mercoledì 30 marzo 2022

Cosa resta di noi dopo la Morte?


Cosa resta di noi dopo la Morte?

Consapevolezza e Spiritualità

>> https://bit.ly/3Nw8KLk

Sull’argomento “Morte” i popoli antichi avevano un concetto abbastanza diverso da quello delle popolazioni cosiddette civili dell’epoca moderna; ma in esperimenti relativamente recenti, studiosi medici, scienziati di Tanatologia (studio della morte), hanno ritenuto di dover recuperare l’argomento.

E che cosa hanno trovato gli scienziati? Hanno scoperto che se si mette un morente sul “piatto” di una sensibile bilancia atomica, un momento prima che il soggetto esali l’ultimo respiro, il suo peso diminuisce di qualche decina di grammi (15 gr. circa), mentre il suo corpo tende a irrigidirsi nel “rigor mortis”.

È bastato questo dato perché essi si convincessero di essere riusciti a trovare un sistema per misurare il “peso dell’anima”.

Redazione - Scienza e Conoscenza - 29/03/2022

A cura della Redazione della collana Scienza e Conoscenza

Resta qualcosa di noi dopo la morte?

Le cose, in realtà, stanno un po’ diversamente, secondo le semplici, ma sacrosante leggi dell’Universo. Poiché tutto quello che si può dire al momento è che l’evento-morte studiato ha solo l’apparenza di un normale esperimento di laboratorio. Infatti a San Pietroburgo, dove viene condotta la maggior parte delle più serie ricerche mondiali in questione, i ricercatori dell’Università Tecnica stanno ancora cercando di rispondere a una domanda antica come l’umanità: resta qualcosa di noi dopo la morte?

“Le religioni, in ogni epoca della storia dell’uomo, hanno sempre risposto di sì “– dice Constantin Korotkov, uno dei massimi esperti nel campo di questo genere di ricerche. “È logico, esse esistono proprio perché l’uomo ha sempre pensato o sperato di essere in qualche modo immortale. La scienza si è dovuta fermare al limitare dell’ultimo respiro, semplicemente perché non c’era modo di andare oltre con prove sperimentali. I nostri esperimenti dicono tuttavia che, invece, si può andare oltre. Ci troviamo sulla spiaggia di una terra inesplorata, che si delinea sterminata, e dove un giorno troveremo risposte che potrebbero mutare l’intera nostra percezione del mondo. Tant’è che quando siamo di fronte a un corpo inanimato, incontestabilmente senza vita, abbiamo l’impressione che questo emetta ancora qualcosa.

“Sì” - insiste Korotkov – “possiamo affermare, dopo due anni di ricerche, di aver ottenuto l’evidenza sperimentale dell’attività del corpo umano almeno per alcuni giorni dopo la morte. È qualcosa che sembra contraddire tutto quanto si sapeva sino a oggi, e cioè che tutte le attività fisiologiche dell’organismo si spengono rapidamente dopo la morte clinica e vanno a zero in un determinato, breve, periodo di tempo”.

Dove il confine tra scienza ed esoterismo diventa sottile

Le domande si affollano, la tentazione di sconfinare dal solido terreno sperimentale nella sterminata serie di ipotesi, estrapolazioni, teorie, si fa irresistibile. “Qui il confine tra scienza ed esoterismo diventa sottile, ma dobbiamo resistere alla tentazione, che io stesso provo, di lanciarsi nell’ignoto”. Chi continua così il ragionamento di Korotkov è Ghennadij Nikolaevic Dulnev, il direttore del Centro di Tecnologia energetico-informativa di cui il programma di Korotkov è soltanto una parte. Il centro di Dulnev si occupa della registrazione obiettiva, della verifica, reperibilità, utilizzazione pratica di una larga serie di fenomeni “paranormali”, come telepatia e telecinesi. Si era partiti dalla ricerca diagnostica. Si suppone da tempo che il corpo umano “emetta” un campo (CEI), per ora sconosciuto, contenente una vasta quantità d’informazioni sullo stato dell’individuo, sulle sue caratteristiche biologiche, psichiche, ereditarie, quindi anche sul suo stato di salute.

Attraverso l’uso sistematico dell’“effetto Kirlian” sui pazienti, si è scoperto che il campo emesso dall’individuo contiene effettivamente dati che possono aiutare a comporre un ritratto completo, per esempio, dello stato degli organi interni. Già, ma che c’entra il cadavere? Korotkov e il suo gruppo qualche, di provare a vedere cosa succedeva sottoponendo un cadavere alla stessa analisi. Lo scopo era piuttosto semplice: “Volevamo osservare – spiega Korotkov, che è un fisico e non un medico – in quali tempi si affievolisce e scompare, dopo la morte, il campo energetico-informativo che circonda l’individuo”.

Il campo energetico-informativo dell’uomo non scompare dopo la morte!

E qui è arrivata la sorpresa. Una sorpresa sconvolgente. Il “campo” non scompare. Non solo, ma a quanto sembra l’“emissione”, tra l’altro, ha un rapporto con le “modalità della morte”. Per esempio: i defunti per vecchiaia fanno registrare un graduale indebolimento del “segnale” nelle prime 48 ore dopo il decesso. Ma esso si stabilizza e permane, seppure debole, anche oltre. Altro esempio: i decessi per incidente o per cause improvvise. In questo caso si registra un brusco aumento del “segnale” nelle prime venti ore, seguito da un’altrettanto brusca caduta, fino a un livello stabile e debole. Il terzo esempio è il più inquietante. Riguarda i decessi in condizioni di acuta sofferenza, in seguito ad assassinio, violenze fisiche. Qui l’emissione post mortem ha un andamento irregolare che si prolunga per l’intero periodo di osservazione (finora per  i cinque giorni successivi alla morte) e non registra alcuna stabilizzazione (esplosioni d’intensità cui fanno seguito cadute improvvise). In particolare i suicidi mostrano un andamento delle emissioni talmente convulso da poter essere distinto da tutte le altre cause di morte. “La criminalistica – dice Korotkov – può usare questi risultati per stabilire senza margine di errore se il defunto è stato ucciso o si è ucciso”.

Balza agli occhi una serie di immediate conseguenze. Il corpo del defunto “trasmette” informazioni che “ricordano” gli ultimi istanti della vita. E questa informazione persiste indipendentemente dall’allontanarsi dal momento della morte. Com’è possibile? E perché le osservazioni si sono fermate al quinto giorno? “Per ragioni legali – risponde Korotkov – i corpi che ci vengono dati in osservazione debbono essere restituiti all’autorità giudiziaria. Certo vorremmo andare oltre, fino al nono o al quarantesimo giorno, per vedere cosa succede. Ma oltre non possiamo andare, per adesso. L’ostacolo è giuridico-legale”. E perché questi due intervalli? “Perché siamo convinti che le credenze religiose di molti popoli abbiano a che fare con quel che stiamo studiando”.

Siamo vicini alla scoperta di qualcosa di simile all’"anima"?

“Ciascuno la chiami come vuole. Il nostro linguaggio risente della nostra cultura attuale e delle nostre tradizioni” – commenta Dulnev – “ma io penso che dobbiamo cominciare a pensare che il nostro mondo è molto più complesso di quanto crediamo. Noi viviamo oggi nello spazio-tempo-materia. Non basta per spiegare fenomeni come quelli di cui stiamo parlando. Bisogna supporre l’esistenza di un’altra dimensione, di un campo informativo dove le trasmissioni avvengono a velocità superiore a quella della luce”. “Sono ipotesi – continua Korotkov – ma noi pensiamo che i guaritori (e, in linea di principio, ogni individuo) siano come degli apparecchi rice-trasmittenti imperfetti che riescono a sintonizzarsi con questo campo”. “Questo spiegherebbe perché i risultati dei singoli esperimenti possono essere contraddittori. Ma sul piano statistico, una volta raggiunta una sufficiente quantità di dati, questa contraddittorietà scompare.

Scopri la Scienza dell'Uno di Vittorio Marchi

https://www.macrolibrarsi.it/autori/_vittorio_marchi.php?pn=1567


lunedì 28 marzo 2022

Il nervo vago: pilastro della salute


Il nervo vago: pilastro della nostra salute

Medicina Integrata

>> https://bit.ly/3dKxwWX

Un nuovo metodo che permette di ripristinare la capacità di mantenere la salute fisica ed emozionale

Valerio Pignatta - 25/03/2022

Articolo tratto da Scienza e Conoscenza n. 76

Il sistema nervoso autonomo

Per oltre trent’anni Stanley Rosenberg ha praticato varie forme di terapie corporee tra le più utilizzate e diffuse, ma alla fine, come racconta nell’introduzione al suo ultimo libro Vago, il mio nervo più importante (Macro Edizioni, 2021) ha scoperto che stava usando la mappa sbagliata.

Infatti, venuto a conoscenza della teoria polivagale messa a punto da Stephen Porges, poté, grazie ai suoi concetti, espandere effettivamente per la prima volta la sua comprensione riguardo al funzionamento del sistema nervoso autonomo, e avere immediatamente a disposizione una mappa migliore.

Il sistema nervoso autonomo è parte integrante del sistema nervoso umano, e il suo compito consiste nel supervisionare e regolare l’attività degli organi interni o “viscerali”, ossia il cuore, il fegato, la cistifellea, lo stomaco, l’intestino, i polmoni, i reni e l’apparato genitale.

Le disfunzioni di uno qualsiasi di questi organi possono manifestarsi a causa di un malfunzionamento del sistema nervoso autonomo.

Come ci racconta Rosenberg il suo è stato un percorso di crescita continuo segnato dal passaggio finale dalle teorie classiche sul sistema nervoso autonomo alla rivoluzione apportata da Porges: “prima della teoria polivagale, era opinione largamente accettata che il funzionamento del sistema nervoso autonomo avvenisse in base a due stati: stress e rilassamento.

La reazione acuta da stress, detta anche reazione “combatti o fuggi”, è un meccanismo di sopravvivenza che si attiva quando ci sentiamo minacciati; in pratica, esso mobilita il corpo e lo prepara a com-battere o fuggire.

Quindi, in stato di stress i nostri muscoli sono in tensione e ci permettono di muoverci più rapidamente e/o di esercitare una forza maggiore. Dal canto loro, gli organi interni lavorano per supportare questo sforzo straordinario compiuto dal nostro sistema muscolare.

Una volta che abbiamo vinto la “lotta” e neutralizzato ciò che ci minacciava, oppure quando ci siamo allontanati a sufficienza da non essere più in pericolo, a quel punto subentra la reazione di rilassamento, e noi rimaniamo in questo stato rilassato finché non si presenta una nuova minaccia.

Nel vecchio approccio al sistema nervoso autonomo, il rilassamento era caratterizzato dalla reazione “riposa e digerisci” o “nutriti e riproduciti”.

Questo stato veniva attribuito all’attività del nervo vago, noto anche come decimo nervo cranico, che, come tutti i nervi cranici, ha origine nel cervello, o meglio, nel tronco encefalico. Secondo questa vecchia interpretazione, universalmente accettata, il sistema nervoso autonomo oscillerebbe tra stati di stress e rilassamento.

I problemi insorgono quando rimaniamo bloccati in uno stato di stress anche dopo che una minaccia o un pericolo sono passati, magari perché il nostro lavoro o stile di vita sono continuamente stressanti. Da molti decenni lo stress cronico viene riconosciuto come un vero e proprio problema di salute, e un’ingente quantità di ricerche scientifiche è stata dedicata a comprendere gli effetti dannosi dello stress a lungo termine.

Nel cercare di curare e gestire lo stress cronico, medici e terapeuti hanno dato vita a un vasto movimento, e hanno scritto su giornali, riviste, libri e blog un gran numero di articoli destinati al pubblico in generale. Anche l’industria farmaceutica ha iniziato a produrre un’ampia gamma di farmaci antistress che, grazie a un consumo sempre più diffuso, hanno fruttato alle multinazionali considerevoli profitti. Eppure, nonostante tutte queste risorse, tante persone hanno l’impressione di non essere state aiutate a sufficienza, e continuano a sentirsi stressate.

Molti ritengono che la nostra società stia diventando di anno in anno sempre più stressante, e che di conseguenza anche la gente sia sempre più stressata.

Forse, il problema è che abbiamo utilizzato la mappa sbagliata. Seguendo il vecchio approccio al sistema nervoso autonomo non siamo ancora stati in grado di scoprire metodi veramente efficaci per gestire lo stress”. [continua...]

Continuando la lettura su Scienza e Conoscenza n. 76 scoprirai:

La pratica clinica sul nervo vago

La neurologia del coinvolgimento sociale

Come ristabilire il coinvolgimento sociale - le tecniche...


Scienza e Conoscenza n. 76 - Aprile-Giugno 2021 >> https://bit.ly/3dKxwWX

Rivista - Autori vari

www.macrolibrarsi.it/libri/__scienza-e-conoscenza-n-76-aprile-giugno-2021-rivista-cartacea.php?pn=1567

 

Vago - Il Mio Nervo più Importante — Libro

Gli esercizi per superare ansia, depressione, emicrania, mal di schiena e molti altri disturbi psico-emotivi

Stanley Rosenberg

www.macrolibrarsi.it/libri/__vago-il-mio-nervo-piu-importante-libro.php?pn=1567

 

mercoledì 23 marzo 2022

Di cosa sono fatti gli atomi?


Di cosa sono fatti gli atomi? Ce lo spiega il libro "La Biologia delle Credenze"

Nuova Biologia

>> https://bit.ly/3wLb1MT

Lo sapevi che la struttura dell’atomo è formata da un insieme di vortici di energia infinitamente piccoli chiamati quark e fotoni?

Bruce Lipton - 23/03/2022

Il seguente articolo è tratto dal best seller La Biologia delle Credenze.

I fisici quantistici hanno scoperto che gli atomi materiali sono formati da vortici di energia in costante vibrazione e rotazione, ogni atomo è come una trottola in rotazione, che oscilla ed emette energia. Poiché ciascun atomo ha una sua specifica configurazione energetica (oscillazione), gli aggregati di atomi (molecole) emettono collettivamente modelli energetici che li identificano. Ciò significa che qualunque struttura fisica nell’Universo, compresi voi e io, irradia una specifica configurazione energetica.

Se fosse possibile osservare al microscopio la composizione di un atomo, che cosa vedremmo? Immaginate un mulinello di polvere che corre per il deserto. Togliendo la sabbia e la polvere, quello che rimane è un vortice invisibile simile a un tornado. La struttura dell’atomo è formata da un insieme di vortici di energia infinitamente piccoli chiamati quark e fotoni. Da lontano, l’atomo apparirebbe come una sfera indistinta; ma mettendone sempre più a fuoco la struttura, l’atomo diventerebbe sempre meno nitido e preciso, fino a scomparire del tutto. Non vedremmo più nulla, perché mettendo a fuoco la struttura dell’atomo osserveremmo soltanto uno spazio vuoto. L’atomo non ha una struttura fisica: il re è nudo!

Vi ricordate i modelli di atomo che usavate a scuola, fatti di palline che ruotavano come il sistema solare? Bene, confrontiamo quell’immagine con la “struttura” dell’atomo scoperta dalla fisica quantistica: gli atomi sono fatti di energia invisibile, non di materia tangibile!

Quindi, nel nostro mondo la sostanza materiale (materia) appare dal nulla. So che sembra incredibile, soprattutto se pensate che in questo momento state tenendo in mano un libro materiale. Ma se metteste a fuoco la sostanza materiale di questo libro con un microscopio atomico, vedreste che in mano non state tenendo nulla. Noi giovani studenti di biologia avevamo ragione su una cosa: l’Universo quantistico è sconcertante.

Ora diamo uno sguardo più ravvicinato alla natura “adesso si vede, adesso non si vede!” della fisica quantistica. La materia può essere contemporaneamente definita un qualcosa di solido (particella) e un campo di forza immateriale (onda). Quando si studiano le proprietà fisiche degli atomi, come la massa e il peso, gli atomi sembrano materiali e si comportano come se lo fossero; ma quando gli stessi atomi vengono descritti in termini di potenziale elettrico e di lunghezza d’onda, rivelano le caratteristiche e le proprietà dell’energia (onde) [Hackermüller et al. 2003; Chapman et al. 1995; Pool 1995; N.d.A.]. Il fatto che l’energia e la materia siano la stessa identica cosa, è esattamente quello che Einstein intendeva con la formula E = mc2. In parole semplici, quest’equazione dice che l’energia (E) è uguale alla materia (m, massa) moltiplicata per il quadrato della velocità della luce (c). Einstein aveva capito che non viviamo in un Universo fatto di oggetti materiali distinti e separati da uno spazio vuoto. L’Universo è un tutto indivisibile e dinamico in cui l’energia e la materia sono così strettamente interconnesse che è impossibile considerarle entità separate.

DA NON PERDERE!

La Biologia delle Credenze — Libro >> https://bit.ly/3wLb1MT

Come il pensiero influenza il DNA e ogni cellula - Con musica a 432 Hz di Emiliano Toso

Bruce Lipton

www.macrolibrarsi.it/libri/__la-biologia-delle-credenze.php?pn=1567