lunedì 27 dicembre 2021

Il «piccolo cervello» contenuto nel cuore


Il «piccolo cervello» contenuto nel cuore

Consapevolezza

>> https://bit.ly/3sbnsPG

Nel 1991 una scoperta scientifica pubblicata in un articolo sottoposto a revisione paritaria mise a tacere qualunque residuo di dubbio sul variegato ruolo del cuore all’interno del corpo. Il nome della rivista ci fornisce un indizio riguardo alla scoperta: «Neurocardiology». Tutto è incentrato sull’intimo rapporto che collega fra loro il nostro cuore e il nostro cervello.

Redazione - Scienza e Conoscenza - 26/12/2021

Il famoso autore e conferenziere Gregg Braden, nel suo libro La Resilienza con il Cuore, spiega in modo esauriente la connessione tra cuore e cervello.

A cura di Elena Sanda Chira, coordinatrice della collana Scienza e Conoscenza

Una straordinaria scoperta: il cuore ha un cervello!

La scoperta descriveva questo potente rapporto, che in passato era stato ignorato. Una squadra di scienziati, diretta dal dottor J. Andrew Armour dell’Università di Montreal, aveva scoperto che circa 40.000 neuroni specializzati, denominati neuriti sensori, formano una rete di comunicazione all’interno del cuore stesso. Per chiarezza, il termine neurone descrive una cellula specializzata che può venire sollecitata (stimolata elettricamente) in modo tale da permetterle di condividere informazioni con altre cellule del corpo. Nonostante un vasto numero di neuroni sia ovviamente concentrato nel cervello e lungo il midollo spinale, la scoperta di queste cellule all’interno del cuore, e in minor numero all’interno di altri organi, permette una nuova comprensione del livello di comunicazione vigente in tutto il corpo. I neuriti sono minuscole propaggini che si diramano dal corpo centrale del neurone, per assolvere a diverse funzioni. Taluni prelevano informazioni dal neurone per connettersi ad altre cellule, mentre altri captano segnali da varie fonti e li trasportano verso il neurone.

Ciò che rende talmente eccezionale questa scoperta è che i neuriti presenti nel cuore replicano molte delle stesse funzioni rilevate nel cervello. Detto in parole semplici, Armour e colleghi scoprirono ciò che in seguito ha notoriamente assunto il nome di «piccolo cervello» del cuore. E sono i neuriti specializzati a rendere possibile il piccolo cervello. Citando gli scienziati a cui si deve la scoperta: «Il “cervello del cuore” è una rete intricata di nervi, neurotrasmettitori, proteine e cellule di supporto simili a quelli riscontrabili nel cervello vero e proprio».

Che ruolo ha il cervello del cuore?

Un ruolo chiave del cervello del cuore consiste nel rilevare i cambiamenti che avvengono nell’organismo, quali i livelli degli ormoni e di altre sostanze chimiche, per poi comunicarli al cervello affinché quest’ultimo possa soddisfare adeguatamente i nostri bisogni. Il cervello del cuore espleta questo compito convertendo il linguaggio del corpo (la chimica) nel linguaggio elettrico del sistema nervoso, per renderlo comprensibile al cervello. I messaggi in codice del cuore, per esempio, informano il cervello su quando il nostro fabbisogno di adrenalina aumenta durante una situazione stressante, o su quando è sicuro diminuire la secrezione adrenalitica e concentrarsi sulla costruzione di una risposta immunitaria più forte. Una volta scoperto il piccolo cervello nel cuore, è emerso anche il suo ruolo in varie funzioni non del tutto riconosciute in passato.

Esse includono:

• emanare la conoscenza generata dal cuore, nota come «intelligenza cardiaca».

• Promuovere stati intenzionali di intuizione profonda.

• Permettere l’espressione di abilità precognitive intenzionali.

• Dirigere la comunicazione fra il cuore e i neuriti sensori in altri organi del corpo.

Come funziona il piccolo cervello cardiaco?

Si è appurato che il piccolo cervello cardiaco funziona secondo due modalità distinte ma correlate.

Esso può agire…

1. …in autonomia rispetto al cervello craniale per pensare, apprendere, ricordare e perfino percepire autonomamente i nostri mondi interiore ed esteriore;

2. …in sintonia con il cervello craniale per darci il beneficio di una singola, potente rete neurale condivisa dai due organi distinti.

La scoperta del dottor Armour ha trasformato per sempre il modo in cui ci è stato insegnato di concepire noi stessi. Dà un nuovo significato a ciò che è possibile e a ciò di cui siamo capaci in termini dei ruoli fisiologici rivestiti dal cuore e dal cervello. Con le parole del dottor Armour, possiamo dire che «in anni recenti è ormai divenuto evidente che esiste una sofisticata forma di interazione tra cuore e cervello, nella quale ciascuno dei due influisce sul funzionamento dell’altro». Il nuovo campo della neurocardiologia, la scienza che esplora il significato di una simile scoperta, sta appena cominciando a mettersi in pari con la realtà della nostra esperienza quotidiana. Questo è particolarmente evidente quando si prendono in esame i princìpi presentati da alcune delle nostre più antiche e amate tradizioni spirituali.

Il cuore nelle antiche saggezze

Da molto tempo le tradizioni indigene sostengono che il cuore ricopre nella nostra vita un ruolo cruciale, che va molto al di là di quello di una semplice pompa muscolare. Anche se il concetto di “cuore come pompa” non è messo da parte da tali tradizioni, sono le virtù del cuore poste al di là della sua funzione meccanica, quelle evidenziate dagli antichi saperi. Quasi tutti gli insegnamenti storici elevano il ruolo del cuore ponendolo a un livello dal quale esercita un influsso diretto sulla nostra personalità, la nostra vita quotidiana e la nostra capacità di fare scelte morali per distinguere fra il bene e il male, discriminando fra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.

Macario, il santo copto a cui si deve la fondazione di un antico monastero egizio che porta il suo nome, riuscì a catturare con grande maestria questi livelli di potenzialità all’interno del cuore, quando affermò: “[Il cuore stesso], infatti, è come un piccolissimo vaso; eppure lì vi sono draghi, leoni, bestie velenose, tutti i tesori dei vizi; lì si trovano anche vie aspre e scabrose, precipizi. D’altronde, però, lì c’è anche Dio, gli angeli, la vita e il regno, la luce e gli apostoli, i tesori della grazia, tutte le cose, insomma.

” Fra «tutte le cose» citate da san Macario oggi dobbiamo includere le nuove scoperte che documentano la capacità del cuore umano di ricordare gli eventi della vita, perfino quando l’organo non è più presente nel corpo della persona che li ha vissuti.

Scopri La Resilienza con il Cuore:

La Resilienza con il Cuore — Libro >> https://bit.ly/3sbnsPG

Come Crescere in Situazioni Estreme

Gregg Braden

www.macrolibrarsi.it/libri/__la-resilienza-con-il-cuore.php?pn=1567


giovedì 16 dicembre 2021

La Resilienza con il Cuore


La Resilienza con il Cuore

Il potere di superare le situazioni estreme e crescere in periodi di crisi

Consapevolezza

>> https://bit.ly/3sbnsPG

Nel suo libro, La resilienza con il cuore, Gregg Braden descrive alcuni aspetti del cambiamento in corso e ci indica come usare il potere del nostro cuore per realizzare la resilienza nelle nostre vite, nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità.

Redazione - Scienza e Conoscenza - 15/12/2021

A cura di Elena Sanda Chira, coordinatrice della Collana Scienza e Conoscenza

Sebbene si sia sempre dovuto lottare contro i disastri naturali, ora vanno prese in considerazione anche nuove classi di criticità, definite come “indotte dall’uomo”. Alcuni studi recenti, come quelli citati nel numero speciale di «Scientific American», Crossroads for Planet Earth affermano che «i prossimi anni saranno decisivi nel decretare se la razza umana, che ora sta facendo il suo ingresso in un periodo unico della sua storia, possa assicurarsi il miglior futuro possibile».

La buona notizia che ci giunge dagli esperti di quasi tutto il mondo è che «se coloro che devono prendere le decisioni riusciranno a inquadrare bene la situazione, il futuro dell’umanità sarà assicurato da migliaia di decisioni quotidiane”.

È nei dettagli della vita di tutti i giorni che «si fanno i progressi più profondi».

Senza alcun dubbio, nel prossimo futuro a ciascuno di noi toccherà di prendere innumerevoli decisioni. Una delle più profonde, e forse delle più semplici, sarà quella di far posto a ciò che la nuova scienza ci ha mostrato riguardo a chi siamo e al nostro ruolo nel mondo. Se riusciamo ad accettare, anziché negare, la solida evidenza che le singole scienze ci stanno indicando, tutto cambierà. Grazie a quel cambiamento, potremo ricominciare da capo. Sebbene per alcuni le possibilità a cui fanno accenno le nuove scoperte rappresentino un modo nuovo di vedere il mondo, per altri esse scuotono le fondamenta di una radicata tradizione.

Talvolta è più facile affidarsi alle false ipotesi di una scienza superata, che accogliere informazioni capaci di trasformare tutto ciò che comprendiamo. Facendolo, però, si vive nell’illusione di una menzogna. Mentiamo a noi stessi sulla nostra identità e sulle potenzialità che ci attendono. Mentiamo a coloro che si fidano di noi e si affidano al nostro insegnamento per apprendere le grandi verità del nostro mondo che sono state scoperte di recente.

La Paura: il peggior nemico della resilienza

«Proferiamo menzogne quando abbiamo paura [...] paura di ciò che non sappiamo, paura di cosa penseranno gli altri, paura di ciò che scopriranno su di noi. Ma ogni volta che diciamo una bugia, la cosa che temiamo si rafforza». Tad Williams, autore di libri di fantascienza.

Quando le scoperte di oggi ci dicono che gli insegnamenti del passato non sono più veri, dobbiamo fare una scelta: continuiamo a insegnare i falsi princìpi, assumendoci le conseguenze delle false ipotesi? Se lo facciamo, allora dobbiamo rispondere a una domanda ancor più profonda: che cosa temiamo? Cosa c’è di tanto minaccioso per il nostro stile di vita, nel conoscere le più profonde verità su chi siamo, sulle nostre origini e sul rapporto che intratteniamo con i nostri simili e con la Terra? Riuscire a dare una risposta a queste domande potrebbe trasformarsi nella maggiore sfida dei nostri tempi. Ci obbliga a rispondere alla grande domanda che a taluni ispira un senso di disagio e che ad altri lascia percepire una minaccia:

Siamo in grado di affrontare la verità che ci siamo chiesti di scoprire? Abbiamo il coraggio di accettare ciò che la scienza più avanzata di oggi sta rivelando su chi siamo nell’universo e qual è il nostro posto nel mondo?

Se la risposta è affermativa, allora dobbiamo anche accettare la responsabilità che viene dal sapere di poter cambiare il mondo, cambiando noi stessi. La nostra disponibilità ad accogliere le profonde verità dell’esistenza rappresenta la chiave per stabilire se i nostri figli sopravviveranno alle scelte che faremo e se, a loro volta, avranno l’opportunità di esplorare le ulteriori profonde verità che scopriranno durante loro vita. La riluttanza a diffondere le nuove scoperte scientifiche nei principali media, nelle aule e nei manuali scolastici ci mantiene bloccati nel tipo di pensiero che ha condotto alle maggiori crisi della storia umana.

Il Cambiamento: un'occasione per migliorare la vita

Il cambiamento ha sempre avuto un ruolo nella storia umana, che ha stabilito una sorprendente serie di successi nel trasformare in positivo le crisi estreme. La geologia ci racconta che circa 20.000-30.000 anni fa il clima del mondo subì un brusco cambiamento e che ciò accadde in maniera eclatante. La storia geologica terrestre, grazie al ritrovamento di carcasse ben conservate di mammut lanoso con ancora in bocca i resti dell’ultimo boccone, e grazie alla scoperta di piante tropicali fossili nell’Antartico, ci conferma che in passato il clima subì un mutamento drammatico, secondo modalità che hanno dato ai nostri avi poco tempo per adattarsi. Sappiamo che riuscirono ad adattarsi al cambiamento inatteso e che tale capacità diede buoni risultati. Non solo sopravvissero, ma la popolazione crebbe e i loro discendenti, i nostri progenitori, migrarono in tutto il mondo.

In tempi più recenti abbiamo dimostrato la nostra bravura nello stringerci gli uni agli altri per formare una famiglia globale che ci consentisse di superare alcune delle maggiori trasformazioni avvenute nel mondo moderno. Il punto è che, nell’affrontare i grandi problemi della storia, ci siamo sempre elevati all’altezza del compito, generando il livello di cooperazione necessario per affrontare la sfida. In passato, però, la situazione presentava una differenza fondamentale.

Durante i maggiori cambiamenti avvenuti nel mondo ci siamo sempre confrontati con una sola crisi per volta, per esempio un crollo economico, una devastazione bellica o una malattia pandemica. Sappiamo quindi di essere in grado di gestire bene una sfida alla volta. Ciò che oggi rende così profondamente diversa la situazione è che stiamo affrontando svariate crisi che convergono nella stessa finestra temporale. È proprio questo il dato che rende la nostra epoca di eventi estremi così diversa dal passato. Per affrontare con successo la sfida che ci attende dobbiamo rispondere a tre domande fondamentali. In quanto individui, comunità e nazioni, oltre che come famiglia globale, dobbiamo guardare dritto nello specchio della nostra vita e chiederci:

Come possiamo risolvere i problemi che ci stanno di fronte se non siamo onesti rispetto a essi?

Siamo disposti ad accettare le nuove scoperte che ci rivelano le più profonde verità sul nostro rapporto con noi stessi e col mondo?

Come possiamo adattarci a un mondo in transizione applicando i princìpi della scienza e della spiritualità moderne alla nostra vita quotidiana?

La resilienza con il cuore può essere una valida via d’uscita dalla profonda crisi d’identità in cui ci troviamo ora.

La Resilienza con il Cuore — Libro >> https://bit.ly/3sbnsPG

Come Crescere in Situazioni Estreme

Gregg Braden

www.macrolibrarsi.it/libri/__la-resilienza-con-il-cuore.php?pn=1567


sabato 11 dicembre 2021

Connessioni medicina e geometria sacra


Le connessioni fra medicina e geometria sacra

Medicina Quantistica e Bioenergetica

>> https://bit.ly/3pCHMGA

Le interessanti relazioni fra proporzione aurea, matematica e auricologia.

Redazione - Scienza e Conoscenza - 03/12/2021

Articolo di Nathalie Tahan - Tratto da Scienza e Conoscenza n. 78

Cosa c’entrano la proporzione aurea e la matematica con l’auricologia? Per rispondere a questa domanda, esaminiamo prima da vicino l’orecchio esterno. Su alcuni libri di anatomia, leggiamo che il padiglione auricolare ha la forma di una parabola, ideale per assicurare una buona ricezione dei suoni e per convogliarli verso il meato acustico.

Il suo ruolo è quindi definito come funzionale alla meccanica del suono, agendo come un’antenna, e permettendo all’uomo di percepire tutti i suoni presenti nel suo ambiente.

Non è poco! Possiamo anche pensare che tutte le strutture visibili, come trago, antitrago, elice, antelice, conca, siano utili appunto alla ricezione di tali suoni. Con l’Auricologia però, scopriamo la corrispondenza esistente tra l’orecchio esterno e l’organismo intero, chiaramente espressa dall’immagine di un feto rovesciato, con il lobo rappresentante la testa, l’antelice rappresentante la colonna vertebrale e così via...

Capiamo così che l’orecchio serve da mappa nel contesto della Riflessologia e quindi rappresenta uno dei vari microsistemi riflessi conosciuti, che ci permettono di intervenire su una piccola parte del corpo per avere una risposta in una parte più grande oppure più nascosta.

Ma se guardiamo più attentamente, oltre a vedere un feto con la testa in giù, ci rendiamo conto che a partire da un punto della fossa triangolare, posta nella parte superiore dell’orecchio, possiamo disegnare una spirale logaritmica.

La spirale logaritmica si costruisce in una successione di rettangoli aurei e non ha fine. Il rettangolo aureo è costruito rispettando le proporzioni della sezione aurea.

Che cos’è la sezione aurea e com’è stata scoperta?

Fibonacci, matematico del XII secolo, trova la soluzione ad un problema di matematica che riguarda la riproduzione di conigli. Questa so-luzione, conosciuta oggi come la successione di Fibonacci, è una serie di numeri in cui ciascun termine, a partire dal terzo, è uguale alla somma dei due termini precedenti.

Curiosamente, il rapporto tra due numeri successivi tende progressivamente verso Phi φ cioè il numero aureo (1,6180339887...) senza mai raggiungerlo. Per esempio, 8:5=1,6; 13/8=1,625;...377/233=1, 61802...

Questo numero è un numero irrazionale, come il più conosciuto Pi greco Π, ed è presente in Natura, sotto forma della spirale aurea del nautilus, o nella disposizione dei petali del girasole. Conosciuto già nell’antichità, è stato messo in evidenza nel Rinascimento grazie appunto a Fibonacci e a Luca Pacioli. Nel corpo umano ritroviamo la proporzione aurea, come l’ha illustrato magistralmente Leonardo da Vinci nel suo Uomo Vitruviano. [continua...]

L'AUTRICE

Dott.ssa Nathalie Tahan

Laureata in Medicina e Chirurgia (Università di Bologna), Master in Auricoloterapia (ScuolaTao Bologna) e studiosa di Agopuntura.

Già laureata in Matematica (New York University, NY USA) con Master in Nutrizione (Columbia University, NY USA).

CONTINUA LA LETTURA SU SCIENZA E CONOSCENZA N.78

Scienza e Conoscenza - n.78 - La Vita è Vibrazione — Rivista >> https://bit.ly/3pCHMGA 

La frequenza primordiale e la geometria sacra alla base della vita dell'Universo

AA. VV.

www.macrolibrarsi.it/libri/__scienza-e-conoscenza-78.php?pn=1567


venerdì 10 dicembre 2021

Energia, suono, frequenze nella Geometria Sacra


Energia, suono, frequenze, vibrazioni e risonanza nella Geometria Sacra

Archeologia Segreta

>> https://bit.ly/3pCHMGA

Sam Osmanagich, scopritore delle Piramidi bosniache, e Michael Tellinger, ricercatore eclettico e studioso dei Cerchi di pietra in Arica del Sud, hanno dedicato gran parte della loro vita allo studio delle civiltà antiche. Li abbiamo intervistati per comprendere meglio l'importanza delle loro scoperte.

Redazione - Scienza e Conoscenza - 01/12/2021

Intervista a Sam Osmanagich e a Michael Tellinger a cura di Cristina Redi

Il tipo di ricerca da loro condotta ha un’impronta multidisciplinare che consente di studiare e analizzare i siti archeologici non solo dal punto di vista storico, ma sotto molti altri aspetti, avvalendosi di esperti in diversi settori.

Caratteristica dominante di molti siti antichissimi in tutto il mondo, è la presenza di campi energetici molto forti e di frequenze ben definite.

Ho avuto il piacere di collaborare con entrambi, di tradurre i loro libri e di divulgare nel nostro Paese i loro progetti di ricerca. In questa intervista cerchiamo di approfondire con loro il tema energia e suono.

Secondo la ricerca multidisciplinare che avete condotto nei siti archeologici (Piramidi bosniache e Cerchi di pietre in Africa del Sud), l’energia è risultata essere la caratteristica più importante. Potete dirci che cos’è l’energia e da dove proviene?

S.O.: Cos’è l’energia? L’energia è movimento. L’energia è capacità di cambiare. L’energia è capacità di produrre, amplificare o ridurre il campo energetico, che può essere elettrico, magnetico, cinetico, meccanico... anche l’amore crea un campo energetico! Possiamo percepire e possiamo anche misurare molti campi di energia, ma non abbiamo ancora la strumentazione scientifica adeguata per misurare i numerosi campi di energia esistenti nell’Universo. Da dove proviene l’energia? Dalla creazione. Facciamo un’ipotesi: se vogliamo “personificare” la creazione, il Creatore ha iniziato con il pensiero, poi ha prodotto il suono, la vibrazione (risonanza) e poi ha “giocato” con le diverse frequenze e con la loro intensità creando così l’Universo.

M.T.: È probabilmente la domanda più complessa in assoluto. Ogni scienziato o ricercatore ha la propria interpretazione del concetto di energia: ciò che permette alle piante di crescere, l’elettricità che alimenta la nostra industria e le nostre case, ciò che fa muovere un motore, il qi prana…

Ma infine, l’energia sembra essere la fonte trainante di tutto ciò che è intorno e dentro di noi. Ogni definizione è molto evasiva. Non so se saremo mai davvero in grado di comprendere l’energia fino a quando non capiremo a fondo come si manifesta e da dove proviene. La scienza convenzionale ci dice che tutto nasce dal big bang; che tutta l’energia nell’Universo proviene da quella fonte primordiale chiamata “singolarità”. Cos’è la singolarità? Sembra essere solo teoria. Ogni volta che abbiamo a che fare con la scienza mainstream sembra esserci più teoria che fatti scientifici concreti. Tendiamo ad accettare come fatto scientifico ciò che ci viene presentato, ma che in realtà è basato su teorie molto prossime ad essere convalidate. Queste entrano a far parte della nostra vita, si radicano nella nostra cultura, nel nostro sistema educativo e cominciamo a ritenerle fatti scientifici concreti. Attraverso questo meccanismo si crea una resistenza al cambiamento e all’accettazione di nuove conoscenze e scoperte.

Tornando all’energia, questa sembra comunque essere la fonte di tutto nella nostra realtà, sia che si tratti di energia cinetica, sonora, magnetica, luminosa o di altri tipi di forze. Oggi come 100 anni fa ‒ quando con la fisica quantistica si è iniziato a scomporre gli atomi e a osservare le particelle subatomiche ‒ ogni risposta a questa domanda è evasiva.

Sam, il concetto di energia delle civiltà antiche era diverso dal nostro?

S.O.: La differenza principale tra la nostra civiltà del XXI secolo e alcune delle civiltà antiche avanzate è proprio nel concetto di energia. Il nostro si basa sulla sua produzione di energia da varie fonti: il carbone (sporco, inquinante, limitato e costoso), il petrolio e il gas (sporchi, inquinanti, limitati e costosi), il nucleare (contaminante ed estremamente costoso). Il concetto di energia degli antichi si basava invece sull’amplificazione dell’energia prodotta da sorgenti naturali tramite l’utilizzo di forme geometriche, come la piramide, il cono e il cerchio, e...[continua]

CONTINUA LA LETTURA DI QUESTO ARTICOLO SU SCIENZA E CONOSCENZA N. 78

Scienza e Conoscenza - n.78 - La Vita è Vibrazione — Rivista >> https://bit.ly/3pCHMGA

La frequenza primordiale e la geometria sacra alla base della vita dell'Universo

AA. VV.

www.macrolibrarsi.it/libri/__scienza-e-conoscenza-78.php?pn=1567


giovedì 9 dicembre 2021

Le vibrazioni della Vita


Le vibrazioni della Vita

Consapevolezza

>> https://bit.ly/3pCHMGA

La musica è una prerogativa essenziale per ogni forma di vita. Fin dalle origini dell’uomo, e oltre ai confini dello spazio e del tempo, il nostro corpo fisico, emozionale e spirituale è attratto da alcune situazioni: sensazioni di benessere, di calma, di salute, di conforto; sono tutti modelli che ricerchiamo da sempre, un po’ come la luce, il buon cibo, l’esercizio fisico, il riposo, la cura verso il nostro corpo.

Redazione - Scienza e Conoscenza - 14/11/2021

Articolo a cura di Emiliano Toso

Sebbene l’utilizzo della musica sia riconosciuto come un grande strumento di aiuto in ogni epoca storica e in ogni cultura esistita sulla Terra, non è mai stato semplice quantificare in modo completo gli effetti terapeutici dell’ascolto a livello biologico e medico.

Ciò potrebbe essere determinato dalla mancanza di strumenti adatti alla misurazione in quanto, soprattutto quando si fa esperienza della musica, entrano in gioco innumerevoli fattori tra cui la soggettività dell’ascolto e gli strumenti di misura.

Tuttavia negli ultimi anni, grazie ai progressi della scienza, della strumentazione utilizzata nell’analisi e soprattutto all’integrazione della medicina tradizionale con quella chiamata “di confine”, l’uomo ha portato a termine preziosi studi che testimoniano in modo profondo i benefici dell’ascolto della musica a tutti i livelli del nostro corpo, dimostrando le dinamiche celebrali che portano al piacere dell’ascolto, i corrispondenti effetti a livello biochimico e biofisico e i relativi benefici a livello terapeutico.

Emozioni, cervello e ormoni

Esistono molti studi in letteratura che descrivono la relazione tra l’ascolto della musica, le emozioni, le diverse parti del cervello e gli ormoni coinvolti in questi meccanismi.

A livello fisico ci sono studi che hanno dimostrato gli effetti della musica sul battito cardiaco, la frequenza respiratoria, la sudorazione, la temperatura corporea, la conduttanza della pelle, la tensione muscolare e altre risposte del sistema nervoso autonomo (Blood et al. 1999) e ciò dimostra, già a livello terapeutico, il motivo per cui la musica venga utilizzata per un bilanciamento fisico e fisiologico, per il radicamento a terra o per una maggior centratura.

L’ascolto della musica ha anche dimostrato di intervenire nelle dinamiche che riducono il dolore, l’ansia e lo stress (DiLeo 2007, Nilsson 2008 e Koelsch 2012). Ogni organismo vivente ricerca il mantenimento dell’omeostasi e lo stress può essere definito come una risposta neurochimica alla perdita di equilibrio omeostatico, spingendo l’organismo a impegnarsi in attività che lo possano ripristinare; la musica è dunque importante in queste attività che riducono lo stress e sono altamente protettive nei confronti della malattia (Dimsdale 2008).

Dimsdale (2003) ha rilevato gli effetti della musica sulla riduzione dello stress associato alla performance a scuola e al lavoro e riporta un abbassamento più rapido del cortisolo (noto marcatore dello stress) nei soggetti che hanno ascoltato musica rilassante ogni 15 minuti fino a 2 ore dal termine del lavoro. [continua...]

CONTINUA LA LETTURA SU SCIENZA E CONOSCENZA N. 78 e leggerai

La musica influenza la biochimica del corpo

Musica ed espressione genetica

Il principio di risonanza: dalla musica all’uomo

Scienza e Conoscenza - n.78 - La Vita è Vibrazione — Rivista >> https://bit.ly/3pCHMGA

La frequenza primordiale e la geometria sacra alla base della vita dell'Universo

AA. VV.

www.macrolibrarsi.it/libri/__scienza-e-conoscenza-78.php?pn=1567


martedì 7 dicembre 2021

Scienza e Conoscenza - n.78 - La Vita è Vibrazione


Scienza e Conoscenza - n.78 - La Vita è Vibrazione

La frequenza primordiale e la geometria sacra alla base della vita dell'Universo

>> https://bit.ly/3pCHMGA

C’è una sinfonia di base, una vibrazione primordiale che guida tutto ciò che è presente nell’Universo e ogni essere vivente entra in risonanza con questa sinfonia.

Il concetto che ha ispirato questo nuovo numero di Scienza e conoscenza e i suoi approfondimenti è che la nostra esistenza, tutta la materia, tutta la vita, tutte le esperienze, esistono nel mondo fisico delle frequenze. Da ciò si evince che tutto ciò che ci circonda, assolutamente tutto è fatto di frequenze.

Anche la salute e la malattia sono legate a questo concetto visto che ogni nostra cellula o organo risuonano con una propria frequenza e anche i nostri pensieri agiscono allo stesso modo.

Tutti i tessuti biologici possono ricevere, trasdurre e trasmettere vibrazioni elettriche, oscillazioni acustiche, magnetiche e termiche quindi tutto vibra, tutto oscilla sia nella materia visibile che in ciò che è invisibile ai nostri occhi.

Tutto ciò che è vitale comunica in un intreccio di frequenze e geometrie: dagli angoli dei legami atomici nelle molecole degli aminoacidi fino alle spirali del DNA; tutto risponde a codici e progressioni geometriche eterne.

Sia Platone che Pitagora consideravano sacre le sezioni auree dei segmenti di un pentagramma e la proporzione del PHI appare in natura in tantissime forme: dalle conchiglie alle foglie per non parlare dell’atomo stesso. Ecco perché tanti scienziati, medici e ricercatori di ogni campo e in ogni era si sono interessati di geometria sacra e delle sue manifestazioni naturali o di quelle create dall’uomo anche in epoche antichissime.

Vi cito le parole del Dott. Antonio Morandi – di cui troverete un articolo all’interno – per farvi capire quanto approfondiremo questo argomento: "I Veda e gli altri antichissimi testi sapienziali indiani descrivono la realtà come derivante da un intreccio di vibrazioni e suoni; la vibrazione, il suono, la parola, sono considerati la radice della creazione e del supporto dell’universo".

Concludendo, le frequenze all’origine della vita, la geometria sacra e le intuizioni della medicina per le nuove terapie del futuro sono legate fra loro da un incredibile fil rouge che unisce le origini primordiali dell’universo al nostro presente e detta le linee guida per il prossimo futuro.

Seguite il fil rouge… e buona lettura!

Indice

LA PAROLA ALL'EDITORE

In che mondo vuoi vivere? - Giorgio Gustavo Rosso

APPROFONDIMENTO

Wilhelm Reich e la scienza dell’energia vitale. - Jèsus García Blanca

RUBRICA: PSICOLOGIA QUANTISTICA

Campi di vibrazione - Carmen Di Muro

SPECIALE: LA VITA È VIBRAZIONE

Parole, parole, parole: il suono della realtà - Antonio Morandi

Luci e vibrazioni - Stefano Fais

La danza delle cellule - Intervista al Prof. Carlo Ventura a cura di Valerio Pignatta

La vibrazione vitale  nell’inesplorato intuire ÌNIN - Anna Bacchia

Musica per le cellule - Emiliano Toso

Paesaggio sonoro - Dario Giardi

SPECIALE: GEOMETRIA SACRA

Energia, suono, frequenze, vibrazioni e risonanza (Intervista a Sam Osmanagich e a Michael Tellinger a cura di Cristina Redi)

SEZIONE MEDICINA INTEGRATA

Connessioni - Nathalie Tahan

L’organismo: un sistema complesso - Intervista alla dott.ssa Sara Diani a cura di Romina Alessandri

RUBRICHE

News scientifiche sulla vitamina C - A cura di Valerio Pignatta

CASI CLINICI in Neuralterapia e Medicina Funzionale Regolatoria - Di Fausto G. Bellabona

GLOSSARIO DI FISICA QUANTISTICA: Stringhe cosmiche

Scheda Tecnica

Data pubblicazione         Dicembre 2021

Formato              Libro - Pag 96

ISBN      8878695327

EAN       9788878695320

Scienza e Conoscenza - n.78 - La Vita è Vibrazione — Rivista >> https://bit.ly/3pCHMGA

La frequenza primordiale e la geometria sacra alla base della vita dell'Universo

AA. VV.

www.macrolibrarsi.it/libri/__scienza-e-conoscenza-78.php?pn=1567


lunedì 22 novembre 2021

Il corpo pensante e la paura


Il corpo pensante e la paura

Psicologia Quantistica

>> https://bit.ly/2T15Gz1

Le persone sono impaurite perché vivono lontano da loro stesse e dalla loro verità. Essere se stessi senza paura significa invece essere integri rispetto ai valori del proprio cuore, del proprio corpo e della vita.

Redazione - Scienza e Conoscenza - 21/11/2021

Tratto dal libro La Scienza del Cuore di Carmen Di Muro

«Il corpo è l’arpa dell’anima e sta a noi trarne dolce musica oppure suoni confusi». Khalil Gibran, poeta

C’è un dolore che accade, e che l’uomo non sceglie, che appartiene alla terra ed è parte di un ciclo, fa morire e porta a rinascere: è il dolore della memoria, della fatica di amare, del trovare qualcosa di sé in ciò che si ripete.

Ma dove il tempo fallisce, la ricomprensione di un nuovo scenario di significato è capace di smaltire quel dolore rimettendolo nel ciclo della vita. Paura di deludere le persone, di vergognarsi, di fallire, di scegliere sono le più grandi energie emozionali che causano blocchi nell’organismo.

In definitiva, uno dei mali più grandi della nostra epoca è che abbiamo paura di vivere, vivere per davvero, non sapendo che tutto ciò che facciamo è impregnato dall’energia con cui lo realizziamo.

Ciò che consideriamo come colpa, tanto in noi quanto negli altri, in realtà è paura. Tutto ciò che percepiamo come negativo deriva dalla paura. Se qualcuno è arrabbiato significa che ha paura. Se è scortese è perché ha paura. Se è manipolativo è perché ha paura. Se è crudele è perché ha paura. E come conseguenza cosa succede?

Che un individuo impaurito non può contribuire alla costruzione di alcunché. Un impaurito non può essere creativo e intuitivo perché è troppo impegnato a trovare soluzioni per scappare o, al contrario, per rimaner fermo. Un essere umano impaurito si affida all’informazione caotica che, invece, di rassicurare, separa e frammenta, causando maggiori rischi esterni e interni.

Le persone sono impaurite perché vivono lontano da loro stesse e dalla loro verità. Essere se stessi senza paura significa invece essere integri rispetto ai valori del proprio cuore, del proprio corpo e della vita.

 Essere veri significa, inoltre, non temere di mostrarsi al mondo, di far intravedere non soltanto la forza, ma anche la propria vulnerabilità, svelandosi per ciò che si è!

Miriamo alla perfezione, ma essere perfetti non vuol dire non avere difetti. Nessuno ne è privo! Al contrario, è giovevole smettere di giudicarsi, di servire quel severo padrone che alberga dentro il nostro cuore che ci dice che stiamo sbagliando. Ricordiamoci che la pena è altissima da scontare! Infatti tanto più non ci accoglieremo, tanto più dovremo affrontare lo stress e far pagare al corpo l’ammenda, poiché i blocchi che causeremo proverranno non dalle emozioni in sé, ma dalla resistenza a essere se stessi. La resistenza a chi si è veramente. La resistenza ad accettare il nostro vero scopo e ciò che siamo destinati a essere.

«Non esistono parole più chiare del linguaggio del corpo, una volta che si è imparato a leggerlo».
Alexander Lowen, psichiatra

Il nostro corpo è un essere senziente che pensa e agisce per noi, comunicando costantemente i suoi pensieri, i suoi dubbi, le sue perplessità, un interlocutore costante, in filo diretto con il cuore, in attesa di attenzione. E allora iniziamo a porgli questa domanda tanto semplice, quanto potente: «Io chi sono davvero?».

Il corpo essendo riflesso dei moti del nostro cuore, inizierà senza sforzo a far emergere la risposta. Lui è lì, sempre presente, in attesa di liberarsi dal dolore e dalla resistenza. Ascoltare il corpo è un modo positivo per applicare l’intuizione nella vita e rimanere fedeli a noi stessi. Pertanto prendersi del tempo, trascorrendo 5 minuti al giorno in silenzio, diviene il portale di ascolto privilegiato per scoprire cosa “il nostro corpo pensante” cerca di comunicare. Se c’è una parte che ci fa male, sintonizziamo l’attenzione proprio lì, fluendo con il dolore, senza giudicare il sintomo.

Di solito, quando si inizia un cammino di consapevolezza, per scoprire lo scopo autentico della nostra vita, diventiamo an- cora più duri e severi nel soppesare noi stessi. Ricordiamoci che fin quando saremo in questa cosa straordinaria chiamata vita, dovremo sempre affrontare qualche sfida emozionale, fisica e mentale perché è così che si cresce.

CONTINUA LA LETTURA SU:

La Scienza del Cuore — Libro >> https://bit.ly/2T15Gz1

Nella Saggezza Cardiaca il Codice della Felicità

Carmen Di Muro

www.macrolibrarsi.it/libri/__la-scienza-del-cuore.php?pn=1567


giovedì 11 novembre 2021

Matrix Divina, rete energetica Universo


Matrix Divina, la rete energetica dell'Universo

Consapevolezza

>> https://bit.ly/3nzZBa4

Siamo un programma di coscienza dell’infinita matrice cosciente, che ci fa essere a nostra volta programmatori della nostra vita.

Redazione - Scienza e Conoscenza - 10/11/2021

A cura di Elena Sanda Chira, coordinatrice della collana Scienza e Conoscenza

“In principio era il vuoto, brulicante di infinite possibilità, una delle quali sei tu” Vittorio Marchi, fisico e ricercatore di grande attualità, basandosi sulle ricerche dei più grandi fisici quantistici del XX secolo e sulle proprie investigazioni nel regno della materia e dello spirito, rivela la straordinaria capacità del cervello umano di connettersi alla Mente Universale e modificare continuamente la così detta Realtà.

Le cose non sono oggetti, ma coscienza

Nel 1944 Max Planck, padre della “teoria dei quanti”, scioccò il mondo affermando l’esistenza di una matrice energetica da cui tutto ha origine, dalle stelle alle galassie, dai più lontani universi al DNA. La matrice energetica detta Matrix Divina è la rete energetica che sostiene e unifica l’universo.

La visione di Plank era una visione “ribelle” di un’inattesa realtà che stava per rivoluzionare il mondo, condizionato da più di 400 anni dal metodo sperimentale e logico-deduttivo, il quale secondo la scienza galileiana era il solo che poteva portare alla conoscenza. L’affermazione di Plank, considerata l’epoca e la proposizione indimostrabile, fu veramente sconvolgente per l’implicazione sconcertante che aveva, ovvero il concetto che tutto è coscienza.

Werner Karl Heisenberg, lo scopritore della Fisica quantistica, è stato molto chiaro, al riguardo: le cose non sono oggetti, ma solo possibilità della coscienza di divenire una data realtà. Da quel momento la scienza moderna non ha più potuto tornare indietro. Oggi la Matrice di Planck, come viene attualmente chiamata dalla comunità scientifica più avanzata, anche se in realtà si tratta della Matrice divina, viene descritta come una forma di energia quantica che esiste in ogni momento e che è sempre esistita (al posto del cosiddetto “spazio vuoto”); è un PIENO intelligente in cui TUTTO, più che essere connesso, si manifesta in ogni cosa come un continuum.

Il cervello umano è parte della Matrice Divina

Si tratta, cioè, di un qualcosa all’interno del quale ogni evento che si determina in un solo punto ha il potere di riflettersi non localmente in ogni altro punto, oltre a rispecchiarsi ovunque, e di avere un effetto su ogni cosa dell’intero sistema universale (detto UNO).

Se si pensa quindi all’Universo come programma, gli atomi ne rappresentano i bit di informazione: essi sono on, in quanto materia allo stato fisico visibile, oppure off, in quanto onde invisibili. Gli atomi sono anche quelli indicati dal misticismo orientale, millenni di anni prima di Cristo, come unità-evento o unità-processo (quanto, da ka = colui che è, e want = provvidente, in sanscrito), una sintesi riconducibile a un unicum energetico, di cui la massa è solo una concentrazione, un aspetto virtuale. «Noi stessi siamo fatti della stessa materia di quelli» (Stephan Durr, fisico tedesco).

Siamo un programma di coscienza dell’infinita matrice cosciente, che ci fa essere a nostra volta programmatori della nostra vita.

Questo, perché noi siamo un ologramma di quell’immenso Olomero che è la Matrice Divina. In altre parole, è lo stesso processo per cui ogni parte di un tutto contiene l’immagine dell’originale intero, anche se in scala ridotta. La natura olografica dell’Esistente usa questo principio per condividere all’istante e adimensionalmente l’informazione, ragion per cui, istruendo la modalità in virtù della quale ogni parte di sé rispecchia indissolubilmente l’Intero, in modo che l’Intero in ogni sua parte sia UNO, sia pure in scala ridotta.

L’Uno è strutturato in modo che le sue informazioni non locali agiscano simultaneamente dappertutto, secondo un progetto universalmente vivente e intelligente. Ovviamente la modalità di ricezione del programma universalmente cosciente dipende dal nostro programmatore interiore, ovvero dalla nostra specifica, personale “taratura”.

Siamo i creatori della realtà!

Qualunque sia il modo in cui noi osserviamo il mondo che ci circonda, come possiamo continuare a vederlo come reale se l’ESSERE che determina tutto ciò che è reale è intangibile? Chi siamo? Da dove veniamo? Cosa dobbiamo fare? Dove andiamo? Che cos’è la realtà? Ognuno di noi è un enigma? Perché non farci delle domande più profonde, dare inizio a un modo nuovo di stare al mondo, apportare una boccata dì aria fresca e rendere la vita più allegra? Il vero abbaglio della vita è quello di credere nel mistero che il reale esterno sia più reale di quello interno, quando invece il modello scientifico dimostra esattamente il contrario, affermando che quello che accade dentro di noi creerà quello che accade fuori di noi. La domanda, pertanto, è: cos’è la realtà? Gli occhi sono come una lente, ma il “nastro” che realmente sta vedendo è dentro di noi, del cervello, e si chiama plasma visivo. Il cervello è in grado di registrare quello che vede; questo è importante, e l’unico film, proiettato nel cervello, è quello che abbiamo la capacità di vedere. È possibile, allora, che i nostri occhi possano vedere più cose di quante ne riesca a proiettare consapevolmente il nostro cervello?

Candace Pert, neuroscienziata di fama mondiale, afferma: «Per come è fatto il nostro cervello, vediamo solo ciò che crediamo possibile; combiniamo, cioè, schemi che già esistono dentro di noi, a causa dei condizionamenti». Il nostro cervello non sa la differenza tra ciò che avviene là fuori e ciò che avviene qua dentro. Il fatto è che là fuori non c’è qualcosa di indipendente da quello che succede qua dentro. Quando si studia o si osserva la realtà delle cose c’è solo da aspettarsi un Benvenuti nel campo delle infinite creazioni!”

SCOPRI LA NUOVA EDIZIONE DEL LIBRO LA GRANDE EQUAZIONE DI VITTORIO MARCHI!

Acquistando il libro entro il 15 novembre 2021 riceverai in omaggio il video completo con più di 2 ore di seminari con l’autore!

La Grande Equazione — Libro >> https://bit.ly/3nzZBa4

Io, l'Universio, Dio

Vittorio Marchi

ISBN 9788828509790

Pagine 392 - Formato Brossura - cm 17x24

Casa editrice MACRO EDIZIONI

Edizione 3a Edizione Novembre 2021

Prima edizione Ottobre 2012

www.macrolibrarsi.it/libri/__la-grande-equazione-vittorio-marchi-libro.php?pn=1567


mercoledì 3 novembre 2021

Una rivoluzione in Medicina


Terapia Antiacida: Una rivoluzione alle porte della Medicina

Medicina Integrata

>> https://bit.ly/36pW0yV

Come medici sentiamo che una specie di rivoluzione è alle porte ... e aspettiamo con impazienza che la Verità sulla cura dei tumori, finalmente emerga  da  questo  orizzonte,  per  restituirci  la  fiducia  e  la  speranza  in  una  Nuova  Era  della  Medicina.

Redazione - Scienza e Conoscenza - 02/11/2021

Tratto da La Terapia Antiacida per la cura dei tumori - Di Stefano Fais

Dalla prefazione al libro

- Dott. Domenico Mastrangelo - Genetica Oncologica e Medicina Clinica, Polo Scientifico San Miniato, Università di Siena.

Torna in libreria l’Amico e Collega Stefano Fais... e ci torna, come di consueto, con un altro best seller, dal titolo piuttosto accattivante. La terapia antiacida per la cura dei tumori.

Infatti, non è tanto un approfondimento, convincente e documentato (come sempre!), sulla validità dell’approccio antiacido alla terapia anti tumorale, quanto una proposta operativa e un invito ad ampliare le nostre prospettive, le nostre conoscenze e le nostre (spesso errate!) convinzioni, sulla natura e sulla curabilità della malattia tumorale.

Non c’è bisogno di essere scienziati, per apprezzare e finire col condividere le idee di Stefano, perché, in questa sua nuova opera, con non poca sapienza comunicativa, Stefano ha deciso di far parlare anche i pazienti, riportando le storie di alcuni di essi!

E dati tempi, modi, motivazioni ed organizzazione dell’attuale comunicazione scientifica, si può tranquillamente affermare, senza timore di essere smentiti, che nulla appare più convincente di una testimonianza personale e diretta.

D’altra parte, nelle nostre lunghe telefonate, vivendo entrambi (personalmente, in maniera  più  modesta  e  limitata,  di  quanto  non  faccia  Stefano!)  la magica  visione di  un orizzonte che va molto al di là degli spazi, spesso troppo angusti, che l’approccio chemioterapico lascia, alla speranza dei pazienti affetti da tumore, ci ritroviamo sempre sintonizzati sulla stessa lunghezza d’onda!

Sentiamo che una specie di rivoluzione è alle porte ... e aspettiamo con impazienza che la Verità sulla cura dei tumori, finalmente emerga  da  questo  orizzonte,  per  restituirci  la  fiducia  e  la  speranza  in  una  Nuova  Era  della  Medicina,  che  finalmente  prenda  le  distanze  dal  concetto  di  cura  intesa  come  “guerra” alla malattia, e riporti la persona, nella sua interezza, al centro dell’attenzione.

In una lettera accorata a Ralph Moss, giornalista scientifico, autore del libro The cancer rebellion: hope and betrayal (La ribellione del cancro: speranza e tradimento), il doppio premio Nobel Linus Pauling scriveva:

“Tutti dovrebbero sapere che la “guerra al cancro” è una frode grossolana e che il National Cancer Institute e l’American Cancer Society sono derelitte, nei loro doveri nei confronti delle persone che le sostengono”.

In queste semplici e schiette parole di un grande scienziato, e nel coraggio civile di  scienziati  del  calibro  di  Stefano  Fais,  che  non  hanno  paura  di  dire  la  Verità  e  di divulgarla, per il bene di tutti, possiamo, finalmente, ritrovare la speranza che avevamo perduto!

SCOPRI IL LIBRO DEL DOTT. STEFANO FAIS

La terapia antiacida è molto efficace nel bloccare la crescita tumorale. Un metodo di cura dei tumori basato su tantissime evidenze scientifiche raccolte dal 2004 dal dott. Stefano Fais e dal suo gruppo di ricerca.

In questo libro l’autore presenta in maniera chiara e dettagliata la terapia antiacida per la cura dei tumori.

Leggendo queste pagine scoprirai:

qual è l’attuale terapia dei tumori

perché ogni paziente va considerato per la propria personale vita vissuta e non solo per lo stadio della sua malattia

la correlazione che c’è tra tumori e acidità

cos’è il trattamento antiacido e le evidenze scientifiche che provano che funziona

perché i tumori sono malattie e non condanne a morte

le storie e le testimonianze di pazienti guariti

gli indirizzi utili e i riferimenti bibliografici


La Terapia Antiacida per la Cura dei Tumori — Libro >> https://bit.ly/36pW0yV

Stefano Fais

www.macrolibrarsi.it/libri/__la-terapia-antiacida-per-la-cura-dei-tumori.php?pn=1567

 

martedì 2 novembre 2021

Cervello, intestino, microbiota: un legame a vita


Cervello, intestino, microbiota: un legame che dura tutta la vita

Medicina Integrata

>> https://bit.ly/3jSt4Jq

Il  microbiota,  in  tutti  i  suoi  aspetti  e  sistemi  dell’organismo  in  cui  è  operante,  è  stato il compagno costante nella vita degli esseri viventi nel corso dell’evoluzione, permettendo, molto probabilmente, l’evoluzione stessa.

Redazione - Scienza e Conoscenza - 31/10/2021

Tratto dal libro Cervello-Intestino, un legame indissolubile - di Stefano Manera

Il microbiota intestinale rimane il nostro fedele compagno per tutta la vita, dalla nascita alla morte. Esso inizia a formarsi proprio quando ognuno di noi è ancora nel ventre materno; è lì che si forma il primo nucleo colonizzatore di  quello  che  diventerà  il  microbiota  adulto  che  sarà  in  grado  di  condizionare  lo  stato della nostra salute, così come della nostra malattia. Ma non solo.

Esso sarà in grado di condizionare anche l’invecchiamento e i processi che la medicina moderna definisce col termine di aging. Proprio  in  tale  ottica,  questo  ricco  ecosistema  non  è  statico,  ma  piuttosto  è  in  uno stato costante di flusso, in continuo divenire. In ogni individuo, il microbiota presenta  piccole  variazioni  giornaliere  o  stagionali  della  sua  composizione  che  dipendono da molteplici fattori, ma queste fluttuazioni diventano più evidenti quando  osserviamo  la  vita  di  un  individuo  nella  sua  interezza.

Nella  prima  infanzia  e  nella  vecchiaia,  il  microbiota  è  piuttosto  diverso  dal  tipico  microbiota  intestinale  adulto.  In  questi  due  periodi  della  vita,  che  sono  infatti  molto  delicati  e  presentano caratteristiche proprie, il microbiota non solo è molto reattivo alle influenze esterne (compresi eventuali trattamenti farmacologici), ma è anche molto influente per quanto riguarda lo stato di salute generale dell’individuo.

È risaputo che le neuroscienze  identificano  la  prima  infanzia  come  un  periodo  estremamente  delicato  nell’evoluzione cognitiva del soggetto: è un momento temporale in cui il cervello è più sensibile e vulnerabile agli stimoli ambientali, ed è in questo periodo che si forma il linguaggio e prende corpo la capacità cognitiva. È stato ipotizzato che questi periodi così sensibili della vita, coincidenti con una maggior delicatezza del microbiota intestinale, corrispondano a periodi sensibili per lo sviluppo o per il declino di altri sistemi corporei, come ad esempio il sistema immunitario, il sistema ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), l’asse cervello-intestino e il sistema neuropsichico in generale.

Nella prima infanzia, inoltre, il microbiota intestinale gioca un ruolo decisivo per il corretto sviluppo del sistema immunitario del bambino e tutto questo si rifletterà inevitabilmente nel quadro più generale della salute e della malattia del soggetto adulto. Ogni azione terapeutica eseguita su un bambino, compresi gli interventi medici, farmacologici  e  nutrizionali,  è  in  grado  di  condizionare  in  maniera  estremamente  precisa lo sviluppo psicofisico successivo di ogni persona.

LE PRIME FASI DELLA VITA

Sappiamo  quando  inizia  la  colonizzazione  dell’intestino  da  parte  dei  nostri  amici  batteri? Effettivamente no e c’è più di qualche controversia a riguardo. Studi recenti che riportano l’esistenza di un microbiota placentare e una conseguente colonizzazione già durante la vita intrauterina del feto sono smentiti da altri studi  che  suggeriscono  che  questi  risultati  sono  influenzati  dalla  contaminazione,  dato che la placenta e l’utero si ritiene siano sterili. La  colonizzazione  intrauterina  tuttavia  non  sembrerebbe  avere  un  effetto  così  importante sulla composizione del microbiota postnatale rispetto alla fondamentale colonizzazione che avviene durante la nascita.

Questo tuttavia non è un dettaglio di poco conto quando parliamo dell’impatto del trasferimento prenatale di microrganismi dalla madre al bambino, anche in basso numero. La fisiologia della gravidanza ci insegna che i tessuti materni aumentano la loro permeabilità.  Non  è  un  mistero  che  le  donne  che  aspettano  un  figlio  riferiscano  aumento  ponderale  e  spesso  lamentino  gonfiore  e  ritenzione  idrica.

La  Natura  in  quel periodo decide che la donna debba essere il “deposito” energetico del bambino che si sta formando e che debba potergli così trasferire parte delle sue informazioni, batteri compresi. Il passaggio (fondamentale e ancora poco compreso) può avvenire solo se i tessuti diventano permeabili. La sperimentazione su animali ha constatato ad esempio che lo stato germ-free durante la gravidanza ha effetti drammatici sullo sviluppo della prole nei roditori.

In questo caso sono evidenti gli effetti sulla permeabilità della barriera emato-encefa-lica, con un aumento della stessa e una bassa espressione della proteina a giunzione stretta chiamata occludina; questi effetti perduravano anche dopo la nascita e nell’età adulta.

È  importante  sottolineare  che  questo  studio  ha  identificato  che  l’integrità  della  barriera  emato-encefalica  potrebbe  essere  ripristinata  attraverso  la  ricolonizzazione  postnatale  del  microbiota,  definendo  quindi  un  preciso  ruolo  causale  del  microbiota  nello  sviluppo  della  barriera  emato-encefalica  stessa.

Questo  aspetto  potrebbe essere di enorme importanza soprattutto nella correlazione tra disbiosi e patogenesi dei disturbi del neurosviluppo. In questo senso, i fattori materni prenatali implicati nell’insorgenza o nel mantenimento della disbiosi sono molti (ad esempio dieta, obesità, attivazione del sistema immunitario, stress) e sono tutti noti per alterare il corretto sviluppo neuropsichico della prole sia nei nei roditori che negli esseri umani.

È difficile dare una definizione rigorosa di quello che potrebbe essere un microbiota sano durante i primi anni di vita. Tuttavia, è noto che esso tende a svilupparsi intorno  a  specie  che  colonizzano  precocemente  l’intestino  costituendone  il  primo  nucleo e modellandone la composizione a lungo termine. Subito dopo la nascita, il microbiota è tipicamente costituito da Enterobacteriaceae, Bifidobacteriaceae e Clostridiaceae; man mano che il bambino cresce, si assiste a un incremento dei batteri anaerobi  obbligati  con  un  aumento  della  biodiversità  complessiva,  raggiungendo  livelli simili a quelli degli adulti verso il primo anno di vita, periodo che coincide con lo svezzamento e il passaggio all’assunzione di cibi solidi.

La differenziazione del microbiota  aumenta  fino  ai  tre  anni  circa  di  età.  Lo  svezzamento e questo rapido sviluppo del microbiota si  sono  dimostrati  fondamentali  per  la  protezione  contro la genesi di patologie  autoimmuni  nei  topi.  Tuttavia,   anche   dopo   lo   svezzamento, il microbiota continua  a  cambiare,  ma  la   sua   composizione   nei   bambini  sani  (misurato  a  7-12  anni  di  età)  rimane  significativamente diversa da quello dell’adulto.

[...continua la lettura sul libro Cervello-Intestino un legame indissolubile - di Stefano Manera]


Cervello Intestino: un Legame Indissolubile — Libro >> https://bit.ly/3jSt4Jq  

Il ruolo del microbiota intestinale nelle nostre relazioni fisiche, mentali e psicoemozionali

Stefano Manera

www.macrolibrarsi.it/libri/__cervello-intestino-un-legame-indissolubile.php?pn=1567


lunedì 1 novembre 2021

Mente e Corpo: un'unita'


Mente e Corpo: un'unita'

Medicina Integrata

>> https://bit.ly/3jSt4Jq

Sin dalla notte dei tempi, l’uomo ha sempre considerato il corpo e la mente all’interno di una concezione dualistica, ovvero come elementi tra loro indipendenti, per poter spiegare fenomeni che altrimenti non sarebbero stati compresi, come i pensieri, il dolore fisico e la morte. Il dualismo consentiva anche di distinguere gli esseri viventi da quelli non viventi e, in termini più ampi, di poter esprimere più semplicemente concetti morali, religiosi e filosofici.

Redazione - Scienza e Conoscenza - 30/10/2021

Tratto dal libro Cervello-Intestino un legame indissolubile - di Stefano Manera

La distinzione tra mente e corpo, cioè la visione dualistica, senza dubbio fu molto chiara inizialmente, addirittura lineare, ma per molti filosofi parve poco convincente.

Anticamente la mente e l’anima erano considerate essere la stessa cosa: era l’anima che distingueva l’uomo dagli animali e che lo rendeva un essere pensante; ed era ancora l’anima che “animava” un essere non vivente, portandolo alla vita.

Ad esempio, Aristotele, Ippocrate, Giovenale e san Tommaso d’Aquino consideravano il corpo naturalmente abitato da una forza spirituale, appunto l’anima, e non avevano una visione dualistica.Nelle Satire di Giovenale (redatte dopo il 127 d.C.) si legge la famosa locuzione mens sana in corpore sano (mente sana in corpo sano), con essa intendendo che, per aver sane le facoltà dell’anima, bisogna aver sane anche quelle del corpo.

Giovenale riteneva che mente e corpo fossero distinte, ma strettamente interconnesse. Nella tradizione cristiana, anima e corpo furono sempre considerati distintamente con precise caratteristiche morali, in una visione dualistica molto evidente nelle usanze di mortificare e punire il corpo per elevare maggiormente l’anima verso Dio, separando cioè ciò che era considerato terreno, quindi peccaminoso, da ciò che era considerato puro.

San Tommaso sosteneva che l’anima sopravvivesse al corpo dopo la morte, ma che fosse destinata a unirsi nuovamente a esso, in occasione della risurrezione finale dei  corpi,  poiché  nella  sua  interpretazione  filosofica  e  teologica,  sarebbe  stato  inconcepibile considerare la forma senza la materia e la materia senza la forma, ovvero corpo e spirito separati.

Da un punto di vista storico, il dualismo corpo-mente è stato per lungo tempo visto  nell’ottica  del  dualismo  materia-spirito  e  il  maggior  responsabile  di  questo  modo  di  vedere  la  realtà  è  stato  certamente  Cartesio,  che  definì  l’anima  come  res cogitans in opposizione al corpo definito come res extensa.

Questa  tesi  fu  considerata  ben  presto  insostenibile  e  gli  studiosi  della  mente  dell’ultimo secolo identificarono e sottolinearono tale errore gnoseologico in maniera molto precisa, come ha fatto ad esempio Antonio Damasio, dedicando a questo argomento un intero saggio*.

La  teoria  cartesiana,  tuttavia,  ebbe  molto  successo  nelle  teorizzazioni  etiche  e  pedagogiche  sino  agli  inizi  del  XX  secolo.  La  concezione  di  un’anima  intelligente  che dirige il corpo, semplificava molto l’etica, la prassi educativa e le regole religiose attraverso la contrapposizione tra spirito e carne: le persone dovevano essere educate a dominare le esigenze del corpo attraverso la volontà.

Le azioni umane venivano interpretate e giudicate come atti dettati esclusivamente dal libero arbitrio.

L’UNITÀ PSICOFISICA

Nel XIX secolo accadde però qualcosa di nuovo: l’attenzione cominciò a rivolgersi ai rapporti tra corpo e spirito e sempre meno alla loro opposizione. In quegli anni venne teorizzato il concetto di unità psicofisica per indicare quella connessione  esistente  tra  gli  stimoli  recepiti  dal  corpo  e  la  percezione  a  livello  di  coscienza e, viceversa, la connessione tra sentimenti, stati d’animo e traumi psichici nel comportamento somatico.

Prese quindi corpo il concetto di unità psicofisica partendo dalle ricerche di Gustav Theodor Fechner sui fenomeni psicofisici, sulla sensazione e sulla percezione. Il biennio 1860-1861 fu un periodo importante poiché, innanzi tutto, fu elaborata  la  famosa  legge di Weber-Fechner,  ovvero  uno  dei  primi  tentativi  di  descrivere  la  relazione  tra  stimolo  e  percezione,  e  in  secondo  luogo  perché  furono  scritti  da  Fechner  stesso  due  importanti  saggi:  Elementi  di  psicofisica  (1860)  e  Sul  problema  dell’anima (1861).

Ma fu solo agli inizi del XX secolo che si ebbe la svolta significativa rispetto al problema  dell’unità  psicofisica  attraverso  molteplici  autori  e  i  loro  relativi  lavori;  pensiamo  a  William  James  e  a  Sigmund  Freud,  l’“ideatore”  della  psicoanalisi,  dsciplina in cui l’interesse per il corpo e per la relazione corpo-mente è presente fin dalla sua nascita attraverso lo studio sulle pulsioni.

Ma pensiamo anche agli studi sulla psicogenesi delle forme del pensiero, al cognitivismo di Jean Piaget, agli svi-luppi della medicina psicosomatica, alla filosofia energetistica di Henri Bergson, alla teologia  evoluzionistica  di  Teilhard  de  Chardin  e  alla  fenomenologia  a  partire  da  Edmund Husserl in poi.

La psicologia studia la coscienza senza riferirsi a organi del corpo o a componenti microscopici dell’organismo umano, come neuroni e gangli, ma a esperienze vissute dall’individuo che è considerato come una realtà fisica, vivente, che parla e agisce.

Oggi  sappiamo  che  l’esperienza  non  esiste  in  sé,  ma  è  un  vissuto  soggettivo  e  individuale. Fu questo l’errore in cui cadde Cartesio definendo il pensiero come res cogitans.

Il nostro bisogno di avere delle definizioni si esprime con identificazioni e riferimenti a cose e a situazioni intese oggettivamente; in questo modo la coscienza diviene necessariamente qualcosa di estraneo al corpo e al quale dovrà essere necessariamente collegata.

VIVERE È CONOSCERE

La realtà è invece che la coscienza non è assolutamente estranea al corpo, ma è un tutt’uno. È così che nasce il concetto di unità psicofisica: coscienza e organismo fis-co non sono due realtà a sé stanti e di cui dobbiamo studiare le reciproche influenze, ma costituiscono la stessa realtà umana vissuta dal soggetto. Abbiamo  sentito  spesso  proferire  distinzioni  come:  sofferenze  dell’anima  e  del  corpo, educazione della mente e del corpo, malattie mentali e malattie fisiche e così via.

Tutte queste espressioni, tuttavia, sono estremamente devianti perché inducono a  credere  che  mente  e  corpo  siano  ambiti  separati  e,  magari,  meritevoli  di  cure  e  attenzioni distinte.

L’unità psicofisica è invece il nuovo modo di considerare l’uomo in contrapposizione al dualismo psicofisico, concetto che ha preso corpo sostanzialmente a causa delle carenze e dei limiti del linguaggio umano, il quale non può parlare degli stati soggettivi se non attraverso l’oggettivazione; ed è proprio così che la coscienza diventa una res (per quanto cogitans) in opposizione al corpo.

[continua la lettura sul libro Cervello-Intestino un legame indissolubile - di Stefano Manera]


Cervello Intestino: un Legame Indissolubile — Libro >> https://bit.ly/3jSt4Jq

Il ruolo del microbiota intestinale nelle nostre relazioni fisiche, mentali e psicoemozionali

Stefano Manera

www.macrolibrarsi.it/libri/__cervello-intestino-un-legame-indissolubile.php?pn=1567


lunedì 11 ottobre 2021

Risonanza emotiva fra pianeta e abitanti


La risonanza emotiva fra il pianeta e i suoi abitanti

Consapevolezza

>> https://bit.ly/2YvFmzM

Esiste una  risonanza “emotiva-bioelettromagnetica” tra il pianeta Terra e i suoi abitanti, scopriamo insieme di cosa si tratta

Roberto Fagnani - 09/10/2021

Gran parte dei libri e degli articoli che leggiamo forniscono esaurienti spiegazioni sul “cosa”, ovvero sull’argomento trattato, ma non sul “come”, cioè circa le modalità per acquisire esperienza diretta dell’oggetto di studio.

È noto che scienze come la fisica quantistica, l’epigenetica, la cimatica e così via richiedano lunghi anni di studio e sofisticati strumenti tecnologici per ottenere risultati misurabili, “tangibili”. Tuttavia, in mancanza di simili mezzi, come può l’uomo comune attingere a simili conoscenze, se non attraverso i resoconti degli specialisti di settore?

Ebbene, è possibile, e sono proprio i principi, le scoperte e i postulati di tali scienze a svelarci come fare, un “segreto” di cui i praticanti delle antiche arti sciamaniche e meditative sono in possesso da millenni: gli strumenti che occorrono per “scoprire l’arcano” sono già dentro di noi, e “nascosti” sul pianeta che abitiamo. Il trucco è saper ascoltare...

Questo articolo non ha l’obiettivo di spiegare teoricamente formule o teoremi complessi, bensì vuole suscitare le giuste domande per far sì che il lettore ritrovi nella sua memoria le emozioni, gli avvenimenti e le esperienze fuori dall’ordinario di cui è stato testimone, ma che ha accantonato perché esulavano dai comuni ambiti di studio.

Prima di iniziare, però, voglio portare di nuovo l’attenzione sul problema del linguaggio utilizzato: spesso, infatti, è proprio la terminologia applicata a tutto ciò che non appartiene al panorama scientifico occidentale a far sì che si crei una barriera tra il ricercatore e l’oggetto in analisi.

Uno sciamano parlerà di spiriti ausiliari, animali di potere, popoli nascosti, mondi invisibili... Uno yogin di dimensioni coscienziali, piani vibrazionali, mandala, divinità e chakra... Decenni di cultura new age fuori controllo hanno fatto sì che la maggior parte delle persone storca il naso a sentir nominare simili argomenti. Eppure lo spettro di frequenza delle dimensioni oltre lo spazio-tempo è oggetto di studio della fisica quantistica; neurologia ed ingegneria biomedica sondano le applicazioni dei campi elettromagnetici umani; l’epigenetica esplora le possibilità di modificare del genoma umano attraverso l’alimentazione, i comportamenti e l’ambiente; la medicina tradizionale cinese e l’ayurveda curano molte patologie riequilibrando la bioelettricità dell’organismo... Potrei continuare, ma credo di aver reso l’idea.

Particolarmente rilevante è il principio di indeterminazione di Heisenberg, che afferma l’impossibilità di misurare contemporaneamente le proprietà che definiscono una particella subatomica, poiché essa è al tempo stesso materia ed energia, e l’osservatore influisce sulle sue caratteristiche spaziali e fisiche. Già, la mente umana che influisce sulla materia...

Cos’è un’emozione se non un insieme di particelle invisibili, siano esse sotto forma di corpuscoli microscopici o di energia sottile?

Conosciamo già l’enorme potere delle emozioni, la loro capacità di influenzare la nostra giornata, il nostro umore e, in ultima analisi, la nostra intera vita. Non c’è bisogno di averne la prova scientifica, è qualcosa che recepiamo in modo naturale.

Ma fino a che punto ci fermiamo ad analizzarle, ad ascoltarle?

Per di più, siamo certi di sapere da dove provengono tali emozioni?

Eventi, casualità, incontri, relazioni, immagini, interpretazioni personali della realtà, ricordi... L’elenco è pressoché infinito; ogni giorno siamo bombardati da continui stimoli sensoriali, potenziali fautori di nuovi stati d’animo, tant’è che il nostro cervello limita la capacità dei neuroni specchio di enfatizzare le emozioni, nostre e altrui, per non esserne sovraccaricato.

Eppure tutti noi sappiamo che è il nostro cuore a subire i “contraccolpi emotivi” più forti, ed è la “pancia” ad avvertirci che qualcosa non va... Per quale motivo? Di certo i neuroni specchio ed il sistema limbico si trovano, fisicamente parlando, nel cervello, ed è proprio quest’ultimo a controllare le risposte comportamentali dovute alle reazioni emotive, sia consce che inconsce.

Una risposta potrebbe risiedere nella presenza di altri due “cervelli” nel corpo umano: il sistema nervoso intracardiaco, nel cuore, ed il cervello enterico, nell’intestino (la pancia!). Come dimostra l’elettrofisiologia, tutti questi neuroni comunicano tra loro attraverso segnali bioelettrici (o elettrochimici), e dove c’è una carica elettrica in movimento si genera anche un campo elettromagnetico...

Cosa accade, a questo punto, quando il nostro campo “bioelettromagnetico” si interseca ed entra in risonanza con quello degli altri? E chi sono questi “altri”?

Persone? Animali? Piante? Minerali? Sorgenti d’acqua? L’aria che ci circonda? Il calore?

Ops! Abbiamo appena ritrovato i cinque elementi, tanto cari agli alchimisti e agli sciamani di tutti i tempi...

Mettendo un attimo in standby l’eterna battaglia tra dimostrabile e metafisico, tra scientifico ed esoterico, proviamo allora a cercare dentro noi stessi le risposte e le esperienze fornite del mondo sottile, alle quali finora non abbiamo prestato sufficiente attenzione.

Come promesso, concludo quindi questo breve articolo con una serie di domande che - spero - possano rievocare ricordi interessanti e fuori dall’ordinario... Buona indagine!

Avvicinandoti a qualcuno che non vedevi da tempo, hai mai percepito strane sensazioni sulla pancia o sul cuore?

Se ti è capitato di rischiare la vita, hai avuto la sensazione che il tempo scorresse ad una velocità diversa?

Camminando in mezzo alla natura, hai provato uno strano sollievo o il sentore di essere osservato?

Nei giorni precedenti ad un disastro ambientale o ad un lutto, hai mai sentito una spossatezza fuori dal comune?

Visitando un luogo antico, hai mai provato disagio immotivato o emozioni indescrivibili, che non ti appartenevano?

Toccando una persona o un oggetto, hai mai ricevuto flash o déjà-vu sotto forma di immagini a flusso di coscienza?

BIBLIOGRAFIA

De Rosnay Joël, La sinfonia del vivente, Neri Pozza Editore, Vicenza, 2019.

Fagnani Roberto, Frammenti di una conoscenza perduta - VOL 1 - Viaggio tra i misteri del mondo e dell’essere umano, Corpo & Mente Libro, Siracusa, 2021.

Ingerman Sandra e Wesselman Hank, I segreti degli sciamani - Il risveglio al mondo degli spiriti, Edizioni Macro, Cesena, 2012.

Roberto Fagnani

Coach di crescita personale, artista marziale e ricercatore metafisico, Roberto Fagnani è nato e vive in provincia di Siena, nella campagna Toscana. Amante dei viaggi e delle antiche culture, dopo la laurea in economia ha trascorso un lungo periodo in India, insegnando inglese e approfondendo gli studi di orientalistica, già intrapresi in parallelo al percorso universitario. Oltre al blog, dal quale è nato il saggio “Frammenti di una conoscenza perduta - Viaggio tra i misteri del mondo e dell’essere umano”, è autore del thriller d’avventura “Il Viaggiatore” (primo volume della serie Aquarius), entrambi editi dalla casa editrice Corpo & Mente Libro. Scrive articoli per il sito scienzaeconoscenza.it.

Per maggiori informazioni

www.robertofagnani.com

 

Frammenti di una Conoscenza Perduta — Libro >> https://bit.ly/2YvFmzM

Viaggio tra i misteri del mondo e dell'essere umano.

Roberto Fagnani

www.macrolibrarsi.it/libri/__frammenti-di-una-conoscenza-perduta.php?pn=1567