lunedì 26 febbraio 2024

Stress: una porta verso la malattia

Stress: una porta verso la malattia

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Come reagiamo ai cambiamenti nella nostra vita? Scopriamo insieme la stretta relazione tra emozioni e salute

Carmen Di Muro - 25/02/2024

La vita è movimento perpetuo ed il suo accadere è scandito attimo dopo attimo, dentro e fuori di noi, in un gioco che si compie lungo un continuum e che ci chiama in determinati momenti ad affrontare situazioni esistenziali dolorose o stressanti a cui non sempre siamo preparati a rispondere adeguatamente. Eventi che non abbiamo previsto turbano il nostro equilibrio interiore ed implicano che debba necessariamente essere compiuto un salto affinché ci si possa ricollocare alla luce del nuovo accadimento. Nella maggior parte dei casi, però, il primo movimento istintivo diviene quello di ripiegarci su noi stessi, sulla propria interiorità che chiede spiegazioni e cerca di adattarsi a ciò che è sopraggiunto inaspettatamente, in modo da potersi riorientare al meglio.

La perdita di lavoro, un lutto, un tracollo finanziario, l’interruzione di un rapporto sentimentale, condizioni ed ambienti altamente stressanti e altri tipi di situazioni spingono a chiudersi in se stessi, sull’inquietudine che non trova senso, e a non comprendere quanto schemi di pensiero negativi inizino a dominare il nostro paesaggio interno, divenendo talmente familiari e radicati che è faticoso separarli dal proprio senso di auto-identità. Ciò drena energia vitale dalle riserve energetico-emozionali e crea un flusso disarmonico nella mente, che a sua volta si esprime nel corpo producendo un effetto di uguale o maggiore intensità sul campo elettromagnetico personale. Questo scompenso energetico non soltanto rende difficoltoso il ricollocarsi su vibrazioni alte ed armoniche necessarie per risollevarci, ma al contempo non permette al nostro organismo di svolgere la sua funzione metabolica in maniera efficiente.

Oggi sappiamo che un campo elettromagnetico sano determina reazioni elettrochimiche altrettanto sane, viceversa quando ci sono delle distorsioni nel suo flusso si generano problemi nella rete di segnali elettromagnetici che interconnettono tutte le molecole del nostro organismo.

La scienza stessa ci mostra che ad ogni forma emotiva corrisponde un rimaneggiamento della conformazione corporea, ovvero alcune arborizzazioni delle cellule nervose vengono a terminare sulla parete di certi organi e, ad ogni emozione sperimentata in risposta a situazioni significative o particolarmente stressanti, corrisponde anche una ridistribuzione dell’energia nervosa sui diversi organi del corpo, stimolandoli di più o di meno.

Ciò significa che le complesse dinamiche vibrazionali del mondo interiore, si ripercuotono non soltanto sul nostro corpo fisico, nella regolazione neuronale, ormonale, sanguinea e cellulare, ma vanno a riverberarsi su tutta la realtà esterna, poiché i nostri pensieri e di conseguenza i nostri modi di fare parleranno il linguaggio del polo sul quale sono accordati, attirando e dando vita ad una serie di situazioni non funzionali al nostro benessere e non permettendoci di affrontare quelle esistenti con la giusta abilità.

Infatti in una condizione di forte instabilità energetica, che coincide dal punto di vista tangibile, con una grande instabilità emotiva, l’ipotalamo in risposta allo stress produce corticotropina, inducendo l’ipofisi a produrre l’ormone di rispondenza e le ghiandole surrenali, a loro volta, reagiscono producendo aldosterone e cortisolo, affinché tutte le funzioni vitali rimangano bilanciate. L’effetto positivo del cortisolo, però, può trasformarsi in negativo quando una volta spento il campanello di allarme che ha dato il via alla sua attivazione, la sua produzione non si placa apportando una serie di conseguenze dannose sul cervello e sul sistema immunitario in grado di modificare il loro equilibrio e quello dell’intero organismo, che diviene vulnerabile all’azione di agenti patogeni. Nello stato di stress il consumo energetico diventa altissimo e l’organismo finisce con l’andare ad attingere a tutte quelle riserve funzionali del corpo che pian piano si sfibra.

Il circolo del benessere e del malessere è qualcosa che si plasma e si negozia in ogni attimo della vita, in quanto in noi c’è la possibilità di scelta. Scelta intesa come consapevolezza nel capire i segnali sottili che il nostro corpo o l’ambiente ci indicano a livello frequenziale. Lo stato di salute e la vitalità dipendono, allora, essenzialmente dall’atteggiamento interiore che ci fa entrare in contatto con la volontà armonizzatrice della nostra anima capace di mettere ordine nel caos delle nostre paure.

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lunedì 12 febbraio 2024

Amore: una questione di quanti


Amore: una questione di quanti

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L’amore è una molecola meravigliosa, innamorarsi è un’esperienza straordinaria, perché scatena una vera e propria tempesta nella mente e nel corpo, legata alle complesse reazioni biochimiche che avvengono nel Sistema Nervoso Centrale

Carmen Di Muro - 11/02/2024

Articolo tratto da Scienza e Conoscenza 69

La prima fase che segna la nascita di un rapporto amoroso è quella dell’attrazione. È l’esperienza umana più imprevedibile, più illogica e meno soggetta alle regole che la natura abbia predisposto per la formazione della coppia. Si può dire “mi piace quella donna o quell’uomo” perché ha determinate caratteristiche, ma si tratta solo di razionalizzazioni: in effetti, non sappiamo per quale motivo una persona ignota o anche che conosciamo bene, improvvisamente diventi unica, oggetto della nostra costante attenzione, insediando il cuore e catturando ogni nostro pensiero, al di là di ogni possibile controllo volontario.

Attrazione e innamoramento si verificano quando siamo predisposti. Può trattarsi di particolari periodi della vita nei quali la necessità di cambiare rende l’individuo ricettivo all’incontro. Questi particolari momenti dell’esistenza corrispondono a una configurazione biochimica specifica, in cui alterazioni dei livelli normali di alcuni neurotrasmettitori, come la serotonina, la noradrenalina o la dopamina fanno sì che alcune aree cerebrali siano più “responsive” (Bartles & Zeki, 2000).

Cosa fa scattare la “scintilla” dell’amore?

Una volta che siamo predisposti e la “fascina di legna” è ben approntata, è facile che prenda fuoco. Ma cos’è che accende la scintilla? Il primo aspetto da sottolineare è che, sicuramente, alcune caratteristiche dell’altro ci colpiscono. Queste non possono essere colte appieno, se non partendo dai meccanismi sottili e dalle interazioni di campo che sottendono i sistemi viventi. Questo livello di interconnessione-dipendenza della realtà subatomica, caratterizzato dal principio di non-località, vede le particelle dei nostri organismi interagire tra loro e con quelle dell’universo, simultaneamente attraverso una rete di informazioni. Ciò dovrebbe darci il senso circa l’esistenza di processi profondi, “quantici”, che guidano il manifesto e che si realizzano a partire dalle sintonie vibratorie tra i nostri sentimenti e quelli di un altro individuo che, in un dato momento esistenziale, risuona sul nostro medesimo campo di informazione, in uno scambio costante di cariche che si traduce nella ricezione di una particolare qualità che ci colpisce inspiegabilmente: può trattarsi dell’intonazione della voce, di aspetti caratteriali, di un dettaglio peculiare che cattura la nostra attenzione, magnetizzandoci.

Segnali che arrivano dritti al cervello

Infatti, noi ci innamoriamo quando il segnale giusto ci colpisce al momento giusto. Ed è proprio l’informazione che guida la materia biologica. Nel caso dell’innamoramento, i segnali relativi a un’altra persona stimolano per via diretta l’amigdala, quella particolare struttura del lobo limbico, che “sequestra” gran parte del cervello e a breve distanza di tempo informa la corteccia prefrontale, la cosiddetta parte pensante, che elabora le informazioni, fornendo la consapevolezza che stiamo sentendo qualcosa e, altresì, apportando risposte organizzate a quanto sta accadendo (LeDoux, 2000). La corteccia riconosce qualitativamente il sentimento e ci rende coscienti del fatto che tutte le sensazioni piacevoli che stiamo provando sono riferibili al fatto di esserci innamorati.

Ossitocina e vasopressina: le molecole della pace

Poiché l’innamoramento rappresenta la fase di un processo, diventa inevitabile che, alla tempesta iniziale, subentri quel senso di tranquillità e regolarità indotto dalla presenza predominante delle “molecole della pace” (ossitocina per la donna e vasopressina per l’uomo), che inducono una forma diversa di sentire, un sentimento di certezza e stabilità (Insel & Shapiro, 1992). L’attenuarsi dell’effetto dopante si verifica in quanto l’organismo non può tollerare di essere sequestrato troppo a lungo e focalizzato su una sola attività. È vero che innamorarsi è importante, ma è anche vero che a un certo punto è necessario che si torni con i piedi per terra. L’intera fisiologia, infatti, innesca gradualmente meccanismi per il ripristino dell’equilibrio di partenza, anche se in un sistema biologico – tanto più nel cervello, organo plastico per eccellenza – l’esperienza affettiva lascia sempre una traccia permanente di ciò che è stato. Eppure, solo una “follia fisiologica” transitoria, come quella dell’innamoramento, ma pur sempre follia, con tutte le modificazioni elettromagnetiche-chimiche-fisiologiche che la sottendono, ci può catapultare sulla strada dell’amore, che da pulsione istintuale diventa uno dei sentimenti umani più elevati, energia per eccellenza in grado di penetrare l’essere in ogni sua fibra ed estrinsecarsi in una miriade di stati d’animo e comportamenti.

Scienza e Conoscenza n. 69 - Luglio/Settembre 2019 - Rivista >> http://bit.ly/2LzQgg5  

Nuove scienze, Medicina Integrata

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giovedì 8 febbraio 2024

Quante sono le dimensioni del nostro Universo


Quante sono le dimensioni del nostro Universo

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Cosa sono le dimensioni? Quante dimensioni ha il nostro universo? Perché alcune dimensioni sono nascoste? Dove si va quando si muore?

Redazione - Scienza e Conoscenza - 07/02/2024

di Elena Sanda Chira, l’autrice del libro AMEN LA NUOVA UMANITA’: Una Teoria del Tutto

Le dimensioni misurano il grado di libertà

Proveniente dal latino “dimensio”, “misura”, la parola dimensione definisce essenzialmente “il numero di gradi di libertà disponibili per il movimento di un punto materiale in uno spazio”. Nell’uso comune, le dimensioni di un oggetto diventano le misure che ne definiscono la forma e la grandezza.

Lo spazio-tempo in cui viviamo viene considerato dalla scienza come spazio di Hilbert quadridimensionale, costituito da tre dimensioni spaziali e una dimensione temporale. Possiamo muoverci sull’asse alto-basso (o su-giù), su quello nord-sud (o avanti-indietro) e su quello est-ovest (o destra-sinistra). La quarta dimensione è considerata il tempo, che è il movimento in sé su uno o l’altro di questi tre assi.

A livello macroscopico i processi fisici non sono simmetrici rispetto al tempo, ciò significando che le azioni generalmente non sono reversibili. A livello subatomico, invece, dove le grandezze si misurano con la scala di Planck, quasi tutti i processi fisici sono simmetrici rispetto al tempo e ciò significa che le equazioni usate per descrivere questi processi sono le stesse indipendentemente dalla direzione del tempo. Questo vuol dire che a questa scala si può viaggiare sia verso il passato che verso il futuro, oppure che l’unico tempo reale è il presente.

La Teoria delle stringhe

La scienza, con la Teoria delle stringhe e delle superstringhe, propone modelli di universi con dieci, undici o ventisei dimensioni. Paragonate alle tre riconosciute dalla fisica classica e sperimentate abitualmente nella realtà quotidiana, le dimensioni supplementari sembrano fantastiche costruzioni mentali impossibili da spiegare o minimamente immaginare. Sembrano soltanto dei modelli matematici inventati per far combaciare le formule.

Anche dal mondo olistico ci arrivano proposte e spiegazioni sulle dimensioni, insieme a indicazioni e ricette su come diventare esseri multidimensionali. Realmente siamo già multidimensionali, in quanto costruiti con una struttura spazio-temporale deca-dimensionale. Le dimensioni extra sono dentro di noi, nelle strutture più profonde di natura informazionale, energetica e materiale. Quello che ci conviene capire e sperimentare è come diventare esseri unidimensionali, misurati con le grandezze di Plank, piccolissime particelle elementari indivisibili capaci di viaggiare nello spazio-tempo e accedere a qualsiasi delle 10 dimensioni che rappresentano il proprio regno.

La M-Teoria, una teoria annunciata dal fisico americano Edward Witten nel 1995, che unifica tutte le teorie delle stringhe anteriormente formulate, parte dalla considerazione che l’universo abbia un numero di dimensioni superiore alle quattro abituali (tre spaziali e una temporale). Il numero minimo di dimensioni necessario nella formulazione matematica di questa teoria è dieci. Il supplemento di dimensioni, dalla terza alla decima, è difficile anche immaginare, oltre a pensare di farne esperienza diretta. La teoria delle stringhe presenta modelli teorici dell’universo con 10, 11 o 26 dimensioni.

L’Uomo e le sue 10 dimensioni

Nel modello di universo presentato nel libro Amen la Nuova Umanità: Una Teoria del Tutto, ogni modulo esistenziale o essere vivente naturalmente creato e manifestato in forma materiale è costituito da un preciso numero di inviluppi, anelli di crescita o dimensioni spazio-temporali, in corrispondenza alla sua complessità.

L’essere umano ha libero accesso a 10 dimensioni spazio-temporali, che è il numero di dimensioni di cui è costituito.

Le dieci dimensioni sono collocate le une all’interno delle altre come le bambole russe (o matrioske) e sono collegate tra di loro attraverso un tunnel centrale unidimensionale con il diametro della lunghezza di Plank. La forma risultante è quella di una toroide o mela con dentro anelli di crescita, dove il movimento avviene sempre da dentro a fuori. In questa rappresentazione mentale dell’universo, dentro-fuori è considerata la quarta dimensione di natura spaziale, una dimensione aggiuntiva alle tre dimensioni abitualmente usate. Considerando anche il tempo presente, che muove le quattro dimensioni spaziali da dentro a fuori, risulta, a livello macroscopico, uno spazio-tempo penta-dimensionale. Questo spazio-tempo penta-dimensionale, chiamato in questo libro la quinta dimensione, costituisce per l’essere umano lo spazio-tempo adatto alla vita, in quanto funziona in conformità con le leggi dell’Amore, la forza fisica governante di questa dimensione. Le dimensioni sono luoghi fisici, con diverse frequenze vibrazionali, percettibili dalla nostra mente.

Ogni dimensione ha la sua frequenza

Per funzionare in queste zone la mente si sintonizza sulle specifiche frequenze corrispondenti a ogni dimensione di passaggio. Questo diverso funzionamento della mente in diverse dimensioni è più evidente in un bambino nei primi anni di vita, ma è riconoscibile anche nell’età adulta. Comunque, durante la sua vita l’uomo realizza un viaggio interdimensionale, consapevolmente o no, sperimentando tutte le dieci sue dieci dimensioni costituenti. Ognuna di esse ha la sua specifica frequenza che influisce sul funzionamento del nostro cervello e ci fa vedere, sentire, comprendere, ragionare e vivere in modi diversi.

La qualità della nostra vita dipende dalla dimensione spazio-temporale alla quale siamo sintonizzati, che influisce sul modo e la qualità del funzionamento della nostra mente. Le dimensioni da 1 a 4 operano secondo i principi della meccanica classica, le dimensioni da 6 a 9 funzionano secondo i principi della meccanica quantistica e la quinta dimensione funziona secondo entrambe le meccaniche (sempre secondo il modello di universo presentato nel libro Amen la Nuova Umanità).

La dimensione zero o l’energia del punto zero

La dimensione zero è il Nulla originario, il luogo da dove veniamo e dove torniamo, e corrisponde alla cosiddetta morte fisica, però, con il passaggio di Cristo, questa dimensione è in sovrapposizione con la decima dimensione, che contiene la Parola di Dio, il flusso creatore che ha messo l’universo in essere, e la morte fisica non è più necessaria. Possiamo usare la Parola di Dio per metterci e mantenerci in esistenza!

Dunque, l’uomo è una creazione molto complessa dell’universo. Dopo aver creato le sue radici, tronco, rami e foglie, l’universo ha prodotto un frutto, l’Uomo, che al suo interno contiene un seme, il Cristo, l’Umano Perfetto, attraverso il quale l’universo può moltiplicarsi.

L’uomo è immortale e la morte non è necessaria. Bisogna soltanto fare un giro nelle dieci dimensioni del proprio regno per conoscerlo e, soprattutto, per Regnare su se stessi.

Gesù disse nel Libro Segreto di Giacomo: “Ascoltate il Verbo, comprendete la Conoscenza, amate la Vita e nessuno vi perseguiterà e nessuno vi opprimerà all’infuori di voi stessi!"

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