Perche' le dita sono il nostro secondo cervello?
Medicina Non Convenzionale
Nonostante le dita e i palmi delle mani ricoprano solo un
decimo dell’intera superficie del corpo, per controllarli è impegnato
addirittura un terzo della regione cerebrale, incluse l’area motoria e
sensoriale: scopriamo la stretta relazione tra dita e cervello e come possiamo
sfruttarla per la nostra salute
Redazione Scienza e Conoscenza - 20/10/2018
Tratto dal libro Pollice intelligente, cervello giovane
Perché la riabilitazione che si concentra sulle cinque
dita della mano (rispettivamente pollice, indice, medio, anulare e mignolo)
consente una corretta stimolazione del cervello?
La chiave della risposta a questa domanda sta
nell’osservazione delle curiose immagini a p. 34, raffiguranti volto, mani e
dita disposti lungo il contorno esterno della scatola cranica. Si tratta delle
“raffigurazioni dell’homunculus corticale”, immagini che chiunque abbia
studiato medicina ha visto durante le lezioni di fisiologia. Il neurochirurgo
Wilder Penfield, l’autore, intendeva mostrare con esse a quali parti del corpo
sono strettamente connesse, rispettivamente, la cosiddetta “area motoria” del
cervello, responsabile di impartire comandi che innescano movimenti, e l’“area
sensoriale”, adibita all’elaborazione delle sensazioni. È importante osservare
la considerevole porzione in cui sono coinvolte le cinque dita e il palmo delle
mani, tenendo conto che l’area motoria e quella sensoriale occupano
rispettivamente un terzo e un quarto dell’intero cervello. L’homunculus
corticale raffigura tali proporzioni, servendosi di un modello dalla forma
umana. Tale immagine, tenendo conto dell’importanza che ciascuna parte del
corpo ha sul cervello, risulta in un’umoristica raffigurazione antropomorfa con
bocca e mani sproporzionate. Ogni giorno noi eseguiamo azioni di tutti i tipi
con l’ausilio delle mani: teniamo in mano qualcosa; lo afferriamo; lo
stringiamo; lo annodiamo; lo giriamo. È grazie alle nostre dita, le sole tra le
varie parti del corpo in grado di eseguire movimenti particolarmente complessi
e sofisticati, che possiamo cucinare o riusciamo a portare a termine operazioni
di alta precisione, come quelle richieste nel cucito.
L’area motoria coordina i movimenti del corpo, mentre
quella sensoriale si occupa di compiti come valutare gli oggetti in base alla
loro consistenza e percepire un determinato quantitativo raccolto nel palmo
della mano. Le cinque dita e i palmi delle mani sono organi sofisticati.
Nonostante infatti ricoprano solo un decimo dell’intera superficie del corpo,
per controllarli è impegnato addirittura un terzo della regione cerebrale,
incluse l’area motoria e sensoriale. In particolare le nostre dita sono dotate
di cellule nervose connesse al cervello. La mano destra è strettamente
collegata all’emisfero cerebrale sinistro, responsabile del pensiero razionale
e logico, compresi il linguaggio e il calcolo; la mano sinistra è invece
connessa all’emisfero destro del cervello, legato alle immagini e all’arte,
inclusi l’intuizione e la creatività. In breve, la testa impartisce una
quantità elevata di comandi alle nostre dita. Non è un caso, perciò, che nei
caratteri che compongono la parola “comando” in giapponese compaia l’ideogramma
corrispondente a “dito”. Inoltre, il cervello non è responsabile solo di
muovere le varie parti del corpo, ma anche di ricevere stimoli da esse,
trasformandosi in risposta a tali sollecitazioni. Tutto questo per dire che
possiamo stimolare un’ampia area del cervello semplicemente usando le nostre
dita. Quando muoviamo attivamente le nostre dita, il cervello cerca di captare
tali informazioni e, come risultato, viene attivato e rivitalizzato. È per
questa precisa ragione che i medici affermano che “le dita sono il nostro
secondo cervello”. Le dita e il cervello sono strettamente connessi ed
esercitano una grande influenza reciproca.
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