giovedì 29 luglio 2021

La Musica dell'Universo


La Musica dell'Universo

Scienza e Fisica

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Dal ronzio dei buchi neri al suono rarefatto delle onde gravitazionali: cosa può dirci lo studio del suono sull’origine e la fine dell’Universo

Redazione - Scienza e Conoscenza - 28/07/2021

Estratto da Scienza e Conoscenza n.66 - Suono Quantico

Le onde sonore non possono viaggiare attraverso il vuoto dello spazio, ma possiamo riconoscere i suoni dell’Universo osservando le onde elettromagnetiche registrate da dispositivi chiamati spettrografi, installati su potenti telescopi sparsi nel globo. Questo ci consente di ascoltare molte parti dell'Universo, come i rintocchi delle stelle che nascono o muoiono, il coro di un quasar all’interno di una galassia e molto altro ancora.

Che cos’è il suono

Il suono è una forma di energia che a molti potrebbe sembrare scontata. Forse l'impressione prevalente che incoraggia questo atteggiamento è l'accettazione che sia naturale e abbondante come l'aria. Per le persone che subiscono una perdita dell'udito temporanea o permanente, la percezione del suono e dell'acustica hanno implicazioni significative che creano limitazioni e richieste di adeguamenti considerevoli agli altri sensi di percezione e all'ambiente in cui operano. L'acustica, ovvero la scienza del suono, fornisce all’uomo una maggiore consapevolezza del proprio ambiente.

Il suono è vibrazione. Quando una vibrazione è abbastanza veloce, la sentiamo come un tono, piuttosto che una serie di battiti. Il suono, come la luce o il calore, è un'onda. Tuttavia, una distinzione importante è che, a differenza della luce o del calore (radiazioni), il suono ha bisogno di un mezzo per viaggiare. I suoni richiedono la presenza di molecole o particelle per viaggiare da una regione all'altra.

È la vibrazione verso l'esterno di queste particelle vagabonde nella periferia della sorgente che spiega la produzione e la diffusione delle onde sonore. Una particella che gironzola proprio accanto a una corda pizzicata di una chitarra è immersa nel movimento. Questa particella si muove e trasferisce la sua energia cinetica alla particella vicina, che poi la trasferisce alla sua vicina e così via, finché l'onda raggiunge i ricettori nel nostro orecchio e viene percepita come una nota.

Pertanto, la ragione per cui i suoni non viaggiano nello spazio è perché non ci sono particelle. Detto questo, che dire delle particelle di gas, resti di esplosioni di supernova e altre particelle di polvere? Non possono propagare il suono? Stranamente, no. Queste particelle, a differenza di quelle sulla Terra, non sono abbastanza vicine o, per dirla in modo più elegante, non sono abbastanza compresse. Lo spazio è praticamente vuoto, quindi le particelle dell'esplosione vengono disperse immediatamente e di conseguenza non sono abbastanza dense da trasportare il suono.

Suoni spaziali spettrali

Il suono è anche definito in termini di differenza di pressione. Mentre il suono viaggia attraverso l'aria, allunga e contrae la pressione dell'aria circostante. L'aria oscilla su e giù, e la differenza di tempo tra queste oscillazioni è nota come frequenza del suono. Questa frequenza è misurata in Hertz (una oscillazione al secondo).

Il suono, come la luce, ha anche uno spettro. Gli esseri umani possono sentire solo suoni di frequenze tra 20 Hz e 20 kHz: tale intervallo è detto gamma acustica, in analogia con la gamma visibile di luce nello spettro elettromagnetico. Le frequenze inferiori a 20 Hz sono note come infrasuoni, mentre le frequenze superiori a 20 kHz sono gli ultrasuoni.

Anche la percezione è altamente consequenziale. Non possiamo sentire le frequenze al di sopra o al di sotto della gamma acustica a causa dei vincoli dell'apparato uditivo. Ciò che etichettiamo e modelliamo come "suono" è un insieme di frequenze particolari a cui è sintonizzato il nostro orecchio.

I suoni nello spazio possono essere rivelati indirettamente studiando la radiazione elettromagnetica emessa dalle nubi di polveri e gas attraversate dalle onde acustiche. I suoni nello spazio sono stati registrati dalla NASA con l'ausilio di apparecchi altamente sensibili, come l'Osservatorio a raggi X Chandra.

Gli astronomi hanno scoperto un buco nero supermassiccio che “ronza” a 250 milioni di anni luce dalla Terra, risiedendo nell'ammasso di Perseo. Hanno osservato le increspature nel gas che riempivano questo ammasso, producendo la "nota" più profonda rilevata da qualsiasi oggetto nell'Universo. Questo è un milione di miliardi di volte più profondo della più bassa frequenza di suono che possiamo sentire.

Perseo è il gruppo più luminoso di galassie che diffonde raggi X, che lo rende il jukebox perfetto per trovare onde sonore nello spazio che riverberano attraverso il gas nel cluster. Si stima che l'impulso elettromagnetico sia stato generato dal movimento di gas caldo e magnetizzato che ingloba il buco nero.

Il suono delle onde gravitazionali

Possiamo parlare di suoni dell’Universo anche in relazione alle onde gravitazionali "predette" oltre un secolo fa da Albert Einstein sulla base della sua teoria della relatività generale e recentemente confermate nella pratica. Le onde gravitazionali viaggiano alla velocità della luce ed il loro effetto discernibile è una distorsione o un'incrinatura spazio-temporale.

Il primo punto che dobbiamo comprendere è che il nostro pianeta, la Via Lattea e il resto delle galassie esistono tutti in un sistema in cui né lo spazio né il tempo sono costanti. Entrambi costituiscono un tessuto che può essere modificato dalla materia e dall'energia; maggiore è la massa, maggiore è la deformazione. Infatti, gli oggetti più grandi deformano il tempo nello spazio e fanno sì che altri oggetti più piccoli sperimentino una forza di attrazione e orbitano intorno a loro.

In ogni caso qualsiasi oggetto in rapido movimento produce queste onde gravitazionali o increspature, che poi si propagano deformando il tessuto spazio-temporale; ma la gravità è molto debole, quindi queste onde sono rilevabili solo se prodotte da corpi enormi che si muovono a grande velocità.

Esempi potrebbero essere rappresentanti da fenomeni come i momenti che precedono la fusione di due buchi neri o l'esplosione di una supernova; ad oggi, tuttavia, sono stati prodotti così lontani da noi che sono impercettibilmente deboli nel momento in cui raggiungono il nostro sistema solare.

Prova diretta della loro esistenza è stata acquisita per la prima volta dall’interferometro LIGO, uno strumento ottico statunitense ad alta precisione che sta impegnando oltre un migliaio di ricercatori a livello mondiale. L'interferometro VIRGO europeo e il rivelatore di onde gravitazionali Geo600 in Germania sono altri esempi dei pochi strumenti di precisione attualmente in funzione. Questi moderni rivelatori decodificano i segnali ricevuti da queste onde di energia in suono; per questo motivo alcuni fisici li hanno soprannominati mormorii spazio-temporali.

Ciò che questi rivelatori sono riusciti a misurare nel 2015 erano onde da 10 Hz a 1000 Hz. Allo stesso tempo, ESA sta realizzando un progetto per rivelare onde gravitazionali nell'intervallo da 0.1mHz a 1Hz, attraverso la missione LISA (Laser Interferometer Space Antenna), un'iniziativa congiunta ESA-NASA che costituirà la prima stazione spaziale a lavorare come un dispositivo di misurazione dell'onda gravitazionale a bassissimo raggio. L'anno di lancio programmato è il 2034 e le conclusioni che ne trarranno aiuteranno a completare il puzzle del Big Bang, a chiarire la composizione dell'Universo e a far luce sul suo futuro.

Nel frattempo, il 3 dicembre 2015, dallo spazio spaziale europeo di Kourou nella Guiana francese, un missile Vega è esploso per mettere in orbita la missione LISA Pathfinder per il test in volo di questa tecnologia di rivelazione delle onde gravitazionali. Questa fase precedente della missione LISA si è conclusa nel luglio 2017, data in cui il trasmettitore di bordo è stato spento. Ma in soli due mesi di test scientifici sono state tratte le prime conclusioni, presentate nel Centro spaziale europeo di astronomia (ESAC) nella capitale spagnola. Oltre a provare l'esistenza di questo disturbo gravitazionale, secondo Fabio Favata, Capo dell'Ufficio di Coordinamento per la Direzione della Scienza, la missione di LISA Pathfinder è stata un successo clamoroso, inaugurando una nuova era di innovazione.

In questa missione di validazione, il banco di prova di LISA Pathfinder è stato messo in orbita nel marzo 2016 attorno al punto Terra-Sole L1 a circa 1,5 milioni di chilometri dalla Terra, per un periodo di 16 mesi. L'astronave, seguendo l'orbita di Lissajous, è rimasta in caduta libera.

Il cuore di questa navicella si trova in una capsula centrale cilindrica, il LISA Technology Package (LTP) da 150 chilogrammi, progettato da Airbus Defence & Space Ltd. Questo contiene due masse di test identiche che pesano meno di due chilogrammi, costituite ciascuna da un cubo di 46 mm di lato composto da una lega platino-oro, e separate da una distanza di 38 centimetri. Un fascio di luce (laser interferometrico) misura continuamente la posizione e l'orientamento di queste masse di test, con precisione del picometro (10-12m). Qualsiasi onda gravitazionale passante si rivelerebbe quindi come un cambiamento nella posizione relativa dei cubi.

Conclusioni

Si stima che siano passati 14 miliardi di anni dalla nascita dell'Universo e che qualsiasi suono prodotto dall'evento si sia da tempo scomparso. Gli scienziati ritengono, tuttavia, che l'espansione dell'Universo abbia prodotto massicce ondate sonore che hanno risuonato attraverso il plasma e l'idrogeno, modellando la radiazione di fondo cosmica in modo che alcune aree rimangano più calde e altre restino più fredde. In tutto questo molte onde gravitazionali si sono prodotte in seguito a vari eventi astronomici, come la fusione di buchi neri. Lo studio del suono ci porterà a individuare nuove teorie dell’Universo e, perché no, nuove forme di vita con le quali comunicare.

approfondisci su:

Scienza e Conoscenza n. 66 >> http://bit.ly/2PLGBoi

Rivista - Settembre 2018

Nuove scienze, Medicina Integrata, Coscienza

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lunedì 26 luglio 2021

La Biorisonanza nei sistemi viventi


La Biorisonanza nei sistemi viventi

Scienza e Fisica Quantistica

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Un metodo che permette la misurazione dell’inquinamento elettromagnetico e la sua interferenza con le normali funzioni dell’organismo

Fausto Bersani Greggio - 23/07/2021

Come spiegare il fenomeno della risonanza?

La presenza dei campi elettromagnetici (CEM) di natura antropica sta diventando sempre più invasiva nella vita quotidiana, soprattutto per quanto concerne le connessioni wireless.

Molti esperti ritengono, a fronte di indagini epidemiologiche e di laboratorio, che i CEM, anche non ionizzanti, possano essere causa di patologie. Gli organismi viventi esposti ai CEM interagiscono con essi assorbendone energia. In questi casi è però necessario distinguere tra campo incidente e campo interno.

Il campo incidente è quello situato nella zona di interesse in assenza del corpo materiale, in sostanza nel vuoto, mentre il campo interno è quello realmente presente all’interno del sistema biologico.

In genere il campo interno è direttamente proporzionale a quello incidente, tuttavia il fattore di proporzionalità cambia da punto a punto in funzione delle proprietà elettriche del corpo e della sua geometria, rendendo l’analisi del problema alquanto complessa. In particolare alcuni strati di materiale possono risultare di spessore e composizione tali da provocare fenomeni di risonanza a frequenze particolari, fenomeni che dovrebbero essere tenuti in considerazione quando si valuta il livello di pericolosità di un CEM.

Il fenomeno della risonanza può essere qualitativamente spiegato nel modo seguente:

la risonanza è la capacità che ha il sistema di aumentare

l’ampiezza di oscillazione in corrispondenza di sollecitazioni esterne

sintonizzate esattamente sulle frequenze proprie di vibrazione.

In questo caso, in modo molto efficiente, il sistema assorbe, amplificandola, l’energia ceduta da una perturbazione.

Supponiamo che un’onda EM incida sulla superficie A di un tessuto biologico, vi penetri e si propaghi al suo interno.

Quando l’onda arriva all’estremità opposta B si riflette e torna quasi interamente indietro. Una volta arrivata alla superficie da cui è entrata l’onda si riflette di nuovo e se si sovrappone perfettamente all’onda incidente rinforzandola per interferenza costruttiva.

L’effetto risultante di questa successione di riflessioni alle estremità e sovrapposizioni in fase genera una cavità risonante per i CEM all’interno del corpo esattamente come accade per il suono relativamente alla cassa di una chitarra.

In altri termini, un campo incidente, anche non particolarmente intenso, può provocare rinforzi e concentrazioni (hot spots) all’interno del corpo con possibili situazioni di rischio anche quando i valori medi all’esterno non sono tali da superare i valori considerati di sicurezza per la popolazione che, in genere, sono sbrigativamente formulati in campo libero, peraltro con discutibili indicazioni sui tempi e i modi di misura. [continua...]

CONTINUA LA LETTURA SU SCIENZA E CONOSCENZA n.77 E SCOPRIRAI:

Il metodo proposto dal Dott. Fausto Bersani Greggio

L'apparato strumentale e la metodica utilizzata

I risultati sperimentali

Scienza e Conoscenza n. 77 - Luglio-Settembre 2021 - Rivista >> https://bit.ly/2U9EjDF

Nuove scienze, Medicina Integrata

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giovedì 22 luglio 2021

Onde elettromagnetiche che curano


Onde elettromagnetiche che curano

Medicina Integrata

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Diagnosticare e trattare il cancro con tecnologie basate su onde elettromagnetiche

Redazione - Scienza e Conoscenza - 21/07/2021

Le proprietà elettriche delle cellule e dei tessuti organici

Il corpo è una complessa macchina elettrica e le cellule e i tessuti che compongono l’organismo umano, possiedono proprietà elettriche tali da essere considerati come componenti elettrici ed elettronici con caratteristiche di conduttori, semiconduttori, resistori, condensatori, induttori e portatori di carica.

La comunicazione energetica tra organi e tessuti non si svolge esclusivamente attraverso il sistema nervoso infatti, tra le proprietà elettriche che le cellule manifestano, vi è la capacità di condurre energia elettrica, di generarla e creare campi elettromagnetici.

Negli organismi biologici i portatori di carica negativa sono gli elettroni o gli ioni che hanno acquisito un elettrone, mentre gli ioni che hanno perso un elettrone sono caricati positivamente; ad esempio, ioni di sodio (Na+), potassio (K+), calcio (Ca2+) e magnesio (Mg2+) hanno una carica positiva, mentre quelli di cloro (Cl-) hanno una carica negativa.

La cellula, elemento base degli organismi viventi, è caratterizzata da una membrana che la separa dall’ambiente circostante (matrice extra-cellulare) facendone un’entità in grado di interagire con l’ambiente esterno.

Le membrane cellulari sono composte da un doppio strato di molecole lipidiche che elettricamente si comportano come un isolante (die-lettrico). Questa proprietà ha la funzione di limitare il movimento di ioni ed elettroni, che possono comunque attraversare la membrana per mezzo di canali ionici specializzati.

La membrana cellulare è permeabile agli ioni in modo selettivo (in particolare a quelli di sodio e potassio), pertanto si vengono a creare concentrazioni diverse di questi e di altri ioni minerali su entrambi i lati della membrana che portano a uno squilibrio delle cariche elettriche tra l’interno e l’esterno della cellula.

Tali differenti concentrazioni ioniche provocano una differenza di potenziale elettrico, (misurabile tra il liquido che si trova all’interno di una cellula e lo spazio extracellulare) che si chiama Potenziale di Membrana.

Tutte le cellule viventi sane hanno un potenziale di membrana compreso tra -100mV per le cellule nervose e -60 mV per tutte le altre; in pratica si comportano come una pila che ha il polo negativo sulla superficie interna della membrana e quello positivo sulla superficie esterna. Questi valori si abbassano a causa di malattie, traumi o invecchiamento.

Il potenziale di membrana crea una forza elettrochimica che regola e controlla lo scambio di sostanze nutritive, proteine, enzimi, ecc. (permeabilità).

Le cellule sane mantengono, all’interno, una elevata concentrazione di ioni di potassio e una bassa concentrazione di ioni di sodio, ma quando le cellule sono malate, flussi di sodio e acqua si spostano all’interno, mentre potassio, magnesio, calcio e zinco si riducono all’interno della cellula facendo scendere il potenziale di membrana sino a valori che possono raggiungere i -20mV (a questo valore si è ormai giunti alla apoptosi, ovvero alla morte della cellula stessa).

L’abbassamento graduale di energia delle cellule viene avvertito dall’organismo come debolezza, facile stancabilità, dolori, malattie, infiammazioni o invecchiamento precoce...

CONTINUA LA LETTURA SU SCIENZA E CONOSCENZA N.77 E APPROFONDISCI:

Caratteristiche energetiche delle cellule cancerose

Proliferazione delle cellule cancerose

Le applicazioni terapeutiche

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martedì 20 luglio 2021

Corpi di Luce


Corpi di Luce

Medicina Quantistica e Bioenergetica

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Un viaggio alla scoperta dei biofotoni, ovvero il campo energetico emesso tutti gli esseri viventi

Gioacchino Pagliaro - 19/07/2021

L'organismo umano ha una corrispondenza di energia che chiamo sistema energetico individuale, una fittissima rete di centri di energia che funge da campo informazionale che informa le cellule dell’organismo e trasmette informazione anche all’esterno.

Fritz Albert Popp, fisico teorico dell’Università di Marburg, in Germania, partendo dalle ricerche di Garjajev, confermerà con una serie di rigorosi esperimenti, la sua teoria sui biofotoni.

Popp era convinto che una delle caratteristiche del funzionamento del DNA è la capacità di conservare e di emanare luce, cosa che successivamente confermò, dimostrando che tutto ciò che vive emana fotoni in uno stato coerente, proprio come quello della luce laser.

Aveva anche scoperto che l’emissione di biofotoni avveniva in uno stato di coerenza (stato in cui i fotoni vibrano in sintonia, con la stessa frequenza).

I suoi studi mettevano in difficoltà il primato del DNA inteso esclusivamente come un codice, ed aprivano la strada in modo più sistematico ad una nuova biologia fondata sull’epigenetica e sulla genetica ondulatoria.

 La teoria di Popp offriva una nuova e più soddisfacente spiegazione delle comunicazioni e sincronizzazioni fra le cellule, ma addirittura anche tra gli organismi della stessa specie. Questi aspetti furono poi ripresi da Rupert Sheldrake il quale specificherà che le informazioni contenute in queste comunicazioni sono proprie dei campi morfogenetici, che, in quanto tali, apparterrebbero alla struttura vibratoria del vuoto quantistico.

Per questo motivo, rifacendosi agli studi di William Brown, anche Popp sostiene che i biofotoni sono in grado di interagire col Campo Energetico Unificato.

CONTINUA LA LETTURA SU SCIENZA E CONOSCENZA N.77 PER APPROFONDIRE:

Le ricerche di Fritz Albert Popp

L'applicazione della luce coerente

Il passaggio di informazioni fra biofotoni e cellule

Il potere della consapevolezza e intenzione sulla nostra salute

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venerdì 16 luglio 2021

La creatura più evoluta dell'Universo


La creatura più evoluta e straordinaria dell'Universo

Consapevolezza

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L’essere umano potrebbe essere la creatura più evoluta e straordinaria dell’universo, il nostro corpo e la nostra mente sono dotati di poteri incredibili per la maggior parte ancora inesplorati.

Redazione - Scienza e Conoscenza - 15/07/2021

A cura dell'Editore Giorgio Gustavo Rosso - Tratto da Scienza e Conoscenza n. 77

Il cervello umano contiene OLTRE 100 MILIARDI DI NEURONI, alcuni hanno oltre 10.000 dendriti multi-ramificati che li connettono con altri 200.000 neuroni. I segnali nervosi di vista, udito, pensieri, emozioni e movimenti viaggiano in infiniti modi attraverso questa rete gigantesca con trilioni di connessioni distribuite nelle pieghe della corteccia cerebrale.

Le scoperte della fisica quantistica hanno modificato le basi di ciò che viene chiamato scienza e modificano anche le comuni conoscenze che abbiamo su ciò che siamo e ciò che ci accade.

Uno dei postulati della scienza quantistica è che “la realtà è influenzata dall’osservatore”, cioè la realtà è diversa in relazione a osservatori diversi.

I TUOI PENSIERI INFLUENZANO OGNI ASPETTO DELLA TUA VITA E DELLE TUE ESPERIENZE

AD ESEMPIO, LA TUA MENTE TRASFORMA IL TUO CORPO,

CIOÈ IL TUO CORPO È LA PROIEZIONE DI CIÒ

CHE VUOI ESSERE O CHE CREDI DI ESSERE

Nulla accade nella nostra vita contro la nostra volontà

La mia esperienza personale, le mie osservazioni di tanti decenni della parte di umanità a me vicina, qui in Italia e nei miei viaggi, e le mie quasi infinite letture (leggere è stata la mia principale attività per più di trent’anni) mi hanno convinto che allo stesso modo in cui un frutto cade da un albero per effetto della gravità, nulla accade nella nostra vita personale (cioè nel nostro mondo personale) contro la nostra volontà, conscia e inconscia!

E l’intelligenza artificiale? È privo di fondamento confrontare il capolavoro che sei e siamo, inclusi pensieri sentimenti ed emozioni, con una intelligenza artificiale, basata su un sistema binario (0 e 1) ripetuto all’infinito, tramite segnali elettrici.

La scienza ci ha tradito? Per la prima volta nella storia umana, il futuro è affidato alle scelte di una singola generazione. Siamo giunti a una cosiddetta ora zero, durante la quale dobbiamo risolvere le minacce che si stanno manifestando ora nel nostro mondo e nella nostra vita. La scienza ci potrebbe aiutare.

Però la domanda è: la scienza è sulla strada giusta? E poi c’è l’altra domanda, molto più ardua: non è che la scienza ci ha traditi? Qual è la verità sulle nostre origini e sulle origini della vita? Le informazioni che abbiamo sono contraddittorie e incomplete.

Esiste una verità nascosta che non si dovrebbe svelare proprio perché questa verità parla della grandezza dell’essere umano e delle sue straordinarie capacità? Queste sono le parole di un autorevole scienziato e ricercatore, Gregg Braden, pioniere nel creare connessione tra scienza e spirito.

La scienza è sulla strada sbagliata? In un suo articolo intitolato Science’s Dead End (La strada senza uscita della scienza) James Le Fanu avanza con coraggio la sua domanda, chiedendo La scienza è bloccata? E spiega perché sia facile per noi pensarlo: “In un’epoca in cui i cosmologi possono affidabilmente inferire cosa sia successo nei primi minuti della nascita dell’universo, e i geologi possono mi-surare la deriva dei continenti con l’approssimazione di un centimetro, sembra straordinario che i genetisti non siano in grado di dirci perché gli esseri umani siano tanto diversi dai moscerini della frutta, e che i neuroscienziati siano incapaci di spiegare perché riusciamo a ricordare un numero di telefono”.

Oggi gli scienziati devono guardare oltre il DNA del corpo fisico per rispondere a quelle domande. Questo ci fa entrare nel dominio dei campi non misurati e delle forze invisibili, un luogo nel quale in passato la scienza è stata riluttante ad avventurarsi.

Perché non siamo in grado di spiegare la coscienza umana?

LE FALSE IPOTESI DELLA SCIENZA

● Falsa ipotesi n. 1: La nascita delle civiltà risale circa a 5000-5500 anni fa.

● Falsa ipotesi n. 2: La natura si fonda sulla cosiddetta “sopravvivenza del più forte”.

● Falsa ipotesi n. 3: Le origini umane sono spiegabili per mezzo di eventi evolutivi casuali.

● Falsa ipotesi n. 4: La coscienza è separata dal nostro mondo fisico.

● Falsa ipotesi n. 5: Lo spazio all’interno della materia è vuoto.

Alla fine degli anni Novanta e nei primi anni del 2000 alcuni studi convalidati hanno svelato i seguenti fatti:

● Fatto n. 1: La civiltà ha almeno il doppio dell’età di 5.000-5.500 anni che le viene tradizionalmente attribuita dalle cronologie convenzionali.

● Fatto n. 2: La natura si affida alla cooperazione e all’aiuto reciproco, non alla competizione, ai fini della sopravvivenza.

● Fatto n. 3: La vita umana mostra i tratti inconfondibili di un disegno intelligente.

● Fatto n. 4: Le nostre emozioni hanno un influsso diretto su ciò che accade nel mare di energia in cui siamo immersi.

● Fatto n. 5: L’universo, il nostro mondo e i nostri corpi fisici sono fatti di un campo di energia condiviso (una matrice) che rende possibile quella forma di correlazione nota sotto il nome di “entanglement”.

Per affrontare le sfide del nostro tempo dobbiamo essere disposti a cambiare la nostra concezione di noi stessi.

SCOPRI SCIENZA E CONOSCENZA N. 77

Scienza e Conoscenza n. 77 - Luglio-Settembre 2021 - Rivista >> https://bit.ly/2U9EjDF

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giovedì 15 luglio 2021

Siamo esseri di LUCE



Siamo esseri di LUCE

Medicina Quantistica e Bioenergetica

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Forse a qualche lettore questo titolo può sembrare bizzarro, eppure dice una grande verità.

Infatti, tutti noi, esseri viventi, siamo fatti - prima di tutto - di luce e, solo dopo, composti da ciò che ci da una forma: quella materia visibile all’occhio umano.

Romina Alessandri - 13/07/2021

Abbiamo deciso di dedicare questo numero 77 di Scienza e Conoscenza alla LUCE per questo motivo, perché volevamo dimostrare, attraverso le ricerche e le scoperte di tanti studiosi internazionali, che tutti gli esseri viventi sono, prima di tutto, energia e solo dopo materia.

Siamo energia informata, che vibra in modo coerente con tutto il resto dell’Universo di cui facciamo parte, un Universo fatto di cose infinitamente grandi e cose infinitamente piccole come le nostre cellule che emettono energia, si sincronizzano e dialogano all’interno di campi d’informazione, detti campi morfogenetici.

L’energia emessa dal nostro corpo (biofotoni) è facilmente dimostrabile e vi sorprenderà leggere di quanti scienziati e ricercatori l’hanno già misurata, ponendo le basi di una nuova medicina e cercando di far cadere alcuni obsoleti paradigmi della scienza ortodossa.

Grazie a questa natura “elettrica” i nostri corpi possono entrare in risonanza con gli altri esseri viventi, con il magnetismo terrestre o con l’elettromagnetismo artificiale che, però, può provocare danni alla nostra salute.

Allo stesso tempo i nuovi studi ci dicono che, con le microcorrenti a bassa frequenza o i campi pulsanti, si possono fare diagnosi e persino curarci dal cancro.

Un mondo infinito di possibilità è davanti ai nostri occhi... dobbiamo solo aprirli!

Buona lettura,

Romina Alessandri

SCOPRI IL NUMERO 77 DI SCIENZA E CONOSCENZA

Scienza e Conoscenza n. 77 - Luglio-Settembre 2021 - Rivista >> https://bit.ly/2U9EjDF  

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mercoledì 14 luglio 2021

Scienza e Conoscenza n. 77


Scienza e Conoscenza n. 77 - Luglio-Settembre 2021

Nuove scienze, Medicina Integrata

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Descrizione rivista

Siamo esseri di luce

Forse a qualche lettore questo titolo può sembrare bizzarro eppure dice una grande verità. Infatti tutti noi, esseri viventi, siamo esseri fatti prima di tutto di luce. Una luce da cui - solo dopo - nasce una forma: quella materiale, visibile all’occhio umano.

Abbiamo deciso di dedicare questo numero alla LUCE proprio per questo motivo, perché volevamo dimostrare, attraverso le ricerche e le scoperte di tanti studiosi internazionali, che tutti gli esseri viventi sono prima di tutto energia.

Siamo energia informata, che vibra in modo coerente con tutto il resto dell’Universo di cui facciamo parte, un Universo fatto di cose infinitamente grandi e cose infinitamente piccole come le nostre cellule che emettono luce e fotoni, si sincronizzano e dialogano all’interno di campi d’informazione, detti campi morfogenetici.

A causa di questa natura “elettrica” i nostri corpi possono entrare in risonanza con tutti gli altri esseri viventi così come con il magnetismo terrestre o con l’elettromagnetismo artificiale che può provocare danni alla nostra salute.

La buona notizia è che i nuovi studi sulla bioenergetica ci dicono che, grazie alle onde elettromagnetiche, è possibile anche fare diagnosi precoce e curarci, persino dal cancro.

L’energia emessa dal nostro corpo (biofotoni) è facilmente dimostrabile e vi sorprenderà scoprire quanti scienziati, medici e ricercatori l’hanno già misurata, ponendo le basi di una nuova medicina e cercando di far cadere alcuni obsoleti paradigmi della scienza ortodossa.

Anche questo numero di Scienza e Conoscenza vi apre la strada verso un mare di nuove possibilità che stanno aspettando di essere esplorate, buona lettura!

Indice

SPECIALE: LA LUCE IN MEDICINA

Corpi di Luce – Dott. Gioacchino Pagliaro

Onde elettromagnetiche che curano – Ing. Marcello Allegretti

Biorisonanza nei sistemi viventi - Prof. Fausto Bersani Greggio

Luce: energia della vita - Intervista al Prof. Konstantin Korotkov a cura di Romina Alessandri

Omeosinpatia, un nuovo approccio alla salute – Dott. Marcello Monsellato

La medicina della luce – Dott. Gaetano Conforto

Luminous life - Isabella Monti

Ribilanciamento energetico e ritorno all’ordine - Guglielmo Poli

SPECIALE: LA PREVENZIONE

La pelle alla luce del sole - Dott. Antonio Del Sorbo

Vitamina A: nutriente essenziale – Dott.ssa Simone Grazioli Schagerl

SPECIALE: LA LUCE IN FISICA

I domini di vuoto - A cura della redazione di Collana S&C

La Torre di Majorana - Ignazio Licata

Nikola Tesla. Presente! - A cura di Elena Sanda Chira

Il dualismo onda-particella: un enigma quantico! - A cura della redazione di Collana S&C

Etere e Orgone – Dott. Gabriele Muratori

SEZIONE RICERCA

La coerenza dell'acqua ci salverà - Hubert Bösch

RUBRICHE a cura di Elena Sanda Chira

I nobel per la fisica

Nei Buchi Neri si viaggia più veloci della luce!

Glossario di fisica quantistica: Luce e fotone

Scheda Tecnica

Editore Macro Edizioni

Data pubblicazione        

Formato              Libro - Pag 96 - 19,5 x 20,5 cm

Peso lordo          206 GR

ISBN      8878695270

EAN       9788878695276

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Scienza e Conoscenza n. 77 - Luglio-Settembre 2021 - Rivista >> https://bit.ly/2U9EjDF

Nuove scienze, Medicina Integrata

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lunedì 12 luglio 2021

La crisi quantica nella scienza


La crisi quantica nella storia della scienza

Scienza e Fisica Quantistica

>> https://bit.ly/2U0uiJ5

La storia di quella rivoluzione che trasformerà; infine il nostro mondo e ciò; che siamo, e che ha già coinvolto neurobiologi, psichiatri, informatici, fisici e matematici in una competizione senza precedenti!

Redazione - Scienza e Conoscenza - 09/07/2021

La nostra immaginazione si è spinta fino all’inconcepibile, ma a differenza della fantascienza,

invece di immaginare cose che non esistono realmente,

è; arrivata a comprendere la realtà di ciò che è.

Richard P. Feynman, The Character of Physical Law (1999)

Tratto dal libro Il Cervello Quantico 

In questo testo tracciamo la storia di quella rivoluzione che trasformerà infine il nostro mondo e ciò che siamo, e che ha già coinvolto neurobiologi, psichiatri, informatici, fisici e matematici in una competizione senza precedenti, il cui motore, più che un vero e proprio progetto, è la mera eccitazione.

In tale competizione si intersecano due diversi obiettivi: ottenere una più profonda comprensione (e quindi un certo controllo) del cervello umano e arrivare a creare cervelli sintetici ancor più potenti di quello umano.

Ci stiamo via via avvicinando a questi due obiettivi, con crescente velocità, giacchè ogni passo compiuto in una delle due direzioni finisce per sovralimentare la corsa verso l’altro. Ci siamo infine resi conto che entrambe le competizioni confluiscono nel misterioso mondo della meccanica quantistica.

Quando le acque si saranno calmate, questa rivoluzione finirà ovviamente per comportare un enorme progresso sia in campo scientifico sia in campo tecnologico. Per esempio, gli scienziati del Massachusetts Institut of Technology e di altri centri di ricerca stanno già progettando una nuova rete globale, un nuovo internet, che funzioni come un unico computer quantico mondiale.

Tuttavia gli stessi concetti che ci porteranno a una tecnologia del genere costituiscono qualcosa di rivoluzionario nella nostra concezione di noi stessi, della vita in generale e persino di Dio.

L'ILLUMINISMO

La nostra ricerca sul funzionamento del cervello ha seguito lo stesso percorso che ha caratterizzato ogni altro progresso scientifico suc- cessivo all’Illuminismo. Si è cioè basata sull’idea che nel cervello (e a dire il vero, nell’intero universo) non ci fosse niente di più di un meccanismo all’opera.

Ne' la mente ne' il cervello possono essere caratterizzati da qualcosa di spirituale o di insostanziale; nell’uomo non c’è un’anima ma un semplice insieme di componenti fisici che si influenzano vicendevolmente, in virtù di forze impersonali. Il divenire di tali oggetti, per quanto complicati, non può che essere determinato dalla loro condizione precedente, quale che sia. Il quadro che si delinea è in pratica quello di un biliardo universale, senza giocatori, ne' risultati, senza punti ne' fine.

Messe in moto una volta per tutte all’epoca del Big Bang, le particelle che molto tempo dopo sarebbero entrate a far parte di un cervello umano, non hanno mai avuto alcuna libertà d’azione, ne' a livello individuale ne' in quanto insieme. Il fatto di pensarci “liberi”, dotati di una “mente” capace di effettuare certe “scelte”, e in definitiva il fatto stesso di pensare di pensare non può che essere definito in un solo modo: illusione, mera illusione.

Ciò che chiamiamo “volontà” è soltanto il sottoprodotto inevitabile di un’interazione meccanica tra le diverse componenti del cervello. Questa “mente” illusoria non può influenzare ne' i processi cerebrali ne' le azioni del corpo messe in atto dal cervello stesso.

Poeti, mistici, filosofi e teologi hanno sempre insistito su un punto: questo gioco di biliardi universali deve avere i suoi protagonisti, nonchè una meta. Di fatto i seguaci delle più diverse dottrine sono persino arrivati a guerreggiare per definire la questione una volta per tutte. Tuttavia, successivamente all’Illuminismo, la scienza ha fatto notare come la questione fosse tanto irrisolvibile quanto inutile.

Chi mai avrebbe potuto determinare se quella prima mossa fosse stata la manifestazione della volontà di un grandissimo giocatore, dotato di incredibile accortezza, oppure quella di un brillante dilettante? Quale che fosse la risposta, la stecca giaceva da tempo abbandonata al bordo del tavolo; molto tempo era passato da quando la prima palla era stata messa in movimento, e il giocatore si era ormai allontanato dal gioco, dal tavolo e da quella stessa partita. Sì, la sala da biliardo era ormai vuota, deserta, anche se le luci al neon erano ancora accese.

Come ha ben sottolineato l’astronoma Margaret Galler: «Perchè mai l’universo dovrebbe avere uno scopo? Che scopo? Non è che un sistema.

Per millenni l’umanità si è rivolta all’universo considerandolo un’entità in qualche modo guidata, caratterizzata da un suo preciso progetto e da un significato, nonostante il suo operato continuasse a dimostrarsi misterioso. Ma con l’avvento della scienza i misteri sono stati via via svelati, uno dopo l’altro. E la scienza non si è fermata, ma ha continuato imperterrita il suo cammino, fino a esplorare la vita, la vita umana, e a penetrare in quei misteri della mente che sembravano assolutamente impenetrabili: l’apprendimento, l’intelligenza e l’intuizione.

Oggi possiamo analizzarli estensivamente, e capirne appieno la meccanica. La cosa più stupefacente è che ormai abbiamo macchine create dall’uomo che cominciano a scimmiottare tali meccanismi. In effetti le scoperte sulla struttura cerebrale sembrano dimostrare, con maggior veemenza di qualsiasi altra scoperta scientifica, che tutto a questo mondo, compresa la mente umana, è un semplice meccanismo.

Steven Weinberg, Nobel per la fisica nel 1979, è sempre stato un eloquente portavoce della teoria meccanicistica, e queste sono le sue conclusioni: «Più riusciamo a capire di questo nostro universo, più sembra assolutamente privo di senso».

L’idea che l’intero universo non fosse altro che un “sistema fisico”, ovvero una macchina, che si dispiegava meccanicamente in accordo a leggi rigide e immutabili, cominciò sotto forma d’eresia nella mente di qualche coraggioso scienziato. Prendendo spunto da quell’ipotesi, questi primi rivoluzionari e i loro seguaci cominciarono a inanellare una serie infinita di successi.

Oggi non c’è una sola apparecchiatura medica, una cura, un veicolo, una tecnologia di comunicazione o un processo industriale che non sia basato su quell’ipotesi.

Nel periodo compreso tra le scoperte di Galileo e la fine del ventesimo secolo, quella che una volta rappresentava un’eresia estrema si è trasformata nella visione dominante dell’universo, che viene condivisa da miliardi di esseri (che ne siano consapevoli o no). La trasformazione è stata talmente radicale che per esempio, qui negli Stati Uniti, dove una volta si richiedeva che un qualsiasi docente di una buona università fosse un “uomo timorato di Dio”, troviamo ormai ben pochi professori disposti ad ammettere di prendere sul serio un concetto talmente dubbio come quello del creatore universale.

Richard Dawkings, noto zoologo evoluzionista, sostiene per esempio che chiunque continui a credere in un Dio creatore non può che essere definito “scientificamente analfabeta”.

Verso la fine del XIX secolo, gli scienziati credevano di aver scoperto quasi tutte le leggi fondamentali della fisica. Si trattava di leggi meramente meccaniche; grazie a quelle interazioni meccaniche (per quanto potessero sembrare complicate e difficili da identificare e ricostruire) si poteva arrivare all’origine di ogni fenomeno sperimentabile su qualsiasi scala. Anche la stessa materia vivente non era considerata nulla di più che un ingranaggio particolarmente complesso, basato su meccanismi molecolari...

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Il Cervello Quantico — Libro >> https://bit.ly/2U0uiJ5
Scopri le infinite potenzialità del tuo cervello
Jeffrey Satinover
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giovedì 8 luglio 2021

Epigenetica e controllo della mente sui geni


Epigenetica e controllo della mente sui nostri geni

Nuova Biologia

>> https://bit.ly/3ABrEtI

L’epigenetica è quella scienza che mostra che i geni non si auto-controllano, ma sono controllati dall’ambiente.

Redazione - Scienza e Conoscenza - 07/07/2021

"Ricorda che i pensieri sono cose, e a seconda del movimento delle loro correnti,
possono diventare crimini o miracoli."
- Edgar Cayce -

Durante il periodo in cui Bruce Lipton, Ph.D lavorava come ricercatore e professore alla scuola di medicina, fece una sorprendente scoperta sui meccanismi biologici attraverso i quali le cellule ricevono ed elaborano le informazioni: infatti, piuttosto che controllarci, i nostri geni sono controllati, sono sotto il controllo di influenze ambientali al di fuori delle cellule, inclusi i pensieri e le nostre credenze.

Questo prova che non siamo degli “automi genetici” vittimizzati dalle eredità biologiche dei nostri antenati. Siamo, invece, i cocreatori della nostra vita e della nostra biologia.

Lipton descrive questa nuova scienza, chiamata epigenetica, nel suo libro Biologia delle credenze: come il pensiero influenza il DNA e ogni cellula (pubblicato da Macro Edizioni).

Pieno di citazioni e riferimenti di altri scienziati che conducono, in tale campo, ricerche all’avanguardia, questo libro potrebbe, letteralmente, cambiare la vostra vita al suo livello più fondamentale.

Fino alla scoperta dell’epigenetica, si credeva che il nucleo di una cellula, contenente il DNA, fosse il “cervello” della cellula stessa, del tutto necessario per il suo funzionamento.

Di fatto, come hanno scoperto Lipton ed altri, le cellule possono vivere e funzionare molto bene anche dopo che i loro nuclei sono stati asportati. Il vero “cervello” della cellula è la sua membrana, che reagisce e risponde alle influenze esterne, adattandosi dinamicamente ad un ambiente in perpetuo cambiamento.

Che cosa significa questo per noi, quali collezioni di cellule chiamati esseri umani?

Man mano che incrociamo le diverse influenze ambientali, siamo noi a suggerire ai nostri geni cosa fare, di solito inconsciamente. I carboidrati ci fanno ingrassare? Sì, se lo crediamo.

Saremo amati, avremo successo nel lavoro, saremo ricchi? Se ci crediamo, lo saremo.

Lipton ci mostra anche come Darwin avesse torto. La competizione non è la base dell’evoluzione; non è la sopravvivenza del più forte che ci permette di sopravvivere e prosperare. Al contrario, dice, dovremmo leggere l’opera di Jean Baptiste de Lamarck, che venne prima di Darwin e dimostrò che la cooperazione e la comunità sono la base della sopravvivenza.

Immaginate se ciascuna dei vostri trilioni di cellule decidesse di farcela da sé, di combattere per essere la regina della collina piuttosto che cooperare con le cellule compagne. Per quanto sopravvivereste?

 

Dall'Intervista di Barbara Stahura pubblicata su La Mente è più forte dei Geni

La premessa di base della tua ricerca e del tuo libro, La Biologia delle Credenze, è che il DNA non controlla la nostra biologia. Bruce Lipton

Sì. Ho cominciato a studiare questo verso la fine degli anni ’60. Da allora la scienza di frontiera ha iniziato a rivelare tutte le cose che avevo osservato. I biologi che fanno ricerca d’avanguardia sono a conoscenza di ciò che dico nel libro. Il pubblico, però, non ne ha comprensione alcuna perché, o gli arriva in forma abbreviata, o quello che gli viene venduto è la credenza che siamo controllati dai nostri geni, sebbene ciò non sia sostenuto dalla scienza d’avanguardia. Tutto il mio sforzo si è concentrato nel far giungere al mondo l’informazione d’avanguardia. L’orientamento mentale del pubblico è stato programmato secondo la credenza che siamo degli automi genetici, che i geni controllano la nostra vita, che ne siamo vittime, e via di seguito. Il punto, però, è che la scienza di frontiera – quella di cui parlo – si è stabilizzata da almeno 15 anni. È ora che sia portata nel mondo perché è lì che viene usata.

Questa scienza relativamente nuova sulla quale tu scrivi viene chiamata epigenetica.

Ci spiegheresti di che cosa si tratta?

L’epigenetica è quella scienza che mostra che i geni non si auto-controllano, ma sono controllati dall’ambiente. Si sa da circa 15 anni, e ora finalmente, fa capolino da dietro l’angolo. Ti faccio un esempio. La Società Americana per il Cancro ha pubblicato una statistica che afferma che il 60 % dei tumori è evitabile, cambiando stile di vita e dieta. Quest’informazione proviene da un’organizzazione che ha cercato per circa 50 anni i geni del cancro. E ora se ne viene fuori dicendo: è lo stile di vita, non sono i geni. Ci siamo focalizzati sul cancro come se fosse una questione genetica, ma solo il 5 % dei cancri ha una connessione genetica. Il 95 % dei cancri in effetti non ha nessuna connessione coi geni. La ragione (che ci fa dire che c’è una connessione genetica) è che tale spiegazione è fisica, tangibile, perciò preferiamo lavorare su di essa. E il 95 % che ha un cancro e non c’è una connessione genetica? Non è facile fare esperimenti su qualcosa su cui non puoi focalizzarti fisicamente.

Così il determinismo genetico – l’idea che siamo controllati dai nostri geni – è inevitabilmente incrinata, come dici nel libro.

Sì.

Hai scritto anche di Jean-Baptiste de Lamarck e della sua teoria dell’evoluzione – che sopravviviamo attraverso la cooperazione, piuttosto che la più recente idea darwiniana di competizione e sopravvivenza dei più forti. Che tutti i nostri trilioni di cellule devono cooperare per mantenere il nostro corpo in perfetto funzionamento, in quanto noi esseri umani non possiamo sopravvivere senza cooperare al massimo gli uni con gli altri e con il nostro ambiente

Immediatamente, appena hai detto cooperazione, stavi violando la teoria darwiniana, che è competizione e lotta. Di fatto, si tratta di un’interpretazione erronea. La nuova scienza ci dice che quella credenza è sbagliata. La credenza di cui hai appena parlato, invece – la natura della cooperazione e della comunità – è in effetti il principio basilare dell’evoluzione.

Nel 1809 Lamarck ha scritto che i problemi che tormenteranno l’umanità verranno dal suo separarsi dalla natura, e ciò condurrà alla distruzione della società. Aveva ragione, perché la sua enfasi sull’evoluzione era che un organismo e l’ambiente creano un’interazione cooperante.

Se volete capire il destino di un organismo, dovete capire la relazione con il suo ambiente. Poi ha affermato che separarci dal nostro ambiente significa assumere la nostra biologia e tagliarci fuori dalla nostra sorgente. Aveva ragione. E quando arrivi a capire la na- tura dell’epigenetica, la sua teoria ora ha trovato sostanza. Senza alcun meccanismo che, all’inizio, le desse un senso – e specialmente da quando abbiamo comprato il concetto dei biologi neo-darwiniani che affermano che tutto è controllato geneticamente – Lamarck sembrava stupido. Ma sai cosa? Aveva proprio ragione.

La tua dimostrazione che il “cervello” della cellula non è il DNA bensì la sua membrana è affascinante. Che significato ha questa scoperta riguardo a ciò che pensiamo di noi stessi e della nostra vita, dal momento che siamo proprio una comunità di cellule?

Se due cellule si uniscono e stanno comunicando, useranno i loro “cervelli” per farlo, giusto? E se dieci cellule si uniscono, useranno i loro cervelli affinché la loro comunicazione reciproca abbia un senso. Quando prendi un insieme di un trilione di cellule, come in un cervello umano, queste opereranno ancora secondo il principio del cervello cellulare. Beh, quando abbiamo comprato l’idea che i geni e il nucleo formano il cervello della cellula – che ci porta fuoristrada – e la applichi come fosse un principio di neurologia o di neuro-scienza, ti sei già incamminato nella direzione sbagliata. Non puoi arrivare da nessuna parte perché quello non è il cervello della cellula.

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martedì 6 luglio 2021

Scoperte sui poteri energetici del cuore


Nuove scoperte sui poteri energetici del nostro cuore

Neuroscienze e Cervello

>> https://bit.ly/3dMB6Rn

Cosa significherebbe scoprire che il fine del cuore umano – del vostro cuore – va oltre quello di un organo che si limita a pompare sangue nel vostro corpo?

Redazione - Scienza e Conoscenza - 05/07/2021

Tratto dal libro Il potere della resilienza - Di Gregg Braden

Sebbene il cuore umano serva effettivamente a pompare sangue e nutrimento nei nostri organi e in ciascuna delle circa cinquanta trilioni di cellule che formano il nostro organismo, alcune recenti scoperte indicano che lo scopo del cuore potrebbe estendersi ben oltre le funzioni di una semplice pompa.

I benefìci ricavabili armonizzando il nostro cuore con il nostro cervello per arricchirci di una profonda capacità d’intuizione, della precognizione (conoscenza di eventi futuri) e della conoscenza diretta dell’intelligenza del cuore possono proiettarci istantaneamente al di là del pensiero tradizionale rispetto a come viviamo e risolviamo i nostri problemi. Sono anche queste capacità a sviluppare la resilienza per accogliere i grandi cambiamenti nella nostra vita e per farlo in modo sano.

Le pagine del mio libro rappresentano solo la punta dell’iceberg di ciò che ci attende nel corso dell’esplorazione di prodigiose capacità che oggi sono descritte come normali (sebbene meno ovvie) funzioni cardiache. Quali altri ruoli, che solo ora stiamo iniziando a riconoscere, sono attribuibili al nostro cuore? Più cose scopriamo, più il mistero si infittisce.

Viviamo in un mondo in cui cose che sarebbero sembrate misteriose
e perfino impossibili solo una generazione fa, ora sono diventate normali.

Nell’arco di una singola generazione, per esempio, la capacità di trapiantare organi umani si è evoluta sotto i nostri occhi passando da fatto sporadico ai livelli odierni, con più di 30.000 trapianti di organi e tessuti effettuati in un singolo anno. La nostra conoscenza del codice della vita ci ha proiettati, dopo la scoperta della doppia elica del DNA nel 1953, fino all’odierna capacità di poter inserire informazioni digitali desunte da un libro direttamente nel codice genetico di batteri viventi, per poi recuperarle e leggerle più di venti generazioni dopo, perfettamente conservate nel DNA.

Il successo riscosso mediante tali abilità, e molte altre, ha portato gli scienziati a credere di essere sulla strada giusta in termini di comprensione di base delle cellule, della vita e del funzionamento dell’organismo. L’idea è quella che non saremmo stati in grado di conseguire i traguardi che abbiamo raggiunto se le nostre basi di partenza non fossero state accurate, tanto per cominciare.

 Proprio a causa di questo tipo di pensiero, la nuova scoperta che si pone al centro di questo articolo ha rappresentato una sorpresa sia per molti scienziati che per l’uomo della strada.

Il fisico Neil deGrasse Tyson ha colto perfettamente la situazione quando ha affermato: «La natura intrinseca della scienza è fatta di scoperte, e le migliori sono quelle inattese». È proprio il fatto che gli scienziati abbiano allungato l’aspettativa di vita per mezzo del trapianto cardiaco, e che lo facciano da quasi cinquant’anni, a rendere tanto improbabile un mutamento fondamentale della nostra concezione del cuore.

Tuttavia, le nuove prove di un’intelligenza che proviene dal cuore ora lo rendono inevitabile.

Il cuore è un organo inesplorato

Le implicazioni di una recente scoperta stanno scuotendo le fondamenta di ciò che siamo stati indotti a credere riguardo al ruolo del cuore nella nostra vita e nel nostro organismo. Tutto si riduce alla risposta che diamo a una singola domanda di base: qual è l’organo principale del nostro corpo?

Se rispondete «è il cervello», non siete i soli a pensarla così. Quando si chiede all’individuo medio di identificare l’organo che controlla le funzioni chiave del corpo umano, spesso e volentieri la risposta è la stessa: «È il cervello. Il cervello è l’organo principale del corpo umano, naturalmente!». E non sorprende che sia proprio quella.

Dai tempi di Leonardo da Vinci, cinque secoli fa, fino alla fine degli anni Novanta del Novecento, nelle cerchie colte del mondo occidentale la gente ha creduto che il cervello fosse il “direttore” della sinfonia di funzioni che ci mantengono in vita e in salute.

Questo è ciò che ci hanno insegnato, ciò che ci hanno indotti a credere, ciò che i nostri insegnanti hanno autorevolmente affermato. È la premessa su cui si sono basati medici e operatori della salute per prendere decisioni di vita o di morte, ed è ciò che la maggior parte delle persone vi risponderà; se chiedete loro di identificare il ruolo dei più importanti organi del corpo. La credenza che il cervello sia l’organo principale del corpo umano è stata accolta e approvata da alcuni fra i più innovativi scienziati, enti accademici e pensatori della storia moderna, e continua ancora oggi a prevalere nel pensiero comune.

La credenza che il cervello rappresenti il centro di controllo del corpo, delle emozioni e dei ricordi è stata accettata tanto universalmente, ed è stata inculcata tanto profondamente nella nostra psiche, da essere data quasi indiscutibilmente per scontata, almeno fino a ora.

Oggi ciò che pensavamo di sapere sull’organo principale del nostro corpo sta cambiando. Dev'essere così. Il motivo è semplice: le scoperte presentate in questo capitolo, e i decenni di ricerche che le hanno seguite, ci dicono che il cervello è solo un tassello di tutta la storia. Sebbene non vi sia alcun dubbio che le funzioni cerebrali includano facoltà quali la percezione e le abilità motorie, l’elaborazione delle informazioni e gli inneschi chimici di tutto (dal dormire all’avvertire la fame, dall’impulso sessuale alla resistenza del nostro sistema immunitario), è anche vero che il cervello non è in grado di fare tutte queste cose da solo: esso fa soltanto parte di un quadro più vasto, ancora in via di definizione e largamente sottaciuto. Si tratta di una storia che ha inizio nel cuore.

Il cuore umano è ben più di una semplice pompa!

Continua la lettura sul libro

Il Potere della Resilienza — Libro >> https://bit.ly/3dMB6Rn

Come sviluppare le capacità per affrontare i cambiamenti della vita

Gregg Braden

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