio, se qualcuno si sentiva non amato, era davvero indegno di amore? Naturalmente no! Se ci si sentiva incompetenti, ciò significava che il nostro corpo e la nostra mente fossero davvero incapaci di svolgere quella data azione? Probabilmente no. È più verosimile pensare che semplicemente non si pensava di poterci riuscire. Quindi mi andava bene il concetto che si potesse credere a delle non-verità. Ma come poteva, tutto questo, tradursi in malattia?

Cercai di paragonare la cosa a un modello informatico che mi riuscisse di comprendere. Noi siamo stati creati avendo in dotazione determinati programmi. Uno dei nostri programmi è quello di “autoguarigione”. Quando crediamo a delle non-verità, i file di questo programma si corrompono, facendo sì che il programma giri sempre più lentamente e che poi finisca per bloccarsi. Se solo si potesse trovare il modo di ripulire il programma… Voilà! L’innata capacità dell’organismo di guarirsi, secondo il piano divino, sarebbe ristabilita! Questo era logico in un modello informatico, e plausibile in un modello umano. Ma come si fa per eliminare i dati sbagliati e sostituire a essi quelli giusti? Questo per me si riduceva a un concetto di fisica, poiché tutto, inclusa l’informazione digitale, in definitiva esistein termini del suo denominatore più comune: l’energia, dotata di una sua frequenza vibrazionale. Qualsiasi frequenza può essere cambiata, se soltanto si sa come fare.

Un tuffo a capofitto nel metodo

A quel punto ero a mio agio con gli aspetti scientifici e filosofici dei Codici di Guarigione. Era arrivato il momento di buttarsi, quindi m’iscrissi a un seminario di formazione. L’istruzione impartita era buona e cominciai ad apprendere alcune semplici tecniche utilizzate dai coach dei Codici di Guarigione. Decisi anche di acquistare una sessione di guarigione privata della durata di un’ora col dottor Loyd, a uso mio personale. C’erano due cose su cui volevo lavorare immediatamente. La prima in assoluto era la mia diagnosi del morbo di Lou Gehrig.

Inoltre, da molto tempo soffrivo d’insonnia, in modo talmente grave da far sì che ormai da decenni non mi fossi mai coricato la sera senza ricorrere a un sonnifero. Ricevetti un Codice per la mia insonnia che avrei dovuto usare tre volte al giorno. La prima sera, dopo aver applicato il Codice una sola volta, mi addormentai e dormii tutta la notte. Per le cinque settimane successive non presi una singola volta il sonnifero. Con questo non intendo dire di non averne mai più presi in seguito, poiché viaggio molto e talvolta gli strani letti e i rumori particolari mi creano situazioni difficili. Tuttavia, il mio schema del sonno è notevolmente migliorato e prendo un sonnifero soltanto di rado.

Quanto alla mia fascicolazione muscolare, all’affaticamento e ad altri sintomi del morbo di Gehrig, sono tutti spariti. Dopo tre soli mesi di utilizzo dei Codici di Guarigione tornai dal chirurgo che mi aveva fatto la prima diagnosi. Mi fece una elettromiografia (EMG) per controllare il morbo di Gehrig e scoprì che era scomparso del tutto. Sono stato libero dai sintomi fin dal mese di marzo del 2004. Per chi di voi non lo sapesse, non esiste una cura per il morbo di Lou Gehrig.

Dopo aver sperimentato personalmente i risultati delle tecniche dei Codici di Guarigione, decisi d’imparare tutto il sistema nella sua interezza. Inoltre, ho svolto formazione per lo staff della mia clinica oncologica di Atlanta, affinché anche i miei pazienti potessero godere dei benefici di questo grande lavoro. In base ai risultati che il mio staff e io stiamo rilevando, oggi so di aver trovato il metodo di guarigione che stavo cercando. Non conosco niente altro che si rivolga ai problemi sia emotivi che fisici, guarendoli in modo altrettanto efficace e completo.

Dott. Ben Johnson

Brano tratto dalla Prefazione del libro I codici di Guarigione - Dott. Alexander Loyd -  Macro Edizioni

Il Codice della Guarigione - The Healing Code — Libro >> https://bit.ly/3WGTPov  

6 minuti per guarire la fonte di ogni malattia, raggiungere il successo, migliorare le relazioni

Alexander Loyd, Ben Johnson

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mercoledì 8 maggio 2024

La paura è uno stato mentale


La paura è uno stato mentale

Scienza e Fisica Quantistica

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Fabio Fracas, giovane fisico italiano che ha lasciato il corpo lo scorso dicembre, è oggi ancora qui, a raccontarci qualcosa proprio su di noi, su chi siamo e come funzioniamo con i suoi libri e video interviste sui social. Cosa c’è tra ciò che sentiamo e proviamo a livello emotivo, la mente e il corpo?

Redazione - Scienza e Conoscenza - 07/05/2024

Autrice Daniela Cristina Napoletano

La mente umana e la memoria

La mente umana è una macchina complessa: produce energia sotto forma di pensieri che sono anche onde informazionali ed è collegata al corpo fisico a livello biochimico con modificazioni fisiologiche. In questo collegamento mente-corpo è coinvolta anche la memoria.

Fabio Fracas, sollecitato da una domanda sulla natura e sul ruolo della memoria, risponde che, sebbene negli ultimi decenni siano state fatte molte supposizioni dalla scienza, l’unica cosa di cui si è certi è che non esiste una sola memoria. Si può infatti parlare di diversi tipi di memoria. Ad esempio, è possibile innanzitutto catalogarla sotto due principali tipologie:

Memoria Filogenetica

Memoria Personale.

La memoria filogenetica è la nostra memoria come specie. Come fa un bambino appena nasce a sapere che deve succhiare il latte dal seno materno? Non glielo ha insegnato nessuno ma sa in qualche modo come compiere quell’azione specifica!

La memoria personale invece è la memoria che si forma con il nostro contesto sociale, culturale, familiare… con le nostre esperienze di vita! Noi siamo tutto ciò che nella vita impariamo, conosciamo e scopriamo. In questo senso quindi possiamo dire che noi siamo tutte le nostre memorie.

Dove risiede la memoria?

Nel corso dei secoli, la questione della localizzazione della memoria ha affascinato filosofi e scienziati, portando a dibattiti su dove esattamente la memoria risieda nel cervello umano. Cartesio, ad esempio, propose che la mente fosse separata dal corpo e che la ghiandola pineale fosse il punto di interazione tra mente e corpo. Tuttavia, nel tempo, altre teorie hanno suggerito diverse ipotesi sulla conservazione della memoria. Alcuni hanno ipotizzato che la memoria potrebbe essere distribuita in tutto il cervello anziché confinata in una singola regione, mentre altri hanno focalizzato l'attenzione su specifiche aree cerebrali come l'ippocampo.

Gli scienziati di oggi suppongono che la memoria risieda nelle strutture neuronali e sia localizzata in determinate aree del cervello in relazione al tipo di memoria in questione. In particolare, per quanto riguarda le memorie personali, si distinguono due tipi principali: la memoria dichiarativa o esplicita, che coinvolge i processi relativi alla coscienza e consente di ricordare eventi specifici in maniera cosciente, e la memoria procedurale o implicita, che si manifesta attraverso azioni automatizzate che non richiedono la coscienza, come il guidare una bicicletta.

Ciò che è indubbio, è che vi sia una connessione tra la nostra struttura biologica e il nostro pensiero, evidente nel modo in cui il corpo reagisce durante esperienze emotive. Che cosa accade ad esempio quando abbiamo paura? Quando affrontiamo una situazione spaventosa, il nostro corpo reagisce istintivamente contraendosi, innescando una serie di risposte fisiologiche ben evidenti. Quali informazioni, dunque, sono coinvolte a questo livello di interazione tra mente e corpo? È qui che Fracas ci fa notare che la risposta a questa domanda è davvero articolata perché ciò che interviene è tutto ciò che siamo, inteso proprio nel senso più ampio possibile. Intervengono quindi nella parte filogenetica le nostre paure ancestrali e nella parte personale le paure che abbiamo imparato a riconoscere dalle esperienze della nostra vita e che sono localizzate nei processi neurologici e sedimentate e implicate probabilmente nelle aree prefrontali o occipitali del nostro cervello.

Ma non è solo la parte fisica importante, bensì tutto questo processo nel quale costruiamo “tutto ciò che siamo”.

Emozioni e consapevolezza: il punto di vista di Peter Russell

Nell’intervista all’esperto britannico in tema di coscienza, Peter Russell, autore nelle Edizioni di Eckhart Tolle, estrapolata dalle pagine del libro Gli Algoritmi di Elia Tropeano ci viene suggerita una chiave per liberarci dal gioco delle emozioni limitanti, e trovare una profonda e duratura felicità.

“Le emozioni sono profondamente radicate nel nostro sistema nervoso e sono state una parte fondamentale della nostra evoluzione come specie. Hanno un ruolo cruciale nel guidare il nostro comportamento verso ciò che è benefico per noi e lontano da ciò che potrebbe essere dannoso. Ad esempio, la paura è un’emozione che si sviluppa in risposta a una minaccia percepita. Questa risposta emotiva ci prepara a combattere o a fuggire, proteggendo così la nostra sopravvivenza. Allo stesso modo, sentimenti come la gioia o il piacere ci spingono a cercare esperienze che soddisfano i nostri bisogni primari, come il cibo, l’acqua, il riparo e la compagnia. Tuttavia, è importante ricordare che, sebbene le emozioni siano fondamentali per la nostra sopravvivenza e il benessere, non dovremmo permettere loro di dominare completamente la nostra vita. Come ho scritto nel mio libro Letting Go of Nothing in uscita in lingua italiana nei prossimi mesi con Macro Edizioni, possiamo imparare a osservare le nostre emozioni senza identificarci completamente con esse. Questo ci permette di rispondere alle nostre emozioni in modo più consapevole e deliberato, piuttosto che reagire in modo impulsivo.

Inoltre, mentre le emozioni possono aiutarci a soddisfare i nostri bisogni primari e a cercare il piacere, la vera pace e la gioia vengono dal riconoscere che siamo l’essenza consapevole che sperimenta queste emozioni. Questa è la chiave per liberarci dalla sofferenza e trovare una profonda, duratura felicità.”

PER APPROFONDIRE TI CONSIGLIAMO

Gli Algoritmi di Elia Tropeano — Libro >> https://bit.ly/3JRMqLv

Comunicare con l'inconscio

Daniela Cristina Napoletano

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venerdì 3 maggio 2024

Fibromialgia, asma, emicrania e i blocchi bio-psico-quantici


Fibromialgia, asma, emicrania: alla base ci sono i blocchi bio-psico-quantici

Psicologia Quantistica

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Oggi un numero sempre crescente di malesseri fisici non trova spiegazione medica: ipertensione, asma, emicrania, dolore al petto, fibromialgia, parestesia sono solo alcuni di questi. La ricerca scientifica ha però individuato in alcuni pattern emozionali la genesi profonda di queste patologie

Carmen Di Muro - 02/05/2024

Qualsiasi manifestazione di malessere, fisico o psichico, non può prescindere dall’analisi della dimensione di vita contestuale dell’individuo. Diceva A. Damasio, noto neuroscienziato portoghese, che “l’anima respira attraverso il corpo, e la sofferenza, che muova dalla pelle o da un’immagine mentale, avviene sempre nella carne.”

Questo ci dà il senso di come il corpo non può più essere considerato un semplice meccanismo governato da rapporti di tipo esclusivamente deterministico, ma sia un fenomeno assai complesso che va compreso a partire dal “sentire” della persona. Queste tematiche sono affrontate anche da nuove branche della medicina come la PNEI (ovvero la psico-neuro-endocrino-immunologia) e l’epigenetica. Sentire vuol dire fare esperienza, di un vissuto che si esprime attraverso il percepito somatico e dell’emozione che emerge in virtù della relazione con il mondo. Esso si radica non nelle parole, ma nella memoria emozionale del corpo stesso, che ne conserva le tracce. Pertanto, un’emozione, seppur inconscia o impercettibile, può anche non essere avvertita nei termini di variazione di stati fisiologici, ma è comunque sottesa da un cambiamento del processo neurale. L’esperienza e l’espressione delle emozioni provocano un’attività diffusa che va dalla corteccia cerebrale al sistema nervoso autonomo, modificandone l’assetto.

I blocchi bio-psico-quantici

Ognuno di noi è emotivamente situato in ogni attimo della nostra esistenza, e ontologicamente non è possibile che il nostro cuore non provi emozioni, poiché significherebbe vivere senza il principio dinamico che sottende la vita stessa. Diverso è il caso invece in cui le emozioni non vengano percepite a livello razionale poiché troppo intense o conflittuali. Ed è allora che essendo avvertite come inaccettabili dal punto di vista psichico, poiché generano paura, vengono evitate attraverso la somatizzazione ed altre difese. Ed è proprio l’evitamento che dà luogo al sintomo somatico, che diviene voce narrante di una storia di dolore che solca le tracce dell’anima dove troviamo quasi sempre energie di emozioni negative, che ritenute intollerabili dalla coscienza pian piano si annidano nel corpo (BLOCCHI BIO-PSICO-QUANTICI, come sono solita definirli nel mio modus operandi psicoterapeutico), unico spazio che riesce ad accoglierle. Quando le sensazioni vengono vissute a livello conscio, di norma esse non vengono in quel momento somatizzate.

Oggi la ricerca scientifica ha permesso di individuare i principali pattern di scarico emozionale (H. Davanloo, A. Abbass) che sono alla base di molti malesseri fisici che non trovano spiegazione medica come ipertensione, asma, emicrania, dolore al petto, fibromialgia, parestesia ecc, e di cui la ISTDP( Intensive Short Term Dynamic Psychotherapy) una delle più valide terapie di guarigione, diviene baluardo che permette all’energia di emozioni negative, spesso intrappolate in nuclei patogeni, di essere mobilizzate, generando una riduzione di numerosi sintomi psico-organici così da liberare il corpo permettendo alle nostre emozioni di fluire liberamente. Ed è proprio l’ascolto consapevole del dialogo tra cuore e cervello a determinare la nostra salute, la risposta dell’organismo, la condizione del sistema immunitario, la longevità.

Le vibrazioni che ci fanno male

Il corpo parla sempre di noi, di tutto ciò che abbiamo avuto modo di sperimentare nel nostro cuore seppur impercettibilmente, divenendo emanazione della gioia o dell’insoddisfazione di una vita, il luogo in cui si esprimono i vissuti della mente e dell’anima. Non cogliere il nesso che esiste tra mondo interiore ed universo corporeo diventa un fattore altissimo di rischio per l’insorgenza di patologie a tutti i livelli, perché dallo scompenso energetico il passaggio verso la lesione organica diventa conseguenza rapida ed inevitabile. Quando la nostra sfera profonda viene fiaccata da basse vibrazioni prodotte a partire dalle dinamiche insite nel contesto e nell’esperienza di vita, essa subisce un calo nella vibrazione dominante.

Questo abbassamento frequenziale, non soltanto sarà nocivo per le nostre cellule, che risuoneranno all’unisono sullo stesso tipo di frequenza alterando l’equilibrio omeostatico del corpo, ma attireranno a sé, in modo maggiorato, le frequenze della medesima carica presenti all’esterno. Questo è il punto di inizio per guardare con nuovi occhi molti disturbi, fino all’insorgenza di una malattia che spesso piomba nella nostra vita come un fulmine a ciel sereno.

Carmen Di Muro

È psicologa clinica, psicoterapeuta, specialista in psicoterapia Cognitivo Post-Razionalista, ISTDP, Psicobiologia Emotivo-Comportamentale Integrata, Quantum Trainer e giornalista, si occupa di Psicologia Integrata.

Per approfondire questo argomento leggi: 

Anima Quantica — Libro >> https://bit.ly/3DUjoIS

Nuovi orizzonti della psiche e della guarigione

Carmen Di Muro

www.macrolibrarsi.it/libri/__anima-quantica-libro.php?pn=1567