Cervello e Cambiamento: intervista a Joe Dispenza
Neuroscienze e Cervello
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In un'intervista esclusiva Joe Dispenza, autore del best
seller Evolvi il tuo cervello, ci spiega il funzionamento di questo organo e la
sua straordinaria plasticità
Elsa Nityama Masetti - 05/09/2020
Scienza e Conoscenza: Quali sono state le scoperte e
ricerche nel campo delle neuroscienze che hanno dato sostegno alla tua intuizione
della mente che da forma alla realtà?
Joe Dispenza: Tutto quello che ci compone, il “tu” e il
“me” - i nostri pensieri, i sogni, le nostre memorie, le speranze, i
sentimenti, le nostre fantasie segrete, i nostri timori, le abilità, le nostre
abitudini, i dolori e le gioie - è inciso nel reticolo di lavoro vivente dei
100 miliardi di cellule del cervello. Se imparate oggi anche un solo bit
d'informazioni, le minuscole cellule cerebrali creeranno nuovi collegamenti tra
di esse e chi sei “tu” ne sarà alterato. Questo “tu” come essere senziente è
immerso e realmente esiste nel web elettrico e interattivo del tessuto
cellulare del cervello. Il modo in cui le nostre cellule nervose sono
specificamente organizzate da ciò che impariamo, che ricordiamo, da ciò che
sperimentiamo e che prevediamo, da ciò che temiamo, così come da ciò che
pensiamo di noi stessi, ci definisce individualmente ed è riflesso nei nostri
collegamenti neurologici interni. Siamo costantemente un “work in progress” [un
processo in elaborazione, ndr].
Il cervello è l'organo del cambiamento. C'è un concetto
nelle neuroscienze denominato neuroplasticità, che dimostra che il cervello
altera se stesso ogni volta che impariamo qualcosa di nuovo. Inoltre cambia
quando abbiamo una qualsiasi nuova esperienza. La nostra materia grigia - per
funzionare al meglio nella vita - si riorganizza nel frattempo che scegliamo di
modificare il nostro comportamento. In altre parole quando realmente cambiamo
idea (change our mind in originale, ndr), il cervello cambia… e quando cambiamo
il cervello, la mente cambia.
Ecco che cosa intendo. Secondo le neuroscienze, la mente
è il cervello in azione. La mente è il cervello al lavoro. È il prodotto
dell'attività del cervello quando è animato dalla vita. Ora con 100 miliardi di
cellule nervose cablate insieme, diventa palese che possiamo produrre molti
livelli diversi di mente. Per esempio, la mente che usiamo per fare il make-up
è differente dallo stato mentale usato per guidare. Ugualmente, “mettiamo
insieme” una mente diversa quando assumiamo il ruolo della vittima
contrariamente a quando dimostriamo gioia. Tutto questo è così, perché
abbastanza semplicemente possiamo indurre interi gruppi di cellule nervose ad
attivarsi in modi molto diversi.
Non più di trenta o quaranta anni fa, c'era la credenza
unanime nel campo delle neuroscienze che il cervello era hardwired, volendo
significare che siamo nati con una determinata quantità di collegamenti
neurologici e la finalità della vita era che ci saremo, crescendo,
riorganizzati come i nostri genitori. Era una percezione accettata che questo
organo fragile, denominato cervello, non potesse ottimizzare i relativi
fissaggi (hardware).
Ma con l'avvento delle ultime tecnologie nel campo del
linguaggio figurato funzionale (brain scans) risulta palese che è possibile far
lavorare diversamente il nostro cervello (process mind). Di fatto, alcune delle
ricerche dell'università del Wisconsin hanno dimostrato che qualcosa di
semplice come l'attenzione - o concentrazione focalizzata - sia un'abilità,
come il golf o il tennis. In altre parole, più vi esercitate nell'essere
coscienti o attenti, più facilmente lo sarete in seguito.
Ora proprio qui giace il paradosso. Se possiamo davvero
cambiare il cervello e la mente, allora chi è che attua il cambiamento? Il
cervello non può cambiare se stesso. E' un organo come i reni e il fegato. Il
cervello non è niente senza la vita. La mente non può cambiare il cervello
perché è un prodotto del cervello stesso. Ricorda la mente è il cervello in
azione. Chi allora sta attuando il cambiamento del cervello e della mente?
La risposta è quella parola che è stata evitata dalla
scienza con tutte le sue forze. É la coscienza che usa il cervello e il corpo
per produrre molti e diversi livelli della mente. Ed è solo quando siamo
davvero consci e consapevoli che possiamo fare cambiamenti visibili riguardo a
chi siamo e a come possiamo pilotare le nostre vite.
In aggiunta, le scansioni cerebrali hanno chiaramente
provato che possiamo cambiare il cervello semplicemente pensando diversamente.
Nel caso di un'attività come quella di suonare il piano gli stessi circuiti
saranno creati da chi fa fisicamente l'azione così come da coloro che
semplicemente si eserciteranno a riportare mentalmente alla memoria scale e
accordi. Messa giù semplice, quando siamo veramente attenti e focalizzati il
cervello non conosce la differenza tra ciò che accade nell'occhio delle nostra
mente e quello che invece prende forma nel mondo.
A causa della misura del lobo frontale nel cervello
umano, possiamo rendere i pensieri più reali di qualsiasi altra cosa. Questo è
il privilegio di essere degli umani. E quando viene richiesto, come negli
innumerevoli esperimenti e test effettuati, un training o una performance
mentale, il cervello a livello sinaptico, mostra a tutti gli effetti di aver
avuto l'esperienza. E con una pratica consistente il cervello e il corpo
saranno fisicamente mutati nella realtà fisica senza aver mai fatto
l'esperienza fisica stessa. Abbiamo creato l'hardware neurologico da usare
nell'esperienza futura che ci attende.
Applicando questa comprensione al modello quantistico che
afferma che la nostra mente soggettiva ha un effetto sul mondo oggettivo (la
coscienza crea la realtà), possiamo cominciare ad esplorare l'idea che se il
nostro cervello e il corpo evidenziano cambiamenti fisici per assomigliare
all'esperienza che è già accaduta, quale risultato dei nostri sforzi mentali e
prima che la manifestazione fisica della coscienza sia accorsa, allora
teoricamente sarà l'esperienza a trovarci!
Un cervello che funziona in modo coerente è qualcosa “di
più” dei due lobi - destro e sinistro - che funzionano in modo equilibrato? Che
cosa e in che modo “di più”?
Il funzionamento degli emisferi destro(dx) e sinistro(sx)
è stato ora ridefinito dalle neuroscienze. Una volta si diceva che la parte
sinistra del cervello era quella logica, ragionante mentre quello destro era il
cervello creativo, romantico, spaziale. In effetti proprio il cervello sx
funziona secondo una serie di processori lineari d'informazioni, mentre il dx è
come un processore parallelo, olistico. Recenti ricerche hanno dimostrato che
la novità cognitiva appartiene al dx, mentre la routine cognitiva dipende dal
sx, e questo è un bel modo di spiegare perché il cervello dx è “il grande
creatore”.
L'arte consiste nel mantenere equilibrati entrambi gli
aspetti. Alcune persone tendono ad essere dei grandi ricercatori di novità ma
poi non le memorizzano nella routine, mentre alcuni sono così rigidi nella loro
routine che non imparano niente di nuovo. In un certo senso, questo crea una
disparità nel cervello, ma quando parliamo di coerenza del cervello, che è una
delle mie passioni, il riferimento è la misurazione elettroencefalografica
delle onde cerebrali.
Quando siamo sotto stress, arrabbiati, aggressivi,
ansiosi, paurosi, quando soffriamo, emettiamo delle sostanze chimiche che
disintegrano il sistema nervoso e anche il cervello, e quelle stesse sostanze
fanno sì che il cervello diventi ossessivo. Siamo ossessionati dai nostri
problemi e non riusciamo a smettere di pensarci.
Ebbene questi tipi di sostanze chimiche sono quelle che a
breve termine permettono al leone di focalizzarsi sulla gazzella ferita e alla
gazzella di focalizzarsi sul leone, e quel focus indiviso del corpo
nell'ambiente in un certo determinato momento è la chimica che permette alla
sopravvivenza di avere luogo. Gli essere umani, però, trattengono questo stress
attivo più a lungo del necessario, perché possono attivare la risposta allo
stress non soltanto reagendo all'ambiente ma anche semplicemente pensando a
qualcosa di stressante, preparandosi nei suoi confronti, aspettandolo.
Continuiamo a prepararci per un evento che, di fatto,
abbiamo già creato, inventato nella nostra mente e questa è chiamata ansia,
disturbo da compulsione ossessiva, nevrosi, detta anche depressione. L'effetto
a lungo termine di ciò provoca un cervello molto disintegrato e fa si che
diventiamo eccessivamente analitici, e quindi, ossessionati.
Quando invece creiamo un'autentica coerenza cerebrale - e
la ricerca negli USA dimostra che una persona quando inizia a rallentare il
proprio cervello passando a uno stato meditativo, se lo fa correttamente e va
oltre la sfera analitica, il suo focus diventa più aperto, più diffuso -
consentiamo alla nostra mente di spostarsi dall'ossessione, diventando in un
certo senso “privi di se” (selfless). Allora il cervello passa a quelli che
sono chiamati modelli in sincronia di fase.
La chimica dello stress induce il cervello a rimanere in
quello che è detto lo stato superiore delle onde Beta, uno stato super
analitico, super precipitoso, super ansioso e la maggior parte delle persone
vive in quella gamma di frequenza. In tale stato il cervello inizia a lavorare
troppo velocemente e a precipitarsi nel tempo, valutando che cosa potrebbe
succedere basandosi sul passato. Anticipa un evento futuro ma lo fa su queste
basi e quindi continua a riciclarci in tale condizione discontinua.
Ma quando ci permettiamo di arrenderci, di rilassarci e
iniziamo ad addestrarci in modo corretto nella meditazione, a essere presenti,
il cervello comincia a spostarsi in quei modelli alfa sincronizzati che sono
molto ordinati. Tutte le onde si muovono insieme e la coerenza che ne deriva permette
a parti diverse del cervello di iniziare a comunicare in modo corretto come se
la sinfonia diventasse sempre più armonica, il ritmo del cervello più
organizzato. Ora così come ci si esercita a suonare il piano o a giocare a
tennis ci si può esercitare anche in questo, e più lo si fa, più diventa
familiare. È l'ordine creato che è così splendido nei modelli in sincronia di
fase. Quella coerenza, quell'integrazione del cervello, improvvisamente invia
un segnale estremamente coerente a tutto il sistema nervoso che attraversandolo
reintegra tutti gli altri sistemi: il digestivo, l'immunitario, il
circolatorio…
Scienza e Conoscenza: Alcuni affermano che un pensiero è
solo un pensiero, non significa che sia la realtà. Da un altro punto di vista i
pensieri sono reali, come cose. Secondo la tua esperienza quale delle due
affermazioni è più vera?
Joe Dispenza: Io penso che la scienza stia cercando di
ridefinire, specificare questa faccenda del pensiero e la parola che ora usa è
co-scienza, giusto? E' quella cosa che sebbene così immateriale, lascia degli
effetti nella mente, nel cervello, nella mente corporea. I pensieri nel
cervello sono cose reali, perché qualunque sia la loro provenienza, e qualsiasi
siano le teorie sull'origine degli stessi, è necessario prendere atto che il
pensiero ha degli effetti misurabili sul corpo; in altre parole quando avete un
pensiero producete sostanze chimiche, il vostro cervello rilascia o mette in
circolo una serie di molecole, e in pochi istanti vi sentite esattamente nel
modo in cui state pensando. Se si tratta di pensieri d'insicurezza vi sentirete
insicuri, ora nell'istante in cui cominciate a sentirvi insicuri, dato che il
cervello è in costante comunicazione con il corpo, cominciate a pensare proprio
come vi sentite e vi sentite nel modo in cui pensate. Ecco l'effetto che il
pensiero produce sul corpo.
Qualcosa si può dire anche sullo stesso effetto a
distanza. In tutto il mondo sono stati fatti 2500 studi sul potere della
preghiera, o come il pensiero può aiutare una persona a star meglio in altro
luogo; ma non basta semplicemente un pensiero. Se prendete un gruppo di persone
e chiedete loro d'inviare un'intenzione a un filamento di DNA in provetta
perché si srotoli, queste persone possono avere un'intenzione chiara e concisa
ma questo non influisce sul DNA. Non c'è alcun potere nell'intenzione da sola.
Lo stesso se prendete un altro gruppo di persone dicendo loro di spostarsi in uno
stato d'animo elevato, di provare amore, gioia e poi irradiare questo campo al
di fuori… Di nuovo nel DNA non succede niente. Quando, però, combinate
l'intenzione con la sensazione di uno stato d'animo elevato oppure con la
percezione indotta dalla visione dello srotolarsi di tale DNA, il 25% a quel
punto si srotola.
Tu intendi, dunque, un pensiero intenzionale elevato? E i
pensieri non intenzionali?
Sì, parlo di un pensiero intenzionale conscio, che è la
carica elettrica del campo quantistico, mentre il sentimento, la sensazione è
la carica magnetica. Il modo come pensiamo e sentiamo crea il campo
elettromagnetico che circonda il nostro corpo. Che dire invece dei nostri
pensieri non intenzionali? Sono anche chiamati pensieri inconsci e sono cablati
così rigidamente nel cervello perché continuiamo in modo inconsapevole e
ripetitivo ad attivarli e collegarli. Quei pensieri hanno degli effetti
altrettanto drastici nel campo quantistico perché, che ci crediamo o no, sono
più facili da elaborare nel cervello e nella mente, e la loro ridondanza è
trainata dalle stesse sensazioni ad essi collegate….cosa voglio dire con
questo?
Quello che intendo è che una persona può avere tutte le
buone intenzioni del mondo, desiderare una vita grandiosa, ma siccome ha
memorizzato la sofferenza per 20, 40 anni, questa sofferenza inconscia è ciò
che continua a creare gli stessi ostacoli ripetitivamente nella vita. Quindi
l'arte del cambiamento richiede una sorta di addestramento in quel sistema di
memorie automatiche, riorganizzandolo in modo da dissolvere quei programmi
subconsci che continuano a guidarla verso lo stesso destino. E tali programmi
sono basati sui suoi pensieri e sentimenti inconsci.
Quindi, se intendo bene, è necessaria una
deprogrammazione che ci faccia saltar fuori da pianificazioni cerebrali su cui
ci siamo inconsciamente allenati per anni e anni?
Nel mio lavoro il primo stadio del cambiamento è sempre
disimparare o deprogrammare per poi reinventare. Non potete seminare un
giardino se prima non strappate vie le piante dell'anno precedente, zappando,
spezzando le zolle e poi fertilizzando. È necessario prima “fare spazio”. Insegno
a disimparare, deprogrammando. I primi sei passi del mio metodo riguardano
proprio il disimparare, perché questa è la parte difficile. Una volta che avete
disimparato, avete una nuova visione del paesaggio, vedete un nuovo orizzonte.
Qual è la differenza, se c'è, tra l'essere in uno stato
di autoipnosi, e permanere in una catena ripetitiva di pensieri? Suggerisci del
lavoro, dei corsi di ipnosi o di pnl?
Possono essere utili sì, ma soltanto quando si è andati
al di là della mente analitica, l'ipnosi non funziona se non si è andati oltre
il pensiero analitico.
Tu dici che i pensieri ripetitivi sono come una sorta di
auto-dialogo ipnotico, nel senso che sono io stesso che parlo con me stesso
giusto? È una specie di trance…
La deprogrammazione richiede di spostarsi un uno stato di
trance perché c'è molto dietro a quel pensiero analitico, a quella mente
analitica, e lì che c'è tutta la “spazzatura” quindi l'unico modo per andare
oltre questa sorta di barriera è quello di trasformare le onde cerebrali in quello
stato sincronico di fase Alfa, ovvero uno stato molto vicino al sonno, anzi
potete addormentarvi, senza neanche pensarci, il corpo scivola nel sonno…
Conosci il metodo di Vianna Stibal, il theta healing, in
che modo, secondo le tue conoscenze, la sua efficacia si avvale delle onde
cerebrali?
Sì, ne ho sentito parlare… Quando abbiamo dei programmi
inconsci più volte ripetuti, essi prendono sede nel cervello subconscio. Quello
che sto cercando di dire in realtà è che il corpo ha memorizzato quel comportamento
e quella reazione emozionale meglio della mente conscia e quando il corpo sa
meglio della mente è il corpo stesso che la dirige. A questo punto quindi noi
sottostiamo agli effetti derivanti dal corpo che controlla il cervello, il
nostro sentirci, il nostro feeling, controlla la sfera del pensiero e non
viceversa. Il 90% di chi siamo entro l'età di 35anni si trova nei programmi
subconsci.
Così una persona vuole cambiare e dice: «Bè, certo mi
piacerebbe far questo, essere così, vorrei essere felice…». Di fatto, però, è
il corpo che sta dirigendo tutto quanto, perché ha memorizzato la sofferenza,
giusto? Per rimanere in questo esempio, quindi si tratta di entrare nel sistema
operativo ed effettuare il cambiamento. E cosa vuol dire questo? Non si può comunque
farlo con la mente conscia, innanzitutto perché la mente conscia rappresenta il
10% della mente e, in secondo luogo, quando il programma è in funzione non
potete fermarlo con la mente conscia, sarebbe come se il vostro computer
impazzisse e voi cominciaste a urlargli. Non avrebbe nessun effetto, dovete
entrare nel sistema operativo.
Quando ci spostiamo dallo stato Beta allo stato Alfa
passiamo semplicemente dalla mente conscia alla mente subconscia, oltrepassiamo
quindi il muro della mente analitica, questo è un gran bel stato dell'essere
perché è lì che l'integrazione ha luogo. Ora se permettiamo a noi stessi di
continuare a rilassarci… Ora, ascolta bene le parole che uso, permettiamo al
corpo di incominciare a tormentarsi ma mantenendo la mente cosciente sveglia.
Adesso ci troviamo veramente su un terreno molto fertile, per questa ragione:
se il corpo è diventato la mente, e se quindi il servo è diventato il padrone,
sta guidando, dirigendo la mente. Se lasciamo che il corpo si addormenti e
manteniamo sveglia la mente conscia, non saresti d'accordo nel dire che non ci
sarebbe più nessun corpo-mente che oppone resistenza al cambiamento?
Abbiamo appena tolto il controllo a quella “cosa” che
aveva memorizzato queste tendenze, queste caratteristiche, questi tratti,
quindi il corpo non sta più opponendo resistenza perché è addormentato ed è
questo il punto in cui può accadere nel corpo un cambiamento istantaneo perché
se possiamo avere il pensiero come esperienza in questo stato, il corpo si
riorganizzerà non soltanto come architettura neurologica ma comincia
automaticamente a cambiare, quindi quella zona crepuscolare è molto sottile,
molto ristretta, se la mancate ritornerete a dormire in un sonno profondo.
Allora l'arte di essere capaci di scivolare in quella
porta, in quella zona, richiede molto tempo trascorso a imparare gli stadi
dello spostamento attraverso queste fasi, prestando attenzione a come ci si
sposta. I trascendentalisti negli Stati Uniti come Whitman e altri lo sapevano.
Si sedevano su una sedia con delle sfere di acciaio in mano e si concedevano di
entrare nello stato Alfa. Quando si spostavano nello stato Theta il corpo si
addormentava e quindi la sfera cadeva, e loro si addestravano a rimanere svegli
mentre il corpo si addormentava. Una volta che riuscite a far questo siete in
una zona in cui non siete più un corpo, il corpo non c'è più e in quello stato
siete completamente sgombri, liberi, potete fare delle cose straordinarie e il
corpo risponderà spontaneamente. Gli stati profondi nei soggetti ipnotizzabili,
sonnambuli, gli stati profondi dei soggetti che rispondono effettivamente
all'ipnosi, questi soggetti hanno una zona Theta estremamente definita, sono
molto programmabili in quello stato e questo è il motivo per cui manifestano
dei cambiamenti immediati e in breve tempo.
Quindi lo spazio Theta è proprio subito prima di
addormentarsi oppure subito prima di svegliarsi alla mattina…
Si scivola nello stato Theta in diversi momenti. Quando
si hanno dei sogni lucidi oppure ci si può sentir russare o cose del genere.
Allora la nostra coscienza è, per così dire, separata dalla densità del corpo.
Ciò che rende facile perdere questo stato, mancarlo, sta nel fatto che il
cortisolo e l'adrenalina, derivati dello stress, disintegrando il sistema
nervoso, richiudendo quel piccolo intervallo theta. Infatti è lo stato Alfa che
è cambiato, quindi il cervello non è più sincronizzato e dallo stato beta passa
direttamente e molto velocemente nel delta, ma non rimane molto a lungo in
questo stato delta perché il ciclo del riposo, e quindi della rigenerazione,
non permette mai alla persona di scendere profondamente in quello stato delta
per un autentico cambiamento. Gli schemi del sonno diventano disorientati, la
chimica del cervello cambia, i livelli di serotonina e melatonina mutano e
questa persona non riesce a dormire, a ristorarsi e se non riesce a ristorarsi
non può essere in salute.
Ecco perché quando si fanno dei pisolini (parasonnellini)
quando ci si siede e in 20 minuti ci si addormenta e ci si risveglia, poi ci
sentiamo fantastici, ci sentiamo benissimo. In questi sonnellini si passa
semplicemente da beta a alfa e poi a theta senza mai entrare veramente nel
delta profondo oppure si entra nello stato delta profondo ma si risale
immediatamente, ritornando attraverso tutti quegli stati perché magari non
eravamo neanche sdraiati ma quasi seduti, in un modo in cui l'effetto cascata
chimica del cervello alimenta i cambiamenti. Anche lavando i piatti, svolgendo
attività quotidiane a volte, succede che il cervello inizia a spostarsi nello
stato di trance alfa in sincronia di fase e se ci esercitiamo sempre di più con
tale stato, Theta avviene man mano sempre più accessibile per noi.
Quando sei guarito, chi è stato il guaritore, tu o
quell'ordine o intelligenza superiore - di cui parli nel tuo libro - oppure, per
dirla alla rovescia, pensi di essere tu quell'ordine o intelligenza elevata?
(Ridendo) no, no io non lo sono… siamo tutti connessi a
quell'ordine o intelligenza superiore, ma gli stati emozionali e le
caratteristiche abituali che noi memorizziamo in quanto identità, in quanto
ego, sono ciò che ci separa da quel flusso d'intelligenza, che di fatto ci
attraversa. Man mano che iniziamo a toglierci le maschere emozionali ecco che
tale intelligenza comincia a trapelare e a fluire attraverso di noi, e noi diventiamo
più simili ad essa, più amorevoli, più gioiosi, più ricchi d'ispirazione, più
creativi… Questi sono gli effetti collaterali. L'ho imparato nella mia
guarigione personale poiché ho voluto andare incontro a tale ordine supremo,
“creare spazio” per esso.
Mi ero rotto la schiena, potevo soltanto sedermi - al
massimo guardare la televisione - e porre attenzione al modo in cui pensavo. E
se credete che questa intelligenza-ordine sia reale, siete più avanti della
maggior parte delle persone, dato che è invisibile, non la si può sperimentare
con i sensi, quindi tendiamo a dimenticarcene. Io, però, avevo una preparazione
specifica nel campo della salute e quindi sapevo che c'è qualcosa che dà la
vita ed è risanante. Sapevo che potevo incontrarla, e che rabbia e paura
sarebbero state d'impedimento a quell'arrendermi, abbandonarmi affinché fosse
lei a compiere la guarigione. È a quel punto che ho notato dei cambiamenti nel
mio corpo e ho cominciato a dire waooo oggi mi sento meglio… Adesso so che è
stato quel potere, quell'intelligenza all'interno di ogni essere umano, ma
dobbiamo andarle incontro.
La nostra volontà deve combaciare con la sua, la nostra
mente con la sua mente e il nostro amore per la vita deve combaciare con il suo
amore per la vita, e quando ci sforziamo di contattarla, riusciamo a eliminare
i blocchi che ci impediscono di raggiungere quello stato elevato. Le situazioni
che creiamo nella nostra vita fisicamente, emotivamente e mentalmente
riguardano tutte l'essere in grado di imparare qualcosa e porci nuove domande.
Se vi alzate alla mattina, odiando la giornata che vi viene incontro,
convincendovi che niente va bene, colmi d'ingratitudine, ecco che creerete le
circostanze adatte a sentire esattamente quella sensazione d'infelicità, ancora
e ancora…
Nel tuo approccio sembra che l'essere e la personalità
coincidano. È così?
L'essere e la personalità abitualmente coincidono…
sebbene la mia esperienza mi dica che l'essere è semplicemente "l'io
sono" e non io sono sicuro o insicuro, buono o cattivo… Lo stato ultimo,
supremo della persona è "l'io sono", ma di solito l'essere viene
sempre congiunto a qualcosa ad esempio, io sono nella sofferenza e questo è uno
stato d'essere, l'io sono è definito come sofferente, insicuro, degno, indegno…
Tuttavia nello stato supremo, ultimo dell'io sono, non c'è niente di congiunto
ed è proprio lì che vogliamo arrivare, che stiamo cercando di arrivare.
Scienza e Conoscenza n. 73 - Luglio/Settembre 2020 —
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Autore: Joe Dispenza