lunedì 23 maggio 2016

Nutrizione Ayurvedica




Nutrizione Ayurvedica

Manuale per un'alimentazione equilibrata e sana

di Swami Joythimayananda



Nutrirsi è un’offerta all’anima.
L’anima sostiene il nostro essere.
Meglio dire nutrire invece che mangiare.

Sapete perché ci nutriamo? Come ci nutriamo? Di che cosa ci nutriamo?

Il cibo con cui ci nutriamo diventa parte di noi. Qualunque cosa sia assimilata ha un effetto sottile sulla salute del nostro organismo. Per avere un corpo sano ed una mente calma, abbiamo bisogno di nutrirla in modo sano (Sattva).

In questa grande opera, il maestro Swami Joythimayananda, ci presenta i risultati di oltre 30 anni di studi e pratica sulla dieta ayurvedica. Questo manuale raccoglie tutte le informazioni fondamentali per seguire un’alimentazione ayurvedica:

    introduzione all’ayurveda
    i principi e la costituzione individuale
    l’alimentazione secondo le stagioni
    i consigli sulla giornata ayurvedica
    il cibo e i cinque elementi
    gli otto fattori per un corretto regime alimentare
    le regole per una corretta nutrizione
    l’incompatibilità degli alimenti
    la dieta vegetariana
    la digestione fisiologica
    l’alimentazione ayurvedica nei bambini.

Il libro contiene anche moltissime tabelle degli alimenti con le loro caratteristiche ayurvediche e le azioni che svolge sull’organismo umano (e l’influenza sui dosha).
Leggendo queste pagine otteniamo tutte le informazioni necessarie per equilibrare con la dieta ayurvedica la nostra salute in base alla nostra costituzione individuale di appartenenza.


Leggi in anteprima l'introduzione del libro di Swami Joythimayananda e scopri come migliorare la tua salute seguendo un'alimentazione bilanciata

Introduzione - Estratto dal libro "Nutrizione Ayurvedica"

    Perché ci nutriamo?
    Come ci nutriamo?
    Con cosa ci nutriamo?
    Quanto ci nutriamo?
    Chi siamo?
    Cosa dobbiamo fare?

L’alimentazione è uno dei più rispettabili e importanti fattori di equilibrio della nostra persona. Non siamo composti solamente da una struttura fisica (il corpo), ma anche dalla mente e dall’anima.

La nostra via è quella della ricerca dell’armonia globale della persona, e per questo è importante ricordare che dobbiamo considerare l’individuo nel suo aspetto integrale.

L’Ayurveda approfondisce l’analisi dell’alimentazione attraverso la conoscenza degli elementi, dei gusti, dell’energia, delle qualità e dei loro effetti sul corpo, sulla mente e sullo spirito, in rapporto all’azione specifica di ciò che introduciamo nel nostro organismo.

L’alimentazione influenza in modo positivo o negativo la nostra salute. Il cibo che ingeriamo assume tre forme:

    grossolana: forma gli escrementi;
    intermedia: forma la massa corporea;
    sottile: nutre la mente e l’anima.

Perché ci nutriamo?

Prima di tutto dobbiamo comprendere perché mangiamo. È meglio dire “nutrire” rispetto a mangiare, ancora meglio è dire “offrire”. Offrire all’anima che sostiene il corpo e la mente. Il cibo dev’essere trattato con rispetto e amore, ma oggi possiamo vedere come in realtà esso non venga curato e rispettato.

La buona salute dipende da una nutrizione bilanciata, una corretta digestione, una buona assimilazione e una regolare eliminazione. Tutto dipende dalle capacità del nostro sistema digestivo, che necessita a sua volta di un’alimentazione sana.

Per esempio, se la nostra capacità digestiva è debole dobbiamo fortificarla; per questo specifico scopo, nella medicina ayurvedica utilizziamo le spezie, ricche dell’elemento Fuoco (avremo modo di dettagliare meglio le dinamiche che riguardano le fasi di assimilazione dei cibi).
Come ci nutriamo?

Nell’alimentazione ayurvedica è fondamentale sapere bene come preparare un pasto e come assumerlo secondo le nostre specifiche esigenze. Il processo di trasformazione dei cibi è un metodo alchemico e molto antico che fonda le sue radici nella saggezza umana.

Uno dei princìpi basilari è come utilizzare le sostanze dei cibi in modo bilanciato secondo la presenza delle qualità dei cinque elementi (Spazio, Aria, Fuoco, Acqua, Terra); un altro principio è saper purificare il cibo dalle proprietà dannose attraverso l’utilizzo di elementi (spezie, alimenti…) che in Ayurveda assumono il ruolo di veri e propri “antidoti”.

Il preparato dovrà poi contenere i nutrienti di cui l’organismo necessita. I cibi miscelati e così preparati saranno in questo modo compatibili, favorevoli e digeribili. Un piatto deve essere di qualità pura (sattvica), leggero, saporito e ben assimilabile.

In Ayurveda il cibo è considerato sacro, ed è perciò rispettato recitando una preghiera, e assunto con calma e gioia.

Un principio fondamentale da rispettare consiste nel consumare ogni pasto in modo regolare.

La nostra dieta può interferire con le nostre emozioni e può predisporci a problemi sia psicologici che fisici. Il cibo può essere la fonte del nostro benessere come dei nostri mali. Ugualmente, le nostre emozioni negative possono influenzare la digestione. A chi non è mai capitato di digerire male o di non digerire completamente perché in preda alla rabbia o a forti dispiaceri?

Dovremmo abituarci a considerare anche le qualità spirituali del nostro cibo. Attraverso la purificazione e la valorizzazione della mente possiamo trasformare il nostro cibo in funzione di uno scopo spirituale.

Una mente positiva può rendere piacevole anche una sensazione di disgusto derivante da un alimento sgradito. Se consacreremo il cibo con motivazioni spirituali, esso diventerà non solo il corretto nutrimento del nostro corpo, ma anche una cura per la nostra anima.

Solo se ci impegneremo concretamente riusciremo a rendere il cibo capace di stimolare i nostri processi mentali e di arricchire quindi la nostra attitudine spirituale. Il cibo sarà in grado allora di pacificare la nostra mente, anziché appesantirla e disturbarla.
Con cosa ci nutriamo?

Che cibo dobbiamo assumere? Sarebbe meglio scegliere i cibi con qualità pura (sattvica), cioè fresca, nutriente ed equilibrata, valutando la disponibilità stagionale, le differenti varietà e la salubrità degli stessi. Secondo la classificazione della medicina moderna il nutrimento derivato dal cibo è composto da proteine, grassi, carboidrati, vitamine, minerali e acqua.

Dopo la digestione, il cibo viene scomposto in aminoacidi, acidi grassi e zuccheri. Queste strutture molecolari di base sono classificate in Ayurveda nelle categorie dei Tridosha: Vata, Pita e Kapa, o Mahabhuta (elementi): Terra, Acqua, Fuoco, Aria e Spazio. Noi siamo composti da esse e ci relazioniamo e interagiamo con tutto ciò che ci circonda (esseri viventi e non) attraverso questa natura intrinseca del creato.

Una volta che questi cinque elementi di base, costituenti anche del cibo, hanno fatto ingresso nel nostro organismo, sono digeriti dai loro rispettivi enzimi (Agni) e, dopo essere stati assimilati, vengono convertiti nei vari tessuti (Dathu).
Quanto ci nutriamo?

Durante ogni pasto bisogna assumere il cibo in piccole quantità e secondo queste proporzioni:

    ½ cibo solido;
    ¼ liquido;
    ¼ spazio vuoto.

Un antico detto indiano si esprime in questo modo:

Chi mangia una volta al giorno diventa uno Yogi (persona che gode dello spirituale),

chi mangia due volte al giorno diventa un Boghi (persona che gode del materiale),

chi mangia tre volte al giorno diventa un Roghi (persona che soffre di una malattia).
Chi siamo?

L’alimentazione è importante per capire chi siamo e cosa dobbiamo realizzare nella vita. Secondo l’Ayurveda possiamo classificare l’individuo in tre tipologie: Vata, Pita, Kapa, ossia, nella teoria dei Tridosha, le tre energie che governano il corpo grossolano o strutturale e sottile o energetico, cioè funzionale.

Queste tre forze variano proporzionalmente in ogni individuo, causando la sua natura intrinseca e creando le infinite diversità che caratterizzano il soggetto umano. I Dosha nascono quindi dall’equilibrio dei cinque elementi.

Il cibo che assumiamo influenza l’equilibrio dei Tridosha in maniera positiva o negativa. Un individuo dovrebbe quindi comprendere la propria dominanza dei Tridosha, cioè la propria costituzione individuale.

Una volta individuata la dominanza, è in grado di approfondire quali meccanismi mettere in atto per mantenere un funzionamento ottimale e armonico della sua persona (se il funzionamento è anormale può essere corretto attraverso adeguata alimentazione e altre idonee terapie di riequilibrio/cura).
Cosa dobbiamo fare?

Ogni individuo dovrebbe comprendere il proprio dovere nella vita, chiarire lo scopo finale e agire adattando lo scopo temporale. L’alimentazione è uno strumento da utilizzare saggiamente per raggiungere lo scopo finale.

Per equilibrare il funzionamento del nostro corpo, della nostra mente e della nostra anima dobbiamo curare attentamente l’alimentazione, che dev’essere bilanciata sia qualitativamente sia quantitativamente e, nello stesso tempo, dev’essere adatta a ciascun individuo secondo la propria costituzione. Contemporaneamente, dobbiamo curare la corretta combinazione degli alimenti e la loro preparazione.


Leggi in anteprima un estratto dal primo capitolo del libro di Swami Joythimayananda e scopri quali sono i principi base della medicina ayurvedica

Ayurveda, la conoscenza della vita - Estratto dal libro "Nutrizione Ayurvedica"

Cos’è l’Ayurveda?

Saggezza, scienza, arte, filosofia e vita. L’Ayurveda è tutto questo. I suoi principi si basano sui cinque elementi e sui Tridosha, di cui è composto ogni organismo in proporzioni e configurazioni diverse. A questa teoria sono sottoposti tutti i regni della natura.

L’Ayurveda è un grande dono dell’India al mondo. Non si tratta solo di una scienza medica, poiché racchiude in sé tutto: è un sistema di vita. Tale conoscenza è stata generata da una grande esperienza e dalla ricerca della Verità da parte dei grandi Rishi (saggi o osservatori).

L’Ayurveda è il sistema medico più antico e risale ad almeno 5000 anni fa, tramandato da maestro ad allievo oralmente (le testimonianze contenute nei testi ayurvedici hanno circa 3500 anni).

Il termine “ayurveda” deriva da veda, cioè “conoscenza”, e da ayu, cioè “vita”, quindi Ayurveda significa “conoscenza della vita” o meglio ancora “arte del buon vivere”.

L’Ayurveda, da sempre, dà molta importanza al corretto stile di vita, dettando princìpi guida per la prevenzione delle malattie e per il mantenimento del benessere psicofisico della persona. Particolarmente importanti sono le terapie di purificazione/guarigione (Dinacharya, Panchakarma…), di ringiovanimento (Rasayana) e i principi sull’alimentazione (Ahar) che supportano la persona nella propria quotidianità in un percorso di autopreservazione e cura.

L’Ayurveda considera inoltre fondamentale l’utilizzo di preparati e rimedi naturali per la salute.

L’antico studio delle scienze naturali che è giunto fino a noi si basa sul postulato che non c’è nulla in natura che non possa essere utilizzato come rimedio, purché se ne conoscano profondamente le proprietà e se ne faccia un uso appropriato.

Questa sapienza risale a diversi secoli prima di Cristo e racchiude in sé le ricerche, le osservazioni, le formule e i metodi che portarono la cultura popolare indiana a divenire scienza.

In Oriente, come in Occidente, nei sistemi terapeutici tradizionali e naturali le piante sono sempre state il primo rimedio: in particolare l’Ayurveda attua complessi e specifici procedimenti che rendono ogni rimedio una speciale preparazione con caratteristiche uniche per altrettante necessità/problematiche.

L’Ayurveda ha il suo sviluppo anche nelle branche più classiche della medicina, quali:

    Medicina interna (Kayachikitsa);
    Psichiatria (Budhi Vidya);
    Tossicologia (Agada Tantra);
    Ginecologia (Stri Roga);
    Pediatria (Bala Vidya);
    Chirurgia (Shalya Tantra);
    Otorinolaringoiatria (Salakya Tantra);
    Geriatria (Rasayana);
    Fertilità (Vajikarna).

Lungi dall’essere estranea al mondo contemporaneo, l’Ayurveda è oggi più necessaria che mai; essa non appartiene all’Oriente o all’Occidente, all’antichità o ai tempi moderni, ma è tutt’uno con la vita, è un patrimonio di tutti gli esseri umani, a cui attingere liberamente adattandola, di volta in volta, alle esigenze di ciascun individuo.
Lo scopo dell'Ayurveda

Lo scopo finale dell’Ayurveda e della vita di ciascuno è la liberazione dell’anima, mentre lo scopo temporale è mantenere la salute e la felicità con armonia. La felicità è uno stato di distacco, mentre la salute è armonia psicofisica e contentezza.

Una persona che riesce a soddisfare i suoi desideri prova contentezza; questa, insieme alla serenità, fa accedere alla gioia interiore; la gioia con distacco porta a uno stato di felicità. Nel tempo, la felicità si trasforma in beatitudine, che è l’ultimo gradino della scala.

La soddisfazione dei desideri porta a effetti diversi su ognuno di noi, secondo lo stato della nostra anima.

Qualcuno potrà godere o provare piacere, c’è chi sarà contento, chi gioioso, altri proveranno felicità e certi addirittura sperimenteranno la beatitudine.

Sia lo scopo finale sia quello temporale si ottengono vivendo una vita in cui seguire e praticare:

    Dharma = virtù;
    Artha = giusta comprensione di se stessi e dell’ambiente che ci circonda;
    Kama = soddisfazione dei desideri sinceri facendo in modo di non ferire gli altri;
    Moksha = liberazione finale.

La filosofia della vita dell'universo (Prapanja tatwam)

La medicina ayurvedica è una disciplina antica contenuta nell’Artva Veda (uno dei quattro testi antichi della tradizione vedica), e trasmette la conoscenza della vita sulla base della filosofia Samkya, una delle sei filosofie indiane (Yoga, Samkya, Vedanta, Niyaya, Vaishesika, Mimamsa).

In Ayurveda la filosofia Samkya è essenziale per esprimere la vita dell’universo. Essa si fonda su un confronto tra l’esistenza eterna (Purusha) e quella mutevole (Prakruti). L’origine dell’uomo è Purusha e la sua vita mutevole è Prakruti. L’ obiettivo dell’uomo è liberarsi dalla Prakruti e divenire Purusha (libero).

La filosofia Samkya comprende venticinque princìpi, quali:

    esistenza eterna (Purusha);
    esistenza mutevole (Prakruti);
    intelletto cosmico (Mahat);
    ego cosmico (Ahamkar);
    mente (Mana);
    cinque sensi percettivi (Tanmatra);
    cinque organi dei sensi percettivi (Janendriya);
    cinque organi di motori (Karmendriya);
    cinque elementi (Mahabhuta).

Il Purusha è onnipresente, eterno e sostiene tutto, mentre Prakruti è evoluzione dell’intero universo con tre qualità costitutive chiamate Triguna, tre stati della coscienza o ego: coscienza pura, chiamata Sattva; coscienza dinamica, detta Rajas; coscienza passiva, chiamata Tamas.

Inoltre, l’Ayurveda applica la filosofia del Nyaya-Vaisesika, in particolare riguardo alla preparazione degli alimenti e dei medicamenti attraverso i princìpi dei Dravya-Guna-Karma
I principi dell'Ayurveda

I cinque elementi

L’Ayurveda si basa sulla teoria dei cinque elementi, che sono Spazio – Aria – Fuoco – Acqua – Terra, dai quali è formato ogni organismo, ovviamente in proporzioni diverse. Questi elementi compongono anche il nostro corpo, il mondo e l’intero universo; essi sono vibrazione sottile e contengono proprietà quali energia, gusto, qualità e azione. Quando la loro energia non può scorrere liberamente, a causa di un problema energetico, mentale o fisico, si crea uno squilibrio, che alla fine diventa malattia.

I cinque elementi che sono all’origine della creazione fisica si combinano tra di loro per generare tutti i processi che avvengono nella fisiologia umana. Le tre funzioni basilari sono rappresentate dai Tridosha. In ogni Dosha c’è la prevalenza di certi elementi rispetto agli altri:

    Vata è il principio che governa il movimento; ha la predominanza degli elementi Spazio e Aria;
    Pita è il principio che governa il metabolismo; ha la predominanza degli elementi Fuoco e Acqua;
    Kapa è il principio che governa la coesione e crea la struttura del corpo; ha la predominanza degli elementi Acqua e Terra.

I Tridosha

Uno dei concetti più importanti dell’Ayurveda è quello dei Tridosha (Vata, Pita e Kapa). Essi devono essere presi in considerazione nel determinare la costituzione individuale, l’origine delle malattie, i trattamenti, i metodi per mantenere la buona salute, la routine giornaliera e stagionale, le terapie di purificazione (Panchakarma), le terapie di tonificazione, il massaggio, il tipo di esercizio fisico, la dieta ecc. Quindi è molto importante comprendere questo concetto.

In sintesi:

    Vata: movimento, che governa il sistema nervoso, circolatorio, respiratorio ed escretorio;
    Pita: calore, che governa il sistema digestivo ed endocrino e il metabolismo;
    Kapa: unione, che governa la struttura e il sistema immunitario.

L’ideale sarebbe che queste tre forze fossero il più possibile in equilibrio tra loro, mantenendo una certa dominanza di una delle tre rispetto alle altre. Tale predominanza determina la formazione di una tipica struttura del corpo, del carattere, dei tessuti ecc.

La prevalenza degli elementi in ogni singolo Dosha comporta le sue qualità.

    Vata, composto principalmente di Spazio e Aria, è secco, leggero, ruvido, mobile, freddo, sottile e permeante.
    Pita, composto di Fuoco e Acqua, è caldo, acuto, liquido, di odore sgradevole, leggermente untuoso, acido e piccante.
    Kapa, composto di Acqua e Terra, è freddo, denso, lento, stabile, viscoso, pesante, liscio, soffice e appiccicoso.

Conoscendo la composizione e le qualità dei Dosha risulta abbastanza facile correlarli con il cibo e lo stile di vita. Il principio da applicare è quello per cui i cibi e i comportamenti che hanno le stesse qualità di un Dosha aumentano quel Dosha in particolare, mentre le sostanze e lo stile di vita che hanno qualità contrarie a un certo Dosha lo fanno diminuire.

Per esempio, essendo Spazio e Aria gli elementi predominanti nel Dosha Vata, esso verrà aumentato dal consumo di cibi come i cavoli e i legumi, che tendono a produrre aria, ma anche da uno stato di agitazione prodotto dallo stress e dall’irregolarità nello stile di vita. Verrà invece diminuito dai cibi pesanti, untuosi e acquosi, e anche da uno stile di vita regolare e tranquillo.

L’Ayurveda considera importante la forte dominanza di un Dosha sugli altri perché con il tempo può sfociare in uno squilibrio ed, eventualmente, un disturbo o malattia.

Funzione dei Dosha

Vata significa letteralmente “movimento”. Questo Dosha governa ogni tipo di movimento nel corpo, quindi le attività come la respirazione, il passaggio del cibo lungo il tratto intestinale, la circolazione dei vari fluidi, l’escrezione dei materiali di rifiuto, lo scorrere degli impulsi nel sistema nervoso.

Secondo i testi classici dell’Ayurveda, l’eccesso di Vata nel corpo provoca l’insorgere di ottanta tipi di malattia fra cui: artrite, stitichezza, insonnia, ansia, depressione, paralisi ecc.

Pita, il cui significato è “ciò che scalda, cuoce o digerisce”, governa tutte le funzioni metaboliche che avvengono nel corpo: la digestione del cibo, la sensazione di fame e di sete, la vista, la temperatura corporea, le funzioni intellettuali (nel senso della capacità di digerire le idee), il colore della pelle ecc.

Vi sono quaranta tipi di malattie causate dallo squilibrio di Pita, fra cui itterizia, eruzioni cutanee, infezioni delle vie urinarie, febbre, acidità, ulcere gastriche e duodenali ecc.

Kapa, il cui significato letterale è “coesione o ciò che tiene insieme le cose”, è responsabile della creazione e del mantenimento della struttura corporea. Tiene insieme i vari tessuti per dare sostegno al corpo.

Le parti solide del corpo e i tessuti sono in gran parte dovute a Kapa Dosha. Esso è anche responsabile di emozioni come l’amore, la pazienza e la clemenza. Le malattie causate dallo squilibrio di Kapa sono di venti tipi, fra esse: nausea, anoressia, digestione debole, tosse, congestione del petto, difficoltà respiratorie, obesità ecc.

Nel normale funzionamento del corpo i Dosha devono essere presenti in uno stato di equilibrio, che si stabilisce quando essi sono presenti in quantità normale; mentre in uno stato di squilibrio, i Dosha possono essere presenti nel corpo in eccesso o carenza. Lo stato di eccesso avviene quando essi sono presenti in quantità maggiore del normale; lo stato di carenza avviene quando sono presenti in quantità insufficiente.

Di solito giovani e adulti hanno un eccesso di Dosha; numerose malattie sono proprio causate dall’accrescimento di questo eccesso. La diminuzione dei Dosha invece è di solito presente negli anziani; ciò non causa disturbi gravi, anche se determina comunque una diminuzione della funzione naturale di quel Dosha.

Quando un Dosha è in eccesso, si aggrava, e uscendo dalla propria sede ne invade un’altra, disturbandone il sistema e bloccando l’azione degli altri Tridosha. Il medico esperto sa riconoscere questo particolare stato e riequilibra il Dosha riportandolo nella propria sede naturale, liberando quindi i Dosha bloccati attraverso cure e trattamenti appropriati. Dosha, tessuti ed escreti sono i costituenti del corpo umano, quindi sono i fattori basilari per il mantenimento della buona salute.

Fra questi tre costituenti, i Dosha sono il fattore più importante perché, direttamente o indirettamente, sono responsabili dell’equilibrio dei tessuti e degli escreti (Dhatu e Mala). Quando i Tridosha sono in equilibrio, di conseguenza anche i tessuti e gli escreti sono tali. Se un disturbo è causato dall’aumento o dalla carenza di tessuti ed escreti, all’origine c’è uno squilibrio dei Dosha, che sono sempre i fattori patogeni di base.

È importante notare che nella società odierna la maggior parte delle attività e lo stile di vita condotto dalle persone tendono sempre a squilibrare principalmente Vata.

Dei Tridosha, Vata è il più importante perché muove e controlla le funzioni degli altri due Dosha, i tessuti e gli escreti.

I Subdosha

Ciascuno dei tre Dosha è suddiviso in cinque Subdosha, che si trovano più presenti in luoghi specifici del corpo e presiedono a determinate funzioni, come illustrato nelle pagine successive. Conoscendo queste cinque classificazioni dei Subdosha è più facile determinare la causa di una malattia e scegliere quindi la cura e il trattamento più adatti.


Indice

Ringraziamento

Prefazione

Nutrirsi

Italia, la mia casa

Un minuto con me stesso

Introduzione

CAPITOLO 1 - AYURVEDA, LA CONOSCENZA DELLA VITA

    Ayurveda, la conoscenza della vita
    Lo scopo dell’Ayurveda
    La filosofia della vita dell’universo (Prapanja tatwam)
    I princìpi dell’Ayurveda
    La costituzione individuale (Prakruti)
    Squilibrio dei Dosha (Vikurti)

CAPITOLO 2 - IL REGIME GIORNALIERO (DINACHARYA)

    Il regime giornaliero (Dinacharya)
    Regole per il regime notturno (Ratricharya)
    Il regime delle stagioni (Rutucharya)
    Il regime annuale (Uttrayana e Daxidayana)
    La mia vita quotidiana

CAPITOLO 3 - MATERIA E SOSTANZE

    Studio della materia fisica (Padartha Vignan)
    Le sostanze e le loro proprietà (Dravya Guna Karma Vignan)
    Le cinque azioni fisiologiche delle sostanze (Rasa Panchaka)

CAPITOLO 4 - NUTRIRSI SECONDO L’AYURVEDA

    La terra e il cielo sostengono il cibo
    Il cibo e i cinque elementi
    Alimentazione ed emozioni
    Otto fattori per un corretto regime alimentare (Ashta Ahara Vidhi)
    Regole per una corretta nutrizione (Vidhana Vidhi)
    Incompatibilità degli alimenti (Viruddhashana)
    La dieta vegetariana
    Cibi per i Tridosha
    Triguna e cibo

CAPITOLO 5 - LA DIGESTIONE FISIOLOGICA

    La digestione fisiologica (Ahar Pachana)
    Digestione grossolana (Sthula Pachana)
    Digestione sottile (Sookshma Pachana)

CAPITOLO 6 - AYURVEDA E ALIMENTAZIONE NELL’INFANZIA

    Ayurveda e alimentazione nell’infanzia
    Costituzione fisica (Prakruti) dei bambini
    Dinacharya nell’infanzia
    Educazione alimentare durante gestazione, allattamento e svezzamento
    Alimentazione dei bambini
    Indicazioni alimentari

CAPITOLO 7 - GLI ALIMENTI

    Proprietà degli alimenti
    Tabelle degli alimenti
    I cibi liquidi
    Le spezie, rimedi in cucina
    Ricette per la cucina ayurvedica
    Alcune preparazioni

CAPITOLO 8 - IL DIGIUNO

    Il digiuno
    Che cos'è il digiuno
    Come digiunare
    Fisiologia del digiuno
    Parole del digiuno

APPENDICE

    Ashram Joytinat®
    Terapia naturale
    I prodotti ayurvedici
    Biografia del maestro Vaidya Swami Joythimayananda
    Bibliografia
    Bibliografia del maestro


Nutrizione Ayurvedica - Libro >> http://goo.gl/BLyD8T
Manuale per un'alimentazione equilibrata e sana
Swami Joythimayananda