lunedì 22 ottobre 2018

Le dita sono il nostro secondo cervello




Perche' le dita sono il nostro secondo cervello?

Medicina Non Convenzionale      

Nonostante le dita e i palmi delle mani ricoprano solo un decimo dell’intera superficie del corpo, per controllarli è impegnato addirittura un terzo della regione cerebrale, incluse l’area motoria e sensoriale: scopriamo la stretta relazione tra dita e cervello e come possiamo sfruttarla per la nostra salute

Redazione Scienza e Conoscenza - 20/10/2018

Tratto dal libro Pollice intelligente, cervello giovane

Perché la riabilitazione che si concentra sulle cinque dita della mano (rispettivamente pollice, indice, medio, anulare e mignolo) consente una corretta stimolazione del cervello?

La chiave della risposta a questa domanda sta nell’osservazione delle curiose immagini a p. 34, raffiguranti volto, mani e dita disposti lungo il contorno esterno della scatola cranica. Si tratta delle “raffigurazioni dell’homunculus corticale”, immagini che chiunque abbia studiato medicina ha visto durante le lezioni di fisiologia. Il neurochirurgo Wilder Penfield, l’autore, intendeva mostrare con esse a quali parti del corpo sono strettamente connesse, rispettivamente, la cosiddetta “area motoria” del cervello, responsabile di impartire comandi che innescano movimenti, e l’“area sensoriale”, adibita all’elaborazione delle sensazioni. È importante osservare la considerevole porzione in cui sono coinvolte le cinque dita e il palmo delle mani, tenendo conto che l’area motoria e quella sensoriale occupano rispettivamente un terzo e un quarto dell’intero cervello. L’homunculus corticale raffigura tali proporzioni, servendosi di un modello dalla forma umana. Tale immagine, tenendo conto dell’importanza che ciascuna parte del corpo ha sul cervello, risulta in un’umoristica raffigurazione antropomorfa con bocca e mani sproporzionate. Ogni giorno noi eseguiamo azioni di tutti i tipi con l’ausilio delle mani: teniamo in mano qualcosa; lo afferriamo; lo stringiamo; lo annodiamo; lo giriamo. È grazie alle nostre dita, le sole tra le varie parti del corpo in grado di eseguire movimenti particolarmente complessi e sofisticati, che possiamo cucinare o riusciamo a portare a termine operazioni di alta precisione, come quelle richieste nel cucito.

L’area motoria coordina i movimenti del corpo, mentre quella sensoriale si occupa di compiti come valutare gli oggetti in base alla loro consistenza e percepire un determinato quantitativo raccolto nel palmo della mano. Le cinque dita e i palmi delle mani sono organi sofisticati. Nonostante infatti ricoprano solo un decimo dell’intera superficie del corpo, per controllarli è impegnato addirittura un terzo della regione cerebrale, incluse l’area motoria e sensoriale. In particolare le nostre dita sono dotate di cellule nervose connesse al cervello. La mano destra è strettamente collegata all’emisfero cerebrale sinistro, responsabile del pensiero razionale e logico, compresi il linguaggio e il calcolo; la mano sinistra è invece connessa all’emisfero destro del cervello, legato alle immagini e all’arte, inclusi l’intuizione e la creatività. In breve, la testa impartisce una quantità elevata di comandi alle nostre dita. Non è un caso, perciò, che nei caratteri che compongono la parola “comando” in giapponese compaia l’ideogramma corrispondente a “dito”. Inoltre, il cervello non è responsabile solo di muovere le varie parti del corpo, ma anche di ricevere stimoli da esse, trasformandosi in risposta a tali sollecitazioni. Tutto questo per dire che possiamo stimolare un’ampia area del cervello semplicemente usando le nostre dita. Quando muoviamo attivamente le nostre dita, il cervello cerca di captare tali informazioni e, come risultato, viene attivato e rivitalizzato. È per questa precisa ragione che i medici affermano che “le dita sono il nostro secondo cervello”. Le dita e il cervello sono strettamente connessi ed esercitano una grande influenza reciproca.

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