giovedì 20 ottobre 2022

Il significato dei numeri


Il significato dei numeri

Consapevolezza e fisica quantistica

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Qualche tempo fa ho letto un interessantissimo libro su Nikola Tesla in cui si parlava dell’ossessione di questo grande scienziato per il numero 3. Questa  particolare ossessione lo portava, per esempio, a ripetere le azioni tre volte o in multipli di tre, e addirittura a chiedere che la stanza di albergo dove soggiornava avesse il numero divisibile per 3 o fosse il 3 stesso. Infine lo portò a vivere gli ultimi anni della sua vita al 33° piano di un hotel, dove poi morì!

Romina Alessandri - 15/10/2022

Dopo questa scoperta mi sono chiesta diverse volte: “perché una mente illuminata come quella di questo instancabile inventore dava tanta importanza ai numeri, e in particolare al numero 3? Pur non avendo, ancora oggi, una risposta definitiva, da quel giorno, non ho mai smesso di farmi delle domande sui numeri e sul loro eventuale significato.

Il numero 41 di Scienza e Conoscenza forse è un po’ il frutto di questa curiosità, della voglia di capire il significato dei numeri e soprattutto la loro influenza sul nostro quotidiano, sulla terra e su tutto il cosmo. Raccogliendo gli articoli che compongono questa rivista ci siamo resi conto, in redazione, che i numeri vanno ben al di là della matematica e della scienza esatta, tanto che (per usare un termine coniato da Sabrina Mugnos nel suo articolo) potremmo parlare di mate-magica.

Grazie a questo minuzioso lavoro di raccolta articoli, è iniziato il nostro viaggio di conoscenza che ci ha portato ad analizzare le sequenze numeriche come assunti base di tutte le forme più perfette in natura, dai fiocchi di neve al nostro codice genetico, dall’assetto del fogliame delle piante alla natura frattale del fegato umano, arrivando fino alla configurazione dell’intero universo. Se tutto ciò che c’è, di più perfetto nel cosmo, può essere ricondotto a un ordine numerico che svela l’armonia di ogni sistema vivente, possiamo ancora affermare che i numeri non hanno un significato o un’influenza diretta nella nostra vita?

Se siete già stupiti di queste affermazioni preparatevi al peggio.. Infatti la nostra indagine si spinge molto oltre! Dall’intervento della geologa Sabrina Mugnos, sui numeri magici in natura, la sequenza di Fibonacci, il Phi (numero aureo) e la geometria frattale passeremo infatti alla numerologia pitagorica applicata al quotidiano di Rita Maria Faccia per poi addentrarci nei numeri che compongono le distanze e le grandezze dell’Universo con l’astrofisico Corrado Ruscica, saltando poi, a piedi pari, nelle scoperte estreme di Grigori Grabovoi sul potere di guarigione di alcune sequenze numeriche.

Arrivati poi, senza fiato, alla parte finale di questo nuovo numero 41,  troveremo una sezione tutta dedicata alla Medicina Non Convenzionale in cui ospitiamo le risposte ai quesiti dei nostri amati lettori da parte del dott. Valesi, l’interessante approfondimento sull’argento colloidale e il suo utilizzo in alternativa ai normali antibiotici del dott. Graziani ed infine due articoli d’avanguardia: la medicina dell’informazione per le malattie autoimmuni del dott. Baldari e la Terapia chelante per i metalli pesanti della dott.ssa Fiamma Ferraro.

Cari lettori mi auguro che anche questa volta riusciremo a sorprendervi, incuriosirvi ed appassionarvi in questo viaggio di scoperta che, numero dopo numero, svela gli affascinanti segreti, nascosti nella brevissima, seppur meravigliosa, parola VITA.

Scienza e Conoscenza - N. 41 — Rivista >> https://bit.ly/3s7ljDo

Nuove scienze e antica saggezza per svelare i misteri della vita

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Cosa sono i numeri primi?

Cos’hanno in comune 9991, 68399 e 37? Il fatto di essere numeri, certamente, unito a quello di terminare, tutti, con entità numeriche dispari. Altro li collega, un aspetto davvero singolare, già noto peraltro ai filosofi dell’antica Grecia: la condizione di numeri primi, questo il collante.

Emanuele Cangini - 19/10/2022

«Numero naturale maggiore di 1 divisibile solamente per se stesso e per 1», definizione descrittiva che non lascia spazio a dubbi o esitazioni di carattere interpretativo: solamente il 2 rientra come numero pari nell’insieme dei succitati numeri primi. Facile intuirne la motivazione: essendo qualsivoglia numero pari maggiore di 2, sempre divisibile per 2 appunto, e non solamente per se stesso e per 1 come definizione impone.

Tracce di numeri primi antecedenti alla Grecia antica si possono riscontrare in taluni documenti egizi: famoso è il papiro di Rhind, nel quale le “espansioni” delle frazioni egizie (una frazione egizia, in matematica, è definita come frazione scritta secondo modalità di somma di frazioni unitarie) risultano essere formulazioni rappresentative differenti di numeri composti e numeri primi.

Da Euclide alla Congettura dei numeri primi

Risulta essere il matematico e filosofo Euclide però, il primo ad aprire ufficialmente il sipario su questo argomento affascinante e complesso: nel suo Elementi, enuncia diversi teoremi di importanza cruciale, tra i quali, appunto, la dimostrazione dell’infinità dell’insieme dei numeri primi. Il Crivello di Eratostene (algoritmo di calcolo utilizzato ancora oggi da diversi programmi per computer) risulta essere il più semplice sistema di calcolo di numeri primi, pur rivelandosi al contempo intrinsecamente laborioso e tortuoso inerentemente alla complessità di computo.

Famosissima è la Congettura dei numeri primi, problema posto per la prima volta da Euclide che tutt’ora rimane irrisolto: si asserisce che esistano infiniti numeri primi tali che, aggiunti di 2, diano come risultano sempre un numero primo. Questa supposizione ritenuta vera dalla maggior parte dei matematici analisti, è il frutto di una valutazione sulla base di un’evidenza numerica, il prodotto altresì di ipotesi euristiche, non il risultato di una vera e propria dimostrazione in senso stretto. Per definizione ne risulta che, due numeri primi separati dalla quantità numerica 2, vengano definiti “gemelli”.

La “non” solitudine dei numeri primi

Di recente, precisamente nel 2013, pare sia stata formulata una versione “debole” della congettura poc’anzi esposta, la quale stabilisce un limite finito e fissato alla distanza tra numeri primi gemelli, con buona pace degli “afezionados” del romanzo La solitudine dei numeri primi. Secondo un manipolo di appassionati ricercatori, tra i quali ricordiamo Dan Goldston (San Jose state University), Cem Yildirim (Università di Istanbul) e Janos Pintz (Accademia delle scienze ungherese), i numeri primi non risulterebbero essere affetti dalla, seppur romantica, “solitudine” alla quale il romanzo, prima, e il film, poi, amerebbero relegarli.

I ricercatori hanno dimostrato che esiste una “infinità di numeri primi per i quali quell’intervallo è piccolo rispetto alla media degli intervalli precedenti”. In un secondo momento hanno sempre dimostrato che “assumendo come valida una particolare ipotesi, deve esistere un numero infinito di coppie di primi che differiscono di non più di 16”.

Tale formulazione si è rivelata, essa stessa, una congettura priva di dimostrazione. Yitang Zhang, dell’Università di Durham, pare aver definito una dimostrazione che permette di stabilire un “limite” alla distanza posizionale fra primi gemelli, pur meno “stringente” di 16. Il limite stabilito è dell’ordine di 70.000, valore visibilmente grande. Ciononostante, il risultato tradisce le sue stesse premesse: poiché trattasi di un valore fissato e finito, è certamente migliore della media stabilita dalla ricerca precedente di Goldston, Pintz e Yildrim, la quale si riferiva a una media progressivamente crescente.

Insomma, si può legittimamente pensare che il bersaglio ancora non è stato colpito, ma si è ridotto sensibilmente il campo d’indagine. L’antico culto di Ela, tenebrosa scienza del disordine e disciplina della distruzione, fu arte oscura che si prefiggeva lo scopo di porre fine a tutti i mondi e ricondurre l’universo all’informe caos primordiale: i suoi adepti veneravano la Dea madre Ela, essa stessa partorita dal caos. Questa tetra idolatria protrasse nel tempo i propri influssi e vide nella sinistra presenza di Olimpiade, moglie del re di Macedonia Filippo II, la sacerdotessa più devota e la celebrante più impenetrabile. Come i numeri primi conservano tutt’ora i propri misteri non svelati, così gli antichi culti mitraici rimangono celati all’interno dello scrigno arcano dei propri enigmi. Avvicinarsi a loro senza poterli decifrare mai. Nell’Egitto, nella Grecia, fino ai giorni nostri.

eBook - Geni del Passato - PDF >> https://bit.ly/3muzqQl

Storie di Scienza e di Scienziati come non li avete mai visti

Emanuele Cangini

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mercoledì 19 ottobre 2022

Il tuo cervello si può evolvere...

 

Il tuo cervello si può evolvere... ecco come!

Neuroscienze e Cervello

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Stiamo parlando di anatomia cerebrale ed evoluzione. Per decenni le neuroscienze hanno cercato di capire se il cervello avesse un genere. Se quindi il sistema nervoso centrale di uomini e donne presentasse delle differenze significative, responsabili delle caratteristiche che siamo abituati a considerare più “femminili” o più “maschili”. Joe Dispenza, biochimico e chiropratico di fama internazionale, presenta un’indagine interessante nel suo Evolvi il tuo Cervello. Un libro unico nel suo genere, scritto in primis non tanto per scienziati ed esperti in materia, ma per tutti coloro che desiderano cambiare la propria vita.

Redazione - Scienza e Conoscenza - 14/10/2022

Stiamo parlando di anatomia cerebrale ed evoluzione. Per decenni le neuroscienze hanno cercato di capire se il cervello avesse un genere. Se quindi il sistema nervoso centrale di uomini e donne presentasse delle differenze significative, responsabili delle caratteristiche che siamo abituati a considerare più “femminili” o più “maschili”. Joe Dispenza, biochimico e chiropratico di fama internazionale, presenta un’indagine interessante nel suo Evolvi il tuo Cervello. Un libro unico nel suo genere, scritto in primis non tanto per scienziati ed esperti in materia, ma per tutti coloro che desiderano cambiare la propria vita.

Cervello maschile e femminile a confronto

Numerosi studi hanno dimostrato che generalmente il cervello maschile è più grande di quello femminile di oltre 100 centimetri cubici, pressappoco la dimensione di un piccolo limone. Ma questa differenza ha degli effetti cognitivi diretti? Non necessariamente! Malgrado esista ancora una differenza del volume cerebrale legata al genere, dopo aver tenuto conto delle dimensioni del corpo, gli studi scientifici attribuiscono una certa parte della variazione alla taglia fisica di un individuo. In uno studio molto specifico basato sulla MRI, che ha concesso pari attenzione ai parametri dimensionali sia del cervello che del corpo, Michael Peters e colleghi dell’Università di Guelph, nello Stato di Ontario in Canada, hanno dimostrato che la differenza del volume cerebrale tra i sessi diminuiva dei due terzi se si includeva l’altezza come covariante aggiuntiva.

I lobi cerebrali

Le differenze nel volume cerebrale tra i sessi sono distribuite molto uniformemente tra tutti i principali lobi del cervello. Le proporzioni dei quattro lobi principali della neocorteccia sono simili. In entrambi i sessi, il lobo frontale comprende all’incirca il 38% della neocorteccia (si va dal 36 al 43% ); il lobo parietale, il 25% (dal 21 al 28 %); il lobo temporale il 22 % (dal 19 al 24 %); e il lobo occipitale comprende all’incirca il 9% (dal 7 al 12%) della neocorteccia. Questo significa che nel volume cerebrale complessivo non c’è alcuna specifica regione cerebrale che contribuisca a una percentuale aggiuntiva, e sarà difficile trovare una differenza funzionale tra i sessi ricollegabile alle differenze. In parole povere, se dovessimo osservare il cervello di due individui, uno maschio e l’altro femmina, non saremmo in grado di distinguerli, se non per la differenza di dimensione, perché il cervello maschile e quello femminile possiedono entrambi proporzioni simili.

Il corpo calloso

In termini di differenza tra maschi e femmine, la struttura del cervello che ha probabilmente attratto la maggiore attenzione nel corso degli anni è il corpo calloso, il fascio di materia bianca che connette l’emisfero destro con il sinistro. Ebbene alcune ricerche all’inizio sembravano indicare che esso potesse essere più grande nelle donne rispetto che negli uomini. Quando ciò fu suggerito, all’inizio degli anni Ottanta, molti scienziati ipotizzarono che la grandezza maggiore di questo fascio nelle donne indicasse che le femmine possedevano un grado superiore di comunicazione tra i due emisferi. Quest’idea sembrava sostenere il mito che nelle donne il lato destro, emozionale, del cervello, e quello sinistro, analitico, fossero più connessi e integrati tra loro.

Oggi è risaputo che il corpo calloso NON è più grande nelle donne che negli uomini, ma in realtà è pressappoco del 10 % più grande negli uomini che nelle donne, probabilmente perché gli uomini hanno un cervello più grande a causa delle maggiori dimensioni del loro corpo. Non esiste alcuna prova anatomica sostanziale dell’esistenza di un collegamento funzionale maggiore tra gli emisferi (come vorrebbe lo stereotipo) né negli uomini né nelle donne. La fonte di questo mito si può ritrovare nel fatto che il corpo calloso effettivamente giustifica una percentuale totale di materia bianca significativamente maggiore nelle donne (2,4 % contro il 2,2 % negli uomini). Questo potrebbe semplicemente significare che le donne sono in grado di elaborare i due tipi di pensiero (emozionale e analitico) tra i due emisferi del cervello molto più velocemente dell’uomo. Se la distribuzione più ampia della sostanza totalmente grassa chiamata mielina, o materia bianca, nel corpo calloso femminile giustifica effettivamente una trasmissione neurologica più veloce tra gli emisferi cerebrali, può spiegare perché gli uomini rimangano spesso sconcertati osservando la capacità che le donne possiedono di risolvere i problemi!

Evolvi il Tuo Cervello — Libro >> https://bit.ly/3ivUrGT

Riprogramma la tua vita, cambia il tuo destino

Joe Dispenza

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martedì 11 ottobre 2022

La mente supera la medicina

La mente supera la medicina: la dimostrazione scientifica che il corpo puo' guarire da solo

Medicina Integrata

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Nel libro La mente supera la medicina la dottoressa Lissa Rankin parte raccontandoci la sua storia: quella di una ragazza, figlia di un medico, che al momento di andare al college si iscrive alla facoltà di medicina e diventa lei stessa dottore. Alle fine di questo percorso Lissa si ritrova a praticare una medicina che non riconosce come “sua” e che spesso non le permette di curare profondamente le persone come vorrebbe; due matrimoni falliti alle spalle e una serie di patologie croniche, la costringono ad assumere ogni giorno farmaci di sintesi.

Marianna Gualazzi - 10/10/2022

Proprio quando si trova costretta a raccogliere i pezzi di una vita che non aveva vissuto ma dalla quale si era lasciata vivere, Lissa Rankin ha una sorta di epifania e intravede dentro di sé uno spiraglio di luce che illumina un cammino e un destino ben precisi. "Tutti i traumi – scrive Lissa – che avevo vissuto durante quella che chiamo la mia Tempesta Perfetta, fessurarono l’armatura che stavo indossando.

Il mio corpo mi sussurrava da più di un decennio, ma lo avevo ignorato sino a quando, per ottenere la mia attenzione, non aveva cominciato a urlare. Una volta prestato ascolto ad esso e alla mia Luce Pilota Interiore, imparai cose di me che prima non conoscevo. Acquisii chiarezza su cosa probabilmente mi stava facendo ammalare, su cosa dovevo cambiare!".

Guarire se stessi in sei passi

Ma il libro della dottoressa Lissa Rankin non è solo la sua personale storia di "caduta e rinascita". È un testo scritto da un medico che ha tutti i crismi di una ricerca scientifica documentata da ricchi riferimenti bibliografici a fonti autorevoli, studi, ricerche.

La dottoressa inizia parlando in maniera approfondita dell'effetto placebo e nocebo, in particolare si sofferma sul primo guardandolo da un punto di vista differente, spesso tralasciato dalla medicina "ufficiale". Lissa spulcia i dati delle ricerche mediche traendo la conclusione che l'effetto placebo, ovvero il credere di aver assunto un medicinale quando invece si tratta di una pallina di zucchero, abbia una parte determinante nel processo di guarigione, dimostrando come la mente possa andare a incidere sulle risposte biochimiche del corpo.

La dottoressa si sofferma poi sul potere delle cure amorevoli nei processi di guarigione, sulle guarigioni inspiegabili da malattie considerate incurabili o croniche, sugli effetti che lo stress e la felicità hanno sulla nostra condizione di salute: il tutto sempre da un punto di vista medico scientifico, ma di scorrevole e piacevole lettura.

Alla fine del suo percorso di vita e di ricerca la dottoressa Lissa Rankin riesce a realizzare se stessa e a guarire, trovando la propria strada. Guidata dalla sua Luce Pilota Interiore mette a punto un metodo per "Guarire se stessi in sei passi" che insegna alle persone di cui si prende amorevolmente cura, lavorando all'interno di uno studio medico olistico che ha saputo riconoscere le doti di cui è portatrice.

Il metodo è descritto alla fine del libro ed è davvero una utilissima guida per iniziare a prendersi cura in prima persona della propria salute e più in generale di se stessi e della propria vita.

I sei passi proposti dalla dottoressa Rankin sono:

credi di guarire: la maggior parte delle persone pensa che certe malattie siano incurabili, terminali o croniche. E se invece queste convinzioni fossero semplicemente false?

trovare il giusto sostegno: benché la mente abbia il potere di guarire il corpo, è preferibile non fare da soli questo viaggio. Trova la giusta squadra di persone per la tavola rotonda della tua guarigione: metti insieme esperti di diverse discipline accomunati però dallo stesso sentire, che abbiamo capacità professionali indiscusse e doti amorevoli di cura sostegno e supporto;

ascolta il tuo corpo e il tuo intuito: la Luce Pilota Interiore, il saggio guaritore presente dentro di te, è il migliore amico del tuo corpo e sa esattamente di cosa ha bisogno quest'ultimo;

diagnostica le vere cause della tua malattia: se hai sintomi che il medico non riesce a diagnosticare spesso è perché sono il risultato della ripetuta attivazione della reazione di stress, senza un adeguato contrappeso della reazione di rilassamento. La medicina convenzionale non dispone semplicemente di una diagnosi per questo tipo di sintomi;

scriviti la prescrizione: affinché un corpo indebolito non incorra sempre nelle stesse malattia, devi, devi e devi affrontare le cause ultime che in primo luogo ti hanno reso vulnerabile alla malattia;

lascia andare l'attaccamento ai risultati: la verità è che la cura potrebbe anche non accadere. E non sarebbe colpa tua.

La mente supera la medicina è un libro da leggere perché scardina le più radicate convinzioni sul rapporto salute-corpo, dimostrando come le relazioni che coltiviamo, il lavoro che facciamo, il modo in cui esprimiamo la nostra creatività, viviamo la nostra sessualità, creiamo la nostra felicità sono altrettanto importanti rispetto alle scelte sullo stile di vita e la cura del corpo per garantirci una lunga vita in salute.

La Mente Supera la Medicina — Libro >> https://bit.ly/3RTaTSj

Mind over medicine - La prova scientifica che si può guarire da soli

Lissa Rankin

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