Nutrizione Ayurvedica
Manuale per un'alimentazione equilibrata e sana
di Swami Joythimayananda
Nutrirsi è un’offerta all’anima.
L’anima sostiene il nostro essere.
Meglio dire nutrire invece che mangiare.
Sapete perché ci nutriamo? Come ci nutriamo? Di che cosa
ci nutriamo?
Il cibo con cui ci nutriamo diventa parte di noi.
Qualunque cosa sia assimilata ha un effetto sottile sulla salute del nostro
organismo. Per avere un corpo sano ed una mente calma, abbiamo bisogno di
nutrirla in modo sano (Sattva).
In questa grande opera, il maestro Swami Joythimayananda,
ci presenta i risultati di oltre 30 anni di studi e pratica sulla dieta
ayurvedica. Questo manuale raccoglie tutte le informazioni fondamentali per
seguire un’alimentazione ayurvedica:
introduzione
all’ayurveda
i principi e la
costituzione individuale
l’alimentazione
secondo le stagioni
i consigli
sulla giornata ayurvedica
il cibo e i
cinque elementi
gli otto
fattori per un corretto regime alimentare
le regole per
una corretta nutrizione
l’incompatibilità degli alimenti
la dieta
vegetariana
la digestione fisiologica
l’alimentazione
ayurvedica nei bambini.
Il libro contiene anche moltissime tabelle degli alimenti
con le loro caratteristiche ayurvediche e le azioni che svolge sull’organismo
umano (e l’influenza sui dosha).
Leggendo queste pagine otteniamo tutte le informazioni
necessarie per equilibrare con la dieta ayurvedica la nostra salute in base
alla nostra costituzione individuale di appartenenza.
Leggi in anteprima l'introduzione del libro di Swami
Joythimayananda e scopri come migliorare la tua salute seguendo
un'alimentazione bilanciata
Introduzione - Estratto dal libro "Nutrizione
Ayurvedica"
Perché ci
nutriamo?
Come ci
nutriamo?
Con cosa ci
nutriamo?
Quanto ci
nutriamo?
Chi siamo?
Cosa dobbiamo
fare?
L’alimentazione è uno dei più rispettabili e importanti
fattori di equilibrio della nostra persona. Non siamo composti solamente da una
struttura fisica (il corpo), ma anche dalla mente e dall’anima.
La nostra via è quella della ricerca dell’armonia globale
della persona, e per questo è importante ricordare che dobbiamo considerare
l’individuo nel suo aspetto integrale.
L’Ayurveda approfondisce l’analisi dell’alimentazione
attraverso la conoscenza degli elementi, dei gusti, dell’energia, delle qualità
e dei loro effetti sul corpo, sulla mente e sullo spirito, in rapporto
all’azione specifica di ciò che introduciamo nel nostro organismo.
L’alimentazione influenza in modo positivo o negativo la
nostra salute. Il cibo che ingeriamo assume tre forme:
grossolana:
forma gli escrementi;
intermedia:
forma la massa corporea;
sottile: nutre
la mente e l’anima.
Perché ci nutriamo?
Prima di tutto dobbiamo comprendere perché mangiamo. È
meglio dire “nutrire” rispetto a mangiare, ancora meglio è dire “offrire”.
Offrire all’anima che sostiene il corpo e la mente. Il cibo dev’essere trattato
con rispetto e amore, ma oggi possiamo vedere come in realtà esso non venga
curato e rispettato.
La buona salute dipende da una nutrizione bilanciata, una
corretta digestione, una buona assimilazione e una regolare eliminazione. Tutto
dipende dalle capacità del nostro sistema digestivo, che necessita a sua volta
di un’alimentazione sana.
Per esempio, se la nostra capacità digestiva è debole
dobbiamo fortificarla; per questo specifico scopo, nella medicina ayurvedica
utilizziamo le spezie, ricche dell’elemento Fuoco (avremo modo di dettagliare
meglio le dinamiche che riguardano le fasi di assimilazione dei cibi).
Come ci nutriamo?
Nell’alimentazione ayurvedica è fondamentale sapere bene
come preparare un pasto e come assumerlo secondo le nostre specifiche esigenze.
Il processo di trasformazione dei cibi è un metodo alchemico e molto antico che
fonda le sue radici nella saggezza umana.
Uno dei princìpi basilari è come utilizzare le sostanze
dei cibi in modo bilanciato secondo la presenza delle qualità dei cinque
elementi (Spazio, Aria, Fuoco, Acqua, Terra); un altro principio è saper
purificare il cibo dalle proprietà dannose attraverso l’utilizzo di elementi
(spezie, alimenti…) che in Ayurveda assumono il ruolo di veri e propri
“antidoti”.
Il preparato dovrà poi contenere i nutrienti di cui
l’organismo necessita. I cibi miscelati e così preparati saranno in questo modo
compatibili, favorevoli e digeribili. Un piatto deve essere di qualità pura
(sattvica), leggero, saporito e ben assimilabile.
In Ayurveda il cibo è considerato sacro, ed è perciò
rispettato recitando una preghiera, e assunto con calma e gioia.
Un principio fondamentale da rispettare consiste nel
consumare ogni pasto in modo regolare.
La nostra dieta può interferire con le nostre emozioni e
può predisporci a problemi sia psicologici che fisici. Il cibo può essere la
fonte del nostro benessere come dei nostri mali. Ugualmente, le nostre emozioni
negative possono influenzare la digestione. A chi non è mai capitato di
digerire male o di non digerire completamente perché in preda alla rabbia o a
forti dispiaceri?
Dovremmo abituarci a considerare anche le qualità
spirituali del nostro cibo. Attraverso la purificazione e la valorizzazione
della mente possiamo trasformare il nostro cibo in funzione di uno scopo
spirituale.
Una mente positiva può rendere piacevole anche una
sensazione di disgusto derivante da un alimento sgradito. Se consacreremo il
cibo con motivazioni spirituali, esso diventerà non solo il corretto nutrimento
del nostro corpo, ma anche una cura per la nostra anima.
Solo se ci impegneremo concretamente riusciremo a rendere
il cibo capace di stimolare i nostri processi mentali e di arricchire quindi la
nostra attitudine spirituale. Il cibo sarà in grado allora di pacificare la
nostra mente, anziché appesantirla e disturbarla.
Con cosa ci nutriamo?
Che cibo dobbiamo assumere? Sarebbe meglio scegliere i
cibi con qualità pura (sattvica), cioè fresca, nutriente ed equilibrata,
valutando la disponibilità stagionale, le differenti varietà e la salubrità
degli stessi. Secondo la classificazione della medicina moderna il nutrimento
derivato dal cibo è composto da proteine, grassi, carboidrati, vitamine,
minerali e acqua.
Dopo la digestione, il cibo viene scomposto in
aminoacidi, acidi grassi e zuccheri. Queste strutture molecolari di base sono
classificate in Ayurveda nelle categorie dei Tridosha: Vata, Pita e Kapa, o
Mahabhuta (elementi): Terra, Acqua, Fuoco, Aria e Spazio. Noi siamo composti da
esse e ci relazioniamo e interagiamo con tutto ciò che ci circonda (esseri
viventi e non) attraverso questa natura intrinseca del creato.
Una volta che questi cinque elementi di base, costituenti
anche del cibo, hanno fatto ingresso nel nostro organismo, sono digeriti dai
loro rispettivi enzimi (Agni) e, dopo essere stati assimilati, vengono
convertiti nei vari tessuti (Dathu).
Quanto ci nutriamo?
Durante ogni pasto bisogna assumere il cibo in piccole
quantità e secondo queste proporzioni:
½ cibo solido;
¼ liquido;
¼ spazio vuoto.
Un antico detto indiano si esprime in questo modo:
Chi mangia una volta al giorno diventa uno Yogi (persona
che gode dello spirituale),
chi mangia due volte al giorno diventa un Boghi (persona
che gode del materiale),
chi mangia tre volte al giorno diventa un Roghi (persona
che soffre di una malattia).
Chi siamo?
L’alimentazione è importante per capire chi siamo e cosa
dobbiamo realizzare nella vita. Secondo l’Ayurveda possiamo classificare
l’individuo in tre tipologie: Vata, Pita, Kapa, ossia, nella teoria dei
Tridosha, le tre energie che governano il corpo grossolano o strutturale e sottile
o energetico, cioè funzionale.
Queste tre forze variano proporzionalmente in ogni
individuo, causando la sua natura intrinseca e creando le infinite diversità
che caratterizzano il soggetto umano. I Dosha nascono quindi dall’equilibrio
dei cinque elementi.
Il cibo che assumiamo influenza l’equilibrio dei Tridosha
in maniera positiva o negativa. Un individuo dovrebbe quindi comprendere la
propria dominanza dei Tridosha, cioè la propria costituzione individuale.
Una volta individuata la dominanza, è in grado di
approfondire quali meccanismi mettere in atto per mantenere un funzionamento
ottimale e armonico della sua persona (se il funzionamento è anormale può
essere corretto attraverso adeguata alimentazione e altre idonee terapie di
riequilibrio/cura).
Cosa dobbiamo fare?
Ogni individuo dovrebbe comprendere il proprio dovere
nella vita, chiarire lo scopo finale e agire adattando lo scopo temporale.
L’alimentazione è uno strumento da utilizzare saggiamente per raggiungere lo
scopo finale.
Per equilibrare il funzionamento del nostro corpo, della
nostra mente e della nostra anima dobbiamo curare attentamente l’alimentazione,
che dev’essere bilanciata sia qualitativamente sia quantitativamente e, nello
stesso tempo, dev’essere adatta a ciascun individuo secondo la propria
costituzione. Contemporaneamente, dobbiamo curare la corretta combinazione
degli alimenti e la loro preparazione.
Leggi in anteprima un estratto dal primo capitolo del
libro di Swami Joythimayananda e scopri quali sono i principi base della
medicina ayurvedica
Ayurveda, la conoscenza della vita - Estratto dal libro
"Nutrizione Ayurvedica"
Cos’è l’Ayurveda?
Saggezza, scienza, arte, filosofia e vita. L’Ayurveda è
tutto questo. I suoi principi si basano sui cinque elementi e sui Tridosha, di
cui è composto ogni organismo in proporzioni e configurazioni diverse. A questa
teoria sono sottoposti tutti i regni della natura.
L’Ayurveda è un grande dono dell’India al mondo. Non si
tratta solo di una scienza medica, poiché racchiude in sé tutto: è un sistema
di vita. Tale conoscenza è stata generata da una grande esperienza e dalla
ricerca della Verità da parte dei grandi Rishi (saggi o osservatori).
L’Ayurveda è il sistema medico più antico e risale ad
almeno 5000 anni fa, tramandato da maestro ad allievo oralmente (le
testimonianze contenute nei testi ayurvedici hanno circa 3500 anni).
Il termine “ayurveda” deriva da veda, cioè “conoscenza”,
e da ayu, cioè “vita”, quindi Ayurveda significa “conoscenza della vita” o
meglio ancora “arte del buon vivere”.
L’Ayurveda, da sempre, dà molta importanza al corretto
stile di vita, dettando princìpi guida per la prevenzione delle malattie e per
il mantenimento del benessere psicofisico della persona. Particolarmente
importanti sono le terapie di purificazione/guarigione (Dinacharya,
Panchakarma…), di ringiovanimento (Rasayana) e i principi sull’alimentazione
(Ahar) che supportano la persona nella propria quotidianità in un percorso di
autopreservazione e cura.
L’Ayurveda considera inoltre fondamentale l’utilizzo di
preparati e rimedi naturali per la salute.
L’antico studio delle scienze naturali che è giunto fino
a noi si basa sul postulato che non c’è nulla in natura che non possa essere
utilizzato come rimedio, purché se ne conoscano profondamente le proprietà e se
ne faccia un uso appropriato.
Questa sapienza risale a diversi secoli prima di Cristo e
racchiude in sé le ricerche, le osservazioni, le formule e i metodi che
portarono la cultura popolare indiana a divenire scienza.
In Oriente, come in Occidente, nei sistemi terapeutici
tradizionali e naturali le piante sono sempre state il primo rimedio: in
particolare l’Ayurveda attua complessi e specifici procedimenti che rendono
ogni rimedio una speciale preparazione con caratteristiche uniche per
altrettante necessità/problematiche.
L’Ayurveda ha il suo sviluppo anche nelle branche più
classiche della medicina, quali:
Medicina
interna (Kayachikitsa);
Psichiatria
(Budhi Vidya);
Tossicologia
(Agada Tantra);
Ginecologia
(Stri Roga);
Pediatria (Bala
Vidya);
Chirurgia
(Shalya Tantra);
Otorinolaringoiatria (Salakya Tantra);
Geriatria
(Rasayana);
Fertilità
(Vajikarna).
Lungi dall’essere estranea al mondo contemporaneo,
l’Ayurveda è oggi più necessaria che mai; essa non appartiene all’Oriente o
all’Occidente, all’antichità o ai tempi moderni, ma è tutt’uno con la vita, è
un patrimonio di tutti gli esseri umani, a cui attingere liberamente
adattandola, di volta in volta, alle esigenze di ciascun individuo.
Lo scopo dell'Ayurveda
Lo scopo finale dell’Ayurveda e della vita di ciascuno è
la liberazione dell’anima, mentre lo scopo temporale è mantenere la salute e la
felicità con armonia. La felicità è uno stato di distacco, mentre la salute è
armonia psicofisica e contentezza.
Una persona che riesce a soddisfare i suoi desideri prova
contentezza; questa, insieme alla serenità, fa accedere alla gioia interiore;
la gioia con distacco porta a uno stato di felicità. Nel tempo, la felicità si
trasforma in beatitudine, che è l’ultimo gradino della scala.
La soddisfazione dei desideri porta a effetti diversi su
ognuno di noi, secondo lo stato della nostra anima.
Qualcuno potrà godere o provare piacere, c’è chi sarà
contento, chi gioioso, altri proveranno felicità e certi addirittura
sperimenteranno la beatitudine.
Sia lo scopo finale sia quello temporale si ottengono
vivendo una vita in cui seguire e praticare:
Dharma = virtù;
Artha = giusta
comprensione di se stessi e dell’ambiente che ci circonda;
Kama =
soddisfazione dei desideri sinceri facendo in modo di non ferire gli altri;
Moksha =
liberazione finale.
La filosofia della vita dell'universo (Prapanja tatwam)
La medicina ayurvedica è una disciplina antica contenuta
nell’Artva Veda (uno dei quattro testi antichi della tradizione vedica), e
trasmette la conoscenza della vita sulla base della filosofia Samkya, una delle
sei filosofie indiane (Yoga, Samkya, Vedanta, Niyaya, Vaishesika, Mimamsa).
In Ayurveda la filosofia Samkya è essenziale per
esprimere la vita dell’universo. Essa si fonda su un confronto tra l’esistenza
eterna (Purusha) e quella mutevole (Prakruti). L’origine dell’uomo è Purusha e
la sua vita mutevole è Prakruti. L’ obiettivo dell’uomo è liberarsi dalla
Prakruti e divenire Purusha (libero).
La filosofia Samkya comprende venticinque princìpi,
quali:
esistenza
eterna (Purusha);
esistenza
mutevole (Prakruti);
intelletto
cosmico (Mahat);
ego cosmico
(Ahamkar);
mente (Mana);
cinque sensi
percettivi (Tanmatra);
cinque organi
dei sensi percettivi (Janendriya);
cinque organi
di motori (Karmendriya);
cinque elementi
(Mahabhuta).
Il Purusha è onnipresente, eterno e sostiene tutto,
mentre Prakruti è evoluzione dell’intero universo con tre qualità costitutive
chiamate Triguna, tre stati della coscienza o ego: coscienza pura, chiamata
Sattva; coscienza dinamica, detta Rajas; coscienza passiva, chiamata Tamas.
Inoltre, l’Ayurveda applica la filosofia del
Nyaya-Vaisesika, in particolare riguardo alla preparazione degli alimenti e dei
medicamenti attraverso i princìpi dei Dravya-Guna-Karma
I principi dell'Ayurveda
I cinque elementi
L’Ayurveda si basa sulla teoria dei cinque elementi, che
sono Spazio – Aria – Fuoco – Acqua – Terra, dai quali è formato ogni organismo,
ovviamente in proporzioni diverse. Questi elementi compongono anche il nostro
corpo, il mondo e l’intero universo; essi sono vibrazione sottile e contengono
proprietà quali energia, gusto, qualità e azione. Quando la loro energia non
può scorrere liberamente, a causa di un problema energetico, mentale o fisico,
si crea uno squilibrio, che alla fine diventa malattia.
I cinque elementi che sono all’origine della creazione
fisica si combinano tra di loro per generare tutti i processi che avvengono
nella fisiologia umana. Le tre funzioni basilari sono rappresentate dai
Tridosha. In ogni Dosha c’è la prevalenza di certi elementi rispetto agli
altri:
Vata è il
principio che governa il movimento; ha la predominanza degli elementi Spazio e
Aria;
Pita è il
principio che governa il metabolismo; ha la predominanza degli elementi Fuoco e
Acqua;
Kapa è il
principio che governa la coesione e crea la struttura del corpo; ha la
predominanza degli elementi Acqua e Terra.
I Tridosha
Uno dei concetti più importanti dell’Ayurveda è quello
dei Tridosha (Vata, Pita e Kapa). Essi devono essere presi in considerazione
nel determinare la costituzione individuale, l’origine delle malattie, i
trattamenti, i metodi per mantenere la buona salute, la routine giornaliera e
stagionale, le terapie di purificazione (Panchakarma), le terapie di
tonificazione, il massaggio, il tipo di esercizio fisico, la dieta ecc. Quindi
è molto importante comprendere questo concetto.
In sintesi:
Vata:
movimento, che governa il sistema nervoso, circolatorio, respiratorio ed
escretorio;
Pita: calore,
che governa il sistema digestivo ed endocrino e il metabolismo;
Kapa: unione,
che governa la struttura e il sistema immunitario.
L’ideale sarebbe che queste tre forze fossero il più
possibile in equilibrio tra loro, mantenendo una certa dominanza di una delle
tre rispetto alle altre. Tale predominanza determina la formazione di una
tipica struttura del corpo, del carattere, dei tessuti ecc.
La prevalenza degli elementi in ogni singolo Dosha
comporta le sue qualità.
Vata, composto
principalmente di Spazio e Aria, è secco, leggero, ruvido, mobile, freddo,
sottile e permeante.
Pita, composto
di Fuoco e Acqua, è caldo, acuto, liquido, di odore sgradevole, leggermente
untuoso, acido e piccante.
Kapa, composto
di Acqua e Terra, è freddo, denso, lento, stabile, viscoso, pesante, liscio,
soffice e appiccicoso.
Conoscendo la composizione e le qualità dei Dosha risulta
abbastanza facile correlarli con il cibo e lo stile di vita. Il principio da
applicare è quello per cui i cibi e i comportamenti che hanno le stesse qualità
di un Dosha aumentano quel Dosha in particolare, mentre le sostanze e lo stile
di vita che hanno qualità contrarie a un certo Dosha lo fanno diminuire.
Per esempio, essendo Spazio e Aria gli elementi
predominanti nel Dosha Vata, esso verrà aumentato dal consumo di cibi come i
cavoli e i legumi, che tendono a produrre aria, ma anche da uno stato di
agitazione prodotto dallo stress e dall’irregolarità nello stile di vita. Verrà
invece diminuito dai cibi pesanti, untuosi e acquosi, e anche da uno stile di
vita regolare e tranquillo.
L’Ayurveda considera importante la forte dominanza di un
Dosha sugli altri perché con il tempo può sfociare in uno squilibrio ed,
eventualmente, un disturbo o malattia.
Funzione dei Dosha
Vata significa letteralmente “movimento”. Questo Dosha
governa ogni tipo di movimento nel corpo, quindi le attività come la
respirazione, il passaggio del cibo lungo il tratto intestinale, la
circolazione dei vari fluidi, l’escrezione dei materiali di rifiuto, lo
scorrere degli impulsi nel sistema nervoso.
Secondo i testi classici dell’Ayurveda, l’eccesso di Vata
nel corpo provoca l’insorgere di ottanta tipi di malattia fra cui: artrite,
stitichezza, insonnia, ansia, depressione, paralisi ecc.
Pita, il cui significato è “ciò che scalda, cuoce o
digerisce”, governa tutte le funzioni metaboliche che avvengono nel corpo: la
digestione del cibo, la sensazione di fame e di sete, la vista, la temperatura
corporea, le funzioni intellettuali (nel senso della capacità di digerire le
idee), il colore della pelle ecc.
Vi sono quaranta tipi di malattie causate dallo
squilibrio di Pita, fra cui itterizia, eruzioni cutanee, infezioni delle vie
urinarie, febbre, acidità, ulcere gastriche e duodenali ecc.
Kapa, il cui significato letterale è “coesione o ciò che
tiene insieme le cose”, è responsabile della creazione e del mantenimento della
struttura corporea. Tiene insieme i vari tessuti per dare sostegno al corpo.
Le parti solide del corpo e i tessuti sono in gran parte
dovute a Kapa Dosha. Esso è anche responsabile di emozioni come l’amore, la
pazienza e la clemenza. Le malattie causate dallo squilibrio di Kapa sono di
venti tipi, fra esse: nausea, anoressia, digestione debole, tosse, congestione
del petto, difficoltà respiratorie, obesità ecc.
Nel normale funzionamento del corpo i Dosha devono essere
presenti in uno stato di equilibrio, che si stabilisce quando essi sono
presenti in quantità normale; mentre in uno stato di squilibrio, i Dosha
possono essere presenti nel corpo in eccesso o carenza. Lo stato di eccesso
avviene quando essi sono presenti in quantità maggiore del normale; lo stato di
carenza avviene quando sono presenti in quantità insufficiente.
Di solito giovani e adulti hanno un eccesso di Dosha;
numerose malattie sono proprio causate dall’accrescimento di questo eccesso. La
diminuzione dei Dosha invece è di solito presente negli anziani; ciò non causa
disturbi gravi, anche se determina comunque una diminuzione della funzione
naturale di quel Dosha.
Quando un Dosha è in eccesso, si aggrava, e uscendo dalla
propria sede ne invade un’altra, disturbandone il sistema e bloccando l’azione
degli altri Tridosha. Il medico esperto sa riconoscere questo particolare stato
e riequilibra il Dosha riportandolo nella propria sede naturale, liberando
quindi i Dosha bloccati attraverso cure e trattamenti appropriati. Dosha,
tessuti ed escreti sono i costituenti del corpo umano, quindi sono i fattori
basilari per il mantenimento della buona salute.
Fra questi tre costituenti, i Dosha sono il fattore più
importante perché, direttamente o indirettamente, sono responsabili
dell’equilibrio dei tessuti e degli escreti (Dhatu e Mala). Quando i Tridosha
sono in equilibrio, di conseguenza anche i tessuti e gli escreti sono tali. Se
un disturbo è causato dall’aumento o dalla carenza di tessuti ed escreti,
all’origine c’è uno squilibrio dei Dosha, che sono sempre i fattori patogeni di
base.
È importante notare che nella società odierna la maggior
parte delle attività e lo stile di vita condotto dalle persone tendono sempre a
squilibrare principalmente Vata.
Dei Tridosha, Vata è il più importante perché muove e
controlla le funzioni degli altri due Dosha, i tessuti e gli escreti.
I Subdosha
Ciascuno dei tre Dosha è suddiviso in cinque Subdosha,
che si trovano più presenti in luoghi specifici del corpo e presiedono a
determinate funzioni, come illustrato nelle pagine successive. Conoscendo
queste cinque classificazioni dei Subdosha è più facile determinare la causa di
una malattia e scegliere quindi la cura e il trattamento più adatti.
Indice
Ringraziamento
Prefazione
Nutrirsi
Italia, la mia casa
Un minuto con me stesso
Introduzione
CAPITOLO 1 - AYURVEDA, LA CONOSCENZA DELLA VITA
Ayurveda, la
conoscenza della vita
Lo scopo
dell’Ayurveda
La filosofia
della vita dell’universo (Prapanja tatwam)
I princìpi
dell’Ayurveda
La costituzione
individuale (Prakruti)
Squilibrio dei
Dosha (Vikurti)
CAPITOLO 2 - IL REGIME GIORNALIERO (DINACHARYA)
Il regime
giornaliero (Dinacharya)
Regole per il
regime notturno (Ratricharya)
Il regime delle
stagioni (Rutucharya)
Il regime
annuale (Uttrayana e Daxidayana)
La mia vita
quotidiana
CAPITOLO 3 - MATERIA E SOSTANZE
Studio della
materia fisica (Padartha Vignan)
Le sostanze e
le loro proprietà (Dravya Guna Karma Vignan)
Le cinque
azioni fisiologiche delle sostanze (Rasa Panchaka)
CAPITOLO 4 - NUTRIRSI SECONDO L’AYURVEDA
La terra e il cielo sostengono il cibo
Il cibo e i
cinque elementi
Alimentazione
ed emozioni
Otto fattori
per un corretto regime alimentare (Ashta Ahara Vidhi)
Regole per una
corretta nutrizione (Vidhana Vidhi)
Incompatibilità
degli alimenti (Viruddhashana)
La dieta
vegetariana
Cibi per i
Tridosha
Triguna e cibo
CAPITOLO 5 - LA DIGESTIONE FISIOLOGICA
La digestione
fisiologica (Ahar Pachana)
Digestione
grossolana (Sthula Pachana)
Digestione
sottile (Sookshma Pachana)
CAPITOLO 6 - AYURVEDA E ALIMENTAZIONE NELL’INFANZIA
Ayurveda e
alimentazione nell’infanzia
Costituzione
fisica (Prakruti) dei bambini
Dinacharya
nell’infanzia
Educazione
alimentare durante gestazione, allattamento e svezzamento
Alimentazione
dei bambini
Indicazioni
alimentari
CAPITOLO 7 - GLI ALIMENTI
Proprietà degli
alimenti
Tabelle degli
alimenti
I cibi liquidi
Le spezie,
rimedi in cucina
Ricette per la
cucina ayurvedica
Alcune
preparazioni
CAPITOLO 8 - IL DIGIUNO
Il digiuno
Che cos'è il
digiuno
Come digiunare
Fisiologia del
digiuno
Parole del
digiuno
APPENDICE
Ashram
Joytinat®
Terapia
naturale
I prodotti
ayurvedici
Biografia del
maestro Vaidya Swami Joythimayananda
Bibliografia
Bibliografia
del maestro
Nutrizione Ayurvedica - Libro >> http://goo.gl/BLyD8T
Manuale per un'alimentazione equilibrata e sana
Swami Joythimayananda