L'etere dopo Tesla: l'ipotesi delle onde scalari
Scienza e Fisica Quantistica
Le scoperte del grande scienziato Nikola Tesla fanno
parte della nostra vita quotidiana, basti pensare alla corrente alternata. Ma
Tesla è rimasto nell'immaginario collettivo anche per le sue idee travaganti e
visioniarie, come quelle sull'etere. Che fine ha fatto oggi l'ipotesi
scientifica dell'etere?
Massimo Teodorani - 01/06/2018
Tratto dal libro Tesla lampo di genio (Macro Edizioni,
2018)
Il lavoro di Tesla sull'etere è stato purtroppo
strumentalizzato da innumerevoli gruppuscoli “new age” senza alcun costrutto
scientifico, che hanno contribuito a screditare la sua opera. Ecco come l’opera
di un genio entra nel dimenticatoio. Fino a che qualcun altro non ha il fegato
di prendere in mano le sue teorie e ricomincia da dove Tesla si era fermato.
E infatti qualcuno ci sta provando tuttora, in modo
particolare il fisico-matematico e ingegnere Thomas Bearden, il quale oltre a
progettare tutta una serie di esperimenti per tentare l’estrazione della
cosiddetta “energia libera”, ha elaborato un modello teorico che spiegherebbe
l’energia scaturita dall’etere come la manifestazionone di “onde scalari”.
Definendo come “etere” tre cose indistintamente, il vuoto, lo spaziotempo e la
carica elettrica senza massa, secondo Bearden le onde di Tesla non sarebbero
altro che onde scalari in un flusso di cariche senza massa facenti parte della
natura intrinseca dell’etere. A differenza delle onde elettromagnetiche, la cui
natura è vettoriale ovvero caratterizzate da un verso e una direzione oltre che
da una intensità, le onde scalari rappresentano un campo di energia che non ha
né direzione né verso. Le onde scalari, che rappresenterebbero un qualcosa che
non esiste nello spazio ordinario, sarebbero onde che nascono dunque dal vuoto,
un vuoto senza massa ma dotato di carica e inondato da particelle virtuali. In
questo contesto la carica assorbirebbe continuamente “energia virtuale” dal
vuoto, la integrerebbe e poi la riemetterebbe come fotoni reali osservabili. In
base a questo meccanismo le rapide scariche di potenziali elettrostatici che
Tesla aveva registrato nei suoi esperimenti con il suo trasmettitore, non erano
altro che gli effetti del risveglio dell’energia potenziale del vuoto una volta
che fosse stato soggetto a stimoli esterni, proprio quelli che venivano dal
trasmettitore quando veniva iniettata elettricità ad alto voltaggio
nell’ambiente. Secondo i calcoli e le idee di Bearden le onde scalari, che si
propagherebbero longitudinalmente – e non trasversalmente come le onde
elettromagnetiche – modulandosi lungo la direzione verso cui si propagano e
cioè lungo l’asse del tempo, possiedono proprietà straordinarie che le ben
conosciute onde vettoriali dell’elettromagnetismo non hanno. Esse
possiederebbero gradi di libertà multi-dimensionali in cui muoversi, mentre la
velocità della luce non sarebbe più una costante ma sarebbe solo una funzione
dell’intensità del flusso di cariche, ovvero della magnitudine del potenziale
elettrostatico che può essere prodotto da un vuoto senza materia ma carico
elettricamente.
Gli studi di Bearden sulle onde scalari comportano
calcoli molto complessi e una totale revisione della teoria sia classica che
relativistica dell’elettromagnetismo che non esplorando abbastanza cosa si cela
dietro la natura scalare delle forze elettriche, fornirebbe una spiegazione
parziale della realtà ma non la spiegazione di tutta la realtà. Bearden e altri
ricercatori nel campo della fisica del “campo scalare” stanno tentando di
sviscerare la matrice da cui emerge la realtà della materia e dell’energia, una
realtà che ci direbbe che l’universo come lo conosciamo non sarebbe altro che
creazione prodotta da particelle virtuali del vuoto messe in moto da qualche
stimolo esterno. Il segreto starebbe allora nell’ideare strumenti in grado di
innescare e poi imbrigliare certi potenziali elettrostatici, tramite i quali si
otterrebbe una quantità di energia inimmaginabile e senza limiti.
Questa energia, quella che si esplica tramite le onde
scalari, non sarebbe altro che il risultato di fluttuazioni della cosiddetta
“energia di punto zero del vuoto” che altri fisici come Hal Puthoff e Berhardt
Haish hanno studiato in un ambito più classicamente accademico. Del resto,
dell’esistenza di quest’energia ne fu fornita prova già da tempo dal fisico
olandese Hendrik Casimir con un famoso esperimento con cui si mostrò che
ponendo due lastre molto vicine queste esperimentano una forza di attrazione causata
da un vuoto non passivo. Eppure i fisici contemporanei, che hanno dovuto
prendere atto di certe inaspettate manifestazioni della natura, continuano a
ignorare l’importanza del vuoto proprio perché sanno che le proprietà del vuoto
possono far crollare completamente l’attuale edificio della fisica, non per il
modo in cui esso è costruito in sé – dal momento che esso è rigorosamente
fondato seppure con una madornale lacuna di base – ma per il fatto che si
tratta di un “castello in aria” quasi completamente decontestualizzato dalla
realtà più autentica del cosmo.
In poche parole, ciò che appare in natura non è
esattamente ciò che è realmente, essendo la base del tutto situata in un
“regno” che si trova fuori dal nostro normale dominio spaziotemporale e lontano
dalle nostre normali percezioni sensoriali. Nel contesto della teoria del campo
scalare, che comunque non ha ancora raggiunto livelli di formalizzazione
matematica pari a quello della relatività, moltissimi fenomeni, definiti
impossibili, possono accadere: velocità superiori a quella della luce,
l’esistenza di altri universi e di altre dimensioni, fenomeni caratterizzati da
“non-località” come già previsto mezzo secolo fa dagli studi quantistici del
grande fisico britannico David Bohm e che comportano l’esistenza di un universo
interconnesso nell’ambito di un grande “ordine implicato”, la possibilità di
alterare lo stesso campo gravitazionale, e perfino i fenomeni paranormali e le
manifestazioni di Ufo.
Ma chi è veramente Nikola Tesla?
È l’emblema del coraggio, dell’intuizione creativa e
dell’indipendenza di pensiero. Senza le sue ricerche e i suoi innumerevoli
esperimenti oggi non potremmo disporre non solo della radio, ma della corrente
domestica e di tante altre importantissime invenzioni che hanno rivoluzionato
la nostra vita: le lampade a fluorescenza (neon), la TV, il radar, la turbina,
i robot, le macchine elettroterapeutiche.
Invenzioni che troppo spesso sono state attribuite ai
protagonisti dei libri scolastici: Edison per l’energia elettrica, Marconi per
la radio…
Il genio visionario di Tesla ha inoltre creato le basi
per la realizzazione di invenzioni che presumibilmente vedranno la luce in un
futuro non troppo remoto, come la “propulsione ad elettrogravità”, base per la
realizzazione di macchine volanti autosostentate, e per la manipolazione dello
spazio e del tempo.
Quindi non stupitevi se tra qualche anno qualcuno
dedicherà a Tesla la macchina del tempo.
Tesla - Lampo di Genio - Libro
Lampo di genio
Massimo Teodorani