martedì 31 gennaio 2017

Dalla matematica di Leonardo al pensiero sistemico




Dalla matematica di Leonardo Da Vinci al pensiero sistemico

di Davide Fiscaletti

Scienza e Fisica Quantistica

Leonardo comprese molto presto che la matematica del suo tempo non era adatta a riprodurre e caratterizzare i risultati più importanti delle sue ricerche scientifiche, la descrizione delle forme viventi della natura nei loro continui movimenti e nelle loro continue trasformazioni. Invece che alla matematica, egli ricorreva molto spesso al disegno per caratterizzare graficamente le proprie osservazioni in immagini di incredibile bellezza, capaci di sostituire i diagrammi matematici.

I disegni scientifici di Leonardo – sia che raffigurino elementi di macchine, strutture anatomiche, formazioni geologiche, flussi turbolenti dell’acqua o dettagli botanici di specie vegetali – non sono mai rappresentazioni realistiche di una singola osservazione. Sono invece sintesi di osservazioni ripetute, rese in forma di modelli teorici. Quando disegnava in modo preciso i contorni degli oggetti, si trattava di immagini concettuali più che realistiche, mentre quando realizzava immagini realistiche di un oggetto rendeva i contorni confusi rappresentandoli come appaiono realmente all’occhio umano.

Oltre a sfruttare la sua fenomenale capacità nel disegno, Leonardo si servì anche di un approccio geometrico per rappresentare le forme della natura. L’aspetto della geometria che affascinava in modo particolare Leonardo era la sua capacità di rappresentare variabili continue. Leonardo aveva compreso che sarebbe stata necessaria una matematica delle quantità continue, per descrivere i movimenti e le trasformazioni incessanti che avvengono in natura. Benché ovviamente non potesse disporre della teoria delle funzioni e del calcolo differenziale, riuscì ad ampliare la geometria, sperimentandone nuove interpretazioni e nuove forme che avrebbero prefigurato i suoi sviluppi successivi.

A differenza di quella euclidea, che riguardava figure rigide e statiche, la visione leonardesca della geometria è intrinsecamente dinamica. Si può dire che Leonardo da un lato, usa la geometria per studiare traiettorie e altri tipi di movimenti complessi nell’ambito dei fenomeni naturali, dall’altro utilizza il movimento come strumento per dimostrare dei teoremi geometrici. Leonardo definiva questa sua maniera di procedere “geometria che si prova col moto” o “che si fa col moto”.

Il pensiero sistemico: dalla teoria generale dei sistemi alla teoria della complessità

La fisica dei comportamenti collettivi e di quella che oggi si chiama “complessità”, nasce con la fisica statistica verso la fine dell’800 e consegue il suo primo successo in seguito all’azione combinata di diverse discipline e prospettive, le quali hanno permesso di connettere, mediante le distribuzioni di probabilità, le grandezze macroscopiche della termodinamica con quelle microscopiche del moto molecolare. Sulla base della constatazione che ben poche erano le situazioni in cui era possibile ottenere una situazione analiticamente “chiusa” per la grande maggioranza delle equazioni differenziali, che descrivono proprio i cambiamenti nel tempo e nello spazio di una struttura dinamica, nasce la teoria qualitativa delle equazioni differenziali, ad opera di giganti come Poincaré e Ljapunov, che si concentra non tanto sui dettagli del processo evolutivo, quanto sugli stati di equilibrio, sulle biforcazioni e sulle classi evolutive possibili per uno stesso sistema in condizioni diverse. Ed è in questo contesto che nasce la famosa teoria del caos: al crescere del numero di variabili e per funzioni sempre più complicate (non linearità), sono possibili comportamenti dove si manifesta un’enorme varietà di stati d’equilibrio (gli attrattori).

Questi strumenti trovano un bacino d’accoglienza epistemologico negli schemi concettuali incrociati della teoria dell’informazione (Shannon, 1948), della cibernetica (Wiener, 1948) e della teoria dei sistemi (von Bertalanffy, 1968). In particolare, possiamo dire che, con la teoria generale dei sistemi elaborata dal biologo austriaco Ludwig von Bertalanffy, nasce come vero e proprio movimento culturale autonomo e peculiare il pensiero sistemico, sviluppo naturale della scienza delle qualità di Leonardo. Bertalanffy riteneva che i fenomeni biologici richiedessero un approccio olistico e cercò di fondare la sua teoria generale dei sistemi su una solida base biologica in cui il pensiero evoluzionistico – basato sui concetti di cambiamento, crescita e sviluppo – facesse riferimento a una nuova scienza della complessità. Benché non fosse stato in grado di risolvere il dilemma introdotto dalla seconda legge della termodinamica (vale a dire di fornire una spiegazione del perché l’evoluzione dei sistemi viventi si sviluppa verso un ordine e una complessità crescenti, mentre il background, il mondo materiale inerte è dominato da un sempre maggiore disordine), Bertalanffy tuttavia riconobbe che gli organismi viventi sono sistemi aperti che non si possono descrivere nei termini della termodinamica classica e si mantengono lontani dall’equilibrio in uno “stato stazionario” caratterizzato da un continuo flusso di energia e di materia dal loro ambiente.

Leggi altri articoli sulla matematica su:

Scienza e Conoscenza - n. 58 - Rivista Cartacea >> https://goo.gl/Kl5Wci
Nuove scienze, Medicina non Convenzionale, Consapevolezza
Autori Vari

venerdì 20 gennaio 2017

Mai Stati sulla Luna?



Mai Stati sulla Luna?

Misteri e anomalie delle missioni Apollo

di Umberto Visani



Siamo mai stati sulla Luna?

È possibile superare la fascia di Van Allen?

Quali misteri nasconde il nostro satellite?

Esiste una storia spaziale parallela a quella ufficiale?

A quasi 50 anni dallo storico allunaggio del 21 luglio 1969 sono ancora numerosi i dubbi che aleggiano in merito allo sbarco dell’uomo sulla Luna, alimentati da una serie di fotografie ufficiali della Nasa piene di incongruenze tecniche.

Il presente saggio analizza in maniera accurata e dettagliata i punti oscuri connessi alla recente storia del nostro satellite, esaminando le anomalie riscontrabili nelle fotografie dell’epoca e valutando i possibili scenari alternativi, da una ricostruzione in un set cinematografico al possibile ritocco di alcune fotografie al fine di nascondere qualcosa che non andava mostrato al pubblico.

Umberto Visani ripercorre in modo preciso ed estremamente analitico gli aspetti più oscuri che circondano la storia del nostro satellite e della corsa allo spazio.


Leggi un estratto dal libro di Umberto Visani "Mai Stati sulla Luna?"

Introduzione - Mai Stati sulla Luna? - Libro di Umberto Visani

A quasi 50 anni dal celebre primo sbarco dell'uomo sulla Luna, i dubbi che circondano l'Apollo 11 e le successive missioni Apollo non si sono ancora del tutto diradati.

Da un lato, infatti, si ha una certa letteratura – definita, in maniera tendenzialmente dispregiativa, “cospirazionista” – sviluppatasi a metà degli anni Settanta che ha mostrato come vi siano numerose incongruenze nelle fotografie e in aspetti tecnici relativi alle missioni.

Dall'altro lato si hanno libri nati con il preciso fine di smontare queste tesi a priori, senza chiedersi se non vi possano essere elementi di veridicità nelle ricostruzioni effettuate dai “cospirazionisti”.

Entrambi atteggiamenti che possono portare molto lontani dalla realtà. Il primo, infatti, è a volte accompagnato da una certa ingenuità di fondo che può indurre a ritenere insoliti degli elementi che, invece, a un esame più attento, non si rivelano tali. Questa attitudine, però, quantomeno è spinta dalla curiosità di cercare di capire se vi siano realmente degli aspetti che si pongono in contrasto con le ricostruzioni ufficiali.

Certo, in alcuni casi si può anche errare nelle analisi e, come accaduto a qualche ricercatore, giungere a conclusioni affrettate in merito a taluni aspetti presentati come anomali ma che anomali invece non sono. Molte altre volte, invece, le ricostruzioni effettuate da questi analisti hanno avuto il pregio di portare alla luce delle incongruenze che anche periti fotografici di chiara fama hanno ammesso essere presenti e di non saper spiegare se non facendo propria la cosiddetta “teoria cospirazionista”.

Dall'altro lato, invece, l'atteggiamento di coloro che si limitano a voler smontare queste tesi “a ogni costo” fa sì che il loro assunto di partenza sia inconsciamente il seguente: “Le analisi effettuate da questi soggetti sono necessariamente errate e false, per cui occorre smontarle a prescindere dal dato reale”.

Così facendo si perde di vista il principio cardine che dovrebbe ispirare qualsiasi ricerca: la neutralità. Non si tratta, infatti, di schierarsi in fazioni politiche o calcistiche, semplicemente occorre cercare di capire nel modo più pacato possibile dove stia la verità.

È proprio questo lo scopo che si prefigge il presente libro: un'analisi dettagliata delle missioni Apollo, delle fotografie, dei dati che hanno maggiormente fornito spunti di discussione in merito a come si siano davvero verificati i fatti così come ci sono stati raccontati dalla Nasa.

È possibile, dunque, che per vincere a ogni costo la corsa alla Luna si sia deciso di girare all'interno di un set cinematografico l'allunaggio, in modo da essere anche sicuri di una perfetta riuscita della missione, senza il rischio di un possibile fallimento dinnanzi agli occhi del mondo intero?

“Il fallimento non era un'opzione”, questo il mantra che all'epoca veniva ripetuto dall'agenzia spaziale americana… fino a che punto si è deciso di procedere per escludere un eventuale esito negativo della missione?

Non solo… È possibile che le missioni siano davvero avvenute così come sono state delineate dalla Nasa ma che il materiale fotografico mostrato sia in gran parte frutto di ricostruzione in studio per occultare qualcosa?

Queste alcune delle domande che accompagneranno il lettore attraverso la presente opera, sempre in un'ottica di attenta analisi dei dati di fatto, lontani da qualsivoglia posizione preconcetta che nulla ha in comune con il serio rigore scientifico.


 Indice

Introduzione

PARTE I - Misteri e anomalie delle missioni Apollo

1. La corsa allo spazio

Il discorso del presidente Kennedy
Problemi tecnici e il caso Grissom
Il rapporto di Thomas Baron e la sua tragica morte
I problemi del lem (Lunar Excursion Module) e i test preparatori allo sbarco
2. 24 luglio 1969: i primi uomini sulla Luna?

L'Apollo 11
Bill Kaysing, “complottisti” e “cani da guardia”
Pareri e possibili scenari
3. Analisi fotografiche dell'Apollo 11

Macchine fotografiche e aspetti tecnici
Eccessiva luminosità
Questioni di Nvidia
La bandiera degli Stati Uniti: un falso?
Nessun cratere e assenza di polvere
Ulteriori anomalie dell'Apollo 11
Problemi di orizzonte
Il ritorno sulla Terra
4. I successivi allunaggi: incongruenze nelle foto

L'Apollo 12
Apollo 12: problemi di grandezza prospettica
Apollo 12: luci appese?
Apollo 13: “Houston we’ve had a problem".
Apollo 14
Apollo 15
Apollo 15 e parallasse
Apollo 16
Apollo 17
Apollo 19 e 20
5. Le fasce di Van Allen: sopravvivere nello spazio

Spazio e radiazioni
Il pensiero di Arthur C. Clarke
Calcoli sulla radiazione
Considerazioni
La cagnolina Laika
6. L’Unione Sovietica allora e la Russia oggi

“Questo il mondo non lo saprà”: i fratelli Judica Cordiglia
Vladimir Markin e l’inchiesta
Stanley Kubrick e gli allunaggi
Kubrick e la “Front Screen Projection”
Assenza di profondità
L’errore di Richard Hoagland
Considerazioni
PARTE II - La Luna, la Nasa, gli Ufo e Marte

Premessa

8. Missioni spaziali parallele

Il progetto Orion
L’hacker Gary McKinnon
L’Apollo 20
Considerazioni conclusive
9. Nel frattempo su Marte...

Andrew Basiago e le missioni segrete
Anomalie su Marte
10. Missioni su Marte?

La Flashline Mars Arctic Research Station (fmars)
11. Contatti tra astronauti e Ufo

Miti dell'Apollo 11
Ufo e missioni Apollo
12. Strutture anomale sulla Luna

Conclusioni

Appendice

Bibliografia

Sitografia

L’autore


Mai Stati sulla Luna? - Libro >> https://goo.gl/VBNsQE
Misteri e anomalie delle missioni Apollo
Umberto Visani

lunedì 16 gennaio 2017

Scienza e Conoscenza - n. 59



Scienza e Conoscenza - n. 59

Nuove scienze, Medicina non Convenzionale, Consapevolezza



Questo numero di Scienza e Conoscenza è uno straordinario viaggio nel cervello umano.

Cercheremo di rispondere a domande affascinanti e ancora aperte, come ad esempio:

Qual è il rapporto tra il cervello e la mente?
La mente è il prodotto dei circuiti cerebrali, oppure è in grado essa stessa di modificare e plasmare il cervello?
Gli stati non ordinari della mente, come la meditazione e l’ipnosi, cosa possono dirci sulla natura della mente e della coscienza che ancora non sappiamo?
Che cos’è la coscienza?
La coscienza ha una natura materiale? Ha una natura quantistica? Ci sono ricerche in tal senso?
Il nostro viaggio nel cervello prosegue con un approfondimento dedicato alla salute del cervello:

Lo sapevi che le malattie neurodegenerative sono in fortissimo aumento?
Sai come proteggere il tuo cervello dall’Alzheimer, dal Parkinson e dalla SLA?
Lo sapevi che l’Alzheimer è stato definito il diabete cerebrale? Sai perché?
Infine analizziamo i programmi mentali inconsci che abbiamo introiettato sin da bambini e che spesso ci portano a vivere in maniera limitante. Impareremo a:

riprogrammare il nostro cervello,
sabotare i programmi mentali limitanti.
E ancora: il controllo mentale individuale e collettivo è possibile?
Marco Pizzuti ci svela ci ha già in mano le tecnologie per il controllo della nostra mente e del nostro DNA.

Su scienza e conoscenza 59 troverai anche:

un focus sulle evidenze scientifiche del Metodo Di Bella (MDB) in oncologia;
un articolo dedicato all’energia orgonica scoperta da Reich e alla terapia orgonica con un accumulatore orgonico portatile.


Avete mai pensato alla salute del vostro cervello?

Così come possiamo occuparci della salute dei nostri organi, pensiamo allo stomaco, all'intestino, al cuore, lo stesso possiamo fare per mantenere il nostro cervello in forma, in salute. Oggi sempre più spesso sentiamo nomi di malattie che ci fanno preoccupare e di fronte alle quali pensiamo di non avere possibilità di scampo: Alzheimer, Parkinson, SLA.

Mentre siamo ben certi che una vita sana, attiva e senza fumo potrà aiutarci a stare lontani da una malattia polmonare o cardiaca, ancora non siamo abituati a pensare che, allo stesso modo, possiamo proteggerci dal dilagare, quasi epidemico, delle malattie neurodegenerative. Eppure ormai è stabilito che esiste una correlazione strettissima, ad esempio, tra diabete e Alzheimer, tanto che quest’ultimo può essere definito come una vera e propria forma di diabete cerebrale.

In questo numero di Scienza e Conoscenza abbiamo pensato di proporvi alcuni importanti contributi sulla salute del cervello e del sistema nervoso: iniziamo a capire quali sono le strategie da mettere in atto non sono per evitare le malattie, ma per mantenere e migliorare le nostre capacità cognitive e la plasticità cerebrale. Di pari passo con questo approccio abbiamo scelto di presentarvi il cervello visto attraverso l’affascinante lente delle neuroscienze e della fisica quantistica che ci hanno aiutato a dare una risposta, anche se molto parziale, ad alcune cruciali domande sul rapporto cervello, mente e coscienza.

«Oggi – scrive Enrico Facco nell'intervista che gli abbiamo rivolto e che trovate a pagina 4 – possiamo cominciare a pensare, con molta serenità, al fatto che il rapporto mente-cervello non è solo un processo bottom up, come vuole il riduzionismo, dai circuiti cerebrali alla coscienza o alla psiche, che ne è un epifenomeno, ma semmai la gerarchia è bi-direzionale perché il cervello sicuramente se cambia modifica la coscienza e l’attività mentale, ma, d’altro canto, la coscienza e l’attività mentale possono modificare la regolazione del cervello, in termini non solo funzionali e momentanei ma addirittura strutturali».

Allo stesso modo Luigi Maxmilian Caligiuri si chiede se la coscienza abbia una natura materiale, di che tipo di materia si tratti e da quali leggi è governata, esaminando per noi le ipotesi sulla natura quantistica della coscienza sino ad ora messe in campo.

Ma gli spunti di riflessione sul cervello in questo numero non finiscono qui e addentrandovi nella lettura delle nostre pagine sono sicura che rimarrete piacevolmente colpiti dagli approcci e dalle letture proposti dai nostri autori: dalle tecniche per riprogrammare il nostro cervello, alla possibilità di mettere in rete il cervello dei singoli per creare una mente alveare più potente della somma delle sue parti.

Buona lettura!


 Indice

MENTE, CERVELLO E REALTÀ

Meditazione e ipnosi - Marianna Gualazzi
Mente, cervello e fisica quantistica - Luigi Maxmilian Caligiuri
CERVELLO IN SALUTE

Mangia per pensare, pensa per mangiare - Sabina Bietolini
Mente e cervello in Ayurveda - Sem Galbiati
Alzheimer, Parkinson, SLA: una cura naturale è possibile - Paolo Giordo
RIPROGRAMMA IL TUO CERVELLO

Sei tu a scegliere o è il tuo cervello? - Francesca Rifici
Alfa: la frequenza per espandere la mente - Riccardo Tristano Tuis
Matrix era un film per bambini - Marianna Gualazzi
SCIENZA E SPIRITO

Stati d’animo felici creano cellule felici - La Redazione
Benvenuti nella vita ordinaria - Jeff Foster
MEDICINA NON CONVENZIONALE

La ristrutturazione della mente e del microcircolo - Simone Caramel
Orgone: energia che cura - Emanuele Cangini
Il Metodo Di Bella. Seconda parte - Giuseppe Di Bella


Scienza e Conoscenza - n. 59 - Rivista Cartacea >> https://goo.gl/QbKsWF
Nuove scienze, Medicina non Convenzionale, Consapevolezza

venerdì 13 gennaio 2017

Analisi astrologica e interpretazione quantistica




Analisi astrologica: un'interpretazione quantistica

di Vincenzo Primitivo

11/01/2017



Analisi astrologica: un'interpretazione quantistica

Se il compito di chi fa un'analisi astrologica è quello di decodificare i significati simbolici che derivano dal tema di nascita, scaturisce subito una controversia: la compartecipazione di colui che analizza il tema natale è un fattore determinante l'interpretazione dell'analisi stessa, visto che lo sguardo dell'osservatore influenza la realtà, come ci insegna la fisica.
La critica principale che viene mossa alla interpretazione astrologica (ci sono tante interpretazioni per quanti sono coloro che compiono l'analisi) può essere da subito confutata e spiegata in termini strettamente fisici.
Se i fenomeni quantistici che regolano la Natura sono per definizione discontinui, come può esserci un'unica interpretazione del tema natale, che la natura di quell'uomo descrive? Se lo sguardo dell'osservatore influenza la realtà come può esserci una spiegazione unitaria, un'unica misurazione della traiettoria di vita di quell'uomo?

Se, come ci insegna la fisica, l'elettrone acquisisce caratteristiche di complementarietà (principio di complementarietà secondo Bohr) cioè può essere o onda o particella, facendo inferenza nella vita reale ciò esprime la dinamica tra coppie di opposti che osserviamo comunemente nella realtà quotidiana: amore e odio, salute e malattia, luce e oscurità ecc. Questo ci consente di comprendere come non possiamo pensare di confrontarci con un solo aspetto senza prendere in considerazione anche l'altro. Sarebbe impossibile apprezzare i momenti in cui stiamo bene nella vita se non li mettessimo in paragone con i periodi in cui invece soffriamo: bisogna cioè sempre considerare anche l'altro "punto di vista".

Se, come ci insegna ancora la fisica, dell'elettrone se ne può misurare o il moto o la posizione (principio di indeterminazione secondo Heisenberg) in un ottica strettamente filosofica questo giustifica il fatto che uno stesso problema per essere risolto possa prevedere diversi punti di vista e non necessariamente una soluzione unica: cioè il punto di vista dell'osservatore che in quel momento osserva e con la sua osservazione modifica e influenza la realtà rendendola unica e personale. Se noi facciamo un'affermazione che giudichiamo vera, il suo contrario è un'affermazione altrettanto vera, non si impone una scelta; possiamo avere molteplici sfaccettature all'interno dell'analisi di uno stesso fenomeno, tanti e diversi aspetti per quanti sono coloro che su quello stesso fenomeno compiono un'osservazione.

In più, da un punto di vista strettamente filosofico, questo giustifica il fatto che uno stesso problema, per essere risolto, possa prevedere diversi punti di vista e non necessariamente una soluzione unica. Se noi facciamo un'affermazione che giudichiamo vera, il suo contrario è un'affermazione altrettanto vera: non si impone una scelta, possiamo avere molteplici sfaccettature all'interno dell'analisi di uno stesso fenomeno.
Questo principio, inoltre, amplia i confini della realtà, conferendole una ricchezza particolare, la fa andare oltre una classificazione rigida ed esclusiva, la rende vicina all'Arte che non è definita da nessuna delle sue correnti perché troppo più grande per essere ridotta a una di esse. E la scienza stessa non possiede più in esclusiva le chiavi della conoscenza della realtà, ma diventa solo una delle espressioni attraverso le quali analizziamo il mondo senza che alcuna fra loro possa ritenersi unica ed esaustiva.

La persona che fa un'analisi del tema natale non può dare una valutazione oggettiva che trascenda il suo essere soggetto compartecipante; considerato che l'osservazione è parte integrante del fenomeno, noi possiamo considerare tanti punti di vista quanti sono gli osservatori che effettuano l'analisi, ecco perché non ci può essere una visione unitaria del tema natale stesso. In base a questo ragionamento esso non esprime l'assolutezza del dato, ma la probabilità che succeda, non ci dice cosa accadrà, ma cosa potrebbe accadere, così come la fisica quantistica ci spiega come tutto si basi sulla probabilità di ottenere un certo risultato partendo da una misurazione e non sulla sua determinazione certa e assoluta (l'espressione probabilità non significa che non conosciamo completamente ciò che stiamo osservando – siccome non conosco è probabile che sia così – ma è una caratteristica costituzionale del sistema stesso).


mercoledì 11 gennaio 2017

Leonardo Da Vinci e il metodo scientifico




Leonardo Da Vinci, il grande precursore del metodo scientifico

di Davide Fiscaletti

- 10/01/2017



Leonardo Da Vinci, il grande precursore del metodo scientifico

Cinquecento anni prima che il metodo scientifico venisse definito e descritto formalmente da filosofi e scienziati, Leonardo da Vinci elaborò e mise in pratica le sue caratteristiche essenziali:

studio della letteratura disponibile,
osservazioni sistematiche,
sperimentazione,
misurazioni accurate e ripetute,
formulazione di modelli teorici e frequenti tentativi di generalizzazione matematica.

Come Galileo, Newton e le successive generazioni di scienziati, anche Leonardo riteneva che l’universo fisico fosse intrinsecamente ordinato e che fosse possibile comprendere razionalmente ed esprimere i rapporti causali che lo caratterizzano in maniera matematica.

Leonardo era ben consapevole del ruolo fondamentale che la matematica assume nella formulazione delle idee scientifiche e nella registrazione e valutazione dei dati sperimentali. Tuttavia, il modo con cui Leonardo si accostava alla matematica era quello di uno scienziato, non di un matematico: egli intendeva utilizzare questa disciplina semplicemente per fornire coerenza e rigore alle descrizioni delle sue osservazioni scientifiche.

Leonardo utilizzò le sue abilità di visualizzazione e il suo grande intuito per sperimentare nuove tecniche che preannunciavano branche della matematica che sarebbero state sviluppate soltanto secoli dopo, segnatamente la topologia e, soprattutto, la teoria della complessità.

Diversamente da Galileo e Newton, l’essenza matematica che Leonardo riscontrava nella natura non poteva essere espressa in quantità e rapporti numerici. La scienza di Leonardo non può essere inclusa all’interno del paradigma meccanicistico di Galileo, Cartesio e Newton: la sua era una scienza delle qualità, delle forme organiche plasmate e trasformate dai processi sottostanti.

Per Leonardo la natura nel suo insieme era viva e animata: un mondo in continuo mutamento e in continuo sviluppo, tanto nel macrocosmo della Terra quanto nel microcosmo del corpo umano. Il vero nucleo centrale della scienza di Leonardo consisteva nell’analisi sistematica dei processi di autorganizzazione – la crescita, i movimenti e le trasformazioni delle forme viventi della natura.

Leonardo possedeva una consapevolezza spiccata della connessione reciproca di tutti i fenomeni e dell’interdipendenza delle parti all’interno di un tutto organico, nonché del fatto che tali parti si producono a vicenda, dando luogo ad un sistema complessivo autorganizzato. Nella sua scienza delle forme viventi, le caratteristiche meccaniche del corpo umano e di quello degli animali erano sempre viste come strumenti usati dall’anima per realizzare l’autorganizzazione dell’organismo.

Così, siccome la sua era una scienza delle qualità, delle forme organiche, dei loro movimenti e trasformazioni, nell’approccio di Leonardo la matematica che stava alla base della natura poteva esprimersi solo ricorrendo a forme geometriche che si trasformavano incessantemente, secondo leggi e principi rigorosi. Per Leonardo l’aggettivo “matematico” si riferiva di fatto soprattutto alla logica, al rigore e alla coerenza in base ai quali la natura ha plasmato, e continuamente plasma, le sue forme organiche.