venerdì 30 marzo 2018

I Mantra, vibrazioni sacre per la Pace Mentale




I Mantra, vibrazioni sacre per la Pace Mentale di tutti gli esseri viventi

di Thea Crudi

I Mantra in sanscrito sono suoni terapeutici che da migliaia di anni vengono insegnati e trasmessi dagli antichi Maestri Spirituali dell'Himalaya, e che oggi trovano grande sostegno e conferma anche nella scienza più all'avanguardia dell'occidente.

Mantra per liberare la mente

In India e in America è stata verificata a livello scientifico, da vari istituti di ricerca, la teoria della bio-risonanza energetica esposta negli antichi testi spirituali dei VEDA: quando l’1% degli abitanti di una città medita, attraverso la meditazione silenziosa o con i Mantra, accade un fatto straordinario, e cioè che il tasso di criminalità, incidenti, suicidi e morti improvvise si abbassa sensibilmente, andando totalmente contro la normale tendenza generale. Quindi, la ripetizione di queste sillabe sacre, non solo espande la coscienza di chi le pratica ma, allo stesso tempo, amplifica e migliora la forza del campo energetico vitale intorno al praticante, elevando la qualità della vita di chi gli è vicino.

I Mantra rigenerano le cellule del corpo e stimolano il cervello a emettere le onde Alfa, portando l'individuo a vivere uno stato mentale estremamente lucido e al contempo riposato. In questa condizione di apertura e serenità, la mente è capace di risolvere positivamente qualunque tipo di problema, manifesta una rinnovata creatività ed è più acuta nei collegamenti o nel ricordare il passato. Inoltre le onde Alfa hanno effetti molto positivi sulla velocità di apprendimento e sulla memorizzazione.

La parola Mantra è in lingua sanscrita ed è composta da due parole Mana (mente) e Tra (liberazione), un Mantra quindi è una sacra vibrazione sonora che libera la mente. Queste sillabe sacre sono la manifestazione sonora di ogni realtà universale, creano la pace mentale, agiscono sulle varie parti del cervello ed hanno profondi effetti positivi sulla mente conscia e subconscia.

Possiamo definire i Mantra una semplice medicina universale adatta alla mente di ogni essere umano. Inoltre, sono un'astronave energetica per un meraviglioso viaggio spirituale, poiché permettono di entrare in contatto con la dimensione più intima dell'essere, in cui sono deposti i ricordi di vite precedenti, ma soprattutto, aiutano ad accedere alla vera consapevolezza che ognuno di noi è un essere multi-dimensionale di passaggio sul pianeta terra, che prima di prendere questo corpo esisteva, e dopo che avrà lasciato questo corpo, continuerà ad esistere.

I Mantra purificano gli ambienti in cui viviamo, contrastano le onde elettromagnetiche, e sacralizzano l'atmosfera dei luoghi in cui vengono praticati o ascoltati.

La ripetizione di questi suoni positivi è una grande meditazione, perché non si tratta di un gesto meccanico che riguarda solo la bocca ma richiede attenzione e grazia, è una pratica spirituale completa.

Ripetute regolarmente, le vibrazioni sacre dei Mantra in Sanscrito cambiano gradualmente tutte le cellule del corpo, purificandone i sottili canali energetici (chiamati nadi, in sanscrito) e riattivano la preziosa ghiandola pineale.

Un esperimento scientifico sui Mantra condotto dall'Università di Trento

Una nuova ricerca sui Pandit vedici, maestri dei Veda e dei Mantra, conseguito da un gruppo di ricercatori del Centro Interdipartimentale Mente/Cervello (CIMeC) dell’Università di Trento, insieme al National Brain Research Centre (India), all'interno del programma ITPAR (India-Trento Program for Advanced Research), ha evidenziato nei maestri Pandit un aumento di spessore e volume della corteccia cerebrale nella ripetizione continuativa dei Mantra in sanscrito.

Nell’esperimento, i cui dati sono stati raccolti in India, i ricercatori hanno usato le neuroimmagini per verificare lo spessore corticale e la densità della materia grigia in un gruppo di Pandit e in un gruppo di controllo. Nei risultati delle analisi si è riscontrato un sensibile aumento di spessore e volume della corteccia cerebrale dei Pandit, non solo in aree del cervello riguardanti la memoria, ma anche in regioni collegate alla comprensione del linguaggio e all’elaborazione d’informazione visiva.

Uri Hasson, professore associato al CIMeC dell’Università di Trento che ha collaborato alla ricerca, ha spiegato: «Capire come il cervello umano sia capace di sostenere la trasmissione orale di conoscenze dettagliate per millenni è stata una delle motivazioni principali di questo esperimento»

James Hartzell, un altro collaboratore all'esperimento sul potere dei Mantra, ha conseguito un dottorato in Sanscrito e Tibetano dalla Columbia University ed è attualmente studente di dottorato al CIMeC. Egli è primo autore dell’articolo pubblicato su una rivista scientifica in America e ha spiegato:« I cambiamenti che abbiamo osservato sono considerevolmente più estesi di quanto avevamo previsto inizialmente. La lingua e la linguistica del Sanscrito sono fondamentali per il sistema del sapere indiano antico come la matematica è fondamentale alla scienza moderna. La tradizione della recitazione Vedica non solo preserva i contenuti dei testi, ma garantisce anche, tramite la precisione della recitazione, gli effetti dei Mantra (cioè delle parole e delle frasi). Il nostro esperimento mostra come la memorizzazione e la recitazione Yajur Veda a livello professionale hanno un effetto considerevole sulla struttura cerebrale».

Il Mahamantra

Dopo il suono Om, il Mantra più popolare in India è quello chiamato Maha (grande) ed anche il grande canto della liberazione.

Sono sedici parole ripetute, fate la pausa dove c'è il trattino:

Hare Krishna - Hare Krishna - Krishna Krishna - Hare Hare - Hare Rama - Hare Rama - Rama Rama - Hare Hare.

Hare rappresenta la potenza di piacere dell'energia femminile, Krishna e Rama rappresentano il fascino e la forza dell'energia maschile.

Ripete tutto il Mahamantra almeno 10 volte, anche qui contate con le dita.

Caro Spirito Eterno rallenta, semplifica, rilassati, respira consapevolmente, credi in te stesso ed ascolta con amore i Mantra.

Ricorderai gradualmente qualcosa che hai sempre saputo.

Thea Crudi

Thea è un’artista multidimensionale, cantante olistica italo-finlandese con formazione jazzistica internazionale, ricercatrice sonora, compositrice, scrittrice, ballerina vedica, cuoca vegana, maestra di Mantra e meditazione, che da anni attraverso seminari e concerti diffonde il potere terapeutico e spirituale dei Mantra in sanscrito, la lingua madre dell'umanità. Insegna il suono come meditazione, collegamento energetico tra il visibile e l'invisibile.

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Thea Crudi

giovedì 29 marzo 2018

Stress: una porta verso la malattia





Stress: una porta verso la malattia

Psicologia Quantistica
      
Carmen Di Muro - 28/03/2018

La vita è movimento perpetuo ed il suo accadere è scandito attimo dopo attimo, dentro e fuori di noi, in un gioco che si compie lungo un continuum e che ci chiama in determinati momenti ad affrontare situazioni esistenziali dolorose o stressanti a cui non sempre siamo preparati a rispondere adeguatamente. Eventi che non abbiamo previsto turbano il nostro equilibrio interiore ed implicano che debba necessariamente essere compiuto un salto affinché ci si possa ricollocare alla luce del nuovo accadimento. Nella maggior parte dei casi, però, il primo movimento istintivo diviene quello di ripiegarci su noi stessi, sulla propria interiorità che chiede spiegazioni e cerca di adattarsi a ciò che è sopraggiunto inaspettatamente, in modo da potersi riorientare al meglio.

La perdita di lavoro, un lutto, un tracollo finanziario, l’interruzione di un rapporto sentimentale, condizioni ed ambienti altamente stressanti e altri tipi di situazioni spingono a chiudersi in se stessi, sull’inquietudine che non trova senso, e a non comprendere quanto schemi di pensiero negativi inizino a dominare il nostro paesaggio interno, divenendo talmente familiari e radicati che è faticoso separarli dal proprio senso di auto-identità. Ciò drena energia vitale dalle riserve energetico-emozionali e crea un flusso disarmonico nella mente, che a sua volta si esprime nel corpo producendo un effetto di uguale o maggiore intensità sul campo elettromagnetico personale. Questo scompenso energetico non soltanto rende difficoltoso il ricollocarsi su vibrazioni alte ed armoniche necessarie per risollevarci, ma al contempo non permette al nostro organismo di svolgere la sua funzione metabolica in maniera efficiente.

Oggi sappiamo che un campo elettromagnetico sano determina reazioni elettrochimiche altrettanto sane, viceversa quando ci sono delle distorsioni nel suo flusso si generano problemi nella rete di segnali elettromagnetici che interconnettono tutte le molecole del nostro organismo.

La scienza stessa ci mostra che ad ogni forma emotiva corrisponde un rimaneggiamento della conformazione corporea, ovvero alcune arborizzazioni delle cellule nervose vengono a terminare sulla parete di certi organi e, ad ogni emozione sperimentata in risposta a situazioni significative o particolarmente stressanti, corrisponde anche una ridistribuzione dell’energia nervosa sui diversi organi del corpo, stimolandoli di più o di meno.

Ciò significa che le complesse dinamiche vibrazionali del mondo interiore, si ripercuotono non soltanto sul nostro corpo fisico, nella regolazione neuronale, ormonale, sanguinea e cellulare, ma vanno a riverberarsi su tutta la realtà esterna, poiché i nostri pensieri e di conseguenza i nostri modi di fare parleranno il linguaggio del polo sul quale sono accordati, attirando e dando vita ad una serie di situazioni non funzionali al nostro benessere e non permettendoci di affrontare quelle esistenti con la giusta abilità.

Infatti in una condizione di forte instabilità energetica, che coincide dal punto di vista tangibile, con una grande instabilità emotiva, l’ipotalamo in risposta allo stress produce corticotropina, inducendo l’ipofisi a produrre l’ormone di rispondenza e le ghiandole surrenali, a loro volta, reagiscono producendo aldosterone e cortisolo, affinché tutte le funzioni vitali rimangano bilanciate. L’effetto positivo del cortisolo, però, può trasformarsi in negativo quando una volta spento il campanello di allarme che ha dato il via alla sua attivazione, la sua produzione non si placa apportando una serie di conseguenze dannose sul cervello e sul sistema immunitario in grado di modificare il loro equilibrio e quello dell’intero organismo, che diviene vulnerabile all’azione di agenti patogeni. Nello stato di stress il consumo energetico diventa altissimo e l’organismo finisce con l’andare ad attingere a tutte quelle riserve funzionali del corpo che pian piano si sfibra.

Il circolo del benessere e del malessere è qualcosa che si plasma e si negozia in ogni attimo della vita, in quanto in noi c’è la possibilità di scelta. Scelta intesa come consapevolezza nel capire i segnali sottili che il nostro corpo o l’ambiente ci indicano a livello frequenziale. Lo stato di salute e la vitalità dipendono, allora, essenzialmente dall’atteggiamento interiore che ci fa entrare in contatto con la volontà armonizzatrice della nostra anima capace di mettere ordine nel caos delle nostre paure.

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Carmen Di Muro

martedì 27 marzo 2018

L'intestino nella prevenzione oncologica





Perche' e' così importante l'intestino nella prevenzione oncologica?

Scritto da: Federico Perinelli

Chiedi al Naturopata

26/03/2018


Perché è così importante l'intestino nella prevenzione oncologica?

Oggi sappiamo che l’infiammazione è la madre di ogni malattia che alla base dello sviluppo di molte patologie oncologiche c’è una mancata risposta del sistema immunitario, e proprio la maggior parte di esso risiede nel nostro intestino.

Il tratto intestinale nell’uomo misura circa 400 metri quadrati, e rappresenta quindi la parte più ampia del nostro corpo a contatto con il mondo esterno. Dall’esterno possiamo ricevere stimoli e sostanze benefiche, ma anche stimoli e sostanze dannose.

Per capire il nesso tra prevenzione a livello intestinale e neoplasie è necessario riflettere sulla funzionalità delle mucose presenti nel nostro corpo e più nello specifico nel tratto intestinale. Il loro ruolo principale è di selezionare ciò che è necessario per il nostro organismo, rifiutando ed eliminando ciò che invece risulta non essere utile e dannoso.

GALT e MALT

La cosa importante è che tutte le mucose dei vari distretti del nostro corpo sono collegate tra di loro mediante una rete di cellule linfoidi che rientrano in un sistema definito come MALT (Mucosal Associated Lymphoid Tissue) e, proprio la maggior parte delle cellule linfoidi, sono concentrate nell’intestino, che per la sua importanza viene definito GALT (Gut Associated Lymphoid Tissue). Quindi agire a livello intestinale locale, significa agire a livello sistemico.

La rete GALT ricopre un importante ruolo nella regolazione dell’infiammazione, sia nell’immuno-sorveglianza che nell’immuno-tolleranza. Nello specifico il GALT ha il compito di riconoscere e distinguere tra self/no self o più semplicemente tra patogeni e non patogeni al fine di preservare l’ottimo funzionamento nella risposta immunitaria. Per far si che questo avvenga è fondamentale mantenere in efficienza le reti GALT e MALT. In pratica dobbiamo agire a livello dell’epitelio intestinale andando a rimuovere selettivamente le sostanze tossiche e la microflora patogena che occupa il nostro intestino e che, inevitabilmente, interferisce con la rete GALT creando le condizioni ottimali per una non corretta risposta immunitaria, ma anche per un male assorbimento delle sostanze nutritive. L’accumulo di queste sostanze dannose può avvenire dall’esterno (sostanze esogene come fumo, alcool, cibi industriali, inquinamento, farmaci, ecc.) o dall’ interno (sostanze endogene provenienti dagli scarti del nostro metabolismo). Anche se la provenienza è diversa entrambe portano a un identico risultato: L’infiammazione cronica delle mucose intestinali.

Ecco perché l’alimentazione è importante e si pone come una prevenzione primaria nella lotta al cancro proprio perché alcuni alimenti, quando assunti in quantità e qualità non adeguati – specialmente se manipolati geneticamente o nei quali è presente molta chimica –  possono andare ad alterare la funzionalità e l’integrità delle mucose intestinali muovendo il primo passo verso l’infiammazione che, se non debitamente risolta, può innescare situazioni patologiche ben più gravi, come appunto il cancro.

La salute in 4 mosse

Ecco 4 consigli che possono esservi utili sia per preservare la salute intestinale sia come prevenzione a molte patologie cronico-degenerative, tra le quali anche molte neoplasie:

seguite una dieta varia, sana ed equilibrata optando per cibi di coltivazione biologica, non OGM e quanto più possibile a base di frutta e verdura preferibilmente cruda. Cibi alcalinizzanti e antinfiammatori;

fate regolare attività fisica. Potrebbe essere un’ottima abitudine una veloce camminata giornaliera di almeno 30 minuti;

proteggete e salvaguardate il vostro intestino: mediante l’uso di integratori disintossicanti gastro-intestinali che effettuano una rimozione delle sostanze dannose che vi si depositano e utilizzate probiotici e prebiotici per il ripopolamento della microflora intestinale;

idratatevi in maniera opportuna.

Prevenire le malattie e il cancro è possibile:
te lo spiegano medici autorevoli sulla rivista Scienza e Conoscenza 63

Scienza e Conoscenza n. 63 - Rivista >> https://goo.gl/ddGQ6U
Nuove Scienze, Medicina non Convenzionale, Coscienza
Autori Vari

lunedì 19 marzo 2018

Cancro: la dieta crudista vegana ci protegge





Cancro: la dieta crudista vegana ci protegge? Ecco cosa dicono dli studi

Scritto da: Redazione Scienza e Conoscenza

Alimentazione e Salute | 17/03/2018


Ci sono buone basi per affermare che la dieta crudista vegana garantisce un’efficace protezione contro il cancro e può rappresentare un ausilio efficace nel trattare la malattia. Ma le evidenze scientifiche sono a oggi limitate e occorrono ulteriori studi.

Uno studio americano (Fontana 2006) ha confrontato fra loro alcuni marker metabolici del cancro (fattori di crescita e ormoni). Il fattore di crescita insulino-simile, o IGF-1, è noto per favorire lo sviluppo del tumore incrementando la divisione cellulare e ostacolando la morte delle cellule cancerose. Livelli elevati di IGF-1 sono stati associati a un aumento del rischio di cancro al seno, alla prostata e al colon. Sono stati considerati tre gruppi di ventuno partecipanti ciascuno, abbinati per età, sesso e altezza. Un gruppo, composto da individui sedentari, seguiva una dieta crudista vegana a basso contenuto calorico e proteico da almeno due anni o più. Il secondo gruppo era costituito da sportivi magri specializzati in corse di resistenza e che percorrevano 77 km a settimana in media, e il terzo consisteva in soggetti leggermente sovrappeso e sedentari, che seguivano una tipica dieta occidentale standard. L’indice di massa corporea (la misurazione del grasso corporeo), o IMC, era simile nei vegani crudisti e nei podisti, mentre era parecchio più alto nel gruppo che seguiva la dieta occidentale. I fattori di crescita (incluso l’IGF-1) erano molto più bassi nel gruppo crudista vegano rispetto a quello della dieta occidentale, e comunque più bassi rispetto ai podisti (anche considerando il grasso corporeo). I risultati dei test per diversi altri marker metabolici del rischio di cancro erano più favorevoli per i gruppi dei crudisti e degli sportivi rispetto all’altro gruppo. Benché sia i crudisti vegani sia i podisti abbiano mostrato vantaggi rispetto a chi seguiva la dieta occidentale, la dieta crudista vegana pare garantire ulteriore protezione, perché risulta associata a fattori di crescita molto più bassi, tra cui l’IGF-1.

Un piccolo studio finlandese ha messo a confronto diversi marker di laboratorio relativi alla prevenzione del cancro in quaranta donne, venti delle quali seguivano una dieta a base di cibi vivi, mentre le altre seguivano una dieta onnivora. Le prime, rispetto alle altre, hanno riportato meno danni al DNA e/o una maggiore protezione contro tali danni. Gli autori hanno notato che questa differenza era dovuta alla dieta e non agli integratori a base di antiossidanti, in quanto tali sostanze non avevano prodotto ulteriori miglioramenti nell’altro gruppo. Anche i livelli di vitamina C e betacarotene erano più alti nel gruppo che assumeva cibi vivi, mentre quelli di vitamina E erano più bassi. Malgrado i risultati non fossero statisticamente significativi (in parte a causa del piccolo numero dei partecipanti), le poche differenze importanti suggeriscono che diete a base di cibi vivi possono portare vantaggi nella riduzione del rischio di cancro.

Un secondo studio finlandese ha valutato modifiche nei marker metabolici del cancro nei partecipanti, che hanno seguito per un mese una dieta vegana a base di cibi vivi e per il mese successivo la loro dieta standard onnivora. Questi soggetti sono stati messi a confronto con un gruppo di controllo che ha seguito una dieta onnivora convenzionale per tutta la durata dello studio. I ricercatori hanno rilevato l’attività di quattro differenti enzimi fecali, ognuno dei quali è noto per generare composti tossici associati a un aumento del rischio di cancro. L’attività di tutti e quattro gli enzimi è diminuita drasticamente – con percentuali dal 33 al 66% – in una settimana dall’inizio della dieta a base di cibi vivi. Due altri metaboliti tossici si sono ridotti del 30-60% nel giro di due settimane. Tutte queste modifiche positive sono scomparse rapidamente quando i partecipanti sono tornati alla loro dieta onnivora. Nel gruppo di controllo non è stato osservato alcun cambiamento. Numerose altre ricerche hanno confermato gli effetti positivi di diete a base di cibi vivi sulla microflora intestinale e su altri fattori che favoriscono la riduzione del rischio di cancro.

Dal 1994 al 2008 sono stati condotti più di una dozzina di studi che hanno preso in esame la correlazione tra verdure cotte e crude e rischio di cancro; essi non hanno però considerato persone che seguivano diete crudiste o a base di cibi vivi; si sono invece concentrati sui possibili vantaggi di alimenti specifici o particolari componenti dei cibi. Gran parte delle ricerche ha dimostrato che aumentando il consumo di verdura diminuisce il rischio di cancro, ma i risultati sono stati migliori relativamente alle verdure crude piuttosto che a quelle cotte. Il rapporto 2007 su dieta e cancro del World Cancer Research Fund/American Institute of Cancer Research ha citato ventitré studi che hanno fornito stime differenti sul consumo di verdure crude.36 Di questi, sedici hanno dimostrato riduzioni statisticamente significative del rischio con l’assunzione di verdure crude, ed è anche emerso che i benefici aumentano quando le quantità consumate sono maggiori.

Tre revisioni della letteratura scientifica hanno attestato un beneficio molto maggiore con il consumo di verdure crude piuttosto che con quello di vegetali cotti. Una revisione del 2004 di Link e Potter della Columbia University di New York e del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle ha riguardato gli studi pubblicati dal 1994 al 2003 che avevano considerato il consumo di verdura e il rischio di diversi tipi di cancro.

Questo articolo è tratto da Mangio crudo vivo meglio, Macro Edizioni 2018

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venerdì 16 marzo 2018

La nostra salute dipende dall'intestino





La nostra salute dipende dalla salute del nostro intestino

Scritto da: Federico Perinelli

Chiedi al Naturopata

15/03/2018


La nostra salute dipende dalla salute del nostro intestino

L’idea che ci sia una stretta correlazione tra salute e intestino si diffonde dai tempi della nascita della medicina stessa. Lo stesso Ippocrate, padre della moderna Medicina, affermava che tutte le malattie hanno origine nell’intestino. Oggi più che mai questa definizione trova molte conferme provenienti da studi scientifici, ricerche e ricercatori in tutto il mondo. Già un secolo fa il biologo e immunologo russo, vincitore del premio Nobel per la Medicina nel 1908, Il'ja Il'ič Mečnikov, diffuse interessanti studi relativi alla longevità in soggetti caucasici, mettendo in evidenza come queste persone assumessero alimenti ricchi di acido lattico e fermenti lattici e come questo influenzasse la loro salute, il loro benessere e le loro aspettativa di vita. Nonostante questi significativi dati e informazioni, oggi non tutta la comunità scientifica e medica pone la giusta importanza e cura verso l’intestino. È fondamentale aumentarne la cultura, la formazione e l’informazione a partire dalle Università. Non dobbiamo dimenticarci che l’intestino viene definito il nostro secondo cervello. La nostra salute dipende molto dalla sua integrità e funzionalità.
L’intestino è la parte finale dell’apparato digerente. È suddiviso in due tratti definiti piccolo intestino o intestino Tenue e grande intestino o intestino Grasso.

Intestino Tenue

L’intestino Tenue, lungo circa 7 metri ,è separato dallo stomaco per via della valvola ileo-cecale e questa porzione di apparato digerente è suddiviso in tre tratti: il primo tratto Duodeno, il secondo tratto Digiuno, il terzo tratto Ileo. Il Duodeno termina la digestione iniziata dalla bocca e dallo stomaco, mentre il Digiuno e l’Ileo assorbono i nutrienti attraverso i villi intestinali. Gli stessi si presentano come estroflessioni della mucosa dell’intestino, rivolti verso il lume intestinale, i quali sono deputati ad aumentare la superficie dell’organo per aumentare la capacità di assorbimento dei nutrienti. Ogni villo è a sua volta costituito da microvilli. Le cellule che costituiscono villi e microvilli sono chiamate Enterociti. Il loro compito è di assorbire le sostanze nutritivi da utilizzare poi nei processi metabolici. In 1cm quadrato di mucosa intestinale possiamo contare circa 1000 villi e circa 1 miliardo di microvilli.

Intestino Grasso

L’intestino Grasso invece non presenta né villi né microvilli e rappresenta l’ultima parte dell’apparato digerente. Misura circa 2 metri. La sua principale funzione è quella di riassorbire acqua ed elettroliti e inoltre è deputato all’accumulo di sostanze di scarto, non assorbite dal Tenue, per essere poi successivamente eliminate con le feci. Il grasso è suddiviso in Cieco, Colon e Retto. Il Cieco ha un prolungamento chiamato appendice. Il Colon invece è ulteriormente suddiviso in ascendente, traverso, discendente, sigmoideo. Il retto comunica con l’esterno per via dello sfintere anale. Tutto il tratto intestinale è costituito da muscolatura, la quale è necessaria per la peristalsi e la segmentazione che scandiscono il ritmo della nostra motilità intestinale. Contrazione e rilassamento della muscolatura hanno lo scopo di far avanzare il contenuto verso il retto.

Intestino e sistema immunitario

Quanto detto può far sembrare che l’intestino abbia solamente un ruolo meccanico, ma ricopre un ruolo importante e fondamentale della nostra salute in quanto in esso risiede la maggior parte del nostro sistema immunitario. La microflora intestinale presente ci protegge da potenziali aggressioni batteriche, esplica un’azione protettiva verso sostanze dannose e alcune delle sue cellule sono immunitarie, quindi adibite alla produzione di anticorpi. Importante anche il suo ruolo nella produzione di alcune vitamine, anch’esse fondamentali per il mantenimento del nostro benessere. Possiamo concludere attribuendo al nostro intestino due funzioni principali. La prima funzione è quella di selettore specifico di sostanze nutritive di cui assicura il giusto assorbimento, la seconda è quella di protezione verso possibili aggressioni da parte di patogeni.

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giovedì 15 marzo 2018

Da cosa nasce l'ansia e come possiamo risolverla





Da cosa nasce l'ansia e come possiamo risolverla

Scritto da: Carmen Di Muro

Psicologia Quantistica

13/03/2018


Da cosa nasce l'ansia e come possiamo risolverla

Quando siamo centrati su obiettivi, stati d’animo e pensieri che non rispecchiano la nostra missione vitale più elevata, il nostro campo energetico diventa maggiormente sensibile all’azione di basse vibrazioni, che trovando terreno fecondo sul quale attecchire, non permettendogli di manifestarsi armoniosamente.

Questi nuclei di energia discordante agiscono al di fuori della consapevolezza e originano da traumi ed esperienze dolorose avvenute all’interno di relazioni intime, soprattutto nelle prime tappe dello sviluppo infantile, che plasmano il nostro mondo interiore, che non sempre raggiunge una maturazione sana, ma al contrario diventa contenitore di energie emozionali disturbanti, che possono rimanere latenti anche per tutta la vita divenendo fonte di malessere e disturbi somatici.

Ma l’attimo presente ci dà sempre la possibilità di evolvere, cambiare e aprirci in modo diverso al ventaglio delle possibilità, di risolvere e chiudere i conti con un passato doloroso e di trasformare la vecchia energia in luce di guarigione. Infatti, la maggior parte delle situazioni intercorrenti fanno da stimolo per l’emersione di emozioni non digerite, bloccate per delle ragioni che attingono a come la vita emotiva della persona è stata modellata. Ma attraverso cosa possiamo capire che si sono creati dei sedimenti energetici che inibiscono il sano funzionamento del nostro mondo interiore? Tramite quell’energia di fondo che funge da bussola per direzionarsi nelle onde dell’universo emotivo: l’ansia. Nella maggior parte delle situazioni quotidiane, l’ansia viene colta da ognuno come emozione in sé, ma al contrario è solo il segnale di un groviglio di energie emozionali che si agita dentro di noi e che non sappiamo decifrare.

Da cosa nasce l'ansia?

È questa l’energia che ci dirotta in quella tensione perenne tra passato e futuro: anticipando ciò che deve venire e allo stesso tempo, bloccandoci in un passato che non vogliamo rivivere. L’ansia è frutto di diverse dinamiche interiori e delle relazioni che intessiamo con gli altri. Al di sotto di essa, c’è sempre uno stato emotivo celato, che molto spesso viene inibito nel suo manifestarsi, soprattutto quando trova origine nei confronti di quell’“alterità” significativa da cui ci lasciamo sottilmente direzionare e che, senza saperlo, diventa fonte di emozioni sia positive che negative. Positive perché è ciò che dà alla nostra vita stabilità, e negative perché, al contempo, non rispecchia profondamente il nostro modo di essere. Ed è proprio quando lo scarto tra un sentire positivo e negativo nei confronti di una situazione o una persona che abbiamo a cuore aumenta, che sorgono i problemi. Si entra in uno stato di conflitto interiore, e per camuffare la rabbia, la paura, mista all’amore, sentimenti questi apparentemente inconciliabili, il nostro essere reagisce producendo una struttura di “energia ansiosa” che ci tutela, per non mettersi di fronte allo specchio, per evitare il confronto con se stessi e con ciò che proviamo.

Partendo da questo sentire che toglie il fiato, però, ci è data la possibilità di addentrarci in punta di piedi nella nostra intimità, per capire meglio di noi, ciò che non sappiamo e che ci fa paura vedere, lasciandoci traghettare dolcemente lungo il viaggio che essa compie all’interno del nostro organismo. E la scienza oggi ci aiuta sempre più a decifrarne i segnali, direzionando il nostro sguardo verso la presa d’atto delle vie di scarico corporee che l’ansia utilizza per manifestarsi, offrendo una mappa delle emozioni inconsce e sepolte che la generano e delle relative difese utilizzate per evitare di sentire qualcosa che emerge e che fa male. Ed è proprio allora che per evitarne il contatto noi la schiacciamo giù, la reprimiamo attivando difese che danno luogo alla maggior parte di quei sintomi somatici, che diventano voce narrante di una storia di dolore che solca le tracce dell’anima. E il corpo non mente, con i suoi malesseri, i suoi affanni, i suoi dolori.

Ma la nostra vecchia storia può divenire nuova storia nel momento in cui si contattano le emozioni inespresse, lasciandole scorrere liberamente, riportandole alla coscienza e riconoscendole come flusso energetico che muove la nostra carne. Ed è qui che un cammino di psicoterapia centrato sull’integrazione diviene la strada capace di illuminare l’intimità interiore, fino alla ricomprensione del sé più profondo che conduce all’anima.

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Carmen Di Muro

mercoledì 7 marzo 2018

Prevenire le malattie si puo': con la vitamina D





Prevenire le malattie si puo': con la vitamina D

Ce lo spiega la dottoressa Rasio

Scritto da: Redazione Scienza e Conoscenza

Medicina Non Convenzionale | 05/03/2018


Prevenire le malattie si può: con la vitamina D. Ce lo spiega la dottoressa Rasio

Oggi la ricerca scientifica afferma che possiamo prevenire l’8% di tutti i tumori con una buona esposizione ai raggi solari. Ma non ci avevano detto che il sole fa male e che è proprio lui a provocare il famigerato melanoma, il più grave e subdolo tra i tumori della pelle? Il sole, allora, ci fa male o ci fa bene? Dobbiamo prenderlo o dobbiamo fuggirlo e proteggerci con strati e strati di crema? Per trovare il bandolo della matassa abbiamo incontrato la dottoressa Debora Rasio, la quale ci ha spiegato quanto il sole e la vitamina D siano fondamentali per la nostra salute.

Scienza e Conoscenza - Qual è la relazione tra vitamina D e tumori?

Debora Rasio - La relazione è molto stretta. Ed è iniziata ad emergere analizzando i risultati ottenuti dagli studi epidemiologici - condotti su milioni di persone in tutto il mondo - che hanno dimostrato consistentemente che dove c’è più luce solare ci sono meno tumori. In particolar modo c’è una relazione diretta fra l’irradianza ultravioletta B, ovvero la quantità di luce solare calda, che nei nostri climi temperati raggiunge la crosta terrestre soltanto in estate quando il sole è a picco, quindi tra le 11:30 e le 15:00, e l’incidenza di tumori. Più radiazione UVB, meno tumori. Dobbiamo sottolineare che i raggi UVB sono gli unici che producono vitamina D e dunque solo esponendoci al sole nelle ore calde possiamo ottimizzare la produzione di questo importante nutriente. Nell’Italia del Nord, quindi, ci si ammala di più di tumore che nell’Italia del Sud. Nell’Europa del Nord ci si ammala di più di tumore rispetto all’Europa del Sud, così come nell’America del Nord rispetto a quella del Sud e così via.

È un dato molto forte che ovviamente doveva essere confermato da ulteriori studi. Il secondo step è stato quello di vedere se c’era una correlazione fra i livelli di vitamina D delle persone e il loro rischio di sviluppare tumori. Anche qui si è visto che più sono alti i livelli di vitamina D nel sangue, minore è l’incidenza di ben 19 tipi di tumore, praticamente tutti i principali. Andando ad analizzare quelli che sono più fortemente in rapporto con le concentrazioni di vitamina D, troviamo anche i tre grandi killer: il tumore al seno, alla prostata e al colon. Detto questo, anche altri tumori come quello polmonare e pancreatico continuano a mostrare una correlazione diretta, seppure non così forte.

Scienza e Conoscenza - Quindi, quando la scienza medica continua a raccomandare alle persone di non esporsi alla luce del sole, sta davvero facendo una raccomandazione basata sull’evidenza scientifica? Sta davvero facendo la raccomandazione migliore per la salute delle persone, oppure no?

Debora Rasio -Ebbene, emerge dai dati che le radiazioni ultraviolette sono anche cancerogene, cioè coinvolte nello sviluppo di alcuni tumori. I tumori che dipendono da un’esposizione al sole sono quelli cutanei, soprattutto i più benigni. I tumori del pescatore, i tumori del contadino, ovvero di coloro che hanno avuto una sovra-esposizione alla luce del sole, sono infatti i basaliomi e i carcinomi spinocellulari di natura tendenzialmente benigna. Ma c'è di più...

Chi è Debora Rasio

Specialista in Oncologia, ricercatrice in Scienze Tecniche e Dietetiche Applicate – Sapienza Università di Roma.
Dopo la Laurea in Medicina e Chirurgia, conseguita con Lode presso la Sapienza Università di Roma, si specializza in Oncologia Medica presso la stessa Università, sempre con lode.
Dal 1993 al 1997 svolge attività di ricerca all'estero presso il Kimmel Cancer Center della Thomas Jefferson University di Philadelphia presso i prestigiosi laboratori del prof Carlo M. Croce. Nel 1998 consegue l'abilitazione alla professione medica negli USA ed è Visiting Physician presso il Columbia-Presbyterian Hospital e il Mount Sinai Hospital a New York.
Dal 1999 al 2001, lavora presso il Gary Null's Anti-Aging Center di New York, occupandosi di medicina naturale.
Ricercatrice in Scienze Tecniche Dietetiche Applicate presso l'Università La Sapienza di Roma, Debora Rasio è anche dirigente medico nutrizionista presso l'Azienda Ospedaliera S. Andrea, ed è Segretario Organizzativo e docente presso il Master di II livello in Nutrizione Clinica e Metabolismo dell'Università la Sapienza di Roma.
Collabora con varie trasmissioni televisive, come Uno Mattina di RaiUno e fuoriTG3, A Conti Fatti (RaiUno), Buongiorno Benessere (RaiUno) e Cose dell'altro Gheo (RaiTre), scrive per la rivista Pleinair e cura la rubrica radiofonica settimanale Salute e benessere su Radio Monte Carlo.
Autrice di articoli peer-reviewed e relatrice a congressi nazionali, tiene numerosi corsi, pratici e teorici, sui principi di un'alimentazione sana, la prevenzione delle malattie e la salvaguardia della salute.

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