Scardinare il Sistema Tecnogeno
Reality Transurfing
Di Vadim Zeland
Se non hai talenti o pregi eccezionali il sistema prevede
che tu non possa essere “primo”.
A dispetto di ogni ragionevole previsione, tu prenditi
invece il diritto di essere unico.
Mentre tutto sembra procedere in modo lineare, secondo
l’iter prestabilito e inarrestabile del progresso tecnologico, il cancro del
sistema ha iniziato a crescere, indipendentemente dalla volontà dell’uomo.
Alzato il velo di questa apparente normalità, il processo appare come realmente
è: del tutto fuori controllo.
Anestetizzati a nostra insaputa, sopravviviamo, dormendo
un sonno profondo della coscienza che nemmeno sospettiamo. Inconsapevoli viti
d’ingranaggio di un sistema autoregolato e distruttivo continuiamo ad
alimentare l’ingranaggio riempiendo le file di quelli che marciano nella
direzione che è stata loro indicata.
Se lo fanno tutti è giusto, ci dicono, serriamo i ranghi
e non abbandoniamo le file.
Ma potrebbe esserci un’alternativa: rimanere all’interno
del sistema scoprendone le carte, per poter utilizzare le sue regole perverse a
nostro vantaggio.
Non dentro, ma sopra al sistema, senza esserne più
vincolati.
Uscire dai ranghi senza però abbandonarli.
Sognare da svegli mentre tutto intorno gli altri dormono.
Avendo a nostra disposizione la tecnica della
liberazione, grazie a questo libro riusciremo a crearci il mondo che vogliamo e
a elevare il nostro potenziale creativo a livelli inaspettati.
Quella che Zeland ci offre è una chance unica per
scardinare la “matrix” e fuggire verso la libertà. Questa è l’unica vendetta
possibile contro un sistema che appiattisce e livella le personalità in modo
subdolo e stereotipato.
La realtà è che siamo persone uniche. Ora anche libere.
È un privilegio per pochi.
Sfruttiamolo.
Come diventare arbitri della propria realtà?
Il primo e più importante passo è: scardinare il
principio della società. Smettere di credere che "se tutti pensano e fanno
così vuol dire che è giusto". Uscire dai ranghi. Smettere di marciare
dietro al successo surrogato altrui e dirigersi alla ricerca del proprio.
Colui che esce dai ranghi ottiene sempre dei privilegi:
guardare dall'esterno e vedere dove stanno marciando tutti gli altri; liberarsi
dalle mollette e dagli stereotipi della società; imparare a vedere e a capire
quello che gli altri non vedono e non capiscono; smettere, infine, di aspirare
a essere i migliori, per diventare invece gli unici.
Anteprima del nuovo libro di Vadim Zeland, Scardinare il
Sistema Tecnogeno
Siete in grado di crearvi il mondo che più vi piace
Oggi è di gran moda parlare del fatto che il pensiero è
materiale. Come fisico, posso dichiarare, con una certa autorità, che
quest’affermazione è un’assurdità. Il pensiero non è materiale se non altro
perché non può venir registrato dagli strumenti fisici di rilevazione e non ha
una velocità di propagazione. Non appena pensate a qualcosa, il vostro pensiero
si ritrova immediatamente ai margini dell’Universo, senza subire alcun ritardo
(di trasmissione). L’elettroencefalogramma registra gli impulsi cerebrali
risultanti dall’attività mentale del cervello, ma non i pensieri. Allo stesso
modo, le lampadine che lampeggiano sul computer non mostrano i programmi stessi
ma il processo della loro elaborazione.
Quando si tratta di energia, invece, è tutto più
semplice: l’energia può essere fissata, sentita e anche visualizzata
dall’oscilloscopio. Con i pensieri, invece, la questione è molto più
complicata. Se qualcuno dice di essere in grado di spostare degli oggetti con
“la forza del pensiero”, di nuovo, non è proprio così. Gli oggetti vengono
mossi dall’energia. Essa sì è materiale. I pensieri, invece, non lo sono.
Ma cos’è un pensiero, ci avete mai riflettuto? Parlando
del pensiero è chiara solo una cosa: esso contiene un certa informazione. Ma
che cos’è esso precisamente, lo potete spiegare? Allo stesso modo, non si può
spiegare cosa sia l’infinito. Immaginate di muovervi sempre più lontano dalla
Terra, di oltrepassare il sistema solare, di volare al di là della galassia, di
lasciarvi alle spalle tutti gli ammassi stellari, di raggiungere i confini del
nostro Universo e di vedervi, forse, venire incontro già altri universi e altri
ancora, e così all’infinito… Ebbene, tutto ciò è impossibile da immaginare, per
quanto ci si voglia sforzare. Io, personalmente, immaginando questa situazione,
provo un senso di smarrimento e di disagio nella mia mente. Come può essere una
cosa del genere?
Ma non è tutto. Esiste un fatto che crea un disagio
ancora maggiore: l’infinito e il punto. L’infinito e il punto sono
topologicamente la stessa cosa. Immaginate di muovervi nell’infinito non verso
l’esterno ma verso l’interno: superata la molecola, l’atomo, volate oltre gli
elettroni che orbitano attorno al nucleo come pianeti, vi introducete nel
protone e dentro il protone ecco già i quark, e così via, in un percorso
anch’esso infinitamente lontano e lungo. Nessuna fine, nessun inizio e nessun
modo per trovarli. E neppure un sostegno, un fondamento, una piattaforma su cui
far atterrare la propria ragione nel tentativo di capirci qualcosa.
Che fare? Si è costretti ad accontentarsi di modelli che,
con un’approssimazione grossolana, spiegano chi siamo e in quale mondo viviamo.
Diversamente, “la nostra ragione perderebbe il lume della ragione”. Ed è così
che avviene: se la ragione perde il suo appoggio in questo mondo, il suo “punto
di unione” viene spostato in un altro mondo, parallelo, col risultato che la
persona, secondo l’opinione degli altri, “ha perso la ragione, è impazzita”.
Resta il fatto che, comunque si cerchi di dare una spiegazione, qualsiasi siano
i modelli che vengono costruiti, i problemi rimangono irrisolti, ora così come
lo erano prima. Anche il modello del Transurfing è una delle tante possibili
interpretazioni, elaborata per cercare di spiegare più o meno chiaramente alla
ragione come affrontare questa realtà strana e incomprensibile. L’unica
consolazione è che questo modello, se non spiega proprio tutto, quanto meno
funziona.
Il principio alla base del Transurfing è che l’uomo con i
suoi pensieri si forma la sua realtà. Sembrerebbe strano: perché mai un
fenomeno del genere è possibile, se i pensieri non sono materiali? Risposta:
perché i pensieri non si trovano nella testa ma nello spazio metafisico e non
materiale delle varianti, che conserva in modo stazionario tutto ciò che era, è
e sarà.
I pensieri sono come i canali del televisore, e l’uomo è
semplicemente un biotelevisore perfetto, in grado di connettersi a piacere
all’uno o all’altro settore particolare dello spazio, dove si trovano questi
stessi pensieri, “programmi televisivi”. E, similmente a un televisore, l’uomo
non “genera” i programmi, li capta.
Tutti gli esseri viventi del nostro mondo “sono connessi”
a un qualche programma. Le piante hanno i loro programmi, rigorosamente fissi.
Gli esseri che sanno strisciare, nuotare, correre, volare, hanno dei programmi
più flessibili, ma comunque “cuciti” in modo piuttosto aderente, a livello di
istinti. Solo l’uomo è in grado di saltare liberamente e consapevolmente da un
“canale” all’altro. Purtroppo, però, egli non utilizza pienamente questa sua
possibilità e ciò a causa del fatto che si appassiona troppo al “serial
televisivo mandato in onda” nella sua realtà. Questo serial, spesso triste, non
finisce mai perché “il telecomando” si trova bloccato sullo stesso tasto.
L’uomo, però, è in grado di prendere in mano “il suo
telecomando” e cambiare canale. Sì, la realtà non cambierà immediatamente:
all’inizio, per forza di inerzia, verrà trasmesso lo stesso programma, ma se si
insisterà a premere sul tasto giusto, il vecchio serial lascerà
progressivamente posto alle scene del nuovo programma e alla fin fine la nuova
realtà sostituirà completamente quella precedente. Così si materializzano i
pensieri. L’unica condizione che bisogna osservare strettamente è la seguente:
affinché la forma-pensiero si materializzi, è necessario fissare su di essa la
propria attenzione a lungo e in modo sistematico.
Nella teoria del Transurfing ci sono diversi modelli
“dimostrativi” che illustrano come questo funzioni. Uno di essi è stato creato
in analogia al procedimento di sintonizzazione della radio su una frequenza: le
persone capitano su quella linea della vita i cui parametri corrispondono
all’“emissione mentale” che hanno in testa. In altre parole, ci si trova nella
realtà corrispondente alla frequenza d’onda su cui ci si è sintonizzati.
Faccio notare che i termini “emissione mentale” ed
“energia del pensiero”, usati nei primi libri, non sono pienamente corretti e
servono più a facilitare la comprensione del concetto che a spiegare la
struttura del mondo. Ci dimentichiamo sempre di trovarci in piedi di fronte
allo specchio del mondo, per questo molte cose ci sembrano girate a testa in
giù. Ripeto, noi non “emettiamo pensieri”, ma facciamo esattamente il
contrario, ci colleghiamo ad essi poiché essi si trovano lì dove devono essere
gli oggetti non materiali, nello spazio metafisico. Come avvenga esattamente
questo collegamento nessuno lo sa.
Per farsi un’idea del processo, si può dire che
all’inizio è come se illuminassimo con la torcia della nostra attenzione un
certo settore dello spazio delle varianti e intercettassimo le informazioni lì
presenti, ragion per cui ci sembra che i pensieri nascano nella nostra testa;
in seguito, se quest’illuminazione viene fatta durare per un tempo piuttosto lungo,
succede che la forma-pensiero corrispondente si incarna nella realtà, si
materializza.
Un altro modello utilizzato nel Transurfing è quello
dello specchio. La realtà che ci circonda è l’immagine speculare (se non
proprio precisamente speculare, ad essa si avvicina molto) di ciò che si trova
nei nostri pensieri. E qui è tutto molto semplice: il compito di ciascuno è
solo quello di formare quell’immagine che vuole vedere nello specchio. Se
volete vedere una faccia felice, vi basterà sorridere; se volete che l’immagine
riflessa vi venga incontro, vi basterà fare un passo in avanti. Tuttavia, la
difficoltà sta nel fatto che gli uomini cadono facilmente prigionieri
dell’illusione speculare. Come incantati, senza staccare gli occhi, fissano lo
specchio, cioè la realtà che li circonda. Ed esattamente come succede in sogno,
si dimenticano di se stessi e della propria immagine di partenza, non si
ricordano che dovrebbero seguirla e mantenerla consapevolmente nella forma
desiderata.
Sembrerebbe che non ci sia nulla di difficile in questo
processo, non è così? Basta distogliere l’attenzione dallo specchio,
reindirizzarla verso l’immagine di partenza, formare l’immagine che si vuole
vedere e poi osservare quello che succede nel riflesso. Ma no, l’uomo fa
esattamente il contrario: di fronte alla “dura realtà” si spaventa, crede che
sia veramente così e così sempre sarà, si fissa un modello mentale e vive in
questa realtà triste, senza avere la forza di distogliere lo sguardo dallo
specchio e dirigerlo su di sé, sui suoi pensieri, e trovare lì un tasto da
schiacciare per cambiare.
Anche in questo caso si pone l’annosa questione: che cosa
possiamo fare? La prima cosa da fare è mantenere la consapevolezza, fare in
modo che lo specchio non ci trascini nel suo incantesimo come in un sogno. In
secondo luogo occorre guardare non lo specchio, ma se stessi. Solo se si
osservano queste due condizioni, la realtà circostante, cioè lo strato del
vostro mondo, comincerà a cedere, non da subito, ma a poco a poco. L’importante
è tenere costantemente e fermamente nei propri pensieri l’immagine desiderata,
indipendentemente da quello che sta accadendo nella realtà. Comunque l’immagine
riflessa, alla fin fine, si conformerà all’immagine di partenza. Non ha altra
scelta!
più vi piace. Quando la vostra attenzione, o
consapevolmente e con perseveranza, o involontariamente e con insistenza, è
fissata su una certa immagine mentale, la realtà che vi sta intorno comincia a
trasformarsi. Accadono cose strane. L’oggetto su cui concentrate la vostra
attenzione comincia letteralmente a invadere il vostro mondo e a capitarvi
sempre sotto gli occhi. Gli altri fenomeni del mondo, invece, non occupando più
i vostri pensieri, finiscono per scomparire da qualche parte, senza lasciar
traccia. Come può succedere una cosa del genere? La realtà non è forse una per
tutti?
Non esattamente. È vero, la realtà è una sola, ma ognuno
in questa realtà ha il suo strato singolo, separato da quello degli altri. Non
è la realtà generale a cambiare, ma la configurazione dello strato del mondo di
ognuno. Al vostro fianco un’altra persona può esistere in una realtà
completamente diversa. È una cosa che può sembrare incredibile, ma è davvero
così. Il mondo intero è molto eterogeneo e questa varietà basta per una
moltitudine di possibili configurazioni per ogni singolo strato. Con i vostri
pensieri vi costruite una versione unica e personalizzata del vostro mondo. Lì
è incluso o escluso ciò che è rispettivamente presente o assente nei vostri
pensieri.
Così, ad esempio, una donna che odia gli alcolisti, se li
ritroverà sempre davanti nella sua realtà. Come sapete, ciò che vi dà fastidio
è proprio ciò che possiede i vostri pensieri. Non solo, ma per soprammercato
entra in gioco la polarizzazione creata dal potenziale superfluo. Succede così
che i fattori irritanti vengono attratti dallo strato del mondo di una persona
come la limatura di ferro viene attratta da una calamita.
Alla fine, se la donna del nostro esempio eccellerà nel
suo odio nei confronti degli ubriaconi, questi ultimi finiranno col popolare
totalmente lo strato del suo mondo, che si troverà invaso da una caterva di
beoni appiccicosi, barcollanti o stesi a terra. Beoni saranno tutti i suoi
uomini e beoni diventeranno i suoi figli.
Allo stesso modo, un uomo che nel profondo della sua
anima è consapevole di essere lontano dalla perfezione e perciò cerca di
convincere se stesso che tutte le donne sono delle puttane, o, nel migliore dei
casi, delle stupide, incontrerà sempre donne di questo tipo. Le donne “di lega
superiore” vivranno ben lontano dal suo strato, giacché egli stesso ha fatto la
sua scelta e l’ha annunciata al mondo.
Vi sembra una storia fantastica? Niente affatto, questa è
semplicemente la realtà speculare nella moltitudine infinita delle sue
manifestazioni. Può darsi che lo scenario che ho disegnato sembri spaventoso
per qualcuno… comunque sia, non vale la pena di preoccuparsi. Si tratta solo
del lato esterno, visibile, dello specchio duale. La realtà che si nasconde al
nostro sguardo è molto più spaventosa.
Riepilogo
I pensieri non sono materiali, non sono nella testa, ma
in uno spazio metafisico.
I pensieri sono come i canali televisivi.
L’uomo non genera e non emette pensieri ma si collega ad
essi come se fosse un bio-televisore.
L’uomo è in grado di passare consapevolmente e
deliberatamente da un canale a un altro, cioè di controllare il corso dei suoi
pensieri.
L’uomo non sfrutta questa sua abilità in toto a causa del
fatto che si fa troppo appassionare dal “serial” che va “in onda” nella realtà.
La forma-pensiero è un “programma televisivo” fisso, cui
la persona può connettersi e che può diffondere nel mondo circostante.
Affinché una forma-pensiero si materializzi, occorre
fissare su di essa la propria attenzione in modo sistematico e per un tempo
piuttosto lungo.
La realtà è una per tutti, ma ognuno ha il proprio strato
separato di realtà.
Con i vostri pensieri costruite una versione unica e
individuale del vostro mondo.
In esso finisce o non finisce ciò che è presente o
assente nei vostri pensieri.
Note a margine
L’errore principale dell’uomo consiste nel fatto che egli
agisce nel ruolo di osservatore passivo: guarda incantato lo specchio della realtà
senza essere in grado di distogliere il suo sguardo. Come se fosse un
bio-televisore, egli guarda le trasmissioni che gli vengono imposte
dall’esterno. Perché avviene ciò, vi sarà definitivamente chiaro solo alla fine
del libro. Per creare il proprio mondo, non si deve guardare lo schermo esterno
(lo specchio), ma quello interno (se stessi). Non guardare i programmi
televisivi altrui, ma trasmettere i propri.
Indice
Premessa
Parte I - IL TRANSURFING
Siete in grado di crearvi il mondo che più vi piace
L'inizio della trasformazione
Posso fare tutto!
Le diapositive degli innamorati
L'idrodinamica dell'intenzione
Miriadi di riflessi
Poker Face
Parte II - LA TECNOSFERA
I parassiti sociali
La cattura dell'attenzione
La coscienza tecnogena
L'artefatto d'intenzione
Un segreto spaventoso
Freddo e fame
Sui topi e sulle volpi
Peso sano in corpore sano
Transurfing o trasgressione?
L'imprinting infantile
Ho visto un arcobaleno
Scardinare il sistema tecnogeno
Parte III - LA BIOSFERA
Questioni vive
Se mi ami, mangia!
La vita non è roba chimica in vitro
Il principio della società
La sostanza viva e quella morta
La sopravvivenza in ambiente tecnogeno
La mamma ha mangiato la kaša
Acquetta vivificante
La legge di attrazione della Forza
Requiem alla carne altrui
Si bemolle maggiore
La fattoria umana
Guerra nella Terra di Mezzo.
L'equazione della Vita
Lettere dalla Terra di Mezzo
Esoterismo reale
Strane domande
Le voci di Eywa
Cioccolato vivo
Un nuovo gradino della piramide
Parte IV - LA SOCIETÀ-IL SOCIALE
Punturati, con un joystick all'interno
L'involuzione della coscienza
Il controllo del supporto vitale
Aprire lo sportello
Lo scardinamento e l'unificazione della personalità
Parabola di riflessione
Anatomia dell'importanza
Le mollette mentali
La corsa degli invalidi
L'intossicazione da informazioni
Le mollette somatiche
I ricevitori e i trasmettitori
Due block notes
La realtà dello specchio duale
La trasmissione dell'intenzione
La liberazione della Forza
Un festa in arancione
Vadim Zeland
Scardinare il Sistema Tecnogeno - Libro >>>
http://goo.gl/JPNFSU
Reality Transurfing
Editore: Macro Edizioni
Data pubblicazione: Dicembre 2013
Formato: Libro - Pag 520 - 13.5x20.5 cm