mercoledì 30 aprile 2014

Ascolta la musica delle tue cellule

Ascolta la musica delle tue cellule

Il biologo e musicista Emiliano Toso ha trasformato in musica la vibrazione emessa dalle cellule del corpo umano. Quali sono gli effetti dell'ascolto di queste melodie?

La redazione - 28/04/2014



Ascolta la musica delle tue cellule

Sei biologo di formazione: ci spieghi in che modo le nostre cellule emettono vibrazioni?  Di che tipo di vibrazioni si tratta? Come influiscono sul corpo?
Ognuno di noi è una comunità di 50 mila miliardi di cellule. Grazie alla membrana cellulare ciascuna cellula riceve ed emette vibrazioni ed energia in relazione alle percezioni ambientali che ci circondano – percezioni che, a loro volta, sono influenzate dalle nostre ‘credenze’: educazione e condizionamenti con i quali siamo cresciuti. Anche i nostri pensieri sono vibrazioni: la nostra mente è come una radio che traduce e trasmette a tutte le cellule del nostro corpo messaggi positivi o negativi. Non solo l’uomo, ma ogni essere animato o inanimato vibra e risuona con le frequenze che produce e con cui entra in contatto.
Ciascuno di noi ha potuto sperimentare che, quando entra in un ambiente per la prima volta, prova un senso di attrazione o repulsione prima ancora di vederne il colore e i contorni, sentirne il profumo o toccarne le superfici: i nostri sensi non hanno ancora avuto il tempo di ‘percepire tangibilmente’, ma il nostro subconscio emette messaggi chiari. Allo stesso modo, quando siamo di fronte a una persona nuova, prima di sentirne la voce o di guardarla negli occhi ci succede di intuire se ci sarà simpatica o antipatica. Grazie alle nostre cellule, emettiamo vibrazioni a una frequenza ben determinata che può entrare in interferenza costruttiva o distruttiva con le frequenze intorno a noi: siamo tutti interconnessi con tutto. È provato scientificamente che il nostro corpo emette segnali nell'ambiente e allo stesso modo risponde a segnali provenienti dall'ambiente. È curioso notare come ci può capitare di tornare da un viaggio intenso e vogliamo cambiare l'arredamento della nostra casa o il colore delle pareti. A me è successo di tornare da una pratica sciamanica molto profonda e voler cambiare il colore delle pareti del salotto da blu scuro a verde acido: da quel momento il mio colore preferito è cambiato perché la frequenza del blu, dopo 30 anni, non era più in armonia con le mie cellule; a tutt’oggi, entro in interferenza costruttiva molto più facilmente con il colore verde.

In che modo hai trasformato in musica il vibrare delle cellule?

Così come un diapason vibra quando investito da una frequenza che può risuonare con esso, come dicevo, anche i nostri corpi – grazie alle cellule – risuonano con l’ambiente e i pensieri trasmessi dal nostro cervello. Siamo come uno strumento musicale: se riusciamo a mantenere le "corde" non troppo tese, a far vuoto dentro di noi, entriamo più facilmente in risonanza con le frequenze dell'ambiente, con le emozioni che attraversano il nostro corpo e generano queste vibrazioni cellulari. In alcune occasioni, mentre sto vivendo stati emozionali profondi, sento che queste vibrazioni che provengono dalle cellule si trasformano in una melodia e, se sono abbastanza fortunato da decifrarla in modo chiaro e ho la possibilità di riportarla subito su un pentagramma, per intere settimane la suono al pianoforte per suscitare e stemperare dentro di me e intorno a me quel tipo di frequenza, affinché risuoni il più a lungo possibile quello stato emozionale.
Per esempio, tempo fa ho trascorso una domenica pomeriggio particolarmente intensa e gioiosa con la mia famiglia e il senso di ‘gratitudine’ che ho vissuto durante quelle ore mi ha stimolato la composizione di un brano che ho continuato a suonare per mesi interi.

Che effetto ha su di noi ascoltare queste melodie?

Riagganciandomi al senso di gratitudine, per le motivazioni di ‘risonanza’ che ho spiegato, ogni volta che io suono il brano Gratitude che ho composto, la melodia fa risuonare quelle vibrazioni di ‘gratitudine’ in ognuna delle mie cellule e in ogni persona che entra in contatto con quella frequenza
Infatti, ora che il CD "Translational Music" che ho prodotto è ascoltato da molti, mi rendo conto dei benefici che procura: un benessere che si protrae anche dopo l’ascolto. Questa musica rilassante favorisce la produzione delle onde alfa del cervello che sono in grado di abbassare il ritmo respiratorio e del cuore, contrastando gli effetti dannosi dello stress e aumentando così le nostre difese.
Elaborando in modo più scientifico le mie esperienze compositive, ho potuto prendere più consapevolezza di quanto accade alla mia energia durante questo processo. Attraverso la sintonizzazione con il Cuore, queste onde di energia Universali così potenti possono essere tradotte in frequenze musicali. Ascoltandole, si rievocano anche in chi non le ha vissute in prima persona.
Le emozioni che viviamo ogni giorno sono influenzate dalle nostre personali credenze che, in automatico, programmano il nostro subconscio e giungono come vibrazione alle nostre cellule.
Queste vibrazioni interagiscono con messaggeri biochimici che, a loro volta, orchestrano le nostre attività consce e inconsce diffondendosi in tutto il nostro corpo, toccando livelli profondi e influenzando lo stato di benessere e di salute. Le stesse vibrazioni non si limitano alla sfera personale, ma raggiungono l’espressione dell’intera Umanità e del Macrocosmo grazie alle leggi della geometria frattale.

Come hai conosciuto Bruce Lipton e cosa state facendo insieme?

Bruce Lipton nel suo ultimo libro Honeymoon effect descrive molto bene come possiamo realizzare il nostro paradiso sulla terra. Attraverso la manifestazione di un Amore profondo, possiamo attivare una serie di filtri d’amore e gas nobili che ci creano uno stato di benessere molto alto e persistente.
Forse, Bruce ha percepito nella musica che compongo la ‘risonanza’ con il suo ultimo libro: da subito ha dimostrato di apprezzare molto le mie melodie. Nella primavera 2013 mi scrisse che nel suo ufficio lui e i suoi collaboratori, ascoltando le mie composizioni, provavano un grande rilassamento e benefici allo stato mentale. Questi riconoscimenti mi spinsero a raccogliere alcune delle mie composizioni in un CD che avrebbe rappresentato per me il miglior regalo che potessi farmi per i miei 40 anni. E così feci. Bruce mi aiutò nella scelta della copertina, dei brani e del progetto "Translational Music".
Quest'anno, inoltre, Bruce Lipton ha scelto la musica che compongo come colonna sonora per il suo evento in Italia con il seminario "Honeymoon Effect": sarà per me un onore suonare al pianoforte per lui e tutto il pubblico!

approfondimenti:

Bruce Lipton torna in Italia con il nuovo seminario: L'EFFETTO LUNA DI MIELE >> http://goo.gl/UorYdf
La "Nuova" Biologia: Il Segreto per Sperimentare il Paradiso in Terra
Relatori: Bruce Lipton
Data: Sabato 27 Settembre 2014
Luogo: Palacongressi di Rimini



martedì 29 aprile 2014

Il Piccolo Yogi: Yoga per bambini felici

Il Piccolo Yogi

Yoga per bambini felici

di Arathi Sabrina Giannò



Yoga per il corpo, la mente, e lo spirito del tuo bambino

In questo cofanetto trovi uno strumento divertente per aiutare i bambini a esplorare i valori importanti della vita, come la cooperazione, il pensiero positivo, la gentilezza: le Carte di Luce!

Con l'aiuto del libretto allegato, è facile guidare i bambini verso un calmo stato di interiorizzazione attraverso l'Ananda Yoga, uno yoga basato sugli insegnamenti del maestro indiano Paramhansa Yogananda, autore del classico spirituale Autobiografia di uno Yogi.

L'Ananda Yoga considera ogni asana come l'espressione fisica di una qualità interiore: abbinando agli asana delle affermazioni positive, come "Sono protetto", "Sono maestro della mia energia" e molte altre, le posizioni diventano non solo momenti di equilibrio e concentrazione, ma anche messaggi trasformanti per la vita!

Usa queste 45 carte interattive con i tuoi bambini per i vostri momenti di divertimento e relax, giochi di cooperazione, giochi di ascolto e di apprendimento.

Uno strumento perfetto per crescere insieme!

Il Cofanetto contiene

45 carte a colori
Un libretto di 144 pagine
Per bambini da 0 a 12 anni


Indice

Introduzione

Capitolo 1 - Gli scopi delle tue lezioni

Capitolo 2 - Tu, l'insegnante

Capitolo 3 - La struttura dell'incontro

Capitolo 4 - Scegli un tema

Capitolo 5 - Giochi e attività con le Carte di luce

Capitolo 6 - Le Carte di luce
Albero - Angelo - Aquila - Aratro - Arciere - Arco - Arcobaleno - Bambino - Barca - Cammello - Candela - Cane che guarda in basso - Cigno - Cobra - Coltello a serramanico - Conchiglia - Danza sacra - Elefante - Farfalla - Fiore di loto - Fiume - Guerriero di Luce - Guerriero I - Guerriero laterale - Leone - Lepre - Libro - Mezzaluna - Montagna - Montagna da seduti - Mucca - Nota musicale - Nuvola - Onda - Pavone - Pesce - Piramide - Ponte - Riposo - Roccia - Rosa - Sedia - Sigillo - Tartaruga - Triangolo


Arathi Sabrina Giannò vive e insegna yoga a Roma.

Mamma e nonna felice di due nipotini, è stata da sempre attratta dallo yoga e dalle terapie olistiche e pratica Shiatsu da più di 20 anni. Il suo grande amore per lo yoga e la sua assidua ricerca del benessere globale della persona, nelle sue componenti fisiche, mentali e spirituali, la porta a conoscere gli insegnamenti di Paramhansa Yogananda, di cui diventa discepola nel 2007.

A Roma insegna Ananda Yoga per adulti, yoga pre e post parto e per bambini. Appartiene al team di insegnanti dell’Accademia europea di Ananda Yoga, nei pressi di Assisi.


Arathi Sabrina Giannò
Il Piccolo Yogi - Libro + 45 carte interattive >> http://goo.gl/rZwaep
Yoga per bambini felici
Editore: Ananda Edizioni
Data pubblicazione: Aprile 2014
Formato: Libro - Pag 144 - 16 x 11.5 cm



lunedì 28 aprile 2014

Usare l'arte come terapia

Usare l'arte come terapia

Come usare l'arte a scopo terapeutico per superare momenti di difficoltà e anche malattie

di Cinzia Lissi - 24/04/2014



Usare l'arte come terapia

Arte e emozioni sono da sempre indissolubilmente legate.
È l’emozione a far scaturire nell’artista la scintilla della creazione dell’opera. Quest’ultima, a sua volta,  stimola l’osservatore alla presa di coscienza  del suo mondo interiore.

Ma come può l’arte essere anche terapeutica?

Per arrivare a comprendere pienamente l’art therapy bisogna prima di tutto conoscere e capire le emozioni. Dal latino “movere”, sono da sempre il motore delle nostre azioni: ci rivelano i nostri bisogni, ci motivano ad agire e a prendere iniziative.
Sono una forma di energia neutra che ci può aiutare a superare lutti, ostacoli, difenderci e raggiungere i nostri obiettivi.
Spesso però le nostre emozioni non vengono vissute nella maniera corretta. Rabbia repressa o non manifestata, lutti irrisolti, possono portare alla creazione di blocchi o ferite che nel tempo  potrebbero sfociare in malattie psichiche o psicosomatiche.

Queste  esperienze, questo  vissuto emozionale non elaborato ci  condiziona inconsciamente per  tutta la  vita. Crediamo di essere liberi di agire, quando in realtà sono le nostre paure, traumi, blocchi a “guidarci”.

Nessuno ci ha insegnato a convogliare, gestire al meglio o essere consapevoli delle nostre emozioni, nessuno ci ha dato un libretto delle istruzioni.  Dentro di noi vive un bambino ferito che attua meccanismi di difesa  coatti e inconsapevoli,  dannosi per se stesso.

L’opera artistica, può venirci in aiuto, perché costituisce un mezzo efficace di regolazione dell’attività emozionale.
Nel processo creativo, si impara ad essere più vivi e presenti, a comunicare con se stessi e con gli altri, rompere i soliti schemi, abbandonare il conosciuto e scoprire nuove prospettive.

L’attività artistica offre la possibilità di uno sviluppo più ampio della personalità e si realizza attivando risorse ed energie precedentemente bloccate. Emozioni e sensazioni sono gli strumenti per procedere verso il benessere e mantenerci in salute e gli indicatori che segnalano la strada da prendere, le scelte da fare.

Il processo creativo inizia con il lasciarsi andare così come si è: si esprimono idee, impulsi, impressioni, desideri, emozioni liberandole attraverso il mezzo artistico qualunque esso sia.
L’arte espressa non viene giudicata in quanto tale, perché la finalità non è l’estetica.

Si dà espressione e voce alla propria individualità e unicità  in un territorio neutro dove non si corre il rischio di essere criticati. 
L’artista, svelandosi, mettendo a nudo liberamente,  le proprie ansie, fobie, paure, tutto il suo mondo interiore ne diventa  maggiormente consapevole ponendosi degli obbiettivi per il raggiungimento del suo benessere.

La creazione dell’artista ha sempre radici nel proprio vissuto personale, che una volta messo a nudo può essere “investigato” e compreso.

“Questa è la risposta al  bisogno di riparazione dell’utente, necessita spesso sentita e non soddisfatta. E’ l’arte del metter a posto, del fare meglio, dell’aggiustare, del ricordo che porta lentamente alla ricostruzione della propria identità e quindi al ripristino dell’equilibrio esistenziale. “
(L’Arteterapia - Raffaella  Molteni – Xenia 2007 )

I primi gruppi di arte terapia nascono nel 1942 in strutture manicomiali come mezzo di sollievo a coloro che si trovano in condizioni di sofferenza psichica. Inizialmente il metodo utilizzato, è quello di una scuola dell’arte, su degenti che per lunghi periodi vivono forti stati depressivi.  Adrian Hill scopre che attraverso la proposta pittorica il loro stato migliora.

Con il passare del tempo  l’arte terapia si è evoluta permettendo di  esprimere non  solo la patologia, ma anche la propria esperienza di vita. La persona attraverso l’arte viene rappresentata dal punto di vista olistico ( da “olos”  tutto ) nella sua totalità.  L’”artista” diventa consapevole della sua problematica all’interno del proprio contesto di vita, ma allo stesso tempo diviene cosciente del proprio potenziale  e delle risorse .
“L’arte serve come modello del funzionamento dell’Io: diventa una zona franca in cui è possibile esprimere e saggiare nuovi atteggiamenti e risposte emotive, anche prima che queste modificazioni abbiano luogo a livello di vita quotidiana...

...L’arte adempie per il bambino disturbato la stessa funzione che ha per tutti gli uomini, creare una zona di vita simbolica che permette la sperimentazione di idee e sentimenti, portare alla luce le complessità e le contraddizioni della vita, dimostrare la capacità dell’uomo di trascendere il conflitto e di creare ordine nel caos, e infine di dare piacere.”
Edith Kramer (“Arte come terapia dell’infanzia”, New York 1971, Firenze 1977).


Marc Muret
Arte-Terapia >> http://goo.gl/dzuXw0
Disegno, pittura, musica, danza, teatro sono efficaci forme di cura
Editore: Red Edizioni
Data pubblicazione: Gennaio 2005
Formato: Libro - Pag 190 - 14,5x22



mercoledì 23 aprile 2014

OLIO DI SEMI DI CANAPA

OLIO DI SEMI DI CANAPA

BIOLOGICO E SPREMUTO A FREDDO



L'Olio di semi di canapa biologica contiene l'importo più elevato di acidi grassi essenziali (EFA's) rispetto a qualsiasi altra fonte di alimentazione naturale. E conosciuto per contenere il perfetto equilibrio di Omega 3, 6 e 9 EFA per abbinare i requisiti del vostro corpo.

l'EFA sono essenziali per la salute umana. Il corpo non è in grado di produrne, così l'unico modo per garantirne l'assunzione è quello di includerlo nella nostra dieta. l'olio biologico è spremuto a freddo ed ha un delizioso sapore di nocciola.

L'Olio di semi di canapa è particolarmente utile per nutrire la pelle e per il massaggio. Il seme di canapa è l'alimento vegetale con il più alto valore nutrizionale.

Il seme di canapa è l'alimento vegetale con il più alto valore nutrizionale, un vero e proprio SUPERFOOD. A differenza di altri oli vegetali, l'olio ricavato dai semi di canapa è privo di colesterolo, sostiene efficacemente il ricambio cellulare e rinforza il sistema immunitario.

Quest'olio biologico è spremuto a freddo e ha un delizioso sapore di nocciola. L'olio di semi di canapa è particolarmente utile anche per nutrire la pelle e per il massaggio.


Le proprietà dell'olio di canapa BIO Pukka

In primo luogo ha un contenuto di proteine pari al 20-25% : l'elevato contenuto di edestina, insieme con l'altra proteina globulare, l'albumina, fa in modo che tali proteine contengano tutti e nove gli amminoacidi essenziali in una combinazione proteica unica in tutto il mondo vegetale; fornendo così al nostro corpo la base su cui creare altre proteine come le immunoglobuline: anticorpi che respingono le infezioni prima ancora che arrivino i primi sintomi percepibili.

 Canapa Il seme di canapa presenta una frazione grassa (34-35%) di ottima qualità e di composizione equilibrata costituita, per il 70-75%, da una miscela di acidi grassi polinsaturi quali l'acido linoleico, l'acido linolenico ed il gammalinolenico (insostituibile, quest'ultimo, nel processo di sintesi delle prostaglandine, sostanze che regolano l'attività di numerose ghiandole, dei muscoli e dei ricettori nervosi).

Secondo il medico nutrizionista Udo Erasmus, autore del best seller Fats that Heal, Fats that Kill, quello di canapa è l'olio vegetale più bilanciato, grazie all'elevato contenuto ed al rapporto ottimale dei due acidi grassi essenziali omega 3 e omega 6.

Di grande rilievo anche il tenore dei carboidrati che gli conferiscono un valore energetico elevato (516 Kcal per 100 g). Buona è anche la percentuale di fibra grezza e di sali minerali, tra cui prevalgono il ferro ed il fosforo. Considerevole anche la dotazione di vitamine A,E,PP,C, e del gruppo B, con l'esclusione della B 12.

Istruzioni per l'uso

L'olio di semi di canapa è un alimento salutare che va bene per tutti. Prendere due cucchiai due volte al giorno.

Ha un fantastico sapore a crudo su insalate, riso e verdure o utilizzato per insaporire il pane.

Può essere utilizzato anche come olio da massaggio per pelle secca e pruriginosa.


Olio di Semi di Canapa Disponibile in confezione da 500 ml e 250 ml

Olio di Semi di Canapa - Hemp Seed Oil >> http://goo.gl/aK5en9
500 ml
Produttore: Pukka l'Ayurveda Biologico



venerdì 18 aprile 2014

Le Ricette della Dieta Italiana dei Gruppi Sanguigni

Le Ricette della Dieta Italiana dei Gruppi Sanguigni

Con Menu e schemi settimanali su misura

di Roberto Mazzoli, Emma Muracchioli



La dieta italiana dei gruppi sanguigni ha reso più accessibile e familiare il programma alimentare ideato da Peter D'Adamo.

Arriva il ricettario, per ogni gruppo sanguigno sarà facile e immediato trovare cibi sì e cibi no, liste della spesa, schemi alimentari settimanali, ricette con varianti per chi è vegetariano, allergico, intollerante, per chi vuole dimagrire, disintossicarsi, oppure semplicemente acquistare salute ed evitare piccoli e grandi disturbi.

Un vademecum indispensabile.

Ricette, menu e suggerimenti semplici e di immediata applicazione per tutti.

I cibi ideali per ciascun gruppo sanguigno cucinati in piatti semplici e gustosi
per restare per sempre sani e in forma


Dalla Quarta di Copertina

Con La dieta italiana dei gruppi sanguigni moltissimi lettori hanno sperimentato una strategia alimentare che non solo ha fatto perdere loro i chili in eccesso, ma li ha resi anche più attivi, tonici e lucidi. Consultando le tabelle dei cibi ideali, tollerati e sfavorevoli per il proprio gruppo sanguigno e imparando ad ascoltare il proprio corpo è facile individuare cosa mangiare per guadagnare forma e salute.

Arriva ora, a grande richiesta, il ricettano: oltre 120 piatti semplici e appetitosi (preparazioni base come il pane, primi, secondi e piatti unici, dessert, spuntini, colazioni e tisane) con le indicazioni per i vari gruppi ma anche per i vegetariani, i ve-gani e i celiaci in modo da rendere pratica l'organizzazione famigliare.

Capirete a colpo d'occhio se una ricetta è adatta al vostro gruppo oppure con quale piccola variante potrete accordarla alle vostre esigenze e ai vostri gusti. Scoprirete inoltre le proprietà degli ingredienti per potenziare il vostro sistema immunitario, ricaricare le energie ed eliminare disturbi digestivi, ritenzione idrica, pesantezza.

Troverete anche comodi e accattivanti menu settimanali con cui cominciare da subito ad associare i piatti giusti e a godere di tutta la multisensorialità del cibo, ovvero di colori, sapori, consistenze e presentazioni che aumentano il piacere di stare a tavola.

120 Ricette facili e appetitose, dalle colazioni ai dessert,
per tutti i gusti e tutte le esigenze dei 4 gruppi sanguigni
per cominciare da subito a perdere peso senza rinunciare al piacere del cibo

• La dieta italiana dei gruppi sanguigni in breve
• I cibi sì e i cibi no di ogni gruppo
• Proprietà antiaging, antinfiammatorie e antidepressive degli alimenti
• Consigli per gli acguisti e le preparazioni
• Menu settimanali per ogni gruppo
• Tisane depurative, disintossicanti, energizzanti, anticellulite, ansiolitiche e rilassanti
• Il meglio di ogni stagione per ottenere il massimo del gusto e della salute


Introduzione. In cucina e a tavola con gusto

Moltissimi lettori del nostro primo libro, La Dieta Italiana dei Gruppi Sanguigni, hanno sperimentato con soddisfazione questa filosofia alimentare che ha fatto perdere loro i chili in eccesso, li ha resi più attivi e lucidi e ha migliorato piccoli e grandi disturbi. Hanno scoperto che consultando le liste dei cibi ideali e sfavorevoli per il proprio gruppo sanguigno e imparando ad ascoltare il proprio corpo è facile individuare cosa mangiare per restare sani e in forma. In tanti ci hanno chiesto ricette, menu e suggerimenti per applicare ancora più comodamente nella vita di tutti i giorni le indicazioni della dieta. Riepiloghiamo i princìpi ispiratori per scegliere e combinare gli alimenti:

Ingredienti naturali, come li potevano reperire i nostri progenitori, e trattamenti semplici e rispettosi per ottimizzarne i princìpi nutritivi.
Materie prime e ricette italiane o comunque mediterranee, con aperture ad alimenti ormai familiari per la nostra cucina e facilmente reperibili.
Proprietà antiaging, antinfiammatorie, antidepressive, e in generale preventive e terapeutiche dei vari alimenti.
Multisensorialità per enfatizzare il piacere del mangiare (sapori, colori, consistenze, presentazione), i benefici sull’umore e il benessere in generale.
Convivialità, ovvero il bello di gustare il cibo in compagnia: ricette valide per diversi gruppi oppure varianti rapidamente realizzabili per le esigenze di tutti i commensali.
Praticità nel costruirsi menu su misura e per tutta la famiglia, per cucinare bene anche quando si ha poco tempo, per mangiare fuori casa ma anche prepararsi piatti pronti per più giorni.
La Parte prima, L’alimentazione del benessere: come organizzarsi, riprende in breve le basi teoriche della Dieta italiana, cui ovviamente rimandiamo per la trattazione più approfondita dei vari temi, per fare i numerosi test di autovalutazione, per impostare il programma personalizzato in cinque step.

Questo libro invece è dedicato all’applicazione quotidiana, proponendo agili tabelle per sfruttare tutte le potenzialità dei cibi (come quelle sui minerali e sulle vitamine) e orientarsi su tempi e tecniche in cucina, fornendo consigli sull’acquisto, la conservazione, la preparazione e le cotture dei vari alimenti.

Nella Parte seconda, Ricette e menu, troverete invece oltre 120 ricette divise per tipo di portata (preparazioni base come il pane, primi, secondi e piatti unici, dessert, spuntini e colazioni, tisane) con le indicazioni per i gruppi, in modo da rendere facile l’organizzazione famigliare. Troverete sotto al titolo i «bollini» per capire a colpo d’occhio se la ricetta è già adatta al vostro gruppo, oppure se con qualche piccola variante potete renderla perfetta per voi. Le Note vi informeranno sulle proprietà degli ingredienti principali, vi daranno suggerimenti per la preparazione o per eventuali cotture alternative o, ancora, spunti per quando avete poco tempo a disposizione. Inoltre, seguendo i menu settimanali che vi proponiamo rispetterete le esigenze del vostro gruppo sanguigno e quindi perderete il peso in eccesso, ritroverete energia e voglia di vivere, eliminerete disturbi digestivi, ritenzione idrica, emicranie.

In questo volume non aspiriamo certo a trasmettervi dogmi sulla Cucina Perfetta né ingestibili comandamenti dietetici, ma miriamo a fornirvi indicazioni pratiche sulla spesa e la preparazione dei piatti, nonché un campionario di ricette utili per impostare uno stile di vita alimentare, senza privazioni e con tanto gusto!

Starà poi a voi decidere se preferite il forno tradizionale o il microonde, se amate sgranare i piselli come una sorta di rituale meditativo o comperarli surgelati, se avete una famiglia numerosa che sbrana tutto subito o vi fanno comodo piatti da suddividere in monoporzioni da stoccare in freezer e consumare in seguito.

E poi teniamo conto della stagionalità, suggerendo quali ricette si preparano a crudo e si consumano fredde oppure sono più indicate quando i fiocchi di neve danzano fuori delle finestre, così come variano le nostre esigenze psicologiche in periodi diversi: ecco allora la morbida crema di verdure, con il vapore che trasmette all’aria una promessa di serenità domestica, oppure l’insalata croccante da masticare per scaricare qualche tensione…

Infine, nell’Appendice troverete le tabelle sinottiche degli alimenti ideali, neutri e sconsigliati per i vari gruppi. Potete fotocopiarle o ritagliarle in modo da tenerle con voi mentre fate la spesa, soprattutto all’inizio. Con il tempo, invece, orientarvi tra i vari cibi adatti a voi diventerà una tale abitudine che vi destreggerete tra le alternative senza nemmeno pensarci.

Scoprirete così che talvolta basta cambiare il frutto dello spuntino per non avere più la pancia gonfia o il mal di testa, che con qualche accorgimento mangiare più verdura sarà semplicissimo, che si può cucinare bene e sano anche usando ingredienti economici e senza restare per ore incatenati ai fornelli mentre gli altri si godono una passeggiata al sole.

E con minimi tocchi alla presentazione farete un figurone da cuochi provetti!


Leggi il 1 capitolo del libro "Le Ricette della Dieta Italiana dei Gruppi Sanguigni" di Roberto Mazzoli ed Emma Muracchioli

I gruppi sanguigni in breve - Anteprima di "Le Ricette della Dieta Italiana dei Gruppi Sanguigni"

A che gioco volete giocare?

In natura i cambiamenti si impongono solo se servono a qualcosa: la pelliccia striata è utile per mimetizzarsi meglio nelle ombre della vegetazione, il collo lungo fa arrivare alle foglie più alte, con il pollice opponibile si fanno meraviglie.

Persino quella che sembra bellezza fine a se stessa, come la coda del pavone, ha una funzione: il colore intenso, la lucentezza del piumaggio e la simmetria del ventaglio dimostrano che il maschio è ben nutrito, sano e con un ottimo patrimonio genetico. Certo, il pavone femmina di genetica e nutrizione sa ben poco, ma quei segnali li coglie a colpo d’occhio quando cerca un buon partito per la riproduzione.

Basta riflettere sui mille esempi forniti dalla natura per capire che una mutazione genetica s’impone e si diffonde se è necessaria, qualunque essa sia.

E allora perché i gruppi sanguigni dovrebbero fare eccezione? Perché mai si dovrebbe essere verificato un cambiamento così imponente dal gruppo 0 originario, quello dei cacciatoriraccoglitori, al gruppo A? E sarà una mera coincidenza che questa mutazione sia avvenuta in concomitanza con la nascita dell’agricoltura e il passaggio alla vita in comunità numerose, dove il nemico numero uno erano le epidemie?

Se poi pensiamo al gruppo B, quello dei nomadi sull’Himalaya, vediamo che le esigenze fisiologiche e la disponibilità alimentare erano ancora diverse: più grassi per il freddo delle alte quote, pastorizia per la produzione di latte e carne, un equilibrio ormonale che avrebbe permesso di fare figli anche in condizioni estreme.

Ora, fa parte del gioco che la natura tiri i dadi sperando in una combinazione fortunata, ma se perdesse sempre, ai dadi non ci giocherebbe più. L’obiettivo è la riproduzione e, in fin dei conti, l’esistenza stessa di intere specie.

Anche l’economia non si può permettere errori, ma il suo è un gioco molto diverso.
Mentre sono necessarie centinaia di generazioni per far sì che il nostro corpo si adatti ai cambiamenti, per il mercato conta più il nostro portafogli che la nostra fisiologia.

Lo zucchero raffinato sarà anche la concausa di molte patologie, ma vende bene. Anzi, più ci fa ammalare, tanto meglio sarà per l’industria farmaceutica, che ci vende le sue pillole contro le «malattie del benessere». Un’espressione fuorviante, perché lega le malattie ai tanti agi della nostra civiltà e fa passare clandestinamente l’idea che questo sia un indispensabile dazio da pagare per non vivere più nelle caverne.

Be’, non è esattamente così.
Guardiamo con occhio disincantato la nostra vita.

Davvero abbiamo bisogno di spostarci sempre in auto, di mangiare al fast food, di fumare e compensare con gli zuccheri l’amarezza dell’esistenza?Il problema è che siamo nati in un preciso contesto socio-culturale, e così riteniamo naturali abitudini che non lo sono affatto.

Per esempio, se tutti i nostri parenti hanno sempre mangiato pane bianco, considereremo sgradevole e rozzo quello scuro. Se la grigliata di maiale risollevava le sorti di una settimana pesante, anche noi porteremo avanti la tradizione. Certo, magari i nonni e gli zii hanno collezionato cardiopatie, diabete, cancro e varie patologie infiammatorie, ma diamine, cosa sarebbe la vita senza qualche piccolo piacere!

Ecco, la questione è esattamente questa: per liberarci dalla zavorra (fisica e psicologica) che ci appesantisce vita e girovita, non dobbiamo rinunciare al piacere, ma guardarci dentro e vedere cosa realmente ci renderebbe felici.

Probabilmente un corpo tonico e scattante, perfetto per correre e camminare, giocare con i figli, battere gli amici a qualche sport, ballare fino al mattino, pedalare con il vento in faccia. E chi non vorrebbe gustare la cena con gli amici senza mal di testa o bruciori di stomaco?

Ecco, il nostro obiettivo del tutto realistico potrebbe essere quello di attirare gli sguardi dell’altro sesso e piacere a noi stessi guardandoci nello specchio con il portamento eretto, la pancia piatta e la chioma lucida e folta.

Orgogliosi proprio come i pavoni!

L’approccio per gruppi sanguigni

Come abbiamo avuto modo di spiegare ne La Dieta Italiana dei Gruppi Sanguigni, questa strategia alimentare non si può ridurre a tabelline di cibi consentiti o proibiti.

I geni che determinano il gruppo sanguigno influenzano anche l’espressione di quelli vicini sul cromosoma, gli antigeni presenti sulla superficie dei globuli rossi si combinano con le lectine contenute negli alimenti, cambia la risposta allo stress perché nei vari gruppi vengono modulati diversamente ormoni come adrenalina e cortisolo, sono differenti l’efficienza energetica, i benefici ricavabili praticando sport intensi, di resistenza o tecniche di rilassamento, cambia persino la reazione agli ambienti affollati e ai compiti professionali o scolastici.

Dato che il campo è così vasto, in questo nuovo volume circoscriveremo l’argomento agli aspetti alimentari, perché impostare correttamente il nostro atteggiamento verso il cibo avrà ripercussioni dirette e veloci su tutti gli altri ambiti.

Per esempio, aumentare le energie fa incrementare le performance sul lavoro, nello studio e nello sport, sgonfiarsi e dimagrire fa aumentare l’autostima, che a sua volta influenza la reazione agli stress.
Non dimentichiamo, infatti, che siamo noi ad attribuire un «valore stressogeno» agli eventi.

Detto ciò, resta assodato che nel nostro organismo tutto è interconnesso, quindi si possono isolare i termini del problema solo per comodità di spiegazione. Per esempio, molti divulgatori del metodo per gruppi sanguigni fanno convergere tutta l’attenzione sul tema delle lectine, che è importante ma non occupa tutto il quadro.

Cosa sono le lectine?

Semplificando un argomento molto complesso, sono proteine diverse tra loro che gli organismi animali e vegetali utilizzano per creare legami: le piante le sfruttano come antiparassitari, virus e batteri per attaccarsi alle cellule delle vittime.

Le lectine funzionano come una sorta di colla che riesce a unire contemporaneamente diverse cellule tra loro, in un processo noto come agglutinazione. È il caso, per esempio, dei globuli rossi che si agglutinano se riceviamo la donazione di un sangue di gruppo non compatibile (come quando un soggetto A riceve sangue B o viceversa).

Ora, negli alimenti ci sono lectine incompatibili con il nostro gruppo sanguigno, che possono causare reazioni immunitarie simili alle allergie, ma anche malattie autoimmuni e infiammazioni, così come possono interferire con l’assimilazione di zuccheri e proteine, nonché aumentare la permeabilità intestinale, permettendo il passaggio nell’intero organismo di molecole a loro volta infiammatorie.

In pratica, mangiare cibi con le lectine sbagliate, non disattivate dalla cottura e soprattutto in grande quantità, manda in tilt i nostri sistemi e può causare reazioni in organi distanti anche molto gravi, che talvolta risulta difficile collegare al consumo di cibi apparentemente innocui come pane, latte o polenta.

Il fatto è che molti divulgatori si fermano qui, quando invece ci sono altri fattori importanti da prendere in considerazione.

Mutazioni epocali come quelle del gruppo sanguigno si affermano solo se procurano vantaggi in termini di adattamento all’ambiente, come la resistenza a certe malattie, la forza, la capacità di accumulare riserve per i periodi di carestia oppure di ottimizzare le risorse per reagire nell’immediato e così via. ù

Ecco allora che i quattro tipi presentano notevoli diversità nella modulazione degli ormoni collegati allo stress (adrenalina, noradrenalina e cortisolo) e alla produzione di energia (insulina), come anche in quella di diversi neurotrasmettitori ed enzimi.

Infine, sempre dal punto di vista evoluzionistico, noi non siamo poi tanto differenti dai nostri progenitori, anzi, migliaia di anni in un arco di qualche milione (dall’Homo abilis a noi sono passati 2 milioni di anni) sono un battito di ciglia.

Ciò comporta che, mentre la tecnologia alimentare dalla rivoluzione industriale in poi ha fatto un clamoroso balzo in avanti − portando spesso la chimica a tavola −, il nostro organismo annaspa quando deve gestire sostanze aliene come grassi idrogenati, edulcoranti di sintesi, antimicotici e antiparassitari, e in genere tutti i prodotti raffinati (farine e zuccheri in testa). E questo ci accomuna tutti, costituendo la vera base di tale approccio alimentare.

Ma passiamo ora velocemente in rassegna il profilo dei quattro tipi.

Il gruppo 0: il cacciatore-raccoglitore

I nostri antenati cacciatori-raccoglitori africani erano tutti di gruppo 0, così come lo sono anche adesso i popoli più antichi, come gli inuit, gli indigeni peruviani e i nativi americani, ma anche buona parte degli attuali africani e circa il 40% degli europei.

Per millenni i nostri progenitori si sono nutriti di pesce, carne (cacciata, ma più spesso sottratta ad altri predatori; meno nobile, certo, ma anche questo richiedeva abilità e velocità) e di tutto ciò che la natura produceva spontaneamente. Spontaneamente non voleva dire comodamente, però. In concreto, servivano forza per trasportare pesi anche su lunghi percorsi fino all’accampamento e velocità per attaccare o scappare da qualche bestione, secondo l’occorrenza.

Proprio per questo i tipi 0 sono più «attrezzati» negli ormoni utili per gestire le emergenze: adrenalina e noradrenalina. Il rovescio della medaglia è che le smaltiscono più lentamente degli altri.

Resta poi la predisposizione fisica a un’attività di un certo impegno, e questo riguarda anche chi passa tutto il giorno alla scrivania o a curare i nipotini: riscoprite il primitivo che alberga in voi!

Inoltre, la nostra dieta ancestrale non prevedeva muffin e panini, e infatti chi ha il sangue 0 incontra difficoltà con quasi tutti i cereali, soprattutto con quelli «moderni» come il frumento. Ma ci ritorneremo sopra più avanti.

Per ora basti riassumere così le caratteristiche peculiari del tipo 0:

Predisposizione all’attività fisica breve e intensa. Ottimi gli sport come arti marziali, ciclismo, body building, pattinaggio per tonificarsi, scaricare le tensioni e produrre ormoni del benessere. I tipi 0 hanno bisogno di mantenersi sempre molto attivi per stare bene e non ingrassare: nel loro caso, più si muovono e più si sentono energici.

Buona risposta allo stress (velocità di pensiero e movimento) ma recupero lento rispetto agli altri gruppi una volta cessata l’emergenza. Sistema immunitario e metabolismo molto attivi. Possibili sintomi di squilibrio: irritabilità, depressione, abuso di droghe e farmaci, ipertensione, cardiopatie.
Leggera chetosi. I tipi 0 ottengono buoni risultati con le diete iperproteiche o chetogeniche, in cui un alto consumo di ortaggi evita il sovraccarico di reni e sistema cardiocircolatorio, rischio derivato dall’alto consumo di proteine animali (acidificanti). Da notare che tra le fonti proteiche non c’è solo la carne rossa, ma ci sono anche pesce, pollame e uova, mentre i legumi vanno consumati con qualche accorgimento perché non provochino problemi digestivi.

Tendenza a gonfiarsi mangiando cereali e soprattutto frumento, il cui glutine altera l’attività dell’insulina, con il risultato che l’organismo accumula grasso anziché sfruttare le calorie per produrre energia. Un effetto analogo lo provoca il mais, ma in generale non ci sono cereali ideali per gli 0 e quelli tollerati si possono consumare solo ascoltando bene le reazioni del proprio corpo: magari non tollerate il farro ma il riso sì.

Scarsa tolleranza per i latticini, tra cui non ci sono alimenti ideali per gli 0, che in genere sono intolleranti al lattosio. Per assumere abbastanza calcio potrebbero consumare latte di soia addizionato con questo minerale.

Bassi livelli del fattore di coagulazione di von Willebrand: gli 0 hanno circa il 25% in meno di probabilità di sviluppare una trombosi rispetto agli altri gruppi, però sono più predisposti alle emorragie (da tenere in considerazione quando vengono programmate delle operazioni chirurgiche).

Tendenza a sviluppare malattie della tiroide. Nel caso dell’ipotiroidismo sono consigliati i cibi che stimolano l’attività della ghiandola: pesce, frutti di mare e sale iodato. Carne, broccoli, spinaci e verze attivano il metabolismo, laddove cavoli (tranne quello verde), cavolini di Bruxelles e cavolfiore inibiscono la secrezione di ormoni tiroidei.

L’iperacidosi gastrica può degenerare in gastriti, duodeniti e ulcere. Meglio evitare pasti rari e pesanti, che gonfiano lo stomaco e fanno secernere troppa gastrina. Ideale la scansione in 5 pasti e spuntini, come nei menu proposti nella Parte seconda.

Il gruppo A: l’agricoltore

Passare da caccia e raccolta all’agricoltura è stato un processo graduale, che si è verificato tra i 25.000 e i 15.000 anni fa. Parallelamente, una mutazione genetica favorevole ha fatto diffondere il nuovo gruppo sanguigno A, caratteristico delle comunità agricole nella fertile area tra l’Europa centro-meridionale e il Medio Oriente.

Vivere di agricoltura implicava essere stanziali in quanto collegati in filiera con le altre persone che seguivano il prodotto dal campo al mercato (per esempio, contadino, mugnaio, fornaio, mercante), e questo comportava la necessità di sviluppare una certa resistenza alle malattie da comunità come il raffreddore e una tendenza alla socializzazione necessaria per vivere in collettività.

E se il raffreddore vi pare robetta da poco, considerate quante volte le sue complicanze ci obbligano ad assumere un antibiotico.

Peccato che Victor Fleming abbia fatto i suoi studi sulle penicilline all’inizio del secolo scorso, e fino alla seconda guerra mondiale i soldati temessero più le epidemie del nemico: 3 milioni di morti per il tifo nella prima guerra mondiale, una cinquantina per l’influenza spagnola intorno al 1919, tanto per dare il parametro della situazione.

A livello genetico, l’antigene A ostacola l’attecchimento di vari ceppi virali alle mucose del sistema respiratorio, la prima via di entrata per gli invasori esterni.

D’altro canto, diversi antigeni tumorali sono affini a quelli del gruppo A, che non li riconosce come nemici e quindi non li combatte adeguatamente: nel suo caso è bene prestare particolare cura nel seguire un’alimentazione antitumorale, per esempio riducendo a zero il consumo di carne rossa, cereali e zuccheri raffinati e aumentando quello di frutta e verdura.

Dal punto di vista fisico, all’agricoltore non serve lo scatto del cacciatore: la sua struttura è fatta per gli sforzi prolungati. In altre parole, anche per lui la sedentarietà è deleteria. Inoltre, lo stress lo manda in crisi perché già produce troppo cortisolo di base, figurarsi quando qualcuno lo attacca o lo mantiene in una condizione di ansia per un lungo periodo.

Proprio per questo, nell’alimentazione il gruppo A deve evitare sia lo stress del digiuno (il corpo non sa che state saltando il pasto per seguire la dieta del momento) sia le abbuffate che non riuscirebbe a digerire e gli sovraccaricherebbero il sistema.

In estrema sintesi, le caratteristiche salienti dei tipi A sono:

Predisposizione all’attività fisica di resistenza anziché di potenza, come nuoto e ciclismo sulla lunga distanza, jogging e maratona, body building leggero, danza. Andare in palestra per scaricare le tensioni con esercizi pesanti si rivela controproducente. Inoltre occorre alternare attività fisica tonificante e rilassante, come stretching, esercizi aerobici, yoga, Tai Chi Chuan.

Resistenza alle infezioni, ma probabilità più elevata di sviluppare cancro. A livello intestinale difficoltà a smaltire il colesterolo, che è un fattore di rischio per le cardiopatie. Per fortuna, una corretta alimentazione e un’adeguata attività fisica possono abbassare drasticamente tali fattori di rischio.

Alimentazione tendenzialmente vegetariana o comunque mediterranea, ricca di verdura e frutta: i vegetali procurano acqua per idratazione e depurazione dell’organismo, vitamine e minerali, fitocomposti antiossidanti e antitumorali, fibre per la pulizia del tubo digerente e il benessere della microflora intestinale (con conseguente aumento delle difese immunitarie). La carne, invece, tende a far sentire gli A assonnati e senza energie; il latte rallenta il metabolismo delle sostanze nutritive contenute negli altri alimenti, mentre migliorano digestione e metabolismo gli ortaggi, l’ananas, la soia e i suoi derivati e gli oli vegetali.

Secrezioni gastriche poco acide, e conseguenti difficoltà a digerire le proteine animali (in particolare la carne rossa), soprattutto se associate nello stesso pasto con amidi. Dal momento che la prima digestione avviene in bocca, occorre masticare bene e mangiare con calma.

Tendenza a ingrassare mangiando carne rossa: meglio il pesce, più digeribile e ricco di omega 3 cardioprotettivi.

Vulnerabilità all’aumento di acidità gastrica e tendenza al reflusso gastroesofageo, attenuabili con un corretto stile di vita: camminare anziché sprofondare nel divano dopo aver mangiato, evitare il sovrappeso, la sedentarietà, lo stress, i cibi pesanti (come i grassi − intingoli, dolci e creme, formaggi cremosi, burro − che rallentano lo svuotamento dello stomaco) e quelli irritanti (aceto, agrumi, superalcolici, insaccati e affumicati, menta, caffè forte, pomodoro, spezie piccanti, cioccolato e simili).

Bisogno di mangiare poco e spesso (meglio 6 volte al giorno che 3) e dare importanza alla colazione. Evitare i digiuni, sia quelli brevi come saltare i pasti (e produrre acido cloridrico per nulla) sia quelli prolungati (che per il corpo sono un potente segnale di allarme).

Alti livelli di cortisolo, l’«ormone dello stress»: gli A partono con livelli già alti e ulteriori incrementi li possono rendere ingestibili. Occorre quindi ridurre i fattori di stress e acquisire le tecniche per padroneggiarli. Tra i fattori di stress sottovalutati ci sono i rumori forti o continuativi, le luci intense e gli ambienti sovraffollati, telefonate o discussioni durante il pasto, ma anche la tendenza ad avere tutto sotto controllo e persino l’eccessiva disponibilità verso gli altri. Alzarsi presto alla mattina limita invece la secrezione di cortisolo, che è massima proprio tra la fine della notte e l’inizio del mattino.

Bassi livelli di alcuni tipi di anticorpi, con tendenza a sviluppare infezioni auricolari, respiratorie e gastrointestinali, nonché allergie e asma. Questo è evidente soprattutto nei bambini.

Bisogno di socializzare: gruppi di lettura, cineforum, corsi di lingue o di cucina sono alcuni esempi di attività che ricaricano le pile ai tipi A.


Indice

Introduzione. In cucina e a tavola con gusto

Parte prima
L'alimentazione del benessere: come organizzarsi

1. I gruppi sanguigni in breve

A che gioco volete giocare?
L'approccio per gruppi sanguigni
Il gruppo 0: il cacciatore-raccoglitore
Il gruppo A: l'agricoltore
Il gruppo B: il nomade
Il gruppo AB: la novità
2. Carta e penna: facciamo la lista della spesa

Il canto delle sirene
Le stagioni non sono più quelle di una volta...
Cosa c'è in quella mela?
3. Scegliere è facile

Lo sguardo da pesce
Bio sì, ma con criterio
Girando tra gli scaffali

4. In cucina, dal frigo alla tavola

Frutta e verdura
I legumi
I cereali
Carne, pesce e uova
A tavola!
Parte seconda
Ricette e menu

Come leggere le ricette
Brrr, che comodità! - Tutto pronto - Tempi, gradi e attrezzature - Note e varianti

Preparazioni base
Agliata bianca - Brodo di pollo - Brodo di verdure - Court bouillon - Crespelle di avena - Farinata di ceci - Olio aromatico - Pasta di farro all'uovo - Pasta matta di farro - Pane di kamut - Pizza di kamut - Pizzoccheri - Polenta di miglio - Salsa allo yogurt - Spezie fini all'Artusi

Primi piatti
Carbonara vegetariana - Crema di piselli - Crema rossa - Fusilli al pesto di spinaci - Insalata di riso e pollo - Maccheroni con pesto alle zucchine - Mesciua - Minestra di orzo e limone - Passato di porri al crescione - Pizzoccheri con la verza - Ribollita - Risi e bisi - Riso ai fegatini di pollo - Riso con zenzero e limone - Riso nero con le cozze - Risotto alla birra - Risotto allo spumante - Risotto al pesce persico - Risotto con gli asparagi - Spaghetti con le alici - Strangolapreti - Tagliatelle di farro con i ceci

Secondi e piatti unici

Pesce
Branzino al sale - Branzino bollito alle verdure - Cernia al forno - Filetti di merluzzo al timo - Filetti di nasello all'origano - Halibut con i cannellini - Luccio in salsa - Ombrine all'acqua pazza - Pesce al cartoccio - Pesce al microonde - Sarde col salmoriglio - Sgombri con i finocchi - Tonno alla griglia - Trota alla grappa - Trota aromatica al microonde

Carne
Brasato di tacchino al Barolo - Carne alla pizzaiola - Ossibuchi di tacchino - Pollo alla griglia - Pollo alle mele - Pollo ripieno - Polpette di manzo - Polpettone di manzo - Sovracosce di pollo all'uva - Sovracoscia di tacchino alle prugne - Spezzatino di tacchino al Barbera - Stufato di manzo - Tartara di manzo

Formaggio e uova
Caprino vestito - Frittata con zucchine e menta - Uova arriminate con piselli - Uova nel nido

Verdure
Barchette di cetrioli - Cestini di pane e zucchine - Crema bicolore di carote e spinaci - Dadolata di verdure - Fagiolini al sesamo - Finocchi gratinati alla sarda - Hamburger di lenticchie - Indivia brasata al limone - Insalata calda di carote e mele - Insalata con pompelmo - Insalata depurativa -Insalata di radicchio e pere - Insalata di radicchio, sedano e mele - Insalata di spinaci - Insalata di tonno, cannellini e cipolle - Peperoni al forno - Polpette di soia - Rotolini di zucchine - Torta salata con fagiolini - Torta salata di porri e zucchine - Tortine di melanzane - Verdure croccanti - Verdure grigliate - Verdure in pinzimonio - Zucchine ripiene

Dessert, spuntini e colazioni
Bicchierini di ricotta al miele - Caprese leggera - Cestini di cioccolato - Composta di mele - Composta di pere - Coppa di yogurt a strati - Frullato di mirtilli - Macedonia detox - Macedonia estiva - Macedonia invernale - Mele cotte alla frutta secca - Mousse al caffè - Plumcake al rosmarino - Schiaccia con l'uva - Sformato alle pere - Torta di carote - Torta di riso

Tisane a cura di Annamaria Tarantino
Energizzante - Rilassante - Ansiolitica - Digestiva - Anticellulite - Lassativa - Depurativa - Disintossicante - Balsamica - Per il rinforzo immunitario - Contro le infezioni urinarie

I menu settimanali

Come costruire i menu
Come leggere i menu
Menu settimanale per il tipo 0
Menu settimanale per il tipo A
Menu settimanale per il tipo B
Menu settimanale per il tipo AB
Appendice
Tabelle degli alimenti ideali, tollerati e sfavorevoli per gruppo sanguigno

Indice delle ricette
Ringraziamenti


Roberto Mazzoli, Emma Muracchioli
Le Ricette della Dieta Italiana dei Gruppi Sanguigni - Libro >> http://goo.gl/rYmNlG
Con Menu e schemi settimanali su misura
Editore: Sperling & Kupfer Editori
Data pubblicazione: Aprile 2014
Formato: Libro - Pag 280 - 14x21 cm



giovedì 17 aprile 2014

L'uso dei telefoni cellulari è pericoloso per la salute?

L'uso dei telefoni cellulari è pericoloso per la salute?

L'elettrosmog e l'elettrosensibilità: i danni dei telefoni cellulari per la nostra salute

di Valerio Pignatta - 16/04/2014



L'uso dei telefoni cellulari è pericoloso per la salute?
Utilizzare il telefono cellulare per diverso tempo al giorno fa davvero male?
Abitare nei pressi di un elettrodotto è un pericolo per la salute?
Le leggi italiane ci tutelano dall'inquinamento elettromagnetico?
Quali sono i sintomi della sindrome da Elettrosensibilità?

Per rispondere a queste e altre domande abbiamo intervistato Angelo Gino Levis, già professore ordinario di mutagenesi ambientale all'Università di Padova, attualmente esperto di inquinamento elettromagnetico e vice presidente dell'Associazione per la Prevenzione e la Lotta all'Elettrosmog (applelettrosmog.it).

Se dovesse definire la situazione dell’elettrosmog oggi nel nostro paese cosa potrebbe dire? Come siamo messi?

In Italia, tra la fine degli anni '90 e i primi anni 2000, le leggi – sia nazionali che regionali – sul controllo della nocività dei campi elettromagnetici non-ionizzanti (CEM) erano sufficientemente cautelative. In particolare nelle leggi regionali i limiti di esposizione allora fissati, improntati al Principio di Precauzione che fa parte della nostra Costituzione, erano: 0,2 microTesla (µT) per il campo magnetico prodotto dai CEM a frequenza estremamente bassa (ELF: linee per il trasporto dell'energia elettrica e strumenti elettrici per uso domestico e industriale) e 0,5 Volt/metro (V/m) per il campo elettrico dei CEM a frequenza alta (RF, radiofrequenze: impianti radio-TV) e altissima (MO, microonde: telefoni mobili – cellulari e cordless, radar, forni a microonde).
A partire dal 2003, per la pressione dei gestori delle linee elettriche (elettrodotti) e delle compagnie di telefonia cellulare, queste leggi sono state cancellate o, comunque, rese meno cautelative: i limiti regionali sono stati dichiarati incompatibili con quelli fissati per tutto il territorio nazionale dalla sentenza n.307 del 7.10.03 della Corte Costituzionale, ed i nuovi limiti sono stati fissati dal DPCM 8.7.03 a 3-10-100 µT per i CEM/ELF, a seconda dei tempi di esposizione e della tipologia degli elettrodotti, e a 6-20 V/m per i CEM/RF-MO.
Inoltre le procedure per l'installazione degli impianti che emettono CEM sono state liberalizzate al massimo e, di recente, anche le metodologie di controllo dell'intensità delle esposizioni sono state modificate in modo da permettere un ulteriore innalzamento dei limiti, a scapito della salute.

Lei pensa che l’inconcludenza dei nostri legislatori di fronte alle problematiche legate a questo tipo di inquinamento sia ascrivibile alla mancanza di fonti scientifiche a comprova dei vari danni psicofisici che esso causa alle persone e delle diverse sensibilità degli individui all’esposizione a fonti elettromagnetiche? Oppure questi studi ci sono?

Le conoscenze sugli effetti dannosi dei CEM erano già sufficienti alla fine del secolo scorso per imporre la minimizzazione delle esposizioni e si sono consolidate al punto che l'OMS, tramite l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) di Lione, ha classificato i CEM a bassissima frequenza (ELF), con riferimento specifico alle leucemie infantili nelle esposizioni residenziali ad elettrodotti (2002), ed i CEM a radiofrequenza, con specifico riferimento all'aumento del rischio di contrarre tumori cerebrali e al nervo acustico da parte degli utilizzatori abituali e da lungo tempo di telefoni cellulari (2011) come "possibili agenti cancerogeni per l'uomo". Ma questa è senza dubbio una sottovalutazione dei dati disponibili che avrebbero richiesto un giudizio di "probabile anziché possibile cancerogenicità". Sottovalutazione dovuta soprattutto ai conflitti d'interesse che hanno pesato su più del 60% dei partecipanti ai due Gruppi di valutazione della IARC sui CEM. Nonostante queste valutazioni suggeriscano comunque un atteggiamento prudenziale, le nostre Autorità Sanitarie (ministero della Salute, Consiglio superiore di sanità, Istituto superiore di sanità, Commissione oncologica nazionale) hanno continuato a negare l'esistenza di rischi per la salute provocati dai CEM. Solo nell'ottobre 2012 il ministero della Salute ha attivato un sito Internet dove chi ne è informato può trovare alcuni consigli, comunque incompleti e in parte contraddittori, per una autotutela lasciata alla libera scelta degli utilizzatori di telefoni cellulari.

Cosa so può dire sulla telefonia cellulare? Spesso leggiamo informazioni sanitarie in merito molto contrastanti...

Singoli studi epidemiologici e loro rianalisi cumulative finanziate da enti pubblici e basate su metodologie corrette, analisi statistiche dei dati e interpretazioni coerenti, hanno evidenziato un aumento fino al raddoppio del rischio di contrarre tumori maligni al cervello, tumori benigni alle meningi e ai nervi cranici, in particolare all'acustico, e tumori maligni e benigni alle ghiandole salivari, in particolare alla parotide, tra quanti hanno utilizzato abitualmente (più di 40 minuti/giorno) e da o per lungo tempo (più di 10 anni) telefoni mobili (cellulari e/o cordless). Per contro, studi cofinanziati dalle compagnie di telefonia cellulare, basati su protocolli inadeguati ed errori sostanziali, dati insufficienti e interpretazioni incoerenti, sostengono l'apparente innocuità dell'uso dei cellulari. Di conseguenza, l'opinione pubblica, informata in modo contraddittorio tramite la stampa e in maniera del tutto tranquillizzante dai responsabili della salute pubblica (v. sopra), resta confusa e, nel dubbio, per abitudine e comodità è portata a sottovalutare i rischi e a non utilizzare alcune semplici norme di autotutela per ridurre l'esposizione durante l'uso dei cellulari, neppure per quanto riguarda l'uso da parte dei bambini e degli adolescenti, che sono tra i soggetti più a rischio. Comunque qualcosa ha cominciato a muoversi dopo la trasmissione "Report" su RAI3 (novembre 2011) e dopo che nell'ottobre 2012 la suprema Corte di Cassazione italiana ha definitivamente convalidato la sentenza della Corte d'Appello di Brescia che nel 2009 aveva riconosciuto le tesi dei due consulenti di parte ricorrente (un oncologo e il sottoscritto) e del consulente nominato dal Tribunale stesso, basate sui dati epidemiologici di cui sopra e aveva sancito la relazione causale tra uso di cellulari e cordless e sviluppo di un tumore al nervo trigemino in un dirigente d'azienda. Pertanto, avendo classificato questo caso come dovuto ad una malattia professionale, la Corte aveva condannato l'Ente previdenziale (INAIL) a risarcire all'interessato il danno alla salute per una invalidità dell'80%.

C’è di peggio della telefonia in quanto a inquinamento elettromagnetico?

Nonostante i rischi cancerogeni dovuti ai CEM/ELF (elettrodotti, v. sopra) siano documentati nella letteratura e più volte riconosciuti dalla nostra Magistratura Civile di ogni ordine e grado, è oggi praticamente impossibile quantificare tali rischi non essendo nota la numerosità della popolazione esposta. La telefonia mobile, che conta oggi più di 6 miliardi di contratti per i soli cellulari, una parte consistente dei quali riguarda l'uso da parte dei minori che sono tra i maggiori e i più sensibili utilizzatori, rappresenta senza dubbio il settore più a rischio.

Quali sono le patologie caratteristiche di questo tipo di degrado dell’ambiente?

L'inquinamento da CEM ("elettrosmog") può procurare oltre ad effetti a lungo termine (cancri e tumori, malattie neurodegenerative, danni genetici e funzionali, p. es. agli spermatozoi di chi tiene il cellulare nella tasca dei pantaloni mentre telefona usando gli auricolari), anche danni alla salute a breve e a medio termine che colpiscono alcuni soggetti particolarmente sensibili, dando luogo a sintomatologie dolorose di vario tipo che caratterizzano una sindrome chiamata "Elettrosensibilità", (ES).

Ci sono soluzioni medico-scientifiche e o socio-ambientali che è possibile realizzare per ovviare a questi problemi di salute? La medicina ufficiale che posizioni ha in merito?

Le "soluzioni" – se così si possono definire – ai danni a lungo termine provocati dai CEM (tumori, cancri, malattie neurodegenerative) sono quelle tradizionali: terapie farmacologiche e radianti, interventi chirurgici, con le conseguenze ed i limiti che queste hanno. Per la ES non sono state trovate finora soluzioni mediche, ma solo socio-ambientali. Dato che molti elettrosensibili sono costretti a lasciare il lavoro e la casa in cui vivono per rifugiarsi in zone meno inquinate dai CEM, in Svezia, dove la ES è riconosciuta come un "handicap", chi ne è colpito viene favorito nella ricerca di un lavoro e di una casa alternativi. Inoltre sono state create “aree protette", per esempio mezzi di trasporto e interi quartieri dove sono vietati l'installazione e l'uso di tecnologie ad alta frequenza (ripetitori, cellulari, WiFi ed altro), e anche vere e proprie "aree di rifugio extraurbane". Purtroppo la medicina ufficiale è poco informata e poco sensibile a questi problemi, e questo rende molto difficile il riconoscimento e l'assistenza a chi è colpito da ES. Tuttavia da qualche tempo alcuni medici in Italia, Francia e Svezia si dedicano alla diagnosi e alla messa a punto di terapie per chi è affetto da ES.
In conclusione, la soluzione ai problemi sanitari creati dall'inquinamento elettromagnetico richiede:
1) una corretta informazione da parte delle Autorità Sanitarie internazionali e nazionali nonché dei medici di base e di specialisti;
2) una informazione capillare sulla indispensabile adozione di adeguate forme volontarie di autotutela; 3) una significativa riduzione dei limiti di esposizione ai CEM per la popolazione generale, per i minori di età e per i lavoratori;
4) lo smascheramento dei conflitti d'interesse.

Per approfondire

Che cos'è l'Elettrosensibilità (ES)

La Elettrosensibilità (ES) consiste in una varietà di disturbi di carattere generale (debolezza, facile esauribilità, sensazione di freddo, malessere indefinito) e che interessano il sistema nervoso (distonia neurovegetativa, disturbi del sonno, perdita della memoria, difficoltà di concentrazione e di apprendimento, depressione, aumento dei tempi di reazione, stress, neurastenia, ansietà, mali di testa, nausea, vertigini, irritabilità), muscolare (crampi, dolori muscolari, astenia, disturbi motori, tremori, rigidità), cardiovascolare (aritmie, disturbi della pressione arteriosa, vasocostrizione dei capillari, ictus cerebrale, vasolabilità cutanea, flebiti e tromboflebiti, cardiopalma), respiratorio (oppressione toracica, respiro corto o irregolare), ormonale e immunitario (riduzione della sintesi di melatonina e di altri ormoni, reazioni autoimmuni, stress ossidativo, ipertiroidismo), scheletrico (dolori e fragilità articolari, ipersensibilità a innesti metallici e a protesi dentarie, artrosi, dolori reumatici), della sfera sessuale, della riproduzione e della gravidanza (perdita della libido, semisterilità, aborti spontanei, minzione frequente, impotenza), del sistema visivo, acustico, olfattivo, digestivo (ipersensibilità alla luce solare, a suoni e ultrasuoni, disturbi uditivi, problemi gastrointestinali) ecc.

Si tratta di sintomi fastidiosi o dolorosi e di veri e propri stati di malattia che tendono ad aggravarsi e a cronicizzare e che comportano, a volte, compromissione o perdita della capacità lavorativa e, in ogni caso, degrado della qualità della vita. Come avviene per molte reazioni a stimoli ambientali mediate dal sistema immunitario – si pensi ad esempio ai fenomeni respiratori provocati da allergie a particolari antigeni, che risentono molto della diversa sensibilità individuale – anche la ES colpisce una particolare frazione della popolazione, sensibile a livelli di esposizione ai CEM anche estremamente bassi, ai quali la maggioranza della popolazione non reagisce. La ES è una patologia in rapida crescita, come dimostrano i dati raccolti soprattutto nei Paesi del Nord-Europa che da tempo censiscono i soggetti che ne sono affetti: l'aumento della popolazione elettrosensibile è esponenziale essendo passato dallo 0,1% nel 1985 al 5% nel 2000 e al 10% nel 2005, con la previsione di poter raggiungere quasi il 50% nel 2020! Negli ultimi anni si sono accumulate molte evidenze sperimentali a supporto della obiettività delle "malattie da elettrosmog" e delle loro possibili basi molecolari, cellulari e funzionali.

Bibliografia e sitografia
European Environment Agency (2013): "Late lessons from early wornings: science, precaution, innovation" (http://www.eea.europa.eu/publications/late-lessons-2).
Bioinitiative, 2 (2013): "A rationale for a biologically-based exposure standards for low-intensity electromagnetic radiation" (www.bioinitiative.org).
Levis, A.G., Gennaro, V., Garbisa, S. (2012): "Business bias as usual: the case of electromagnetic pollution"; in Elsner, W., Frigato, P., Ramazzotti, P. eds: "Social Costs Today. Institutional Analyses of the Present Crises". Routledge: Frontiers of Political Economy"; Taylor&Francis Group, London and New York: pp 225-268 (www.routledge.com).
Siti Internet

Abbiamo intervistato Angelo Gino Levis
Nato nel 1937, laureato in Biologia nel 1961, Professore Ordinario di Mutagenesi Ambientale nel 1971, membro della Commissione Tossicologica Nazionale (1977-1989), della Commissione Oncologica Nazionale (2007-2008) e del Comitato Scientifico dell’International Society of Doctors for the Environment (ISDE/Italia 2007-2012). Dal pensionamento (1997) si dedica allo studio e alla divulgazione degli effetti nocivi dei CEM. (www.applelettrosmog.it).


Questo articolo è tratto dalla rivista:

Scienza e Conoscenza - N. 44 >> http://goo.gl/nLD89g 
Nuove scienze, Medicina non Convenzionale, Consapevolezza
Editore: Scienza e Conoscenza - Editore
Data pubblicazione: Maggio 2013



mercoledì 16 aprile 2014

DMT - La Molecola dello Spirito

DMT - La Molecola dello Spirito

di Rick Strassman



Cosa accade a livello chimico durante le esperienze mistiche e di pre-morte?

Lo studio rivoluzionario di un medico nella biologia delle esperienze mistiche e di pre-morte

Dal 1990 al 1995 il dottor Rick Strassman ha condotto la prima ricerca clinica sugli psichedelici approvata e finanziata dalla DEA (l’agenzia federale antidroga statunitense) in oltre vent'anni. La ricerca si è svolta nell’Università del New Mexico, e ha visto la sperimentazione su sessanta volontari della DMT, uno degli psichedelici più conosciuti al mondo.

Il suo resoconto dettagliato di queste sessioni è un’indagine straordinariamente avvincente sulla natura della mente umana e sul potenziale terapeutico degli psichedelici. La DMT, una sostanza chimica di origine vegetale oltre che un prodotto del cervello umano, è costantemente rilasciata durante le esperienze mistiche e di pre-morte.

Molti volontari hanno riferito di convincenti incontri con entità intelligenti non umane, in particolar modo “alieni”.

Tutti affermano che tali sessioni siano state tra le più profonde esperienze della loro vita.

La ricerca di Strassman connette la DMT con la ghiandola pineale, considerata dagli Indù come il luogo del settimo chakra e da René Descartes come la sede dell’anima. "DMT – La molecola dello spirito" lancia l’ipotesi audace che tale sostanza, rilasciata naturalmente dalla ghiandola pineale, faciliti il movimento dell’anima dentro e fuori dal corpo, e che sia inoltre parte integrante delle esperienze di nascita e morte, così come degli stati più alti di meditazione e perfino di trascendenza sessuale.

Strassman, infine, è convinto che le esperienze di abduction aliene siano causate da emissioni accidentali di DMT. Se usata saggiamente, la DMT potrebbe generare un periodo di notevoli progressi nell'esplorazione scientifica delle regioni più mistiche della mente umana e dell'anima.

«Una molecola dello spirito non è spirituale in sé e per sé. Essa è uno strumento o un veicolo. Ci attira all’interno di mondi che solo lei conosce. Occorre tenersi forte, e dobbiamo essere preparati, poiché i reami spirituali contengono sia il paradiso che l’inferno, sia la fantasia che l’incubo».
Rick Strassman

Prefazione di Andrea Doria


Dalla Quarta di Copertina

Una molecola dello spirito ci conduce verso i reami spirituali. Di solito questi mondi sono invisibili a noi e ai nostri strumenti, e non sono accessibili nel nostro normale stato di coscienza. Tuttavia, la teoria secondo cui questi mondi esistono "solo nella nostra mente" è tanto probabile quanto quella secondo cui in realtà essi esistono di per sé "fuori" di noi. Se semplicemente cambiassimo la capacità ricevente del nostro cervello, potremmo comprenderli (e interagire con essi).

Una molecola dello spirito non è spirituale in sé e per sé. Essa è uno strumento o un veicolo. Si pensi a essa come a un rimorchiatore, a una carrozza, a un esploratore a cavallo, qualcosa a cui possiamo agganciare la nostra coscienza. Ci attira all'interno di mondi che solo lei conosce. Occorre tenersi forte, e dobbiamo essere preparati, poiché i reami spirituali contengono sia il paradiso che l'inferno, sia la fantasia che l'incubo.

Sebbene il ruolo della molecola dello spirito possa sembrare "angelico", non c'è garanzia che non possa condurci verso il demoniaco.


Anteprima di "DMT - La Molecola dello Spirito"

Per quanto estenuante dal punto di vista professionale e personale, la ricerca psichedelica che ho condotto all'Università del New Mexico è stato il momento più stimolante e straordinario della mia vita. La ripresa di questo lavoro negli Stati Uniti era il sogno di una vita e sono felice di essermi trovato nel posto giusto al momento giusto per realizzarlo.

In quanto medico ricercatore con una vasta formazione ed esperienza di tipo psicoterapeutico e spirituale, mi credevo qualificato per iniziare questo rinnovamento americano della ricerca psichedelica sull'uomo.

Per certi versi ero pronto, e per altri no, per i lidi verso cui mi avrebbe portato la molecola dello spirito.

Siamo riusciti ad aprire una porta che era rimasta blindata per una generazione intera. Tuttavia il vaso, come quello di Pandora, una volta aperto ha lasciato uscire una forza con un programma e un linguaggio propri.

Si trattava di un potere che ha guarito, che ha provocato danni, che ha spaventato, la cui indifferenza si esprimeva in modi selvaggi e imprevedibili.

Ogni volta sentivo che mi chiamava con una voce che era tenera, provocatoria, seducente e terrificante.

Ma la domanda non cambiava mai.

Si tratta della stessa domanda che si era posto anche Saul, un volontario che non abbiamo ancora incontrato, durante la su prima sessione con una dose elevata di dmt. Concludiamo quindi con la sua storia.

Saul era uno psicologo di trentaquattro anni, sposato, atletico ed energico, con un pungente senso dell'umorismo e uno sguardo intenso. Aveva fatto uso di psichedelici già una quarantina di volte e da quasi vent'anni praticava la meditazione. (Avevo fatto del mio meglio per ingaggiare dei soggetti della ricerca con un background di meditazione. Sembravano più capaci di gestire l'ansia iniziale del rush della DMT e inoltre mi aiutavano a confrontare la meditazione con gli stati mentali indotti dalla droga).

Saul si offrì come volontario per lo studio sulla reazione alla dose perché «ho sentito parlare della dmt e ho sempre voluto provarla. In più, mi piace l'idea di poterlo fare all'interno di un ospedale, sotto supervisione medica».

La dose minima di Saul fu leggera e il giorno dopo ritornò per la sua sessione da 0.4 mg/kg.

A Saul piaceva scrivere e sebbene le mie annotazioni siano abbastanza complete, una lettera che lui stesso mi inviò descrive molto meglio la sua esperienza:

«Lo spazio vuoto nella stanza iniziò a scintillare. Apparvero dei grandi prismi cristallini, uno sfoggio selvaggio di luci che sfrecciavano in tutte le direzioni. Poi dei motivi geometrici più belli e intricati ricoprirono il mio campo visivo. Sentivo il mio corpo freddo e leggero. Stavo forse per svenire? Chiusi gli occhi, sospirai e pensai: "Dio mio!"

Non sentivo assolutamente nulla, ma la mia mente era completamente piena di qualche tipo di suono, come l'eco di un grande rintocco di campana. Non sapevo se stavo respirando. Confidavo che le cose sarebbero andate bene e che avrei lasciato quel pensiero prima che arrivasse il panico.

L'estasi fu così intensa che il mio corpo non riusciva a contenerla.
Quasi per necessità, ho sentito la mia coscienza scappare via, lasciandosi alle spalle il suo involucro fisico.

Dalle furenti cascate gigantesche di colori fiammanti che si espandevano sul mio campo visivo, circondato da un ruggente silenzio e da un'inesprimibile gioia, uscirono, o piuttosto emersero, loro.

Dandomi il benvenuto, curiosi, cantarono addirittura: "Vedi adesso?" Sentii la loro domanda riversarsi e riempire ogni angolo possibile della mia coscienza: "Vedi adesso? Vedi adesso?" Voci squillanti, cantilenanti, che esercitavano una pressione enorme sulla mia mente.

Non c'era bisogno di rispondere. Era come se qualcuno mi avesse chiesto, durante un ardente limpido pomeriggio d'estate nel deserto del New Mexico: "È luminoso? È luminoso?" La domanda e la risposta sono le stesse. Oltre al mio "Sì!" ci fu un più profondo "Ma certo!" E alla fine un intenso e toccante "Finalmente!"»


Indice

Prefazione di Andrea Doria
Ringraziamenti
Introduzione
Pprologo: le prime sedute

Parte I - Concetti Basilari

Capitolo 1 - Droghe psichedeliche: scienza e società
Capitolo 2 - Cosa è la DMT
Capitolo 3 - La Pineale: la ghiandola dello spirito
Capitolo 4 - La Pineale Psichedelica

Parte II - Concepimento e Nascita

Capitolo 5 - 89-001
Capitolo 6 - Labirinto

Parte III - Set, Setting e DMT

Capitolo 7 - Essere un volontario
Capitolo 8 - Assumere la DMT
Capitolo 9 - Sotto effetto

Parte IV - Le Sessioni

Capitolo 10 - Introduzione ai resoconti dei casi
Capitolo 11 - Sentimenti e pensieri
Capitolo 12 - Mondi invisibili
Capitolo 13 - Contatto attraverso il velo 1
Capitolo 14 - Contatto attraverso il velo 1
Capitolo 15 - La morte e il morire
Capitolo 16 - Stati mistici
Capitolo 17 - Dolore e paura

Parte V - Interruzione

Capitolo 18 - E quindi?
Capitolo 19 - Sul finire della ricerca
Capitolo 20 - Calpestare un suolo sacro

Parte VI - Cosa può e cosa potrà essere

Capitolo 21 - DMT: la molecola dello spirito
Capitolo 22 - Le prospettive future della ricerca psichedelica

Epilogo
Note


DMT - La Molecola dello Spirito - Libro >>> http://goo.gl/DdS3nr
Rick Strassman
Editore: Spazio Interiore
Data pubblicazione: Marzo 2014
Formato: Libro - Pag 368 - 16x24 cm