martedì 3 luglio 2018

Il cervello e' anarchico



Il cervello e' anarchico: intervista a Enzo Soresi

Medicina Non Convenzionale      

La mente ci può fare ammalare, ma può anche favorire la guarigione: un viaggio in medicina olistica, PNEI e fisica quantistica, in compagnia del professor Enzo Soresi pneumologo e primario emerito all’Ospedale Cà Granda di Niguarda – Milano

Marianna Gualazzi - 02/06/2018

Lo sento al telefono e mi colpisce subito per la sua grande disponibilità e per la passione che nutre verso la ricerca e la divulgazione delle nuove frontiere della medicina. Enzo Soresi, pneumologo e primario emerito all’Ospedale Cà Granda di Niguarda – Milano, fino alla fine degli anni Novanta, è sempre stato di larghe vedute: tra i primi in Italia a interessarsi ed a prescrivere il rimedio antroposofico Viscum Quercus come terapia adiuvante nei tumori polmonari, oggi parla della medicina come di una scienza olistica, cosa che in pochi, soprattutto con una carriera così alle spalle, sono disposti a fare con tanta serenità.

Pioniere della Medicina Integrata, da diversi anni Soresi si occupa di divulgazione sui temi della prevenzione primaria, della PNEI e della biologia mitocondriale. Lo abbiamo raggiunto al telefono per affrontare con lui uno dei suoi temi preferiti: quello del cervello, di come possiamo mantenerlo giovane e attivo e di come questo si relazioni con la mente, il corpo e le emozioni.

Dottor Soresi, cosa possiamo dire oggi del rapporto tra cervello, mente e corpo?

Oggi, alla luce delle nuove conoscenze della Biologia, la Medicina va intesa come una scienza olistica, nel senso che lo sviluppo della PNEI (PsicoNeuroEndocrinoImmunologia) mette in relazione il cervello con l'intero organismo. La PNEI è la scienza che sviluppa il tema del rapporto fra il Sistema Immunitario, il Sistema Neuro-Endocrino e le strutture profonde del cervello, note come "strutture limbiche" o "strutture emozionali", anche esse, di natura neuro-endocrina. Pensate a una cellula, pensate alla membrana cellulare e pensate alla comunicazione fra cellule, che avviene attraverso neuro-trasmettitori, ormoni, neuropeptidi, citochine, sostanze che fanno comunicare fra di loro i vari tipi di cellule. Calcolate che nel nostro organismo ci sono 144 tipi diversi di cellule e che vengono prodotti oltre 1.000 tipi di neuro-trasmettitori, che "comunicano " con i recettori della cellula.
Tutto questo intenso colloquio che avviene nel nostro organismo, da chi è governato? È governato dalle emozioni. L'importanza dell'emozione nel sostenerci, sani o malati, è fondamentale, perché l'emozione attiva il meccanismo dello stress, che può essere negativo o positivo. Oggi sappiamo che per mantenerci in salute è importante lavorare sulle emozioni e sullo stress, e mantenere l’organismo in una condizione di omeostasi.
Che la condizione emozionale sia alla base della salute di un individuo è dimostrato dal fatto che in Canada, da anni, c'è un ambulatorio che è inserito in un ambito specialistico, dove il controllo dell'emozione è la prima osservazione del paziente. Perché l'emozione è alla base di tutto? Perché nessun atto razionale può prescindere da una spinta emozionale. Questa affermazione è stato sostenuta da Antonio Damásio, neuro-fisiologo portoghese, che nel 1995 ha scritto un interessante libro, edito da Adelphi, dal titolo L'errore di Cartesio.
Se nessun atto decisionale può quindi prescindere da una spinta emozionale, potete capire l'importanza delle emozioni nell'organizzazione del nostro organismo.

Nel suo libro Il Cervello Anarchico, ma anche in Mitocondrio Mon Amour e in Guarire con la Medicina Integrata, lei parla diffusamente del tema dello sviluppo del cervello: lo vuole accennare anche ai nostri lettori?

Quanti di noi sanno che quando nasciamo il cervello non è definito ma pesa sette etti e, nell'Homo Sapiens, diventa maturo nei due successivi anni di vita? Noi medici studiamo l'embriologia, e successivamente studiamo il cervello, già formato. In quei primi due anni la costruzione del cervello avviene su base emozionale, perché in quegli anni non c'è conoscenza, non c'è il linguaggio, c'è solo l'emozione. L'emozione modulata da chi ci circonda e si prende carico di noi, in primis la madre e successivamente tutto l’ambiente che ci circonda. Nel 2010 organizzai, a Milano, al cinema Oberdan un interessante convegno dal titolo "Perché dobbiamo amare i bambini". L’idea mi venne a seguito della lettura di un libro dal titolo Perché dobbiamo amare i bambini scritto da una psicanalista di Oxford, Sue Gerhardt, ed edito da Cortina nel 2006. La Gerhardt spiega perché l'amore di chi ci circonda e si prende cura di noi è essenziale per lo sviluppo cerebrale nei primi anni di vita e in che modo le interazioni precoci tra genitori e figli hanno conseguenze importanti, e difficilmente reversibili, per il nostro cervello. Questo fondamentale momento della nostra esistenza non è preso in considerazione dalla nostra società, mentre dovrebbe essere un periodo di estrema attenzione e delicatezza la cui conoscenza andrebbe promossa nell'ambito delle scuole materne e della famiglia. La famiglia è alla base di tutto. Se ho un nonno violento, o un padre violento, o una madre disaffettiva, pensate alle conseguenze che può subire il mio cervello nel suo sviluppo. L'armonia è fondamentale, in quei primi anni, per la costruzione dell’organo più straordinario e complesso che esista nell’universo conosciuto.  

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Scienza e Conoscenza n. 64 - Rivista Cartacea
Nuove Scienze, Medicina non Convenzionale, Coscienza
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