La vitamina C ti allunga la vita
Medicina Integrata
È un potente antiossidante, antivirale e può rallentare
l’invecchiamento: parola di premio Nobel
Redazione Scienza e Conoscenza - 18/05/2020
La vitamina C è la sostanza antinvecchiamento che
l’umanità può iniziare a usare da subito. La storia non è nuova, ma solamente
poco divulgata.
Le prove a sostegno della vitamina C come agente
antinvecchiamento sono avvincenti e radicate nel patrimonio genetico degli
esseri umani. Tutti gli esseri umani sono mutanti: solo l’homo sapiens, le
cavie, le scimmie, alcuni pipistrelli, alcuni pesci e molti uccelli, non
producono la propria vitamina C. Il resto del regno animale sintetizza la
propria vitamina C. Gli animali utilizzano organi diversi per produrla, alcuni
uccelli e rettili usano i reni, mentre gli uccelli e i mammiferi la
sintetizzano nel fegato.
Anche gli umani una volta producevano vitamina C nel
fegato, impiegando nel processo quattro enzimi che convertono gli zuccheri
circolanti in acido ascorbico (vitamina C). Oggi noi umani abbiamo solo 3 dei 4
enzimi necessari e si ipotizza che una mutazione progressiva in qualche
generazione passata abbia disattivato il gene per l’enzima ossidasi gulonolattone
e, lentamente, la mutazione sia progredita, impedendoci la sintesi della
vitamina C.
I mammiferi che sintetizzano la propria vitamina C
possono vivere 8-10 volte oltre l’età della loro maturità fisica, mentre quelli
senza questa capacità raggiungono a fatica le 3-4 volte. I ricercatori
ritengono pertanto che la re-installazione nell'uomo dell’enzima mancante
potrebbe estendere la durata della vita di centinaia di anni. Questo
implicherebbe la possibilità che gli esseri umani del passato, prima di questa mutazione
genetica, abbiano vissuto per centinaia di anni. Il primo scien-ziato a
proporre questa spiegazione è stato Irwin Stone, nel 1966. Le testimonianze
presenti nella Bibbia potrebbero allora assumere un altro aspetto: le età di
Adamo, 930 anni, Noè, 950, Sem, 600, Arpacsad, 438, Abramo, 175, Mosè, 120
sarebbero in linea col progressivo azzeramento della capacità di sintesi
dell’acido ascorbico.
L’integrazione con vitamina C funziona?
Chi critica la vitamina C (e non solo) afferma spesso che
non esiste alcuna dimostrazione scientifica del fatto che essa funzioni come
cura. Ma tale critica è innanzitutto essa stessa al di fuori della scienza, in
quanto, per ogni disciplina scientifica, non si può provare che una teoria sia
vera, ma solo che sia errata.
Esistono, è vero, sperimentazioni spesso citate come
falsificazioni, ma ognuna di esse è stata attentamente esaminata e rifiutata da
medici ortomolecolari, in quanto effettuata con protocolli viziati, per aver impiegato
o quantità irrisorie di vitamina C o con frequenza troppo bassa o per troppo
poco tempo o in forma orale invece che endovenosa. Viceversa, le
sperimentazioni che hanno impiegato quantità di vitamina C in dosi elevate,
frequentemente e che si siano protratte per il tempo dovuto, hanno
costantemente registrato effetti positivi. La vitamina C e gli integratori che
possono essere utili a prolungare la vita, contrastando le malattie
degenerative quali quelle cardiovascolari, il cancro e gli ictus – solo per
citare le tre principali cause di decesso – devono essere messi alla prova
scientificamente e non rifiutati per l’assenza di un’impossibile dimostrazione
del loro valore in mancanza di trials correttamente predisposti.
Già dal 1984 i ricercatori sapevano che l’integrazione di
vitamina C aumenta la vita media dei topi di ben il 20%1. Il premio Nobel Linus
Pauling ha suggerito che gli esseri umani integrino la loro dieta continuamente
durante la giornata, per imitare l’attività del fegato come se il gene per
l’enzima ossidasi gulonolattone fosse ancora attivo. Pauling suggeriva
l’integrazione con ascorbati minerali, non con l’acido ascorbico che a volte
può essere irritante per lo stomaco. La quantità utilizzata dipende dal singolo
soggetto e dallo stato di salute. Il limite soggettivo viene stabilito
cominciando con poche decine di milligrammi e aumentando piano piano per dare
modo all’organismo di abituarsi. Si raggiungono in tale modo quantità che in
individui sani vanno tipicamente dai 2-3 ai 10-15 grammi al giorno.
NOTE
1.
H.R.Massie, et al, “Dietary vitamin C improves the survival of mice”,
Gerontology 30: 371-75, 1984.
eBook - Il Fattore C >> https://bit.ly/35R9Vzv
Vitamina C ad alte dosi nel trattamento del COVID-19 e di
altre condizioni patologiche
Domenico
Mastrangelo