martedì 18 maggio 2021

La Scienza del Cuore


La Scienza del Cuore

Psicologia Quantistica

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La saggezza del cuore, ovvero le risposte alle domande più profonde della vita a cui nessun altro può rispondere, esistono già in noi. Le custodiamo sin dalla nascita e il sentire del cuore ne diviene la porta d’accesso preferenziale, capace di aprire a quel collegamento per la conoscenza delle verità più profonde della vita, della salute e soprattutto della felicità.

Redazione - Scienza e Conoscenza - 17/05/2021

IL CUORE: UN MUSCOLO CHE NON SI STANCA MAI

Sui banchi di scuola ci hanno insegnato che il cuore umano è uno dei muscoli più complessi del corpo composto da cellule specializzate che si contraggono e si rilassano costantemente senza stancarsi mai. Infatti, ogni giorno il cuore batte circa 100.000 volte, pompando 2000 litri di sangue. La cadenza dei battiti rappresenta un’informazione preziosa che viene diffusa in tutto l’organismo, modulando il suo funzionamento. E questo accade sin dall’origine in una sincronia perfetta che cadenza l’equilibrio e la crescita. Ma chi dice a quelle cellule di iniziare a muoversi in modo armonico?

La risposta è in quel flusso miracoloso che muove l’esistenza, un’intelligenza misteriosa che permette all’universo e ai nostri corpi la vita. Questa energia abita e si vivifica nei nostri cuori e ci dona la direzione per andare avanti facendoci assaporare e sentire l’intensità del mondo, oltre i sensi visibili e il significato ordinario delle cose, infondendoci una profonda conoscenza.

La saggezza del cuore, ovvero le risposte alle domande più profonde della vita a cui nessun altro può rispondere, esistono già in noi. Le custodiamo sin dalla nascita e il sentire del cuore ne diviene la porta d’accesso preferenziale, capace di aprire a quel collegamento per la conoscenza delle verità più profonde della vita, della salute e soprattutto della felicità.

COME GESTIRE LE EMOZIONI CON IL CUORE?

Oggi è sempre di più la scienza a mostrarci che tutte le emozioni esercitano un'influenza molto potente su ogni aspetto della nostra vita. La salute del nostro meraviglioso network psiche-soma è il risultato di un ottimale equilibrio tra emozioni diverse in modo tale che ognuna non eserciti il predominio sull’altra mantenendo il sistema in uno stato di flusso ed armonia.

Pertanto quando i sistemi mentale ed emotivo sono sincronizzati, abbiamo un maggiore accesso a tutta la nostra gamma di potenzialità e una maggiore chiarezza, nonché la capacità di rendere operativi i nostri bisogni, poiché entrambi i sistemi sono allineati. Se questo è vero, è vero pure che ognuno di noi oggi può ottenere un controllo consapevole su questo processo attraverso l’utilizzo del proprio cuore.

Infatti è la presenza di questo organo singolare che può darci accesso alla coerenza, la quale favorisce la regolazione delle emozioni, la liberazione di quelle congelate negli eventi traumatici vissuti e, di conseguenza, la creazione di sentimenti e pensieri pieni di energia. Esso è infatti un organo sensoriale, con un proprio cervello, che funge da sofisticato centro di codifica e di elaborazione delle informazioni emotive che plasmano le funzioni del cervello e della maggior parte degli organi del nostro corpo.

Identificare le abitudini e le emozioni malsane, imparando a sostituire questi flussi impoverenti con energie elevate, diventa allora la chiave per accedere ed usare al meglio il potere del cuore.

PERCHÉ STRESS ED ENERGIA EMOZIONALE INFLUENZANO IL SISTEMA IMMUNITARIO?

L’importanza dello stress emozionale, come causa profonda nell’insorgenza di disturbi e malattie, attualmente sta ricevendo una più approfondita attenzione da parte della scienza. Sappiamo, infatti, che quando il Sistema Nervoso riconosce un fattore di stress - sia esso fisico, tossico, psichico o emotivo - allerta la comunità delle cellule riguardo al pericolo imminente, attivando dei sistemi di protezione essenziali per la difesa, ossia il Sistema Simpatico e l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), i quali sono responsabili della risposta attacco-fuga. Questa funzione è adattiva quando lo stimolo è transitorio, ma diviene disadattiva nel momento in cui l’agente stressante perdura nel tempo. Infatti, quando lo stress è cronico, non è così benefico poiché il consumo energetico diventa altissimo e l’organismo finisce con l’andare ad attingere a tutte quelle riserve funzionali del corpo, in particolare incide sul sistema immunitario, il quale pian piano si sfibra diventando vulnerabile all’azione di agenti patogeni.

Purtroppo lo stress emotivo, al giorno d’oggi, tende ad essere cronico più che acuto. Ciò vuol dire che se i livelli di stress sono duraturi e molto elevati, i percorsi neuronali che collegano il sistema limbico (area deputata alle emozioni) alla corteccia (area deputata al pensiero), vengono formati e rafforzati in circuiti che risultano più adattativi alle interazioni stressanti, facendo sì che il panorama neurale diventi vulnerabile alla disregolazione emotiva, che a sua volta si riverbera sul corpo.

E allora che fare? Quando ci sentiamo arrabbiati, impauriti o tristi, fermiamoci, perché la sofferenza e lo stress ci stanno ricordando che stiamo cercando pace e serenità nei luoghi sbagliati. La malattia e la sofferenza, non di rado, possono essere finestre di opportunità, potenti catalizzatori. Se, infatti, smettiamo di considerare il dolore come punizione e cominciamo a vederlo come informazione, inevitabilmente le cose cambiano.

QUALI POTERI HA IL CUORE?

La ricerca sull'intelligenza cardiaca iniziò ad accelerare nella seconda metà del ventesimo secolo. Durante quel periodo alcuni ricercatori condussero le prime ricerche che iniziarono a svelare i poteri silenti che il nostro cuore detiene. Quali sono questi straordinari potenziali?

Il cuore dirige e allinea molti sistemi nel corpo in modo che possano funzionare in armonia tra loro.

l cuore è in costante comunicazione con il cervello.

Il cervello intrinseco del cuore e il sistema nervoso trasmettono informazioni al cervello superiore, creando un sistema di comunicazione bidirezionale.

Il cuore inizia a battere nel feto ancor prima che il cervello si sia formato.

Negli esseri umani viene a formarsi un cervello emotivo, molto prima di quello razionale.

Il cuore possiede una propria saggezza nota come “intelligenza del cuore”.

Il cuore ci invia segnali energetici capaci di guidare le nostre vite e prendere decisioni fondamentali.

Il cuore produce stati di profonda intuizione.

Il cuore è capace di risvegliare abilità superiori e talenti che spesso giacciono dormienti.

Queste conoscenze sull'intelligenza del cuore sono preziose poiché hanno il potenziale per cambiare il modo in cui vediamo noi stessi, dando un nuovo significato a ciò che è possibile modellare nei nostri corpi e a ciò che siamo in grado di raggiungere nella nostra vita.

https://www.youtube.com/watch?v=0ZM6yQQPiAc

COME RICONOSCERE LA NOSTRA "GUIDA INTERIORE"?

Pochi di noi lo sanno, ma è proprio il nostro cuore intuitivo la fonte per una maggiore consapevolezza, per la conoscenza più vera riguardo a tutte le cose, nonché la centralina della nostra salute. Purtroppo dinnanzi ai problemi e agli imprevisti della vita siamo più sicuri nel cercare risposte fuori, piuttosto che ascoltare il nostro cuore, poiché la voce della nostra intuizione è spesso silenziosa. Essa parla dall'anima fino alle parti più profonde del nostro Sé. Ma seppur velata l’intuizione è come un muscolo e  più l’alleniamo, fidandoci di lei, più inizieremo a capire come comunica. Rispetto alla voce di sopravvivenza che ci aiuta a muoverci nel mondo facendo molto affidamento sui sensi fisici, la sfera intuitiva opera a un livello sottile e meno denso e i suoi messaggi affiorano come “un sentire dentro” piuttosto che un udire esterno.

Essa si rivela maggiormente quando il nostro cuore è in uno stato coerente. Infatti quando la mente e le emozioni sono allineate, l’energia scorre, facendo giungere informazioni sconosciute. Ma come fare? La risposta è nell’ascoltare.

Infatti è promuovendo l’ascolto del cuore che si può diventare più consapevoli di quale sia la voce dell'Io e di quale sia invece la voce intuitiva che può aiutarci a comprendere meglio le situazioni, gli altri e noi stessi.

La Scienza del Cuore — Libro >> https://bit.ly/2T15Gz1

Nella Saggezza Cardiaca il Codice della Felicità

Carmen Di Muro

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martedì 11 maggio 2021

Le applicazioni della fisica quantistica


Le applicazioni della fisica quantistica

Scienza e Fisica Quantistica

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Oltre alle già conosciute applicazioni della fisica quantistica, come il Laser, ne esistono molte altre, fra cui quelle in biologia.

Redazione - Scienza e Conoscenza - 10/05/2021

La fisica quantistica e la biologia molecolare

La chimica quantistica è il ramo della fisica quantistica che si occupa delle interazioni tra atomi e molecole, e la vita non è nient’altro che questo. Non c’è da sorprendersi che verso la metà del XX secolo molte delle grandi scoperte nella comprensione della molecola della vita, il DNA, nonché del codice genetico, furono opera di scienziati con solide conoscenze della fisica.

Erwin Schrodinger scrisse un testo fondamentale, dal titolo What is Life? Francis Crick, che (assieme a James Watson) scoprì la struttura del DNA, era un fisico che si era applicato alla biologia molecolare soprattutto grazie all’influenza di quell’opera.

Linus Pauling, fisico quantistico, si dedicò anch’egli alla biologia molecolare, e George Gamow, che tanto aveva apportato alla fisica, svolse un ruolo di rilievo nella comprensione del codice genetico.

Ulteriori sviluppi, come l’ingegneria genetica e la clonazione, sono stati ottenuti solo grazie alla comprensione del funzionamento del DNA, ottenuta proprio con l’applicazione della fisica quantistica alla biologia […].

Implicazioni ancora da scoprire della fisica dei quanti

La tecnologia dei computer, i laser, l’energia nucleare, l’ingegneria genetica e altro ancora si servono della fisica quantistica, questo è certo, ma se ne servono così come s’impiega un libro di ricette, senza doversi preoccupare di ciò che significa.

Di norma la meccanica quantistica non si preoccupa delle implicazioni filosofiche e delle interpretazioni della fisica quantistica più di quanto un autista non si preoccupi del funzionamento del motore della propria auto.

Finché tutto funziona, l’atteggiamento è fondamentalmente identico: perché preoccuparsene?

Se qualcuno volesse poi capire qualcosa di più sul funzionamento del “motore”, sarà sufficiente dare un’occhiata all’esperimento della doppia fenditura e da qui procedere in ulteriori approfondimenti».

Uno dei padri fondatori della fisica quantistica

Chi era Werner Karl Heisenberg

Heisenberg, Werner Karl (1901-1976) fisico tedesco, è stato uno dei padri fondatori della teoria quantistica, oltre a essere lo scopritore del principio d'indeterminazione. Nonostante ciò, fu premiato nel 1932 con il Nobel per la fisica non in virtù del lavoro per il quale oggi è noto, ma per un’approfondita spiegazione delle proprietà dello spettro dell'idrogeno molecolare.

Nato a Duisburg il 5 dicembre 1901, Heisenberg era figlio di un professore di greco presso l’Università di Monaco. Dopo aver studiato all’Università di Monaco (dov’era iscritto anche Wolfgang Pauli e dove il suo supervisore per il dottorato - ottenuto nel 1932 - era Arnold Sommerfeld), Heisenberg lavorò con Max Born a Gèittingen e con Niels Bohr a Copenhagen, prima di diventare professore di fisica teorica presso l'Università di Lipsia (1927).

Nel 1941 fu nominato direttore dell'Istituto Max Planck di Fisica, nonché professore di fisica presso l’Università di Berlino, dove sarebbe rimasto fino al 1945.

Essendo il principale fisico ad aver mantenuto i suoi incarichi nella Germania nazista durante la Seconda Guerra Mondiale, Heisenberg era sospettato di aver avuto simpatie per il regime, e comunque era lui il più temuto dagli Alleati, quello che si riteneva potesse condurre la Germania alla bomba atomica.

In realtà, quel poco di ricerca nucleare condotta in Germania durante la Seconda Guerra Mondiale, si diresse soprattutto alla creazione di fonti alternative d’energia, e non di armi.

In seguito, Heisenberg affermò che era stato proprio lui a distogliere i leader nazisti da un eventuale progetto per lo sviluppo di armi nucleari […].

Verso la fine del 1926 Heisenberg scoprì il ruolo fondamentale dell'indeterminazione nella realtà quantistica.

Heisenberg era profondamente interessato agli aspetti filosofici della meccanica quantistica, e ipotizzò che la dualità onda-particella potesse essere spiegata se entità come gli elettroni fossero state piccole particelle portate a destinazione da quelle che egli definì “onde pilota”.

Quell'idea fu però eclissata dal successo dell'interpretazione di Copenhagen, anche se c’era comunque una stretta somiglianza all’ipotesi di David Bohm (in realtà, fu proprio Heinsenberg a ispirare il lavoro di Bohm), successivamente accettata come interpretazione valida del comportamento del mondo quantistico.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, Heisenberg svolse un ruolo fondamentale nell’allestimento dell’Istituto Max Planck di Fisica (la nuova denominazione dell'Istituto Kaiser Wilhelm) di Gottingen, del quale fu il primo direttore, non-ché supervisore all’epoca del suo trasferimento a Monaco di Baviera (1955).

Sempre nel 1955, Heisenberg fu nominato professore di fisica all’Università di Monaco. Negli ultimi anni della sua attività si dedicò soprattutto a un tentativo (infruttuoso) di giungere a una teoria unitaria dei campi.

Propose, inoltre, il concetto di “intero indiviso”, secondo il quale ogni cosa al mondo (e in particolare modo la realtà quantistica) fa parte di un solo sistema, e quindi, tanto per fare un esempio, non dovrebbe sorprendere affat-to che chiudendo una feritoia nel famoso esperimento dei due fori ciò influisca istantaneamente sul comportamento di un elettrone che sta passando per l’altra feritoia. Sebbene all'epoca quell’idea non fosse stata accettata universalmente, in seguito fu adeguatamente sviluppata da David Bohm. Heisenberg morì a Monaco il 2 febbraio 1976.

 

Per leggere altre biografie e approfondimenti sulla FISICA QUANTISTICA scopri:

 

Scienza e Conoscenza n. 76 - Aprile-Giugno 2021 >> http://goo.gl/pW4FjZ

Rivista - Autori vari

www.macrolibrarsi.it/libri/__scienza-e-conoscenza-n-76-aprile-giugno-2021-rivista-cartacea.php?pn=1567

 

Dizionario Enciclopedico di Fisica Quantistica con illustrazioni - Libro >> http://goo.gl/pW4FjZ

Dall'Acceleratore di particelle al campo del punto Zero - Q come Quanto

John Gribbin

Editore: Macro Edizioni

Note: con illustrazioni

http://www.macrolibrarsi.it/libri/__dizionario-enciclopedico-di-fisica-quantistica-libro.php?pn=1567

 

sabato 8 maggio 2021

L'universo Quantico e i suoi protagonisti


L'universo Quantico e i suoi protagonisti

Scienza e Fisica Quantistica

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Tutto influisce su tutto, l’osservatore cambia il comportamento dell’oggetto osservato, due parti dello stesso intero rimangono collegate al di là dello spazio e del tempo.

Redazione - Scienza e Conoscenza - 07/05/2021

Articolo tratto da Scienza e Conoscenza n.76

Chi siamo e dove viviamo? Le grandi domande della scienza sono ancora aperte, in questo momento più che mai. Come è nato l’universo? Che posto occupa l’essere umano al suo interno? Che cosa sono la vita e la morte? Cos’è il libero arbitrio?

Viviamo in un universo meccanico o possiamo, con la nostra mente, influire sugli eventi che ci accadono? La scienza del XX secolo ha realizzato un gigantesco passo avanti dichiarando, attraverso le stupefacenti scoperte della fisica quantistica, che l’universo macroscopico e quello microscopico sono due componenti complementari di un sistema unitario, un essere unico e indivisibile che svela sfaccettature di se stesso in una straordinaria diversità di forme di manifestazione.

Tutto influisce su tutto, l’osservatore cambia il comportamento dell’oggetto osservato, due parti dello stesso intero rimangono collegate al di là dello spazio e del tempo, esiste una coscienza unificatrice che riporta sempre le parti separate nel flusso universale, ricostruendo continuamente quell’Uno indivisibile, gli esseri umani hanno la capacità di decidere attraverso i propri pensieri la sorte del grande universo e della propria vita.

La fisica quantistica non è solo un ramo della scienza,

patrimonio e dominio degli scienziati, ma uno strumento di trasformazione

ed evoluzione umana a portata di mano di tutti.

In mezzo tra l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande, l’essere umano, questo solitario sconosciuto, così fragile e così potente, costituisce la chiave di accesso ai più grandi misteri dell’universo.

Basta svegliarsi e prendere coscienza della propria grandezza e della propria potenzialità. La nuova scienza che sta per arrivare è la scienza in cui ogni essere umano diventa uno scienziato che impara, conosce, padroneggia i poteri della sua mente e usa questi poteri per costruire un mondo straordinario e ancora sconosciuto, in un continuo divenire di infinite possibilità mai sperimentate finora.

La fisica quantistica in un’enciclopedia per tutti

Il Dizionario Enciclopedico di Fisica quantistica (pubblicato per la prima volta da Macro Edizioni nel 2004 con il titolo Q come Quanto) è una lettura affascinante e avvincente. Nelle sue quasi novecento pagine troviamo più di mille voci tra concetti di fisica quantistica e biografie di centinaia di straordinarie personalità scientifiche che hanno dedicato le loro vite e le loro menti alla missione di scoprire i misteri nascosti dell’universo e dell’essere umano. La missione dell’autore, John Gribbin, è quella di tradurre in un linguaggio accessibile a tutti i ragionamenti logici, scientifici ma anche profondamente umani, che stanno celati nelle formule matematiche.

Un libro che ci invita a leggere, studiare, riflettere, sperimentare. Un libro da aprire ogni mattina al risveglio per prendere a volo due righe su cui riflettere poi durante la giornata.

Che cos’è la fisica quantistica?

«La fisica quantistica è la fisica che descrive il comportamento del mondo su scala infinitamente piccola, ovvero a livello di molecole, atomi, elettroni e particelle ancora più piccole.

La caratteristica del mondo quantistico a cui la fisica quantistica deve tale denominazione, è che in questo contesto i processi fisici sono discontinui e hanno luogo in forma di salti quantici.

Tali salti discontinui sono però infinitesimali, giacché lo è anche la costante di Planck, quindi il numero enorme di salti quantici che si verificano a livello submicroscopico finisce, sommandosi, per dare lʼillusione di un mondo in cui i cambiamenti avvengono in modo regolare e continuo.

Il mondo quantistico ha altre caratteristiche peculiari. Opera in accordo alle leggi del caso, quindi unʼentità quantistica sceglie tra le opzioni disponibili in modo casuale (tale scoperta provocò il disappunto di Albert Einstein, che pronunciò il suo famoso commento: «Non posso credere che Dio giochi a dadi»).

La casualità del mondo quantistico è stata dimostrata in infiniti esperimenti. Il  mondo quantistico è inoltre caratterizzato dalla non-località. Due entità quantistiche che hanno in qualche modo interagito tra loro oche fanno parte dello stesso sistema, come due fotoni emessi contemporaneamente dallo stesso atomo), restano in qualche modo collegati uno allʼaltro per sempre, cosicché sono “consapevoli” del loro reciproco stato e di qualsiasi cambiamento avvenga nel partner (si veda esperimento di Aspect).

Inoltre, nelle equazioni della fisica quantistica non cʼè nulla che distingua il passato  dal futuro e indichi una freccia del tempo universale, ma questʼultima caratteristica è condivisa dalla meccanica classica […]. Sebbene la fisica quantistica possa risultare bizzarra, funziona!

Dove viene applicata la fisica quantistica?

Uno dei più comuni esempi di fisica quantistica in atto, in un’applicazione domestica comune, è il laser. Quasi tutti possiedono un lettore di CD, che funziona analizzando un supporto (il disco) con un raggio laser, alla ricerca delle informazioni ivi accumulate (parole, musica, immagini o quant’altro).

Come il suo cugino, il maser, il laser opera sulla base di principi quantici fondamentali che implicano emissione stimolata di radiazioni dagli atomi.

Studiando l’emissione spontanea, e ponendo le regole statistiche di base per la teoria quantistica, Albert Einstein fu il primo (1916) a rendersi conto che un atomo eccitato poteva essere spinto a rilasciare un quanto d’energia (un fotone) per poi ricadere al suo stato fondamentale, ricevendo una spinta da un altro fotone con la stessa lunghezza d’onda di quello che l’atomo era stato costretto a rilasciare.

Invece di una cascata di neutroni, così come avviene in una reazione a catena, il funzionamento del laser provoca una cascata di fotoni da una serie di atomi eccitati.

Ci sono molte variazioni sul tema, che si basano comunque sullo stesso principio. Lʼenergia incoerente (radiazione in cui tutti i fotoni sono alla rinfusa, cosicché lʼonda di un fotone viene in parte annullata e in parte rinforzata dalle onde del fotone accanto) viene impiegata per eccitare gli atomi, e il meccanismo del laser (o del maser, stesso processo con lunghezza dʼonda superiore) rilascia quellʼenergia in fasci coerenti in cui tutti i fotoni procedono allʼunisono, cosicché lʼenergia di ogni onda rinforza quella delle altre in modo da creare unʼinterferenza costruttiva. Abbiamo applicazioni dei laser in microchirurgia e nellʼindustria dellʼabbigliamento e possiamo vederli allʼopera in qualsiasi supermercato (lettori di codici a barre): tutte applicazioni della fisica quantistica.

I computer quantistici

Tutti i moderni computer, dal microprocessore inserito nella lavastoviglie al computer di casa, fino al più grande supercalcolatore elettronico al mondo, ·dipendono dalle proprietà dei semi-conduttori, in cui le proprietà degli elettroni di conduzione (come in tutti i conduttori) dipendono dalla statistica di Fermi-Dirac. Le future generazioni di computer potranno avvalersi di una promettente possibilità, la superconduttività (si veda anche giunzione di Josephson).

NON PERDERE SCIENZA E CONOSCENZA N. 76

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martedì 4 maggio 2021

Sincronicità e Coincidenze in Ayurveda


Sincronicità e Coincidenze: la lettura in Ayurveda

Neuroscienze e Cervello

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Un approfondimento su sincronicità, serendipità e coincidenze, parole apparentemente simili ma profondamente diverse secondo la filosofia ayurvedica.

Antonio Morandi - 03/05/2021

«La scoperta è vedere ciò che tutti gli altri hanno visto,
ma pensare ciò che nessun altro ha pensato»
ALBERT VON SZENT-GYÖRGYI

C’è spesso confusione fra i termini Serendipity o Sincronicità. Entrambi evocano nell’immaginario collettivo dimensioni insolite e mistiche. Questa caratterizzazione popolare oscura il significato reale di questi straordinari concetti che si tende, per definizione, a tenere comunque separati.

Serendipity è, come cita il vocabolario Treccani, «ritrovamento o scoperta fortuita di qualcosa di buono o utile, senza aver compiuto alcuno sforzo per cercarlo», mentre la Sincronicità, secondo la definizione data dal famoso psicanalista Carl Gustav Jung che ne ha elaborato la teoria, è «una coincidenza significativa di due o più eventi, dove è coinvolto qualcosa di diverso dalla probabilità del caso».

La differenza fra le due definizioni è in realtà basata sul concetto di significatività soggettiva. La Sincronicità è relativa ad un accadimento che mette in relazione la nostra psiche con un evento esterno attraverso un significato profondo, mentre la Serendipity è l’improvvisa capacità di vedere delle connessioni fra due o più eventi apparentemente non correlati.

Tuttavia io ritengo che entrambi i concetti non siano altro che modi diversi di considerare la stessa realtà.

Il pensiero indiano e la visione in Ayurveda

Partiamo da quello che hanno in comune, qualcosa di molto importante ovvero che entrambe le condizioni, per attuarsi, necessitano della capacità di “vedere il presente”, la realtà per quello che è. Normalmente noi vediamo, a livello cosciente, la realtà che ci aspettiamo, la realtà cui siamo abituati.

Il nostro cervello lavora in anticipo, preparando modelli di realtà che possono facilitare o velocizzare le nostre azioni attraverso routine più o meno automatiche. Siamo riportati alla presenza mentale attiva da situazioni di allarme o molto particolari.

È molto difficile mantenere l’attenzione ferma e presente, la mente umana è in perenne movimento, i pensieri si formano, si accavallano, si dileguano e si dissolvono continuamente. Le diramazioni della nostra mente e le costruzioni che ne conseguono guidate dai nostri “desiderata” fanno sì che creiamo e viviamo modelli convenienti di realtà, modelli in cui crediamo fermamente ma che non sempre però sono coerenti con il presente e reale stato delle cose.

Questa descrizione coincide, secondo il pensiero indiano, con quella della natura della mente declinata in ambito biologico dall’Āyurveda: un sistema dedicato all’elaborazione, organizzazione e coordinamento delle percezioni sensoriali in vari modelli di realtà autoreferenti ed autopoietici; destinati a fornire all’Intelligenza Profonda elementi per la scelta delle azioni attuative più adeguate per rispondere agli stimoli ambientali. La definizione Intelligenza Profonda è una traduzione approssimativa del termine sanscrito Buddhi, dalla radice budh “conoscere”, “comprendere”, “illuminarsi”, “risvegliarsi”.

CONTINUA LA LETTURA DI QUESTO ARTICOLO SU SCIENZA E CONOSCENZA N.76 E SCOPRIRAI:

Che cos'è il BUDDHI

Il Buddhi e la meccanica quantistica

Il concetto di Serendipità in Ayurveda

Il concetto di Sincronicità e Coincidenza

Scienza e Conoscenza n. 76 - Aprile-Giugno 2021 >> https://bit.ly/3dKxwWX

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