Scienza e Conoscenza - n. 53
Nuove scienze, Medicina non Convenzionale, Consapevolezza
Scienza e Conoscenza - n. 53 - Rivista Cartacea
Immortalità. Vita. Morte. Reincarnazione. Coscienza. Ne
parliamo in questo nuovo numero di «Scienza e Conoscenza» con la certezza di
trattare temi di portata cosmica da un punto di vista forzatamente parziale:
quello della finitezza delle poche pagine a disposizione e dell'impossibilità
di esaurire anche solo in minima parte le implicazioni fisiche, mediche,
storiche, religione, filosofiche, psicologiche legate a questi temi.
Su un solo fatto vorrei soffermarmi un attimo: anche se
l'aspettativa di vita dell'uomo occidentale è raddoppiata nel corso dell'ultimo
secolo, questo non ha fatto diminuire la paura della morte, che è, al
contrario, aumentata. Della morte abbiamo il terrore e l'abbiamo allontanata
dalle nostre vite, dalle nostre case: l'abbiamo disinfettata, resa fredda,
rifiutata. Forse la morte ci fa così paura perché non sappiamo più vivere.
Tota enim philosophorum vita, ut ait Socrates,
commentatio mortis est, ovvero "Tutta la vita dei filosofi, come dice
Socrate, è una preparazione alla morte".
Potrei riportarvi altre dottissime citazioni filosofiche
sulla vita, la morte e la vita al di là della vita. In questa calda estate si
sente per radio una canzone che si intitola Gli Immortali, è di un noto
cantante pop che si chiama Lorenzo Jovanotti Cherubini. Ha un ritornello molto
bello che vi riporto e che dà il senso, con un linguaggio semplice e poetico,
di un concetto profondo, su cui riflettere:
«E lo ridico ancora per impararlo a memoria
in questi giorni impazziti di polvere di gloria
e lo ripeto ancora fino a strapparmi le corde vocali
ora che siamo qui Noi Siamo Gli Immortali»
Prima di lasciarvi alla lettura delle pagine che seguono,
vi riporto un ultimo aneddoto, sempre di spicciola vita familiare. L'altro
giorno ascoltavo i discorsi dei miei figli che parlottavano tra loro. E ho
colto un brandello di frase che la mia grande, di 6 anni, stava raccontando al
piccolo di 3: "Sì, perché noi torneremo qui, in questo mondo. Ci torneremo
quando ci saranno di nuovo i dinosauri, ma quando io ci tornerò non mi chiamerò
come adesso, non sarò Ginevra". A casa a tavola non parliamo certo di
reincarnazione o vite precedenti o future, eppure spesso, guardando come loro
vivano veramente da immortali nel qui e ora del presente, mi chiedo se non si
portino dietro conoscenze e sensazioni di cui noi non abbiamo più memoria e che
non osino raccontarcele, vedendoci così presi e indaffarati a trovare le chiavi
della macchina piuttosto che a cercare di risolvere i problemi relazionali che
ancora abbiamo con i nostri genitori...
Buona lettura!
Marianna Gualazzi
Indice
La Fisica dell'Immortalità
Cosa può dirci la fisica quantistica sull'immortalità,
sulla natura del cervello e della coscienza?
Ce ne parla il nostro fisico teorico Luigi Maxmilian
Caligiuri
Una luce in fondo al tunnel
Una
lettura scientifica delle esperienze di premorte e di uscita fuori dal corpo:
intervista a Enrico Facco, professore di anestesiologia e rianimazione
Che cos'è la coscienza
Cronache
dal primo congresso internazionale di Scienza della Coscienza
La Mente Immortale
Una chiacchierata con Ervin Laszlo per capire chi muore,
cosa muore e se muore
Vivere come essere immortali
Carmen Di Muro, psicologa, ci invita a riflettere sul
fatto che l'immortalità risiede del vivere con pienezza la nostra vita, nel qui
ed ora
Anima, Tempo e Immortalità
Antonio
Bertoli ci dà la sua visione dell'anima e del suo percorso terreno
Trapianti: facciamoci qualche domanda
Un tema scottante, difficile e rischioso affrontato con
chiarezza e senza pregiudizio da Valerio Pignatta
ALIMENTAZIONE E SALUTE
I grassi fanno bene
Quando la scienza torna sui suoi passi: i grassi, anche
saturi, non fanno male e vanno consumati in dosi adeguate
MEDICINA NON CONVENZIONALE
Più ossigeno!
Per
contrastare l'invecchiamento e favorire la salute, le nostre cellule hanno
bisogno di ossigeno: la dottoressa Fiamma Ferraro ci illustra i metodi più
efficaci per ossigenare il nostro corpo
Astrologia e Cromopuntura
Il
dottor Vincenzo Primitivo ci spiega il senso dell'astrologia oggi e come può
essere integrata alla cromopuntura
Dimmi come disegni e ti dirò chi sei
Un
affascinante viaggio tra grafologia e floriterapia, metodi dolci per risolvere
i disagi, le ansie e lo stress di bambini e adulti
I grassi che fanno bene
I grassi non vanno eliminati dall'alimentazione:
scopriamo insieme quanti e quali consumare per restare in salute! - Articolo
tratto da Scienza e conoscenza n. 53
Prima di affrontare di petto l'argomento
"grassi", di importanza molto sottovalutata per la nostra salute,
riporto una citazione dall’ultimo “bestseller” di Gregg Braden, il celebre
ricercatore noto internazionalmente come pioniere nella costruzione di un ponte
tra la scienza e la conoscenza indigena destinato a creare soluzioni concrete
per il mondo di oggi.
Nel suo ultimo libro, dal titolo The Turning Point (Il
punto di svolta: la Resilienza), Braden, anche se il libro non tratta tematiche
alimentari ma di natura spirituale e psicologica, cita proprio il permanere di
convinzioni erronee sui grassi come esempio tipico dello “spazio di dissonanza”
e cioè di “quello spazio che si interpone fra l’accettazione delle nuove
scoperte e il loro rigido rifiuto nonostante l’evidenza dei fatti”.
La durata troppo lunga degli spazi di dissonanza è
dovuta, secondo Braden, non tanto alla tendenza a rifiutare le nuove
informazioni che emergono ma piuttosto a ignorarle, a non prenderne atto in
alcun modo.
«Non molto tempo fa» continua Braden «c’è stato un
periodo in cui tutti i grassi della nostra dieta sono stati demonizzati,
ritenendoli responsabili di una schiera di problemi di salute, tra cui
l’obesità e il diabete. Seguendo questa concezione estrema, talune persone
hanno eliminato dalla propria dieta ogni forma immaginabile di grassi...
Credendo fermamente che la loro scelta le avrebbe portate verso una salute
migliore e una maggiore longevità, hanno seguito il loro nuovo regime dietetico
con la rigidità di un campo di addestramento militare. Sono però comparsi dei
problemi quando alcuni studi di approfondimento hanno dimostrato che l’assenza
di grassi nella dieta in realtà contribuisce a problemi quali il cancro, la
depressione e l’indebolimento del sistema immunitario».
Questo mio articolo vuole appunto contribuire ad
abbreviare la durata dello “spazio di dissonanza” riguardante i grassi, che sta
ormai durando troppo a lungo, con effetti negativi sulla salute delle persone.
Parlo a lungo dei grassi anche nel mio libro sull’alimentazione che uscirà a
breve per Macro Edizioni.
La proporzione aurea del latte materno
Passiamo quindi a esaminare in modo logico e
scientificamente aggiornato questa tematica.
Inizio ponendo la seguente domanda: «Caro lettore,
secondo te quale dei tre gruppi di macronutrienti che fornisce le calorie
indispensabili per la produzione della nostra energia vitale (proteine,
carboidrati e grassi) è contenuto in maggior misura nel latte materno, e cioè
nell’alimento perfetto disegnato da madre natura per la salute dei neonati e
quindi per la sopravvivenza della specie?».
Immagino che molti, riflettendo sul fatto che un neonato
nei primi sei mesi di vita raddoppia il proprio peso e anche nel periodo
successivo cresce a un ritmo accelerato, rispondano: «ovviamente le proteine!»,
poiché le proteine sono appunto i “mattoni” necessari per costruire ex novo i
vari tessuti del corpo (e in seguito per sostituire quelli che si
logorano/consumano nel corso degli anni).
Ebbene no. La risposta non è esatta. Le proteine
forniscono solo il 6% delle calorie contenute nel latte materno mentre i grassi
ne forniscono il 54-56%, e i carboidrati il 38-40%.
L’alimento perfetto disegnato da madre natura per i
neonati fornisce loro pertanto le calorie soprattutto nella forma dei grassi.
Un’altra “sopresa”: nel latte materno quasi la metà dei
grassi (dal 43 al 49%) è nella forma dei grassi saturi; vi è poi un 50-54% di
grassi monoinsaturi (per la maggior parte nella forma dell’acido oleico,
contenuto anche nelle olive) e un 8-12% di oli polinsaturi.
Il latte materno fornisce inoltre una notevole quantità
di colesterolo.
Facciamoci qualche domanda
Sorgono quindi spontanei i seguenti interrogativi: com’è
possibile che un alimento perfetto come il latte materno fornisca al neonato
delle percentuali così elevate di sostanze, come i grassi saturi, ancora
considerate “nocive”?
Come mai i consigli medici generali e le raccomandazioni
dietetiche ufficiali ancora oggi raccomandano in genere di non superare il
25-30% di grassi, di cui non più del 10% in grassi saturi, e non ne
raccomandano una percentuale minima necessaria? Neanche si trattasse di tossine
che entro un certo limite non fanno troppi danni, ma meglio sarebbe evitarle
del tutto...
Come mai, mentre per i grassi si consiglia questa ingente
diminuzione, per le proteine i consigli contenuti in diete considerate
“equilibrate” raccomandano ad adulti non più in fase di crescita di assumerne
una percentuale del 20-30% circa, e in alcune diete “paleo” ed iperproteiche si
arriva a consigliarne fino al 60% mentre ad un neonato ne basta il 6% per raddoppiare
il peso del suo corpo nei primi 6 mesi di vita? (e questa percentuale
diminuisce ancora nel latte materno dei mesi successivi, quando il tasso di
crescita del neonato, pur restando elevato, rallenta un pochino).
Quali sono le ragioni alla base di queste differenze?
Anch’io, come probabilmente il lettore, ho pensato che gli scienziati avessero
cercato e accertato le differenze fisiologiche sussistenti tra l’organismo di
un neonato in forte crescita e quelle di un adulto, divergenze che
giustificherebbero il divario, quanto ai grassi, tra la composizione
dell’alimentazione del neonato quale disegnata da madre natura, e quella in
genere raccomandata agli adulti nelle linee guida, ma non le ho trovate.
La domanda che a questo punto sorge spontanea è: ma quali
sono le funzioni dei grassi e perché non sarebbe male assumerne quantità anche
superiori (ovviamente entro limiti ragionevoli) a quelle in genere
raccomandate?
Fanno più ingrassare i grassi o gli zuccheri?
Molti pensano che il grasso introdotto con gli alimenti
serva solo a fornire calorie in quantità elevata (e in effetti 1 g di grasso
contiene 9 calorie, mentre 1 g di carboidrati o proteine ne contiene la metà;
va tuttavia considerato che i grassi hanno uno spiccato potere saziante) e
quindi che il grasso mangiato vada solo a alimentare il tessuto adiposo che
quasi tutti ormai abbiamo in eccesso, e viene attribuita a questo grasso la
colpa dell’epidemia di obesità con cui siamo oggi alle prese.
Vediamo invece cosa è accaduto: i consigli che a partire
da circa 60 anni fa hanno raccomandato di evitare al massimo i grassi hanno
portato a una loro sostituzione soprattutto con i carboidrati (spesso purtroppo
con carboidrati in forma poco sana) e sembrerebbe che la colpa dell’epidemia di
obesità sia piuttosto da attribuire a questi carboidrati.
Faccio una considerazione: è noto che abbiamo ancora la
costituzione dei nostri antenati preistorici, che spesso dovevano affrontare
lunghi periodi di mancanza di cibo.
La saggia madre natura quindi fa ancora in modo che
nessuna delle calorie che ogni giorno mangiamo in misura superiore al nostro
fabbisogno venga dispersa ed eliminata, ma provvede a immagazzinarla nel nostro
“salvadanaio” costituito dal tessuto adiposo, dal quale è possibile prelevarla
nei periodi di “magra”. Le “monete” che al giorno d’oggi sono immagazzinate (e
poi non spese) nel nostro salvadanaio spesso straripante provengono per la
maggior parte dagli zuccheri.
Prendiamo l’esempio di un alimento tra i più sani: la
frutta. I nostri antenati non ne avevano, come noi, grandi quantità a
disposizione per tutto l’anno; disponevano di frutta soprattutto nella tarda
estate/autunno e quindi giustamente ne mangiavano molta per immagazzinarla nel
tessuto adiposo che poi avrebbero smaltito durante l’inverno, periodo in cui
avrebbero dovuto affrontare freddo e carenza di cibi.
Noi invece, che non dobbiamo affrontare questi problemi,
mangiamo ormai tutto l’anno non solo molta frutta (sarebbe un bene!) ma
quantità industriali dello zucchero contenuto nella frutta, il fruttosio, che
viene purtroppo aggiunto ad ogni sorta di bevande dolci e alimenti, nella forma
dello sciroppo di mais. Il fruttosio è lo zucchero che nel corpo viene
trasformato maggiormente in tessuto adiposo e viene immagazzinato sotto forma
di trigliceridi più facilmente degli altri zuccheri.
Se questo era un bene per i nostri antenati non lo è per
noi che, non dovendo affrontare né freddo, né carestie, né fatiche fisiche,
difficilmente riusciamo a liberarci del “tesoro” immagazzinato.
Ma dopo questa divagazione sulla frutta torniamo ai
grassi nell’alimentazione.
Quali sono le funzioni che svolgono i grassi nel nostro
organismo, oltre a quella di fornire calorie e quindi di farci ingrassare,
compito che, come abbiamo visto, svolgono in modo meno efficiente dei
carboidrati/zuccheri?
Vuoi scoprire perché i grassi fanno bene alla salute?
Continua la lettura su Scienza e Conoscenza n. 53
Scienza e Conoscenza - n. 53 - Rivista Cartacea >> http://goo.gl/8pHX8d
Nuove scienze, Medicina non Convenzionale, Consapevolezza
Editore: Scienza e Conoscenza - Editore
Data pubblicazione: Luglio 2015
Formato: Rivista - Pag 80 - 19,5 x 26,5 cm