martedì 17 settembre 2024

Densità etere definisce costante gravitazionale G


La densità di etere definisce il valore della costante gravitazionale G

Scienza e Fisica Quantistica  

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La costante gravitazionale G è una delle colonne portanti della fisica, eppure il suo valore esatto continua a essere oggetto di discussione tra gli scienziati. Nella sua originale interpretazione lo scienziato sloveno Amrti Sorli, considera lo spazio quadridimensionale, e la gravità legata alla densità variabile di un “etere” o “spazio superfluido”.

Francesca Lanza - 16/09/2024

Fonte Oltre la Fisica di Einstein

La costante gravitazionale G è una delle principali costanti della fisica. Nel corso della storia, sono state effettuate numerose misurazioni del suo valore e le differenze dei risultati ottenuti sono sempre state minime, tuttavia tali misurazioni lasciano aperta la questione su che cosa definisce e cosa potrebbe influenzare il valore della costante gravitazionale G. Alcuni ricercatori suggeriscono che il valore della costante gravitazionale cambi nel tempo e affermano che la causa di questi cambiamenti è il movimento della crosta interna della Terra. La loro interpretazione suscitò molto interesse e suscitò molte polemiche anni fa.

Il fatto per me più affascinante è interessante, è che il valore della costante gravitazionale G possa essere calcolato utilizzando la densità di energia dello spazio interstellare. Fondamentalmente, il valore della costante gravitazionale è determinato dalla densità di energia dello spazio interstellare. Il calcolo fu eseguito per la prima volta dal fisico tedesco Max Planck, che è anche il padre delle "unità di Planck", uno dei fondamenti della fisica quantistica.

Etere, spazio superfluido e gravità

Le costanti di Planck sono sempre state di grande ispirazione per me e anni fa ho iniziato a esplorare il loro significato più profondo nell’ambito della fisica. La ricerca ha dimostrato che la costante gravitazionale G è direttamente correlata alle costanti di Planck.

La densità energetica dello spazio secondo Planck non è quindi solo un valore teorico, ma esprime la densità concreta dello spazio cosmico, la cui specificità è che non è tridimensionale, come ci sembra, ma quadridimensionale. La quarta dimensione dello spazio non è il tempo, anche la quarta dimensione è spaziale. Lo spazio è un tipo di energia che ha quattro dimensioni. Oggi chiamiamo l'energia dello spazio “spazio superfluido”, ma non è nient’altro che ciò che alla fine del XIX secolo veniva chiamato “etere”. La densità energetica dell'etere è variabile, la più bassa al centro dei corpi celesti. La forza di gravità è la forza dell'etere nella direzione dalla densità di energia maggiore a quella di densità energetica minore, cioè in direzione del centro dei corpi celesti.

La costante gravitazionale

Isaac Newton aveva già pensato al fatto che la densità variabile dell'etere fosse portatrice di gravità. La sua idea è stata sviluppata estendendo il principio di uguaglianza di massa ed energia allo spazio; estensione che consente la descrizione della gravità come una forza che esiste nello spazio stesso ed è definita dalla densità energetica dello spazio. In questo modello, la costante gravitazionale è definita dalla densità energetica dell'energia dello spazio, l'etere, ed è la stessa in tutto l'universo. Il movimento della crosta interna della Terra non può influenzare la costante gravitazionale. Se ciò fosse possibile, allora la costante gravitazionale avrebbe valori diversi su tutti i possibili corpi celesti, il che significa che l'uso della costante gravitazionale come la conosciamo nei vari calcoli astronomici sarebbe inutile. Dal momento che le cose non stanno assolutamente così, con il valore esistente della costante gravitazionale calcoliamo le forze gravitazionali tra i pianeti del nostro sistema solare, tra i sistemi solari della nostra galassia e tra le galassie.

Il nostro gruppo di ricerca propone che il valore della costante gravitazionale venga misurato con gli stessi strumenti in diversi punti della superficie terrestre e sui satelliti in modo tale che lo stesso tipo di strumento sia posto in una camera dove non c'è aria e tutto le camere hanno la stessa temperatura. Ciò garantirà che le condizioni di tutte le misurazioni siano identiche. Ci aspettiamo che il valore della costante gravitazionale sia lo stesso in tutti gli esperimenti.

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La fisica meravigliosa dell'osservatore risvegliato

Amrit Srecko Sorli

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sabato 3 agosto 2024

Scienza e Pedagogia Quantistica

Alla scoperta dell’invisibile: Scienza e Pedagogia Quantistica

Scienza e Fisica Quantistica

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L’osservazione e la comprensione del mondo naturale sono da sempre al centro delle nostre aspirazioni scientifiche, ma le nuove scoperte continuano a dimostrarci che ciò che vediamo è solo una piccola parte della realtà che ci circonda. Che cos’è dunque la scienza?

Francesca Lanza - 01/08/2024

Massimo Teodorani, nel suo libro Atomo e particelle elementari mette in luce come si sia giunti a riconoscere l’esistenza di una componente invisibile che costituisce una parte più che significativa della realtà.

«Fino alla prima metà del Novecento si riteneva che la quasi totalità della massa dell’universo risiedesse nelle stelle e nelle galassie in cui esse sono contenute. Bastava monitorare l’universo con i telescopi, rilevare la luce dei corpi celesti e dedurre automaticamente

che solo ciò che emette luce è dotato di massa. Poi, proprio da un’attenta analisi delle osservazioni astronomiche ci si è accorti che le cose non stanno affatto in questi termini,

al punto tale che oggigiorno abbiamo un’accurata conferma che i corpi celesti luminosi rappresentano solo il 4% della massa dell’universo».

Che ne è del restante 96%? La maggior parte di ciò che è esistente, è composto da materia ed energia oscura, invisibili ai nostri occhi.

La rivoluzione di Vera Rubin

Negli anni ʼ70, l’astronoma americana Vera Rubin fece una scoperta rivoluzionaria. Studiando la rotazione delle stelle nelle galassie, Rubin osservò che le stelle più lontane dal centro delle galassie ruotavano a velocità anomale, superiori a quelle previste dalle leggi gravitazionali di Keplero e Newton.

Questa discrepanza non poteva essere spiegata se non ipotizzando l’esistenza di una massa non visibile che influenzava gravitazionalmente le stelle. Rubin estese questa osservazione agli ammassi di galassie, dimostrando che la materia visibile non era sufficiente a spiegare i fenomeni osservati. Così, la sua ricerca fornì una delle prime prove concrete dell'esistenza della materia oscura, una sostanza che non emette radiazioni elettromagnetiche e pertanto invisibile agli strumenti astronomici tradizionali ma che condiziona e influenza la manifestazione di tutto ciò che è visibile.

La conferma della materia oscura

L’importanza delle scoperte di Rubin è stata ulteriormente consolidata nel 2019, quando il cosmologo canadese James Peebles ha ricevuto il Premio Nobel per la Fisica per i suoi studi sulla Materia Oscura Fredda (Cold Dark Matter). Peebles ha dimostrato che la materia oscura è una componente dominante dell’universo, fondamentale per la formazione delle grandi strutture cosmiche, come le galassie e gli ammassi di galassie, e quindi anche per la nostra stessa esistenza.

Negli anni recenti, Peebles ha esteso le sue ricerche all’energia oscura, una forma di energia che costituisce i tre quarti dell’intera energia dell’universo e che non è né materia né radiazione. L’energia oscura, indicata con la lettera greca λ (lambda), rappresenta una delle sfide più grandi della fisica contemporanea, con centinaia di ricercatori in tutto il mondo impegnati a svelarne la natura.

La scienza dell’invisibile

La dimostrazione che la maggior parte dell’esistente è invisibile ha profonde implicazioni filosofiche e scientifiche. Come osservava Vittorio Marchi, l’umanità è stata per lungo tempo concentrata sull’osservazione della luce elettromagnetica e della materia ordinaria, tuttavia, la realtà osservabile è molto più vasta di quella che appare ai nostri occhi. Il nostro apparato visivo è limitato a percepire solo determinate lunghezze d’onda, lasciando il resto del cosmo nascosto.

Il fatto che la “realtà esistente” sia fatta per il 4% di massa visibile e per un sorprendente 96% di materia invisibile fa sì che non possiamo più considerare vero solo ciò che vediamo: esiste una dimensione nascosta che sfida la nostra comprensione  e  apre  nuove  frontiere  alla conoscenza umana. La scienza moderna deve trasformarsi in una scienza dell’invisibile, una scienza del risveglio capace di aprire  finestre  di  dialogo  con  quel  mondo invisibile che permea ogni cosa: l’universo  e  noi  stessi,  in  sintonia  con il principio di non dualità delle  antiche  filosofie  orientali,  che  da  sempre  ci  invitano  a  esplorare  l’infinito oltre il visibile.

Oggi, dunque, non è più la religione a farci sapere che Dio è in noi, ma pochi coraggiosi scienziati che si sono occupati e si stanno occupando dell’invisibile attraverso lo studio dell’energia in termini di frequenze e campi elettromagnetici, integrandoli nella realtà umana.

Pedagogia quantistica

É questo il fertile terreno su cui si muove la Pedagogia Quantistica di Daniela Cristina Napoletano ( www.lascienzadelrisveglio.ti) insegnante, pedagogista, autrice tra gli altri anche di Gli Algoritmi di Elia Tropeano. Ciò che può fare la scienza, è rendersi strumento di sostegno per l’uomo nel suo quotidiano. Accostata alla pedagogia può trasformarsi in quella scienza del risveglio, scienza della coscienza di cui hanno sempre parlato gli antichi saggi, uno strumento utile per aiutarci a scoprire davvero chi siamo, imparare a guardarsi da nuove prospettive oltre quelle limitate del nostro corpo fisico.

La pedagogia quantistica è dunque un nuovo paradigma che “educa a se stessi”, ossia aiuta a riconoscere la propria natura umana e divina allo stesso tempo per orientarsi ed allinearsi ad essa nel corso della vita quotidiana. Non si limita all’insegnamento tradizionale, ma incoraggia un approccio olistico all’apprendimento che parla e dialoga con ciò che è invisibile ovvero in primis con il nostro inconscio. Questo metodo riconosce che ogni individuo è un’entità complessa, interconnessa con l’universo in modi che la scienza sta solo iniziando a comprendere. Integra i principi della fisica quantistica, come l’interconnessione e l’indeterminatezza, nel processo educativo, promuovendo la consapevolezza che le nostre percezioni e i nostri pensieri influenzano la realtà che ci circonda.

Questa forma di educazione invita a esplorare le profondità del proprio essere, riconoscendo che la conoscenza di sé è fondamentale per comprendere il mondo esterno. Attraverso pratiche come la meditazione, l’auto-riflessione e l’esplorazione creativa, ognuno di noi può imparare a vedere oltre le apparenze superficiali e a cogliere le interconnessioni tra tutte le forme di vita.

Emozioni e intuizioni diventano strumenti di conoscenza non trascurabili.

In un'epoca in cui la scienza tradizionale si è spesso concentrata esclusivamente sulla ragione e sulla logica, questa nuova prospettiva riconosce che il cuore e la mente devono lavorare insieme per una comprensione completa della realtà.

Questa nuova rivoluzione nell'approccio educativo, invita ciascuno di noi a diventare esploratore dell’invisibile, a sviluppare una comprensione profonda e integrata di se stesso e dell'universo, e a vivere in armonia con le leggi fondamentali della natura. Come la scienza dell’invisibile, la pedagogia quantistica ci spinge a guardare oltre il visibile, a scoprire le infinite possibilità che ci circondano e a vivere con maggiore consapevolezza e pienezza.


L'atomo e le Particelle Elementari — Libro >> https://bit.ly/4fstMbJ

Dalla scienza degli antichi alle superstringhe di oggi - Manuale per studenti e ricercatori

Massimo Teodorani

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Gli Algoritmi di Elia Tropeano — Libro

Comunicare con l'inconscio

Daniela Cristina Napoletano

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lunedì 29 luglio 2024

Il Potere del Cervello Quantico


Il Potere del Cervello Quantico: svelare il potenziale umano con la fisica quantistica

Scienza e Fisica Quantistica

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Alla convergenza tra la meraviglia della mente umana e le scoperte della fisica quantistica, si trova il concetto rivoluzionario del Cervello Quantico.

Francesca Lanza - 28/07/2024

Sembra proprio che, nonostante il limite di applicabilità al mondo microscopico, le leggi che governano la fisica quantistica influenzino anche il mondo macroscopico e che una profonda comprensione di questa nuova meccanica possa sbloccare un vasto potenziale di realizzazione personale.

Cervello quantico: di che cosa si tratta?

Alcuni scienziati e filosofi, come Roger Penrose e Stuart Hameroff, hanno ipotizzato che i processi quantistici possano essere alla base della coscienza umana. Secondo la loro teoria, la coscienza emergerebbe da fenomeni quantistici che si verificano nei microtubuli delle cellule cerebrali. Questa ipotesi, nota come “Orchestrated Objective Reduction” (Orch-OR), suggerisce che il cervello umano sfrutti le proprietà della meccanica quantistica per produrre consapevolezza.

Il primo a introdurre il concetto di cervello quantico in Italia è stato Sergio Audasso, che ha combinato idee di meccanica quantistica, neuroscienze e filosofia vedica nel suo Potenzia il tuo cervello quantico.

Audasso descrive il cervello quantico come una funzionalità elettrochimica ed elettromagnetica che è sia diversa che superiore ai normali processi biochimici presenti nelle attività neurali del cervello. Funzionalità superiore, ma interconnessa con l’intero sistema. Il cervello quantico funziona e si manifesta oltre i due sistemi, elettrochimico ed elettromagnetico, integrandoli entrambi. Per chiarire meglio, un segnale elettrochimico può estendersi per circa uno o due centimetri, mentre un segnale elettromagnetico può raggiungere distanze di migliaia di chilometri dalla sua origine, influenzando le membrane cellulari e il DNA. Utilizzando al meglio questi due sistemi, è possibile accedere alla legge quantistica di creazione della realtà.

La nostra connessione con il campo unificato

La fisica quantistica rivela un “campo unificato” che accomuna la natura deterministica e quantistica della realtà. Questo concetto di interconnessione olografica si riflette nel funzionamento del cervello, che si adatta armoniosamente alle leggi universali per manifestare il potenziale infinito che risiede in ciascun individuo. Viviamo in universo interamente connesso, dove tutto è armoniosamente correlato, ed è proprio questa unità, coerente al cambiamento in base alle informazioni ricevute, che ci permette di influenzare la realtà circostante con il nostro pensiero.

Il campo quantistico, non locale, informato, ove risiedono le informazioni, risponde sempre ai nostri intenti, ma lo fa in base alla forza di attrazione da essi espressa. È la nostra frequenza informazionale che permette al campo di rispondere in un modo oppure in un altro, di determinare o meno un risultato.

I pensieri, le emozioni e le azioni emettono vibrazioni che influenzano il campo informativo quantico. Tutto ciò che pensiamo, sentiamo, diciamo, facciamo, agisce come un boomerang che ritorna a noi portando con sé informazioni che hanno viaggiato nel campo informativo. Quando, a volte, non vediamo i nostri intenti realizzati, è a causa di una scarsa connessione a questo campo, dovuta a euristiche e archivi mnemonici conservativi che si riattivano a ostacolano l’accesso alla creazione di nuove possibilità, intrappolandoci in comportamenti automatici anziché lasciarci liberi di scegliere come vorremmo.

Conoscere questi schemi ed evitarli, smascherare le scorciatoie cognitive, allineare il nostro intendo alle frequenze mentali ed emotive, apre la strada a una realtà più consona ai nostri intenti più profondi.

Il collasso dell'onda quantica e il potere della mente

Ciò che accade quando una possibilità potenziale si manifesta come realtà concreta nella nostra esperienza, è chiamato in fisica collasso d’onda quantica.

Le nostre esperienze mentali ed emotive, elaborate attraverso processi quantistici nel cervello, influenzano il campo quantico universale. Questo processo determina quale possibilità potenziale si manifesta come realtà concreta nella nostra esperienza. Comprendere e gestire consapevolmente questo processo può consentirci di ampliare il nostro potenziale creativo e decisionale, liberandoci da automatismi e modelli mentali limitanti.

Sintetizzando il processo di manifestazione, possiamo dire che avviene in questo modo:

·     Stimolo: riceviamo uno stimolo dall’ambiente, come un evento o una percezione.

·     Integrazione: il nostro cervello elabora lo stimolo attraverso i processi euristiche e memorie mnemoniche.

·     Interpretazione: interpretiamo lo stimolo in base ai nostri modelli mentali, esperienze passate e credenze.

·     Sensazione: lo stimolo suscita una risposta emotiva o sensoriale in noi.

·     Invio al campo quantico dell’informazione: la frequenza vibrazionale della nostra risposta emotiva e mentale entra in contatto con il campo quantico universale e torna indietro.

Ed è qui, in questo istante, abbiamo la capacità di cambiare il futuro!

In quest’istante siamo nella decisone, nella scelta. È qui che possiamo interrompere lo schema. Se manteniamo gli stessi modelli mentali e reagiamo in modo automatico, scegliendo la stessa risposta, ma se interveniamo consapevolmente nel processo di interpretazione, emozione e risposta, possiamo cambiare la nostra percezione e dirigere il collasso dell’onda quantica verso risultati desiderati.

Come attivare il cervello quantico

Per raggiungere i nostri obiettivi, è essenziale seguire un percorso interiore che unisce mente e cuore, intenzione e azione. Sergio Audasso ci insegna che ci sono quattro chiavi fondamentali per attivare il potenziale del cervello quantico nella manifestazione dei nostri desideri: intento, mente subconscia, coerenza, fede.

Prima di tutto, c’è la formulazione dell’intento, chiaro e definito. Senza un obiettivo ben definito, il nostro cammino non ha una direzione precisa. L’intento è come il faro che guida la nostra energia e concentrazione verso ciò che vogliamo realizzare nella nostra vita.

Il secondo passo cruciale è dialogare con la mente subcosciente. Questo strato profondo della nostra mente custodisce le nostre credenze, esperienze passate e modelli mentali, ed è qui che risiedono le barriere invisibili che possono ostacolare il nostro progresso. Per superare queste barriere, dobbiamo lavorare consapevolmente con la mente subcosciente, rielaborando e riorientando i suoi contenuti per allinearli con il nostro intento.

Un ulteriore elemento fondamentale è l’allineamento dei nostri pensieri, emozioni e azioni verso il nostro obiettivo. Questa sincronia crea un flusso di energia potente che amplifica il nostro potenziale creativo, creando quella coerenza che permette di affrontare le sfide con determinazione e mantenendo sempre chiara la visione del futuro che desideriamo.

Infine, la piena fiducia, la fede, è il catalizzatore finale. La fede è la convinzione interiore che il nostro intento e i nostri sforzi stiano già portando alla realizzazione dei nostri desideri, anche se non li percepiamo ancora fisicamente. È un atteggiamento che va oltre la mera speranza o l’aspettativa passiva; è piuttosto una certezza interiore che si basa sulla fiducia nel potere della mente umana di influenzare la realtà.

Integrando l’intento chiaro, il dialogo con la mente subcosciente, la coerenza e la fede, possiamo attivare pienamente il potenziale del cervello quantico nella nostra vita. Questo approccio non solo ci aiuta a raggiungere i nostri obiettivi personali e professionali, ma ci permette anche di vivere in armonia con il nostro scopo più elevato e di contribuire positivamente al mondo che ci circonda. Attraverso la comprensione di queste dinamiche, possiamo liberare l'infinito potenziale interiore e creare la realtà che desideriamo manifestare.

Non ci resta che attivarci al cambiamento!

La Forza del Cervello Quantico — Libro >> https://bit.ly/3ELvwfW

L'incredibile scienza di come la tua mente crea la tua realtà

Dawson Church

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venerdì 26 luglio 2024

Oltre la dualità: il messaggio quantistico


Oltre la dualità: il messaggio profondo della fisica quantistica

Scienza e Fisica Quantistica

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La fisica quantistica, sin dalla sua nascita all'inizio del XX secolo, ha rivoluzionato il nostro modo di comprendere l’universo, introducendo leggi che sfidano la nostra intuizione dando origine ad una vera e propria rivoluzione nella storia del pensiero scientifico.

Francesca Lanza - 25/07/2024

La ragione e il buon senso, sembrano vacillare davanti ai comportamenti bizzarri degli elettroni che compaiono e riappaiono istantaneamente in punti diversi dell’atomo di cui fanno parte, o a quello del fotoni che, a seconda dell’apparato sperimentale con cui interagiscono, manifestano caratteristiche e proprietà tra loro diverse e apparentemente incompatibili. Ma cosa significa tutto questo per ciascuno di noi, nel nostro quotidiano? Di fronte ad una teoria così potente e affascinante, viene spontaneo chiedersi quale sia il significato profondo, soprattutto rapportato al nostro mondo macroscopico e delle nostre vite personali.

Il problema del limite di applicabilità generale dei principi della fisica quantistica è stato dibattuto e a lungo e da molti fisici: Niels Bohr, Wolfgang Pauli, Erwin Schrödringer… Ma tale limite esiste davvero o ci troviamo di fronte piuttosto ad un limite del metodo scientifico stesso?

In un piccolo libro da titolo tanto illuminante quanto incisivo, Cambia la tua vita con la fisica quantistica, Chiara Zagonel, scrive:

“Potremmo anche pensare alla fisica come a una metafora dalla quale attingere degli insegnamenti per la nostra crescita personale, lasciandoci ispirare dai suoi fenomeni e dalle sue leggi. La potenza della metafora consiste nella sua capacità di andare ben oltre le parole e, in un certo senso, di parlare direttamente all’anima. Le metafore celano significati profondi che in effetti non sono veramente nascosti ma quasi espliciti, se ci mettiamo in un atteggiamento di ascolto sincero”.

Cosa significa allora passare dalla logica classica a quella quantistica? Iniziamo dall’origine, il seme da cui è nata la fisica quantistica: il misterioso dualismo onda-particella.

Il dualismo onda-particella

Thomas Young, nel 1801, attraverso il celebre esperimento della doppia fenditura, rivelò il bizzarro fenomeno del dualismo onda-particella. In questo esperimento, Young inviò un fascio di luce verso una barriera con due fenditure, osservando un pattern di interferenza sullo schermo retrostante, caratteristico delle onde. Successivi esperimenti con elettroni e fotoni hanno confermato che anche le particelle elementari mostrano comportamenti ondulatori, mutando il loro comportamento se osservate e formando due bande distinte. Le onde elettromagnetiche, quindi, devono possedere una doppia natura: ondulatoria e corpuscolare, aspetti che però non sono mai osservabili contemporaneamente.

Qual è il messaggio implicito che il dualismo onda-particella ci trasmette?

La contrapposizione tra il paradigma corpuscolare e quello ondulatorio evoca immediatamente la dualità che pervade la cultura occidentale fin dal platonismo (V secolo a.C.). Questo dualismo è presente ovunque, anche in biologia. Come scrive Zagonel: “il dualismo inizia con il concepimento e si completa con il primo respiro alla nascita, quando il movimento dei polmoni determina la divisione in due parti del cuore e l’inizio di due circolazioni. Da quel momento in poi ci separiamo fisicamente dalla madre, abbandonando definitivamente il mondo dell’unità per entrare completamente in quello della polarità, della dualità”.

A ben vedere la storia del mondo occidentale appare come lo scrigno di un dualismo radicale e radicato che ha diviso il mondo in due: buono- cattivo, bello-brutto, anima-corpo, spirito-materia, io-tu, il cui pensiero logico razionale si basa sull’aristotelico principio del terzo escluso: data una qualsiasi affermazione vale l’affermazione stessa, o la sua negazione, e non è ammissibile una terza possibilità. Tertium non datur.

La fisica quantistica, fin al suo principio sfida questa logica. La luce può essere interpretata come un’onda o come un insieme di particelle, e così non sono per i fotoni ma anche per gli elettroni. I due aspetti, corpuscolare e ondulatorio, anche se diversi, non sono contrapposti quanto piuttosto complementi.

Questo fenomeno, dunque, ci inviata ad attuare un cambio di prospettiva: aspetti diversi possono essere, ed effettivamente sono, espressione di uno stesso fenomeno.

La comprensione profonda del dualismo onda particella ci esorta allora a guardare oltre differenze e alterità. La dualità, la separazione, di fatto sono solo inganni della mente.

La fisica del Novecento ci avvicina al pensier metafisico orientale in cui tutto è uno, espresso più che tramite il concetto, tipicamente occidentale, attraverso simboli, ovvero attraverso ciò che syn ballo: ciò che tiene insieme. Tra tutti il più conosciuto è il simbolo del Tao.

Ciò che si manifesta all’esterno non è nient’altro che una manifestazione, opposta e complementare, di quello che manca all’interno. Non c’è più un giusto e uno sbagliato, ragione o torto, ma un sistema complesso in cui il vero e il reale non sono dati solo dalla somma delle parti.

La grande opportunità che ci viene dunque dalla fisica quantistica è quella di abbandonare ogni separazione, ogni dualismo fonti di un principio poco fecondo e limitato, per spostarsi  al livello superiore del processo in atto; un processo unitario che coinvolge entrambe le parti e il cui scopo non può essere che quello di una maggior consapevolezza, un processo in cui non è più possibile applicare il principio di causa- effetto, in cui domina invece l’indeterminazione e la possibilità, ma questo è il secondo capitolo di una fantastica storia che ti esorta a cambiare la tua vita con la fisica quantistica.

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giovedì 30 maggio 2024

Conscio e Subconscio: la mente è un iceberg


Conscio e Subconscio: la nostra mente è un iceberg

Consapevolezza e Spiritualità

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Già ai tempi, Sigismund Freud, detto Sigmund, neurologo e psicoanalista austriaco, spiegò la differenza che esiste tra la parte conscia e la parte subconscia della nostra mente.

Valentina Balestri - 30/05/2024

La lezione che possiamo imparare dal fondatore della psicanalisi è questa: per quanto possiamo essere razionali, ci sono e ci saranno sempre dei pensieri “sommersi” che ci influenzeranno.

Non è semplice scoprire ciò che rimane sott’acqua, nonostante sia una parte determinante del nostro essere, molto più decisiva di quanto pensiamo; tuttavia è nostro compito cercare di immergerci: il subconscio controlla un’alta percentuale dei nostri pensieri e delle nostre azioni, ed è per questo che dobbiamo capire come “riprogrammarlo” e divenire i soli padroni della nostra vita.

Il nostro cervello ha un immenso potenziale: sta a noi riuscire a sfruttarlo al massimo.

Riprogrammare il subconscio si può?

Sì. È molto complesso ma basta davvero iniziare con il piede giusto.

Favorendo nuove idee e suggerimenti alla mente, si creano nuove connessioni neurali.

Se davanti a voi c’è sempre la solita strada, quella che state percorrendo da tutta la vita, e non vi piace, allora è vostro compito e dovere fermarvi e trovare il modo di cambiarla.

La prima cosa da fare è sintonizzarti completamente con quello che vuoi.

Smetti di pensare a ciò che non hai e vorresti!

Rifletti invece su tutto quello che hai voluto e che hai raggiunto. Come hai fatto a conquistarlo?


"L’immaginazione è tutto.

È l’anteprima delle attrazioni che la vita ci riserva."

Albert Einstein


Allena la tua mente: più lo farai, più sarà semplice

"Allenare la tua parte conscia in modo tale che il tuo subconscio cominci a cooperare, questo è il segreto!

La tua realtà dipende da cosa dici a te stesso e da come affronti la vita.

È ovvio che il subconscio è più forte della parte conscia. Ciò significa che se vuoi consciamente qualcosa che il subconscio rifiuta, quest’ultimo la saboterà.

Nulla si ottiene senza un po’ di impegno: inizia connettendoti a livello mentale o emozionale con un’azione o un fatto ben precisi. Per ottenere successo devi avere un sogno. È importante prendere un impegno con se stessi: l’impegno è una conseguenza della consapevolezza che i tuoi obiettivi sono importanti, proprio come tu sei importante.

Oltre all’impegno serve perseveranza. Cosa significa questa parola? Significa rifiutarsi di mollare, specialmente quando ci si confronta con resistenze o problemi, ma continuare con costanza e vigore; rincorrere continuamente qualcosa senza preoccuparsi degli ostacoli. Se sarai perseverante, nessuno riuscirà ad arrestare il tuo cammino verso l’obiettivo.

Inoltre flessibilità, come capacità di adattamento, e tanta creatività, intesa come forza necessaria per trovare sempre modi nuovi e imparare continuamente da ciò che è andato storto, sono fondamentali in questo percorso di realizzazione.

La Legge dell’Effetto Contrario in relazione ai nostri bisogni

La Legge di Attrazione ci dice tutto sulla focalizzazione: se ti focalizzi sull’abbondanza riceverai più abbondanza, ma se ti focalizzi sulla carenza riceverai sempre meno.

Allo stesso modo, la tensione che si crea nel momento in cui desideriamo ardentemente qualcosa ci fa attrarre il suo esatto contrario. Come accade per esempio quando hai problemi di soldi: il pensiero costante della loro mancanza blocca la Legge di Attrazione e i soldi non arrivano.

Non importa quanto desideri qualcosa e non importa quanto sia forte la convinzione di averne bisogno, devi abbandonare il sentimento di necessità – io lo chiamo irrigidimento – per fare in modo che la Legge di Attrazione possa agire senza essere bloccata dalla nostra energia carica di tensione.

L’Universo ci manda continuamente dei segni e comunica con noi.

Devi capire che le coincidenze non esistono

e che l’Universo è molto più intelligente di tutti noi messi assieme.

Roy Martina


LETTURA CONSIGLIATA

Rinasci e Risveglia il tuo Potere Interiore — Libro >> https://bit.ly/4aP3fC0

Un metodo rivoluzionario per far emergere il potenziale che è in te

Derek Rydall

www.macrolibrarsi.it/libri/__rinasci-e-risveglia-il-tuo-potere-interiore.php?pn=1567

 

La Legge di Emersione: un metodo innovativo che rende liberi

Se stai lottando per cambiare, guarire o migliorare te stesso, FERMATI!

La maggior parte di ciò che hai imparato potrebbe non funzionare o addirittura peggiorare la tua situazione.

Più ci sforziamo di cambiare, infatti, più ci affossiamo da soli. Attraiamo un nuovo partner, ma incappiamo nelle solite vecchie liti. Ci diamo da fare per ottenere un aumento, ma finiamo di nuovo al verde, pur guadagnando di più. Ecco cosa succede quando il principio fondante della vita, la legge di emersione, viene ignorato, dimenticando e non riconoscendo che siamo già compiuti.

Come ogni ghianda è una ghianda perfetta, che diventa una quercia perfetta, non c’è una sola parte di noi che non sia esattamente come dovrebbe essere.

La legge di emersione fornisce le basi per mettere in pratica questo principio originario e rinascere. Grazie a un innovativo metodo composto da sette passi, il coach spirituale Derek Rydall ci dimostra la nostra completezza: tutto ciò che ci serve per realizzare il nostro pieno potenziale è già dentro di noi.

Forte di un’antica verità che è stata a lungo dimenticata, Rydall rivoluziona il dibattito riguardo al conseguimento del proprio potenziale e ci spiega come attivare l’eccellenza che è in noi e mettere in pratica il nostro scopo nella vita.

Libera il tuo vero potere interiore con questo libro che va oltre le tecniche di automiglioramento

Dicono del libro

“Derek è in grado di farvi attingere alla fonte di un potere inimmaginabile e mostrarvi un sentiero di sviluppo semplice e naturale. Ho amato questo libro. Leggetelo. Vivetelo. Condividetelo”.

Joe Vitale, autore e Maestro di vita nel bestseller The Secret

“Questo volume rappresenta il culmine dell’insegnamento del principio dell’emersione, impartito a decine di migliaia di persone in tutto il mondo. La mia speranza è che vi liberi dalla necessità di cercare risposte e autorità all’esterno, dal tentativo di riempire gli spazi che percepite come vuoti e persino dallo sforzo di “attrarre” le cose. Nelle pagine di questo libro, condividerò con voi il segreto della vostra autentica sovranità e del vostro potere, l’antica verità che i grandi mistici hanno cercato di tramandare, ma che è andata per lo più perduta, un principio che è stato impiegato da esponenti di spicco in ogni settore per creare opere d’arte, costruire imperi e innescare le forze rivoluzionarie, e che, tuttavia, solo di rado è stato compreso o articolato. Finora. Diciamo addio tutti insieme al presunto “automiglioramento” e diamo il via al processo di liberazione del nostro vero Sé”.

Derek Rydall


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Un metodo rivoluzionario per far emergere il potenziale che è in te

Derek Rydall

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venerdì 17 maggio 2024

Fisica e meccanica quantistica: vita e coscienza


Fisica e meccanica quantistica: ci dicono qualcosa sulla vita e la coscienza?

Scienza e Fisica Quantistica

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La meccanica quantistica è incredibilmente apprezzata. Nessuna previsione elaborata dalla teoria si è mai dimostrata errata. Un terzo della nostra economia dipende da prodotti che si basano su di essa. Tuttavia, la concezione del mondo che deriva dalla teoria quantistica non è solo molto più strana di quanto immaginiamo, è addirittura più strana di quanto siamo in grado di supporre. Scopriamo perché.

Redazione - Scienza e Conoscenza - 17/05/2024

Questo articolo è tratto dal libro L'Enigma Quantico.

Molti di noi condividono le seguenti intuizioni basate sul buonsenso: un singolo oggetto non può trovarsi in due luoghi distanti contemporaneamente; e, chiaramente, quello che una persona decide di fare non può immediatamente influenzare ciò che succede in un luogo lontano. E non diamo forse per scontato che “là fuori” esista un mondo reale, sia che lo si osservi o meno? La meccanica quantistica mette in dubbio ognuna di queste intuizioni. J.M. Jauch afferma che «per molti fisici ponderati, [il significato profondo della meccanica quantistica; N.d.A.] è sempre rimasto una specie di scheletro nell’armadio».

Abbiamo iniziato il discorso parlando dei fastidiosi dubbi sulla teoria dei quanti che crucciavano Einstein. Ma cos’è la teoria quantistica? La teoria quantistica è stata sviluppata all’inizio del XX secolo per spiegare le meccaniche, ossia i meccanismi, che governano il comportamento degli atomi. In precedenza si era scoperto che l’energia di un oggetto poteva variare solo in modo discontinuo e per intervalli molto piccoli detti quanti (singolare quanto), ed è da ciò che deriva il nome “meccanica quantistica”. La “meccanica quantistica” comprende sia le osservazioni sperimentali che la teoria quantistica che le spiega.

La teoria quantistica è alla base di ogni scienza naturale, dalla chimica alla cosmologia. Ci serve per capire perché il sole splende, in che modo la televisione produce immagini, perché l’erba è verde e come l’universo si è espanso a partire dal Big Bang. La tecnologia moderna si basa su strumenti progettati con la teoria quantistica.

La fisica pre-quantistica, chiamata anche “meccanica classica”, “fisica classica” o, meno di frequente, “fisica newtoniana”, costituisce solitamente un’eccellente approssimazione per spiegare il comportamento dei corpi molto più grandi delle molecole, ed è in linea di massima molto più facile da applicare rispetto alla teoria dei quanti. Si tratta, tuttavia, di un’approssimazione. Non funziona assolutamente per descrivere gli atomi di cui ogni cosa si compone. Nonostante ciò, la fisica classica è fondamentale per il nostro buonsenso comune, per la nostra concezione newtoniana della realtà. Ma ora sappiamo che la concezione classica della realtà è fondamentalmente viziata.

Fin dall’antichità, i filosofi hanno elaborato speculazioni esoteriche sulla natura della realtà fisica. Prima della meccanica quantistica, chiunque aveva a disposizione l’opzione logica di rifiutare tali elucubrazioni e aderire a una visione del mondo basata su concretezza e buonsenso. Oggi, gli esperimenti quantistici negano l’esistenza di una realtà fisica basata sul senso comune. Il rifiuto non è più un’opzione logica.

Una concezione del mondo suggerita dalla meccanica quantistica può risultare rilevante anche al di fuori della scienza? Pensiamo a scoperte precedenti che hanno avuto un impatto analogo, come per esempio l’intuizione di Copernico che la Terra non fosse al centro del cosmo o la teoria di Darwin sull’evoluzione. L’importanza della meccanica quantistica è, in un certo senso, più immediata rispetto alle idee copernicane o darwiniste, che si occupano di cose molto lontane o molto antiche. La teoria dei quanti parla del qui e ora. Arriva addirittura a incontrare l’essenza dell’umanità, la nostra coscienza.

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Quando la fisica incontra la coscienza

Bruce Rosenblum, Fred Kuttner

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lunedì 13 maggio 2024

Malattia oltre il piano fisico


Quando la malattia va oltre il piano fisico

Consapevolezza e Spiritualità

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Uno dei grandi ostacoli, che ho dovuto affrontare in quanto oncologo integrativo, risiede nelle problematiche di tipo emotivo e spirituale che i miei pazienti devono superare per poter guarire. Ho avuto dei pazienti che sono deceduti letteralmente subito dopo essersi liberati del cancro, poiché non riuscivano a superare la rabbia, la paura, la sensazione di non essere amati, l’incapacità di perdonare o altri fattori problematici della loro vita.

Alexander Loyd, Ben Johnson - 11/05/2024

Per aiutare i miei pazienti a gestire meglio i loro problemi emotivi e spirituali ho esplorato e ricevuto formazione in molte terapie, incluso anche il counseling tradizionale, la Terapia del campo di pensiero (Thought Field Therapy, o TFT), le Tecniche di libertà emozionale (Emotional Freedom Techniques, o EFT), il Healing Touch, la Tecnica di digitopressione di Tapas (TAT), le Quantum Techniques e altro.

Alcune di esse sono state di una certa utilità, e talune hanno aiutato più di altre. Ma nessuna si è dimostrata all’altezza del compito di poter funzionare per tutti. La verità in tutto questo sta nel fatto che ci capita raramente d’incontrare una forma di terapia davvero nuova, specialmente una che sia potenzialmente in grado di modificare il panorama della medicina come lo conosciamo oggi.

Pensate solo alle possibilità di un mondo senza Prozac, Liptor, insulina o senza farmaci antipertensivi. Quando questo coincide col nostro momento del bisogno personale, può rappresentare un evento realmente fenomenale. All’epoca non lo sapevo, ma la nuova terapia che stavo cercando era rappresentata dai Codici di Guarigione sviluppati dal dottor Alex Loyd, che oggi ho il piacere di definire un amico e un socio.

Nella mia clinica oncologica di Atlanta siamo molto progressisti. Prendiamo in esame le svariate cause del cancro e per ciascuna cerchiamo di mettere a punto forme di terapia specifiche. Ritengo che le cause del cancro siano dovute a una combinazione di metalli pesanti, virus, carenza di ossigeno nelle cellule, acidosi metabolica e problemi di natura emotivo-spirituale. Possiamo gestire molto bene i metalli pesanti servendoci di una vasta gamma di agenti da assumere per via endovenosa e orale. Un virus e altre particelle simili ai virus sono molto più difficili da affrontare, ma possono essere gestiti per mezzo di alcuni preparati antivirali e di altri agenti non approvati dalla FDA. Per ciò che concerne la deprivazione di ossigeno cellulare (per la quale Otto Warburg è stato insignito del premio Nobel per la medicina nel 1932, quando provò che la mancanza di ossigeno è una causa importante del cancro), si tratta di un processo più lento. Esistono agenti che permettono di modificare la curva dissociativa tra ossigeno ed emoglobina per via endovenosa.

Tutto ciò è strettamente collegato all’acidosi metabolica e ai continui cambiamenti nella dieta, che sono assolutamente necessari. Sebbene non sia cosa facile, affrontare tutte queste problematiche simultaneamente costituisce un compito incalzante e concretizzabile. Erano piuttosto i problemi di natura emotiva e spirituale a costituire l’ostacolo principale per la guarigione dei miei pazienti. Trovare una soluzione a quell’ostacolo si trasformò in una impresa sempre più importante per me, mentre continuavo a occuparmi della professione medica.

La mia esperienza personale di diagnosi

Durante le mie ricerche rivolte al benessere dei miei pazienti, cominciai ad avere io stesso alcuni sintomi a livello fisico, accusando principalmente affaticamento e fascicolazione (uno spasmo involontario o contrazione convulsa delle fibre muscolari). Cercai d’ignorarli, mettendoli da parte come una conseguenza dell’infortunio al midollo spinale che avevo subito nel 1996. Ma col passare del tempo le mie condizioni peggioravano. I muscoli di una gamba mi tremavano all’altezza del polpaccio e contemporaneamente subivo degli spasmi muscolari alla schiena o nella parte alta delle braccia. Ci si sarebbe potuti mettere lì seduti a osservare quei muscoli che saltavano su e giù sotto lo strato di epidermide. Per di più, mi affaticavo molto, anche solo per salire una corta rampa di scale, e la mia voce si era indebolita. Decisi che era ora di fissare una visita dal mio chirurgo ortopedico, che è anche un amico personale. Dopo avermi esaminato, m’informò con grande riluttanza della sua diagnosi: sclerosi laterale amiotrofica (SLA), comunemente nota col nome di morbo di Lou Gehrig. Non essendo soddisfatto di quella diagnosi, mi misi subito in contatto con un altro mio amico medico per avere una seconda opinione. Anche lui fece la stessa diagnosi.

Andai a casa e mi tuffai nei miei volumi di medicina. Quello che scoprii fu piuttosto spiacevole. L’ottanta per cento dei pazienti affetti dal morbo di Lou Gehrig muore nell’arco di cinque anni dopo la comparsa dei sintomi, e io li avevo già avuti per almeno un anno! Secondo le statistiche riferite a quella malattia, avevo appena vissuto tra il venticinque e il cinquanta per cento del tempo che mi restava da vivere. Molti dei miei pazienti oncologici avevano prognosi migliori di quella.

Poco tempo dopo aver ricevuto quella diagnosi frequentai un seminario durante il quale ebbi modo di ascoltare il dottor Alex Loyd mentre esponeva il suo recente lavoro sui Codici di Guarigione. Ero molto incuriosito dal fatto che, quando il dottor Loyd iniziava a fornire consulenza e a lavorare con i suoi pazienti e quando questi ultimi cominciavano a guarire emotivamente, iniziava a manifestarsi in loro anche una guarigione di tipo fisico.

Il fenomeno era del tutto inatteso, ma si dimostrava vero, poiché il dottor Loyd rilevava la presenza di un numero crescente di pazienti che guarivano fisicamente. Con la mia recente diagnosi in mano, raddoppiai gli sforzi per saperne di più sulla scoperta del dottor Loyd.

Avevo capito ma dovevo analizzare le basi filosofiche

Le basi filosofiche erano importanti per me, perché se la filosofia fosse stata difettosa, anche il mio lavoro sarebbe stato imperfetto. Come il libro I codici di Guarigione spiegherà più in dettaglio, uno dei concetti base della metodica dei Codici di Guarigione consiste nel fatto che tutta la memoria è immagazzinata sottoforma d’immagini, e che alcune di queste immagini contengono delle non-verità o menzogne che, se non vengono corrette, finiscono per dare luogo a problemi di natura emotiva e/o fisica.

Il concetto che i ricordi fossero immagazzinati sotto forma d’immagini non mi creava alcun problema, visto che il cervello funziona in maniera molto simile a un supercomputer. L’idea delle non-verità o menzogne contenute in quelle immagini mi risultava un po’ nuova, ma aveva perfettamente senso. Tutti, a partire da Freud e da altri prima di lui, avevano teorizzato che ancoriamo parte della nostra energia a uno stadio precedente, il che poi ci rende incapaci di gestire i problemi di vita che sorgono innanzi a noi. L’idea nuova era il concetto che tali eventi, tali immagini, non fossero vere. Per esempio, se qualcuno si sentiva non amato, era davvero indegno di amore? Naturalmente no! Se ci si sentiva incompetenti, ciò significava che il nostro corpo e la nostra mente fossero davvero incapaci di svolgere quella data azione? Probabilmente no. È più verosimile pensare che semplicemente non si pensava di poterci riuscire. Quindi mi andava bene il concetto che si potesse credere a delle non-verità. Ma come poteva, tutto questo, tradursi in malattia?

Cercai di paragonare la cosa a un modello informatico che mi riuscisse di comprendere. Noi siamo stati creati avendo in dotazione determinati programmi. Uno dei nostri programmi è quello di “autoguarigione”. Quando crediamo a delle non-verità, i file di questo programma si corrompono, facendo sì che il programma giri sempre più lentamente e che poi finisca per bloccarsi. Se solo si potesse trovare il modo di ripulire il programma… Voilà! L’innata capacità dell’organismo di guarirsi, secondo il piano divino, sarebbe ristabilita! Questo era logico in un modello informatico, e plausibile in un modello umano. Ma come si fa per eliminare i dati sbagliati e sostituire a essi quelli giusti? Questo per me si riduceva a un concetto di fisica, poiché tutto, inclusa l’informazione digitale, in definitiva esistein termini del suo denominatore più comune: l’energia, dotata di una sua frequenza vibrazionale. Qualsiasi frequenza può essere cambiata, se soltanto si sa come fare.

Un tuffo a capofitto nel metodo

A quel punto ero a mio agio con gli aspetti scientifici e filosofici dei Codici di Guarigione. Era arrivato il momento di buttarsi, quindi m’iscrissi a un seminario di formazione. L’istruzione impartita era buona e cominciai ad apprendere alcune semplici tecniche utilizzate dai coach dei Codici di Guarigione. Decisi anche di acquistare una sessione di guarigione privata della durata di un’ora col dottor Loyd, a uso mio personale. C’erano due cose su cui volevo lavorare immediatamente. La prima in assoluto era la mia diagnosi del morbo di Lou Gehrig.

Inoltre, da molto tempo soffrivo d’insonnia, in modo talmente grave da far sì che ormai da decenni non mi fossi mai coricato la sera senza ricorrere a un sonnifero. Ricevetti un Codice per la mia insonnia che avrei dovuto usare tre volte al giorno. La prima sera, dopo aver applicato il Codice una sola volta, mi addormentai e dormii tutta la notte. Per le cinque settimane successive non presi una singola volta il sonnifero. Con questo non intendo dire di non averne mai più presi in seguito, poiché viaggio molto e talvolta gli strani letti e i rumori particolari mi creano situazioni difficili. Tuttavia, il mio schema del sonno è notevolmente migliorato e prendo un sonnifero soltanto di rado.

Quanto alla mia fascicolazione muscolare, all’affaticamento e ad altri sintomi del morbo di Gehrig, sono tutti spariti. Dopo tre soli mesi di utilizzo dei Codici di Guarigione tornai dal chirurgo che mi aveva fatto la prima diagnosi. Mi fece una elettromiografia (EMG) per controllare il morbo di Gehrig e scoprì che era scomparso del tutto. Sono stato libero dai sintomi fin dal mese di marzo del 2004. Per chi di voi non lo sapesse, non esiste una cura per il morbo di Lou Gehrig.

Dopo aver sperimentato personalmente i risultati delle tecniche dei Codici di Guarigione, decisi d’imparare tutto il sistema nella sua interezza. Inoltre, ho svolto formazione per lo staff della mia clinica oncologica di Atlanta, affinché anche i miei pazienti potessero godere dei benefici di questo grande lavoro. In base ai risultati che il mio staff e io stiamo rilevando, oggi so di aver trovato il metodo di guarigione che stavo cercando. Non conosco niente altro che si rivolga ai problemi sia emotivi che fisici, guarendoli in modo altrettanto efficace e completo.

Dott. Ben Johnson

Brano tratto dalla Prefazione del libro I codici di Guarigione - Dott. Alexander Loyd -  Macro Edizioni

Il Codice della Guarigione - The Healing Code — Libro >> https://bit.ly/3WGTPov  

6 minuti per guarire la fonte di ogni malattia, raggiungere il successo, migliorare le relazioni

Alexander Loyd, Ben Johnson

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mercoledì 8 maggio 2024

La paura è uno stato mentale


La paura è uno stato mentale

Scienza e Fisica Quantistica

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Fabio Fracas, giovane fisico italiano che ha lasciato il corpo lo scorso dicembre, è oggi ancora qui, a raccontarci qualcosa proprio su di noi, su chi siamo e come funzioniamo con i suoi libri e video interviste sui social. Cosa c’è tra ciò che sentiamo e proviamo a livello emotivo, la mente e il corpo?

Redazione - Scienza e Conoscenza - 07/05/2024

Autrice Daniela Cristina Napoletano

La mente umana e la memoria

La mente umana è una macchina complessa: produce energia sotto forma di pensieri che sono anche onde informazionali ed è collegata al corpo fisico a livello biochimico con modificazioni fisiologiche. In questo collegamento mente-corpo è coinvolta anche la memoria.

Fabio Fracas, sollecitato da una domanda sulla natura e sul ruolo della memoria, risponde che, sebbene negli ultimi decenni siano state fatte molte supposizioni dalla scienza, l’unica cosa di cui si è certi è che non esiste una sola memoria. Si può infatti parlare di diversi tipi di memoria. Ad esempio, è possibile innanzitutto catalogarla sotto due principali tipologie:

Memoria Filogenetica

Memoria Personale.

La memoria filogenetica è la nostra memoria come specie. Come fa un bambino appena nasce a sapere che deve succhiare il latte dal seno materno? Non glielo ha insegnato nessuno ma sa in qualche modo come compiere quell’azione specifica!

La memoria personale invece è la memoria che si forma con il nostro contesto sociale, culturale, familiare… con le nostre esperienze di vita! Noi siamo tutto ciò che nella vita impariamo, conosciamo e scopriamo. In questo senso quindi possiamo dire che noi siamo tutte le nostre memorie.

Dove risiede la memoria?

Nel corso dei secoli, la questione della localizzazione della memoria ha affascinato filosofi e scienziati, portando a dibattiti su dove esattamente la memoria risieda nel cervello umano. Cartesio, ad esempio, propose che la mente fosse separata dal corpo e che la ghiandola pineale fosse il punto di interazione tra mente e corpo. Tuttavia, nel tempo, altre teorie hanno suggerito diverse ipotesi sulla conservazione della memoria. Alcuni hanno ipotizzato che la memoria potrebbe essere distribuita in tutto il cervello anziché confinata in una singola regione, mentre altri hanno focalizzato l'attenzione su specifiche aree cerebrali come l'ippocampo.

Gli scienziati di oggi suppongono che la memoria risieda nelle strutture neuronali e sia localizzata in determinate aree del cervello in relazione al tipo di memoria in questione. In particolare, per quanto riguarda le memorie personali, si distinguono due tipi principali: la memoria dichiarativa o esplicita, che coinvolge i processi relativi alla coscienza e consente di ricordare eventi specifici in maniera cosciente, e la memoria procedurale o implicita, che si manifesta attraverso azioni automatizzate che non richiedono la coscienza, come il guidare una bicicletta.

Ciò che è indubbio, è che vi sia una connessione tra la nostra struttura biologica e il nostro pensiero, evidente nel modo in cui il corpo reagisce durante esperienze emotive. Che cosa accade ad esempio quando abbiamo paura? Quando affrontiamo una situazione spaventosa, il nostro corpo reagisce istintivamente contraendosi, innescando una serie di risposte fisiologiche ben evidenti. Quali informazioni, dunque, sono coinvolte a questo livello di interazione tra mente e corpo? È qui che Fracas ci fa notare che la risposta a questa domanda è davvero articolata perché ciò che interviene è tutto ciò che siamo, inteso proprio nel senso più ampio possibile. Intervengono quindi nella parte filogenetica le nostre paure ancestrali e nella parte personale le paure che abbiamo imparato a riconoscere dalle esperienze della nostra vita e che sono localizzate nei processi neurologici e sedimentate e implicate probabilmente nelle aree prefrontali o occipitali del nostro cervello.

Ma non è solo la parte fisica importante, bensì tutto questo processo nel quale costruiamo “tutto ciò che siamo”.

Emozioni e consapevolezza: il punto di vista di Peter Russell

Nell’intervista all’esperto britannico in tema di coscienza, Peter Russell, autore nelle Edizioni di Eckhart Tolle, estrapolata dalle pagine del libro Gli Algoritmi di Elia Tropeano ci viene suggerita una chiave per liberarci dal gioco delle emozioni limitanti, e trovare una profonda e duratura felicità.

“Le emozioni sono profondamente radicate nel nostro sistema nervoso e sono state una parte fondamentale della nostra evoluzione come specie. Hanno un ruolo cruciale nel guidare il nostro comportamento verso ciò che è benefico per noi e lontano da ciò che potrebbe essere dannoso. Ad esempio, la paura è un’emozione che si sviluppa in risposta a una minaccia percepita. Questa risposta emotiva ci prepara a combattere o a fuggire, proteggendo così la nostra sopravvivenza. Allo stesso modo, sentimenti come la gioia o il piacere ci spingono a cercare esperienze che soddisfano i nostri bisogni primari, come il cibo, l’acqua, il riparo e la compagnia. Tuttavia, è importante ricordare che, sebbene le emozioni siano fondamentali per la nostra sopravvivenza e il benessere, non dovremmo permettere loro di dominare completamente la nostra vita. Come ho scritto nel mio libro Letting Go of Nothing in uscita in lingua italiana nei prossimi mesi con Macro Edizioni, possiamo imparare a osservare le nostre emozioni senza identificarci completamente con esse. Questo ci permette di rispondere alle nostre emozioni in modo più consapevole e deliberato, piuttosto che reagire in modo impulsivo.

Inoltre, mentre le emozioni possono aiutarci a soddisfare i nostri bisogni primari e a cercare il piacere, la vera pace e la gioia vengono dal riconoscere che siamo l’essenza consapevole che sperimenta queste emozioni. Questa è la chiave per liberarci dalla sofferenza e trovare una profonda, duratura felicità.”

PER APPROFONDIRE TI CONSIGLIAMO

Gli Algoritmi di Elia Tropeano — Libro >> https://bit.ly/3JRMqLv

Comunicare con l'inconscio

Daniela Cristina Napoletano

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venerdì 3 maggio 2024

Fibromialgia, asma, emicrania e i blocchi bio-psico-quantici


Fibromialgia, asma, emicrania: alla base ci sono i blocchi bio-psico-quantici

Psicologia Quantistica

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Oggi un numero sempre crescente di malesseri fisici non trova spiegazione medica: ipertensione, asma, emicrania, dolore al petto, fibromialgia, parestesia sono solo alcuni di questi. La ricerca scientifica ha però individuato in alcuni pattern emozionali la genesi profonda di queste patologie

Carmen Di Muro - 02/05/2024

Qualsiasi manifestazione di malessere, fisico o psichico, non può prescindere dall’analisi della dimensione di vita contestuale dell’individuo. Diceva A. Damasio, noto neuroscienziato portoghese, che “l’anima respira attraverso il corpo, e la sofferenza, che muova dalla pelle o da un’immagine mentale, avviene sempre nella carne.”

Questo ci dà il senso di come il corpo non può più essere considerato un semplice meccanismo governato da rapporti di tipo esclusivamente deterministico, ma sia un fenomeno assai complesso che va compreso a partire dal “sentire” della persona. Queste tematiche sono affrontate anche da nuove branche della medicina come la PNEI (ovvero la psico-neuro-endocrino-immunologia) e l’epigenetica. Sentire vuol dire fare esperienza, di un vissuto che si esprime attraverso il percepito somatico e dell’emozione che emerge in virtù della relazione con il mondo. Esso si radica non nelle parole, ma nella memoria emozionale del corpo stesso, che ne conserva le tracce. Pertanto, un’emozione, seppur inconscia o impercettibile, può anche non essere avvertita nei termini di variazione di stati fisiologici, ma è comunque sottesa da un cambiamento del processo neurale. L’esperienza e l’espressione delle emozioni provocano un’attività diffusa che va dalla corteccia cerebrale al sistema nervoso autonomo, modificandone l’assetto.

I blocchi bio-psico-quantici

Ognuno di noi è emotivamente situato in ogni attimo della nostra esistenza, e ontologicamente non è possibile che il nostro cuore non provi emozioni, poiché significherebbe vivere senza il principio dinamico che sottende la vita stessa. Diverso è il caso invece in cui le emozioni non vengano percepite a livello razionale poiché troppo intense o conflittuali. Ed è allora che essendo avvertite come inaccettabili dal punto di vista psichico, poiché generano paura, vengono evitate attraverso la somatizzazione ed altre difese. Ed è proprio l’evitamento che dà luogo al sintomo somatico, che diviene voce narrante di una storia di dolore che solca le tracce dell’anima dove troviamo quasi sempre energie di emozioni negative, che ritenute intollerabili dalla coscienza pian piano si annidano nel corpo (BLOCCHI BIO-PSICO-QUANTICI, come sono solita definirli nel mio modus operandi psicoterapeutico), unico spazio che riesce ad accoglierle. Quando le sensazioni vengono vissute a livello conscio, di norma esse non vengono in quel momento somatizzate.

Oggi la ricerca scientifica ha permesso di individuare i principali pattern di scarico emozionale (H. Davanloo, A. Abbass) che sono alla base di molti malesseri fisici che non trovano spiegazione medica come ipertensione, asma, emicrania, dolore al petto, fibromialgia, parestesia ecc, e di cui la ISTDP( Intensive Short Term Dynamic Psychotherapy) una delle più valide terapie di guarigione, diviene baluardo che permette all’energia di emozioni negative, spesso intrappolate in nuclei patogeni, di essere mobilizzate, generando una riduzione di numerosi sintomi psico-organici così da liberare il corpo permettendo alle nostre emozioni di fluire liberamente. Ed è proprio l’ascolto consapevole del dialogo tra cuore e cervello a determinare la nostra salute, la risposta dell’organismo, la condizione del sistema immunitario, la longevità.

Le vibrazioni che ci fanno male

Il corpo parla sempre di noi, di tutto ciò che abbiamo avuto modo di sperimentare nel nostro cuore seppur impercettibilmente, divenendo emanazione della gioia o dell’insoddisfazione di una vita, il luogo in cui si esprimono i vissuti della mente e dell’anima. Non cogliere il nesso che esiste tra mondo interiore ed universo corporeo diventa un fattore altissimo di rischio per l’insorgenza di patologie a tutti i livelli, perché dallo scompenso energetico il passaggio verso la lesione organica diventa conseguenza rapida ed inevitabile. Quando la nostra sfera profonda viene fiaccata da basse vibrazioni prodotte a partire dalle dinamiche insite nel contesto e nell’esperienza di vita, essa subisce un calo nella vibrazione dominante.

Questo abbassamento frequenziale, non soltanto sarà nocivo per le nostre cellule, che risuoneranno all’unisono sullo stesso tipo di frequenza alterando l’equilibrio omeostatico del corpo, ma attireranno a sé, in modo maggiorato, le frequenze della medesima carica presenti all’esterno. Questo è il punto di inizio per guardare con nuovi occhi molti disturbi, fino all’insorgenza di una malattia che spesso piomba nella nostra vita come un fulmine a ciel sereno.

Carmen Di Muro

È psicologa clinica, psicoterapeuta, specialista in psicoterapia Cognitivo Post-Razionalista, ISTDP, Psicobiologia Emotivo-Comportamentale Integrata, Quantum Trainer e giornalista, si occupa di Psicologia Integrata.

Per approfondire questo argomento leggi: 

Anima Quantica — Libro >> https://bit.ly/3DUjoIS

Nuovi orizzonti della psiche e della guarigione

Carmen Di Muro

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martedì 23 aprile 2024

Differenza tra arteriosclerosi e aterosclerosi


Qual è la differenza tra arteriosclerosi e aterosclerosi?

Medicina Integrata

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Per i più avvezzi alla terminologia medica, precisiamo che, esistono due termini molto simili e spesso confondenti: arteriosclerosi e aterosclerosi.

Davide Terranova - 21/04/2024

Per arteriosclerosi si intende una generica condizione patologica, ma fisiologicamente quasi inevitabile dopo una certa età, del tessuto vascolare costituente le arterie, che dopo anni vita, per una serie di ragioni, perde in parte la naturale elasticità. Tanto è vero che nei soggetti maggiori di 65 anni, sono tollerati valori pressori sistolici lievemente superiori ai valori considerati normali (pressione sistolica massima uguale o inferiore a 140 mmHg, pressione diastolica minima, inferiore uguale a 90 mmHg).

Per aterosclerosi invece, si intende una malattia delle arterie caratterizzata dalla presenza di formazioni giallastre nella parete del lume vascolare, chiamate placche ateromasiche.

Per arrivare a comprendere i fini meccanismi molecolari che sono alla base dell’aterosclerosi, ci sono volute decine di anni, numerose teorie, ipotesi e studi. Posso accettare che la maggior parte delle persone, la gente comune, non ne sappia ancora nulla. Inammissibile non conoscere, per chi si occupa di salute, che ad esempio il colesterolo non è affatto il diretto responsabile della malattia ma uno degli “inconsapevoli” partecipanti.

L’aterosclerosi dunque, ossia la formazione di placche (ateromi) che protrudono nel lume delle arterie, è (quasi sempre) la causa di ictus cerebrale e infarto cardiaco. L’aterosclerosi, soprattutto nel mondo occidentale (ma oramai diffusa in tutto il pianeta) è presenta in quasi tutti noi, già nella prima decade di vita. Le prime alterazioni quasi invisibili, sono costituite da lesioni lineari lungo il lume delle arterie di medio e grosso calibro, chiamate strie lipidiche. Lo so, sorprende che un bambino di 8 anni possa avere già segni di questa malattia, ma purtroppo questo è un dato confermato.

Posto questo, lo sforzo nel mondo scientifico è inteso a comprendere, ovviamente come si forma, ma soprattutto come sia possibile limitare la sua evoluzione, che per milioni di persone all’anno nel mondo si manifesta nei suoi epifenomeni: infarto cardiaco, morte improvvisa ed ictus cerebrale.

Affinché questa malattia si verifichi sono necessarie due condizioni:

la prima condizione è una iniziale infiammazione del rivestimento interno (endotelio) dell’arteria, chiamata disfunzione endoteliale, che la rende vulnerabile di subire la “seconda condizione”;

la seconda condizione è la presenza in circolo di un elevato numero di molecole chiamate lipoproteine LDL, che si insinuano nello spessore dell’arteria (anatomicamente si chiama spessore intimale della arteria), generando l’infiammazione locale che darà origine alla placca.

Ad oggi questa è la teoria più accreditata sulla genesi della aterosclerosi.

Continua la lettura su Scienza e Conoscenza 62!

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Rivista trimestrale di Scienza Indipendente

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lunedì 22 aprile 2024

Evoluzione della Fisica: da Einstein a Sorli


Evoluzione della Fisica: da Einstein alla cosmologia di Amrit Sorli

Scienza e Fisica Quantistica

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Albert Einstein rappresenta indiscutibilmente la figura che ha apportato una rivoluzione alla nostra comprensione del mondo, distinguendosi come uno dei principali protagonisti nel panorama scientifico mondiale. La sua influenza e il suo impatto nel campo della scienza sono riconosciuti a livello globale.

Francesca Lanza - 18/04/2024

La relatività speciale, sviluppata nel 1905, ha ridefinito il concetto di spazio e tempo, introducendo la relatività di questi concetti in funzione della velocità della luce. La relatività generale, del 1915, ha spiegato la gravità come effetto della curvatura dello spazio-tempo causata dalla presenza di materia ed energia, ampliando ulteriormente i confini della fisica; ma se la sua teoria della relatività ha contribuito in modo significativo alla risoluzione di molti enigmi fisici, ha lasciato irrisolti diversi problemi che sfidano ancora i fisici e gli scienziati odierni.

L’ intrinseca incompatibilità tra la relatività generale di Einstein e la fisica quantistica e la presenza di singolarità all’interno dei buchi neri, insieme alla natura delle onde gravitazionali e dei gravitoni, sono argomenti che continuano a sollevare domande e richiedono una comprensione più approfondita. Inoltre, il concetto di viaggi nel tempo e le implicazioni sulla causalità presentano dinamiche complesse che richiedono approfondimenti teorici significativi. Questi problemi rimangono senza soluzione poiché una Teoria del Tutto che possa integrare con successo la relatività generale e la fisica quantistica non è ancora stata definitivamente stabilita, né tanto meno è stato risolto l’enigma del Big Bang. Questi temi rappresentano una delle sfide più grandi e intriganti per la fisica contemporanea.

Quale le possibili evoluzioni del pensiero einsteiniano?

Una singolare prospettiva è sicuramente quella presentata da Amrit Sorli e dall’Istituto di Fisica Biettiva (link: https://bijective-physics.org/), con cui collabora anche il fisico italiano Davide Fiscaletti.

Un nuovo modello cosmologico

L’Istituto di Fisica Biettiva ha sviluppato un modello cosmologico che si basa sull’osservatore risvegliato, ovvero esclusivamente su osservazioni astronomiche, senza ricorrere a previsioni teoriche, caratteristiche della cosmologia tradizionale del Big Bang. In questo nuovo modello, la curvatura dello spazio viene sostituita con la densità energetica relativa dello spazio. Secondo questa prospettiva, ogni oggetto celeste contribuisce a ridurre la densità energetica dello spazio esattamente del suo stesso valore energetico. Inoltre, l’Istituto ha ampliato il principio di equivalenza tra massa ed energia allo spazio universale, ampliando la formula più famosa della fisica: E = m c2 in questo modo:

https://bit.ly/3VYLJr4                     

E = m c 2 significa che la materia può essere trasformata in energia e l’energia può essere trasformata in materia. L’osservatore risvegliato che invoca Amrit Sorli è consapevole però che anche lo spazio è energia e che quindi deve esistere un’equazione che metta in relazione l’energia dello spazio con l’equazione di Einstein.

Nell’equazione ogni oggetto fisico con massa m ed energia E sta diminuendo la densità energetica dello spazio nel suo centro esattamente per la quantità della sua energia E. Il simbolo  rappresenta la massima densità energetica dello spazio nello spazio intergalattico, il simbolo  rappresenta la diminuita densità energetica dello spazio al centro di un dato oggetto fisico, e  rappresenta il volume dell’oggetto fisico.

Che cosa significa?

Si prenda ad esempio la Terra. Il nostro pianeta sta diminuendo la densità energetica dello spazio nel suo centro, ma la somma dell’energia in ogni punto dello spazio universale è la stessa:

https://bit.ly/44d7ENd 

La somma dell’energia della materia Em e dell’energia dello spazio in ogni punto dello spazio Es è costante. Al centro della Terra c’è molta energia della materia e quindi la densità energetica dello spazio è minore. Nello spazio intergalattico non c’è materia e quindi la densità energetica dello spazio è massima. Questa è la supersimmetria tra l’energia della materia e l’energia dello spazio: la loro somma è costante in ogni punto dello spazio. Questa supersimmetria è la forza principale dell’intera dinamica universale e gioca un ruolo decisivo nella formazione dei buchi neri.

Nel nucleo dei buchi neri supermassicci la densità energetica dello spazio è così bassa che gli atomi diventano instabili, disintegrandosi in particelle elementari che vengono espulse nello spazio intergalattico. Secondo questa teoria, i buchi neri supermassicci starebbero contribuendo al rinnovamento dei sistemi nell’universo, suggerendo un’interpretazione completamente nuova dell’eternità e dell’origine dell’universo: un nuovo modello cosmologico che mette in discussione la teoria del Big Bang.

Lo spazio superfluido

 Dal punto di vista dell’osservatore risvegliato, l’errore metodologico fondamentale di cui la fisica non si accorge, è quello di accettare l’idea che materia ed energia possano esistere in qualcosa (lo spazio) che non ha proprietà energetiche. Secondo Sorli e gli studiosi Valeriy Sbitnev (fisico russo) e Davide Fiscaletti (fisico italiano), lo spazio è un tipo di energia che si può definire più propriamente “spazio quantistico superfluido”, “vuoto fisico” e “spazio fisico”, ciò che un tempo era chiamato etere. Lo spazio supefluido rappresenta l’energia primordiale dell’universo e viene considerato il riferimento assoluto per tutti gli osservatori.

 L’introduzione di questo concetto risolve numerosi paradossi della relatività, come ad esempio il paradosso dei gemelli. Secondo una teoria della relatività che potremmo definire “avanzata” la velocità degli orologi dipende esclusivamente dalla densità energetica dello spazio, e non dalla loro posizione o velocità relativa degli osservatori. Questo significa che entrambi i gemelli invecchiano in modo diverso a causa delle diverse densità energetiche dello spazio in cui si trovano, e non a causa di effetti relativistici.

Inoltre, il modello dello spazio superfluido suggerisce una nuova interpretazione della gravità. Invece di essere causata dalla curvatura dello spazio, come previsto dalla relatività generale di Einstein, la gravità può essere descritta come una conseguenza della variabilità dell’indice di rifrazione dello spazio superfluido. Questo concetto spiega fenomeni come l’attrazione gravitazionale tra gli oggetti senza ricorrere alla curvatura dello spazio.

Per approfondire consiglio la lettura del libro Oltre la Fisica di Einstein di Amrti Sorli

Oltre la Fisica di Einstein - Istituto di Fisica Biiettiva — Libro >> https://bit.ly/4d1FzfU  

La fisica meravigliosa dell'osservatore risvegliato

Amrit Srecko Sorli

www.macrolibrarsi.it/libri/__oltre-la-fisica-di-einstein.php?pn=1567

e gli articoli

Advances of Relativity Theory

Superfluid Quantum Space, Einstein’s Principle of Equivalence, and Bohr’s Complementary Principle

Consultabili su https://bijective-physics.org/


venerdì 19 aprile 2024

Conosci la teoria dell'infezione?


Conosci la teoria dell'infezione?

Medicina Integrata

>> https://goo.gl/L8cGc8

La teoria dell'infezione, anche denominata teoria microbica delle malattie, nacque nell'ultimo terzo del XIX secolo e fu la conseguenza dell'applicazione dei primi microscopi in medicina; mediante essi si resero visibili alcune forme di vita minuscole e fino ad allora invisibili: i microbi.

Enric Costa Vercher - 18/04/2024

La classe medica era divisa in due grandi gruppi.

Il primo gruppo era formato dalla maggioranza dei medici dell'epoca che pensava che il microscopio non avesse creato i microbi, ma li avesse solo resi visibili e che, pertanto, se i microbi stavano qui, sulla nostra pelle, nella bocca e nel nostro intestino, fosse per un qualche motivo. Dato che sino ad allora erano rimasti sconosciuti, forse avevano qualche missione non ancora conosciuta da compiere. In ogni caso, sarebbe stato prudente aspettare e osservare.

Questo primo gruppo di medici mostrò, con il suo atteggiamento, di possedere le virtù proprie del rigore scientifico: prudenza nell'affermare novità e paziente osservazione sino a raccogliere sufficienti informazioni per sapere cosa realmente è quello che si vuole conoscere.

Il secondo gruppo di medici fu capitanato da un industriale che non era un medico, il noto Louis Pasteur. Fin dal primo avvistamento, quei medici affermarono che i microbi causavano malattie e che questi nuovi ospiti erano pericolosi e che bisognava difendersi da essi con prodotti industriali: antisettici, sieri e vaccini.

Era la prima volta che vedevano queste forme di vita con i loro rudimentali microscopi di appena 20 o 40 ingrandimenti; non avevano esperienza precedente, dato che erano appena entrati sulla scena scientifica e avevano individuato solo qualche specie. Tuttavia, queste conoscenza lacunose non impedirono loro di affermare categoricamente che questi germi appena scorti erano degli assassini implacabili. Questo secondo gruppo di medici non diede mostra di prudenza scientifica, ma più che altro sembrava avere fretta.

Era il tempo della rivoluzione industriale e, curiosamente, alla emergente industria chimica e farmaceutica sembrò molto interessante la visione sui microbi che aveva questo gruppo capeggiato dall'industriale francese Pasteur. Se si dovevano fabbricare prodotti per difendersi da questi nuovi ospiti, significava che il mercato era enorme. Questa grande simpatia tra la nuova teoria dell'infezione e il mondo industriale fu di importanza capitale affinché si imponesse come teoria dominante e il suo dominio si mantenesse sino a oggi.

Così, attualmente, l'immensa maggioranza, per non dire la quasi totalità delle persone, sia che si tratti di gente comune con una cultura media, sia di persone con titoli di studio, in carriera professionale, con master, specializzazioni e curricula di pregio, credono alla lettera che questa teoria sia corretta. Inoltre, credono e confidano nel fatto che, a suo tempo, i suoi difensori dimostrarono che era corretta, così come afferma qualsiasi enciclopedia, manuale specializzato o libro di testo scolastico. Tuttavia, il lettore deve sapere che non è affatto così.

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lunedì 15 aprile 2024

Astrologia e scienza: quale relazione?


Astrologia e scienza: quale relazione oggi?

Scienza e Fisica Quantistica

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Il Tema Natale corrisponde all’immagine del cielo colto nell’attimo della nostra nascita: è la rappresentazione della risonanza tra il macrocosmo e il microcosmo individuale, è un ponte fra la prospettiva terrestre (le Case) e quella stellare (i Segni zodiacali) su cui transitano i Pianeti.

Umberto Carmignani - 14/04/2024

Tratto dal libro Astrologia Archetipica.

Il Tema Natale è una mappa stellare che ci aiuta a orientarci nell’Universo degli eventi, un manuale galattico di istruzioni per comprendere come funzioniamo a livello individuale e collettivo, un vero e proprio stargate, una finestra spalancata sull’universo, un portale che ci mette in connessione con le energie veicolate dalle galassie, dalle stelle, dai pianeti attraverso la loro luce, il loro movimento, la loro presenza fisica ed energetica e ci permette di trascendere la dimensione fisica terrestre per ricongiungerci ai Creatori.

Quando guardiamo il Tema Natale, non stiamo solo “viaggiando” nello spazio, ma stiamo anche “viaggiando nel tempo” ci stiamo connettendo con tutto quello che è accaduto, dentro e fuori di noi, dal momento della nostra nascita a oggi. E, in tutti questi anni, di strada ne abbiamo fatta veramente tanta, considerando che, come abbiamo visto, viaggiamo tutti a una velocità di svariati milioni di chilometri all’ora…

È straordinariamente interessante, semplice e sconvolgente allo stesso tempo, avere a disposizione uno strumento di indagine così perfettamente olistico e sincronico.

Il Tema Natale ovviamente non si occupa della parte visibile e tangibile della realtà, ma di quella invisibile e simbolica: con l’avvento del meccanicismo e della necessità di dimostrare l’esistenza di un nesso tra causa ed effetto, l’astrologia è stata considerata priva di qualunque fondamento e relegata fra le superstizioni.

Negli ultimi decenni, numerose scoperte nel campo della fisica e della psicologia stanno confermando pressoché tutte le conoscenze contenute nell’astrologia, dimostrando che esistono forze che si muovono dentro l’uomo, nella sua dimensione interiore, e forze che lo trascendono, alle quali è collegato, che non implicano necessariamente la causalità.

«Un essere umano è parte di un tutto che chiamiamo Universo: sperimenta se stesso, i pensieri e le sensazioni come qualcosa di separato dal resto, in quella che è una specie di illusione ottica della coscienza. Questa illusione è una sorta di prigione che ci limita...».

Materia ed energia

Il teorico dei sistemi Ervin László afferma che «è sempre stato difficile trovare un terreno comune tra scienza e spiritualità. Almeno fino a dieci, quindici anni fa, quando la scienza ha cominciato a scoprire che il cosmo non è dominio di pezzettini di materia inconscia che si spostano in uno spazio passivo e vuoto... Ora ha cominciato a riconoscere che questo sistema conserva e porta in sé non soltanto energia, ma anche informazioni… Un cosmo impregnato di coscienza e informazioni, interconnesso e in evoluzione integrale è un cosmo nuovamente spiritualizzato».

G.L. Schroeder lo conferma: «Tutta la materia è energia e a un livello sottostante all’energia c’è l’informazione, una base totalmente immateriale per l’esistenza… Ogni particella, ogni corpo, ogni aspetto dell’esistenza è espressione dell’informazione che attraverso il cervello o la mente interpretiamo come il mondo fisico».

Per spiegare i fenomeni che accadono nell’Universo, gli astrofisici hanno dovuto ammettere la presenza dell’energia oscura e della materia oscura (definite tali perché al momento non disponiamo di strumenti adeguati per comprenderle).

Come scrive Massimo Teodorani: «Fino alla prima metà del Novecento si riteneva che la quasi totalità della massa dell’universo risiedesse nelle stelle e nelle galassie in cui esse sono contenute. Bastava monitorare l’universo con i telescopi, rilevare la luce dei corpi celesti e dedurre, automaticamente, che solo ciò che emette luce è dotato di massa. Poi, proprio da un’accurata analisi delle osservazioni astronomiche ci si è accorti che le cose non stanno così […] I corpi celesti luminosi rappresentano solo il 4% della massa dell’universo».

Vi è, infatti, una materia oscura «avente effetti gravitazionali in molteplici fenomeni astronomici… Non emette alcuna radiazione elettromagnetica e quindi non risulta individuabile dagli strumenti di analisi degli astronomi».

Astrologia Archetipica — Libro >> https://bit.ly/3VY4RFq

La scienza dell'anima

Umberto Carmignani, Simone Bongiovanni

www.macrolibrarsi.it/libri/__astrologia_archetipica.php?pn=1567