lunedì 26 ottobre 2020

David Bohm e la fisica quantistica


David Bohm e la fisica quantistica

Scienza e Fisica Quantistica

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Nato in America nel 1917 e morto in Inghilterra nel 1982, David Bohm ha caratterizzato profondamente le speculazioni concettuali riguardanti la fisica quantistica (che diverge da quella classica per una diversa concezione particellare-ondulatoria della materia e della radiazione), e favorito una dialettica innovativa tra la filosofia e la scienza stessa

Emanuele Cangini - 26/10/2020

Rifacendosi a concetti precedenti discussi dal matematico francese Louis de Broglie (1892-1987), il quale concordava con Einstein sulla relazione tra massa-energia-lunghezza d’onda e quantità di moto, presentò una personale formulazione della meccanica quantistica definita, appunto, teoria di de Broglie-Bohm.

Tentativo questo che cercava di fornire soluzione a ostacoli ancora irrisolti, come il collasso della funzione d’onda e il paradosso di Schrodinger, e produrre una descrizione dei fenomeni più deterministica.

L'universo olografico e il cervello olonomico

Una interessante collaborazione con il medico austriaco Karl Pribram (1919-2015) favorì lo sviluppo di una nuova metodica descrittiva del cervello, creando un modello, quello olonomico, che si rifaceva ai processi olografici per descriverne il funzionamento. Olonomico deriva da ologramma, una fotografia a tre dimensioni prodotta tramite un laser; caratteristica interessante è quella secondo la quale, se l’ologramma viene frammentato, le parti restanti conservano ancora intatta l’immagine dell’intero. La neuropsicologia beneficerà di una notevole spinta propulsiva proprio grazie al vento in poppa di questa visione rivoluzionaria, favorendo anche sviluppi decisivi nella concezione, non-oggettiva, dell’universo.

Un esperimento decisivo, effettuato nel 1982 e condotto dal fisico Alain Aspect, confermò la tesi di Bohm, certificando la capacità delle particelle di interagire non-localmente in maniera istantanea, a prescindere dalla distanza alla quale si trovassero. Tale fenomeno, seppur in apparente contraddizione con il postulato einsteniano di non valicabilità del limite imposto dalla velocità luminale, in realtà dimostrò la capacità delle particelle di influenzarsi vicendevolmente nel medesimo istante; come conseguenza di ciò, Bohm congetturò sulla apparente “solidità” (di qui il termine non-oggettiva di qualche riga sopra) dell’universo a favore di una visione, appunto, olografica.

Visione in sé certamente inedita poiché prende le distanze dalla più canonica concezione riduzionista (ottica secondo la quale per comprendere un fenomeno occorre studiarne le parti costituenti) dei fenomeni, per aprirsi a una riflessione più olistica e interagente (olomovimento).

David Bohm tra fisica, filosofia e spiritulità

Se nulla è scollegato, tutto è un continuum e la realtà è illusoria, che ne rimane della dimensione solida e oggettiva? Illusione, come sostengono le antiche dottrine orientali. Anche la meditazione sul significato della coscienza assume importanti modificazioni, per passare da una precedente condizione di prodotto del pensiero, a una più attuale posizione di creazione dell’illusione di solidità.

Anche sul fronte della medicina si annoverano influenze decisive: se il corpo è un “prodotto” olografico della coscienza, se ne deduce l’importanza di un approccio energo-vibrazionale a scopo preventivo-curativo, riducendo di conseguenza, ma non escludendo, la sfera d’azione della medicina allopatica.

Un’amicizia sincera legava il fisico statunitense Bohm al filosofo indiano Krishnamurti (1895-1986), amicizia consolidata soprattutto dalle reciproche volontà, come scritto in esordio, di scrivere una nuova dialettica che segnasse un cammino d’incontro tra misticismo da una parte e scienza dall’altra. Sodalizio che promosse un nuovo paradigma, un ponte tra dottrine che da sempre avevano stentano a trovare una coniugazione.

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La fisica dell'infinito

Massimo Teodorani

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