giovedì 30 giugno 2016

La Cucina dell'Armonia




La Cucina dell'Armonia

Come cucinare i vegetali ottenendo tutta la loro energia vibrante - Ricette senza glutine e anche crudiste

di Anya Kassoff



Alimenti genuini, freschi e integrali, cotti solo e quanto è necessario, per ottenere tutta l’energia che ci viene dal cibo vegetale, e nutrirci in modo sano e adeguato. Ricette magistrali, da realizzare facilmente in cucina. Un libro bellissimo grazie alle immagini dei piatti e allo spirito con cui è stato scritto.

Chi ha detto che la cucina casalinga debba essere inevitabilmente poco varia e ripetitiva nelle proposte e nei sapori?

Anya Kassoff ci dimostra esattamente il contrario, facendoci riscoprire frutta e verdura, legumi, cereali e semi in tutta la loro varietà, integrità e carica di energia vibrante; ci spiega come e quando cuocerli, nei tempi e nei modi giusti, in combinazioni di colori, sapori e consistenze che diventano parte integrante della quotidianità dei nostri pasti in famiglia.

Soprattutto ci propone le 100 migliori ricette che i visitatori del suo blog, Golubka, hanno già avuto modo di conoscere e gustare. Dai piatti per la colazione agli snack, dalle zuppe e dai piatti principali, ai dessert, con un ampio capitolo di ricette pensate proprio per i bambini. Perché l’educazione al cibo sano e gustoso, pulito e creativo inizia già dalla prima infanzia.

Tutte le ricette sono senza glutine, con diverse proposte crudiste. Una gioia per gli occhi e per il palato.

«Comprerete due copie del libro: la prima da tenere in cucina per riprodurre queste ricette magistrali; la seconda da tenere sul tavolino del salotto come volume d’arte. La bellezza e la purezza degli ingredienti, insieme all’amore e allo spirito dell’autrice, potranno cambiare davvero il modo in cui vi approcciate al cibo».
Isa Chandra Moskowitz, cuoca e blogger di Post Punk Kitchen


Leggi un'anteprima del libro "La Cucina dell'Armonia" di Anya Kassoff

La gioia di cucinare - Estratto da "La Cucina dell'Armonia" libro di Anya Kassoff

Ricordo che, da piccola, sognavo sempre il cibo. Non fraintendetemi, non morivo di fame. In realtà, avevo fame, sì, ma non solo di cibo che potesse riempirmi lo stomaco: avevo fame di colori e varietà proprio al centro del mio piatto (cosa non semplice, se si cresce in un paese sovietico dalla cucina piuttosto insipida).

Da bambina, il sogno più vivido e ricorrente era il gelato con i mirtilli. Non ricordo di aver mai mangiato i mirtilli allora, soprattutto non sul gelato. Eppure, notte dopo notte, prima di addormentarmi immaginavo il nero dei mirtilli fondersi con il bianco del gelato, per creare deliziosi vortici viola.

Sono cresciuta nel Caucaso del Nord, una regione della Russia (allora Urss) incastonata tra il mar Nero e il mar Caspio, dove le steppe si trasformano dolcemente in montagne. Mia madre dice di aver trascorso almeno metà della sua vita in fila per acquistare tutto il necessario per sfamare la famiglia. Io non ho gli stessi suoi ricordi, perché la mancanza di cibo cominciò a scemare durante la mia giovinezza, sebbene non possa dimenticare quando, da bambina, stavo mano nella mano con lei in quelle lunghe code rumorose, per comprare quasi niente. Sembrava tutto piuttosto naturale e spesso non c'era alternativa.

Guardando indietro, mi rendo conto che la cortina di ferro ci ha privato di tanti piaceri (come i jeans, la musica occidentale, il chewing-gum), ma ci ha anche protetto da alcune abitudini poco salutari del mondo sviluppato. Per esempio, non avevamo idea, allora, di cosa significasse cenare davanti alla televisione o al fast food. Il tipo di alimentazione «dal contadino alla tavola», che oggi va sempre più di moda negli Stati Uniti, per noi era la quotidianità, con la differenza che non avevamo alternativa.

Le importazioni erano quasi inesistenti, inoltre la disponibilità di prodotti agricoli era locale e stagionale. E' vero che ho assaggiato per la prima volta una banana all'età di 16 anni, ma eravamo fortunati perché mangiavamo soltanto la frutta e la verdura più fresche, che spesso coltivavamo noi stessi. L'inventiva è la chiave per la sopravvivenza e tutt'oggi è una caratteristica della popolazione russa. Gran parte del raccolto estivo veniva inscatolato e conservato per l'inverno; non ricordo una sola famiglia che non si preparasse in questo modo per la stagione fredda.

Trovare pomodori freschi a gennaio era impossibile, ma sapevi sempre che potevi andare in cantina e prendere un vasetto di pomodori carnosi e sugosi conservati l'estate prima.

I nostri pasti mancavano di varietà, soprattutto durante gli inverni più rigidi, ma la necessità è la madre dell'inventiva e quei semplici pasti sono quelli che ricordo con più nostalgia.

Crescendo, ho avuto a che fare soprattutto con la cucina casalinga. Mangiare fuori era ima rarità, inoltre ogni buona donna sovietica doveva cucinare per la propria famiglia, tutti i giorni.

Mia madre, però, era diversa: lei non cucinava soltanto, lei creava. Non importa quali limitazioni ci fossero, trovava sempre il modo di superarle con metodi innovativi per l'epoca. A fatica, mi sono resa conto di essere stata viziata dal fatto che i suoi piatti erano sempre i più saporiti e belli. La nostra casa era sempre piena di ospiti, e la festa finiva sempre attorno al tavolo della cucina, dove si rideva e si conversava gustando i piatti deliziosi di mia madre. E nata all'inizio della Seconda guerra mondiale e la sua generazione ha sofferto la fame. Riflettendoci ora, ha senso che volesse farci mangiare sempre nel miglior modo possibile: era il suo modo per compensare gli anni in cui era quasi morta di fame.

Mia madre era anche molto gelosa della propria cucina e raramente mi lasciava interferire. Quando sono andata via di casa, ero a malapena in grado di pelare una patata. Dopo essermi sposata però, ho avutola mia prima cucina ed è stata mia madre a farmi il regalo più bello di tutti: un taccuino con tutte le sue ricette scritte a mano, che sarebbe diventato la mia bibbia per gli anni a venire.

La cucina è diventata ben presto la mia stanza preferita. Ho cominciato a sperimentare e ho preparato persino piatti che mia madre non aveva mai provato o non era riuscita a fare. Ovviamente, molti di questi esperimenti nei primi anni sono finiti dritti nella pattumiera. Ben presto però, sono diventata una di quelle persone la cui cucina è sempre piena di amici, proprio come quella di mia madre.

Mentre trascorrevo ogni notte a cucinare, sono riuscita anche a prendere due lauree, una in ingegneria in Russia e un'altra in odontoiatria negli Stati Uniti. Nessuna delle due aveva, però, un legame con il cibo, per cui queste professioni non mi hanno interessata a lungo. Alla fine, mi ritrovavo sempre in cucina e mi sentivo a mio agio mentre tritavo, saltavo e cuocevo in forno. Molti miei amici avevano letto la mia passione in modo più profondo di quanto non avessi fatto io, e mi hanno incoraggiata a seguire ima carriera che fosse legata al cibo, ma per molti anni sono rimasta convinta che la cucina dovesse restare un hobby. Mi ci è voluto un po' di tempo per capire che avrei dovuto dedicare tutte le mie energie a fare ciò che amo di più.

Per quanto riguarda i miei sogni, sono riuscita ad assaggiare il gelato con i mirtilli molti anni dopo, la prima volta che sono andata nello Utah. E stato proprio magico come immaginavo, prova del fatto che, a volte, i sogni si realizzano.


 Indice

1) La gioia di cucinare

La salute prima di tutto
Come usare questo libro
I miei ingredienti
Attrezzi e utensili
Ricette e tecniche di base
2) Colazione e snack

3) Piatti saporiti

Insalate e contorni
Zuppe
Piatti principali
4) Dolci e merende

5) Giochiamo insieme

Indice delle ricette
Ringraziamenti

L'autrice
La fotografa


La Cucina dell'Armonia - Libro >> http://goo.gl/BkvXPf
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Anya Kassoff