Normalizzare la Pressione Alta grazie al controllo della
respirazione
Gli esercizi di respirazione del metodo Buteyko aiutano a
normalizzare i valori della pressione arteriosa e sono di aiuto nel trattamento
dell’asma
di Fiamma Ferraro - 27/06/2013
Non posso fare a meno di ritornare a volte su quanto
scritto in passato: nel mio Notiziario
del novembre 2009, scrivevo:
“Lascia perplessi un articolo recentemente apparso sulla stampa americana,
con il titolo trionfalistico di “La FDA
(organo statunitense di controllo di alimenti e trattamenti medici)
approva il primo trattamento non-farmacologico dell’asma”. ….. verrebbe spontaneo pensare che la FDA si
sia finalmente accorta dei benefici che può apportare il metodo non farmacologico Buteyko, che si è
rivelato efficace anche in alcune sperimentazioni cliniche in doppio cieco, e
che anche nel peggiore dei casi, se bene insegnato, non può far male, e che
quindi, vista la mancanza di rischi e la non costosità, lo raccomandi ed
approvi. Ed invece, sapete qual è il
primo trattamento non farmacologico contro l’asma raccomandato dalla FDA? Si
tratta incredibilmente di una procedura detta "bronchial
thermoplasthy", che viene eseguita introducendo nelle vie aeree degli
asmatici, allo scopo di allargarle permanentemente, un broncoscopio, con il
quale viene posizionata una sacca espandibile con 4 elettrodi che liberano
energia termica che riduce la massa della muscolatura liscia bronchiale,
sostituita nel tempo da tessuto cicatriziale... Non mi sembra proprio una
"terapia leggera"….! Perché non provare prima con il metodo Buteyko,
che in sperimentazioni cliniche in doppio cieco ha dimostrato di poter ridurre
dell'80% l'uso di broncodilatatori?”
Questa “cura leggera” che porta ad una distruzione di
parte del tessuto bronchiale, è ora raccomandata anche dalla FDA, che la
definisce come “la prima cura non farmacologica dell’asma”, ignorando un’altra
cura non farmacologica e - questa sì- ”leggera”, come il metodo Buteyko la cui efficacia per l’asma è stata clinicamente
provata .
Curare senza farmaci l'Ipertensione
Se riporto questa notizia che avevo commentato qualche
anno fa è perché recentemente la stampa medica ha parlato di
un prossimo nuovo trattamento “leggero”, non farmacologico, questa volta
in relazione ad un altro problema di
salute che, come l’asma, è molto diffuso ed in continuo aumento, e cioè la
pressione arteriosa elevata.
Pochi mesi fa la stampa (ved. ad es.
http://newsroom.heart.org/news/radio-waves-to-kidneys-lower-persistent-241739 )
ha infatti riferito in merito ad un nuovo trattamento in corso di sperimentazione finale in vari centri medici per la pressione
alta. Questo trattamento consiste nel
bruciare, con onde radio, del tessuto nervoso intorno ai reni, tessuto
nervoso che sarebbe iperattivo in chi
soffre di pressione elevata. Il team australiano che, presso l’Università di
Melbourne, sta portando a termine gli studi su questa nuova procedura, osserva
che si tratta di “una procedura che
potrebbe presto rivoluzionare il trattamento
dell’ipertensione arteriosa, rendendo obsoleto l’uso dei farmaci”.
Non intendo certamente sminuire l’importanza di queste
sperimentazioni, sia in relazione al’asma che alla ipertensione arteriosa; indubbiamente in alcuni casi, se non si
riesce ad ottenere alcun effetto in altri modi,
e quando divenga necessario ricorrere a farmaci che possono causare
effetti secondari rilevanti, questo tipo di trattamento può in effetti
costituire un progresso. Mi domando tuttavia se forse, prima di bruciare e distruggere
dei tessuti all’interno del corpo, non si possa tentare anche per l’ipertensione un trattamento
consistente appunto nel cercare, con il metodo Buteyko, di regolarizzare il
modo di respirare?
E’ vero che mentre vi sono numerose sperimentazioni in doppio
cieco che provano l’efficacia di questo metodo per l’asma, per l’ipertensione
arteriosa invece non ci sono ancora sperimentazioni scientifiche: vi sono
tuttavia centinaia di pazienti che riferiscono in merito ai progressi ottenuti
con il metodo di respirazione Buteyko per normalizzare la pressione. Ed
anch’io, applicando il metodo
Buteyko (con esercizi ovviamente di tipo
diverso rispetto a quelli in genere impiegati negli asmatici) ho ottenuto
risultati stupefacenti in numerosi casi.
E’ vero che i vari singoli casi e testimonianze non
possono essere considerati come delle prove scientifiche quanto all’efficacia
ma forse, prima di bruciare del tessuto nervoso non varrebbe la pena, nei casi
non urgenti e gravi, di provare a
regolarizzare la respirazione
riducendo l’iperventilazione (in
genere presente in chi soffre di
ipertensione) con il metodo Buteyko che, nel peggiore dei casi (quando cioè non
consente di ottenere miglioramenti )
purché effettuato bene, con una guida esperta e con controllo medico,
perlomeno non fa certo male?
Rischio di pancreatite per chi utilizza il Cortisone
Nelle mie analisi giornaliere della stampa medica
internazionale mi è saltato all'occhio anche un recente studio effettuato in
Svezia (Glucocorticoid Use and Risk of Acute Pancreatitis. JAMA Internal
Medicine, 2013; : 1 DOI: 10.1001/jamainternmed.2013.2737) che dimostra che
l’uso di cortisone (farmaco al quale
anche numerosi asmatici sono costretti a ricorrere) aumenta considerevolmente
il rischio di pancreatite acuta (una improvvisa, notevole infiammazione del
pancreas, che in genere si risolve senza complicazioni ma che nel 15-20% dei
pazienti può dar luogo a gravi problemi). Nello studio i ricercatori hanno accertato che in chi aveva assunto
cortisone in compresse anche solo per 3 giorni vi era un rischio maggiore (del
70%) di soffrire di un attacco di
pancreatite acuta il che, osservano i ricercatori, dimostra indubbiamente
l’esistenza di un nesso tra il cortisone in compresse e l’infiammazione acuta
del pancreas.
Non voglio con questa notizia certo spaventare quegli
asmatici che devono ricorrere al
cortisone: per loro anzi vi è la notizia positiva che, a quanto accertato dagli
stessi ricercatori, il cortisone assunto, come avviene per gli asmatici, in
forma inalatoria con aerosol, non ha provocato alcun aumento del rischio di
pancreatite. Osservo tuttavia anche qui che
vale la pena di provare, ovviamente con le dovute cautele e con
controllo medico, ad eliminare
l’iperventilazione (spesso causa di attacchi asmatici) con le respirazioni del
metodo Buteyko, Che permette in genere,
seppur gradualmente, di arrivare ad una situazione in cui il cortisone non è
più necessario.
Studi sul ruolo protettivo dell'anidride carbonica
nell'asma dei bambini
Già in altri articoli pubblicati su questo sito ho
parlato del ruolo svolto dalla CO2 (anidride carbonica) e di come sia ben noto in campo medico. La
somministrazione di CO2, diretta a provocare temporaneamente un’ipercapnia (livelli
di CO2 più elevati della norma) viene infatti spesso usata nella medicina
d’emergenza.
A questo proposito un interessante articolo pubblicato
nel 2010 su un periodico medico dedicato per l’appunto alla medicina
d’emergenza. In questo articolo gli autori, dell’Ospedale pediatrico dell’Università
di Toronto (ved.
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2887152/pdf/cc8926.pdf
osservano che
l’ipocapnia (e cioè livelli di CO2
nell’organismo più bassi del normale) è un fattore molto comune ed in
genere sottovalutato, in numerose malattie,
compresa l’asma dei bambini, e che al
contrario l’ipercapnia (livelli di CO2 più elevati del normale), oltre ad
essere usata sempre di più nella medicina d’emergenza, può svolgere un ruolo
benefico nella patogenesi delle
infiammazioni e danni ai tessuti.
Nell’articolo, giustamente, si mettono in luce anche i pericoli che
possono derivare dall’ipercapnia (in uno stato di salute ottimale infatti i
livelli di CO2 non sono né troppo elevati né troppo bassi ma, per l’appunto,
normali. L’articolo continua ad esaminare gli effetti benefici ed i pericoli
che, nelle varie situazioni, possono derivare da un eccesso di CO2 o da una
carenza di CO2 (e, come si osserva nell’articolo, la carenza di CO2 è un fattore frequentemente presente e sottovalutato in
numerosi casi) e conclude mettendo in rilievo che in futuro gli sforzi
delle ricerche mediche dovrebbero essere focalizzati nell’aumentare la
comprensione del ruolo svolto dall’
eccesso o carenza di CO2 , in modo da portare ad un suo impiego razionale nelle
cure dei pazienti in situazioni critiche.
Fa piacere vedere che un secolo dopo le prime scoperte e
ricerche in questo campo, e mezzo secolo
dopo che il Dr. Buteyko le ha collocate
in un quadro organico, traendone le conclusioni pratiche per il riacquisto/mantenimento
della salute, l’interesse per la CO2 in campo medico stia continuamente
crescendo. Peccato però che tale interesse rimanga finora prevalentemente
limitato alle situazioni d’emergenza in cui ovviamente la CO2, se del caso, deve essere somministrata
artificialmente ed in quantità superiore a quella ottimale. Peccato inoltre che, diversamente da quanto ha fatto
Buteyko, non si pensi ad esaminare gli effetti sulla salute che, quando c’è
tempo ed è ancora possibile farlo, è possibile ottenere semplicemente
normalizzando la respirazione e ristabilendo così dei livelli ottimali di CO2,
né troppa né troppo poca.
La Dott.ssa Fiamma Ferraro tiene corsi individuali, di
gruppo e per Istruttori in diverse città d'Italia. Per informazioni:
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Fiamma Ferraro
Attacco all'Asma...e non Solo >>
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Ultima ristampa: Luglio 2010