martedì 29 novembre 2016

Musica e coscienza: campo di coerenza collettivo




Musica e coscienza: quando la musica crea un campo di coerenza collettivo

di Fabio Bottaini - 28/11/2016



Musica e coscienza: quando la musica crea un campo di coerenza collettivo

Quando si crea musica, possiamo farlo in 2 modi:

la possiamo pensare, provare, verificare, correggere ed infine decidere, una volta soddisfatti, che il lavoro è giunto a compimento;
oppure la improvvisiamo, cioè la creiamo sul momento, componendo in maniera istantanea.

Per riuscire ad improvvisare, il musicista/compositore non solo deve possedere un bagaglio tecnico/teorico, ma deve avere la capacità di calarsi nel flusso creativo e non farsi “paralizzare” dal proprio spirito critico: non c’è spazio per la riflessione, non si può tornare indietro e correggere un eventuale nota che “non piace”.
Quando si esegue musica dal vivo possiamo quindi attenerci ad una partitura oppure possiamo improvvisare.


Che cos'è l'improvvisazione in musica

L’improvvisazione può essere vincolata da parametri armonici, melodici o ritmici oppure può essere totalmente libera. Quando si improvvisa in assoluta libertà, si suona in maniera diretta e immediata quello che si percepisce intuitivamente nel “qui ed ora”, senza attingere alla memoria cosciente e si può accedere a un particolare stato di coscienza non ordinario, una vera e propria estasi (ex-stasis = uscire dal corpo inteso come dimensione fisicamente statica) in cui si instaura un contatto speciale, una sorta di fusione con il proprio strumento e con l’ambiente circostante, compresi eventuali ascoltatori.


Musica e coscienza

Utilizzando varie tecniche, il musicista e gli ascoltatori possono essere preparati per raggiungere uno stato di rilassamento profondo in cui è stato dimostrato, con strumenti come il Brain Olotester, che si arriva ad uno straordinario aumento della coerenza tra le onde elettroencefalografiche dei presenti, con punte vicine al 90%. Esiste quindi la possibilità di attivare un “campo di coscienza collettivo” e lo strumento musicale può diventare la “stampante sonora” di questa coscienza collettiva: la musica che “viene fuori”, Ecto Musica (dal greco ektós = fuori o da fuori) è creata contemporaneamente da tutti i partecipanti. La musica viene quindi creata anche da chi ascolta.
È chiaro che questo può avvenire solo quando il musicista improvvisa totalmente libero da qualsiasi vincolo: altrimenti gli ascoltatori, seppur “preparati”, possono solo seguire, e non certamente creare, la musica “pensata” dal musicista.


Ecto musica e terapia

Questo nuovo approccio all’esecuzione musicale ha notevoli potenzialità terapeutiche. Nella cosiddetta “musicoterapia di terreno” (Léon Bence – Max Méreaux) si afferma che: "la musica creata da un autore sia “la sua terapia”… e se la sua musica è terapeutica per se stesso, lo deve essere anche per i tipi umani a lui simili". Infatti, tale metodologia prevede che, nel programmare la musica per un determinato paziente, venga selezionato il compositore che meglio corrisponde alle caratteristiche caratteriali, costituzionali, diatetiche del paziente stesso.

E nell’incontro di Ecto Musica, chi ascolta diventa lui stesso compositore insieme a chi suona, con tutti i benefici che ne derivano.

Ti interessano la musica e il suono? Questa rivista fa per te!

Leggi altri articoli sulla musica e sul suono:

Scienza e Conoscenza - n. 57 - Rivista Cartacea >> http://goo.gl/IXUJQs
Nuove scienze, Medicina non Convenzionale, Consapevolezza
Autori Vari


martedì 22 novembre 2016

Siamo al 90% fatti di microbi: il microbiota




Siamo al 90% fatti di microbi: scopriamo che cos'e' il microbiota

di Roberto Robba - 21/11/2016


Siamo al 90% fatti di microbi: scopriamo che cos'è il microbiota

Eh sì, tenetevi forte! In base al numero di cellule, siamo al 90% composti da microbi e solo per il 10% da cellule umane, con buona pace dei maniaci dell’igiene a tutti i costi. Uno dei campi di ricerca più interessante di questo nuovo millennio, è proprio capire come si comporta questo 90% di microrganismi e come interagisce col restante 10 % delle nostre cellule.

Che cos'è il microbiota

Col termine microbiota infatti si intende la popolazione di batteri, funghi, virus e protisti che convivono con noi. Questa popolazione multivariegata e multistrutturata, è dotata di una propria autonomia anche se è in diretta e costante interazione con il nostro cervello. Ma mentre un tempo si pensava che fosse il cervello “nervoso” ad avere gerarchicamente il comando sul Microbiota, oggi non si è più sicuri di questo, tanto che l’appellativo di “primo cervello” è conteso tra queste due entità.

Già nel 1994, un incredibile esperimento della Oxford University aveva messo in luce come i ratti, che normalmente stanno molto lontani dai gatti, loro predatori naturali, modificavano completamente il loro comportamento quando venivano infettati dal Toxoplasma Gondii, agente della Toxoplasmosi. Questo protista ha come obiettivo quello di raggiungere il gatto, nel cui intestino riesce a riprodursi. Tutti gli altri animali, uomo compreso, sono ospiti intermedi. Quando il Toxoplasma è all’interno dei ratti, questi vanno a soggiornare dove è presente l’urina del gatto, portando i roditori ad un comportamento chiaramente suicida. Può un microrganismo cambiare così tanto il comportamento dell’ospite?

La risposta ce la da un altro studio canadese del 2011, che ha analizzato due ceppi di topi, uno con comportamento estroverso e l’altro timido. Portando via completamente il microbiota intestinale da entrambi e scambiandolo, il comportamento si invertiva. Gli estroversi diventavano introversi e viceversa.

Dal microbiota al microbioma

Questo porta a farsi tante domande, visto anche il fatto che questi microrganismi esistono da molto tempo prima degli esseri umani. Una di queste è: “Ma chi siamo noi veramente?” Tanto più che è ormai acquisito che il microbiota scambia in continuazione parti di materiale genetico, i cosiddetti trasposoni, con le nostre cellule. Fatto questo che ci costringe anche a rivedere il concetto di “patrimonio genetico”, che non va più considerato come quello presente esclusivamente all’interno delle nostre cellule, bensì come la somma di questo più quello del microbiota, detto microbioma.

Dei ricercatori americani hanno coniato quindi un nuovo termine per definire l’essere umano: noi saremmo degli “Olonti”, da Holos inteso come complesso di più parti. Praticamente dei Licheni, cioè esseri composti dall’unione di più organismi in simbiosi.

Una simbiosi molto stretta secondo la ricercatrice Margulis, che afferma che i mitocondri delle nostre cellule erano originariamente dei batteri arcaici che in virtù della loro capacità di utilizzare l’ossigeno sono stati cooptati dalle cellule più grandi.

I batteri sono già nel liquido amniotico

E non è tutto. Si è sempre pensato che durante la gravidanza l’ambiente amniotico fosse sterile e che il bambino venisse in contatto con i primi ceppi di microrganismi durante il passaggio nel canale vaginale. Recenti studi dimostrano invece che il bambino comincia a formare il suo microbiota già all’interno dell’amnios, e che questo origina dal microbiota orale della madre. Tutto ciò è molto interessante, perché fa capire come fisiologicamente, in determinate situazioni, i batteri possano spostarsi nel nostro corpo senza che il sistema immunitario intervenga. Il che dimostra che esiste un “accordo” col cervello per far sì che questo avvenga. Una visione integrata completamente nuova del rapporto tra noi e questi microrganismi.

Tale microbiota orale, che interviene in patologie quali carie, parodontiti, faringiti etc., agisce quindi anch’esso sotto l’influenza del cervello. Ma di questo parleremo in un prossimo articolo…

Microbiologia >> https://goo.gl/esLXhX
Batteri: metabolismo e genetica. Protozoi, funghi, virus, viroidi e prioni. La flora microbica umana. Lotta antimicrobica
Cristina Praglia


venerdì 11 novembre 2016

Sinusite: curala con il miele di Manuka



Sinusite: curala con il miele di Manuka

di Detlef Mix - 10/11/2016



Sinusite: curala con il miele di Manuka

Per debellare una sinusite cronica, eseguite un lavaggio nasale con miele di Manuka MGO250+.
Potrete far precedere l’operazione da un’irrigazione con soluzione salina, dopodiché po trete versare il miele in un recipiente per lavaggi nasali e scioglierlo in acqua calda in rapporto 1:10 o a concentrazione maggiore. Mentre tenete chiusa una narice e ritardate con la lingua il deflusso nella faringe, lasciate che la miscela fluisca da una narice all’altra. Tenete la testa in modo da assi curarvi che la preziosa soluzione possa penetrare nei seni paranasali per esercitare la sua azione direttamente sulle mucose e non defluisca all’esterno inutilizzata.


Usi del Manuka in caso di rinosinusite forte

Eventualmente, nella fase iniziale e in caso di infezione molto forte si potrà utilizzare un miele MGO400+, che rimane efficace anche quando la concentrazione è molto diluita. In seguito potrete instillare in profondità il miele di Manuka puro, soprattutto durante la notte, eventualmente spingendolo nelle aperture delle cavità paranasali con un baston cino di ovatta più lungo del normale. Inalate profondamente respirando in modo mirato con il naso.
Se l’applicazione è eseguita in posizione supina, il miele arriverà e resterà più a lungo nel sito in cui deve agire.
Alcuni pazienti lamentano bruciore durante o dopo il trattamento. Questo dipende probabilmente dal fatto che la mucosa infiammata è in parte esposta o lesionata. Con l’avanzare del processo di guarigione la situazione dovrebbe migliorare. Forse all’inizio è più opportuno usare un miele meno concentrato: il mio consiglio è sperimentare.


Il miele di manuka è sempre più richiesto per le sue straordinarie proprietà terapeutiche!
Scoprile tutte in questo libro

Il naturopata Detlef Mix da molti anni promuove l’utilizzo di questo prodotto naturale per scopi terapeutici e in quest’opera ci presenta:

la storia dell’arbusto del manuka e del miele che ne deriva
le proprietà antibiotiche di questo prezioso alimento e del principio attivo che lo distingue dagli altri mieli, il metilgliossale, che è contenuto in grandi quantità solo nel miele di manuka
i dati scientifici del suo uso terapeutico e i vantaggi per la nostra salute
come utilizzare praticamente questo miele per curare le principali patologie della vita di tutti i giorni, dalle ferite alle scottature, dalle bronchite alla depressione, dalla colite alle infezioni da candida, dal mal di gola a diversi tipi di herpes e a molte altre malattie ancora
le esperienze delle persone che si sono curate utilizzando il miele di manuka.
Nell’ultima parte del libro l’autore presenta le proprietà curative di altri prodotti naturali: propoli, polline, pappa reale, tè verde, aloe vera e cannella.

Con un utilissimo prontuario terapeutico a base di miele di manuka per molte patologie ordinate alfabeticamente e facilmente consultabili.

Il primo libro interamente dedicato al miele di manuka e alle sue eccezionali proprietà curative.


 Indice

Introduzione

Dolce come il miele
Una pianta straordinaria

Storia
Diffusione
Particolarità bio-ecologiche
Un probiotico “a banda larga”

Il miele inibisce i microbi
Il fattore acqua
L’acidità non giova
Lo stress della pianta aiuta
Raccolta e ulteriori ricerche
Differenze
Il miele di Manuka nell’uso clinico

Il miele di Manuka in Gran Bretagna
Il paziente responsabile
Un rimedio poliedrico e adattabile
Un miracolo alla Baia della Pienezza
Anche in veterinaria
Gli impieghi quotidiani

Impiego esterno

Ferite
Ustioni
Eczemi e neurodermiti
Micosi
Malattie degli occhi
Orzaiolo
Impiego interno

Igiene orale
Infiammazioni a gola, seni paranasali ed esofago
Inserto speciale - Miele di Manuka, il terminator del biofilm
Tenaci parassiti
Dove falliscono gli antibiotici

Usi pratici in caso di rinosinusite
Disturbi gastrointestinali
Usi pratici nei disturbi gastrici e intestinali
Diverticolite, morbo di Crohn, colite ulcerosa
Reni e vescica
Lieviti
Testimonianze

Dolce rimedio anche per gli animali
Prodotti che aiutano l’azione del miele

Propoli
Polline
Pappa reale
Tè verde
Aloe vera
Cannella
Impieghi dalla A alla Z

L'autore

Appendice

Nota finale

Indice analitico

Indirizzi


L'articolo è tratto dal libro

Detlef Mix
Il Miele di Manuka >> https://goo.gl/6fUskR
E le sue straordinarie proprietà curative naturali
Macro Edizioni