giovedì 25 gennaio 2024

Singolarità Spazio-Temporale: La morte non è necessaria


Singolarità Spazio-Temporale: La morte non è necessaria

Scienza e Fisica Quantistica

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Che cos’è la morte e perché moriamo? La morte ha una spiegazione scientifica? È stata dimostrata la sua ineluttabilità? Esiste realmente la morte? La Risurrezione e la Vita Eterna promesse da Gesù Cristo hanno qualche corrispondenza nelle evidenze scientifiche ed esiste una minima probabilità di essere raggiunte e sperimentate nei nostri tempi a larga scala? Ecco alcune delle domande sul fenomeno chiamato “morte”, ancora in attesa di ricevere delle risposte “scientifiche”.

Redazione - Scienza e Conoscenza - 24/01/2024

di Elena Sanda Chira, autrice del libro Amen La Nuova Umanità: Una Teoria del Tutto.

Il concetto di morte è collegato al concetto di singolarità spazio-temporale e quest’ultimo viene messo in corrispondenza con una grande varietà di fenomeni nei campi più diversi della conoscenza umana: fisica, tecnologia, matematica, biologia, sociologia, psicologia ecc. I fenomeni considerati “singolari” hanno in comune il fatto che piccole variazioni di una grandezza che caratterizza il fenomeno possono causare variazioni illimitatamente grandi o anche vere e proprie discontinuità in altre grandezze.

In termini matematici, la singolarità viene descritta più o meno così: avvicinandosi al punto singolare il comportamento di un sistema non può più essere descritto accuratamente con equazioni lineari e spesso nelle soluzioni delle equazioni linearizzate compare a denominatore un termine che si avvicina sempre più a zero, facendo perciò crescere illimitatamente il valore di altre grandezze implicate.

Nel 1873, il fisico James Clerk Maxwell osservò che tutti i sistemi, fisici o sociali, hanno una enorme quantità di energia potenziale che viene rilasciata soltanto quando un parametro raggiunge un valore critico. Per meglio illustrare il concetto di singolarità, Maxwell da come esempio una roccia spinta pian-piano sull’orlo di un burrone. Ad un certo punto lo stato di quiete si trasforma in uno stato molto dinamico in seguito a un’ultima spinta quasi impercettibile. Nei sistemi dinamici il verificarsi di una singolarità coincide con la perdita della stabilità del sistema. Maxwell afferma che in ogni tipo di sistema, fisico, economico, sociologico, quando esso si avvicina alla singolarità diventa impossibile predire la sua evoluzione, in quanto il principio deterministico di causa-effetto non rispetta più la regola che cause simili producono effetti simili. Infatti, insignificanti variazioni delle condizioni di partenza producono enormi cambiamenti, generalmente irreversibili, lungo il percorso. A volte, nell’avvicinarsi alla singolarità si osservano fenomeni di grande portata, governati da leggi non lineari, che sotto l’influenza delle fluttuazioni quantistiche, risultano instabili.

Queste leggi non lineari governano anche lo sviluppo della vita in tutte le sue fasi, inclusa la comparsa dell’essere umano, che sembra anche esso un processo discontinuo, avvenuto per salti attraverso mutazioni che possono essere considerate vere e proprie singolarità. Nell’ambito sociale le singolarità possono avvenire improvvisamente soltanto se è stata raggiunta una soglia di non ritorno, quando una parola o un gesto o un insignificante evento fa scoppiare una guerra, provocando una reazione a catena difficile da prevedere e tanto meno da fermare.

Il collasso delle civiltà antiche si presume che sia stato causato dalla mancanza di soluzioni per un sistema diventato complesso oltre la soglia di sostenimento. Il presentarsi di una situazione di singolarità è tanto più probabile quanto più complesso è il sistema, che diventa così pesante da non riuscire più a sostenere il proprio carico e avviene l’implosione.

Nel contesto del libro Amen la Nuova Umanità: Una Teoria del Tutto, si espone l’idea che ogni salto quantico o passaggio da una dimensione inferiore a un’altra superiore avviene attraverso una singolarità. L’universo nella sua interezza (come ogni suo singolo modulo esistenziale, stelle, galassie, esseri viventi, cellule o atomi) non ha una evoluzione lineare, ma si sviluppa attraverso alternanze di crescite e decrescite, segnate da periodiche singolarità. Il movimento naturale di crescita dell’universo chiamato qui moto e riposo, fa sì che nell’estremità alta della toroide si produca un fenomeno chiamato implosione (che visto da fuori potrebbe assomigliare a un big crunch o buco nero che risucchia dentro la materia), mentre dall’estremità bassa si osserverebbe una fuoriuscita di materia ed energia (che potrebbe sembrare un big bang o esplosione).

Però, siccome l’universo normalmente non si può osservare da fuori, e l’osservatore essere umano lo guarda da dentro, vede tutto al contrario: quello che osservato da fuori sarebbe un’implosione, osservato da dentro risulta esplosione e viceversa. Comunque, la singolarità si verifica in tutte due le estremità. Il tunnel centrale della toroide in tutta la sua lunghezza si comporta come un cunicolo spazio-temporale che assicura il collegamento tra diverse dimensioni, man mano che vengono create.

Per quanto riguarda il singolo individuo, quello che chiamiamo “morte” è soltanto un’implosione o collasso gravitazionale che segna l’inizio di un passaggio evolutivo. Nel suo libro Implosione, il fisico Dan Winter spiega come “morire con successo”.

Nel libro Amen la Nuova Umanità si prova a fare un passo in avanti: comprendere i sacri misteri della vita (che sono gli stessi principi di funzionamento della realtà recentemente scoperti dalla fisica quantistica), e sperimentare il passaggio attraverso la morte pur mantenendo il corpo fisico in vita.

L’immortalità fa parte della natura umana e l’evoluzione ci porta in questa direzione. Gesù Cristo, con la sua discesa e ascesa, ha creato un precedente e ci ha insegnato come trascendere la morte, entrare in una nuova zona di coscienza e acquisire l’immortalità.

Gesù disse: “Quanto a voi, quando cercate la morte, essa vi insegnerà sull’esser scelti. In verità vi dico, non uno che tema la morte sarà salvato…Fatevi migliori di me, siate come figli dello spirito santo”. (Libro Segreto di Giacomo)

Amen - La Nuova Umanità — Libro >> https://bit.ly/3Zcu1zH

Una teoria del Tutto

Elena Sanda Chira

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martedì 2 gennaio 2024

Breve storia dell’etere: dai Greci al XX sec.

Breve storia dell’etere: dagli antichi Greci fino al XX secolo

Scienza e Fisica Quantistica

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Fisica, atomi e storia. Cos’è l’etere e come è nato? Un’analisi approfondita partendo dall’antica Grecia fino ai giorni nostri

Gabriele Muratori - 31/12/2023

Etere: fu una figura della mitologia greca, personificazione divinizzata dell’atmosfera superiore, purificata perché respirata soltanto dagli dèi dell’Olimpo.

Il filosofo greco Democrito, primo nella storia dell’Occidente a parlare di atomi, afferma che l’atomo si sviluppa proprio da vortici, i quali si creano nel “vuoto”, in questo caso specifico non dissimile dall’etere. Attraverso questo movimento di vortici ha luogo la formazione di atomi e oggetti di materia in un ciclo di trasformazione senza fine, di nascita, morte e rinascita.

Nelle scienze antiche e medievali l’etere rappresentava un concetto classico, definito quale quinto elemento dopo i quattro fondamentali (Fuoco, Terra, Aria, Acqua) nelle premesse teoriche della materia alchemica e nella filosofia della natura.

È fondamentale richiamarsi a questo concetto perché è sempre stato argomento, più o meno manifesto, di discussione lungo il corso dello sviluppo della nostra cultura e filosofia. Cartesio (1596-1650), il matematico della tridimensionalità, credette nell’esistenza dell’etere e spiegò questa sua esistenza come il mezzo in cui, nel sistema solare, come in un gigantesco vortice, i pianeti sono immersi e come la causa che produce la loro rivoluzione intorno al Sole.

Anche grandi fisici come Isaac Newton (1643-1727), in certi tratti delle loro opere scientifiche, hanno parlato di etere. In un suo recente libro dal titolo Invenzioni non autorizzate, lo studioso indipendente Marco Pizzuti riprende con puntualità e competenza queste interessanti informazioni.

Si afferma in più di una pubblicazione che Isaac Newton non fosse un assertore dell’esistenza dell’etere, ma sembra parlarne in più occasioni, vediamo le citazioni testuali: «Io suppongo che vi sia diffusa ovunque una sostanza eterea, capace di contrarsi e di dilatarsi, fortemente elastica e del tutto simile all’aria da ogni punto di vista, pur essendo molto più sottile di essa».

In un’altra occasione nel 1704, nella prima edizione di Opticks, sua opera sull’ottica, postulò l’esistenza di «un mezzo etereo capace di trasmettere vibrazioni più velocemente della luce». «E questo mezzo non è identico a quel mezzo mediante cui la luce è rifratta e riflessa e per effetto delle cui vibrazioni la luce comunica il calore ai corpi ed è spinta verso accessi di facile riflessione e di facile trasmissione? [...] E questo mezzo non è estremamente più raro e sottile dell’aria, ed è più elastico e attivo? E non penetra facilmente in tutti i corpi? E non è sparso (a causa della sua forza elastica) in tutti i cieli?».

Nello stesso testo Marco Pizzuti riferisce anche del lavoro di James Clerk Maxwell (1831-1879), il celebre fisico che riuscì a calcolare e spiegare tutti i fenomeni elettromagnetici con una sola teoria unitaria. I suoi studi permisero per esempio di dedurre che campo elettrico e campo magnetico sono manifestazioni di una sola realtà fisica e di attribuire alla luce le proprietà di un’onda elettromagnetica. Ancora oggi tutte le sue equazioni sono considerate valide, nonostante siano state elaborate sul concetto di etere.

Delle venti equazioni originali elaborate fino al 1865, oggi se ne conoscono solo quattro, poiché le restanti vennero escluse dallo stesso Maxwell nelle successive edizioni dei suoi scritti, per fini di semplificazione. Sta sorgendo un grande interesse, proprio ai giorni nostri, sulla riscoperta di queste sedici importanti equazioni perdute, che spiegherebbero invece numerosi fenomeni dell’universo, compresa la presenza dell’etere.

Augustin Jean Fresnel (1788-1827) a cui si deve la formulazione dei cosiddetti integrali di Fresnel, strumenti matematici attraverso i quali riuscì a elaborare una teoria che spiegasse tutti i fenomeni ottici (riflessione, rifrazione, interferenza e diffrazione), spiegò la natura ondulatoria della luce come un “vibrare in un mezzo fluido”.

Più tardi Heinrich Rudolf Hertz (1857-1874) dimostrò che anche l’elettromagnetismo confermava l’ipotesi che lo spazio fosse pieno di un mezzo vibrante fluido (poiché si propagava per oscillazione).

Guglielmo Marconi (1874-1937) successivamente si avvalse di questo concetto inventando la telegrafia senza fili e la radio. Tuttora le trasmissioni radio sono dette “Via etere” come se il concetto fosse rimasto inalterato attraverso tutto questo tempo.

In fisica, nel corso del XIX secolo, l’etere fu, quindi, considerata una sostanza universale, secondo un modello teorico che la considerava il mezzo attraverso cui si trasmettevano le onde elettromagnetiche, come per esempio la luce e i raggi X, analogamente al modo in cui le onde sonore vengono trasmesse attraverso mezzi elastici come l’aria e le onde marine dall’acqua.

Si supponeva che l’etere fosse privo di peso, trasparente, privo di attrito, non individuabile chimicamente o fisicamente e capace di permeare tutta la materia e lo spazio. Tale teoria incontrò crescenti critiche, finché nel 1881, al fine di dimostrare definitivamente l’esistenza dell’etere, Michelson e Morley misero in atto un esperimento, designato specificamente a individuare il moto della terra attraverso l’etere. Questo esperimento non dimostrò nulla, dimostrò l’assenza di qualsiasi suo effetto. Calò quindi un pesante sipario sull’esistenza dell’etere, rinforzato dal fatto che poco più tardi la teoria della relatività avrebbe postulato al contrario lo spazio come vuoto, cioè il nulla al di fuori di quanto non ha massa.

Non completamente rassegnati al fallimento dell’esperimento di Michelson e Morley, alcuni scienziati sentirono dopo pochi anni l’esigenza di rivedere e valutare criticamente i loro esperimenti eseguiti.

Ad esempio Dayton Miller, basandosi sugli studi dei due scienziati, effettuò una lunga serie di esperimenti, durati oltre vent’anni, con oltre 200.000 misurazioni, trovando sempre risultati che, invece, confermavano l’esistenza di un etere che influenzava la Terra nel suo spostamento nel cosmo. Dai risultati degli esperimenti emerse, inoltre, che la velocità della luce non era costante in tutte le direzioni, ma variava in funzione di esse. In base a queste scoperte, oltre a dimostrare la presenza di un etere nel cosmo, veniva automaticamente invalidata anche la teoria della relatività di Einstein. Tuttavia la teoria del vuoto oramai aveva preso piede e sembrava desse soddisfazione a buona parte degli scienziati mondiali, e nessuno aveva in quel momento intenzione di rimetterla in discussione.

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