martedì 23 aprile 2024

Differenza tra arteriosclerosi e aterosclerosi


Qual è la differenza tra arteriosclerosi e aterosclerosi?

Medicina Integrata

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Per i più avvezzi alla terminologia medica, precisiamo che, esistono due termini molto simili e spesso confondenti: arteriosclerosi e aterosclerosi.

Davide Terranova - 21/04/2024

Per arteriosclerosi si intende una generica condizione patologica, ma fisiologicamente quasi inevitabile dopo una certa età, del tessuto vascolare costituente le arterie, che dopo anni vita, per una serie di ragioni, perde in parte la naturale elasticità. Tanto è vero che nei soggetti maggiori di 65 anni, sono tollerati valori pressori sistolici lievemente superiori ai valori considerati normali (pressione sistolica massima uguale o inferiore a 140 mmHg, pressione diastolica minima, inferiore uguale a 90 mmHg).

Per aterosclerosi invece, si intende una malattia delle arterie caratterizzata dalla presenza di formazioni giallastre nella parete del lume vascolare, chiamate placche ateromasiche.

Per arrivare a comprendere i fini meccanismi molecolari che sono alla base dell’aterosclerosi, ci sono volute decine di anni, numerose teorie, ipotesi e studi. Posso accettare che la maggior parte delle persone, la gente comune, non ne sappia ancora nulla. Inammissibile non conoscere, per chi si occupa di salute, che ad esempio il colesterolo non è affatto il diretto responsabile della malattia ma uno degli “inconsapevoli” partecipanti.

L’aterosclerosi dunque, ossia la formazione di placche (ateromi) che protrudono nel lume delle arterie, è (quasi sempre) la causa di ictus cerebrale e infarto cardiaco. L’aterosclerosi, soprattutto nel mondo occidentale (ma oramai diffusa in tutto il pianeta) è presenta in quasi tutti noi, già nella prima decade di vita. Le prime alterazioni quasi invisibili, sono costituite da lesioni lineari lungo il lume delle arterie di medio e grosso calibro, chiamate strie lipidiche. Lo so, sorprende che un bambino di 8 anni possa avere già segni di questa malattia, ma purtroppo questo è un dato confermato.

Posto questo, lo sforzo nel mondo scientifico è inteso a comprendere, ovviamente come si forma, ma soprattutto come sia possibile limitare la sua evoluzione, che per milioni di persone all’anno nel mondo si manifesta nei suoi epifenomeni: infarto cardiaco, morte improvvisa ed ictus cerebrale.

Affinché questa malattia si verifichi sono necessarie due condizioni:

la prima condizione è una iniziale infiammazione del rivestimento interno (endotelio) dell’arteria, chiamata disfunzione endoteliale, che la rende vulnerabile di subire la “seconda condizione”;

la seconda condizione è la presenza in circolo di un elevato numero di molecole chiamate lipoproteine LDL, che si insinuano nello spessore dell’arteria (anatomicamente si chiama spessore intimale della arteria), generando l’infiammazione locale che darà origine alla placca.

Ad oggi questa è la teoria più accreditata sulla genesi della aterosclerosi.

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lunedì 22 aprile 2024

Evoluzione della Fisica: da Einstein a Sorli


Evoluzione della Fisica: da Einstein alla cosmologia di Amrit Sorli

Scienza e Fisica Quantistica

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Albert Einstein rappresenta indiscutibilmente la figura che ha apportato una rivoluzione alla nostra comprensione del mondo, distinguendosi come uno dei principali protagonisti nel panorama scientifico mondiale. La sua influenza e il suo impatto nel campo della scienza sono riconosciuti a livello globale.

Francesca Lanza - 18/04/2024

La relatività speciale, sviluppata nel 1905, ha ridefinito il concetto di spazio e tempo, introducendo la relatività di questi concetti in funzione della velocità della luce. La relatività generale, del 1915, ha spiegato la gravità come effetto della curvatura dello spazio-tempo causata dalla presenza di materia ed energia, ampliando ulteriormente i confini della fisica; ma se la sua teoria della relatività ha contribuito in modo significativo alla risoluzione di molti enigmi fisici, ha lasciato irrisolti diversi problemi che sfidano ancora i fisici e gli scienziati odierni.

L’ intrinseca incompatibilità tra la relatività generale di Einstein e la fisica quantistica e la presenza di singolarità all’interno dei buchi neri, insieme alla natura delle onde gravitazionali e dei gravitoni, sono argomenti che continuano a sollevare domande e richiedono una comprensione più approfondita. Inoltre, il concetto di viaggi nel tempo e le implicazioni sulla causalità presentano dinamiche complesse che richiedono approfondimenti teorici significativi. Questi problemi rimangono senza soluzione poiché una Teoria del Tutto che possa integrare con successo la relatività generale e la fisica quantistica non è ancora stata definitivamente stabilita, né tanto meno è stato risolto l’enigma del Big Bang. Questi temi rappresentano una delle sfide più grandi e intriganti per la fisica contemporanea.

Quale le possibili evoluzioni del pensiero einsteiniano?

Una singolare prospettiva è sicuramente quella presentata da Amrit Sorli e dall’Istituto di Fisica Biettiva (link: https://bijective-physics.org/), con cui collabora anche il fisico italiano Davide Fiscaletti.

Un nuovo modello cosmologico

L’Istituto di Fisica Biettiva ha sviluppato un modello cosmologico che si basa sull’osservatore risvegliato, ovvero esclusivamente su osservazioni astronomiche, senza ricorrere a previsioni teoriche, caratteristiche della cosmologia tradizionale del Big Bang. In questo nuovo modello, la curvatura dello spazio viene sostituita con la densità energetica relativa dello spazio. Secondo questa prospettiva, ogni oggetto celeste contribuisce a ridurre la densità energetica dello spazio esattamente del suo stesso valore energetico. Inoltre, l’Istituto ha ampliato il principio di equivalenza tra massa ed energia allo spazio universale, ampliando la formula più famosa della fisica: E = m c2 in questo modo:

https://bit.ly/3VYLJr4                     

E = m c 2 significa che la materia può essere trasformata in energia e l’energia può essere trasformata in materia. L’osservatore risvegliato che invoca Amrit Sorli è consapevole però che anche lo spazio è energia e che quindi deve esistere un’equazione che metta in relazione l’energia dello spazio con l’equazione di Einstein.

Nell’equazione ogni oggetto fisico con massa m ed energia E sta diminuendo la densità energetica dello spazio nel suo centro esattamente per la quantità della sua energia E. Il simbolo  rappresenta la massima densità energetica dello spazio nello spazio intergalattico, il simbolo  rappresenta la diminuita densità energetica dello spazio al centro di un dato oggetto fisico, e  rappresenta il volume dell’oggetto fisico.

Che cosa significa?

Si prenda ad esempio la Terra. Il nostro pianeta sta diminuendo la densità energetica dello spazio nel suo centro, ma la somma dell’energia in ogni punto dello spazio universale è la stessa:

https://bit.ly/44d7ENd 

La somma dell’energia della materia Em e dell’energia dello spazio in ogni punto dello spazio Es è costante. Al centro della Terra c’è molta energia della materia e quindi la densità energetica dello spazio è minore. Nello spazio intergalattico non c’è materia e quindi la densità energetica dello spazio è massima. Questa è la supersimmetria tra l’energia della materia e l’energia dello spazio: la loro somma è costante in ogni punto dello spazio. Questa supersimmetria è la forza principale dell’intera dinamica universale e gioca un ruolo decisivo nella formazione dei buchi neri.

Nel nucleo dei buchi neri supermassicci la densità energetica dello spazio è così bassa che gli atomi diventano instabili, disintegrandosi in particelle elementari che vengono espulse nello spazio intergalattico. Secondo questa teoria, i buchi neri supermassicci starebbero contribuendo al rinnovamento dei sistemi nell’universo, suggerendo un’interpretazione completamente nuova dell’eternità e dell’origine dell’universo: un nuovo modello cosmologico che mette in discussione la teoria del Big Bang.

Lo spazio superfluido

 Dal punto di vista dell’osservatore risvegliato, l’errore metodologico fondamentale di cui la fisica non si accorge, è quello di accettare l’idea che materia ed energia possano esistere in qualcosa (lo spazio) che non ha proprietà energetiche. Secondo Sorli e gli studiosi Valeriy Sbitnev (fisico russo) e Davide Fiscaletti (fisico italiano), lo spazio è un tipo di energia che si può definire più propriamente “spazio quantistico superfluido”, “vuoto fisico” e “spazio fisico”, ciò che un tempo era chiamato etere. Lo spazio supefluido rappresenta l’energia primordiale dell’universo e viene considerato il riferimento assoluto per tutti gli osservatori.

 L’introduzione di questo concetto risolve numerosi paradossi della relatività, come ad esempio il paradosso dei gemelli. Secondo una teoria della relatività che potremmo definire “avanzata” la velocità degli orologi dipende esclusivamente dalla densità energetica dello spazio, e non dalla loro posizione o velocità relativa degli osservatori. Questo significa che entrambi i gemelli invecchiano in modo diverso a causa delle diverse densità energetiche dello spazio in cui si trovano, e non a causa di effetti relativistici.

Inoltre, il modello dello spazio superfluido suggerisce una nuova interpretazione della gravità. Invece di essere causata dalla curvatura dello spazio, come previsto dalla relatività generale di Einstein, la gravità può essere descritta come una conseguenza della variabilità dell’indice di rifrazione dello spazio superfluido. Questo concetto spiega fenomeni come l’attrazione gravitazionale tra gli oggetti senza ricorrere alla curvatura dello spazio.

Per approfondire consiglio la lettura del libro Oltre la Fisica di Einstein di Amrti Sorli

Oltre la Fisica di Einstein - Istituto di Fisica Biiettiva — Libro >> https://bit.ly/4d1FzfU  

La fisica meravigliosa dell'osservatore risvegliato

Amrit Srecko Sorli

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e gli articoli

Advances of Relativity Theory

Superfluid Quantum Space, Einstein’s Principle of Equivalence, and Bohr’s Complementary Principle

Consultabili su https://bijective-physics.org/


venerdì 19 aprile 2024

Conosci la teoria dell'infezione?


Conosci la teoria dell'infezione?

Medicina Integrata

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La teoria dell'infezione, anche denominata teoria microbica delle malattie, nacque nell'ultimo terzo del XIX secolo e fu la conseguenza dell'applicazione dei primi microscopi in medicina; mediante essi si resero visibili alcune forme di vita minuscole e fino ad allora invisibili: i microbi.

Enric Costa Vercher - 18/04/2024

La classe medica era divisa in due grandi gruppi.

Il primo gruppo era formato dalla maggioranza dei medici dell'epoca che pensava che il microscopio non avesse creato i microbi, ma li avesse solo resi visibili e che, pertanto, se i microbi stavano qui, sulla nostra pelle, nella bocca e nel nostro intestino, fosse per un qualche motivo. Dato che sino ad allora erano rimasti sconosciuti, forse avevano qualche missione non ancora conosciuta da compiere. In ogni caso, sarebbe stato prudente aspettare e osservare.

Questo primo gruppo di medici mostrò, con il suo atteggiamento, di possedere le virtù proprie del rigore scientifico: prudenza nell'affermare novità e paziente osservazione sino a raccogliere sufficienti informazioni per sapere cosa realmente è quello che si vuole conoscere.

Il secondo gruppo di medici fu capitanato da un industriale che non era un medico, il noto Louis Pasteur. Fin dal primo avvistamento, quei medici affermarono che i microbi causavano malattie e che questi nuovi ospiti erano pericolosi e che bisognava difendersi da essi con prodotti industriali: antisettici, sieri e vaccini.

Era la prima volta che vedevano queste forme di vita con i loro rudimentali microscopi di appena 20 o 40 ingrandimenti; non avevano esperienza precedente, dato che erano appena entrati sulla scena scientifica e avevano individuato solo qualche specie. Tuttavia, queste conoscenza lacunose non impedirono loro di affermare categoricamente che questi germi appena scorti erano degli assassini implacabili. Questo secondo gruppo di medici non diede mostra di prudenza scientifica, ma più che altro sembrava avere fretta.

Era il tempo della rivoluzione industriale e, curiosamente, alla emergente industria chimica e farmaceutica sembrò molto interessante la visione sui microbi che aveva questo gruppo capeggiato dall'industriale francese Pasteur. Se si dovevano fabbricare prodotti per difendersi da questi nuovi ospiti, significava che il mercato era enorme. Questa grande simpatia tra la nuova teoria dell'infezione e il mondo industriale fu di importanza capitale affinché si imponesse come teoria dominante e il suo dominio si mantenesse sino a oggi.

Così, attualmente, l'immensa maggioranza, per non dire la quasi totalità delle persone, sia che si tratti di gente comune con una cultura media, sia di persone con titoli di studio, in carriera professionale, con master, specializzazioni e curricula di pregio, credono alla lettera che questa teoria sia corretta. Inoltre, credono e confidano nel fatto che, a suo tempo, i suoi difensori dimostrarono che era corretta, così come afferma qualsiasi enciclopedia, manuale specializzato o libro di testo scolastico. Tuttavia, il lettore deve sapere che non è affatto così.

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lunedì 15 aprile 2024

Astrologia e scienza: quale relazione?


Astrologia e scienza: quale relazione oggi?

Scienza e Fisica Quantistica

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Il Tema Natale corrisponde all’immagine del cielo colto nell’attimo della nostra nascita: è la rappresentazione della risonanza tra il macrocosmo e il microcosmo individuale, è un ponte fra la prospettiva terrestre (le Case) e quella stellare (i Segni zodiacali) su cui transitano i Pianeti.

Umberto Carmignani - 14/04/2024

Tratto dal libro Astrologia Archetipica.

Il Tema Natale è una mappa stellare che ci aiuta a orientarci nell’Universo degli eventi, un manuale galattico di istruzioni per comprendere come funzioniamo a livello individuale e collettivo, un vero e proprio stargate, una finestra spalancata sull’universo, un portale che ci mette in connessione con le energie veicolate dalle galassie, dalle stelle, dai pianeti attraverso la loro luce, il loro movimento, la loro presenza fisica ed energetica e ci permette di trascendere la dimensione fisica terrestre per ricongiungerci ai Creatori.

Quando guardiamo il Tema Natale, non stiamo solo “viaggiando” nello spazio, ma stiamo anche “viaggiando nel tempo” ci stiamo connettendo con tutto quello che è accaduto, dentro e fuori di noi, dal momento della nostra nascita a oggi. E, in tutti questi anni, di strada ne abbiamo fatta veramente tanta, considerando che, come abbiamo visto, viaggiamo tutti a una velocità di svariati milioni di chilometri all’ora…

È straordinariamente interessante, semplice e sconvolgente allo stesso tempo, avere a disposizione uno strumento di indagine così perfettamente olistico e sincronico.

Il Tema Natale ovviamente non si occupa della parte visibile e tangibile della realtà, ma di quella invisibile e simbolica: con l’avvento del meccanicismo e della necessità di dimostrare l’esistenza di un nesso tra causa ed effetto, l’astrologia è stata considerata priva di qualunque fondamento e relegata fra le superstizioni.

Negli ultimi decenni, numerose scoperte nel campo della fisica e della psicologia stanno confermando pressoché tutte le conoscenze contenute nell’astrologia, dimostrando che esistono forze che si muovono dentro l’uomo, nella sua dimensione interiore, e forze che lo trascendono, alle quali è collegato, che non implicano necessariamente la causalità.

«Un essere umano è parte di un tutto che chiamiamo Universo: sperimenta se stesso, i pensieri e le sensazioni come qualcosa di separato dal resto, in quella che è una specie di illusione ottica della coscienza. Questa illusione è una sorta di prigione che ci limita...».

Materia ed energia

Il teorico dei sistemi Ervin László afferma che «è sempre stato difficile trovare un terreno comune tra scienza e spiritualità. Almeno fino a dieci, quindici anni fa, quando la scienza ha cominciato a scoprire che il cosmo non è dominio di pezzettini di materia inconscia che si spostano in uno spazio passivo e vuoto... Ora ha cominciato a riconoscere che questo sistema conserva e porta in sé non soltanto energia, ma anche informazioni… Un cosmo impregnato di coscienza e informazioni, interconnesso e in evoluzione integrale è un cosmo nuovamente spiritualizzato».

G.L. Schroeder lo conferma: «Tutta la materia è energia e a un livello sottostante all’energia c’è l’informazione, una base totalmente immateriale per l’esistenza… Ogni particella, ogni corpo, ogni aspetto dell’esistenza è espressione dell’informazione che attraverso il cervello o la mente interpretiamo come il mondo fisico».

Per spiegare i fenomeni che accadono nell’Universo, gli astrofisici hanno dovuto ammettere la presenza dell’energia oscura e della materia oscura (definite tali perché al momento non disponiamo di strumenti adeguati per comprenderle).

Come scrive Massimo Teodorani: «Fino alla prima metà del Novecento si riteneva che la quasi totalità della massa dell’universo risiedesse nelle stelle e nelle galassie in cui esse sono contenute. Bastava monitorare l’universo con i telescopi, rilevare la luce dei corpi celesti e dedurre, automaticamente, che solo ciò che emette luce è dotato di massa. Poi, proprio da un’accurata analisi delle osservazioni astronomiche ci si è accorti che le cose non stanno così […] I corpi celesti luminosi rappresentano solo il 4% della massa dell’universo».

Vi è, infatti, una materia oscura «avente effetti gravitazionali in molteplici fenomeni astronomici… Non emette alcuna radiazione elettromagnetica e quindi non risulta individuabile dagli strumenti di analisi degli astronomi».

Astrologia Archetipica — Libro >> https://bit.ly/3VY4RFq

La scienza dell'anima

Umberto Carmignani, Simone Bongiovanni

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giovedì 11 aprile 2024

Scopri la numerologia

Scopri la numerologia intuitiva  

Consapevolezza

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Scoprire e comprendere la personalità, le attitudini, le propensioni nostre e di chi ci sta intorno, per realizzare appieno il nostro destino e intessere con gli altri, familiari e non, relazioni mature ed equilibrate. È il sogno di tutti e, come ci spiegano Alessandro e Giancarlo Valli nel loro manuale  Numerologia Intuitiva , un primo importante passo può essere compiuto approfondendo la conoscenza della numerologia, che ci riporta al significato simbolico che i numeri hanno per ognuno di noi e che ci offre la possibilità di penetrare nella matrice con la quale veniamo al mondo.

Redazione - Scienza e Conoscenza - 10/04/2024

Il nostro quadro numerologico

L’assunto è quello secondo cui ogni nome può essere ricondotto a una cifra compresa tra 1 e 9, così come ogni data di nascita. Il quadro numerologico è quindi in grado di darci informazioni sulle nostre predisposizioni, sulle qualità innate che ci appartengono sin dalla nascita e sul percorso che siamo chiamati ad affrontare in questo cammino terreno. Alessandro e Giancarlo Valli mettono a disposizione uno strumento immediato e accessibile, che ci rende in grado di osservare il nostro quadro numerologico come uno specchio capace di rivelare il nostro stato profondo. La pratica e l’esercizio portano gradualmente a comprendere sempre più dettagli e sfumature delle caratteristiche più profonde di un individuo permettendoci di vedere là dove gli occhi normalmente non vedono.

La storia della Numerologia

La numerologia ha radici antiche ed è tornata a noi in tempi recenti, all’inizio del Ventesimo secolo, grazie all’opera dell’americana Dow Bellet, che riprese la filosofia pitagorica e la approfondì, studiando i numeri e le modalità tramite cui essi possono portare alla conoscenza dell’animo umano. La sua ricerca è stata portata avanti da una sua allieva, Seton Sears, che ha coniato il termine “numerologia”, con il quale indicava una disciplina utile per la conoscenza di sé attraverso i numeri. Sua figlia, Juno Jordan, ha continuato ulteriormente gli studi e ha aperto una scuola. Da qualche decennio questa disciplina è arrivata in Europa e ha avuto una rapida diffusione.

Le caratteristiche della Numerologia

Il fascino della numerologia poggia sulla sua semplicità e, nello stesso tempo, sulla profondità dei risultati che può raggiungere. Con semplici calcoli matematici fatti in base a nome, cognome e data di nascita di una persona, ecco disvelarsi tutta la complessità dell’essere umano. Appaiono chiari il suo destino, vale a dire quale strada è chiamato a percorrere in questa esistenza terrena, quali doni, possibilità e carenze contiene la sua personalità, le lezioni da imparare per migliorarsi, i conflitti che possono rendere disarmonici i rapporti con gli altri; in sintesi, la numerologia ci permette di prendere consapevolezza di noi stessi e di chi ci sta vicino.

La sua applicazione ci può offrire molteplici possibilità. Prima fra tutte, appunto, una maggiore conoscenza di sé, poi la possibilità di conoscere gli altri non limitandosi all’apparenza, spesso ingannevole, ma giungendo a un livello più profondo. Si pensi per esempio al rapporto di coppia e a quanti contrasti e malintesi potrebbero essere evitati. Si acquisiscono gli strumenti per comprendere le vere motivazioni che spingono l’altro a determinati comportamenti, i suoi veri desideri dell’anima e si potrà più facilmente accettarli, frenando l’impulso che ci spinge a cambiare l’altro a nostra immagine e somiglianza.

Grazie allo studio dei numeri possiamo realmente capire cosa desidera, come agisce e quali pregi e difetti ha la persona con la quale ci troviamo a interagire. Questa conoscenza può migliorare le modalità di interazione con gli altri e frenare il tentativo errato di volerli cambiare. La conoscenza della numerologia può essere inoltre un valido aiuto in ambito lavorativo, soprattutto nella ricerca del personale, perché permetterà di inserire al posto giusto la persona giusta; così come può essere di aiuto nello sport, per facilitare la formazione di team ben coesi e performanti, o nei gruppi di lavoro, ovunque più persone siano chiamate a interagire per un fine comune.

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mercoledì 20 marzo 2024

Da cosa nasce l'ansia e come possiamo risolverla


Da cosa nasce l'ansia e come possiamo risolverla

Psicologia Quantistica

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Un percorso nella nostra intimità per capire da dove arriva l’ansia e come domarla, attraverso un cammino di psicoterapia

Carmen Di Muro - 19/03/2024

Quando siamo centrati su obiettivi, stati d’animo e pensieri che non rispecchiano la nostra missione vitale più elevata, il nostro campo energetico diventa maggiormente sensibile all’azione di basse vibrazioni, che trovando terreno fecondo sul quale attecchire, non permettendogli di manifestarsi armoniosamente.

Questi nuclei di energia discordante agiscono al di fuori della consapevolezza e originano da traumi ed esperienze dolorose avvenute all’interno di relazioni intime, soprattutto nelle prime tappe dello sviluppo infantile, che plasmano il nostro mondo interiore, che non sempre raggiunge una maturazione sana, ma al contrario diventa contenitore di energie emozionali disturbanti, che possono rimanere latenti anche per tutta la vita divenendo fonte di malessere e disturbi somatici. Ma l’attimo presente ci dà sempre la possibilità di evolvere, cambiare e aprirci in modo diverso al ventaglio delle possibilità, di risolvere e chiudere i conti con un passato doloroso e di trasformare la vecchia energia in luce di guarigione. Infatti, la maggior parte delle situazioni intercorrenti fanno da stimolo per l’emersione di emozioni non digerite, bloccate per delle ragioni che attingono a come la vita emotiva della persona è stata modellata. Ma attraverso cosa possiamo capire che si sono creati dei sedimenti energetici che inibiscono il sano funzionamento del nostro mondo interiore? Tramite quell’energia di fondo che funge da bussola per direzionarsi nelle onde dell’universo emotivo: l’ansia. Nella maggior parte delle situazioni quotidiane, l’ansia viene colta da ognuno come emozione in sé, ma al contrario è solo il segnale di un groviglio di energie emozionali che si agita dentro di noi e che non sappiamo decifrare.

Da cosa nasce l'ansia?

È questa l’energia che ci dirotta in quella tensione perenne tra passato e futuro: anticipando ciò che deve venire e allo stesso tempo, bloccandoci in un passato che non vogliamo rivivere. L’ansia è frutto di diverse dinamiche interiori e delle relazioni che intessiamo con gli altri. Al di sotto di essa, c’è sempre uno stato emotivo celato, che molto spesso viene inibito nel suo manifestarsi, soprattutto quando trova origine nei confronti di quell’“alterità” significativa da cui ci lasciamo sottilmente direzionare e che, senza saperlo, diventa fonte di emozioni sia positive che negative. Positive perché è ciò che dà alla nostra vita stabilità, e negative perché, al contempo, non rispecchia profondamente il nostro modo di essere. Ed è proprio quando lo scarto tra un sentire positivo e negativo nei confronti di una situazione o una persona che abbiamo a cuore aumenta, che sorgono i problemi. Si entra in uno stato di conflitto interiore, e per camuffare la rabbia, la paura, mista all’amore, sentimenti questi apparentemente inconciliabili, il nostro essere reagisce producendo una struttura di “energia ansiosa” che ci tutela, per non mettersi di fronte allo specchio, per evitare il confronto con se stessi e con ciò che proviamo.

Partendo da questo sentire che toglie il fiato, però, ci è data la possibilità di addentrarci in punta di piedi nella nostra intimità, per capire meglio di noi, ciò che non sappiamo e che ci fa paura vedere, lasciandoci traghettare dolcemente lungo il viaggio che essa compie all’interno del nostro organismo. E la scienza oggi ci aiuta sempre più a decifrarne i segnali, direzionando il nostro sguardo verso la presa d’atto delle vie di scarico corporee che l’ansia utilizza per manifestarsi, offrendo una mappa delle emozioni inconsce e sepolte che la generano e delle relative difese utilizzate per evitare di sentire qualcosa che emerge e che fa male. Ed è proprio allora che per evitarne il contatto noi la schiacciamo giù, la reprimiamo attivando difese che danno luogo alla maggior parte di quei sintomi somatici, che diventano voce narrante di una storia di dolore che solca le tracce dell’anima. E il corpo non mente, con i suoi malesseri, i suoi affanni, i suoi dolori.

Ma la nostra vecchia storia può divenire nuova storia nel momento in cui si contattano le emozioni inespresse, lasciandole scorrere liberamente, riportandole alla coscienza e riconoscendole come flusso energetico che muove la nostra carne. Ed è qui che un cammino di psicoterapia centrato sull’integrazione diviene la strada capace di illuminare l’intimità interiore, fino alla ricomprensione del sé più profondo che conduce all’anima.

LIBRO CONSIGLIATO:

La Scienza del Cuore — Libro >> https://bit.ly/2T15Gz1

Nella Saggezza Cardiaca il Codice della Felicità

Carmen Di Muro

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mercoledì 6 marzo 2024

Richard Feynman - Nobel per la fisica

Richard Feynman - Il premio Nobel per la fisica - 1965

Scienza e Fisica Quantistica

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Il fisico che ha riformulato la meccanica quantistica

Redazione - Scienza e Conoscenza - 05/03/2024

A cura di Elena Sanda Chira, responsabile della Collana Scienza e conoscenza

La fisica quantistica è un tema di grande attualità: è la fisica che descrive il comportamento del mondo su scala infinitamente piccola, ovvero a livello di molecole, atomi, elettroni. Le ultime ricerche di applicazione della fisica quantistica nelle scienze connesse, come la biofisica, biochimica, le neuroscienze, dimostrano che la mente umana, attraverso le funzioni del cervello, è in grado di amplificare gli effetti quantistici fino ad arrivare nella dimensione del quotidiano.

John Gribbin, dottore in astrofisica e famoso divulgatore scientifico britannico, nel suo libro Q come quantum - Dizionario enciclopedico di fisica quantistica ci accompagna in un affascinante viaggio alla scoperta dei principali concetti, leggi e teorie quantistiche che governano l’universo a livello microscopico e delle biografie dei più grandi scienziati che hanno cambiato radicalmente la nostra visione sul mondo.

Chi è Richard Feynman?

Richard Feynman (1918-1988) è il più grande fisico della sua generazione, messo sullo stesso piano di Isaac Newton e Albert Einstein. Ha riformulato la mec­canica quantistica assicurandole un saldo fondamento logico in cui la meccanica quantistica trova un'incorporazione naturale (in un modo che ricorda l'inclusione della teoria gravitazionale di Newton nella teoria della relatività generale). Feynman ha anche contribuito significativamente alla teoria dei superfluidi nell'elio liquido e allo studio della forza forte e della forza debole, oltre a fornire stimolanti intuizioni su come avvicinarsi a una teoria quantistica della gravità. Feynman ha sviluppato l'approccio dell’integrale sui cammini alla fisica quanti­stica (servendosi dei diagrammi di Feynman), approccio da cui ha tratto la più chiara e più completa versione dell'elettrodi­namica quantistica (QED). La QED rappresenta, assieme alla teoria della relatività generale, una delle teorie più solide e fortu­nate della storia della fisica.

Feynman è stato anche un validissimo insegnante e un grande di­vulgatore scientifico, ed è conosciuto da molte persone, che pur sanno ben poco del suo lavoro, come il volto umano della fisica della seconda metà del XX secolo. In quanto icona della fisica, la sua reputazione è straordinaria; per una volta almeno però, le rea­lizzazioni concrete dell'icona sono ancora più impressionanti della sua stessa fama.

Il principio di minima azione

Feynman nacque a New York il 11 maggio 1918. Suo padre era un uomo d'affari di buon successo, produceva uniformi, e sebbene non ricca, la sua famiglia superò gli anni della grande depressione senza troppi patemi. Le straordinarie capacità matematiche furo­no subito notate a scuola, dove uno dei suoi insegnanti, Abram Bader, gli spiegò il principio di minima azione che avrebbe avuto un'influenza centrale su gran parte del suo futuro lavoro. Feynman studiò al MIT, dove passò dalla matematica alla fisica, laureandosi nel 1939. Si trasferì quindi a Princeton, dov'era ormai prossimo al completamento della tesi di dottorato (sotto la supervi­sione di John Wheeler) quando l'America fu costretta a entrare in guerra in seguito all'attacco giapponese a Pearl Harbor. Sebbene avesse già cominciato a lavorare al Manhattan Project prima di fini­re il dottorato, trovò tempo di concludere la ricerca e ottenne l'ago­gnato titolo nel giugno 1942, prima di trasferirsi a Los Alamos (ini­zio 1943) dove avrebbe lavorato allo sviluppo della bomba atomi­ca.

Le sue capacità furono rapidamente apprezzate da Hans Bethe, il capo della Divisione Teorica di Los Alamos, che ne fece il più giovane (di gran lunga) capo squadra del progetto. Durante quel pe­riodo d'intenso lavoro, Feynman subì una tragedia personale: la moglie Arline (che era stata la sua fidanzatina nell'infanzia) morì di tubercolosi. Feynman si sfogò lasciandosi andare a beffe ingiurio­se e a scherzetti d'ogni genere, tra cui lo scassinare la cassaforte dei colleghi dov'erano custoditi i segreti della bomba atomica.

Il premio Nobel per la fisica- 1965

Nel 1946, finita la guerra, Feynman si trasferì alla Cornell Univer­sity (la base di Bethe), dove divenne professore di fisica teorica. Fu qui che completò la teoria della QED, lavoro per cui avrebbe ricevuto il premio Nobel nel 1965.

Nel 1950 si trasferì al Caltech, dove sarebbe rimasto per il resto della sua carriera, a parte qualche viaggio per periodi sabbatici o qualche visita ad altri centri di ri­cerca nel mondo. Negli anni '50 Feynman sviluppò la teoria della superfluidità e scoprì una legge fondamentale. che descriveva il comportamento della forza debole, due risultati per lo meno pari ad altri che erano stati ricompensati con il Nobel. Dopo un breve e disastroso secondo matrimonio, che si concluse con il divorzio, nel 1960 Feynman sposò Gweneth Howarth, dello Yorkshire, e i due restarono felicemente insieme per il resto della loro vita.

All'inizio degli anni '60, Feynman tenne una serie di conferenze che sarebbe poi stata raccolta nella famosa serie di volumi Feyn­man Lectures on Physics, una raccolta che avrebbe influenzato la fisica in tutto il mondo. Come tutti i suoi libri, si trattava fonda­mentalmente delle trascrizioni delle sue parole: in essi c'era tutta la sua personalità, il suo tipico stile, direttamente rivolto al lettore. In seguito sviluppò la sua teoria dei partoni, per descrivere co­sa accade quando un elettrone viene colpito dai neutroni in una collisione fortemente inelastica. Si trattò di un passo fondamentale per lo sviluppo della teoria dei quark, dei gluoni e delle interazioni forti (anni '70). Oltre al suo lavoro, Feynman prese a investigare (quasi per hobby}la teoria della gravità, e pose le basi per lo svi­luppo di una teoria quantistica della gravitazione. Nessun altro ha contribuito in modo altrettanto significativo alla comprensione di ognuna delle quattro forze della natura. Ciò è in parte dovuto al fatto che nessun altro scienziato ha prodotto una ricerca scientifica di qualità talmente elevata e per un periodo così lungo: circa 40 anni.

Autore e personaggio televisivo

Negli anni '70, quando aveva ormai quasi raggiunto i ses­sant' anni, Feynman stava ancora lavorando con la consueta origi­nalità e qualità. Si era prodotto anche una serie di libri di gran fama, tra cui QED: The Strange Theory of Light and Matter e Surely You're Joking, Mr.Feynman!, con il quale aveva portato all'o­pinione pubblica la sua fisica e la sua persona. Partecipò anche all'inchiesta sulla tragedia della navetta spaziale Challenger del 1986, accrescendo ulteriormente la sua fama grazie alle apparizio­ni televisive in qualità di membro della commissione.

Ma in quel periodo Feynman era già gravemente ammalato di can­cro. Morì a Los Angeles il 15 feb­braio 1988, assistito dalla moglie e dalla sorella Joan (anch'essa uno scienziato di gran successo), e fu pianto da migliaia di persone che pure non lo avevano mai incontra­to personalmente.

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lunedì 26 febbraio 2024

Stress: una porta verso la malattia

Stress: una porta verso la malattia

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Come reagiamo ai cambiamenti nella nostra vita? Scopriamo insieme la stretta relazione tra emozioni e salute

Carmen Di Muro - 25/02/2024

La vita è movimento perpetuo ed il suo accadere è scandito attimo dopo attimo, dentro e fuori di noi, in un gioco che si compie lungo un continuum e che ci chiama in determinati momenti ad affrontare situazioni esistenziali dolorose o stressanti a cui non sempre siamo preparati a rispondere adeguatamente. Eventi che non abbiamo previsto turbano il nostro equilibrio interiore ed implicano che debba necessariamente essere compiuto un salto affinché ci si possa ricollocare alla luce del nuovo accadimento. Nella maggior parte dei casi, però, il primo movimento istintivo diviene quello di ripiegarci su noi stessi, sulla propria interiorità che chiede spiegazioni e cerca di adattarsi a ciò che è sopraggiunto inaspettatamente, in modo da potersi riorientare al meglio.

La perdita di lavoro, un lutto, un tracollo finanziario, l’interruzione di un rapporto sentimentale, condizioni ed ambienti altamente stressanti e altri tipi di situazioni spingono a chiudersi in se stessi, sull’inquietudine che non trova senso, e a non comprendere quanto schemi di pensiero negativi inizino a dominare il nostro paesaggio interno, divenendo talmente familiari e radicati che è faticoso separarli dal proprio senso di auto-identità. Ciò drena energia vitale dalle riserve energetico-emozionali e crea un flusso disarmonico nella mente, che a sua volta si esprime nel corpo producendo un effetto di uguale o maggiore intensità sul campo elettromagnetico personale. Questo scompenso energetico non soltanto rende difficoltoso il ricollocarsi su vibrazioni alte ed armoniche necessarie per risollevarci, ma al contempo non permette al nostro organismo di svolgere la sua funzione metabolica in maniera efficiente.

Oggi sappiamo che un campo elettromagnetico sano determina reazioni elettrochimiche altrettanto sane, viceversa quando ci sono delle distorsioni nel suo flusso si generano problemi nella rete di segnali elettromagnetici che interconnettono tutte le molecole del nostro organismo.

La scienza stessa ci mostra che ad ogni forma emotiva corrisponde un rimaneggiamento della conformazione corporea, ovvero alcune arborizzazioni delle cellule nervose vengono a terminare sulla parete di certi organi e, ad ogni emozione sperimentata in risposta a situazioni significative o particolarmente stressanti, corrisponde anche una ridistribuzione dell’energia nervosa sui diversi organi del corpo, stimolandoli di più o di meno.

Ciò significa che le complesse dinamiche vibrazionali del mondo interiore, si ripercuotono non soltanto sul nostro corpo fisico, nella regolazione neuronale, ormonale, sanguinea e cellulare, ma vanno a riverberarsi su tutta la realtà esterna, poiché i nostri pensieri e di conseguenza i nostri modi di fare parleranno il linguaggio del polo sul quale sono accordati, attirando e dando vita ad una serie di situazioni non funzionali al nostro benessere e non permettendoci di affrontare quelle esistenti con la giusta abilità.

Infatti in una condizione di forte instabilità energetica, che coincide dal punto di vista tangibile, con una grande instabilità emotiva, l’ipotalamo in risposta allo stress produce corticotropina, inducendo l’ipofisi a produrre l’ormone di rispondenza e le ghiandole surrenali, a loro volta, reagiscono producendo aldosterone e cortisolo, affinché tutte le funzioni vitali rimangano bilanciate. L’effetto positivo del cortisolo, però, può trasformarsi in negativo quando una volta spento il campanello di allarme che ha dato il via alla sua attivazione, la sua produzione non si placa apportando una serie di conseguenze dannose sul cervello e sul sistema immunitario in grado di modificare il loro equilibrio e quello dell’intero organismo, che diviene vulnerabile all’azione di agenti patogeni. Nello stato di stress il consumo energetico diventa altissimo e l’organismo finisce con l’andare ad attingere a tutte quelle riserve funzionali del corpo che pian piano si sfibra.

Il circolo del benessere e del malessere è qualcosa che si plasma e si negozia in ogni attimo della vita, in quanto in noi c’è la possibilità di scelta. Scelta intesa come consapevolezza nel capire i segnali sottili che il nostro corpo o l’ambiente ci indicano a livello frequenziale. Lo stato di salute e la vitalità dipendono, allora, essenzialmente dall’atteggiamento interiore che ci fa entrare in contatto con la volontà armonizzatrice della nostra anima capace di mettere ordine nel caos delle nostre paure.

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lunedì 12 febbraio 2024

Amore: una questione di quanti


Amore: una questione di quanti

Psicologia Quantistica

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L’amore è una molecola meravigliosa, innamorarsi è un’esperienza straordinaria, perché scatena una vera e propria tempesta nella mente e nel corpo, legata alle complesse reazioni biochimiche che avvengono nel Sistema Nervoso Centrale

Carmen Di Muro - 11/02/2024

Articolo tratto da Scienza e Conoscenza 69

La prima fase che segna la nascita di un rapporto amoroso è quella dell’attrazione. È l’esperienza umana più imprevedibile, più illogica e meno soggetta alle regole che la natura abbia predisposto per la formazione della coppia. Si può dire “mi piace quella donna o quell’uomo” perché ha determinate caratteristiche, ma si tratta solo di razionalizzazioni: in effetti, non sappiamo per quale motivo una persona ignota o anche che conosciamo bene, improvvisamente diventi unica, oggetto della nostra costante attenzione, insediando il cuore e catturando ogni nostro pensiero, al di là di ogni possibile controllo volontario.

Attrazione e innamoramento si verificano quando siamo predisposti. Può trattarsi di particolari periodi della vita nei quali la necessità di cambiare rende l’individuo ricettivo all’incontro. Questi particolari momenti dell’esistenza corrispondono a una configurazione biochimica specifica, in cui alterazioni dei livelli normali di alcuni neurotrasmettitori, come la serotonina, la noradrenalina o la dopamina fanno sì che alcune aree cerebrali siano più “responsive” (Bartles & Zeki, 2000).

Cosa fa scattare la “scintilla” dell’amore?

Una volta che siamo predisposti e la “fascina di legna” è ben approntata, è facile che prenda fuoco. Ma cos’è che accende la scintilla? Il primo aspetto da sottolineare è che, sicuramente, alcune caratteristiche dell’altro ci colpiscono. Queste non possono essere colte appieno, se non partendo dai meccanismi sottili e dalle interazioni di campo che sottendono i sistemi viventi. Questo livello di interconnessione-dipendenza della realtà subatomica, caratterizzato dal principio di non-località, vede le particelle dei nostri organismi interagire tra loro e con quelle dell’universo, simultaneamente attraverso una rete di informazioni. Ciò dovrebbe darci il senso circa l’esistenza di processi profondi, “quantici”, che guidano il manifesto e che si realizzano a partire dalle sintonie vibratorie tra i nostri sentimenti e quelli di un altro individuo che, in un dato momento esistenziale, risuona sul nostro medesimo campo di informazione, in uno scambio costante di cariche che si traduce nella ricezione di una particolare qualità che ci colpisce inspiegabilmente: può trattarsi dell’intonazione della voce, di aspetti caratteriali, di un dettaglio peculiare che cattura la nostra attenzione, magnetizzandoci.

Segnali che arrivano dritti al cervello

Infatti, noi ci innamoriamo quando il segnale giusto ci colpisce al momento giusto. Ed è proprio l’informazione che guida la materia biologica. Nel caso dell’innamoramento, i segnali relativi a un’altra persona stimolano per via diretta l’amigdala, quella particolare struttura del lobo limbico, che “sequestra” gran parte del cervello e a breve distanza di tempo informa la corteccia prefrontale, la cosiddetta parte pensante, che elabora le informazioni, fornendo la consapevolezza che stiamo sentendo qualcosa e, altresì, apportando risposte organizzate a quanto sta accadendo (LeDoux, 2000). La corteccia riconosce qualitativamente il sentimento e ci rende coscienti del fatto che tutte le sensazioni piacevoli che stiamo provando sono riferibili al fatto di esserci innamorati.

Ossitocina e vasopressina: le molecole della pace

Poiché l’innamoramento rappresenta la fase di un processo, diventa inevitabile che, alla tempesta iniziale, subentri quel senso di tranquillità e regolarità indotto dalla presenza predominante delle “molecole della pace” (ossitocina per la donna e vasopressina per l’uomo), che inducono una forma diversa di sentire, un sentimento di certezza e stabilità (Insel & Shapiro, 1992). L’attenuarsi dell’effetto dopante si verifica in quanto l’organismo non può tollerare di essere sequestrato troppo a lungo e focalizzato su una sola attività. È vero che innamorarsi è importante, ma è anche vero che a un certo punto è necessario che si torni con i piedi per terra. L’intera fisiologia, infatti, innesca gradualmente meccanismi per il ripristino dell’equilibrio di partenza, anche se in un sistema biologico – tanto più nel cervello, organo plastico per eccellenza – l’esperienza affettiva lascia sempre una traccia permanente di ciò che è stato. Eppure, solo una “follia fisiologica” transitoria, come quella dell’innamoramento, ma pur sempre follia, con tutte le modificazioni elettromagnetiche-chimiche-fisiologiche che la sottendono, ci può catapultare sulla strada dell’amore, che da pulsione istintuale diventa uno dei sentimenti umani più elevati, energia per eccellenza in grado di penetrare l’essere in ogni sua fibra ed estrinsecarsi in una miriade di stati d’animo e comportamenti.

Scienza e Conoscenza n. 69 - Luglio/Settembre 2019 - Rivista >> http://bit.ly/2LzQgg5  

Nuove scienze, Medicina Integrata

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giovedì 8 febbraio 2024

Quante sono le dimensioni del nostro Universo


Quante sono le dimensioni del nostro Universo

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Cosa sono le dimensioni? Quante dimensioni ha il nostro universo? Perché alcune dimensioni sono nascoste? Dove si va quando si muore?

Redazione - Scienza e Conoscenza - 07/02/2024

di Elena Sanda Chira, l’autrice del libro AMEN LA NUOVA UMANITA’: Una Teoria del Tutto

Le dimensioni misurano il grado di libertà

Proveniente dal latino “dimensio”, “misura”, la parola dimensione definisce essenzialmente “il numero di gradi di libertà disponibili per il movimento di un punto materiale in uno spazio”. Nell’uso comune, le dimensioni di un oggetto diventano le misure che ne definiscono la forma e la grandezza.

Lo spazio-tempo in cui viviamo viene considerato dalla scienza come spazio di Hilbert quadridimensionale, costituito da tre dimensioni spaziali e una dimensione temporale. Possiamo muoverci sull’asse alto-basso (o su-giù), su quello nord-sud (o avanti-indietro) e su quello est-ovest (o destra-sinistra). La quarta dimensione è considerata il tempo, che è il movimento in sé su uno o l’altro di questi tre assi.

A livello macroscopico i processi fisici non sono simmetrici rispetto al tempo, ciò significando che le azioni generalmente non sono reversibili. A livello subatomico, invece, dove le grandezze si misurano con la scala di Planck, quasi tutti i processi fisici sono simmetrici rispetto al tempo e ciò significa che le equazioni usate per descrivere questi processi sono le stesse indipendentemente dalla direzione del tempo. Questo vuol dire che a questa scala si può viaggiare sia verso il passato che verso il futuro, oppure che l’unico tempo reale è il presente.

La Teoria delle stringhe

La scienza, con la Teoria delle stringhe e delle superstringhe, propone modelli di universi con dieci, undici o ventisei dimensioni. Paragonate alle tre riconosciute dalla fisica classica e sperimentate abitualmente nella realtà quotidiana, le dimensioni supplementari sembrano fantastiche costruzioni mentali impossibili da spiegare o minimamente immaginare. Sembrano soltanto dei modelli matematici inventati per far combaciare le formule.

Anche dal mondo olistico ci arrivano proposte e spiegazioni sulle dimensioni, insieme a indicazioni e ricette su come diventare esseri multidimensionali. Realmente siamo già multidimensionali, in quanto costruiti con una struttura spazio-temporale deca-dimensionale. Le dimensioni extra sono dentro di noi, nelle strutture più profonde di natura informazionale, energetica e materiale. Quello che ci conviene capire e sperimentare è come diventare esseri unidimensionali, misurati con le grandezze di Plank, piccolissime particelle elementari indivisibili capaci di viaggiare nello spazio-tempo e accedere a qualsiasi delle 10 dimensioni che rappresentano il proprio regno.

La M-Teoria, una teoria annunciata dal fisico americano Edward Witten nel 1995, che unifica tutte le teorie delle stringhe anteriormente formulate, parte dalla considerazione che l’universo abbia un numero di dimensioni superiore alle quattro abituali (tre spaziali e una temporale). Il numero minimo di dimensioni necessario nella formulazione matematica di questa teoria è dieci. Il supplemento di dimensioni, dalla terza alla decima, è difficile anche immaginare, oltre a pensare di farne esperienza diretta. La teoria delle stringhe presenta modelli teorici dell’universo con 10, 11 o 26 dimensioni.

L’Uomo e le sue 10 dimensioni

Nel modello di universo presentato nel libro Amen la Nuova Umanità: Una Teoria del Tutto, ogni modulo esistenziale o essere vivente naturalmente creato e manifestato in forma materiale è costituito da un preciso numero di inviluppi, anelli di crescita o dimensioni spazio-temporali, in corrispondenza alla sua complessità.

L’essere umano ha libero accesso a 10 dimensioni spazio-temporali, che è il numero di dimensioni di cui è costituito.

Le dieci dimensioni sono collocate le une all’interno delle altre come le bambole russe (o matrioske) e sono collegate tra di loro attraverso un tunnel centrale unidimensionale con il diametro della lunghezza di Plank. La forma risultante è quella di una toroide o mela con dentro anelli di crescita, dove il movimento avviene sempre da dentro a fuori. In questa rappresentazione mentale dell’universo, dentro-fuori è considerata la quarta dimensione di natura spaziale, una dimensione aggiuntiva alle tre dimensioni abitualmente usate. Considerando anche il tempo presente, che muove le quattro dimensioni spaziali da dentro a fuori, risulta, a livello macroscopico, uno spazio-tempo penta-dimensionale. Questo spazio-tempo penta-dimensionale, chiamato in questo libro la quinta dimensione, costituisce per l’essere umano lo spazio-tempo adatto alla vita, in quanto funziona in conformità con le leggi dell’Amore, la forza fisica governante di questa dimensione. Le dimensioni sono luoghi fisici, con diverse frequenze vibrazionali, percettibili dalla nostra mente.

Ogni dimensione ha la sua frequenza

Per funzionare in queste zone la mente si sintonizza sulle specifiche frequenze corrispondenti a ogni dimensione di passaggio. Questo diverso funzionamento della mente in diverse dimensioni è più evidente in un bambino nei primi anni di vita, ma è riconoscibile anche nell’età adulta. Comunque, durante la sua vita l’uomo realizza un viaggio interdimensionale, consapevolmente o no, sperimentando tutte le dieci sue dieci dimensioni costituenti. Ognuna di esse ha la sua specifica frequenza che influisce sul funzionamento del nostro cervello e ci fa vedere, sentire, comprendere, ragionare e vivere in modi diversi.

La qualità della nostra vita dipende dalla dimensione spazio-temporale alla quale siamo sintonizzati, che influisce sul modo e la qualità del funzionamento della nostra mente. Le dimensioni da 1 a 4 operano secondo i principi della meccanica classica, le dimensioni da 6 a 9 funzionano secondo i principi della meccanica quantistica e la quinta dimensione funziona secondo entrambe le meccaniche (sempre secondo il modello di universo presentato nel libro Amen la Nuova Umanità).

La dimensione zero o l’energia del punto zero

La dimensione zero è il Nulla originario, il luogo da dove veniamo e dove torniamo, e corrisponde alla cosiddetta morte fisica, però, con il passaggio di Cristo, questa dimensione è in sovrapposizione con la decima dimensione, che contiene la Parola di Dio, il flusso creatore che ha messo l’universo in essere, e la morte fisica non è più necessaria. Possiamo usare la Parola di Dio per metterci e mantenerci in esistenza!

Dunque, l’uomo è una creazione molto complessa dell’universo. Dopo aver creato le sue radici, tronco, rami e foglie, l’universo ha prodotto un frutto, l’Uomo, che al suo interno contiene un seme, il Cristo, l’Umano Perfetto, attraverso il quale l’universo può moltiplicarsi.

L’uomo è immortale e la morte non è necessaria. Bisogna soltanto fare un giro nelle dieci dimensioni del proprio regno per conoscerlo e, soprattutto, per Regnare su se stessi.

Gesù disse nel Libro Segreto di Giacomo: “Ascoltate il Verbo, comprendete la Conoscenza, amate la Vita e nessuno vi perseguiterà e nessuno vi opprimerà all’infuori di voi stessi!"

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Una teoria del Tutto

Elena Sanda Chira

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giovedì 25 gennaio 2024

Singolarità Spazio-Temporale: La morte non è necessaria


Singolarità Spazio-Temporale: La morte non è necessaria

Scienza e Fisica Quantistica

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Che cos’è la morte e perché moriamo? La morte ha una spiegazione scientifica? È stata dimostrata la sua ineluttabilità? Esiste realmente la morte? La Risurrezione e la Vita Eterna promesse da Gesù Cristo hanno qualche corrispondenza nelle evidenze scientifiche ed esiste una minima probabilità di essere raggiunte e sperimentate nei nostri tempi a larga scala? Ecco alcune delle domande sul fenomeno chiamato “morte”, ancora in attesa di ricevere delle risposte “scientifiche”.

Redazione - Scienza e Conoscenza - 24/01/2024

di Elena Sanda Chira, autrice del libro Amen La Nuova Umanità: Una Teoria del Tutto.

Il concetto di morte è collegato al concetto di singolarità spazio-temporale e quest’ultimo viene messo in corrispondenza con una grande varietà di fenomeni nei campi più diversi della conoscenza umana: fisica, tecnologia, matematica, biologia, sociologia, psicologia ecc. I fenomeni considerati “singolari” hanno in comune il fatto che piccole variazioni di una grandezza che caratterizza il fenomeno possono causare variazioni illimitatamente grandi o anche vere e proprie discontinuità in altre grandezze.

In termini matematici, la singolarità viene descritta più o meno così: avvicinandosi al punto singolare il comportamento di un sistema non può più essere descritto accuratamente con equazioni lineari e spesso nelle soluzioni delle equazioni linearizzate compare a denominatore un termine che si avvicina sempre più a zero, facendo perciò crescere illimitatamente il valore di altre grandezze implicate.

Nel 1873, il fisico James Clerk Maxwell osservò che tutti i sistemi, fisici o sociali, hanno una enorme quantità di energia potenziale che viene rilasciata soltanto quando un parametro raggiunge un valore critico. Per meglio illustrare il concetto di singolarità, Maxwell da come esempio una roccia spinta pian-piano sull’orlo di un burrone. Ad un certo punto lo stato di quiete si trasforma in uno stato molto dinamico in seguito a un’ultima spinta quasi impercettibile. Nei sistemi dinamici il verificarsi di una singolarità coincide con la perdita della stabilità del sistema. Maxwell afferma che in ogni tipo di sistema, fisico, economico, sociologico, quando esso si avvicina alla singolarità diventa impossibile predire la sua evoluzione, in quanto il principio deterministico di causa-effetto non rispetta più la regola che cause simili producono effetti simili. Infatti, insignificanti variazioni delle condizioni di partenza producono enormi cambiamenti, generalmente irreversibili, lungo il percorso. A volte, nell’avvicinarsi alla singolarità si osservano fenomeni di grande portata, governati da leggi non lineari, che sotto l’influenza delle fluttuazioni quantistiche, risultano instabili.

Queste leggi non lineari governano anche lo sviluppo della vita in tutte le sue fasi, inclusa la comparsa dell’essere umano, che sembra anche esso un processo discontinuo, avvenuto per salti attraverso mutazioni che possono essere considerate vere e proprie singolarità. Nell’ambito sociale le singolarità possono avvenire improvvisamente soltanto se è stata raggiunta una soglia di non ritorno, quando una parola o un gesto o un insignificante evento fa scoppiare una guerra, provocando una reazione a catena difficile da prevedere e tanto meno da fermare.

Il collasso delle civiltà antiche si presume che sia stato causato dalla mancanza di soluzioni per un sistema diventato complesso oltre la soglia di sostenimento. Il presentarsi di una situazione di singolarità è tanto più probabile quanto più complesso è il sistema, che diventa così pesante da non riuscire più a sostenere il proprio carico e avviene l’implosione.

Nel contesto del libro Amen la Nuova Umanità: Una Teoria del Tutto, si espone l’idea che ogni salto quantico o passaggio da una dimensione inferiore a un’altra superiore avviene attraverso una singolarità. L’universo nella sua interezza (come ogni suo singolo modulo esistenziale, stelle, galassie, esseri viventi, cellule o atomi) non ha una evoluzione lineare, ma si sviluppa attraverso alternanze di crescite e decrescite, segnate da periodiche singolarità. Il movimento naturale di crescita dell’universo chiamato qui moto e riposo, fa sì che nell’estremità alta della toroide si produca un fenomeno chiamato implosione (che visto da fuori potrebbe assomigliare a un big crunch o buco nero che risucchia dentro la materia), mentre dall’estremità bassa si osserverebbe una fuoriuscita di materia ed energia (che potrebbe sembrare un big bang o esplosione).

Però, siccome l’universo normalmente non si può osservare da fuori, e l’osservatore essere umano lo guarda da dentro, vede tutto al contrario: quello che osservato da fuori sarebbe un’implosione, osservato da dentro risulta esplosione e viceversa. Comunque, la singolarità si verifica in tutte due le estremità. Il tunnel centrale della toroide in tutta la sua lunghezza si comporta come un cunicolo spazio-temporale che assicura il collegamento tra diverse dimensioni, man mano che vengono create.

Per quanto riguarda il singolo individuo, quello che chiamiamo “morte” è soltanto un’implosione o collasso gravitazionale che segna l’inizio di un passaggio evolutivo. Nel suo libro Implosione, il fisico Dan Winter spiega come “morire con successo”.

Nel libro Amen la Nuova Umanità si prova a fare un passo in avanti: comprendere i sacri misteri della vita (che sono gli stessi principi di funzionamento della realtà recentemente scoperti dalla fisica quantistica), e sperimentare il passaggio attraverso la morte pur mantenendo il corpo fisico in vita.

L’immortalità fa parte della natura umana e l’evoluzione ci porta in questa direzione. Gesù Cristo, con la sua discesa e ascesa, ha creato un precedente e ci ha insegnato come trascendere la morte, entrare in una nuova zona di coscienza e acquisire l’immortalità.

Gesù disse: “Quanto a voi, quando cercate la morte, essa vi insegnerà sull’esser scelti. In verità vi dico, non uno che tema la morte sarà salvato…Fatevi migliori di me, siate come figli dello spirito santo”. (Libro Segreto di Giacomo)

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Una teoria del Tutto

Elena Sanda Chira

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martedì 2 gennaio 2024

Breve storia dell’etere: dai Greci al XX sec.

Breve storia dell’etere: dagli antichi Greci fino al XX secolo

Scienza e Fisica Quantistica

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Fisica, atomi e storia. Cos’è l’etere e come è nato? Un’analisi approfondita partendo dall’antica Grecia fino ai giorni nostri

Gabriele Muratori - 31/12/2023

Etere: fu una figura della mitologia greca, personificazione divinizzata dell’atmosfera superiore, purificata perché respirata soltanto dagli dèi dell’Olimpo.

Il filosofo greco Democrito, primo nella storia dell’Occidente a parlare di atomi, afferma che l’atomo si sviluppa proprio da vortici, i quali si creano nel “vuoto”, in questo caso specifico non dissimile dall’etere. Attraverso questo movimento di vortici ha luogo la formazione di atomi e oggetti di materia in un ciclo di trasformazione senza fine, di nascita, morte e rinascita.

Nelle scienze antiche e medievali l’etere rappresentava un concetto classico, definito quale quinto elemento dopo i quattro fondamentali (Fuoco, Terra, Aria, Acqua) nelle premesse teoriche della materia alchemica e nella filosofia della natura.

È fondamentale richiamarsi a questo concetto perché è sempre stato argomento, più o meno manifesto, di discussione lungo il corso dello sviluppo della nostra cultura e filosofia. Cartesio (1596-1650), il matematico della tridimensionalità, credette nell’esistenza dell’etere e spiegò questa sua esistenza come il mezzo in cui, nel sistema solare, come in un gigantesco vortice, i pianeti sono immersi e come la causa che produce la loro rivoluzione intorno al Sole.

Anche grandi fisici come Isaac Newton (1643-1727), in certi tratti delle loro opere scientifiche, hanno parlato di etere. In un suo recente libro dal titolo Invenzioni non autorizzate, lo studioso indipendente Marco Pizzuti riprende con puntualità e competenza queste interessanti informazioni.

Si afferma in più di una pubblicazione che Isaac Newton non fosse un assertore dell’esistenza dell’etere, ma sembra parlarne in più occasioni, vediamo le citazioni testuali: «Io suppongo che vi sia diffusa ovunque una sostanza eterea, capace di contrarsi e di dilatarsi, fortemente elastica e del tutto simile all’aria da ogni punto di vista, pur essendo molto più sottile di essa».

In un’altra occasione nel 1704, nella prima edizione di Opticks, sua opera sull’ottica, postulò l’esistenza di «un mezzo etereo capace di trasmettere vibrazioni più velocemente della luce». «E questo mezzo non è identico a quel mezzo mediante cui la luce è rifratta e riflessa e per effetto delle cui vibrazioni la luce comunica il calore ai corpi ed è spinta verso accessi di facile riflessione e di facile trasmissione? [...] E questo mezzo non è estremamente più raro e sottile dell’aria, ed è più elastico e attivo? E non penetra facilmente in tutti i corpi? E non è sparso (a causa della sua forza elastica) in tutti i cieli?».

Nello stesso testo Marco Pizzuti riferisce anche del lavoro di James Clerk Maxwell (1831-1879), il celebre fisico che riuscì a calcolare e spiegare tutti i fenomeni elettromagnetici con una sola teoria unitaria. I suoi studi permisero per esempio di dedurre che campo elettrico e campo magnetico sono manifestazioni di una sola realtà fisica e di attribuire alla luce le proprietà di un’onda elettromagnetica. Ancora oggi tutte le sue equazioni sono considerate valide, nonostante siano state elaborate sul concetto di etere.

Delle venti equazioni originali elaborate fino al 1865, oggi se ne conoscono solo quattro, poiché le restanti vennero escluse dallo stesso Maxwell nelle successive edizioni dei suoi scritti, per fini di semplificazione. Sta sorgendo un grande interesse, proprio ai giorni nostri, sulla riscoperta di queste sedici importanti equazioni perdute, che spiegherebbero invece numerosi fenomeni dell’universo, compresa la presenza dell’etere.

Augustin Jean Fresnel (1788-1827) a cui si deve la formulazione dei cosiddetti integrali di Fresnel, strumenti matematici attraverso i quali riuscì a elaborare una teoria che spiegasse tutti i fenomeni ottici (riflessione, rifrazione, interferenza e diffrazione), spiegò la natura ondulatoria della luce come un “vibrare in un mezzo fluido”.

Più tardi Heinrich Rudolf Hertz (1857-1874) dimostrò che anche l’elettromagnetismo confermava l’ipotesi che lo spazio fosse pieno di un mezzo vibrante fluido (poiché si propagava per oscillazione).

Guglielmo Marconi (1874-1937) successivamente si avvalse di questo concetto inventando la telegrafia senza fili e la radio. Tuttora le trasmissioni radio sono dette “Via etere” come se il concetto fosse rimasto inalterato attraverso tutto questo tempo.

In fisica, nel corso del XIX secolo, l’etere fu, quindi, considerata una sostanza universale, secondo un modello teorico che la considerava il mezzo attraverso cui si trasmettevano le onde elettromagnetiche, come per esempio la luce e i raggi X, analogamente al modo in cui le onde sonore vengono trasmesse attraverso mezzi elastici come l’aria e le onde marine dall’acqua.

Si supponeva che l’etere fosse privo di peso, trasparente, privo di attrito, non individuabile chimicamente o fisicamente e capace di permeare tutta la materia e lo spazio. Tale teoria incontrò crescenti critiche, finché nel 1881, al fine di dimostrare definitivamente l’esistenza dell’etere, Michelson e Morley misero in atto un esperimento, designato specificamente a individuare il moto della terra attraverso l’etere. Questo esperimento non dimostrò nulla, dimostrò l’assenza di qualsiasi suo effetto. Calò quindi un pesante sipario sull’esistenza dell’etere, rinforzato dal fatto che poco più tardi la teoria della relatività avrebbe postulato al contrario lo spazio come vuoto, cioè il nulla al di fuori di quanto non ha massa.

Non completamente rassegnati al fallimento dell’esperimento di Michelson e Morley, alcuni scienziati sentirono dopo pochi anni l’esigenza di rivedere e valutare criticamente i loro esperimenti eseguiti.

Ad esempio Dayton Miller, basandosi sugli studi dei due scienziati, effettuò una lunga serie di esperimenti, durati oltre vent’anni, con oltre 200.000 misurazioni, trovando sempre risultati che, invece, confermavano l’esistenza di un etere che influenzava la Terra nel suo spostamento nel cosmo. Dai risultati degli esperimenti emerse, inoltre, che la velocità della luce non era costante in tutte le direzioni, ma variava in funzione di esse. In base a queste scoperte, oltre a dimostrare la presenza di un etere nel cosmo, veniva automaticamente invalidata anche la teoria della relatività di Einstein. Tuttavia la teoria del vuoto oramai aveva preso piede e sembrava desse soddisfazione a buona parte degli scienziati mondiali, e nessuno aveva in quel momento intenzione di rimetterla in discussione.

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Gabriele Muratori

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