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venerdì 31 maggio 2019
Meno lattosio con il burro di GHEE
Meno lattosio con il burro di GHEE
Alimentazione e Salute
Scopriamo insieme che cos'è il burro ghee, perché lo
dobbiamo preferire al normale burro e come possiamo prepararlo in casa
Francesca Rifici - 31/05/2019
Tratto dalla rivista Naturalmente In Salute
A chi non piace prepararsi un dolcetto fatto in casa ogni
tanto? Oppure, quando il tempo è poco ma non si vuole rinunciare al gusto,
quanto è buono un piatto di pasta con burro e salvia?
Il burro da sempre non gode di ottima reputazione ed è
annoverato tra gli alimenti che fanno più male alla nostra salute.
ll burro tradizionale è formato da un 18% circa di acqua
e un 2% di proteine: il restante sono grassi saturi. E non possiamo smentire
totalmente la notizia sugli effetti negativi che ha sull’organismo.
Burro: cosa fa male e cosa fa bene
Possiamo però affermare con certezza che la parte più
dannosa del burro non è la parte composta dai grassi saturi, bensì dal lattosio
(proteine presenti) e dall’acqua.
I grassi saturi contenuti nel burro sono prevalentemente
acidi grassi, facilmente assimilabili dal nostro organismo, che vengono
utilizzati subito sotto forma di energia e non si depositano. Sono in realtà
fondamentali per molti processi fisiologici.
Il burro ghee è il burro della tradizione indiana e
ayurvedica e viene ricavato dal normale burro (quello classico che si trova nei
supermercati) e grazie alla sua speciale preparazione, possiamo beneficiare
degli acidi grassi in esso presenti, evitando di consumare anche lattosio.
I grassi saturi sono fondamentali per le membrane delle
nostre cellule perché donano loro rigidità, senza la quale non potrebbero
sopravvivere né funzionare correttamente.
Sono inoltre fondamentali per la salute delle nostre
ossa, abbassano il livello di Lp(a), un indicatore di rischio cardiovascolare,
proteggono il fegato dai danni dell’alcol e delle altre tossine e sono
necessari per l’assimilazione degli acidi grassi essenziali (omega 3 e omega
6).
E dulcis in fundo, il grasso che circonda il cuore è
altamente saturo e il cuore stesso beneficia moltissimo dall’utilizzo del burro
ghee, soprattutto quando è afflitto e sotto stress. Possiamo affermare con
certezza che fa bene al cuore, in tutti i sensi!
Come beneficiare allora di un alimento così gustoso e
prezioso per la salute come il burro, senza incorrere in spiacevoli effetti
collaterali?
Semplicissimo: basta conoscere il burro ghee, detto anche
burro chiarificato e magari imparare a prepararlo comodamente a casa.
Come preparare il burro ghee a casa
Il procedimento è semplicissimo: si acquista un panetto
(o più panetti, a seconda di quanto burro ghee vogliamo ottenere) di burro, il
mio consiglio è di acquistare un burro di qualità di cui si conosca la
provenienza o certificato biologico.
Si prende una ciotola di vetro con i panetti di burro
all’interno e la si immerge in una pentola di acqua.
Si porta la pentola sul fuoco facendo attenzione a non
far bollire mai eccessivamente l’acqua e si fa sciogliere il burro a
bagnomaria.
Il burro va lasciato bollire per almeno un’ora e mezza. A
quel punto inizia a formarsi uno strato bianco e schiumoso sulla superficie che
va rimosso con un cucchiaio o una schiumarola.
Passata un’ora e mezza, si filtra il liquido ottenuto
(che solitamente è di un bel colore giallo dorato) con un colino a trama fitta
e si versa ancora caldo in un vasetto di vetro.
Si lascia raffreddare a temperatura ambiente: il burro si
solidifica e deve essere conservato in luogo fresco e asciutto (non è
strettamente necessario conservarlo in frigo).
Se lasciato bollire per il tempo necessario, il burro
ghee si mantiene fuori frigo anche per mesi.
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percezione visiva in tarda età
giovedì 30 maggio 2019
La fisica in 20 domande
La fisica in 20 domande
Scienza e Fisica Quantistica
Scopriamo insieme un libro alla portata di tutti per
iniziare a conoscere il mondo della fisica
Redazione Scienza e Conoscenza - 29/05/2019
La fisica ti ha sempre affascinato ma non sei mai
riuscito a capirla fino in fondo?
Senti spesso parlare di fisica quantistica ma non ne hai
afferrato i principi?
Sai che cos’è la Teoria delle Stringhe?
Antonella Ravizza, insegnante con oltre vent’anni di
esperienza nella divulgazione scientifica, ha scritto un libro che fa per te o
che puoi regalare ai neofiti nella materia. L’abbiamo incontrata per
un’intervista esclusiva in cui ci parla della sua passione per la conoscenza e
la divulgazione.
Come ti sei appassionata allo studio della fisica?
Antonella Ravizza – Mi sono appassionata allo studio
della fisica fin dalle scuole superiori, quando ho cominciato a studiarla. Fin
da piccola ho sempre amato la matematica, ma la fisica aveva qualcosa in più
che mi affascinava. Con la fisica ho scoperto tutto un mondo che non conoscevo
ancora: la fisica è una scienza che studia la natura e tutti quei fenomeni
naturali che incontriamo nella vita di tutti i giorni.
Ho trovato molto interessante interrogarsi sul perché
avvengono certi fenomeni e cercare una risposta a queste domande, per
permettere all’uomo di utilizzare al meglio le risorse che la natura gli offre
o di inventare nuove tecnologie, allo scopo di migliorare la qualità della
vita. E man mano che imparavo cose nuove, mi appassionavo sempre più, così ho
capito che la mia strada era proprio questa: studiare fisica all’università, e
non me ne sono mai pentita.
Perché hai deciso di intraprendere l’insegnamento di
questa materia?
Perchè mi piace molto il lavoro a contatto con altre
persone e perché amo insegnare e soprattutto adoro i ragazzi. Avrei avuto altre
possibilità, ma la mia è stata una scelta: ho sempre voluto insegnare. Penso
che trasmettere le mie conoscenze sia il lavoro più bello e più gratificante al
mondo e mi permetta di lasciare qualcosa di me, che non si limiti ai contenuti
della materia che insegno, ma abbracci anche l’aspetto educativo, altrettanto
importante. Attualmente insegno anche matematica oltre alla fisica, perché le
due materie sono molto collegate tra loro.
Qual è il ramo di questa disciplina o la teoria che
ancora oggi più ti affascina?
Ritengo che la fisica sia tutta affascinante. Si può
classificare in quattro classi di fenomeni fisici: i fenomeni corpuscolari che
coinvolgono oggetti dotati di massa propria, sia a livello macroscopico che
microscopico (meccanica classica e meccanica quantistica); i fenomeni
ondulatori che coinvolgono la propagazione di energia sotto forma di onde; i
fenomeni termici che coinvolgono trasferimento di calore e la trasformazione in
lavoro meccanico; i fenomeni elettrici e magnetici.
Se proprio devo scegliere, direi che preferisco la fisica
moderna, cioè la Meccanica Quantistica, perché è molto strana e misteriosa, più
si studia e più ci sembra di essere tanto piccoli di fronte all’immensità della
natura e delle leggi che la governano.
La fisica è considerata forse la più difficile delle
discipline, sia dagli studenti che dai tanti adulti che vorrebbero
approfondirne la conoscenza o colmare le lacune della loro preparazione: è
davvero così? Da cosa sono date queste difficoltà intrinseche e come è
possibile superarle?
È vero che la fisica spaventa sempre, sia gli studenti
che gli adulti che amano leggere per approfondire le conoscenze. Ma è un
atteggiamento sbagliato; anche i concetti descritti dalle leggi fisiche si
possono semplificare; l’importante è capire il fenomeno. Poi è logico che a
scuola bisogna studiare anche le formule: qui le difficoltà si superano con la
volontà, con l’impegno.
Cosa cerchi di trasmettere della fisica nel tuo lavoro
quotidiano con i ragazzi della scuola superiore?
Cerco di trasmettere i concetti fondamentali, che sono
quelli che alla fine restano anche dopo parecchi anni. Bisogna capire il perché
delle cose, prima di studiare le formule o i modelli matematici che regolano i
vari fenomeni naturali, perché ciò che si è capito diventa parte del proprio
bagaglio culturale che accompagnerà anche durante gli studi universitari e
nella vita. Bisogna imparare a studiare e a osservare la realtà che ci
circonda, che sicuramente ci dà lezioni paragonabili a esperienze di
laboratorio: ciò che vedo, ricordo.
Sperimentale e teorica: la fisica ha tante anime, ma
queste sono le principali. Vuoi raccontarci questi due approcci?
La rigida divisione tra fisica sperimentale e fisica
teorica è diventata sempre più marcata, ma in realtà i due approcci non possono
sopravvivere singolarmente e questo genera il progresso dei giorni nostri. La
fisica sperimentale degli acceleratori, degli esperimenti con alte energie e
degli esperimenti sui neutrini solari, o quella delle centrali nucleari non
esisterebbero senza gli studi teorici. Nell’ambito della fisica teorica negli
ultimi decenni si sono consolidate ricerche che vogliono rispondere a domande
che l’umanità si pone da millenni. Si sono affermate importanti teorie come la
Meccanica Quantistica e la Relatività che rendono sempre più difficile
sperimentare la teoria con dimensioni di un atomo o di un elettrone o
dell’universo intero.
È appena uscito per Gruppo Macro il tuo libro 20 Domande
per Capire la Fisica. Dai quanti all’universo a 26 dimensioni. Di cosa si
tratta? A chi ne consigli la lettura?
È un libro che spiega in termini divulgativi alcuni dei
concetti più interessanti della fisica moderna: qui troverete risposta a delle
domande che spaziano dall’antimateria alle onde gravitazionali, dai buchi neri
alla Teoria della Relatività, dalla Teoria delle Stringhe ai viaggi nel tempo
(realtà o fantascienza?). Ne consiglio la lettura a curiosi e appassionati di
ogni età, dagli studenti agli adulti, poiché è scritto con un linguaggio
semplice, alla portata di tutti, ma rigoroso.
Descrizione libro libro 20 Domande per Capire la Fisica
Un libro che risponde alle principali domande sulla
fisica!
La fisica ti ha sempre affascinato ma non sei mai
riuscito a capirla fino in fondo? Senti spesso parlare di fisica quantistica ma
non ne hai afferrato i principi? Sai che cos’è la teoria delle stringhe?
In questo libro Antonella Ravizza, insegnante con oltre
vent’anni di esperienza nella divulgazione scientifica, ci accompagna in un
affascinante viaggio nella fisica moderna.
Oltre venti domande spiegate in modo semplice e rigoroso
forniranno una solida base a tutti coloro che amano la fisica e che vogliono
consolidarne e approfondirne i concetti fondamentali.
Indice
INTRODUZIONE
1. FISICA QUANTISTICA
CHE COS’È È LA FISICA QUANTISTICA?
Il dualismo onda-particella
L’effetto fotoelettrico
L’esperimento della doppia fenditura
ENTANGLEMENT: È VERO CHE LE PARTICELLE COMUNICANO A
DISTANZA?
COME SI SPIEGANO LE PROPRIETÀ DELL’EFFETTO FOTOELETTRICO?
PERCHÉ LE PARTICELLE SONO INDISTINGUIBILI?
CHE COS’È IL PRINCIPIO DI INDETERMINAZIONE DI HEISENBERG?
La pallina da biliardo e l’elettrone
La funzione d’onda
PERCHÉ A EINSTEIN NON PIACEVA
LA FISICA QUANTISTICA?
Il paradosso EPR
Einstein e il teorema di Bell
2. RELATIVITÀ RISTRETTA
PERCHÉ IL TEMPO E LO SPAZIO SONO RELATIVI?
La realtà e il ruolo dell’osservatore
LA FISICA RELATIVISTICA TROVA APPLICAZIONI
NELLA VITA QUOTIDIANA?
I due postulati di base del principio di relatività
ristretta
L’evento nella teoria della relatività
Il concetto di energia e di massa nella teoria della
relatività
3. PARTICELLE
È VERO CHE SIAMO CONTINUAMENTE BOMBARDATI DAI RAGGI COSMICI?
Raggi cosmici primari e secondari
Dove si rilevano i raggi cosmici?
Cosa ci dicono i muoni
Raggi cosmici: come ci influenzano?
COSA SAPPIAMO DELL’ANTIMATERIA?
L’equazione di Dirac e la scoperta del positrone
La scoperta dell’antiprotone e di altre antiparticelle
Le ricadute tecnologiche: la PET
CHE COSA SONO I FOTONI?
Onda o particella? La doppia natura del fotone
Luce solida e computer quantistici
CHE COSA SONO I QUARK?
Le 4 forze fondamentali dell’Universo
I tipi di quark
Bosoni e fermioni
Altre proprietà dei quark
COSA SONO I NEUTRINI?
Come sono stati scoperti i neutrini?
Dove si trovano i neutrini?
Come nascono queste strane ma interessanti particelle?
Dove si va “a caccia” di neutrini?
MATERIA OSCURA, COSA SARÀ MAI?
Le prove sperimentali dell’esistenza della materia oscura
Cosa possiamo dire oggi sulla materia oscura?
4. GRAVITÀ
CONOSCI LA STORIA DI NEWTON E DELLA MELA?
Che cos’è la forza attrattiva gravitazionale tra due
masse
Effetti in natura: le maree
Il campo gravitazionale
Legge di gravitazione universale e teoria
della relatività generale
PERCHÉ I PIANETI PERCORRONO ORBITE ELLITTICHE?
Perché i pianeti e le stelle hanno forma sferica?
Forza centrifuga e forza centripeta
PERCHÉ NON HAI MAI CAPITO LA RELATIVITÀ GENERALE?
Dalla relatività ristretta alla relatività generale
Nuovi approcci allo spazio-tempo
COSA SONO LE ONDE GRAVITAZIONALI?
Cosa sono le onde gravitazionali?
La forza di gravità e le onde gravitazionali
La velocità della luce e le onde gravitazionali
Onde gravitazionali: facciamo un esempio pratico
COSA SONO I BUCHI NERI?
L’orizzonte degli eventi
La termodinamica dei buchi neri
Un buco nero al centro di ogni galassia
5. LA NUOVA FISICA
VIVIAMO IN UN UNIVERSO A 26 DIMENSIONI?
Dai diagrammi di Feynman alla Teoria delle Stringhe
Ma cos’è la Teoria delle Stringhe?
La base matematica e le verifiche sperimentali della
Teoria delle Stringhe
I VIAGGI NEL TEMPO: REALTÀ O FANTASCIENZA?
UN’ALTRA “TEORIA DELLE STRINGHE”, MOLTO CURIOSA!
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Nuove scienze, Medicina Integrata
20 Domande per Capire la Fisica — Libro >> http://bit.ly/2wsEevy
Dai quanti all'universo a 26 dimensioni
Antonella Ravizza
lunedì 27 maggio 2019
Che cos'e' la pranoterapia oggi?
Che cos'e' la pranoterapia oggi?
Intervista a Gabriele Laguzzi
Medicina Non Convenzionale
Che cos'è la pranoterapia oggi? Intervista a Gabriele
Laguzzi
La pranoterapia può essere intesa come dono dell’uomo per
l’uomo, come il tramite per un nuovo umanesimo in medicina, nella scienza e
nella società
Marianna Gualazzi - 27/05/2019
Le pratiche di medicina popolare e tradizionale, le
religioni e le tradizioni spirituali di tutto il mondo hanno da sempre
utilizzato l’imposizione delle mani a scopo terapeutico, di benedizione e di
guarigione. È una pratica che affonda le sue radici nella notte dei tempi, in
un mondo simbolico e mitico che oggi sembra molto distante da noi. Eppure
ancora oggi, in tutto il mondo, la pranoterapia è viva e vitale, e continua ad
affascinare l’uomo comune, il ricercatore indipendente, il medico che ne
intravede la potenzialità in percorsi terapeutici integrati. Ne parliamo con
Gabriele Laguzzi, pranoterapeuta e docente.
Marianna Gualazzi - La pranoterapia è letteralmente la
terapia del Prana: che cos’è il Prana e qual è il rapporto tra il Prana della
pranoterapia occidentale e quello della tradizione indiana e ayurvedica?
Gabriele Laguzzi - La Pranoterapia è di certo la “madre”
di tutte le altre pratiche energetiche, poiché da sempre l’uomo l’ha utilizzata
spontaneamente come il più immediato tra i rimedi che la Natura gli ha messo a
disposizione, contro i mali psico-fisici. La più antica e circostanziata
definizione dell’energia vitale universale che abbiamo ci viene dall’India e
risale ad alcuni millenni prima di Cristo. Il termine Prana deriva dai due
termini sanscriti Pra che vuol dire “unità fondamentale” e Na che vuol dire
“energia”: energia che è fondamento di ogni cosa, energia che unifica tutto.
La pranoterapia, anche alla luce di una visione
scientifica – così come’è quella vissuta, sperimentata e insegnata dal dottor
Luigi Lapi e oggi dalla Scuola A.L.A.R.O è quindi medicina naturale per
eccellenza essendo non lesiva, non invasiva, utile per “ristabilire
l’omeostasi” (ad reparandam omeostasim) che è l’equilibrio funzionale e vitale
dell’organismo; integrativa dell’opera del medico. Oggi come ieri il Prana è
sempre il medesimo: rispetto alla tradizione indiana cambia solamente
l’approccio, date le valenze culturali e psicologiche tipiche del mondo
occidentale.
Come si inscrive la pranoterapia nell’orizzonte culturale
contemporaneo?
Oggi a pieno titolo si inscrive in un grande momento di
rinascenza delle virtù essenziali dell’Uomo: la tecnologia e l’Humanitas (la
sostanza tipica dell’essere uomo) forgeranno nel tempo una nuova, più autentica
e consapevole dimensione dell’umanità intera. E nell’Humanitas vedo integrarsi
bene anche la pranoterapia, come espressione viva e vivente di quell’ Amor che
– come dice Dante – “move il sole e l’altre stelle”. La pranoterapia è un dono
dell’uomo per l’uomo.
Oggi ci sono strumenti sofisticati per la misurazione
dell’energia vitale. La pranoterapia ha avuto una validazione scientifica? Ci
sono studi in corso?
Negli anni tra il 1950 e il 1980 numerosi ricercatori
hanno effettuato studi di carattere scientifico al fine di spiegare l’azione e
l’efficacia del Prana. In particolare ricordiamo le esperienze del dottor
Francesco Racanelli a Firenze (Medicina bioradiante) del dottor Luigi Lapi a
Firenze (Chirtest), del dottor Gerardo Ciannella presso l’Ospedale Monaldi di
Napoli (Teletermografia Dinamica), dell’ingegner Marco Todeschini
(Fluidometro), del professor Giuseppe Ambrosini (Elettrovisore).
In Italia, partire dal 1986, i chimici Patrizia Vecchi e
Alberto Ansaloni hanno condotto altri studi volti a dimostrare l’influenza del
Prana sull’acqua: i risultati delle loro ricerche, sviluppatesi presso il
Centro di Ricerche di Bioclimatologia Medica dell’Università di Milano,
evidenziano le modificazioni chimico-fisiche dei composti acquosi colloidali
(metodo del Bismuto e metodo dell’Oro) sottoposti ai flussi di bioenergia: ho
citato solo alcune esperienze.
Attualmente le nuove scienze (come la quantistica e
l’epigenetica) evidenziano un rinnovato e più approfondito interesse di ricerca
verso la Vita in toto e – in conseguenza – verso la bioenergia e le sue
manifestazioni particolari. Si ritorna all’Unità dell’esistenza, con la
revisione positiva di tutto ciò che un tempo veniva chiamato “paranormale”.
Ad esempio, l’Institute of HeartMath (Istituto di
matematica del cuore) di Boulder Creek, in California, collegato all’Università
di Stanford, studia le nostre emozioni e i nostri sentimenti e le modalità del
loro impatto sulla nostra fisiologia, con un particolare riferimento agli
effetti fisiologici delle emozioni positive. Le ricerche del dottor Bruce
Lipton, che si svolgono nell’ambito della medicina epigenetica e quelle di uno
staff di ricercatori dell’Istituto di Boulder Creek, in California, guidati dal
dottor Rollin McCraty hanno evidenziato che nella molecola del DNA possono
prodursi cambiamenti misurabili se essa viene sottoposta all’influenza di
desideri, intenzioni ed emozioni.
Risultati straordinari e stimolanti, questi, utili a
spiegare l’influenza e il meccanismo di azione della preghiera, della
meditazione e anche del nostro Prana. Ottimi elementi di riflessione per ogni
operatore che vuol accrescere la propria consapevolezza umana e professionale.
In Russia tra i numerosi studi di medicina energetica, ricordiamo quelli di
Vladimir Nesterov, volti a indagare sullo stato bioenergetico di salute.
Ovviamente anche in Italia si lavora in questo senso: per tutti cito il
partecipato convegno sul tema “Acqua, Luce e Suono nella riprogrammazione e
potenziamento epigenetico del benessere” tenutosi a Firenze il 24 maggio 2018
presso l’Auditorium della Giunta Regionale Toscana, evento promosso da
Egocreanet Cluster diretto dal prof. Paolo Manzelli, come elemento di consenso
fondante e condiviso per sviluppare un progetto innovativo di “biologia
quantica della vita”...
Continua la lettura di questo articolo su
Scienza e Conoscenza n. 68 - Aprile/Giugno 2019 — Rivista
>> http://bit.ly/2YKRKHY
Nuove scienze, Medicina Integrata
giovedì 23 maggio 2019
I biofotoni e la scienza della vita
I biofotoni e la scienza della vita
Medicina Quantistica e Bioenergetica
Secondo alcune teorie fisiche e della percezione, il
nostro apparato sensoriale ci consente di cogliere circa il 4% della realtà che
ci circonda. Nonostante ciò abbiamo la sensazione di percepire tutto quello che
sta intorno a noi. Come mai questo accade? Di cosa è fatto il restante 96%
della realtà?
Gioacchino Pagliaro - 23/05/2019
Se da un lato sappiamo bene che esistono, sia
nell’organismo che nell’ambiente, alcune forme di energia che sono rilevabili
solo con particolari dispositivi e apparecchiature, dall’altro facciamo molta
fatica a credere che negli organismi viventi ci possano essere delle energie
luminose non visibili a occhio nudo.
Il senso comune accetta che negli organismi ci sia
energia, ma non riconosce che i corpi possano essere dotati di luce.
Del resto, guardando le persone, vediamo le fisionomie
dei loro corpi, ma non vediamo luminescenze né, tanto meno, aloni di luce.
E guardando all’interno dei corpi troviamo cellule,
molecole, atomi che, come ci era stato insegnato, sono solo materia.
I viventi emettono luce
La razionalità, il processo percettivo-elaborativo, i
sistemi di credenze condivisi e la cultura a cui aderiamo ci confermano tutto
questo e ci fanno notare anche come, in una stanza buia, un organismo non ha
emissioni di luce visibili.
Tutto ciò è stato indiscutibilmente vero fino a quando
alcuni audaci biologi e fisici, sfidando le concezioni teoriche del momento,
pur essendo osteggiati dal conservatorismo dei loro colleghi, riuscirono a
dimostrare che gli organismi viventi sono in grado di emettere luce.
Come sempre accade nell’evoluzione della conoscenza ci
vollero decenni – e lo sviluppo di una tecnologia sempre più sofisticata – per
confermare che alcune scoperte avvenute agli inizi degli anni Venti del secolo
scorso erano vere.
Infatti, com’è noto, ogni nuova teoria dev'essere
sottoposta ad attente e rigorose verifiche prima di essere riconosciuta come
valida e, spesso, scientismo e interessi di parte, rallentano questo processo
di analisi e di verifica.
Tuttavia la scienza – che per sua natura è protesa a
promuovere l’evoluzione della conoscenza attraverso l’attenta aderenza al
metodo scientifico – supera gli atteggiamenti pregiudiziali e gli interessi di
parte e valida ciò che può essere validato.
Siamo esseri pervasi dalla luce, ma soprattutto, proprio
come avevano riscontrato le antiche tradizioni filosofiche orientali, siamo
dotati di un sistema energetico costituito da flussi e centri di energia
luminosi...
Continua la lettura su
Scienza e Conoscenza n. 68 - Aprile/Giugno 2019 — Rivista
>> http://bit.ly/2YKRKHY
Nuove scienze, Medicina Integrata
mercoledì 22 maggio 2019
Nutri la tua salute: prevenzione a tavola
Nutri la tua salute: quanta prevenzione possiamo fare a
tavola?
Alimentazione e Salute
Qual è il ruolo preventivo giocato dall'alimentazione? Su
quali nutrienti e quindi su quali categorie di alimenti possiamo basare la
nostra dieta quotidiana per trarne il massimo beneficio in termini di salute?
di Sabina Bietolini - 21/05/2019
Sono biologa nutrizionista e dottore di ricerca in
Scienze della Salute, con circa 10 anni alle spalle di ricerca universitaria.
L’approccio nutrizionale che propongo è raccontato dal
mio progetto NutrirelaSalute (www.nutrirelasalute.com)
e si basa sulle evidenze emerse dalla ricerca scientifica internazionale
riguardo alle proprietà salutari degli alimenti e alla loro capacità preventiva
verso numerose patologie.
Il ruolo protettivo e preventivo del cibo è da associarsi
ad alimenti di origine vegetale, in quanto ricchi di preziose vitamine
antiossidanti, elevato quantitativo di fibre, ma anche acidi grassi insaturi in
alcune categorie di alimenti e soprattutto sostanze denominate fitochimici, che
le piante producono per loro stessa difesa e che, pur non essendo utilizzate
dal nostro corpo come nutrienti, vi svolgono numerose attività biologiche quali
quella antiossidante, depurativa, antinfiammatoria ed antitumorale.
Alimenti vegetali: perché sono così importanti?
I fitochimici sono una conoscenza recente del mondo
scientifico, rientrando tra gli argomenti studiati dalla giovanissima
disciplina denominata nutrigenomica e forniscono la risposta, a livello
molecolare e di espressione genica, di molta parte del successo della dieta a
base vegetale. La ricerca scientifica riconosce infatti un ruolo protettivo a
numerosi alimenti quali melagrana, frutti di bosco, cavolo, broccolo, verza,
soia, orzo, aglio, cipolle, uva, olive, carote, pomodori, legumi in genere,
noci, lino, insomma numerosi frutti, ortaggi, verdure di ogni genere, cereali
integrali, ma anche legumi. È stato poi dimostrato che alimenti ricchi di fibre
sono in grado di riequilibrare il microbiota migliorando i livelli glicemici,
la sensibilità insulinica e i marker dell’infiammazione, nonché favorendo
modifiche positive nella composizione del microbiota.
Ciò si è rivelato di primaria importanza per garantire la
salute del nostro intestino e di conseguenza del microbiota che ospita e del
sistema immunitario che è locato, nell’adulto, per circa il 65% proprio a
livello intestinale. Analogamente, ciò fornisce vantaggi anche in condizioni
fisiologiche particolari come la gravidanza e l’allattamento, sia alla mamma
che al bimbo, oltre a garantire un’opportunità di prevenzione verso le più
comuni problematiche di salute, quali allergie, malattie metaboliche,
cardiovascolari, oncologiche e neurodegenerative.
Offrire a noi stessi e ai nostri figli fonti di proteine,
calcio, ferro, iodio, vitamine, grassi ed energia attraverso alimenti vegetali,
significa poter acquisire una marcia in più rispetto ai coetanei, per
affrontare il futuro con maggior forza e soprattutto con una sana abitudine,
possibilmente appresa nell’infanzia perchè con piacere ed affetto da adulti verrà
mantenuta, avendone ricevuto insegnamento in regalo dai propri genitori sin
dalla più tenera età.
L'alimentazione preventiva
Un approccio basato sull’alimentazione preventiva, che ho
registrato con il nome PrEVeg (Preventiva a Esclusiva base Vegetale) è il punto
di forza della mia attività, rivolta a tutti, onnivori, vegetariani e vegan,
affinché tutti possano usufruire dei benefici di un’alimentazione equilibrata,
in qualsiasi fase della vita, preconcepimento, gravidanza, allattamento,
svezzamento fisiologico, età scolare, adolescenza, menopausa, senescenza, e in
qualsiasi condizione patologica.
Curarsi dell’alimentazione per Nutrire La propria Salute
e quella dei propri figli, uscendo dagli schemi, è un gesto di grande amore e
responsabilità, dato che l’alimentazione occidentale costituisce uno dei più
importanti fattori di rischio per malattie cardiocircolatorie e tumorali in
considerazione degli elevati consumi di sale, carboidrati, zuccheri, grassi
saturi ed idrogenati, proteine animali, affiancati dalla immancabile scarsità
di fibre, carenza di verdura e frutta, nonché di fitochimici protettivi.
scopri
I Batteri della Felicità — Libro >> http://bit.ly/2wdiVhy
Perchè i microbi del nostro corpo sono la chiave per la
salute e il benessere
Alanna Collen
martedì 21 maggio 2019
venerdì 17 maggio 2019
Il sistema nervoso del cuore
Il sistema nervoso del cuore
Medicina Non Convenzionale
Scopriamo i meccanismi fisiologici di comunicazione
cuore-cervello e il modo in cui l’attività del cuore influenza le percezioni,
le emozioni, l’intuito e la salute
di Carmen Di Muro - 17/05/2019
La scoperta di un vero e proprio sistema nervoso
all’interno del cuore risale al 1991, quando uno dei primi pionieri della
Neurocardiologia, il dottor J. Andrew Armour, ha introdotto il concetto di
“cervello del cuore”. Il cuore-cervello, come viene comunemente chiamato, o
sistema nervoso cardiaco intrinseco, è una rete complessa di gangli,
neurotrasmettitori, proteine e cellule, molto simili a quelle cerebrali. Tali
circuiti gli permettono di agire indipendentemente dal cervello craniale per
imparare, ricordare, prendere decisioni e persino sentire. L’attività
discendente dei rami simpatico e parasimpatico dell’SNA è integrata nel sistema
nervoso intrinseco del cuore insieme ai segnali derivanti dai suoi neuroni
sensori che ne rilevano la pressione, la frequenza, il ritmo cardiaco e gli
ormoni. Le informazioni afferenti elaborate contribuiscono a sincronizzare
globalmente l’attività delle aree frontocorticali, subcorticali e della
corteccia motoria, influenzando fattori psicologici come il livello di
attenzione, la motivazione, la sensibilità percettiva e l’elaborazione emotiva.
Queste ricerche svolgono un ruolo importante nel chiarire
i processi di base che connettono cuore, cervello, mente e corpo, mettendo in
luce che una funzionalità sana e ottimale è il risultato di interazioni
dinamiche tra molteplici sistemi di controllo neurali, ormonali e meccanici,
sia a livello locale che centrale. Ma questo non è tutto. Oltre alla vasta rete
di trasmissione neurochimica che collega l’organo cardiaco, la psiche e il
soma, i ricercatori dell’HMI hanno fatto una scoperta ancora più sorprendente:
il cuore trasmette informazioni essenziali tramite interazioni di campi
elettromagnetici.
Comunicazione cardio-elettromagnetica
“Il nostro cuore è un’ondata di luce” potrebbe dire chi
si lascia trasportare dal dolce sentire celato in ogni pulsazione dell’organo
primo del nostro corpo. Ma cosa significa realmente?
Gli scienziati dell’HMI hanno riscontrato che il “cuore
fisico”, oltre ad avere ampie connessioni afferenti con i centri corticali, ha
anche canali di comunicazione che operano nel dominio della frequenza, al di là
dei limiti dello spazio-tempo, e che lo collegano con il “cuore energetico” il
quale può informare virtualmente, momento per momento, i circuiti del sistema
biologico. È stato visto che il cuore genera il campo elettromagnetico più
potente e più esteso del corpo, 5000 volte più ampio rispetto a quello
cerebrale, che può essere rilevato a diversi metri di distanza, in tutte le
direzioni, attraverso un dispositivo superconduttore a interferenza quantistica
(SQUID) basato su magnetometri.
Il campo del cuore agisce come un’onda portante di
informazioni, fornendo un segnale di sincronizzazione globale per l’intero
organismo. Specificamente, l’informazione codificata agisce per in-formare
(letteralmente, dare forma a) l’energia di tutte le funzioni corporee e per
coordinare i processi fisiologici nel suo insieme. Ogni cellula è, infatti,
immersa in un ambiente, esterno e interno, di fluttuanti forze magnetiche
invisibili. L’evidenza sperimentale dimostra che le chiare modalità ritmiche nella
variabilità delle onde elettromagnetiche – nella pressione sanguigna e in
quella sonora – prodotte dall’attività del ritmo cardiaco sono alterate e
modellate dall’esperienza di differenti emozioni, la cui qualità determina il
tipo di segnale che il nostro cuore trasmette alla corteccia cerebrale...
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Scienza e Conoscenza n. 67 - Gennaio/Marzo 2018 >> http://bit.ly/2FFrLu7
Nuove scienze, Medicina Integrata
mercoledì 15 maggio 2019
Un caffe' al CERN: scopri il film Almost Nothing
Un caffe' al CERN: scopri il film Almost Nothing
Scienza e Fisica Quantistica
Metti un caffè al CERN: scopri il film Almost Nothing
Almost Nothing è il documentario che racconta le scoperte
e le persone del più prestigioso laboratorio di ricerca sulla fisica delle
particelle
Marianna Gualazzi - 15/05/2019
Una mattina di dieci anni fa mi sono seduta per bere un
tè caldo in una caffetteria con vista sulle Alpi Francesi: di fianco a me il
premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia stava chiacchierando in maniera
informale con un gruppo di giovani ricercatori, poco più che ventenni,
provenienti dalla più svariate parti del mondo.
Tutto questo accade ogni giorno al CERN, il Centro
Europeo per la Ricerca Nucleare, uno dei laboratori di ricerca scientifica più
prestigiosi del mondo, il più importante per la fisica delle particelle.
Nato all’indomani della seconda guerra mondiale con lo
scopo di ricostruire, nell’Europa post bellica, uno spirito di cooperazione e
di
votare la nascente ricerca sulla fisica nucleare e sub
nucleare a scopi puramente scientifici, il CERN si trova sul confine
franco-svizzero tra il lago Lemano e i monti del Jura.
Moglie di un fisico che da vent’anni dedica la sua
esistenza a uno degli esperimenti progettati per il più potente acceleratore di
particelle del mondo – l’LHC – ho trascorso al CERN cinque anni: abitavo nella
campagna francese e il laboratorio era la mia seconda casa. Letterata tra un
migliaia di fisici, ingegnerie, tecnici ho trascorso intere giornate a
osservare, sbirciare e scrutare la varia umanità che popola il laboratorio.
Il CERN è una vera e propria città nella città: qui cui
le strade portano i nomi dei fisici e degli scienziati del passato, c’è uno
speciale distaccamento dei pompieri, due ristoranti, tre ostelli. I building
con gli uffici, i capannoni con gli esperimenti, e chilometri di corridoi con
arredi anni sessanta si estendono per diversi chilometri quadrati.
Questo affascinante “luogo - non luogo” ce lo racconta il
bellissimo documentario Almost Nothing.
Il film è un viaggio all’interno del CERN, ma il punto di
vista del racconto non è solo prettamente scientifico: la regista Anna de
Manincor del collettivo ZimmerFrei lascia il Bosone di Higgs e le onde
gravitazionali sullo sfondo e punta l’obbiettivo sugli esseri umani che
lavorano in questo labirinto di corridoi, cavi e strumenti di altissima
precisione.
E ci porta a scoprire una comunità di scienziati votata
alla ricerca e alla scoperta del futuro, che cooperano e lavorano insieme da
decenni in armonia, senza distinzioni di nazionalità, sesso e religione.
Guardando Almost Nothing ho rivissuto le giornate
trascorse nella caffetteria del CERN a scrivere al pc, origliando le
conversazioni dei fisici seduti accanto a me; e quelle passate nella
silenziosissima biblioteca, con le scaffalature traboccanti di fascicoli di
Physical Review Letters intenta a perfezionare il mio francese e il mio inglese.
Nel documentario ho riconosciuto molti dei volti e dei
nomi incontrati nei miei anni ginevrini, uno tra tutti quello di John Ellis,
fisico teorico di fama mondiale, eccentrico e attempato, il cui ufficio è
invaso da pile di documenti e sulla cui lavagna campeggiano equazioni che solo
lui, e pochi altri, riescono a decifrare.
La visione di Almost Nothing è consigliatissima.
Per vedere il film Almost Nothing
Visita il sito https://almostnothing.eu/
La Fisica del Nulla — Libro >> http://bit.ly/2LHdHoH
La strana storia dello spazio vuoto
James Owen Weatherall
martedì 14 maggio 2019
Il tuo futuro e' gia' scritto? Cosa dice la Fisica
Il tuo futuro e' gia' scritto? Cosa dice la Fisica
Scienza e Fisica Quantistica
Determinismo, casualità e libero arbitrio: cosa può dirci
la fisica sulle grandi domande dell’animo umano?
Luigi Maxmilian Caligiuri - 13/05/2019
Penso dunque esisto affermava il grande filosofo francese
Cartesio, ritenendo di riassumere in questo modo l’essenza più profonda della
condizione umana. Ma cosa significa “io penso”? Siamo soltanto delle “macchine”
passive attraversate dai pensieri o agenti attivi capaci di determinare le
nostre decisioni?
La possibilità stessa di porci tale domanda sembrerebbe
richiedere quest’ultima interpretazione, sebbene la visione correntemente
accettata del determinismo scientifico preferirebbe la prima.
In un universo totalmente deterministico, in cui ogni
evento condiziona, inevitabilmente, il successivo, la possibilità di compiere
libere scelte sembra apparire come una pura illusione.
Dio non gioca a dadi con l’universo: oppure sì?
A tal proposito Albert Einstein pare fosse solito
affermare: «Dio non gioca a dadi con l’universo », sintetizzando così la sua
difficoltà ad accettare uno degli aspetti fondamentali della meccanica
quantistica (che, peraltro, aveva egli stesso contribuito a far nascere
proponendo l’ipotesi dell’esistenza dei fotoni) la quale, al contrario,
considera la casualità come una caratteristica intrinseca del mondo fisico.
Se pensiamo, ad esempio, al decadimento spontaneo del
nucleo di una sostanza radioattiva, la meccanica quantistica non è in grado di
prevedere quando questo evento si manifesterà e perché.
Analogamente, quando un fotone incide su uno specchio
semiriflettente (che riflette il 50% della luce incidente e ne trasmette
altrettanto), esso verrà o trasmesso o riflesso con uguale probabilità e tale
possibilità si concretizzerà in un esito effettivo (trasmissione o riflessione)
solo nel momento in cui il fotone verrà effettivamente rilevato. Tali eventi
singoli, di natura quantistica, sono dunque intrinsecamente casuali e non
prevedibili (non a caso tale proprietà viene utilizzata per la generazione di
numeri casuali usati nella crittografia, in statistica e nei giochi d’azzardo
online).
Einstein rifiutava di accettare l’esistenza fisica di
fenomeni realmente non deterministici, ossia che avvengono senza una specifica
ragione e imprevedibilmente, rimanendo dunque fedele all’immagine di un
universo deterministico in cui ogni evento è, inevitabilmente, il risultato di
uno o più eventi ad esso temporalmente precedenti e la causa eventuale di uno o
più eventi futuri rispetto ad esso. Egli riteneva infatti che la meccanica
quantistica fosse semplicemente incompleta e quindi incapace di cogliere
l’essenza ultima della realtà fisica, sollevando, in verità, uno dei problemi
fondamentali della scienza, tuttora di fatto insoluto.
La questione se l’universo nella sua totalità sia un
enorme meccanismo a orologeria, oppure un “tavolo da gioco” va dritta al cuore
della Fisica e condiziona il suo obiettivo, ossia la ricerca di regole semplici
che sottendano alla complessità della Natura, dal momento che la possibile
esistenza di fenomeni a-casuali imporrebbe precise e profonde limitazioni al
dominio stesso dell’indagine scientifica. D’altra parte è fondamentale
osservare che, nel pensiero filosofico, l’indeterminismo è stato generalmente
considerato come il presupposto per l’esistenza del libero arbitrio.
Determinismo verso indeterminismo
In un Universo puramente deterministico tutto ciò che si
manifesta in un dato istante è inevitabilmente causato dagli eventi ad esso
precedenti (stato iniziale) e tutto si svolge per pura necessità senza alcuno
spazio per il caso. Tale stato iniziale (o finale essendo le leggi della fisica
simmetriche nel tempo a livello fondamentale) dovrebbe dunque includere non
solo lo stato dell’Universo “fisico” ma anche le qualità degli esseri viventi
in esso presenti.
D’altra parte appare evidente che o esistiamo in un
Universo in cui tutto è predeterminato a partire da un insieme di condizioni
iniziali nel passato (ad esempio al momento del Big Bang) o nel futuro (dal
momento che il tempo stesso, in un tale tipo di universo, sarebbe considerato
come illusorio), oppure siamo noi gli artefici del nostro futuro nel quale
caso, ovviamente, l’Universo non può essere completamente deterministico. È
interessante comunque notare che, da un punto di vista concettuale, l’esistenza
del libero arbitrio è indispensabile per scegliere quali argomentazioni
ritenere convincenti e quali invece irrilevanti dal punto di vista scientifico.
È ironico quindi constatare come alcune delle più
importanti costruzioni teoriche della scienza moderna, basate sul determinismo,
sembrino di fatto annullare la possibilità dell’esistenza del libero arbitrio.
La fisica classica newtoniana, infatti, descrive un
universo assolutamente deterministico in cui nulla di “nuovo” (ovvero di non
prevedibile a partire dalle condizioni iniziali e dalle equazioni del moto)
accade. Ma la situazione diventa ancora più complessa considerando la Teoria
della Relatività di Einstein, secondo la quale non esiste una definizione
assoluta di simultaneità tra del cosiddetto “universo blocco” in cui passato,
presente e futuro appaiono cristallizzati come in un blocco di ghiaccio e in
cui il presente, in cui esistiamo e siamo liberi di pensare, è solo
un’illusione, così come lo è il libero arbitrio e il fluire del stesso tempo.
Si potrebbe tuttavia considerare la dicotomia esistente
tra determinismo e indeterminismo come apparente, assumendo i due concetti
afferenti a due ordini differenti di realtà: un livello sub-quantistico
deterministico e uno quantistico, meno profondo, di natura probabilistica e
indeterministica.
Ma è possibile conciliare il concetto di libero arbitrio
con quello di determinismo o, ancora più specificamente, con la casualità di
natura quantistica? Per tentare di fornire una risposta a questa domanda è
necessario indagare più da vicino il significato della casualità nel cosmo
quantistico...
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Nuove scienze, Medicina Integrata
lunedì 13 maggio 2019
Fusione nucleare: in cosa consiste questo processo?
Fusione nucleare: in cosa consiste questo processo?
Scienza e Fisica Quantistica
Scopri in cosa consiste la fusione nucleare e da cosa
viene provocata l’emissione di così tanta energia
John Gribbin - 11/05/2019
Estratto dal libro "Dizionario Enciclopedico di
Fisica Quantistica" di John Gribbin
Cos'è la fusione nucleare?
La fusione nucleare è il processo in virtù del quale i
nuclei leggeri di due o più atomi, si fondono fino a creare un nucleo più
pesante, con contemporaneo rilascio di energia.
Sebbene i nuclei degli elementi più leggeri possano
esistere in forme stabili, se i nuclei vengono sottoposti a pressione
sufficientemente intensa (per esempio, la pressione estrema all’interno delle
stelle) finiscono per superare la repulsione causata dalla carica elettrica
positiva di ogni nucleo, e si combinano tra loro rilasciando energia.
All’interno delle stelle, la fusione provoca un’emissione
di energia in base a due processi fondamentali, conosciuti come il ciclo del
carbonio e la reazione protone-protone.
Le condizioni estreme richieste per portare i nuclei alla
fusione rendono estremamente difficile stimolare la fusione sulla Terra, in
condizioni controllate, ma è proprio questo processo a fornire l’energia della
cosiddetta bomba all’idrogeno, dove la fusione viene scatenata dall’esplosione
di una bomba atomica.
Si spera di poter ottenere il controllo della fusione
nucleare in reattori capaci di produrre elettricità.
Se fondiamo due nuclei di deuterio?
La fusione di una coppia di nuclei di deuterio rilascia
circa il 2% dell’energia prodotta dalla fissione di un singolo nucleo di
uranio-235.
Ma dal momento che il nucleo dell’uranio-235 pesa circa
100 volte di più del nucleo di deuterio, in un chilogrammo di deuterio ci sono
100 volte più nuclei che in un kg di uranio-235.
Di conseguenza, se tutte le coppie di nuclei di deuterio
fondessero, potrebbero generare più o meno la stessa quantità d’energia che
verrebbe prodotta dalla fissione di un chilogrammo di uranio-235, ovvero
l’equivalente di 3 milioni di tonnellate di carbone.
Descrizione libro
Dall'Acceleratore di particelle alla teoria del punto
Zero, dalla legge di gravità ai raggi X, dalla scoperta dell'energia nucleare
alla teoria della relatività generale, fino ad arrivare alle ultime
interessantissime teorie sulle "stringhe".
Tutta la storia della fisica, dalla A alla Z, viene
affrontata con piglio entusiasta e coinvolgente; così come vengono messe in
risalto le vite dei più importanti scienziati che hanno svolto un ruolo di
primo piano nel grande viaggio dell'uomo alla scoperta di se stesso e del mondo
in cui vive.
Perché i fotoni si comportano come particelle e altre
volte come onde a seconda del tipo di esperimento condotto dallo scienziato?
Perché nell'esperimento della "doppia fenditura" il fotone sembra
sapere in anticipo quale sarà l'esperimento a cui verrà sottoposto e si
comporta di conseguenza? A queste e ad altre domande hanno cercato di
rispondere grandi scienziati elaborando teorie affascinanti.
Q come Quanto è una vera e propria enciclopedia della
fisica quantistica. L'autore, John Gribbin, famoso divulgatore scientifico, ci
apre gli occhi sul mondo dell'infinitamente piccolo e sulle leggi che governano
l'Universo. Gribbin ha il grande merito di rendere attraente e comprensibile
per tutti una materia finora riservata solo al popolo dei fisici e dei matematici.
Avviene così che, pur rimanendo un'opera di grande
utilità soprattutto per chi ha intrapreso studi di fisica, chiunque può trarre
un'infinita serie di stimoli su cui riflettere e da approfondire ulteriormente
per comprendere meglio il mondo in cui viviamo e per cercare di intuire a quale
presa di coscienza giungerà l'uomo del terzo millennio.
John Gribbin, nato nel 1946, si è laureato in astrofisica
all’Università di Cambridge.
La divulgazione scientifica è sempre staro il suo
obiettivo ed è diventato autore di numerosi best-seller.
È molto famoso anche in Italia, grazie alle sue numerose
pubblicazioni.
Scopri il libro
Dizionario Enciclopedico di Fisica Quantistica con
illustrazioni
Dizionario Enciclopedico di Fisica Quantistica con
illustrazioni — Libro >> http://bit.ly/2XvE8P2
Dall'Acceleratore di particelle al campo del punto Zero -
Q come Quanto
John Gribbin
venerdì 10 maggio 2019
Fusione fredda: cosa c'e' da sapere...
Fusione fredda: cosa c'e' da sapere?
Scienza e Fisica Quantistica
Dall'Acceleratore di particelle alla teoria del punto
Zero, oggi parliamo della definizione di "fusione fredda"in fisica
quantistica. Sai di cosa si tratta?
John Gribbin - 09/05/2019
Estratto dal libro "Dizionario Enciclopedico di
Fisica Quantistica" di John Gribbin
Cos'è la fusione fredda?
La fusione fredda è definita come qualsiasi forma di
fusione nucleare che abbia luogo più o meno a temperatura ambiente, invece che
a temperatura elevata (svariati milioni di gradi) nel cuore di una stella o in
un’esplosione nucleare.
Negli anni ’80 ci fu un’ondata di entusiasmo, provocata
dall’annuncio della possibilità di giungere alla fusione fredda (in determinate
circostanze) sulla base dell’elettrolisi dell’ossido di deuterio.
Malauguratamente quella possibilità non è stata comprovata dagli ulteriori
esami effettuati.
C’è qualche possibilità in più, anche se limitata, che
atomi simili a quelli del deuterio (idrogeno pesante) possano essere prodotti
sostituendo l’elettrone nell’atomo di deuterio con un muone, una particella
analoga all’elettrone ma 207 volte più pesante.
Ne risulterebbe un “atomo” molto più piccolo
dell’ordinario atomo di deuterio, perché il muone sarebbe molto più vicino al
nucleo, fatto di un neutrone e di un protone.
Quest’atomo di deuterio muonico potrebbe quindi
avvicinarsi a un altro atomo di deuterio quel tanto che basta per provocare la
fusione, con la combinazione dei due nuclei in un nucleo di elio-4.
Il muone stesso si libererebbe in modo da sostituire
l’elettrone in un altro atomo, permettendo alla fusione di progredire
progressivamente, con il muone in funzione di catalizzatore.
Sfortunatamente, la vita media del muone è talmente breve
(poco sopra i 2 microsecondi) che può riuscire a catalizzare solo qualche
reazione prima di decadere in un elettrone, un neutrino muone e un elettrone
antineutrino.
Descrizione libro
Dall'Acceleratore di particelle alla teoria del punto
Zero, dalla legge di gravità ai raggi X, dalla scoperta dell'energia nucleare
alla teoria della relatività generale, fino ad arrivare alle ultime
interessantissime teorie sulle "stringhe".
Tutta la storia della fisica, dalla A alla Z, viene
affrontata con piglio entusiasta e coinvolgente; così come vengono messe in
risalto le vite dei più importanti scienziati che hanno svolto un ruolo di
primo piano nel grande viaggio dell'uomo alla scoperta di se stesso e del mondo
in cui vive.
Perché i fotoni si comportano come particelle e altre volte
come onde a seconda del tipo di esperimento condotto dallo scienziato? Perché
nell'esperimento della "doppia fenditura" il fotone sembra sapere in
anticipo quale sarà l'esperimento a cui verrà sottoposto e si comporta di
conseguenza? A queste e ad altre domande hanno cercato di rispondere grandi
scienziati elaborando teorie affascinanti.
Q come Quanto è una vera e propria enciclopedia della
fisica quantistica. L'autore, John Gribbin, famoso divulgatore scientifico, ci
apre gli occhi sul mondo dell'infinitamente piccolo e sulle leggi che governano
l'Universo. Gribbin ha il grande merito di rendere attraente e comprensibile
per tutti una materia finora riservata solo al popolo dei fisici e dei
matematici.
Avviene così che, pur rimanendo un'opera di grande
utilità soprattutto per chi ha intrapreso studi di fisica, chiunque può trarre
un'infinita serie di stimoli su cui riflettere e da approfondire ulteriormente
per comprendere meglio il mondo in cui viviamo e per cercare di intuire a quale
presa di coscienza giungerà l'uomo del terzo millennio.
«John Gribbin è una benedizione per tutti coloro che
vogliono saperne di più della scienza ma diventano nervosi alla prospettiva (di
ciò che li aspetta)... Egli rende le difficoltà accessibili, e fornisce alle
persone che hanno una limitata conoscenza di base, una mappa del mondo della
scienza».
Melvyn Bragg
Dizionario Enciclopedico di Fisica Quantistica con
illustrazioni — Libro >> http://bit.ly/2XvE8P2
Dall'Acceleratore di particelle al campo del punto Zero -
Q come Quanto
John Gribbin
mercoledì 8 maggio 2019
Che cosa non e' l'Ayurveda - 2
Che cosa non e' l'Ayurveda 2
seconda parte
Medicina Non Convenzionale
Sentiamo sempre parlare di cos'è l’Ayurveda, causando
spesso dubbi e incertezze. Scopriamo insieme cosa non è l’Ayurveda per
comprenderla al meglio
Antonio Morandi - 07/05/2019
Tratto dall’ebook Il Paradigma dell’Ayurveda
4. L’Ayurveda non è una medicina “dolce”
Sempre guidati dal bisogno di trovare conforto e rifugio
dalla violenza e aggressività del mondo moderno occidentale, in questi ultimi
anni sono nate tutta una serie di definizioni illusorie. Medicina “dolce” è uno
di questi ed in realtà è praticamente un ossimoro. La funzione della Medicina è
quella di curare, di ripristinare un equilibrio che si è alterato.
Di opporre quindi una forza o resistenza verso quella che
è la tendenza invece del cambiamento patologico al fine anche di invertirne lo
sviluppo. In ogni caso è l’applicazione di una forza uguale e contraria a
quella della malattia. La Medicina è l’adeguato impiego di strumenti
proporzionali allo stato di gravità e avanzamento della malattia, adeguato
significa ciò che è necessario e sufficiente, non quello che è desiderato.
Se io sto seduto per anni in una posizione scorretta,
finisco per trovarla comoda anche se nel frattempo la mia struttura
muscolo-scheletrica si è alterata. Se voglio curare l’alterazione del mio corpo
dovrò cambiare il mio modo di stare seduto e ciò comporterà tempo, energia,
lavoro, dolore e volontà proporzionale all’entità del danno. Le cose non vanno
via da sole, ci vogliono sistemi adeguati. L’Ayurveda, essendo una medicina a
tutti gli effetti, indicherà le soluzioni terapeutiche più adeguate al
problema. È opportuno ricordare che una parte molto importante dell’Ayurveda è
costituita dalla Chirurgia, la forma più drastica, ma talvolta la più adeguata,
di cura.
Si può quindi affermare che l’Ayurveda non è una Medicina
“Dolce” ma una Medicina Adeguata e Realistica.
5. L’Ayurveda non è una religione
Questo è un punto molto complesso e delicato, ma anche
molto chiaro una volta che si conoscono le cose nella loro reale essenza.
A un’occhiata superficiale il mondo dell’Ayurveda può
apparire pieno di riferimenti che, secondo il nostro pensiero occidentale e
moderno, possono apparire collegati con un sistema religioso. Ma non è così. Ad
esempio, le immagini delle “divinità” colorate ed esotiche e le “preghiere”
dalle parole incomprensibili possono trarre in inganno. Niente è quello che
sembra, questa è una regola che considero fondamentale per capire la vita. Per
questo è importante conoscere a fondo le cose prima di formulare dei giudizi.
Nella cultura indiana le immagini delle “divinità” non
rappresentano entità trascendenti, ma le varie forme delle forze della Natura
che vengono raffigurate attraverso elementi pittorici simbolici. La
trasposizione iconografica si perde nella notte dei tempi, ma è stata proprio
quella che ha consentito, attraverso la chiave simbolica, di mantenere intatta
la conoscenza e di poterla traghettare intatta nel corso dei millenni
indifferente ai cambiamenti di lingua e cultura. Ogni immagine utilizzata in
Āyurveda è quindi una sorta di “unità di informazione complessa” della Natura e
delle sue innumerevoli espressioni.
Le “preghiere” in realtà non sono tali, ma sono Mantra,
termine sanscrito che indica “Strumento della Mente”. Essi sono utilizzati per
cambiare stati mentali e raggiungere particolari stati di attenzione,
concentrazione e intuizione. La Scienza Moderna si è occupata e si sta
occupando con risultati straordinari, degli effetti neurofisiologici e
comportamentali della recitazione dei Mantra. La recitazione ad esempio del
Mantra di Dhanvantari, la “divinità” della medicina, davanti alla sua immagine,
serve ad esempio a focalizzare l’attenzione sulla pratica medica, sui relativi
elementi archetipici e a modulare le proprie capacità cognitive in quella
direzione.
Tutti questi elementi è vero, possono essere utilizzati
in modo diverso dai singoli individui, ma quello che ho appena descritto è il
significato che viene trasmesso dalla Tradizione e cultura indiana per quanto
riguarda l’Ayurveda. È interessante inoltre notare come l’Ayurveda non chieda
di credere, ma di capire, e la sua serrata struttura logica ne è una chiara
dimostrazione. È anche vero che la dimensione spirituale nell’Ayurveda è molto
importante ma non è mai legata a elementi di fede o religione, piuttosto è
orientata ad accettare la realtà per quella che è, composta da cose che
possiamo percepire e da cose che non possiamo percepire direttamente. Del resto
non possiamo percepire il campo gravitazionale o magnetico direttamente, ma
solo attraverso le conseguenze su di noi e sull’ambiente. La fisica non ci
chiede di credere, ma di capire la realtà e i suoi fenomeni anche se non
possiamo averne un’esperienza diretta.
Si può quindi affermare che l’Ayurveda non è una
Religione ma è un Sistema Epistemologico su fondate basi filosofiche e scientifiche.
6. L’Ayurveda non è semplice
Molti pensano che basti leggere qualcosa sui Doṣa o sugli
Elementi o sulle Prakṛti per conoscere l’Ayurveda. Oppure altri compongono
l’equazione (sbagliata) Medicina Tradizionale uguale rimedi della nonna. Molti
purtroppo si improvvisano esperti conoscitori pensando che un’imparaticcio di
qualche fine settimana e di qualche libro, magari mal tradotto, possa essere
sufficiente, con grande detrimento e delegittimazione di questa grande scienza.
L’Ayurveda non è per niente semplice, tuttavia può essere
al contempo fruita da tutti. Potrebbe sembrare una contraddizione, tuttavia noi
usiamo uno smartphone, ma pochi sanno come usare tutte le sue funzioni e meno
ancora sanno come funziona. Usare qualcosa non significa sapere come funziona e
come intervenire per modificarne le funzioni e quindi l’uso finale.
L’esempio che mi piace fare è quello del fiore.
L’Ayurveda è come un fiore. Tutti possono apprezzarne la bellezza, i colori, il
profumo. E tutti possono fare decorazioni con i fiori, regalarli e trarne
profonde sensazioni. Tuttavia se vogliamo fare crescere e far sbocciare dei
fiori dobbiamo avere competenze e sensibilità diverse. Se poi vogliamo sapere
come mai un fiore si apre al mattino e si chiude alla sera la complessità
aumenta e le nostre conoscenze dovranno essere ancora più profonde e potrà
essere necessario estenderle ad altro oltre che al fiore stesso.
Ancora più profonda e particolare dovrà essere la nostra
conoscenza se vogliamo sapere perché un fiore è un fiore. E così via.
L’Ayurveda è così, chiunque può trarre benefici da una sua conoscenza
superficiale, ma se si vuole entrare in profondità, conoscerne i meccanismi ed
essere in grado di utilizzarli è necessario uno studio molto profondo, una
reale dedizione e, perché no, una particolare attitudine individuale. La
conoscenza profonda dell’Āyurveda non è per tutti.
Del resto per tutte le attività si devono avere
particolari attitudini e talenti, avvocato, idraulico, architetto, venditore
ecc. Quindi perché dire che chiunque può fare Ayurveda? È pertanto estremamente
importante che le persone che si rivolgono all’Ayurveda richiedano le
qualifiche al personale a cui si rivolgono. Un percorso formativo serio
richiede anni di studio e di esperienza(7). Non basta certo un corso di qualche
fine settimana, magari sponsorizzato da qualche casa farmaceutica o un periodo
in un’oscura clinica indiana, o peggio in un resort, per garantire una
formazione professionale adeguata.
Si può quindi affermare che l’Ayurveda non è semplice ma
molto complessa.
A questo punto, se ora noi prendiamo e mettiamo assieme
le conclusioni delle elaborazioni delle precedenti affermazioni su cosa “non è
l’Ayurveda” emerge un quadro indicativo su che cosa invece sia l’essenza
dell’Ayurveda ovvero:
è Salute;
è un Sistema Medico Completo è una Medicina Tradizionale;
è una Medicina Adeguata e Realistica;
è un Sistema Epistemologico su fondate basi filosofiche e
scientifiche;
è molto complessa.
BIBLIOGRAFIA
(1) Morandi A., Tosto C., Roberti di Sarsina P., Dalla
Libera D. “Salutogenesis and Ayurveda: indications for Public Health
management” The EPMA Journal 2,4 459-65 (2011) DOI 10.1007/s13167-011-0132-8.
(2) Morandi A., Delle Fave A. “The Emergence of Health in
Complex Adaptive Systems: A Common Ground for Ayurveda and Western Science” in
Morandi A., Nambi A.N. Narayanan (Eds) “An integrated view of Health and
Well-being - Bridging Indian and Western Knowledge” Series on Cross-Cultural
Advancements in Positive Psychology, pp 163-185 vol. 5 2013, XI Springer
Verlag.
(3) World Health Organization (WHO) “WHO Traditional
Medicine Strategy: 2014-2023”. 2013. WHO. Hong Kong.
(4) Roberti di Sarsina P, Morandi A, Alivia M, Tognetti
M, Guadagni P. “Medicine Tradizionali e Non Convenzionali in Italia.
Considerazioni su una Scelta Sociale per la Medicina Centrata sulla Persona.”
Advanced Therapies-Terapie d’Avanguardia 2012;1:3-29.
(5) Manohar RP, Morandi A, Delle Fave A. “The integration
quagmire: Why we need to watch our steps” Ancient Science of Life 2015; 34:
123-5.
(6) Morandi A. “The Challenges Of A New Path Of Research
In Ayurveda” Annals Of Ayurvedic Medicine 2018; 7; 1-2: 9-13.
(7) Morandi A., Sartori G., Tosto C. “La Formazione in
Ayurveda in Italia: attualità, esigenze, criticità, prospettive” in Roberti di
Sarsina P., Tognetti M., Gensini G. (a cura di) La Formazione nelle Medicine
Tradizionali e Non Convenzionali in Italia: attualità, esigenze, criticità,
prospettive. pp 110-133 Franco Angeli, Milano (2015).
eBook - Il Paradigma dell'Ayurveda >> http://bit.ly/2Z494rw
L'antica scienza indiana per la salute del nuovo
millennio
Antonio Morandi
martedì 7 maggio 2019
Cosa sono i cibi fermentati e perche' ci fanno bene
Cosa sono i cibi fermentati e perche' ci fanno bene
Alimentazione e Salute
I cibi fermentati sono una vera iniezione di
microrganismi benefici per il nostro corpo: scopriamo come avviene il processo
di fermentazione e perché questi alimenti fanno bene alla nostra salute
Andrea Giulia Pollini - 05/05/2019
Ancora una volta mi rendo conto di quanti batteri buoni
ci siano nel nostro corpo e di quanto ci facciano bene. Tra le molte forme in
cui possiamo assumere dei batteri buoni, essenziali per il nostro microbioma ci
sono i cibi fermentati. I cibi fermentati sono dei cibi che hanno subito un
processo chimico che chiamiamo fermentazione. La fermentazione avviene quando
un alimento si trova in assenza di ossigeno: i batteri in esso presenti
liberano l’energia contenuta nello zucchero (glucosio) per renderla
utilizzabile. I batteri, come tutti gli esseri viventi, hanno bisogno di
energia che ottengono da quello che mangiano, producendo, alla fine, “scarti”
ancora ricchi di energia. Il procedimento della fermentazione è antichissimo, risale
a quando ancora non esistevano frigoriferi dove poter conservare i cibi.
Cibi fermentati: perché fanno bene?
I cibi fermentati contengono dei batteri buoni, utili al
nostro intestino, che facilitano la digestione e garantiscono il benessere
dell’apparato digerente, regolarizzandolo. Il nostro microbioma intestinale,
come ben sappiamo, è regolato da tutti i microorganismi che vivono al suo
interno oggi sappiamo che un microbioma sano è garanzia di salute. Per capire
meglio la bontà e gli effetti benefici degli alimenti fermentati possiamo
citare il libro Il tuo grande libro dei
cibi fermentati di Shannon Stonger:
“Spesso pensiamo a frutta e verdura crude come la più
importante fonte di enzimi. Tuttavia, le loro versioni fermentate sono ancora
meglio del cibo crudo, perché il loro tenore di vitamine ed enzimi, ma anche
la loro digeribilità, va alle stelle dopo un adeguato processo di
fermentazione. Per così dire, prendete quello che già va bene e gli fate
mettere le ali. Non solo: la fermentazione aiuta anche ad assicurarsi che altri
cibi non possano bloccare gli enzimi. In tutti i semi (oleosi, cereali e
legumi) ci sono i cosiddetti “inibitori degli enzimi”. Questi fanno esattamente
quello che suggerisce il loro nome: inibiscono la capacità degli enzimi di
scomporre i macronutrienti, il che ha come conseguenza una digestione mediocre.
La fermentazione dei cereali e dei semi neutralizza gli inibitori degli
enzimi”.
Cibi fermentati: quali?
Al giorno d’oggi utilizziamo moltissimo i nostri alleati
microbici per la produzione di un’ampia varietà di prodotti fermentati del
latte, tra cui bevande come il kefir e prodotti semisolidi come lo yogurt.
Altri alimenti fermentati sono: i sottaceti, i formaggi come il famoso
Gorgonzola o il francese Roquefort, i crauti e le olive. I cibi fermentati
hanno anche la grande capacità di esaltare i sapori. Le verdure fermentate, ad
esempio, non solo mantengono le loro qualità benefiche, ma le aumentano grazie
alla fermentazione, che ne esalta anche i sapori.
Uno dei cibi fermentati con più effetti benefici è il
miso che si ottiene dalla fermentazione della soia gialla con aggiunta di sale
marino e fermenti vivi. Il miso è un condimento tradizionale in tutto il
Giappone e viene usato per la preparazione della famosa zuppa di miso, oltre
che per altre ricette locali. In Occidente il miso è arrivato soltanto
nell'ultima decina di anni ed è già molto popolare grazie alle molte proprietà
nutrizionali e salutari.
Descrizione libro
Impara ad autoprodurre cibi fermentati in maniera
ecosostenibile e a impatto zero!
Sfruttare le tradizioni delle generazioni passate per
conservare il cibo non è solo una passione per Shannon Stonger, ma fa parte
della sua vita quotidiana. Lei e la sua famiglia hanno di vivere in una
fattoria autosufficiente lontani dalle comodità del mondo moderno. Potendo
contare sulla sola energia che la natura gli fornisce, Shannon si basa su
pratici metodi di conservazione degli alimenti, quale la fermentazione, per
fornire cibo nutriente alla sua famiglia e risparmiare sulla spesa alimentare.
Imparando i suoi sperimentati metodi di fermentazione
potrete dar vita a deliziosi pasti pieni di probiotici vivi che sono
importantissimi per la salute della flora intestinale.
L’approccio di Shannon alla fermentazione fonde la sua
formazione scientifica con un decennio di esperienze pratiche e di passione per
la sostenibilità, rendendo accessibile a chiunque la fermentazione, che applica
a cinque settori: verdure, cereali (includendo gli sfornati glutenfree a pasta
acida), latticini, bevande e condimenti.
Che siate un contadino, un gourmet o vogliate
semplicemente sfruttare i pregi della fermentazione, questo libro vi fornirà le
basi per attuare questa pratica in modo sostenibile e sicuro.
Una guida fondamentale per produrre deliziosi cibi
fermentati in modo semplice e sicuro.
Indice
Introduzione
IL PROCESSO BASE DI FERMENTAZIONE
I cibi fermentati nella conservazione degli alimenti
I cibi fermentati come medicina
L’ incredibile capacità di esaltare i sapori
Cura dello starter e pratiche migliori
Il controllo della muffa
Come mangiare cibi fermentati tutti i giorni
Come usare questo libro
VERDURE
La scienza dietro la conservazione con acido lattico
La fermentazione è intrinsecamente sicura
I segreti per la fermentazione anaerobica nel vaso
Il rapporto tra sale, temperatura e tempo
Quando le verdure sono pronte
Il quando e il come della conservazione al freddo
Conservazione al freddo senza frigorifero
Come evitare verdure mollicce
Gli starter
Attrezzatura
Come usare le verdure fermentate
Due parole sulle ricette
Kimchi della fattoria
Curtido di zucca estiva
Crauti al coriandolo fresco
Erbe fresche fermentate
Mais acido
Fagiolini alla pizzaiola
Bastoncini di barbabietola e rapa all’aneto
Crauti alla frutta
Sottaceti kosher all’aneto
Fagioli freschi fermentati
Chips di patate dolci con peperoncini secchi
Carote speziate per tutti i giorni
Peperoni interi fermentati e salsa
Pomodori interi fermentati
Verdure fermentate in salamoia – ricetta base
Verdure fermentate in salamoia naturale – ricetta base
Insalata di patate ai tre vegetali fermentati
Pasta orientale al kimchi
CEREALI
Pasta madre: il futuro nutrizionale sostenibile
La pasta madre sostenibile
Lo starter di pasta acida: l’ingrediente principale
La routine di pasta acida per le proprie esigenze
L’imprevedibile natura della lievitazione naturale
In breve, la lunga fermentazione
La questione del glutine
La panificazione a pasta acida senza glutine
Come fare uno starter di pasta acida
Come mantenere uno starter di pasta acida
Come usare lo starter nel momento di massima attività
Due parole sulle ricette
Muffin inglesi di grano
Pancarré di grano
Cornetti di grano
Il vero pane campagnolo
Pancarré 100% integrale
Biscotti salati
Versatili tortillas o focacce di grano
Muffin fermentati di frutta di stagione
Pancake di grano
Cookie di avena senza grano
Muffin inglesi gluten-free
Panini gluten-free
Pagnotta rustica con i semi, senza glutine
Vaporosi pancake gluten-free
Porridge fermentato perpetuo
Pane di mais cotto in padella
Polenta fermentata
LATTICINI
Come funziona la fermentazione dei latticini
La produzione casalinga di latticini semplice e
sostenibile
Kefir: la star della cucina della mia fattoria
Kefir con latte vegetale
Il latte: l’ingrediente più importante
Filtrare i latticini fermentati
Attrezzatura
Due parole sulle ricette
Come fare il kefir di latte
Quattro metodi per fare lo yogurt
Muesli di saraceno con kefir, fichi e zenzero
Semplice feta della fattoria
Okroška
Coleslaw con frutta e yogurt
Sciroppo per pancake al kefir
Crème fraîche al kefir
Come far fermentare i cereali con il kefir
Smoothie con latticini, saraceno e frutti di bosco
Raita con verdure di stagione
Mousse di yogurt e frutta
Condimento allo yogurt per la caesar salad
Insalata speziata di pollo e patate al limone
Kefir da bere
Purea di patate dolci e kefir
Kefir come starter mesofilo per il formaggio
Clabber
Cagliata e siero
Burro fermentato e latticello tradizionale
Latticello fermentato
Panna acida in tre modi
BEVANDE
Le bevande fermentate in un sistema alimentare
sostenibile
Le fasi della fermentazione delle bevande
Fermentazione naturale e con lo starter
Kvass: la madre delle bevande fermentate naturalmente
Attrezzatura
Due parole sulle ricette
Kvass di pane a pasta acida
Kvass di patate dolci
Sciroppo di radici per bevande fermentate
Come fare le bibite con il siero
Concentrato fermentato di horchata
Kvass di torsolo di cavolo
Sciroppo di ginger ale per bevande fermentate
Bevanda di noccioli
Come fare il kefir di acqua
Far fermentare succhi di frutta
Kvass di barbabietola e mela
Kvass di frutta secca
Bicchierini wellness di salamoia
Come fare il kombucha
Kvass carota-clementine
CONDIMENTI
Il lato sostenibile dei condimenti fermentati
Conservazione dei cibi e condimenti fermentati
Due parole sulle ricette
Salsa di tomatillos alla cipolla abbrustolita
Salsa piccante alla salamoia
Salsa di pere allo zenzero
Salsa dell’orto
Maionese alla salamoia
Salsa piccante ultrafermentata
Mostarda fermentata di zucchine e frutta
Condimento ranchero ai latticini fermentati
Ketchup fermentato in due modi
Salsa marinara cruda
Salsa alla salamoia e alle erbe di casa
Scheda Tecnica
Editore Macro
Edizioni
Data pubblicazione Febbraio
2019
Formato Libro
- Pag 261 - 19 x 19 cm
Il Tuo Grande Libro dei Cibi Fermentati — Libro >> http://bit.ly/2VM0EpY
Ricette e preparazioni naturali a impatto zero
Shannon Stonger
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