domenica 24 aprile 2022

La Scienza dell'UNO


La Scienza dell'UNO

Scienza e Fisica

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“Tutto dunque è unico, totum simul, tutto è contemporaneo e pertanto tutto è indivisibile, immobile e indestabilizzabile”, così diceva Parmenide di Elea, storico filosofo a cui si attribuisce l’ancor più famoso adagio “l’essere è e non può non essere”.

Redazione - Scienza e Conoscenza - 22/04/2022

Cosa esiste davvero?

Commentando il passo di Parmenide, Vittorio Marchi in La Scienza dell’Uno scrive:

“Pertanto, in assenza di spostamento, al posto del frammentario e dei limiti all’esteso, si manifesta un continuo, dove le infinite possibilità di divenire coesistono. Per il grande saggio greco, nato su una diversa sponda del Mediterraneo e che aveva profondamente indagato sulla dimensione di retroscena, tutto era immobile e senza fine e rimaneva medesimo in sé medesimo. Ora, è quasi impossibile per la nostra mente comprendere tali concetti e immaginare una simile dimensione della realtà senza estensione di alcunché. Ma certamente nel retroscena del palcoscenico del mondo tutte le polarità cessano e gli opposti si riuniscono a formare l’unità della conjunctio oppositorum.

Cosa esiste dunque davvero?

Bisogna innanzitutto distinguere tra il mondo di scena: quello che l’uomo comune considera mondo reale, e mondo di retroscena: la realtà così com’è. Chi vive il mondo di scena vede solo quel segmento discontinuo di realtà costituito dalla materia nucleare da cui partono le radiazioni luminose che impressionano la retina dell’occhio. L’apparato visivo umano rispetto a tutta la gamma delle infinite radiazioni elettromagnetiche riesce a cogliere solo quelle di lunghezza d’onda compresa tra i 400 e i 700 nm. Si escludono così già tutti i valori inferiori di 380 nm (ultravioletto) o superiori di 780 nm (infrarosso) che l’occhio umano non percepisce, radiazioni che potrebbero aprirgli una finestra sul mondo immensamente più vasta rispetto alla microscopica fenditura da cui è abituato ad affacciarsi. Nel mondo di retroscena le leggi del discontinuo, caratteristiche di quello di scena, sono diverse. Le leggi dell’ottica ondulatoria, tanto care alla meccanica classica, non valgono più. Le onde, per la fisica che si occupa di meccanica ondulatoria, si propagano, mentre qui, dove non trovano più espressione né lo spazio né il tempo, in assenza di movimento (relativo), vige la legge della “trasfigurazione”, ovvero della “trasformazione in sé” che da solo impressione di movimento.

Tutto dunque è unico, totum simul, tutto è contemporaneo”, diceva Parmenide di Elea, e pertanto tutto è indivisibile, immobile e “indestabilizzabile”.

In quest’assenza di movimento, al posto del frammentario e dei limiti all’esteso, si manifesta un continuo, dove le infinite possibilità di divenire coesistono. Non esiste dunque alcuna dualità. La scena è molteplicità, il retroscena è l’Uno tutto.

La dualità: principio femminile e principio maschile

Viviamo in una comunità umana in cui la maggior parte delle persone continuano a pensare che nulla esista senza il suo opposto e che tutto non possa che essere ricondotto a soli due archetipi primordiali dai quali prendono origine le categorie degli opposti. Gli antichi cinesi li individuavano in un’alternanza cui davano il nome di Yin e Yang.

Pertanto è opinione comune, incrollabile e diffusa in quasi tutte le nostre classi sociali che il numero che regola il nostro mondo del divenire sia il 2 e che il 2 sia il simbolo della polarità che separa e che unisce.

Tutti o quasi credono che maschio e femmina siano due partner che si accoppiano per generare una terza vita e che dalla continua opposizione dei contrari scaturisca la legge di attrazione – repulsione, alla base dell’equilibrio della vita. A ragion di ciò si adduce come prova inconfutabile che tutto soggiace a questo principio: dalle orbite dell’atomo a quelle dei copri celesti, dalla legge di Coulomb a quella di Newton.

Esiste una folla di persone immersa nel mare delle idee dove si rappresenta il discontinuo, fatto di frammenti e segmenti di vita limitati e relativi, ma la verità è che invece esiste una forza maschile laddove esiste anche un’energia femminile, esattamente come esiste un polo nord e contemporaneamente un polo sud. Si tratta di energie mutuabili unite da un legame indissolubile e non separabile.

Ciò che esiste davvero è l’Unico, l’Uni-verso Organico, che li riassorbe in sé entrambi e che costituisce la totalità della realtà esistente, visibile e invisibile. La separazione del tutto è quella che permette l’identificazione dell’individuo, ecco perché per noi è così difficile anche solo immaginarla.

Archetipicamente i principi di maschile e femminile vengono rappresenti dallo Yin Yang. Il maschio è la virilità che si lancia e penetra, la femmina è il femminino che riceve e accoglie e tutto è raccolto e conservato nell’Uno. La femmina non solo riceve il seme, ma anche conserva; al contrario del maschio, che non è in grado di trattenere e disperde il seme.

Lontani dall’essere nell’Uno, molto spesso in questa raffigurazione leggiamo piuttosto la perenne tensione nel mondo di scena tra i due apparenti opposti polari dell’Uno, dove il tutto della vita scorre incessantemente ed eternamente tra gli estremi del divenire. Siamo, ritornando alla filosofia, nel polemos eracliteo, in cui la guerra è madre di tutte le cose.

La femmina è attrazione, principio che lega insieme tutti i corpi dell’universo fisico, espressione della legge di gravitazione (stesso etimo di “gravidanza”) universale. All’opposizione c’è il maschio, che è principio di eccitazione e di fermento che tende invece a mantenere separati i corpi, impedendo il ritorno all’unità, in questa tensione, nel mondo di scena, si crea la vita. La donna è amore (cuore) e l’uomo disputa (mente), una dualità che si ripropone anche nel mito di Amore (Sole o Pensiero) e Psiche (Luna o Mente) di cui Marchi parla ne corso del libro. Solare è la forza, e lunare è l’intelligenza, solare è l’azione e lunare il pensiero.

Indagando più fondo il significato del Tao è possibile intravedere non solo la lotta tra gli opposti, che conferisce la vita individuale a tutti gli esseri, ma il simbolo dell’Univivente, ovvero di ciò che è uno e doppio nello stesso tempo, Luna e Sole, come Yin e Yang, uniti nella Vita unica.

L’Uno

A partire dal retroscena, l’Uno si manifesta nel mondo della scena attraverso campi di forze, aventi la stessa natura del Tutto ma in forma già differenziata. Noi di regola dell’intero panorama della realtà esistente percepiamo solo un’infinitesima parte, e talvolta nemmeno quella. Ciò perché, pensando in termini che si spingono oltre il visibile e il percepibile, la maggior parte della realtà non è sensibile. Pertanto, se si deve davvero studiare e conoscere tutta la realtà, si deve indagare sia sulla componente manifesta che su quella celata, senza suddividerle in porzioni, altrimenti non si arriverà mai a capire, continuando a considerare banali coincidenze quelle che invece sono manifestazioni di un’unica realtà.

Tutti i dati sperimentali della fisica dicono che il mondo frammentario esiste proprio in virtù di questa forza, di questo “qualcosa” che genera e anima il movimento di tutti i corpi. Essa non ha peso, non sente la gravità centripeta o sferica. Non ha inerzia, non sente la forza nucleare forte. Non si vede perché non interagisce con la forza elettromagnetica e con la materia nucleare.

Nel retroscena era ed è la materia primigenia, priva di massa e di spazi, perfettamente residente e quindi immobile in se stessa e persino omogenea in ogni suo punto. Quando non è ancora tradotta nel molteplice, né è ancora differenziata nei corpi, essa era ed è tutto in potenza. Matrice del tutto: è tutta in Uno, così come nel mondo di scena l’Uno è in tutto. E quindi è anche nell’uomo, cellula speciale dell’Uno, il vero Dio (per approfondire di Vittorio Marchi La vertigine di scoprirsi Dio)

La materia prima, la sostanza senza il due, è matrix, la Madre, lo sfondo o la fonte che genera per separazione da sé, dal quale o dalla quale si differenziano tutti i corpi. Atomi, molecole, cellule, una miriade di corpi sparsi per l’Universo, dal quark alle galassie, è tutto un processo di separazione e di allontanamento fino a giungere alla dispersione estrema di un universo che appare ed è infinito. Il mondo trae origine da questa luce invisibile che produce gli spazi e differenzia le forme. È una luce che indica le “vie” della forza e che attraverso la dilatazione e la separazione innesca il processo che dall’universale conduce al particolare, generando gli individui col preservarne l’individualità.

Il tutto che era ed è l’Universo senza confini e senza divisioni diviene attraverso questo processo, separazione. Ed ecco allora spiegarsi il mito della separazione che ritorna anche nel racconto biblico della cacciata dall’Eden.

La separazione del tutto è quella che permette l’ideazione dell’individuo, e l’individuo è l’unità atomica, la particella elementare, la molecola, l’essere pluricellulare e così via fino a tutti gli esseri viventi, pianeti e galassie compresi, che li rende unici e irripetibili. E si entra così nella dimensione del tempo nel mistero della creazione… anch’essi illusioni…ma questa è un'altra storia!

Buona lettura!

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La chiave dell'Universo nascosto

Vittorio Marchi

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martedì 19 aprile 2022

Che cosa sono i quark?


Che cosa sono i quark?

Scienza e Fisica Quantistica

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Per capire bene cosa sono, dobbiamo prima soffermarci sul significato dei quattro tipi di forze fondamentali che agiscono nell’Universo.

Antonella Ravizza - 19/04/2022

Nel 1964 il futuro nobel per la Fisica Murray Gell-Mann del “California Institute of Technology”  e George Zweig, allora al CERN di Ginevra, cercarono di spiegare l’esistenza di un piccolo numero di costituenti fondamentali, che Gell-Mann stesso chiamò “quark” (il nome è tratto da un passo del Finnegans Wake di James Joyce, e sarebbe la contrazione di question mark, ovvero punto interrogativo) e che erano i “mattoni” dei protoni e dei neutroni.

Le 4 forze fondamentali dell'Universo

Per capire bene cosa sono, dobbiamo prima soffermarci sul significato dei quattro tipi di forze fondamentali che agiscono nell’Universo:

1. la forza nucleare forte è la forza che permette ai protoni di rimanere uniti tra loro, la sua azione incollante è la più forte delle quattro;

2. la forza nucleare debole è responsabile del decadimento radioattivo di alcune particelle nucleari (non tutti gli atomi sono stabili al loro interno, alcuni perdono qualche particella, sprigionano energia e danno origine a nuove particelle);

3. la forza elettromagnetica tiene uniti gli elettroni al nucleo ed è più debole della prima forza;

4. la forza di gravità, è la più debole di tutte, in quanto per essere determinante necessita della presenza di grandi masse di materia.

Le particelle subnucleari soggette alla forza forte vengono classificate come adroni e fra di essi troviamo alcune particelle molto note, quali i protoni, i neutroni e i mesoni (una particella supposta avere una massa intermedia tra quelle dell'elettrone e del protone) e altre particelle meno conosciute, più instabili e ottenute come prodotto di collisioni ad alta energia.

Ma cosa sono gli adroni? Gli adroni non fanno parte delle particelle elementari, perché sono formati da una diversa combinazione di un numero piccolo di costituenti fondamentali: i quark, appunto.

Verso la fine degli anni Sessanta vennero sparati elettroni ad alta energia contro protoni e neutroni e si ebbe la conferma dell’esistenza dei quark. Infatti la distribuzione angolare degli elettroni diffusi mostrava che alcuni di essi urtavano contro qualcosa di puntiforme ed elettricamente carico, contenuto all’interno dei protoni e dei neutroni.

I tipi di quark

Oggi si sa molto di più. In effetti sono stati classificati sei tipi diversi di quark: su (u), giù (d), incanto (c), strano (s), basso (b) e alto (t), che si distinguono per massa e carica elettrica.

Vediamo le loro caratteristiche:

1. quark Up (quark su), detto anche quark-u. Ha massa di 910^(30) kg;

2. quark Down (quark giù), detto anche quark-d. Ha massa di 1,810^(29) kg;

3. quark Strange (quark strano), detto anche quark-s. Ha massa di 3,5 * 10^(−28) kg;

4. quark Charm (quark incanto), detto ache quark-c. Ha massa di 2,3 * 10^(−27) kg;

5. quark Bottom (quark sotto), detto anche quark-b. Ha massa di 7,7 * 10^(−27) kg;

6. quark Top (quark sopra), detto anche quark-t. Ha massa di 3,1 * 10^(−25) kg.

I quark hanno spin ½ e una carica elettrica che è una frazione della carica dell’elettrone: essa vale -1/3 per i quark s, d, b e + 2/3 per i quark u, c, t . Lo spin è una forma di momento angolare e richiama la rotazione della particella attorno al proprio asse.

I quark formano combinazioni in cui la somma delle cariche è un intero: protoni e i neutroni sono formati rispettivamente da due quark u e da un quark d, con carica totale +1 e da un quark u e due quark d con carica totale 0. Inoltre vengono tenuti insieme tra loro dalla forza forte, la stessa che lega tra loro protoni e neutroni e decadono, a causa della forza debole. Essi a volte si trasformano da up a down e viceversa, trasformando così i protoni in neutroni e viceversa.

Il loro decadimento produce altre particelle, tra le quali i bosoni (ciò è definito decadimento beta, comportamento radioattività scoperto da Fermi nel 1933).

Bosoni e fermioni

Nella fisica è importante la distinzione tra bosoni e fermioni: i bosoni sono le particelle costituenti le forze elementari mentre i fermioni costituiscono la materia. I fermioni obbediscono al Principio d'esclusione di Pauli, mentre i bosoni, tendono ad affollare gli stati quantici. Inoltre bosoni e fermioni si differenziano per il numero di spin: infatti i bosoni hanno sempre spin intero, mentre i fermioni frazionari, precisamente la metà di un numero dispari.

L'esistenza dei quark che non appartengono alla famiglia primaria degli up e dei down è stata dedotta da altri processi di decadimento. Sembra che i quark si possano osservare sempre accoppiati, ecco perché ad un quark up corrisponde sempre un quark down, ad un strange un charm, e ad un bottom un top.

Altre proprietà dei quark

In base alla teoria della cromodinamica quantistica (QCD), i quark possiedono un'altra proprietà chiamata "carica di colore" (che non ha niente a che vedere con i colori reali) e che è di tre tipi: "rosso", "verde" e "blu". Nella teoria, solo particelle con "colore neutro" possono esistere. Particelle composte da un quark rosso, uno verde e uno blu vengono dette barioni (un tipo di particella della famiglia degli adroni con massa da 1.800 a 3.400 volte quella dell' elettrone, come i protoni o i neutroni) che nell' ipotesi di Gell-Mann sono formate da tre quark.

Interessante è capire cosa riesce a scoprire la scienza! Un recente esperimento chiamato CMS al Cern di Ginevra ha fatto collidere protoni con nuclei di piombo; si sono formate coppie di frammenti le cui traiettorie restano per breve tempo correlate, come se fossero immerse in un fluido che le tiene unite. Il fenomeno è simile a quello già osservato in precedenza con collisioni di nuclei di piombo contro altri nuclei di piombo. Qual è la spiegazione? Dalla collisione si forma per breve tempo una minuscola gocciolina di plasma quark gluonico, che si raffredda rapidamente per poi dissolversi.

Ma siamo sicuri che i quark non siano composti da ulteriori mattoncini?

Lo scopriremo solo vivendo... e studiando!

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Dai quanti all'Universo a 26 dimensioni

Antonella Ravizza

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domenica 10 aprile 2022

Connessioni fra Energia, Materia ed Informazione


Le connessioni fra Energia, Materia ed Informazione

Consapevolezza

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L’intima natura della materia sfugge ai classici criteri di indagine della scienza accademica perché i suoi dettami di certezza e ripetibilità la ancorano a un piano manifesto della realtà e questo radicamento la tiene lontana dalla vera comprensione del fenomeno vitale le cui radici appartengono a un piano non manifesto.

Redazione - Scienza e Conoscenza - 08/04/2022

La vita è un mistero da vivere, non un problema da risolvere.
- Osho

Brano tratto dal libro Il fenomeno vitale tra scienza e coscienza

Essendo metodicamente orientato al solo aspetto oggettivo, dettato da prove certe e ripetibili, il sapere accademico non è in grado di andare oltre il finito della propria impostazione obiettiva. Ma quanti sono i medici dediti ad un ortodosso pensiero accademico che pregano per la propria anima pur non potendola dimostrare scientificamente?

Di fatto, la comunità scientifica, specie nel campo della Medicina, pur sfornando nuove scoperte, continua a rimanere alla periferia della vera conoscenza del fenomeno vitale perché oltre al formale aspetto quantitativo non considera anche i parametri bioenergetici e bioinformazionali che sostanziano l’aspetto qualitativo non solo dell’uomo ma in senso più lato, di ogni elemento del creato.

Di questo passo si potrà anche conoscere l’intera famiglia delle Prostaglandine o delle Interleuchine e un’infinità di altri mediatori chimici dai nomi più strani, ma non si sa perché alcuni soggetti malati di tumore anche in fase terminale, guariscono “miracolosamente” senza l’ausilio di farmaci, o perché moltissimi soggetti guariscono dai loro mali con terapie non convenzionali come la Neuralterapia, la Nutripuntura, l’Omeopatia e via dicendo.

Un’altra stranezza è che ci sono pazienti che si ammalano di Raffreddore e di Influenza e a volte anche più volte nello stesso periodo invernale, bene, ma allora perché mai si ammala solo una certa fetta della popolazione pur in presenza degli stessi ceppi virali? Semplicemente perché ogni organismo ha un suo specifico “terreno”.

l concetto di “terreno” per distinguere la complessità biologica dell’organismo dell’uomo fu coniato più di un secolo fa dal professor Antonie Bechamp e venne abbracciato da altri famosi biologi del tempo come Claude Bernard, ma non da Luis Pasteur ed è nota a tal proposito, la storica confessione che in punto di morte lo stesso Pasteur fece ad un suo assistente: “Eh si,... Claude Bernard aveva ragione, il terreno è tutto, il microbo è nulla!

“Sarebbe stato un bene per l’umanità se si fosse data più attenzione a questo indirizzo vitalistico invece di abbandonarlo a favore di una impostazione prettamente chimica dalla quale, guarda caso, è poi sorto l’impero del “Dio farmaco”, dei fertiliz- zanti, dei pesticidi e dei diserbanti che certamente hanno aiutato il comparto agricolo decimando il “nemico” ma hanno anche impoverito le naturali difese immunitarie dei vari terreni siano essi vegetali che umani.

A quel tempo e in tempi più antichi, si parlava di Corpo, Anima e Spirito, ora con un linguaggio moderno questi termini sono stati sostituiti rispettivamente da Materia, Energia e Informazione, ciò nonostante in campo medico si continuano ad escludere i già citati parametri bioenergetici e bioinformazionali, per non parlare di quelli archetipali, trascurando la biodiversità che distingue il “terreno” di un paziente dall’altro.

Da un punto di vista scientifico, l’aspetto trino che caratterizza l’essere vivente è stato stupendamente scolpito nella storia da Albert Einstein con la famosa formula E = m c2.

Da questa mirabile sintesi trina si deduce che Energia, Materia ed Informazione, che sono la traslitterazione analogica della formula di Einstein, sono principi strettamente interconnessi a tal punto da essere considerati un unico principio all’interno del quale le tre espressioni di base si tramutano una nell’altra, tanto che si può affermare che la Materia è Energia coa- gulata, l’Informazione è Energia allo stato potenziale, proprio come l’Energia è Informazione in atto. Tutto ciò fluttua con un proprio ritmo dando vita alla vasta fenomenologia vitale della Natura e del Creato in toto.

In assoluto, c’è da intendere che ogni ente di Natura è essenzialmente unico e allo stesso tempo trino nei suoi Principi costitutivi e la parte più sottile che lo anima, è insita nella “vacuità” (termine di derivazione orientale che sottende uno stato potenziale senza Forma da cui origina ogni Forma) stessa della materia, organica o inorganica che sia. Quindi, scientificamente parlando, lo studio del fenomeno vitale che caratterizza tanto la materia quanto l’uomo, dovrebbe puntare anche sulle forze di natura fisica che intervengono nell’organizzazione spaziale delle particelle subatomiche piuttosto che accanirsi sull’analisi degli elementi chimici finiti.

Il Fenomeno Vitale tra Scienza e Coscienza — Libro >> https://bit.ly/37w4hYr

Scopri il legame tra salute e conoscenza di se stessi

Aldo Cehic

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lunedì 4 aprile 2022

Il Gatto è sia vivo che morto


Il Gatto di Schrodinger è sia vivo che morto

Scienza e Fisica Quantistica

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Il Gatto di Schrodinger è la denominazione abbreviata di un esperimento ipotetico, congegnato da Erwin Schrodinger nel 1935 per dimostrare l’assurdità dell’Interpretazione di Copenhagen della meccanica quantistica.

John Gribbin, astrofisico e famoso divulgatore scientifico britannico spiega anche questo concetto nel Dizionario Enciclopedico di Fisica Quantistica.

Redazione - Scienza e Conoscenza - 01/04/2022

I punti deboli dell’Interpretazione di Copenhagen

Schrodinger era particolarmente preoccupato in merito a due punti dell’Interpretazione di Copenhagen:

L’idea che un sistema quantistico potesse trovarsi in una sovrapposizione di stati

Il prerequisito dell’Interpretazione di Copenhagen della presenza di un osservatore intelligente per far “collassare la funzione  d’onda” e forzare un sistema quantistico a assumere un unico stato.

L’enigma dipende dalla predisposizione di un sistema in cui ci siano esattamente 50% probabilità che possa verificarsi un certo evento quantistico, come il decadimento di un nucleo radioattivo.

Secondo la logica convenzionale della meccanica quantistica, il nucleo esiste in una sovrapposizione di stati, per metà decaduto e per metà no, finché il suo stato non viene misurato. Solo a quel punto si decide la sua situazione. Schrodinger ipotizzò che la sostanza radioattiva potesse essere sigillata in un contenitore d’acciaio privo di finestre (o una scatola di grandi dimensioni) assieme a un rilevatore o un semplice contatore Geiger, col quale monitorarlo. Il rilevatore è collegato in modo da liberare una nuvola di gas velenoso in quello stesso locale qualora il materiale radioattivo finisca per decadere, e in quella stanza il gatto, ormai celebre. Se la camera è sigillata e nessuno può guardare cosa vi succede, allora quando il nucleo radioattivo è in una sovrapposizione di stati (cinquanta e cinquanta, come previsto dall’Interpretazione di Copenhagen più rigorosa), anche il contatore Geiser, il gas velenoso e il gatto si trovano in una sovrapposizione di stati. Il materiale radioattivo è decaduto e non è decaduto, e il gatto è stato nel contempo ucciso e non ucciso.

Il Gatto di Schrodinger è sia vivo che morto!

Si tratta di un esperimento concettuale e nessun gatto ha mai dovuto subire un’atrocità del genere! Ma se l’Interpretazione di Copenhagen fosse corretta, tutto quanto resterebbe nel limbo finché un osservatore intelligente non intervenisse dando un’occhiata alla situazione. A quel punto, la sovrapposizione di stati collasserebbe e il gatto assumerebbe una sola condizione, vivo o morto. Ma finché l’osservatore non interviene, la situazione all’interno della stanza è caratterizzata dalla presenza, come disse lo stesso Schrodinger, “di un gatto vivo e morto che è miscelato o spalmato in parti eguali”.

Quella situazione a dir poco inconcepibile spinse alcuni fisici a cercare interpretazioni alternative, in definitiva con buon successo.

Tuttavia, nonostante le assurdità e i paradossi come quello del Gatto di Schrodinger, l’Interpretazione di Copenhagen mantiene ancora una posizione cardinale in buona parte di libri di testo ed è insegnata alla gran parte degli studenti come interpretazione standard della meccanica quantistica.

Erwin Schrodinger (1887-1961) è un fisico austriaco, che sviluppò la meccanica ondulatoria, formulazione della fisica quantistica. Grazie a questa teoria ottiene nel 1933 il Premio Nobel per la Fisica.

SCOPRI LE BIOGRAFIE DEI PIU’ GRANDI SCIENZIATI NEL DIZIONARIO ENCICLOPEDICO DI FISICA QUANTISTICA DI JOHN GRIBBIN!

Dizionario Enciclopedico di Fisica Quantistica con illustrazioni — Libro >> http://bit.ly/2XvE8P2

Dall'Acceleratore di particelle al campo del punto Zero - Q come Quanto

John Gribbin

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Dr. Quantum e l'esperimento della doppia fenditura (double slit experiment) - Tutorial

https://www.youtube.com/watch?v=K2m0LRRs_qs