martedì 17 settembre 2024

Densità etere definisce costante gravitazionale G


La densità di etere definisce il valore della costante gravitazionale G

Scienza e Fisica Quantistica  

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La costante gravitazionale G è una delle colonne portanti della fisica, eppure il suo valore esatto continua a essere oggetto di discussione tra gli scienziati. Nella sua originale interpretazione lo scienziato sloveno Amrti Sorli, considera lo spazio quadridimensionale, e la gravità legata alla densità variabile di un “etere” o “spazio superfluido”.

Francesca Lanza - 16/09/2024

Fonte Oltre la Fisica di Einstein

La costante gravitazionale G è una delle principali costanti della fisica. Nel corso della storia, sono state effettuate numerose misurazioni del suo valore e le differenze dei risultati ottenuti sono sempre state minime, tuttavia tali misurazioni lasciano aperta la questione su che cosa definisce e cosa potrebbe influenzare il valore della costante gravitazionale G. Alcuni ricercatori suggeriscono che il valore della costante gravitazionale cambi nel tempo e affermano che la causa di questi cambiamenti è il movimento della crosta interna della Terra. La loro interpretazione suscitò molto interesse e suscitò molte polemiche anni fa.

Il fatto per me più affascinante è interessante, è che il valore della costante gravitazionale G possa essere calcolato utilizzando la densità di energia dello spazio interstellare. Fondamentalmente, il valore della costante gravitazionale è determinato dalla densità di energia dello spazio interstellare. Il calcolo fu eseguito per la prima volta dal fisico tedesco Max Planck, che è anche il padre delle "unità di Planck", uno dei fondamenti della fisica quantistica.

Etere, spazio superfluido e gravità

Le costanti di Planck sono sempre state di grande ispirazione per me e anni fa ho iniziato a esplorare il loro significato più profondo nell’ambito della fisica. La ricerca ha dimostrato che la costante gravitazionale G è direttamente correlata alle costanti di Planck.

La densità energetica dello spazio secondo Planck non è quindi solo un valore teorico, ma esprime la densità concreta dello spazio cosmico, la cui specificità è che non è tridimensionale, come ci sembra, ma quadridimensionale. La quarta dimensione dello spazio non è il tempo, anche la quarta dimensione è spaziale. Lo spazio è un tipo di energia che ha quattro dimensioni. Oggi chiamiamo l'energia dello spazio “spazio superfluido”, ma non è nient’altro che ciò che alla fine del XIX secolo veniva chiamato “etere”. La densità energetica dell'etere è variabile, la più bassa al centro dei corpi celesti. La forza di gravità è la forza dell'etere nella direzione dalla densità di energia maggiore a quella di densità energetica minore, cioè in direzione del centro dei corpi celesti.

La costante gravitazionale

Isaac Newton aveva già pensato al fatto che la densità variabile dell'etere fosse portatrice di gravità. La sua idea è stata sviluppata estendendo il principio di uguaglianza di massa ed energia allo spazio; estensione che consente la descrizione della gravità come una forza che esiste nello spazio stesso ed è definita dalla densità energetica dello spazio. In questo modello, la costante gravitazionale è definita dalla densità energetica dell'energia dello spazio, l'etere, ed è la stessa in tutto l'universo. Il movimento della crosta interna della Terra non può influenzare la costante gravitazionale. Se ciò fosse possibile, allora la costante gravitazionale avrebbe valori diversi su tutti i possibili corpi celesti, il che significa che l'uso della costante gravitazionale come la conosciamo nei vari calcoli astronomici sarebbe inutile. Dal momento che le cose non stanno assolutamente così, con il valore esistente della costante gravitazionale calcoliamo le forze gravitazionali tra i pianeti del nostro sistema solare, tra i sistemi solari della nostra galassia e tra le galassie.

Il nostro gruppo di ricerca propone che il valore della costante gravitazionale venga misurato con gli stessi strumenti in diversi punti della superficie terrestre e sui satelliti in modo tale che lo stesso tipo di strumento sia posto in una camera dove non c'è aria e tutto le camere hanno la stessa temperatura. Ciò garantirà che le condizioni di tutte le misurazioni siano identiche. Ci aspettiamo che il valore della costante gravitazionale sia lo stesso in tutti gli esperimenti.

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La fisica meravigliosa dell'osservatore risvegliato

Amrit Srecko Sorli

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sabato 3 agosto 2024

Scienza e Pedagogia Quantistica

Alla scoperta dell’invisibile: Scienza e Pedagogia Quantistica

Scienza e Fisica Quantistica

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L’osservazione e la comprensione del mondo naturale sono da sempre al centro delle nostre aspirazioni scientifiche, ma le nuove scoperte continuano a dimostrarci che ciò che vediamo è solo una piccola parte della realtà che ci circonda. Che cos’è dunque la scienza?

Francesca Lanza - 01/08/2024

Massimo Teodorani, nel suo libro Atomo e particelle elementari mette in luce come si sia giunti a riconoscere l’esistenza di una componente invisibile che costituisce una parte più che significativa della realtà.

«Fino alla prima metà del Novecento si riteneva che la quasi totalità della massa dell’universo risiedesse nelle stelle e nelle galassie in cui esse sono contenute. Bastava monitorare l’universo con i telescopi, rilevare la luce dei corpi celesti e dedurre automaticamente

che solo ciò che emette luce è dotato di massa. Poi, proprio da un’attenta analisi delle osservazioni astronomiche ci si è accorti che le cose non stanno affatto in questi termini,

al punto tale che oggigiorno abbiamo un’accurata conferma che i corpi celesti luminosi rappresentano solo il 4% della massa dell’universo».

Che ne è del restante 96%? La maggior parte di ciò che è esistente, è composto da materia ed energia oscura, invisibili ai nostri occhi.

La rivoluzione di Vera Rubin

Negli anni ʼ70, l’astronoma americana Vera Rubin fece una scoperta rivoluzionaria. Studiando la rotazione delle stelle nelle galassie, Rubin osservò che le stelle più lontane dal centro delle galassie ruotavano a velocità anomale, superiori a quelle previste dalle leggi gravitazionali di Keplero e Newton.

Questa discrepanza non poteva essere spiegata se non ipotizzando l’esistenza di una massa non visibile che influenzava gravitazionalmente le stelle. Rubin estese questa osservazione agli ammassi di galassie, dimostrando che la materia visibile non era sufficiente a spiegare i fenomeni osservati. Così, la sua ricerca fornì una delle prime prove concrete dell'esistenza della materia oscura, una sostanza che non emette radiazioni elettromagnetiche e pertanto invisibile agli strumenti astronomici tradizionali ma che condiziona e influenza la manifestazione di tutto ciò che è visibile.

La conferma della materia oscura

L’importanza delle scoperte di Rubin è stata ulteriormente consolidata nel 2019, quando il cosmologo canadese James Peebles ha ricevuto il Premio Nobel per la Fisica per i suoi studi sulla Materia Oscura Fredda (Cold Dark Matter). Peebles ha dimostrato che la materia oscura è una componente dominante dell’universo, fondamentale per la formazione delle grandi strutture cosmiche, come le galassie e gli ammassi di galassie, e quindi anche per la nostra stessa esistenza.

Negli anni recenti, Peebles ha esteso le sue ricerche all’energia oscura, una forma di energia che costituisce i tre quarti dell’intera energia dell’universo e che non è né materia né radiazione. L’energia oscura, indicata con la lettera greca λ (lambda), rappresenta una delle sfide più grandi della fisica contemporanea, con centinaia di ricercatori in tutto il mondo impegnati a svelarne la natura.

La scienza dell’invisibile

La dimostrazione che la maggior parte dell’esistente è invisibile ha profonde implicazioni filosofiche e scientifiche. Come osservava Vittorio Marchi, l’umanità è stata per lungo tempo concentrata sull’osservazione della luce elettromagnetica e della materia ordinaria, tuttavia, la realtà osservabile è molto più vasta di quella che appare ai nostri occhi. Il nostro apparato visivo è limitato a percepire solo determinate lunghezze d’onda, lasciando il resto del cosmo nascosto.

Il fatto che la “realtà esistente” sia fatta per il 4% di massa visibile e per un sorprendente 96% di materia invisibile fa sì che non possiamo più considerare vero solo ciò che vediamo: esiste una dimensione nascosta che sfida la nostra comprensione  e  apre  nuove  frontiere  alla conoscenza umana. La scienza moderna deve trasformarsi in una scienza dell’invisibile, una scienza del risveglio capace di aprire  finestre  di  dialogo  con  quel  mondo invisibile che permea ogni cosa: l’universo  e  noi  stessi,  in  sintonia  con il principio di non dualità delle  antiche  filosofie  orientali,  che  da  sempre  ci  invitano  a  esplorare  l’infinito oltre il visibile.

Oggi, dunque, non è più la religione a farci sapere che Dio è in noi, ma pochi coraggiosi scienziati che si sono occupati e si stanno occupando dell’invisibile attraverso lo studio dell’energia in termini di frequenze e campi elettromagnetici, integrandoli nella realtà umana.

Pedagogia quantistica

É questo il fertile terreno su cui si muove la Pedagogia Quantistica di Daniela Cristina Napoletano ( www.lascienzadelrisveglio.ti) insegnante, pedagogista, autrice tra gli altri anche di Gli Algoritmi di Elia Tropeano. Ciò che può fare la scienza, è rendersi strumento di sostegno per l’uomo nel suo quotidiano. Accostata alla pedagogia può trasformarsi in quella scienza del risveglio, scienza della coscienza di cui hanno sempre parlato gli antichi saggi, uno strumento utile per aiutarci a scoprire davvero chi siamo, imparare a guardarsi da nuove prospettive oltre quelle limitate del nostro corpo fisico.

La pedagogia quantistica è dunque un nuovo paradigma che “educa a se stessi”, ossia aiuta a riconoscere la propria natura umana e divina allo stesso tempo per orientarsi ed allinearsi ad essa nel corso della vita quotidiana. Non si limita all’insegnamento tradizionale, ma incoraggia un approccio olistico all’apprendimento che parla e dialoga con ciò che è invisibile ovvero in primis con il nostro inconscio. Questo metodo riconosce che ogni individuo è un’entità complessa, interconnessa con l’universo in modi che la scienza sta solo iniziando a comprendere. Integra i principi della fisica quantistica, come l’interconnessione e l’indeterminatezza, nel processo educativo, promuovendo la consapevolezza che le nostre percezioni e i nostri pensieri influenzano la realtà che ci circonda.

Questa forma di educazione invita a esplorare le profondità del proprio essere, riconoscendo che la conoscenza di sé è fondamentale per comprendere il mondo esterno. Attraverso pratiche come la meditazione, l’auto-riflessione e l’esplorazione creativa, ognuno di noi può imparare a vedere oltre le apparenze superficiali e a cogliere le interconnessioni tra tutte le forme di vita.

Emozioni e intuizioni diventano strumenti di conoscenza non trascurabili.

In un'epoca in cui la scienza tradizionale si è spesso concentrata esclusivamente sulla ragione e sulla logica, questa nuova prospettiva riconosce che il cuore e la mente devono lavorare insieme per una comprensione completa della realtà.

Questa nuova rivoluzione nell'approccio educativo, invita ciascuno di noi a diventare esploratore dell’invisibile, a sviluppare una comprensione profonda e integrata di se stesso e dell'universo, e a vivere in armonia con le leggi fondamentali della natura. Come la scienza dell’invisibile, la pedagogia quantistica ci spinge a guardare oltre il visibile, a scoprire le infinite possibilità che ci circondano e a vivere con maggiore consapevolezza e pienezza.


L'atomo e le Particelle Elementari — Libro >> https://bit.ly/4fstMbJ

Dalla scienza degli antichi alle superstringhe di oggi - Manuale per studenti e ricercatori

Massimo Teodorani

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Gli Algoritmi di Elia Tropeano — Libro

Comunicare con l'inconscio

Daniela Cristina Napoletano

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lunedì 29 luglio 2024

Il Potere del Cervello Quantico


Il Potere del Cervello Quantico: svelare il potenziale umano con la fisica quantistica

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Alla convergenza tra la meraviglia della mente umana e le scoperte della fisica quantistica, si trova il concetto rivoluzionario del Cervello Quantico.

Francesca Lanza - 28/07/2024

Sembra proprio che, nonostante il limite di applicabilità al mondo microscopico, le leggi che governano la fisica quantistica influenzino anche il mondo macroscopico e che una profonda comprensione di questa nuova meccanica possa sbloccare un vasto potenziale di realizzazione personale.

Cervello quantico: di che cosa si tratta?

Alcuni scienziati e filosofi, come Roger Penrose e Stuart Hameroff, hanno ipotizzato che i processi quantistici possano essere alla base della coscienza umana. Secondo la loro teoria, la coscienza emergerebbe da fenomeni quantistici che si verificano nei microtubuli delle cellule cerebrali. Questa ipotesi, nota come “Orchestrated Objective Reduction” (Orch-OR), suggerisce che il cervello umano sfrutti le proprietà della meccanica quantistica per produrre consapevolezza.

Il primo a introdurre il concetto di cervello quantico in Italia è stato Sergio Audasso, che ha combinato idee di meccanica quantistica, neuroscienze e filosofia vedica nel suo Potenzia il tuo cervello quantico.

Audasso descrive il cervello quantico come una funzionalità elettrochimica ed elettromagnetica che è sia diversa che superiore ai normali processi biochimici presenti nelle attività neurali del cervello. Funzionalità superiore, ma interconnessa con l’intero sistema. Il cervello quantico funziona e si manifesta oltre i due sistemi, elettrochimico ed elettromagnetico, integrandoli entrambi. Per chiarire meglio, un segnale elettrochimico può estendersi per circa uno o due centimetri, mentre un segnale elettromagnetico può raggiungere distanze di migliaia di chilometri dalla sua origine, influenzando le membrane cellulari e il DNA. Utilizzando al meglio questi due sistemi, è possibile accedere alla legge quantistica di creazione della realtà.

La nostra connessione con il campo unificato

La fisica quantistica rivela un “campo unificato” che accomuna la natura deterministica e quantistica della realtà. Questo concetto di interconnessione olografica si riflette nel funzionamento del cervello, che si adatta armoniosamente alle leggi universali per manifestare il potenziale infinito che risiede in ciascun individuo. Viviamo in universo interamente connesso, dove tutto è armoniosamente correlato, ed è proprio questa unità, coerente al cambiamento in base alle informazioni ricevute, che ci permette di influenzare la realtà circostante con il nostro pensiero.

Il campo quantistico, non locale, informato, ove risiedono le informazioni, risponde sempre ai nostri intenti, ma lo fa in base alla forza di attrazione da essi espressa. È la nostra frequenza informazionale che permette al campo di rispondere in un modo oppure in un altro, di determinare o meno un risultato.

I pensieri, le emozioni e le azioni emettono vibrazioni che influenzano il campo informativo quantico. Tutto ciò che pensiamo, sentiamo, diciamo, facciamo, agisce come un boomerang che ritorna a noi portando con sé informazioni che hanno viaggiato nel campo informativo. Quando, a volte, non vediamo i nostri intenti realizzati, è a causa di una scarsa connessione a questo campo, dovuta a euristiche e archivi mnemonici conservativi che si riattivano a ostacolano l’accesso alla creazione di nuove possibilità, intrappolandoci in comportamenti automatici anziché lasciarci liberi di scegliere come vorremmo.

Conoscere questi schemi ed evitarli, smascherare le scorciatoie cognitive, allineare il nostro intendo alle frequenze mentali ed emotive, apre la strada a una realtà più consona ai nostri intenti più profondi.

Il collasso dell'onda quantica e il potere della mente

Ciò che accade quando una possibilità potenziale si manifesta come realtà concreta nella nostra esperienza, è chiamato in fisica collasso d’onda quantica.

Le nostre esperienze mentali ed emotive, elaborate attraverso processi quantistici nel cervello, influenzano il campo quantico universale. Questo processo determina quale possibilità potenziale si manifesta come realtà concreta nella nostra esperienza. Comprendere e gestire consapevolmente questo processo può consentirci di ampliare il nostro potenziale creativo e decisionale, liberandoci da automatismi e modelli mentali limitanti.

Sintetizzando il processo di manifestazione, possiamo dire che avviene in questo modo:

·     Stimolo: riceviamo uno stimolo dall’ambiente, come un evento o una percezione.

·     Integrazione: il nostro cervello elabora lo stimolo attraverso i processi euristiche e memorie mnemoniche.

·     Interpretazione: interpretiamo lo stimolo in base ai nostri modelli mentali, esperienze passate e credenze.

·     Sensazione: lo stimolo suscita una risposta emotiva o sensoriale in noi.

·     Invio al campo quantico dell’informazione: la frequenza vibrazionale della nostra risposta emotiva e mentale entra in contatto con il campo quantico universale e torna indietro.

Ed è qui, in questo istante, abbiamo la capacità di cambiare il futuro!

In quest’istante siamo nella decisone, nella scelta. È qui che possiamo interrompere lo schema. Se manteniamo gli stessi modelli mentali e reagiamo in modo automatico, scegliendo la stessa risposta, ma se interveniamo consapevolmente nel processo di interpretazione, emozione e risposta, possiamo cambiare la nostra percezione e dirigere il collasso dell’onda quantica verso risultati desiderati.

Come attivare il cervello quantico

Per raggiungere i nostri obiettivi, è essenziale seguire un percorso interiore che unisce mente e cuore, intenzione e azione. Sergio Audasso ci insegna che ci sono quattro chiavi fondamentali per attivare il potenziale del cervello quantico nella manifestazione dei nostri desideri: intento, mente subconscia, coerenza, fede.

Prima di tutto, c’è la formulazione dell’intento, chiaro e definito. Senza un obiettivo ben definito, il nostro cammino non ha una direzione precisa. L’intento è come il faro che guida la nostra energia e concentrazione verso ciò che vogliamo realizzare nella nostra vita.

Il secondo passo cruciale è dialogare con la mente subcosciente. Questo strato profondo della nostra mente custodisce le nostre credenze, esperienze passate e modelli mentali, ed è qui che risiedono le barriere invisibili che possono ostacolare il nostro progresso. Per superare queste barriere, dobbiamo lavorare consapevolmente con la mente subcosciente, rielaborando e riorientando i suoi contenuti per allinearli con il nostro intento.

Un ulteriore elemento fondamentale è l’allineamento dei nostri pensieri, emozioni e azioni verso il nostro obiettivo. Questa sincronia crea un flusso di energia potente che amplifica il nostro potenziale creativo, creando quella coerenza che permette di affrontare le sfide con determinazione e mantenendo sempre chiara la visione del futuro che desideriamo.

Infine, la piena fiducia, la fede, è il catalizzatore finale. La fede è la convinzione interiore che il nostro intento e i nostri sforzi stiano già portando alla realizzazione dei nostri desideri, anche se non li percepiamo ancora fisicamente. È un atteggiamento che va oltre la mera speranza o l’aspettativa passiva; è piuttosto una certezza interiore che si basa sulla fiducia nel potere della mente umana di influenzare la realtà.

Integrando l’intento chiaro, il dialogo con la mente subcosciente, la coerenza e la fede, possiamo attivare pienamente il potenziale del cervello quantico nella nostra vita. Questo approccio non solo ci aiuta a raggiungere i nostri obiettivi personali e professionali, ma ci permette anche di vivere in armonia con il nostro scopo più elevato e di contribuire positivamente al mondo che ci circonda. Attraverso la comprensione di queste dinamiche, possiamo liberare l'infinito potenziale interiore e creare la realtà che desideriamo manifestare.

Non ci resta che attivarci al cambiamento!

La Forza del Cervello Quantico — Libro >> https://bit.ly/3ELvwfW

L'incredibile scienza di come la tua mente crea la tua realtà

Dawson Church

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